Un’arma molto potente
Iniziatosi in Polonia (foto sotto), con la par tecipazione della TFP, il Rosario degli Uo mini si è ormai diffuso in tutto il mondo. Negli ultimi mesi, è sbarcato nell’America Latina e negli Stati Uniti
Il suo nome lo dice tutto: si tratta di uomini che, in ginocchio, pregano il Santo Rosario sulle piazze, supplicando la Madonna di far cessare la tremenda crisi morale, culturale, sociale e politica che attana glia il mondo moderno. Si prega in riparazione per i peccati con cui è offeso il Cuore Immacolato di Maria, e per la conversione dei peccatori, non solo degli individui ma anche delle società. In altre pa role, si prega per la Contro Rivoluzione.
Il carattere militante è evidente Il fatto di es sere recitato da soli uomini vuole recuperare il senso originale del Rosario: essere un’arma da combatti mento contro il male morale e contro le eresie In fatti, da quando la Madonna ha dato il Santo Rosario a San Domenico, nel 1208, affinché egli potesse lot tare contro i catari albigesi nel sud della Francia, la Coroncina è stata sempre al centro degli sforzi che hanno visto i cattolici scontrarsi col Male
Nel 1571, papa S Pio V convocò la Cristianità a pregare il Rosario per sconfiggere la flotta musul mana a Lepanto. La data della vittoria cattolica, il 7 ottobre, fu poi dichiarata Festa del Santissimo Rosa rio Ovunque ci sia una lotta contro i nemici della Chiesa, il Rosario ne è al centro La Chiesa non ha mai nascosto il carattere militante del Rosario. Non c’è niente di sbagliato nell’adattare questo carattere alla guerra morale e culturale che i cattolici devono combattere oggi Non a caso il Beato Papa Pio IX disse: “Datemi un esercito che dica il Rosario e con quisterò il mondo!”.
Il Rosario degli Uomini, però, comincia a dare fastidio
In diversi organi di stampa sono apparsi attacchi a questa pratica. Accusano i cattolici di manipolare il Rosario per trasformarlo in un’“arma” contro rivo luzionaria. In realtà, come abbiamo visto, si tratta davvero di un’“arma”, tutta spirituale e perciò te muta.
Accusano pure i partecipanti a questi Rosari di abusare di un simbolo religioso presentandosi in pub blico. In altre parole, lo tollererebbero forse nelle chiese, ma non sulle piazze. Lo tollererebbero forse come mezzo per ottenere grazie e favori personali, ma non per combattere la Rivoluzione. Dimenticano che Dio va adorato non solo in interiore homine, ma anche socialmente.
In questo mese di ottobre, in cui commemo riamo la Madonna del Rosario, dobbiamo ricordare le parole di San Luigi Maria Grignon di Montfort. Descrivendo gli Apostoli che combatteranno contro la Rivoluzione, il grande santo scrive:
“Saranno fuoco ardente, servi, schiavi e figli di Maria ( ) Saranno frecce acute nella mano potente di Maria per trafiggere i suoi nemici ( ) Saranno nubi tonanti e vaganti al minimo soffio dello Spirito Santo (…) In ogni luogo saranno il buon profumo di Gesù Cristo per i poveri e i piccoli, mentre saranno odore di morte per i grandi, i ricchi e i superbi mon dani. (...) Avranno in bocca la spada a due tagli della parola di Dio, e porteranno (…) il crocifisso nella mano destra, la corona del Rosario nella sinistra. (…) Con la spada a due tagli della parola di Dio tra figgeranno, per la vita o per la morte, tutti coloro ai quali saranno inviati da parte dell’Altissimo”.
Sommario
Anno 28, n° 95, ottobre 2022
Editoriale: Un’arma molto potente 2
La devozione del santo Rosario 4
Canada: show vuoto 6
Nelle forche caudine delle false alternative 7
Liberalismo vs. Putinismo: un falso dilemma 12 Perchè ai cattolici tradizionalisti non piace Dugin 17
In Memoriam S A I R Luiz d’Orléans e Braganza 19
Un Príncipe cattolico 23
Il beato Imperatore Carlo 26 Monarchia, sacralità, militarismo 30
Il pensiero di Plinio Corrêa de Oliveira 35 Plinio Corrêa de Oliveira: la fine del silenzio 37 Campagna europea contro l’aborto 41 L’Irlanda è cattolica, mai socialista! 42
Crociati della Madonna 46
Come le querce di Subiaco 48
Copertina: 1208, la Madonna appare a San Domenico consegnandole il Rosario, come arma spirituale per combattere l’eresia albigense Sin dall’inizio, il Santo Rosario ha avuto un carattere militante contro il male.
La devozione del santo Rosario, un’arma da guerra validissima per sconfiggere i nemici della fede
Dall’enciclica Octobri Mense di Leone XIII (22-9-1891):Èda credere, tra l’altro, che la stessa Re gina celeste valorizzi in special modo, col suo appoggio, l’efficacia della pre ghiera del Rosario, proprio perché, per sua iniziativa
e suggerimento, fu istituita e divulgata dal famoso Patriarca (San) Domenico, in un periodo tristissimo per il Cattolicesimo, non molto diverso dall’attuale, quasi come un’arma da guerra validissima per scon figgere i nemici della fede
La setta degli eretici Albigesi, infatti, aveva invaso molte regioni, sia in forma clandestina, sia manifesta; orribile emanazione dei Manichei, ne rinnovava gli spaventosi errori e ne ripeteva le violenze, le ipocrisie e il più accanito odio verso la Chiesa. Contro questa arrogante e peri colosissima moltitudine ben poco si poteva spe rare dalle forze degli uomini, quando giunse l’aiuto direttamente da Dio per merito del Ro sario E così, col favore della Vergine, gloriosa vincitrice di tutte le eresie, furono annullate e di strutte le forze degli empi e salvata la fede di tanti. Molti altri fatti simili a questo, accaduti presso diverse popolazioni, come pericoli allon tanati o benefici ottenuti, sono sufficientemente noti e la storia li ricorda, sia in passato, sia in tempi recenti, con splendide testimonianze
A ciò si aggiunge, inoltre, un’altra valida, convincente argomentazione: da quando fu isti tuita, la pratica del Rosario fu subito accettata e resa operante ovunque, presso ogni classe so ciale In verità, con nobili appellativi e in molti modi la devozione dei cristiani rende onore alla Madre di Dio, che unica fra tutte le creature ri fulge per tanti meriti. Tuttavia, la recita del Ro sario, questa particolare preghiera nella quale sembrano concentrarsi la testimonianza della fede e il culto dovuto alla Madonna, è sempre stata singolarmente amata Al Rosario, sia in pri vato, sia in pubblico, nelle case e nelle famiglie, è stata dedicata una speciale attenzione, costi tuendo associazioni, consacrando altari, pro
Ottobre: mese del Rosario San Domenico combatte gli albigesi Museo del Prado, Madridmuovendo processioni, nella convinzione che non esista una pre ghiera che possa me glio onorare la Vergine nelle sue solennità e ot tenerne la protezione e i favori.
A questo propo sito, non si può passare sotto silenzio un fatto che evidenzia il sor prendente, provviden ziale intervento della nostra celestiale Protet trice Quando, col pas sare degli anni, ci si accorse che presso certe popolazioni si an dava spegnendo il sen timento religioso e si trascurava la stessa consuetudine di questa preghiera, nel mo mento in cui gli eventi pubblici si stavano av viando verso una situazione pericolosa e incombe vano bisogni urgenti, con generale consenso venne ripristinata, a preferenza di altre pratiche religiose, la preghiera del Rosario, che recuperò il suo posto d’onore e riacquistò ovunque il suo valore salvifico. Non occorre cercare testimonianze di ciò in tempi lontani: abbiamo luminosi esempi al presente. In questa nostra età che, come abbiamo ricordato al l’inizio è veramente ostile alla Chiesa, a Noi, che per volere divino siamo incaricati di governarla, è dato però di osservare e ammirare con compiacimento che in ogni luogo, fra le popolazioni cattoliche, si onora e si tiene in grande considerazione la pratica del Ro sario. Ciò è da attribuire esclusivamente a Dio, che guida e regge le sorti degli uomini, e non alla sag gezza e allo zelo di questi ultimi. Di conseguenza il Nostro animo, mentre si rallegra e si riconforta, nutre un’incrollabile fiducia in ulteriori e più grandi trionfi della Chiesa, auspice Maria
Tuttavia ci sono alcuni che, pur convinti di tutto ciò che noi abbiamo giustamente ricordato, non ve dendo fino ad ora realizzato nulla di quanto avevano sperato, specialmente riguardo alla pace e alla tran quillità della Chiesa, anzi, constatando che forse i tempi tendono al peggio, abbandonano, stanchi e sfi duciati, la buona abitudine di pregare con convin zione Stando così le cose, gli uomini dovrebbero
prima controllare se le preghiere che rivolgono a Dio possiedono, secondo il precetto di Cristo Signore, le giuste virtù: se così fosse, considerino che è indegno e illecito voler imporre a Dio il modo e il tempo di venirci in aiuto Egli nulla ci deve, e quando esaudi sce le nostre preghiere e “corona i meriti nostri, non corona altro che i suoi doni”. Quando non asseconda del tutto le nostre richieste, si comporta saggiamente come un buon padre con i figli, perdonando la loro stoltezza e avendo cura del loro benessere
In realtà, le nostre preghiere, tese ad ottenere, con il sostegno di tutti i Santi del Paradiso, il favore di Dio per la sua Chiesa, sono sempre ben accette e ascoltate da lui, sia che riguardino l’aspetto spiri tuale, cioè il bene massimo ed eterno, sia che si rife riscano all’aspetto temporale, meno importante, ma sempre a lei necessario. Sicuramente a queste invo cazioni aggiunge grande importanza e sicura effica cia, sia per le preghiere, sia per i suoi meriti, Cristo Signore, che “amò la Chiesa e sacrificò se stesso per lei, al fine di santificarla... per mostrarla a se stesso vestita di gloria” (Ef 5,25 27); egli, sommo Ponte fice di questa Chiesa, santo e innocente, “vive sem pre per intercedere in nostro favore”: noi sappiamo per fede che il suo intervento e la sua preghiera ot tengono immancabilmente buon esito
Canada: show vuoto
Papa Francesco è andato in Canada, dove ha chie sto perdono agli indigeni per i “peccati” della Chiesa nel promuovere la “mentalità colonialista” che ha ispirato l’evangelizzazione del Nuovo Mondo. In partico lare, ha chiesto perdono per le migliaia di bambini morti nelle scuole cattoliche per indigeni
Su queste richieste di perdono ci sarebbe tanto da re darguire, a cominciare dalla falsità dei bambini morti nelle “scuole residenziali” per indigeni tenute dai frati Oblati e dalle Suore di Sant’Anna. Infatti, oggi è dimostrato che tali accuse erano basate su una “bufala” senza nessun riscontro con la realtà. Lo stesso presentatore di Vatican Media Life, che trasmetteva l’evento in diretta, dovette ammettere che “l’immensa maggioranza è morta di malattie come la tu bercolosi”
Ci sarebbe anche tanto da redarguire sulla richiesta di perdono per l’evangelizzazione delle Americhe, condannata senza se e senza ma Una posizione agli antipodi di quella dei Pontefici precedenti. Giovanni Paolo II, per esempio, la riteneva “ una delle pagine più belle di tutta la storia del l’evangelizzazione portata a compimento dalla Chiesa”. E Pio XII la definì “la più grande epopea missio naria dopo la fondazione della Chiesa” Senza menzionare le decine di santi che si sono impegnati in tale impressa Condannare l’evangelizzazione delle Americhe equivale a insultare la loro memoria, e quella dei Papi che l’hanno sostenuta.
