Astroagenda N°4

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COME DIVENTARE SOCI: Se vuoi partecipare agli incontri organizzati per i soli soci iscriviti alla nostra associazione. Con una minima quota annuale (equivalente a 10€ per gli adulti e 5€ per i minorenni) avrai diritto a partecipare a tutte le iniziative dedicate agli iscritti e a molti altri vantaggi. Per ricevere informazioni o il modulo associativo rivolgersi all’osservatorio in via D. Alighieri n.6 di Cento, all’indirizzo e.mail astrofilicentesi@gmail.com o al n. 346 8699254 (Davide).


CHI SIAMO associazione

astrofili centesi

in foto il consiglio direttivo: Davide Balboni (presidente), Antonella Balboni (vicedirettrice) Valerio Cantori (segretario), Marco Pilati (direttore) Stefano Melloni ( vice presidente)

Il gruppo è formato da appassionati di astronomia a cui il Comune di Cento ha dato in utilizzo l’osservatorio astronomico “P.Burgatti”, (nel cortile delle scuole medie). Il nostro impegno è a livello di volontariato e siamo aperti a tutte le iniziative rivolte ad ampliare il nostro gruppo per offrire un servizio sempre migliore alla cittadinanza. Per questo operiamo in modo gratuito, pensando che il vero guadagno sia il poter offrire a tutti il sogno che noi, con tanta passione e forza di volontà, abbiamo sempre inseguito.

6 giugno 2012 Transito di Venere davanti al Sole è quasi l’alba del 6 giugno del 2012... Dopo gli eventi sismici di questi giorni nella nostra zona, alzarci a questo orario non ci fa ne caldo ne freddo, anzi, poterci dedicare ad una nostra passione, nonché un evento così importante e affascinante come il passaggio di Venere davanti al Sole ci fa dimenticare, almeno per alcune ore, quelli che sono i brutti momenti e le paure vissute. Puntando i telescopi ritroviamo quella serenità di tutti i giorni quasi come nulla fosse accaduto e tra una battuta, una risata e uno sbadiglio attendiamo il sorgere del Sole. Qualcosa però sembra remarci contro… antipatiche nuvole sull’orizzonte, proprio davanti al Sole! Pazienza, almeno ci abbiamo provato… Ma ad un tratto, come se non avessimo mai visto l’alba in vita nostra, facciamo un’esclamazione all’unisono “si vede il Sole!”. Ed ecco che ci fiondiamo letteralmente sui nostri strumenti e guardiamo quelle stupende immagini che ci rimarranno impresse per tutta la nostra vita. Siamo talmente immersi nelle nostre osservazioni che non ci accorgiamo nemmeno di una forte scossa di terremoto che verso le 6 del mattino colpisce la zona di Ravenna. Tutto questo ci fa riflettere su quanto siamo insignificanti e piccoli rispetto all’universo ma anche al nostro stesso pianeta. L’amicizia, la perseveranza e i valori ci insegnano a sentirci utili e importanti e a non arrenderci mai davanti alle difficoltà. Ass. Astrofili Centesi

APPUNTAMENTI: Aperto al pubblico il primo e l’ultimo venerdì di ogni mese dalle ore 21,00 alle 23,30 Si accettano gruppi di persone e scolaresche anche in altri giorni concordati INFORMAZIONI: E-mail: astrofilicentesi@gmail.com Sito: www.astrofilicentesi.it Facebook: astrofilicentesi Telefono: 346 8699254

La mattina del 6 giugno 2010 da sx: Davide Balboni, Antonella Balboni, Fabrizio Cristofori e la foto di Venere che transita davanti al Sole (foto di Fabrizio Cristofori)


