$7(/,(5 5:$1'$ :25.6+23 /$ 7(55$ 8 GIUGNO 2010
Il workshop sulla terra cruda inizia con un’interessante lezione dell’ Arch. Davide Pedemonte sulle tecniche costruttive di questo materiale, il suo impiego, i possibili sviluppi e il suo utilizzo nel mondo. L’approccio iniziale a questa nuova tecnologia prevedeva di eseguire uno scavo di almeno 80 cm di profondità per utilizzare lo strato più profondo, argilloso e sedimentato.
Per verificare la presenza di argilla nella terra è stato necessario svolgere dei test in acqua lasciando riposare il campione e verificando l’opacità del liquido. Le prove effettuate sono state documentate fotograficamente e lasciate riposare per osservarne la stratificazione naturale. Arrivati allo strato più argilloso si è proceduto con il lavoro.
Con lo strato più argilloso è stato eseguito un imapasto di terra setacciata e acqua. Lasciata evaporare parte dell’acqua si è proceduto con la creazione di dischetti di prova per osservare il comportamento dell’impasto dopo l’asciugatura.
Con l’impasto di terra argillosa ed acqua si è proceduto a creare un mattone di prova. Il cassero utilizzato non era dimensionalmente corretto, nè la forma poichè era lo stesso dei mattoni di banano sperimentati in precedenza. Nonostante ciò si è impiegato un composto fibroso di foglie di banano essiccate tagliate sottili e corte mischiate a barbottina (fango con una percentuale di acqua più elevata). Importante ricordare che il cassero ligneo deve essere abbondantemente bagnato prima della messa in opera del mattone per facilitarne l’espulsione. Allo stesso modo, per mezzo di foglie di sorgo imbevute, è bene che il cassero venga pulito e lavato dopo l’utilizzo.
In un secondo momento è stato creato un impasto meno liquido, più tradizionale (adobe locale), per creare due mattoni: il primo con il cassero che usano i rwandesi, il secondo con il cassero fabbricato da noi per il banano. Alla terra è stata addizionata una parte fibrosa in banano, ma in quantità inferiore rispetto al primo test.
Il risultato è stato soddisfacente, nonostante la netta differenza nell’uso dei casseri e nella loro capacità di espulsione del mattone (molto meglio quello tradizionale sia per forma che per dimensioni). I mattoni sono lasciati ad asciugare per verificare il giorno seguente le loro capacità di resistenza a trazione (in teoria migliorata dalle fibre) e a compressione.
11 GIUGNO 2010
Alcuni giorni dopo la messa in opera dei mattoni di terra cruda di prova abbiamo verificato le loro prestazioni: appaiono compatti e privi di fessurazioni, molto resistenti a compressione e notevolmente migliorati nella resistenza a trazione dalla presenza delle fobre di banano poste sia orizzontalmente che verticalmente. Alcune prove più piccole di impasto senza fibre si sono sgrtolate al tatto.
Abbandonati i tentativi di costruire i mattoni in banano, abbiamo deciso di fare un test unendo le fibre verticali della foglie già tagliate con la terra cruda per creare un nuovo tipo di mattone e verificarne le prestazioni. L’esperimento non è stato molto soddisfacente: le fibre poste in verticale non migliorano le capacità meccaniche della terra e creano fessurazioni all’interno del mattone, probabilmente per l’impossibilità di coesione orizzontale delle fibre con la terra e l’acqua.
14 GIUGNO 2010
E’ iniziata la progettazione delle murature di tamponamento: gli studenti si sono suddivisi in due gruppi di lavoro, il primo dovrà testare la tecnica del torchis, il secondo quella dell’adobe. Il primo gruppo ha previsto la creazione di un cordolo di due file di mattoni a 3 teste, messe in opera con tessitura fiamminga, che avrà il compito di proteggere l’attacco a terra della muratura dall’erosione dell’acqua piovana. Su questo cordolo saranno issate, con giunti a bocca di pesce incastrati sulle colonne principali della struttura, due travi in bambù uguali alle superiori di controventatura. Tra queste in basso e quelle superiori sono previsti 5 pilastri in bambù issati per mezzo di nodi. I pilastri saranno l’anima della tessitura secondaria orizzontale creata, sempre in bambù, per essere flessibile e incastrabile a serpentina. Su questa tessitura potrà essere messa in opera la muratura in terra e fibre vegetali del torchis.
La tessitura orizzontale consiste in fascette di bambù estratte da canne verdi e flessibili per mezzo di un processo di taglio e sfibratura. Tali fascette sono lunghe e molto flessibili, l’ideale per l’intreccio: c’è da ragionare sulla possibilità di imbibizione in acqua della stesse prima della messa in opera per migliorarne la resistenza a strappo.
Il secondo gruppo di lavoro, concentrato nella produzione di mattoni in terra cruda, ha progettato un muro portante completamente indipendente dalla struttura in bambù posto nel lato più lungo e dotato di due spazi laterali per l’ingresso. Il coronamento superiore della muratura consiste in un alternarsi di bambù tagliati a metà che creano una cornice di tamponamento e collegamento.