Ciò che richiama l’attenzione, però, è la quasi totale indifferenza con cui gli stessi indigeni, e in gene rale i cattolici canadesi, hanno accolto questa triste umiliazione di Francesco. Quasi la metà delle sedie alle stite all’interno del piccolo recinto dove si è svolta la cerimonia è rimasta vuota. E fuori c’era il vuoto totale, come mostrano le foto sotto
In altre parole, queste richieste di “perdono” tra l’altro infondate non richiamano l’entusiasmo di nes suno Servono solo per demolire la Chiesa Infatti, subito dopo il mea culpa di Papa Bergoglio, una donna indigena (foto in alto) si è permessa di rimproverarlo pubblicamente: “Noi, figli del Grande Spirito, non siamo sottomessi a nessuna legge Sei tu che ti devi sottomettere alla nostra legge” . Fino a dove si dovrà pie gare Francesco per accontentare la Rivoluzione?
Nelle forche caudine delle
false alternative
di Julio LoredoNella battaglia delle Forche caudine (321 AC), la Confederazione sannitica guidata da Gaio Ponzio sconfisse un importante esercito romano capeggiato da ben quattro Consoli I sanniti indussero i romani ad attraversare la strettoia di Caudio, facendoli quindi cadere in trappola. Bloccati nella gola, impossibilitati di manovrare, pressi da sgomento, dovettero capitolare. Non vi furono quasi vittime, ma la vergogna per Roma fu enorme. La Rivoluzione ha imparato bene questa tattica, inducendo ogni tanto i contro rivoluzionari ad attraversare false strettoie, ingannevolmente erette. Una mossa che ha condotto troppo spesso alla sconfitta il partito del Bene e che, invece, bisognerebbe saper schivare
AnalisiIn diversi momenti negli ultimi duecento anni, i cattolici tradizionalisti o contro ri voluzionari sono stati costretti ad affrontare delle scelte fondamentalmente viziate: dovevano op tare fra due possibilità ambedue inaccettabili. Nella sua lunga vita pubblica, Plinio Corrêa de Oliveira fu particolarmente attento a non cadere nella trappola delle forche caudine di queste false alternative. In sieme ad altri autori, egli usava l’espressione “false destre” per designare quelle correnti che, presentan dosi come un’alternativa alla Rivoluzione, in realtà assorbono le reazioni buone, le sviano, le svuotano e li rendono quindi inutili, o comunque meno efficaci
Il Ralliement: inizio dell’equivoco
Per non andare più indietro, possiamo fissare l’inizio di questo equivoco nella politica chiamata Ralliement lanciata da Leone XIII nel 1890.
La Rivoluzione francese non fu soltanto anti monarchica ma anche anticattolica La persecuzione contro la Chiesa non fu meno implacabile di quella contro la nobiltà Questo bagno di sangue svegliò bruscamente una società che si era lasciata addor mentare, innescando una reazione che, consolidan dosi, costituirà la Contro Rivoluzione Dovendo
affrontare il comune nemico, Trono e Altare si uni rono in difesa dell’Ordine
Nei decenni successivi, mentre gli epigoni della Rivoluzione francese sostenevano le varie repubbli che partorite dal 1789, i contro rivoluzionari, fedeli alla Chiesa e alla Tradizione, si proclamavano invece “cattolici monarchici”, rifiutandosi di riconoscerle. Era la posizione nota come “intransigente” Per i cat tolici intransigenti, la difesa della Fede contro il li beralismo naturalmente comprendeva il rifiuto della forma di governo che lo incarnava Mentre i catto lici tendevano a essere monarchici, i liberali erano solitamente repubblicani
Intransigente fu la linea di Gregorio XVI e di Pio IX. Pontefice dal vasto e solido Magistero ri cordiamo il ripristino della filosofia scolastica e la sintesi della dottrina sociale della Chiesa Leone XIII cominciò, invece, a discostarsi in alcuni punti dalla linea pastorale dei suoi predecessori (1)
In una mossa diplomatica che poi deplorerà amaramente, egli decise di dialogare con la Rivolu zione. Questa politica, nota come Ralliement, fu inaugurata il 12 novembre 1890 col celebre toast d’Alger che il cardinale Charles Lavigerie offrì agli ufficiali della flotta mediterranea, quasi tutti monar chici Facendo intendere che l’ordine veniva dal l’alto, egli disse che essi dovevano riconciliarsi con la Repubblica. Il 16 febbraio 1892, Leone XIII con feriva un fondamento dottrinale alla sua politica con l’enciclica Au milieu des sollicitudes
È difficile esagerare la portata di questa svolta Come la Rivoluzione francese fu uno spartiacque nella storia dell’umanità, il Ralliement è stato uno spartiacque nella storia del cattolicesimo contempo raneo Mentre fino allora la linea di fedeltà alla Chiesa era stata molto chiara opposizione al libe ralismo e alle sue conseguenze, anche temporali il Ralliement spaccò il campo cattolico I cattolici de mocratici, liberali e modernisti plaudirono la politica di Leone XIII Altri, disorientati, accettarono senza farsi troppe domande, in spirito di fedeltà al Sommo Pontefice. Per i cattolici fedeli alla Tradizione, in vece, si pose un gravissimo problema di coscienza
Discostandosi dalla linea pastorale dei suoi predecessori, Leone XIII scelse di dialogare con la Rivoluzione, lanciando la politica nota come Ralliement, della quale egli stesso si pentì amaramente verso la fine della vita Questa politica spaccò la destra, che fino ad allora era stata cattolica-monarchica
Impediti concretamente di essere “cattolici monarchici”, i fedeli alla Tradizione furono messi di fronte a una scelta cruciale: alcuni sceglieranno di fare i “cattolici”, e saranno quindi attratti da correnti in quinate da idee liberali, come Le Sillon di Marc Sangnier (dx); altri invece preferiranno fare i “monarchici”, essendo così attratti da correnti inquinate da idee positiviste e nazionaliste, come l’Action Française di Charles Maurras (sin)
Dovevano accettare la linea politica del Papa, scon fessando perciò la loro militanza contro rivoluziona ria? Oppure dovevano prendere la via della contestazione?
Taluni fecero notare che il Papa è infallibile solo quando parla ex cathedra in rebus fidei et morum; privilegio che, però, non si estende ai suoi atti diplo matici I cattolici erano, dunque, liberi di rifiutare il Ralliement, senza perciò compromettere la loro fe deltà alla Cattedra di Pietro. Perfettamente fondata dal punto di vista teologico, tale distinzione lasciava tuttavia i cattolici fedeli alla Tradizione vulnerabili all’accusa di essere ribelli alla linea del Pontefice.
Sorgono le false destre
Impediti concretamente di essere “cattolici mo narchici”, i fedeli alla Tradizione furono messi di fronte a una scelta cruciale: alcuni sceglieranno di fare i “cattolici”, e saranno quindi attratti da correnti inquinate da idee liberali, come Le Sillon; altri invece preferiranno fare i “monarchici”, essendo così attratti da correnti inquinate da idee positiviste e nazionali ste, come l’Action Française.
Fu allora che, presentandosi come l’alternativa di “destra”, sorsero movimenti contro rivoluzionari di nuovo stampo, fondati non più sull’ideale catto
Situazione non del tutto differente da quella che dovettero affrontare i cattolici italiani vent’anni dopo, costretti a scegliere fra il Partito Popolare Italiano di don Luigi Sturzo (dx), cattolico ma di stampo murriano, e il Partito Nazionale Fascista di Benito Mussolini (sin), anticomunista ma non cattolico
Analisi
Plinio Salgado, capo del Partido Integralista Brasileiro, di stampo filo nazista, che sfidava da “destra” il movimento cattolico, guidato da Plinio Corrêa de Oliveira
È il caso della summenzionata Action Fran çaise, fondata nel 1899 da Henri Vaugeois e Mau rice Pujo, entrambi provenienti dalla sinistra repubblicana, e in seguito guidata da Charles Maur ras. Di ispirazione positivista e nazionalista, l’Action Française difendeva il cattolicesimo non come ve rità soprannaturale, bensì come “religione storica del popolo francese”, e la Chiesa cattolica non come il Corpo mistico di Cristo, ma come una “componente politica” che, storicamente, aveva plasmato alcune caratteristiche della nazione francese Parimenti, la sua difesa della monarchia non si fondava su ragioni metafisiche o religiose, bensì pragmatiche. L’Action Française sosteneva la monarchia come una venera bile istituzione francese che si era dimostrata adatta a mantenere l’ordine e la tradizione. Politique d’abord! La politica prima di tutto! Ecco il motto di Maurras
In assenza di un movimento cattolico contro ri voluzionario che potesse soddisfare sia le esigenze della Fede sia quelle della militanza monarchica,
molti cattolici scelsero di militare nell’Action Fran çaise, assimilandone quindi il nazionalismo positivi sta Situazione non del tutto differente da quella che dovettero affrontare i cattolici italiani vent’anni dopo, costretti a scegliere fra il Partito Popolare Ita liano di don Luigi Sturzo, cattolico ma di stampo murriano, e il Partito Nazionale Fascista di Benito Mussolini, anticomunista ma non cattolico
Evitando le forche caudine
Plinio Corrêa de Oliveira iniziò la sua vita pub blica nel 1928, quando entrò nelle Congregazioni Mariane, di cui divenne presto il leader. Il problema delle false destre si presentava allora con forza
Il trauma provocato dalla rivoluzione bolscevica del 1917 aveva avuto come contraccolpo la nascita, un po’ ovunque, di movimenti “nazionalisti”, che si imponevano come alternativa all’avanzata rossa. Privi, in molti casi, di un indirizzo di segno antico munista, non pochi cattolici si lasciarono sedurre da questi movimenti, che sostituivano il culto dello Stato o della razza all’ideale di restaurazione cri stiana
Il Fascismo, per esempio, si presentò come va lida alternativa al caos comunista del “biennio rosso”. Infatti, fu lo stesso Vittorio Emanuele III a chiamare Mussolini al Governo per rimettere ordine in Italia. Mussolini ebbe l’accortezza di avvicinare la Chiesa, perfino firmando con essa i Patti Latera nensi che chiusero la “questione romana”, e fu lodato perciò da Pio XI come “l’uomo della Provvidenza” Nel suo famoso Diario, Galeazzo Ciano così con densava il “vero fascismo degli origini”: “Le origini erano antibolsceviche, tradizionalistiche, in difesa della famiglia e della proprietà, in rispetto della Chiesa”.(2) Un credo che un cattolico tradizionalista avrebbe potuto sottoscrivere Eppure, si trattava di una falsa destra.