E

PARTICELLA DI DIO o MALEDETTA? di Marco Pilati

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n importante passo avanti nella fisica delle particelle è avvenuto negli anni sessanta, quando i fisici capirono che ci sono legami molto stretti tra due delle quattro forze fondamentali – vale a dire: la forza debole e la forza elettromagnetica. Le due forze suddette possono essere descritte all’interno della stessa teoria, che quindi costituisce la base del cosiddetto Modello Standard, che praticamente consiste in una tabellina 4x4 che ha la “presunzione” di riassumere, in sedici caselle, il segreto della materia e delle forze elementari universali. Tale unificazione implica che l’elettricità, magnetismo, luce e alcuni tipi di radioattività siano tutte manifestazioni di un’unica forza che sta alla base di tutto, chiamata forza elettrodebole. Ma affinché questa unificazione funzioni non solo a livello concettuale, ma anche matematico, si richiede che le particelle portatrici di forza (i cosiddetti mesoni mediatori) non abbiano massa alcuna. Da esperimenti reali sappiamo però che ciò non corrisponde al vero, e così i fisici Peter Higgs, François Englert e Robert Brout cercarono una

soluzione concettuale, teorica, per risolvere questo enigma. Costoro ipotizzarono che tutte le particelle non avessero massa appena avvenuto il Big Bang. Ma subito dopo che l’universo si era raffreddato e la temperatura era scesa al di sotto di un certo valore critico, si era formato un campo di forza invisibile, chiamato “il campo di Higgs” insieme al bosone (ogni campo di forze ha infatti la sua particella mediatrice) di Higgs ad esso associato. Il Campo di Higgs permea tutto il cosmo: alle particelle che interagiscono con esso viene donata una massa tramite il bosone di Higgs stesso. Più le particelle interagiscono, più esse diventano pesanti, considerando che le particelle che non interagiscono col campo di Higgs non avranno affatto massa. Si pensi ai fotoni, per esempio, che sono le particelle di mediazione del campo elettromagnetico, completamente prive di massa proprio perché non interagiscono col campo di Higgs. Una idea siffatta ha fornito una soluzione soddisfacente e ha pure generato successive teorie che spiegano altri fenomeni altrimenti inspiega-


In foto: Peter Higgs, lo scienziato “teorizzatore” della particella.

bili. Il problema è che nessuno aveva mai osservato in alcun esperimento l’esistenza del bosone di Higgs, ossia la bizzarra particella che dona massa a tutte le altre particelle. Trovare un tale oggetto darebbe una spiegazione esauriente del perché certe particelle hanno quella specifica massa, e non altri valori, ad esempio. Il problema tecnico era che i fisici non sapevano che massa avesse il bosone di Higgs, il che ne rendeva più difficile l’identificazione. Essi hanno continuato a cercarlo sistematicamente entro una gamma di masse “papabili”: i modelli supersimmetrici predicevano che il valore più basso possibile della massa del bosone di Higgs era intorno a 120 GeV o anche meno, mentre la teoria dà un limite massimo di circa 200 GeV (cioè 3,5 · 1025 kg). All’interno di questo intervallo era prevista esistere la ormai universalmente nota “Particella di Dio” (God’s) oppure “particella maledetta” (Goddam) - ancora non si è capito a quale delle due espressioni sia più corretto riferirsi. Vi è un solo strumento di concezione umana che poteva creare e rilevare il Bosone di Higgs: il Large Hadron Collider di Ginevra. Se nemmeno lì la Particella di Dio, o maledetta che sia, avesse fatto

capolino, ciò avrebbe lasciato ai fisici il campo aperto per sviluppare una nuova teoria che spieghi l’origine della massa di tutta la materia che ci circonda, facendo crollare alle basi il rassicurante Modello Standard di cui accennato in apertura. Chiaro che tutti i fisici hanno trattenuto il fiato fino al 5 Aprile 2012, quando, nell’anello che corre con i suoi 27 km sotto la frontiera tra Svizzera e Francia, è stata raggiunta l’energia massima mai toccata di 8.000 miliardi di elettronvolt (i famosi 8 TeV necessari per rilevare particelle pesanti, quali quella “maledetta”, appunto). I dati così acquisiti hanno permesso, il 4 luglio 2012, l’annuncio da parte del CERN della scoperta di una particella compatibile con il bosone di Higgs, la cui massa risulta intorno ai 126 GeV per l’esperimento ATLAS e ai 125,3 GeV per l’esperimento CMS. L’accuratezza delle misure ha raggiunto la precisione richiesta di 5 sigma (5 volte la deviazione standard), ovvero una probabilità del 99,9996%. Una migliore definizione delle caratteristiche della particella rilevata sarà disponibile entro la fine del 2012. Intanto, il Modello Standard comincia a trascorrere notti più serene.