La prima cosa da verificare è stata la composizione della malta: si è comprata la calce e si è unita a diverse parti di terra. sabbia e acqua per testare la tenuta del composto.
La prima prova era composta da: t t t
4 parti di terra 1 parte di calce 1,5 parti di acqua
La seconda prova era composta da: t 3 parti di terra t 1 parte di calce t 1,5 parti di acqua
La terza prova era composta da: t 5 parti di terra t 5 parti di sabbia t 1 parte di calce t 2,5 parti di acqua
Nella messa in opera del cordolo, come nelle prove della malta, è sempre molto importante bagnare in precedenza il mattone per evitare l’assorbimento repentino dell’acqua contenuta nel legante. Per ogni tipo di malta si è provveduto a stendere uno starato di inonaco di prova per verificarne le prestazioni. I primi risultati sono stati piuttosto deludenti poichè nella prima prova il composto ha subito gravi fessurazioni, nella seconda prova e nella terza il composto risulta troppo friabile.
E’ risultato interessante un piccolo esperimento svolto con fibre di banano e composto di terra ed acqua lasciato essiccare al sole: le piccole dimensioni e la direzione delle fibre hanno creato forte coesione e resistenza a compressione, trazione e taglio producendo un agglomerato per nulla friabile.
15 GIUGNO 21010
Visti i risultati deludenti dei precedenti tests, si è proceduto con due prove alternative sempre con malta a base di calce.
La quarta prova era composta da: t t t
3 parti di sabbia 2 parti di calce 1,5 parti di acqua
La quinta prova era composta da: t t t t
2 parti di sabbia 1,5 parti di calce 1 parte di terra 1,5 parti di acqua
La sabbia è stata ricavata dalla terra utilizzando un grande setaccio che ha permesso di separare i grani dal resto per poter creare un composto più reagente con la calce.
In contemporanea a questo sono iniziati i test sui mattoni di terra con fibre differenti: t terra + scarti di banano t terra + banano t terra + strisciette di bambù t terra + cenere di bambù t terra + erba / paglia t terra + trucioli di legno
I lavori procederanno con il seguente programma cronologico: 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7.
messa in opera dei cordoli di mattoni incastro delle aste di bambù con bocca di pesce legatura dei pilastri verticali messa a bagno delle fettucce di bambù per renderle più flessibili messa in opera della tessitura scavo setaccio e messa in opera della terra con fibre vegetali per adobe e torchis
Nel pomeriggio con i ragazzi del KIST è iniziata la sperimentazione sul mattone in terra con l’aggiunta di trucioli di legno. Il primo mattone ha una percentuale di terra maggiore del secondo, nel quale invece prevale il truciolo.
I risultati sono stati sufďŹ cientemente soddisfacenti, specie nel primo caso. Il secondo è risultato forse troppo tenero per la presenza della barbottina. Il terzo esperimento, su consiglio di un esperto rwandese, ha messo in opera terra e radici. Il risultato è stato molto buono.
16 GIUGNO 2010
I tentativi di creare una malta a base di calce piuttosto resistente sono continuati con le seguenti soluzioni:
La sesta prova era composta da: t t
5 parti di calce 1,5 parti di acqua
La settima prova era composta da: t 4 parti di calce t 1 parte di sabbia t 1,5 parti di acqua
L’ottava prova era composta da: t 4 parti di calce t 1 parte di terra t 2 parti di acqua
La nona prova era composta da: t t t
3 parti di calce 2 parti di sabbia 1,5 parti di acqua
La decima prova era composta da: t 3 parti di calce t 2 parti di sabbia t 1,5 parti di acqua
I risultato migliore è stato quello della settima prova, mentre i peggiori quelli della nona e decima poichè presentano fessurazioni evidenti, al tatto si sfaldano e facendo l’impasto era chiaro come la calce non legasse. La sesta e ottava prova risultano fessurate. A distanza di qualche giorno è chiaro come il test composto da 5 parti di terra, 5 di sabbia, 1 di calce e 2,5 parti d’acqua risulti essere il migliore, sia come malta che come intonaco.
Per quanto riguarda i dischetti di terra cruda si sono ottenuti i risultati ottenuti: una volta asciugati si sono ridotti in dimensioni solo di pochi millimetri e ciò significa che l’impasto scelto era molto argilloso. Il dischetto di calce, invece, si è disciolto in acqua dimostrando che la calce che stiamo utilizzando è probabilmente roccia calcarea.
I risultati dei mattoni, in un confronto dopo qualche giorno, dimostrano come non fosse una buona idea la scelta del bambù a fasciette come fibra di coesione, mentre i mattoni con paglia/erba secca e scarti di banano appaiono di ottima fattura, non presentano fessurazioni e resistono meglio a trazione.
TERRA E PAGLIA
TERRA E BAMBU’
TERRA E BAMBU’
I risultati delle prove di impasto della terra con trucioli e radici sono stati abbastanza soddisfacenti, l’ultimo risulta superficialmente fessurato.
TERRA E RADICI
BARBOTTINA E TRUCIOLO
TERRA E TRUCIOLO