Da parte sua, Hitler si presentava come alterna tiva al caos provocato dalla Repubblica di Weimar e, più profondamente, come reazione alla decadenza
lico di restaurazione della civiltà cristiana, bensì su quello nazionalista o identitario.“I cattolici devono essere anticomunisti, antinazisti, antiliberali, antisocialisti, antimassoni appunto perché cattolici”
Plinio Corrêa de Oliveira
liberale borghese Egli intendeva restaurare la Civiltà cristiana, e in concreto il Reich carolingio, una forma di Sacro Romano Impero. Non mancava chi lo para gonasse a Gesù Cristo e lo ritenesse, anzi, großer als Christ Scrisse allora Plinio Corrêa de Oliveira: “Per corrispondere ai desideri di innumerevoli persone assetate dei valori della Civiltà Cristiana, apparve in Germania un partito che fu imitato altrove, il quale si proponeva l’insediamento di un nuovo mondo cristiano. A prima vista, nulla di più simpa tico”. Non sorprende, quindi, che Hitler contasse con l’appoggio di molti cattolici, anche altolocati, come il cardinale di Vienna Theodor Innitzer La sua ascesa al potere fu resa possibile solo con l’appoggio del partito cattolico guidato da Franz von Papen Dimostrando grande indipendenza intellettuale, Plinio Corrêa de Oliveira si trovò dunque a difendere il movimento cattolico non solo dall’attacco aperto del movimento comunista, ma anche dall’infiltra zione di tendenze ed idee di stampo nazista: “I cat tolici devono essere anticomunisti, antinazisti, antiliberali, antisocialisti, antimassoni appunto perché cattolici”. (3)
Riguardo al nazismo, egli andava oltre le appa renze: “A prima vista, nulla di più simpatico Tutta via, se si riflettesse attentamente sul lato concreto di questa ideologia, un lato che la machiavellica propaganda rivelava solo a piccoli passi agli ini ziati, che terribile delusione si subirebbe! Un’ideo logia confusa, impregnata di evoluzionismo e materialismo storico, satura di influenze filosofiche e ideologiche pagane, un programma politico ed economico radicale e tipicamente socialista, degli intollerabili pregiudizi razzisti Insomma, dietro ai bramiti anticomunisti del nazismo, era proprio il co munismo che si voleva instaurare. Un comunismo insidioso, mascherato da cristiano Un comunismo mille volte peggiore, perché mobilitava contro la Chiesa le armi sataniche dell’astuzia invece di quelle innocue ed impotenti della forza bruta. Co minciava con l’esaltare gli animi per mezzo di al cune verità, quindi li metteva in delirio con il
pretesto dell’entusiasmo per tali verità, e dopo li at tirava ai più terribili errori Dunque, un comunismo che non significava la neutralizzazione dei cattivi, bensì dei buoni; la più terribile macchina di perdi zione e di falsificazione che il demonio abbia gene rato nel corso della storia”.
Plinio Corrêa de Oliveira trasmise questo sa piente atteggiamento alla sua opera spirituale, le So cietà per la difesa della Tradizione Famiglia e Proprietà. In più di sessant’anni di storia, le TFP hanno dovuto affrontare non poche forche caudine, riuscendo sempre a superarle senza cadere in trap pola, con l’aiuto di Maria Santissima
1. Cfr. Roberto De Mattei, Il ralliement di Leone XIII Il fal limento di un progetto pastorale, Le Lettere, 2014
2 Galeazzo Ciano, Diario 1937 1943, www liberliber it, p 1016
3 Cfr Roberto de Mattei, Plinio Corrêa de Oliveira Il cro ciato del secolo XX, Piemme, 1997, pp 76ss
Liberalismo vs. Putinismo: un falso dilemma
di James BascomDall’invasione russa dell’Ucraina lo scorso 24 febbraio, la maggior parte dell’attenzione si è concentrata sugli aspetti militari e umanitari del conflitto La guerra è, dopo tutto, un terremoto geopolitico. È possibile che la guerra in Ucraina si estenda oltre i suoi confini o si intensifichi fino all’uso di armi nucleari. Cosa che non accadeva dalla Guerra Fredda
universale nella democrazia, nel libero scambio, nella pace e nell’integrazione globale come tappa fi nale dell’evoluzione dell’umanità Istituzioni come le Nazioni Unite e l’Unione Europea hanno incarnato questa convinzione. Thomas Friedman ha espresso questa fede con la sua cosiddetta Golden Arches Theory, che affermava che due paesi con franchising McDonald’s non erano mai entrati in guerra tra loro
In verità, questa convinzione post Guerra Fredda iniziò a sgretolarsi quasi sin dall’inizio Le divisioni politiche tra gli Stati Uniti e l’Europa sono aumentate. Le potenze europee, specialmente la Ger mania, hanno ridotto drasticamente le loro forze ar mate al punto da rimanere praticamente senza difesa I presidenti americani di entrambi gli schieramenti politici hanno costantemente ridotto la presenza mi litare degli Stati Uniti a un’ombra di quello che era una generazione fa Nel 2018, il presidente francese Emmanuel Macron affermò che la NATO era “cere bralmente morta” e propose di sostituire l’alleanza con un esercito paneuropeo che escludesse gli Stati Uniti Un altro colpo fu la caudta dell’Afghanistan nell’agosto 2021.
Cambio di paradigma
Ma l’aspetto più importante e duraturo dell’in vasione russa dell’Ucraina non è la morte e la distru zione che ha scatenato. Essa segna un importante punto di svolta nella storia, un cambiamento di para digma nel quadro politico e ideologico del mondo, allo stesso livello dell’11 settembre, del crollo dell’Unione Sovietica. Tutti questi disastri, a loro tempo, distrus sero i quadri ideologici, politici e persino culturali del mondo e li sostituirono con altri nuovi.
Per prima cosa, l’ottimismo post Guerra Fredda degli ultimi trent’anni è distrutto per davvero Come ha detto John Horvat, “la fine della storia è appena finita” (1) Dopo la caduta della cortina di ferro nel 1989 e la dissoluzione dell’Unione Sovietica nel 1991, la divisione della Guerra Fredda tra comuni smo e anticomunismo lasciò il posto a un credo quasi
Un calcolo politico sbagliato
La debolezza occidentale e la disunione politica sono stati i fattori principali nella decisione di Putin di attaccare l’Ucraina Ha dato per scontato che l’Oc cidente avrebbe sbadigliato e fatto un accordo con la Russia, proprio come aveva fatto in precedenza per la Crimea nel 2014 e la Georgia nel 2008.
Sorprendentemente, si è verificato il contrario Letteralmente, nel giro di una notte, l’invasione di Putin ha unito i paesi occidentali e rinvigorito la NATO come principale alleanza difensiva del mondo libero Le potenze europee stanno ora correndo per ricostruire i loro eserciti. Il 27 febbraio, il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha annunciato 100 miliardi di euro (110,6 miliardi di dollari) in nuove spese mili tari, raggiungendo l’obiettivo del 2% del PIL per le
spese di difesa. “Il nostro obiettivo è quello di avere uno dei più capaci e potenti eserciti in Europa nel corso di questo decennio”, ha detto il ministro delle finanze tedesco Christian Lindner (2). Le richieste di maggiori spese militari hanno risuonato in quasi tutte le capitali europee e quasi tutti i membri della NATO hanno inviato armi all’Ucraina
Questa unità non è solo politica I leader occi dentali e lo stesso Putin hanno fatto capire che la guerra in Ucraina non riguarda solo l’Ucraina. È una lotta tra due sistemi politici, due ideologie Il para digma della “fine della storia” segnato da liberalismo, consenso e dialogo ha lasciato il posto a una nuova lotta ideologica, che definirà il ventunesimo secolo, proprio come la guerra fredda definì il ventesimo
La nuova Cortina di ferro
Durante quest’ultima, una cortina di ferro divi deva l’Europa ideologicamente e fisicamente. En trambi i lati non avrebbero potuto essere più chiaramente definiti. Da una parte c’era il mondo co munista dominato dall’Unione Sovietica, che pro muoveva la rivoluzione mondiale, l’ateismo e la servitù a uno stato totalitario e socialista. Dall’altra parte c’era il mondo libero, guidato dagli Stati Uniti, che, agli occhi di tanti, rappresentava l’ordine, il cri stianesimo, la libertà e la civiltà occidentale Un’al leanza rappresentava il bene, l’altra il male.
Nello scontro di oggi tra la Russia e l’Occi dente, le linee politiche sono anche chiare. La grande maggioranza dei paesi occidentali e non occidentali si sono uniti nell’opposizione alla Russia. L’inva sione russa ha isolato Putin dalla comunità interna zionale. Pochi in Occidente sostengono la sanguinosa offensiva di Putin anche tra i suoi più ardenti soste nitori. La stessa Cina, il più importante alleato di Putin, è rimasta neutrale nella guerra
Tuttavia, la divisione ideologica non è così netta Mentre i sondaggi mostrano un sostegno mag gioritario in Occidente per l’Ucraina, molti a destra e a sinistra hanno preso le parti della Russia Sia i so stenitori della Russia che quelli dell’Ucraina, tutta via, concordano su una cosa: la guerra in Ucraina è una guerra per procura di una più ampia lotta tra due ideologie inconciliabili.
La propaganda presenta così il conflitto: Da una parte c’è la causa della democrazia liberale, fonda mento del mondo moderno Anche prima dell’inva sione, molti leader occidentali avevano dichiarato che la grande battaglia del futuro sarebbe stata la di fesa della democrazia. Nel suo viaggio in Europa nel giugno 2021, Joe Biden affermò che avrebbe “radu nato le democrazie del mondo” di fronte alle mi nacce delle “autocrazie”, in particolare Russia e Cina Questa lotta, sosteneva, è “ una questione de terminante del nostro tempo” (3).