LA LUNA COM’è NATA E PERCHè è IMPORTANTE PER NOI di Antonella Balboni

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utti noi la possiamo osservare nei nostri cieli tutte le notti, ci sembra normale che stia li. La Luna però ha un passato molto travagliato, forse mai nessuno di voi si è posto la domanda “la Luna ha sempre orbitato attorno alla Terra? e come si è formata?”. La Luna dista dalla Terra 380.000 km e ruota attorno ad essa in 27 giorni. Si ipotizza che la Luna sia nata circa 4,5 miliardi di anni fa, quando la Terra, da poco formata era ancora un pianeta molto caldo con la superficie ricoperta da lava fusa. Un corpo grande circa come Marte (chiamato Theia) impattò sulla sua superficie e ne scagliò detriti nello spazio. Questo impatto permise al nostro pianeta di inclinarsi sul proprio asse di 23° e rendere possibile il susseguirsi delle stagioni, fondamentale per lo sviluppo della vita. I detriti della collisione, catturati dalla gravità terrestre, iniziarono a ruotargli attorno formando un anello di gas e polveri. Successivamente, circa dopo un anno, questi si aggregarono, grazie alla forza di gravità, formando quel corpo che noi oggi chiamiamo Luna. La Luna inizialmente era molto più vicina alla Terra, ad un anno dalla sua formazione si trovava a soli 22.500 km dal nostro pianeta. La grande vicinanza alla Terra permise che la Luna esercitasse una forza gravitazionale molto forte sulla stessa e ne rimodellasse la superficie creando onde di magma ribollente alte fino a 8 metri. Ancora oggi, anche se la Luna è più lontana dalla Terra, la sua gravità attira a se le masse liquide, per questo la Terra non ha una forma sferica ma si rigonfia quando la Luna gli passa accanto creando le alte e basse maree delle acque in superficie.

Questo rigonfiamento di marea costringe la Luna ad aumentare la sua velocità orbitale e di conseguenza ad allontanarsi dalla Terra, si è stimato infatti che essa si allontana da noi 3,8 cm all’anno. L’allontanamento della Luna dal nostro pianeta influisce sulla rotazione terrestre, quando la Luna era più vicina, la Terra, compiva un giro su se stessa in sole 5 ore mentre ora ne impiega 24. La Luna continuerà ad allontanarsi e tra qualche miliardo di anni una giornata terrestre potrebbe durare anche 50 volte in più di adesso. in alto e in basso: La Luna fotografata da Fabrizio Cristofori - Associazione Astrofili Centesi


LA MECCANICA DEL SISTEMA SOLARE di Valerio Cantori

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l Sistema Solare è il sistema planetario a cui appartiene la Terra. Al centro del Sistema Solare vi è il Sole, che è una stella di medie dimensioni e luminosità. Intorno al Sole si muovono numerosi corpi celesti che gli orbitano intorno: i pianeti e i loro satelliti (o lune), gli asteroidi, le comete, i meteoriti, le polveri interplanetarie. IL Sole si trova a circa 150 milioni di chilometri dalla Terra. Intorno ad esso la Terra compie la sua orbita ellittica durante il periodo di un anno. Il Sole occupa uno dei due fuochi dell’ellisse, perciò quando la Terra è al perielio (il punto più vicino al fuoco dove si trova il Sole) la distanza dal Sole è minima, quando la Terra è all’afelio (il punto più lontano dal Sole la sua distanza diventa massima).

Afélio

Periélio

Dmin

Dmax

Durante la rivoluzione intorno al Sole la Terra compie un giro su se stessa ogni 24 ore e trascina nel suo moto il suo satellite Luna che le orbita intorno. Gli altri pianeti hanno un andamento analogo; anch’essi percorrono un’orbita intorno al Sole, con un perielio e un afelio, compiono una rotazione intorno al loro asse e possono avere satelliti. Le orbite dei pianeti intorno al Sole sono regolate dalle tre celebri leggi di Keplero: 1. L’orbita descritta da un pianeta è un’ellisse, di cui il Sole occupa uno dei due fuochi. 2. Il raggio vettore che unisce il centro del Sole con il centro del pianeta descrive aree uguali in tempi uguali. 3. I quadrati dei periodi di rivoluzione dei pianeti sono proporzionali ai cubi dei semiassi maggiori delle loro orbite. Inoltre i piani delle orbite giacciono approssimativamente tutti sullo stesso piano; la loro direzione di rivoluzione è la stessa; si osserva una legge quasi regolare nelle loro distanze; anche il Sole ruota nella stessa direzione dei pianeti e il suo asse equatoriale è poco inclinato rispetto alle loro orbite.


I pianeti principali sono: Mercurio, Venere, Terra, Marte, Giove, Saturno, Urano, Nettuno. Dalla Terra solo cinque di essi sono visibili ad occhio nudo. Lo schema generale del sistema planetario risulta però complicato dalla presenza degli asteroidi, una moltitudine di corpi celesti minori. La maggior parte di essi ha orbite comprese fra quella di Marte e quella di Giove. Tutti questi elementi che formano il sistema planetario occupano una estensione di dodici miliardi di chilometri. Nello studio dei pianeti, Mercurio e Venere ci appaiono in condizioni sfavorevoli, perché essendo molto vicini al Sole si possono seguire solo quando sono prossimi all’orizzonte, all’alba o prima del tramonto. Avendo orbite interne a quella terrestre, possono venirsi trovare fra la Terra e il Sole: per cui presentano delle fasi come la Luna. Quando il Sole si trova fra noi e il pianeta, questo si dice in “congiunzione superiore”; è visibile come un dischetto pienamente illuminato ed è alla massima distanza dalla Terra. Quando invece viene ad essere tra noi e il Sole si dice in “congiunzione inferiore”; allora è in fase di “pianeta nuovo” le sue dimensioni angolari sono massime ma appare scuro.

TERRA

Congiunzione superiore

Congiunzione inferiore

Durante queste fasi il pianeta non è visibile perché troppo vicino al Sole. Quando poi il pianeta si trova alla massima distanza angolare dal Sole, si ha il primo e l’ultimo quarto, allora è visibile rispettivamente al mattino o alla sera.

Marte e gli altri pianeti superiori (che si trovano all’esterno dell’orbita terrestre) non presentano vere e proprie fasi. Se la Terra si trova fra il pianeta e il Sole, il pianeta è in “opposizione”; è illuminato in pieno Sole ed è visibile nel punto più alto dell’orizzonte a mezzanotte. Quando il Sole è tra la Terra e il pianeta esso è in “congiunzione” e la distanza dalla Terra è massima.

Quando il Sole la Terra e il pianeta formano un angolo di 90° si ha la massima “elongazione”.

Max elongazione est

SOLE

Max elongazione ovest

TERRA L’intervallo compreso fra le due successive congiunzioni o opposizioni è detto “periodo sinodico” e risulta sempre più lungo del periodo di rivoluzione o “periodo siderale”, perché nel frattempo anche la Terra si sposta nello stesso verso del pianeta.