Questo grido in favore della democrazia è au mentato notevolmente dopo che i russi hanno invaso l’Ucraina Nel discorso in cui annunciava nuove spese per la difesa, il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha detto che la ragione era quella di proteggere me glio il paese dagli attacchi e “proteggere la nostra li bertà e la nostra democrazia” (4). In un saggio per il New York Times, il primo ministro britannico Boris Johnson scrisse: “Mai nella mia vita ho visto una crisi internazionale dove la linea di demarcazione tra giusto e sbagliato è stata così netta, mentre la macchina da guerra russa scatena la sua furia su una fiera democrazia” (5)
Nel suo discorso sullo stato dell’Unione del 1° marzo, il presidente Joe Biden ha affermato chiara mente che la lotta per difendere l’Ucraina dall’ag gressione russa è una lotta per la democrazia: “Nella battaglia tra democrazia e autocrazia, le democrazie si stanno al momento alzando, e il mondo sta chia ramente scegliendo la parte della pace e della sicu rezza ” (6). Il 2 marzo, il presidente francese Emmanuel Macron ha dichiarato che la guerra in Ucraina dimostra che “la democrazia non è più vista come un sistema indiscusso È stata messa in di scussione proprio davanti ai nostri occhi” Ora, ha
“Dobbiamo radunare le democrazie del mondo di fronte alle minacce delle autocrazie”Joe Biden
detto, l’Europa deve accettare di “ pagare il prezzo della pace, della libertà e della democrazia” (7). Nel suo discorso al Congresso degli Stati Uniti il 16 marzo, il presidente ucraino Zelensky ha presentato la guerra nel suo paese come una lotta per difendere la democrazia: “In questo momento si sta decidendo il destino del nostro paese, il destino del nostro po polo, se gli ucraini saranno liberi, se saranno in grado di preservare la loro democrazia” (8).
Il primo ministro canadese Justin Trudeau ha in quadrato la guerra in Ucraina come parte di una lotta per ripristinare la fiducia nelle istituzioni democrati che “La democrazia è sempre più forte dell’autori tarismo”, ha detto, anche se, lamentandosi, ha aggiunto: “Se vogliamo essere onesti, la democrazia non ha dato il meglio di sé” (9).
Trudeau ha ragione a dire che la democrazia sta vacillando, ma non per le ragioni che intende.
Un incroccio ideologico artificiale
In passato, le persone di sinistra in Occidente simpatizzavano con l’Unione Sovietica, mentre quelle di destra generalmente la osteggiavano Oggi, molte persone in Europa e in America sia a sinistra che a destra sostengono Putin e sono deluse dalla de mocrazia liberale. In America, la sinistra vede il voto libero come un ostacolo per imporre un’agenda pro gressista e woke
A destra, molti sono delusi dalla democrazia rap presentativa e la vedono come un fattore importante della diffusa disfunzione sociale dei nostri tempi In nome della “democrazia”, l’Occidente ha visto l’odio razziale sotto forma di Black Lives Matter e Critical Race Theory, si abbattono monumenti, i posti di la voro vanno in Cina, la integrità elettorale è danneg giata, i confini sono violati da orde di immigrati illegali, le reputazioni personali distrutte da false ac cuse di MeToo, bambini non nati sono assassinati, il matrimonio è ridefinito e le scuole insegnano ai bam bini che possono scegliere uno fra cinquantadue “ge neri” possibili. La Brexit e l’elezione di Donald Trump sono avvenute, in parte, perché gli elettori hanno ri fiutato questa traiettoria suicida della democrazia li berale
Dall’altro lato della divisione ideologica c’è il “Putinismo”, un’ideologia un po’ confusa ed eclettica che mescola il nazionalismo russo, lo statalismo, la dittatura, la nostalgia del comunismo, il misticismo russo ortodosso, l’odio per l’Occidente e bizzarre cre denze di movimenti del XIX secolo come il cosmismo russo e il panslavismo Questa ideologia, esposta e promossa da pensatori come Alexander Dugin, è com presa da poche persone, anche in Russia. Il Putinismo ha portato ad uno stato di polizia virtuale in Russia con poche reali libertà, un’economia in declino e l’isola mento internazionale È anche molto corrotto, con il clientelismo dilagante e governato da un’oligarchia di nouveaux riches
Sia a destra sia a sinistra c’è una crescente disaffezione per la democrazia liberale, che sta ridefinendo il quadro ideologico contemporaneoDalla Linke in Germania, erede del Partito Comunista, al Rassemblement National di Marine Le Pen, la simpatia per Putin unisce i due “estremi” del ventaglio politico europeo
Appoggio da destra e da sinistra
Anche se non necessariamente lo appoggiano in tutto, molte persone di destra in Occidente simpatiz zano con Putin o lo vedono come un alleato nella lotta contro quello che considerano il vero nemico: il liberismo occidentale woke. Nel suo show su Fox News del 22 febbraio, Tucker Carlson ha espresso questo sentimento quando ha posto una domanda re torica: “Perché odio Putin così tanto? Putin mi ha mai chiamato razzista? Ha mai minacciato di farmi licenziare per non essere stato d’accordo con lui?” (10) L’ex presidente Donald Trump ha definito l’in vasione di Putin “intelligente” e “geniale”. Steve Bannon ha detto: “Putin è anti woke”. Molti altri po litici e attivisti di destra continuano a lodare la Rus sia di Putin, tra cui Candace Owens, J D Vance e Mike Pompeo, che ha definito Putin uno “statista di grande talento” In Europa, quasi tutti i leader dei partiti populisti di destra come Marine Le Pen ed Eric Zemmour sostengono Putin.
Il sostegno a Putin viene anche dalla sinistra L’ex cancelliere tedesco Gerhard Schröder, l’ex primo ministro scozzese Alex Salmond e il deputato britannico Jeremy Corbyn tutti socialisti sono solo alcuni dei maggiori sostenitori di Putin I partiti po litici populisti di estrema sinistra in tutta Europa sono alcuni dei più grandi fan di Putin, tra cui la Linke in Germania (l’ex partito comunista della Germania orientale), Podemos in Spagna, Syriza in Grecia, e La France Insoumise in Francia.
In America, la sinistra ha sempre favorito la Russia e Putin Molti ricorderanno la famosa scena
del 2009 quando Hillary Clinton, allora segretario di Stato sotto Obama, presentò il famoso “pulsante del reset” al ministro degli esteri russo Sergei Lavrov. Nel 2015, la candidata del Partito Verde americano Jill Stein si sedette allo stesso tavolo di Vladimir Putin a una cena di gala di Russia Today a Mosca, durante la quale criticò il “militarismo disastroso” degli Stati Uniti verso la Russia
Un punto centrale del putinismo è l’odio per l’Occidente “liberale” Nei suoi discorsi, Putin at tacca spesso l’Occidente per la sua accettazione delle perversioni sessuali come il “matrimonio” omoses suale e l’ideologia gender. Mentre la condanna del l’omosessualità non è sbagliata, la sua sincerità nell’opporsi all’immoralità è dubbia. I fatti dimo strano che la Russia è uno dei paesi moralmente più corrotti del mondo, con il più alto tasso di aborto, il più alto tasso di HIV/AIDS e di suicidi in Europa, uno dei peggiori problemi di droga al mondo, e un tasso di partecipazione religiosa significativamente inferiore ai paesi occidentali
L’avversione di Putin per l’Occidente deriva dalla sua ideologia nazionalista che vede la società oc cidentale come un nemico mortale della Russia ed è deciso a distruggerla. Nella visione di Putin, l’Occi dente (e specialmente l’America) è sinonimo di libe ralismo, che lui vede come la fonte dei problemi del mondo. Ha promosso per lungo tempo una fusione di paesi europei e asiatici in una “Unione Eurasiatica” che potrebbe opporsi e distruggere l’alleanza occi
Analisi
dentale. I suoi alleati nel mondo sono paesi che si op pongono all’Occidente e specialmente agli Stati Uniti in un modo o nell’altro, come Cuba, Venezuela, Iran e Cina Putin vede l’Occidente invadere lo “spazio spi rituale” della Russia in Europa e impedire alla Russia di realizzare il suo destino manifesto, di dominare l’“Eurasia” da Lisbona a Vladivostok
Un falso dilemma
Lo scontro tra Putinismo e Liberalismo è un falso dilemma L’Occidente non dovrebbe scegliere tra due false soluzioni. Nessuna delle due può risol vere la crisi che affligge la società occidentale Al contrario, mentre il Putinismo sta muovendo guerra
tinaturale ideologia transgender. I liberali della Big Tech, che dicono di difendere la “libera espressione”, hanno di fatto censurato il discorso che contraddice l’ortodossia liberale La religione, specialmente gli insegnamenti tradizionali del cattolicesimo, è ban dita dalla pubblica piazza in nome della “libertà”
Ancora una volta, la scelta presentata al grande pubblico tra putinismo e liberalismo è un falso di lemma Entrambi sono in guerra con la civiltà occi dentale, il fiore all’occhiello della Chiesa cattolica e i cui resti sono l’ultimo baluardo contro il caos che inghiotte il mondo La civiltà occidentale può essere salvata e di fatto restaurata solo ritornando agli in segnamenti tradizionali, sociali e morali, della Chiesa. Come scrisse Papa San Pio X nella sua enciclica Notre Charge Apo stolique del 1910:
Russia è uno dei paesi moralmente più corrotti del mondo, con il più alto tasso di aborto, il più alto tasso di HIV/AIDS e di suicidi in Europa, uno dei peggiori problemi di droga al mondo, e un tasso di partecipazione religiosa significativamente inferiore ai paesi occidentali
Sopra: elaborazione della droga “krokodil”
all’occidente dall’esterno, il Liberalismo la sta di struggendo dall’interno
Negli Stati Uniti, i liberali woke stanno condu cendo una guerra culturale per distruggere i resti del l’ordine e della tradizione, sia rovesciando statue di figure storiche che incitando all’odio razziale con il movimento marxista Black Lives Matter Per de cenni, i liberali hanno minato la famiglia naturale con la rivoluzione sessuale, prima con il cosiddetto “ma trimonio” omosessuale e, più recentemente, con l’an
“Bisogna ricordarlo energica mente in questi tempi di anarchia so ciale e intellettuale, in cui ciascuno si atteggia a dottore e legislatore , non si costruirà la città diversamente da come Dio l’ha costruita; non si edifi cherà la società, se la Chiesa non ne getta le basi e non ne dirige i lavori; no, la civiltà non è più da inventare, né la città nuova da costruire sulle nu vole Essa è esistita, essa esiste; è la civiltà cristiana, è la civiltà cattolica. Si tratta unicamente d’instaurarla e di restaurarla senza sosta sui suoi fonda menti naturali e divini contro gli at tacchi sempre rinascenti della malsana utopia, della rivolta e del l’empietà: omnia instaurare in Chri sto”
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1 https://www atfp it/notizie/307 attualita/2148 la fine della storia e appena finita
2 https://www dw com/en/germanys army will 100 billion make it strong/a 60996891
3 . https://www washingtonpost com/opinions/2021/06/05/joe biden europe trip agenda/
4 https://www politico eu/article/olaf scholz historic shift defense ukraine russia war/
5 https://www nytimes com/2022/03/06/opinion/boris joh nson russia putin ukraine war html
6 https://www nytimes com/2022/03/01/us/politics/biden sotu transcript.html
7
https://www elysee fr/en/emmanuel ma cron/2022/03/02/address to the nation
8 https://www nytimes com/2022/03/16/us/politics/tran script zelensky speech html
9 https://globalnews ca/news/8669626/russia war in ukraine justin trudeau speech/
10 https://www washingtonpost com/media/2022/02/23/tuc ker carlson putin russia ukraine/
Perchè ai cattolici tradizionalisti non piace Dugin (e nemmeno Evola)
di Franco MaestrelliQuesti ultimi mesi hanno visto i media dividersi tra russofili e russofobi con le assurdità che ciò comporta come quella di epurare da manifestazioni culturali tutto ciò che era russo. In questa guerra di carta sono apparsi scritti e interviste ad Aleksander Dugin spesso defi nito l’ispiratore di Vladimir Putin In realtà Dugin è più noto in Italia che nella vastissima Russia e di lui in Italia se ne parla almeno dagli anni Novanta. La sua influenza sul capo di Stato russo a cui peraltro non ha risparmiato critiche, è tutta da dimostrare Ini zialmente acquisì notorietà, sempre in Italia però, come il traduttore del pensatore Julius Evola ma anche su questo punto non si conosce affatto la fama di Evola in Russia
Per comprendere il pensiero di Aleksander Dugin giunge un piccolo libro di padre Paolo Maria Siano dei Frati Francescani dell’Immacolata intito lato La metafisica del Caos di Aleksander Dugin edito da Edizioni Fiducia, con prefazione del profes sor Roberto de Mattei. Quale motivazione spinge Padre Siano che è uno studioso autore di alcuni vo lumi sulla Massoneria (La Massoneria tra esoteri smo, ritualità e simbolismo e Un manuale per conoscere la Massoneria) ad affrontare il pensiero del pensatore russo?