BOLLETTINO METEO di Stefano Francesconi

DA GIOVE

Atmosfera di Giove L’atmosfera di Giove è la più estesa atmosfera planetaria del sistema solare ed è composta principalmente da idrogeno molecolare e elio. L’atmosfera è suddivisibile in diversi strati organizzati in fasce parallele all’equatore, tenuti insieme da potenti correnti a getto. Fasce scure (bande) si alternano a fasce chiare (zone). Si distinguono tra loro soprattutto per i moti e le temperature. L’atmosfera gioviana mostra un ampio spettro di fenomeni attivi: instabilità delle bande, vortici (cicloni e anticicloni), tempeste e fulmini. I vortici Si pensa che i vortici siano strutture poco profonde, che raggiungono una profondità non superiore a diverse centinaia di chilometri. La durata dei vortici varia da diversi giorni a centinaia di anni in base alle dimensioni. I vortici si presentano come grandi macchie (ovali) rosse, bianche o brune. Le più grandi sono la Grande Macchia Rossa e l’Ovale BA, (chiamata Piccola Macchia Rossa) e sono entrambe anticicloni. A differenza degli ovali biancastri, queste strutture sono di colore rosso perché portano in superficie, spinto dai vortici, del materiale rosso dalle profondità del pianeta. Gli anticicloni sono sempre confinati entro le zone, sono generalmente luminosi e appaiono come ovali chiari. Gli anticicloni sono centri di alta pressione, mentre i cicloni lo sono di bassa pressione. La velocità del vento alla periferia di un vortice può raggiungere i 100 m/s.

La Grande Macchia Rossa La Grande Macchia Rossa (Great Red Spot, GRS) è un vortice anticiclonico persistente sul bordo meridionale della banda equatoriale. E’ stata osservata continuamente per 300 anni. La Grande Macchia Rossa ruota in verso antiorario, con un periodo di sei giorni terrestri ed è sufficientemente grande da contenere due o tre pianeti delle dimensioni della Terra. Osservazioni nell’infrarosso hanno indicato che la Grande Macchia Rossa è più fredda della maggior parte delle altre nubi sul pianeta. I venti intorno ai lati della macchia soffiano a circa 120 m/s. Il suo periodo di rotazione è diminuito col tempo, forse come conseguenza della costante riduzione nelle dimensioni.


L’Ovale BA Ovale BA è il nome ufficiale di una tempesta di colore rosso nell’emisfero meridionale di Giove, simile in forma alla Grande Macchia Rossa, sebbene più piccola nelle dimensioni. La formazione è dovuta alla fusione di tre preesistenti ovali biancastri. L’Ovale BA ha iniziato lentamente a colorarsi di rosso nel 2005. La velocità del vento ha raggiunto i 618 km/h. Ha una lunghezza quasi pari al diametro della Terra.

nuvole. I fulmini su Giove sono in media molto più potenti di quelli sulla Terra, tuttavia avvengono con minore frequenza. Pochi lampi sono stati rilevati nelle regioni polari; ciò fa di Giove il secondo pianeta, dopo la Terra, su cui sono stati rilevati fulmini polari. Ogni 15–17 anni Giove è scosso da tempeste particolarmente potenti che si muovono con una velocità di 170 m/s.

Tempeste e fulmini Le tempeste su Giove sono simili ai temporali sulla Terra. Si presentano come ammassi luminosi di nuvole dalle dimensioni di circa 1000 km, che appaiono di volta in volta nelle regioni cicloniche delle bande. A differenza dei vortici, le tempeste sono fenomeni di breve durata (3–4 giorni), la più forte delle quali può durare al massimo qualche mese. Le tempeste sono alte colonne convettive che portano aria umida dalle profondità della troposfera ai suoi strati superiori, dove condensa in

Festoni (hot spots) Una delle caratteristiche più misteriose dell’atmosfera di Giove è costituita dai “festoni” (hot spots). Si tratta di regioni relativamente prive di nubi dalle quali il calore interno può fuggire liberamente senza essere assorbito dalla copertura nuvolosa. Si localizzano preferenzialmente nelle bande. A ogni festone è associato un brillante pennacchio nuvoloso, che raggiunge dimensioni anche di 10.000 km. Gli hot spots, di norma, possiedono un aspetto rotondeggiante, difficili da confondere con i vortici.