Il motivo contingente è che taluni scritti di Dugin hanno suscitato un curioso interesse anche da parte di ambienti del tradizionalismo cattolico Fi nora infatti Dugin era noto soprattutto in alcuni am bienti politici “rosso bruni” ovvero nazional bolscevici. I suoi scritti e i suoi libri sono editi e dif fusi da Maurizio Murelli creatore anni orsono della rivista Orion e successivamente editore prima come Società Editrice Barbarossa e ora AGA.
La domanda dunque che muove padre Siano è se il pensiero del filosofo russo sia compatibile con
la dottrina cattolica. Per sviluppare questa ricerca Siano ha esaminato il prolisso saggio duginiano La Quarta Teoria Politica (la Russia ha bisogno di una quarta teoria politica dopo il fallimento di liberali smo, comunismo e fascismo) e altre opere precedenti come Eurasia, Vladimir Putin e la grande politica (scritto assieme ad Alain de Benoist), Il Sole di Mez zanotte, Aurora del Soggetto Radicale, Teoria e fe nomenologia del Soggetto Radicale e altri scritti d’occasione.
Analisi
La polemica di Dugin contro il mondo occidentale (gli USA come il Male assoluto) ha ingenerato in alcuni ambienti cattolici tradizionalisti l’equivoco di un autore che propugna una restaurazione della società cristiana (la Terza Roma), ma in realtà quello che traspare dai suoi testi è la negazione del Logos e della metafisica cristiana, la suggestione di tesi occultiste sull’androgino e sul Caos
Per inquadrare Dugin è bene anche ricordare qualche nota biografica Nato a Mosca nel 1962, fi glio di un ufficiale dei servizi segreti sovietici fre quentò come altri rampolli irrequieti della Nomenklatura il ristretto circolo Juzhinskij dove subì l’influenza dell’occultista Evgenij Golovin che lo in trodusse agli autori gnostici René Guénon e Julius Evola Nel 1986 entra nell’associazione nazionalista Pamjat che in realtà era sostenuta dal KGB per con trollare il dissenso, creare agenti provocatori ed esplorare nuove possibilità politiche in vista del pro babile crollo del sistema comunista.
Dopo l’implosione dell’Unione Sovietica, Dugin collaborò con il Partito Comunista della Federazione russa di Gennadij Zjuganov ma nel 1993 fondò il Par tito Nazional Bolscevico assieme a Eduard Limonov che accompagnava la sua bisessualità con un’ammi razione altrettanto bipolare per il comunismo e il na zionalsocialismo. Pur attingendo a diversi altri pensatori come Lev Gumilev e Alain de Benoist il suo principale punto di riferimento rimase sempre Julius Evola
La teoria duginiana del Soggetto Radicale ricalca quella dell’Uomo Differenziato del barone siculo. L’uomo che cavalca la tigre (secondo un detto cinese) e attraverso l’esperienza del nichilismo si auto divi nizza. Quindi segue Evola di Teoria dell’Individuo As soluto e di Cavalcare la tigre (e di Metafisica del sesso…), l’Evola della Via della Mano sinistra, la via tantrica Quella della trasgressione morale Seguendo lo scrittore italiano, Dugin fa sua la metafisica del Caos dove gli opposti si incontrano (bolscevismo e na zionalsocialismo, il mito dell’androgino, il sole di mezzanotte) Occorre superare il Logos occidentale appellandosi al Caos pre ontologico
Non è possibile riassumere qui l’analisi di padre Siano condotta attraverso quattro brevi capitoli anche perché lo stesso curatore della prima edizione italiana di La Quarta Teoria Politica, il dottor Andrea Virga, scrive che “ non si può negare che Aleksander Dugin sia un autore complesso e contradditorio, a volte ap parentemente folle se si manca delle corrette chiavi di lettura Tende ad adattare i propri discorsi a se conda del mezzo e dell’uditorio, al punto che non è sempre chiaro quanto certe semplificazioni perfino grossolane (ad esempio l’infatuazione per Trump) siano pronunciate solo a fini retorici o denotino un ’effettiva superficialità dell’analisi”
Dugin come Evola non crede nelle religioni, ne anche nella chiesa ortodossa ma si è avvicinato a certe correnti radicali dei Vecchi Credenti (uno scisma nella chiesa moscovita del secolo XVII) perché ritrova in esse la presenza dello gnosticismo La polemica del l’autore russo contro il mondo occidentale (gli USA come il Male assoluto) ha ingenerato in alcuni am bienti cattolici tradizionalisti l’equivoco di un autore che propugna una restaurazione della società cristiana (la Terza Roma) ma in realtà quello che traspare dai suoi testi è la negazione del Logos e della metafisica cristiana, la suggestione di tesi occultiste sull’andro gino e sul Caos e la necessità di accelerare la fine della presente Era (il Kali Yuga evoliano)
Il libro di padre Siano è quindi un’utile introdu zione e messa in guardia nei confronti del pensatore moscovita e chi comunque dubita dell’analisi di que sto saggio non deve fare altro che affrontare la pro lissa lettura delle opere edite in italiano e troverà riscontro alle affermazioni di Siano.
(Fonte: Destra.it, 25 luglio 2022, riprodotto con autorizzazione)
In alto, Sua Altezza davanti al Palazzo di Ypiranga, a San Paolo del Brasile Sopra, in giovane età, col distintivo delle Congregazioni Mariane
A dx., i genitori, Principe Don Pedro Henrique e Principessa Donna Maria di Baviera, ricevuti in udienza al Vaticano
In Memoriam
Ilprincipe Don Luiz de Orleans e Bra gança, capo della Casa Imperiale del Brasile, è morto lo scorso 15 luglio a San Paolo, all’età di 84 anni, dopo una lunga ma lattia. Egli era membro di spicco della TFP bra siliana, nonché dell’Istituto Plinio Corrêa de Oliveira
Don Luiz era pronipote della principessa imperiale Isabella, sposata al Conte d’Eu, nipote del Re Luigi Filippo di Francia; era nipote del Principe Don Luiz, sposato alla Principessa Donna Maria Pia di Borbone delle Due Sicilie; e figlio del Principe Don Pedro Henrique, sposato alla Principessa Maria di Baviera
Don Luiz Gastão Maria José Pio d’Orléans e Bragança e Wittelsbach era Balì Gran Croce del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio della Real Casa delle Due Sicilie, Balì Gran Croce di Onore e Devozione del Sovrano Militare Ordine di Malta, Cavaliere dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme Era Gran Maestro dell’Ordine della Croce del Sud, dell’Ordine di Pietro I, dell’Ordine della Rosa, dell’Ordine di Cristo, dell’Ordine Impe riale di Sant’Iago della Spada, dell’Ordine di Saint Benoît d’Aviz, della Medaglia imperiale brasiliana al merito civico e culturale.
Don Luiz era nato il 6 giugno 1938 a Mande lieu la Napoule, Alpes Maritimes, nel sud della Francia. Si laureò in chimica all’Università di Mo naco, dove aveva studiato dal 1962 al 1967 Parlava fluentemente portoghese, francese, tedesco, spa gnolo, italiano e inglese
Tornato in Brasile nel 1945 al seguito dei suoi genitori, insieme a suo fratello Principe Don Ber trand, entrò a far parte del movimento di Catolici smo, capeggiato da Plinio Corrêa de Oliveira, che nel 1960 diventerà la Società per la difesa della Tradi zione Famiglia e Proprietà
Nel 1993 egli scrisse la Prefazione all’ultimo libro di Plinio Corrêa de Oliveira, «Nobiltà ed élites tradizionali analogue nelle allocuzioni di Pio XII»
Il Presidente Jair Bolsonaro decretò un giorno di lutto nazionale per commemorare questo illustre figlio della nazione brasiliana.
In alto, professione solenne nel Terz’Ordine Carmelitano di San Paolo
Sopra, a caccia in Baviera, terra dei suoi antennati materni
A sin , i nonni Principe Don Luiz, Principessa Donna Maria Pia di Borbone Due-Sicilie
In Memoria di un Príncipe cattolico
di Roberto de MatteiÈraro oggi incontrare principi autentica mente cattolici e quando uno di essi viene a mancare è doveroso onorarne la memoria Ho avuto la fortuna di conoscere perso nalmente dom Luiz d’Orleans e Bragança, il Capo della Casa Imperiale basiliana scomparso il 15 luglio a 84 anni di età e mi è caro rendere omaggio alla sua figura, in un’epoca in cui abbiamo un estremo biso gno di uomini che incarnino princìpi Dom Luiz era uno di questi: incarnava nelle sue parole, nelle sue azioni, ma soprattutto nel suo modo di essere, il prin cipio monarchico della società.