Nella pagina a sx dall’alto: Le fasce e le bande di Giove La Grande Macchia Rossa in questa pagina: L’ovale BA I venti su Giove modellano il pianeta


GLI AMMASSI STELLARI di Gianmarco Gotti

L

e stelle che popolano l’Universo si formano da addensamenti locali di idrogeno e polveri interstellari dette nubi molecolari.

All’interno le stelle giovani che si formano sono in quantità variabile (da migliaia a milioni). Questo fa si che interagiscano e la forza di gravità le unisca in associazioni chiamati ammassi (in inglese cluster). Gli ammassi sono di due tipi con caratteristiche diverse: globulari e aperti. Gli ammassi globulari, se osservati con un telescopio dalla buona apertura, si rivelano come addensamenti circolari (altri di forma ellittica) contenenti stelle vecchie (di colore superficiale rosso). Possono anche essere presenti delle stelle blu, più giovani dette vagabonde blu. Queste sono presenti in quantità trascurabili e si formano per delle locali collisioni fra i nuclei di due stelle vecchie che si fondono. Hanno diametri di qualche anno luce e un’età di quasi 10 miliardi di anni. Essi ruotano, come satelliti, intorno al bulbo centrale della galassia. Nei cieli boreali questa tipolo

gia di ammassi si trova concentrata soprattutto nel Sagittario, Scorpione e Ofiuco (guarda a caso la zona in cui è sito il centro galattico). Uno dei più famosi ammassi globulari M13 si trova nell’Ercole a 30000 anni luce. Contiene 500000 stelle. Una curiosità: questo ammasso è la destinazione di un messaggio mandato a possibili forme di vita. Se mai dovesse arrivare una risposta dovremo attendere 30000 anni! Gli ammassi aperti distano molto meno, pochi anni luce, poiché segregati nel disco galattico. In parole semplici sono molto vicino a noi. Come dice il termine stesso, se osservati, si presentano come insiemi di stelle molto meno densi. Essi contengono prevalentemente stelle giovani di colore blu che consumano in qualche milione di anni il carburante. Gli ammassi aperti sono, però, associazioni temporanee; infatti, le forze gravitazionali tendono lentamente a diminuire a causa della leggera variazione di velocità delle stelle componenti. Anche il Sole un tempo probabilmente apparteneva ad un ammasso aperto. Fortuna per noi questo si è disgregato! Altrimenti le influenze delle stelle compagne erano troppo forti per poter formare un sistema planetario come il nostro. Uno dei più famosi ammassi aperti sono le Pleiadi (nell’antica Grecia erano sette sorelle) nel Toro. In alto: L’ammasso globulare M13 A sx: L’ammasso delle Pleiadi


LA GRANDE ORSA UNA MADRE FORTE E CORAGGIOSA

MITOLOGIA

A

nche i meno esperti, guardando il cielo riconoscono facilmente la costellazione del Grande Carro (o Orsa Maggiore). La possiamo individuare grazie alle sue 7 stelle principali che, secondo la nostra cultura, rappresentano un grande carro. Non tutti in queste sette stelle ci vedono un carro, alcuni le paragonano a una padella, chi a un cucchiaio, chi a un aratro. Gli arabi ci vedevano addirittura una bara mentre per i romani erano sette buoi. La parola “sette buoi” era tradotta in latino con “septem triones” e da qui deriva il termine “settentrione” che si usa per indicare il nord, proprio perché il grande carro si trova in prossimità di questo punto cardinale. La costellazione del Grande Carro fa parte della costellazione dell’Orsa Maggiore, più difficile da vedere perché formata da stelle più deboli. Calcolando la distanza delle ultime due stelle del Carro e moltiplicandola per 5 volte in linea retta troviamo la Stella Polare che si trova nel Piccolo Carro (vedi immagine a lato)