Oggi la società si sta disfacendo anche perché il principio di autorità e di gerarchia su cui si fondava la cristianità è stato sostituito da quello dell’anarchia e del caos E questa la ragione che spinse il prof Pli nio Corrêa de Oliveira a pubblicare nel 1993 il libro Nobiltà ed élites tradizionali analoghe nelle allocu zioni di Pio XII al Patriziato e alla Nobiltà romana con la prefazione del principe Luiz de Orléans e Bra ganza L’idea di fondo era di mo strare il ruolo indispensabile della nobiltà e, più in generale, delle au tentiche élites morali, culturali e sociali, nella crisi del nostro tempo.
Credo che l’Italia fu il paese in cui quest’appello risuonò più profondamente. Nel 1993 si svolse nello storico palazzo della princi pessa Elvina Pallavicini (1914 2004) un convegno internazionale ispirato dal libro del pensatore bra siliano. Nel 1997 la principessa e il marchese Luigi Coda Nunziante (1930 2015), in un nuovo incontro
Plinio Corrêa de Oliveira con i Principi Don Luiz e Don Bertranda Palazzo Pallavicini, diedero vita all’Associazione Noblesse et Tradition, per opporre al processo rivo luzionario la tradizione monarchica e aristocratica dell’Europa Cristiana. Con un discorso di grande im pegno, il principe dom Luiz di Orléans e Braganza sottolineò la missione della Nobiltà nella fase di di sgregazione sociale che vive la società contempora nea
Dom Luiz era nato il 6 giugno 1938 a Mande lieu la Napoule, nel sud della Francia, primo di do dici figli del principe Pedro Henrique de Orleans e Bragança (1909 1981), capo della Casa Imperiale, e di sua moglie, la principessa Maria di Baviera. Nel 1945 era stato permesso alla famiglia di tornare in Brasile dopo l’esilio e il principe Pedro Henrique, che conosceva il prof Plinio Corrêa de Oliveira fin dall’infanzia, era stato ben lieto di affidargli la for mazione dei figli Luiz e Bertrand che avevano ma nifestato il loro entusiasmo per la Contro Rivoluzione cattolica. Nelle vene dei due giovani
scorreva il più nobile sangue europeo, attraverso gli Orléans Bragança, imperatori del Brasile fino al colpo di Stato repubblicano del 1889 e i Wittelsbach, re di Baviera fino al 1918. La figura che essi senti vano più vicina era però quella della nonna, la prin cipessa Maria Pia di Borbone Due Sicilie (1870 1973), che aveva trasmesso loro un ardente amore per il movimento legittimista e ultramontano.
Dom Luiz e dom Bertrand entrarono nella TFP, fondata nel 1960 dal prof. Plinio Corrêa de Oliveira e, al suo fianco, militarono in una lunga battaglia in difesa della civiltà cristiana e della Chiesa Cattolica.
Tra i due fratelli, Dom Luiz aveva una vocazione più contemplativa e un temperamento più riservato, ma questo non gli impedì di sottrarsi ad alcun impegno.
Per questo, malgrado i suoi sessant’anni e la salute pregiudicata da una poliomelite giovanile, aderì con entusiastica determinazione all’invito del marchese Coda Nunziante di divenire membro fondatore di Noblesse et Tradition, nata per difendere i valori no biliari tradizionali nel campo culturale e sociale.
Dom Luiz partecipò, alla fondazione dell’associa zione e ai tre convegni internazionali che seguirono a Roma (2000), Lisbona (2002) e Torino (2004), con la partecipazione di eminenti membri della nobiltà europea Fu naturale che alla morte della principessa Pallavicini, nel 2004, dom Luiz fosse il suo succes sore come presidente di Noblesse et Tradition.
Il 29 aprile 2004 Dom Luiz presiedette nella sala del Palazzo Coburg di Vienna, alla presenta zione dell’edizione tedesca del mio libro Il crociato del ventesimo secolo Plinio Corrêa de Oliveira Tre anni prima, il 10 ottobre 2001, aveva partecipato a
Roma alla commemorazione del 430° anniversario della battaglia di Lepanto L’evento, promosso dal Centro Cuturale Lepanto, si svolse nei saloni del Pa lazzo della Cancelleria, alla presenza di oltre cin quecento persone. Il Principe imperiale sedeva in prima fila accanto ai cardinali Alfons Maria Stickler, Paul Augustin Mayer, Lorenzo Antonetti e Luigi Poggi, ai rappresentanti dell’Ordine di Malta e del l’Ordine Costantiniano di San Giorgio e ai discen denti delle più illustri famiglie europeee, i cui antenati avevano combattuto nelle acque di Lepanto
Queste non furono esibizioni mondane, da cui dom Luiz sempre rifuggì, ma impegni gravosi, a cui si sottomise per essere fedele al suo dovere di stato Dal suo sguardo tralucevano due eminenti virtù: la purezza e l’intransigenza Queste virtù resero dom Luiz e dom Bertrand invisi agli ambienti dell’alta so cietà mondana I nobili che si mimetizzavano per en trare nelle professioni lucrative e alla moda non sopportavano i due principi brasiliani, perché essi non venivano a patti con lo spirito di sensualità e di compromesso del cosiddetto “jet set”. Per i nobili mondani, il modello di principe era il re di Spagna Juan Carlos, l’uomo si diceva che era riuscito a combinare il servizio del proprio Paese con i propri piaceri e interessi. Non si comprendeva, e ancora non si comprende, che tanto più alta è la posizione so ciale che si occupa, tanto maggiori sono i doveri che si è obbligati a rispettare. Eppure una sovrana non cattolica, come la regina Elisabetta II d’Inghilterra, ha offerto, in sessant’anni di regno, l’esempio, di ciò che una nazione può produrre di idealmente elevato
Dom Luiz volle essere e fu un principe catto lico. Fu terziario carmelitano e consacrato a Maria secondo la pra tica di san Luigi Maria Grignion di Monfort, ma soprattutto diede l’esempio di un fervente spirito cattolico Seguì con dolore il pro cesso di autodemolizione della Chiesa e non mancò di manife stare il suo rispettoso dissenso con alcune posizioni della gerarchia cattolica Così, il 27 settembre
1968, Don Luiz partecipa alla campagna pubblica della TFP brasiliana per raccogliere firme per chiedere a Papa Paolo VI misure contro l’infiltrazione comunista nella Chiesa
2016, fu tra i primi firmatari di una Dichiarazione presentata per inizia tiva dell’Associazione Supplica fi liale da un gruppo di 80 personalità cattoliche, comprendenti cardinali, vescovi, ed eminenti studiosi, che ri badivano la loro fedeltà agli immu tabili insegnamenti della Chiesa sulla famiglia e sul matrimonio
Nel convegno di Noblesse et Tradition di Torino, il 30 ottobre 2004, dom Luiz chiuse il suo inter vento con queste parole: «In un futuro che noi speriamo non troppo lontano, il nostro sguardo si volgerà verso questi anni di apostasia, di sangue e di caos, per sempre lasciati alle no stre spalle Di questo noi possiamo essere certi, perché ci basiamo sulle promesse di Nostra Signora di Fa tima In quel momento felice, di fronte alla Chiesa ed alla Società restau rata, brilleranno come il sole coloro che, provenienti dalla nobiltà o dalle élites tradizionali analoghe, si sa ranno alzati in piedi contro le convul sioni e le crisi moderne, opponendosi ad esse e seguendo fedelmente i consi gli e gli insegnamenti immortali del grande Pontefice Pio XII»
A Vienna, il 29 aprile dello stesso anno, aveva detto: «Mi ricordo benissimo l’ultima riunione pubblica tenuta dal prof Plinio Corrêa de Oli veira due mesi prima della sua morte. Egli ci ha richiamati ad avere fiducia nella Madonna, dicendo: “Quanto più ci sentiremo smarriti, più dob biamo avere fiducia nella Madonna giacché Ella ha promesso che trion ferà Fiducia! Fiducia! Fiducia! Anche se dovesse tardare cinque, dieci, quindici, cinquant’ anni, dob biamo aver fiducia che un giorno verrà il trionfo del Cuore Immacolato di Maria”».
Dom Luiz d’Orleans e Bra gança, non ha potuto vedere quel giorno benedetto, ma lascia l’esem pio di un perfetto principe cattolico davanti a cui ci inchiniamo con reve renza
Sopra, Don Luiz e Plinio Corrêa de Oliveira in un convegno monarchico a San Paolo Sotto, con membri della TFP dell’IndiaNella bella cornice del Palais Schönburg, a Vienna, la TFP austriaca ha realizzato un convegno per commemorare il centenario della morte del beato imperatore Carlo d’Austria-Ungheria. Introdotti da Mathias von Gersdorff, hanno parlato il canonico Richard von Menschengen e il duca Paul von Oldenburg, della TFP tedesca. Offriamo il testo di quest’ultimo intervento. I sottotitoli sono redazionali.
Il giovane Imperatore Carlo dovette vivere in tempi tragici, come sono anche tragici i tempi che si stagliano davanti a noi Alle nostre porte infuria una guerra che può sfociare in un conflitto mondiale
L’analogia non si ferma qui. Entrambe le guerre sono state precedute da lunghi decenni di euforia e di ottimismo: accumulazione di ricchezza, un turbine di feste e di viaggi, disinteresse per l’immediato fu turo. Unica differenza: oggi non c’è più lo splendore, l’eleganza e il fascino della Belle Époque A con fronto del maestoso protocollo delle Corti europee di allora, i festeggiamenti repubblicani odierni sem brano dei funerali...
Anche dal punto di vista della vita religiosa c’è una certa analogia tra i primi anni del Novecento e i nostri giorni Già allora l’eresia modernista oggi dominante nei seminari, nelle facoltà teologiche, nei giornali cattolici e nelle file del clero era oggetto di grandi polemiche. Già allora questa eresia aveva in vaso molti ambienti cattolici, infestandoli con lo spi rito del mondo.