La mitologia greca ci racconta che Zeus, in una delle sue tante scappatelle extraconiugali ebbe un figlio (Arcade) dalla fanciulla Callisto. Era, la moglie di Zeus, accortasi del tradimento trasformò Callisto in un’orsa e Arcade fu abbandonato fino a che non venne trovato e adottato da un cacciatore. Raggiunta la maggiore età Arcade, anche lui cacciatore, si recò nel bosco e non sapendo che era sua madre tentò di uccidere l’orsa. Zeus scese dal monte Olimpo e gli raccontò la verità. A quel punto Arcade (rappresentato dalla stella Arturo nella costellazione del Boote) chiese di essere posto in cielo assieme alla madre orsa per offrirle eterna protezione.


LE GALASSIE di Gianmarco Gotti

L

e galassie sono aggregati di miliardi di stelle, materia interstellare ed altri corpi minori (come comete, asteroidi, pianeti ecc.). Esse non sono strutture solitarie, ma, generalmente, interagiscono con altre galassie, formando ammassi galattici.

Uno dei più famosi è quello della Vergine, individuabile nell’omonima costellazione. Esistono diversi tipi di galassie, ognuna con le proprie caratteristiche. Il 60% delle galassie che popolano l’universo sono le ellittiche. Esse sono classificate in base all’eccentricità della loro forma. Inoltre si sono formate dalla collisione di due galassie minori. Questo sarà anche il destino della nostra Via Lattea che andrà a scontrarsi con la galassia di Andromeda. Queste galassie sono anche le più antiche. A sostegno di tale ipotesi vi è l’assenza totale di stelle giovani blu, tranne in rari casi. Il colore prevalente è quello di stelle rosse molto vecchie. La nostra Via Lattea è una galassia a spirale, la cui percentuale è del 30% delle galassie La sequenza di Hubble. La E indica le galassie ellittiche; la S le spirali semplici; SB le spirali barrate. Ville Koistinen

Gli “occhi” della Vergine. È il nome di due galassie a spirale, The Eyes, che si trovano nella costellazione della Vergine foto prodotta come parte del programma dell’ESO “Gemme Cosmiche”

dell’universo. Le galassie a spirale sono formate da un disco di stelle giovani blu e di ammassi aperti, dove si trova il nostro Sistema Solare ad una distanza di 26000 anni luce dal centro. Nel disco sono presenti i famosi bracci. Noi ci troviamo nel braccio di Orione, ma ne esistono altri come quello della Carena-Sagittario, del Cigno rintracciabili nelle omonime costellazioni. Al centro è presente una struttura detta bulbo centrale, sferica, ricca di stelle rosse e ammassi globulari. In realtà la nostra galassia fa parte di un sottogruppo di galassie a spirale, ovvero le galassie a spirale barrata. Questa barra è costituita da stelle rosse e attraversa il bulbo centrale. Infine un 10% di galassie irregolari. Come suggerisce il nome queste galassie non hanno strutture riconducibili a figure conosciute. Un esempio sono la Piccola e la Grande Nube di Magellano, site nei cieli australi nelle costellazioni della Mensa e del Tucano. Esse sono esempi di galassie satellite, ovvero galassie che ruotano attorno all’alone galattico, esteso attorno al bulbo per 100000 anni luce.


IL TRIANGOLO INVERNALE

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icuramente molti di voi conoscono il famoso “triangolo estivo” formato dalle stelle Vega, Altair e Deneb, non in molti però sanno che esiste anche un “triangolo invernale” formato da tre stelle molto luminose che si possono osservare nelle serate invernali. Esse sono Sirio, Procione e Betelgeuse e sono disposte a forma di triangolo quasi perfettamente equilatero. Sirio, la stella più luminosa della volta celeste fa parte della costellazione del Cane Maggiore. Procione fa parte della costellazione del Cane Minore e Betelgeuse rappresenta la spalla della costellazione di Orione. Queste tre stelle sono tanto luminose perché sono molto vicine alla Terra, distano infatti: Sirio: 8,6 anni luce Procione: 11,4 anni luce Betelgeuse: 640 anni luce


Astro-Album

Alcuni “flash” sulle iniziative dei mesi precedenti 31 marzo 2012 - Salone di Rappresentanza della CRC, Margherita Hack e Federico Taddia hanno presentato il libro “Perché le stelle non ci cadono in testa?”. Evento realizzato dalla Fondazione CRC, con la collaborazione del L’ass. Astrofili Centesi. La prof.ssa Hack non ha potuto essere presente ma si è collegata tramite Skype dalla sua abitazione. Ospite di rilievo è stato il prof. Giovanni Bignami, Presidente dell’Istituto Nazionale di Astrofisica. Nella foto gli astrofili centesi con il Prof. Bignami.

24 giugno 2012 - Una giornata “Parco del Gigante a Cento”. Gli astrofili hanno accompagnato il pubblico in un fantastico “viaggio sul Sole” partendo dall’osservazione dello stesso al telescopio.

TERRA

SOLE 23 settembre 2012 Al Parco Giardino del gigante gli astrofili organizzano un laboratorio creativo per i bambini per costruire il Sistema Solare

15 e 16 settembre 2012 Gli Astrofili Centesi sono invitati al Balloons Festival di Ferrara.


27 giugno - 25 luglio - 23 agosto - Lo spettacolo dell’universo: Evento culturale che consiste in serate itineranti a scopo divulgativo, promosse dall’assessorato alla cultura del Comune di Cento in collaborazione con l’associazione Astrofili centesi.

TERRA

SO 11 agosto 2012 - All’Osservatorio astronomico comunale di Cento – per la “Serata sotto le stelle 2012” – Antonella Balboni e Marco Pilati, vicedirettrice e direttore dell’osservatorio, hanno avuto la soddisfazione di parlare davanti ad un pubblico di circa 200 persone.

30 giugno 2012 - festa del Patrono di Castello d’Argile gli Astrofili Centesi spiegano la mitologia delle costellazioni.


LO SAPEVI? LA LUNA CI MOSTRA SEMPRE LA STESSA FACCIA Il periodo di rotazione della Luna attorno al suo asse (circa 27 giorni, 7 ore, 43 minuti e 11 secondi) è uguale al suo periodo di rivoluzione attono alla Terra, per questo motivo la Luna mostra sempre la stessa faccia al nostro pianeta (in qualsiasi parte della Terra da cui la si osserva) e si dice abbia una rotazione sincrona. Questa sincronicità non è per caso ma è dovuta all’attrazione gravitazionale che esercita la Terra sulla Luna. Inizialmente la Luna ruotava più velocemente ma le forze di marea della Terra l’hanno fatta rallentare fino ad un punto di equilibrio.

RINGRAZIAMO PER IL CONTRIBUTO DI SOSTEGNO ALL’INIZIATIVA

cooperativa sociale

L’Asso di Cuori studio fotografico

Presso: CASA della MUSICA Via Genova 26 San Pietro in Casale (BO) info@campidarte.it www.campidarte.it Viale Iolanda 18, Cento (Fe) info@assodicuori.net www.assodicuori.net

Via D.Manin, 15 Cento (Fe) Tel. 051 90.40.40 info@oasiwellness.it www.oasiwellness.it

Bar Penzale

Tabaccheria RIcevitoria Via Penzale, 2/d - Cento (Fe)

Gelateria LA CICALA VOBIS COMPUTER

Viale F. Gallerani, 39 Cento (Fe)

Via Ferrarese 37/B CAP: 44042 Cento (FE) Telefono: 051/6832520 Fax: 051/6832520 www.vobis.it vobiscento@vobiscento.191.it

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AUTOMAZIONI PNEUMATICHE Via Ungheria 11, Renazzo (FE) - 44045 Tel 051 6832866 info@poseidonautomazioni.it www.poseidonautomazioni.it


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