In campo religioso, la grande differenza tra i tempi dell’Imperatore Carlo e quelli nostri è che sul trono di S Pietro sedeva san Pio X, che combatté il
modernismo con estrema energia, mentre oggi l’au torità ecclesiastica non solo tollera la diffusione delle eresie ma, in alcuni casi, perfino le promuove. Al cuni autori parlano di un’eclissi del Magistero pon tificio
Una missione provvidenziale
Queste analogie ci permettono di cogliere i “segni dei tempi”, cioè il senso provvidenziale degli avvenimenti, e di ricordare l’abitudine della Divina Provvidenza di suscitare vocazioni simboliche, che riflettono cioè quelle virtù opposte ai vizi di una certa epoca
Il carattere provvidenziale dell’ascesa di Karl von Habsburg è innegabile E non mi riferisco solo alla misteriosa profezia di san Pio X alla giovane coppia di arciduchi che sarebbero saliti al trono au stro ungarico. Senza una serie di circostanze, alcune delle quali tanto inaspettate quanto drammatiche, l’arciduca Carlo non sarebbe mai diventato l’erede del suo prozio Francesco Giuseppe
La breve ma ricca biografia di Carlo I d’Austria, IV d’Ungheria, III di Boemia, IV di Croazia Slavo nia, Re di Dalmazia, Galizia e Lodomiria, colpisce
perché ci fa vedere il richiamo della grazia divina a praticare virtù in contrasto con i vizi e gli errori dei suoi contemporanei.
Mentre suo padre come tanti alla Corte vien nese conduceva una vita di scandali, Carlo benefi ciava della vicinanza di due donne di grande virtù e di grande spirito cattolico: sua madre, la principessa Maria José di Sassonia, e la madre di costei, l’Infanta Maria Ana del Portogallo, che gli trasmise la serietà e la religiosità tipica di quella terra dove “il nero è un colore”, una religiosità che si intravede negli occhi scuri e profondi di Giacinta e Francisco, i due pastorelli di Fatima
Carlo era molto legato anche alla principessa Maria Teresa di Bragança, la terza moglie del nonno, che aveva solo dieci anni in più della madre Era fi glia di Miguel I, legittimo erede al trono portoghese, fedele cattolico e tradizionalista, che in esilio sposò Adelaide zu Löwenstein Wertheim Rosenberg, del ramo cattolico dei Löwenstein, e che, dopo aver avuto un figlio e sei figlie, terminò la sua vita nella comunità monastica di Solesmes Suo fratello era il famoso principe zu Löwenstein che, dopo aver avuto molti figli ed essere rimasto vedovo, entrò nell’Or dine domenicano
Con questi modelli, possiamo ben immaginare la profondità delle credenze cattoliche e l’esempio di pietà che la principessa Maria Teresa di Bragança in stillò nel bambino Carlo La vicinanza tra loro fu così grande che la principessa non esitò a seguire l’Impe ratore nell’esilio a Madeira e a prendersene cura du rante la sua ultima malattia, poiché aveva un diploma di infermiera
Quando Carlo fece la sua prima comunione a Vienna nel 1898, era così ben preparato che uno degli assistenti osservò: “Se non sapessi pregare, im parerei da questo giovane” Più tardi, dopo la Messa di fidanzamento, Carlo disse alla futura moglie, Zita di Borbone Parma : “Ora dobbiamo aiutarci a vi
“Dobbiamo aiutarci a vicenda per conquistare il Paradiso”
Carlo e Zita il giorno del fidanzamentoCentenario del Beato Carlo
Carlo e Zita il giorno dell’incoronazione come Re d’Ungheria, al centro l’erede Otto
cenda per conquistare il paradiso!”. Egli consacrò la propria famiglia al Sacro Cuore di Gesù Come Imperatore, partecipava ogni giorno alla Santa Messa e riceveva la Santa Comunione. Pregava quotidiana mente il Rosario, e visitava i santuari dedicati alla Beata Vergine. All’inizio della guerra nel 1914 fece incidere sulla sua sciabola Sub tuum praesidium con fugimus, Sancta Dei genitrix
Agli antipodi dei modelli rivoluzionari
Questa profonda pietà, così come il suo carat tere serio e riservato, ma allo stesso tempo aperto e caritatevole, erano agli antipodi del modello d’uomo positivista, irreligioso, frivolo e donnaiolo della Pa rigi o della Vienna del tempo, spesso massone e anti clericale Un modello ormai diffuso nei circoli aristocratici in tutta Europa.
Sebbene Carlo fosse stato educato al Liceo be nedettino scozzese, prevalse l’influenza iberica della madre, della nonna e della prozia Egli praticava in modo esimio il principio dell’agere contra insegnato da Sant’Ignazio di Loyola, non solo nel suo aspetto individuale, cioè fare l’opposto del primo impulso, ma anche nel suo aspetto collettivo, cioè fare l’op
posto del “socialmente corretto” o “politicamente corretto”.
Un esempio di questo agere contra è il fatto che, in soli dieci anni di matrimonio, diede alla mo glie otto figli, contrastando in questo modo la pres sione sociale a favore del controllo delle nascite, che già cominciava a soffiare come una tempesta nelle classi abbienti, e che spinse Papa Pio XI a pubbli care, nel 1930, l’enciclica Casti connubi, ricordando agli sposi il proprio dovere Carlo aveva tanta sim patia per le famiglie numerose che, durante la guerra, decretò che ai soldati nelle cui famiglie ci fossero già due morti, e ai padri di famiglie con più di sei figli, non dovevano essere assegnati incarichi pericolosi.
“Essere re non significa soddisfare un’ambizione, ma sacrificarsi per il bene di tutto il popolo”
Monarchia, sacralità, militarismo
di Plinio Corrêa de Oliveira
Il 21 novembre 1916 moriva Francesco Giuseppe, imperatore dell’Austria-Ungheria. Qualche settimana dopo, l’istitutrice tedesca di Plinio Corrêa de Oliveira che allora aveva otto anni di età lo portò al cinema a vedere il documentario sui solenni funerali a Vienna. Di seguito, alcuni suoi commenti sul film.
La mia istitutrice proveniva dalla nobiltà tedesca e conosceva, quindi, alla per fezione il protocollo della Casa d’Au stria Ricordo che, a voce bassa e in tedesco, mi spiegava passo per passo lo svolgersi della cerimo nia Io rimanevo estasiato, tale era la mia ammira zione per l’Austria.
Ricordo Carlo, il nuovo imperatore, mentre camminava molto serio Al suo fianco, con un at teggiamento ieratico, degnissimo, l’imperatrice Zita, che era anche molto bella. Il lutto era impo nente Lei era coperta di nero dalla testa ai piedi. In mezzo, un piccolo bambino tenuto per mano. Aveva lunghi ca pelli biondi e ricci, molto ben pettinati. Domandai alla mia istitutrice: Chi è lui? Mi rispose: È l’arci duca Otto, erede del trono d’Austria.
Non dimenticherò mai quella scena! Rimasi elettrizzato di ammira zione per l’arciduca Otto
Egli è rimasto nella mia memoria come un principe da favola, un bambino che concentrava in sé tutto il passato della Casa d’Austria, tutte le tradizioni e tutte le speranze. L’imperatore e l’imperatrice erano attorniati da personaggi che mi sembravano, anche loro, usciti da una favola Era la nobiltà im periale!
Tutto era accompagnato da un cerimoniale mi litare, ma molto diverso da quello tedesco, più pros simo al Medioevo La maniera in cui i militari sfilavano e, di tanto in tanto, si salutavano e face vano attenzione gli uni agli altri, mostrava un misto di dignità ieratica, di vivacità giovanile e di senso storico, come se provenissero da altri tempi.
Ebbi l’impressione che una tradizione seco lare, una forza militare ed una eleganza da passo di danza si fossero unite, per ispirar loro tutta la mo vimentazione e l’attitudine, in un alto rispetto di se stessi e nella coscienza di possedere una missione speciale al cospetto di Dio
Intanto, quello che ammirai in quel corteo fu, so prattutto, la maestà, tenendo in sé l’alleanza fra la nota aristocratica e monarchica, la nota sacrale e cattolica e la nota militare. Tre aspetti che coesistevano ma gnificamente e che mi lasciarono incantato
Un altro campo in cui si può chiaramente osser vare l’intento della Provvidenza di contrastare, attra verso Carlo, i pregiudizi rivoluzionari del tempo, fu l’austerità con cui adempiva ai suoi obblighi dinastici
La mitologia rivoluzionaria aveva creato una caricatura della nobiltà e della regalità che servì da giustificazione psicologica per il rovesciamento delle monarchie Secondo questa caricatura, i nobili, e ancor di più i re, erano un bell’ornamento della so cietà, ma troppo costoso per il popolo, che doveva sostenerli con le tasse, diverso dalla borghesia indu striale e commerciale, che creava invece ricchezza con le sue aziende e contribuiva al Tesoro dello Stato Secondo questa caricatura, i popolani erano gente seria, laboriosa e umile, mentre i nobili erano arroganti e beffardi della vita, perdevano il tempo in intrighi, erano seri nelle cose frivole e frivoli nelle cose serie
Questa caricatura era sbagliata, almeno per quanto riguardava il mondo germanico e austro un garico, dove la nobiltà formava la spina dorsale del l’esercito e della pubblica amministrazione, e le cui terre erano lavorate con le più avanzate tecnologie Ma la propaganda rivoluzionaria aveva ottenuto que sta vittoria nell’immaginario popolare
Al tramonto delle due grandi monarchie germa niche, la Provvidenza portò al trono più glorioso del mondo un giovane che aveva rifiutatoradicalmente questa caricatura, assumendo la grave responsabilità con un alto senso del dovere. Quando indossò la Co rona di Santo Stefano a Budapest, nel dicembre 1916, disse: “Essere re non significa soddisfare un ’ambizione, ma sacrificarsi per il bene di tutto il popolo”.
Mettendo in pratica questo motto, si stabilì nel piccolo castello di Laxenburg, restrinse lo stile di vita e si dotò di moderni mezzi di governo. Fece ampio uso del telefono e del telegrafo, e moltiplicò i viaggi in treno per stabilire i collegamenti con l’esercito e la popolazione Intraprese non meno di ottantadue viaggi e percorse 80.000 chilometri in soli 24 mesi. Trasformò il treno imperiale nella capitale itinerante della Monarchia.
Nemico del laicismo
Tuttavia, la dimensione più importante, che mo stra l’opera della Provvidenza nella sua persona, fu il modo in cui l’Imperatore Carlo si oppose all’anticle ricalismo massonico e al laicismo, allora l’aspetto più dinamico del processo rivoluzionario. Un decen nio dopo che la Repubblica francese aveva spogliato
la Chiesa di tutti i suoi privilegi, ponendo le basi dot trinali e legali per l’ipocrita laicità che ora regna in quasi tutti gli stati membri dell’Unione Europea, l’Imperatore Carlo scelse di perdere il trono prima che i possedimenti dell’Impero si trasformassero in territori apparentemente laici, in realtà atei
Come è noto, fin dal Settecento le logge mas soniche europee sognavano una società transnazio nale e transdenominazionale, all’interno di una federazione degli Stati Uniti d’Europa. L’ostacolo principale a questo progetto era lo Stato Pontificio e la Monarchia Duale, plasmata dalla pietas austriaca della famiglia imperiale e dalle belle espressioni di unità tra Chiesa e Stato, come la partecipazione del l’Imperatore, dell’intera Corte e delle istituzioni pub bliche alla processione del Corpus Domini per le strade di Vienna.
Lo Stato Pontificio era stato liquidato con la breccia di Porta Pia; ora toccava alla monarchia au stro ungarica. Nel suo libro Requiem per un Impero Defunto, lo storico ebreo ungherese François Fejtö ammette che il progetto massonico degli Stati Uniti d’Europa prevedeva la distruzione della monarchia cattolica dell’Austria Ungheria Secondo lui, la mas soneria ebbe un ruolo preponderante nella liquida zione dell’Impero
Non è indifferente che proprio a Vienna, dopo la caduta dell’impero tedesco, il conte Richard Niko laus Coudenhove Kalergi sia stato iniziato alla Mas soneria e abbia fondato il movimento paneuropeo. In uno dei suoi scritti paragona addirittura lo “spirito d’Europa” allo spirito di Lucifero: “Nella mitologia ebraica, lo spirito europeo corrisponde a Lucifero in greco Prometeo: il portatore di luce, che porta
Centenario del Beato CarloCarlo e Zita il giorno delle nozze, insieme a Francesco Giuseppe. A sin., l’arciduca Francesco Ferdinando, allora l’erede al trono
sulla terra la scintilla divina, [ ...] il Padre della tec nologia, dell’illuminazione e del progresso ”
Sarebbe stato più vantaggioso per la Massone ria internazionale, invece di distruggere l’Austria, mettere il prestigio della Monarchia Duale al servizio dei suoi ideali, proprio come Stalin mise la Chiesa Ortodossa Russa al servizio dell’Unione Sovietica, con risultati notevolmente migliori rispetto alla per secuzione religiosa di Lenin.
Rifiuta di piegarsi alla Massoneria
Fu questa sottomissione del trono austriaco ai piani massonici che l’imperatore Carlo rifiutò Ciò gli costò il trono e lo portò eventualmente alla morte su un’isola perduta nell’Atlantico Questa verità sto rica è documentata nei due volumi della Congrega zione per le Cause dei Santi la Positio super virtutibus serviti come base per la sua beatifica zione
Nella sua dichiarazione giurata durante il pro cesso, l’Imperatrice Zita affermò che le attività dei massoni contro l’Imperatore Carlo si svilupparono in tre fasi consecutive:
il contrasto ai tentativi di pace e la rivoluzione del novembre 1918;
tre offerte nel 1919 per conquistare personal mente l’Imperatore deposto;
un ultimo tentativo nel 1922 quando era già in esilio.
Secondo l’Imperatrice Zita, “la decisione finale della Massoneria di liquidare la monarchia austro ungarica fu presa durante il Congresso eucaristico di Vienna del 1912” L’allora arciduca Carlo ne venne a conoscenza pochi giorni dopo Una risoluzione della Gran Loggia di Francia del 28 maggio 1915, al legata alla Positio, informava il governo britannico e francese che la Massoneria voleva la rovina della Casa d’Asburgo, come era successo ai Borbone in Francia
La Positio super virtutibus contiene anche di chiarazioni dell’arciduchessa Isabella Carlotta, figlia di Carlo e Zita, e del fratello dell’Imperatrice, il prin cipe Xavier di Borbone Parma Entrambi confer mano che l’Imperatore fu avvicinato diverse volte da agenti della Massoneria, in Svizzera e Madeira Que sti agenti promettevano di riportarlo sul trono se
Centenario del Beato CarloCarlo fosse entrato nella Massoneria. Secondo il principe Xavier, gli agenti proposero a Carlo il ri torno a Vienna e la restaurazione politica ed econo mica dell’Austria Ungheria in cambio del riconoscimento della Massoneria, dell’instaurazione di un’educazione laica e dell’introduzione del divor zio In seguito, ridussero le esigenze alla semplice tolleranza della Massoneria.
L’Imperatore Carlo respinse tutti questi tenta tivi. Egli così si confidò col cognato: “Umanamente parlando avrei tutte le garanzie per riconquistare i miei stati. Sono state esercitate forti pressioni su di me da tutte le parti per non rifiutare quest’ultima op portunità Ma davanti a Dio non posso giustificare il raggiungimento del bene con l’aiuto del male Non ci sarebbe alcuna benedizione per questo”
Carlo era consapevole che uno Stato riceve la benedizione divina solo se riconosce Dio nella sua legislazione e rimane unito all’unica vera Chiesa del l’unico vero Dio Egli preferiva subire una tragedia per la sua famiglia, e persino per la Monarchia Duale, piuttosto che lasciare che il prestigio della corona servisse da copertura per i più grandi crimini, come accade oggi nei paesi con regimi monarchici, dove esistono l’aborto, l’eutanasia, le unioni omosessuali e altre nefandezze
Mai abdicò
Lo stesso vale per il suo rifiuto di abdicare al trono, un gesto che mostra come, oltre le combina zioni politiche, egli aveva una speranza di matrice cattolica che sarebbe arrivato il giorno in cui il trono austro ungarico (e, perché no, il trono di un Sacro Romano Impero risorto dalle sue ceneri?) sarebbe stato nuovamente occupato da uno dei suoi discen denti Per gli atei questa prospettiva è una chimera, ma per le persone di fede tutto è possibile per coloro che confidano in Dio, come insegna san Paolo
Com’è noto, dopo le successive sconfitte mili tari, le rivoluzioni scoppiate nei territori dell’Impero, la defezione di molti capi militari e autorità civili, nel novembre 1918 Carlo non poté che prendere atto dello scioglimento della sua autorità. Egli tuttavia non firmò l’abdicazione, bensì una rinuncia alla “par tecipazione al governo austriaco”. Due giorni dopo rinunciò anche a qualsiasi “partecipazione agli affari dello Stato ungherese” Tuttavia, era così convinto della sua legittimità che, con l’appoggio di papa Be
nedetto XV, tentò due volte di riprendere il trono un gherese, fallendo in ambedue le occasioni
Un segno ancora più chiaro della sua speranza per una futura restaurazione del trono furono le due visite del console inglese a Madeira, chiedendo a Carlo di abdicare in cambio di grandi benefici mate riali per sé e per la sua famiglia, cosa che egli rifiutò La prima volta il Console informò Carlo, in nome della Conferenza degli Ambasciatori, che se avesse abdicato gli sarebbero state restituite tutte le sue pro prietà e la sua famiglia avrebbe ricevuto sostegno materiale dall’Inghilterra Se avesse invece rifiutato, non avrebbe ricevuto nulla e, anzi, sarebbe stato proi bito qualsiasi invio di denaro per il suo manteni mento. Secondo le dichiarazioni dell’Imperatrice Zita nella Positio super virtutibus, Carlo rispose che la sua corona non era in vendita.
La seconda volta, lo stesso console minacciò l’Imperatore Carlo, in nome delle potenze vittoriose della Grande Guerra, che se fosse stato sospettato di pianificare un nuovo tentativo di restaurare la mo narchia, sarebbe stato trasferito in un altro luogo e separato dalla moglie e dai bambini Anche in questa occasione rimase irremovibile Egli disse all’Impe ratrice: “Dobbiamo confidare in Dio; il Sacro Cuore
Il duca Paul von Oldenburg tiene la sua relazione, alla sua sinistra il canonico Richard von MenschengenCentenario del Beato Carlo
di Gesù dirigerà tutto in modo che la volontà divina, qualunque essa sia, possa essere compiuta”.
Con l’inizio della malattia che lo porterà tra le braccia del Creatore, l’Imperatore Carlo si convinse che Dio gli chiedeva il sacrificio della vita per la sal vezza del suo popolo Egli confidò questo pensiero a Zita, aggiungendo: “Io sono pronto al sacrificio!”, un’ultima indicazione che, oltre la tragedia, conser vava nel suo cuore la luce della speranza che potesse avvenire in futuro una resurrezione spirituale del l’Austria Ungheria.
Uniti nella speranza
È quella speranza che ci unisce stasera attorno alla sua memoria
È una speranza che include non solo l’Austria e gli antichi possedimenti della Monarchia Duale, ma tutte le nazioni cristiane dell’Occidente Posso im maginare la reazione degli scettici. A essi rispondo
con le parole del prof Plinio Corrêa de Oliveira sul l’invincibilità della controrivoluzione:
“Omnia possum in eo qui me confortat (Fil 4,3) Quando gli uomini decidono di collaborare con la grazia di Dio, allora nella storia accadono cose me ravigliose: la conversione dell’Impero romano, la formazione del Medioevo, la riconquista della Spa gna a partire da Covadonga, sono tutti avvenimenti di questo tipo, che accadono come frutto delle grandi risurrezioni dell’anima di cui anche i popoli sono su scettibili Risurrezioni invincibili, perché non vi è nulla che possa sconfiggere un popolo virtuoso e che ami veramente Dio”
Poniamo questa speranza di una risurrezione dell’anima cristiana dell’Occidente ai piedi della sta tua della Madonna di Fatima, certi che con una gra zia immensa Ella non solo convertirà la Russia e riporterà la pace nel mondo, ma farà sì che la Mo narchia Duale risorga in tutto il suo splendore.
Gli stendardi della TFP sventolano davanti alla Hofburg, il palazzo imperiale di Vienna: una speranza cattolica di restaurazione della Civiltà Cristiana e di trionfo del Cuore Immacolato di Maria“Un’opera brillante”
Nuova edizione polacca di «Rivoluzione e Contro-Rivoluzione»
“I
l libro che presentiamo è, per molti aspetti, e soprattutto in termini intel lettuali e spirituali, un ’ opera bril lante, che fornisce al lettore specifici strumenti pratici per affrontare in modo costruttivo le sfide del mondo moderno. Queste analisi e i relativi consigli sono proposti dal prof Plinio Corrêa de Oliveira nello spirito cattolico di fedeltà all’insegnamento tradizionale del Magistero della Chiesa, anche quando è costretto a sottoporre alcune critiche giu ste e fondate”
Ecco l’incipit della Prefazione alla nuova edi zione polacca del capolavoro di Plinio Corrêa de Oli veira «Rivoluzione e Contro Rivoluzione», scritta dal sacerdote Tadeusz Guz, docente di Filosofia presso l’Università Cattolica di Lublino.
Dagli anni Sessanta, quando il saggio «La li bertà della Chiesa dello Stato comunista» provocò un’accesa polemica, il pensiero di Plinio Corrêa de
Oliveira è stato sempre pre sente nel pa n o r a m a i n t e l l e t t u a l e della Polonia
La pub blicazione di resa necessaria dalla crescita del numero di giovani che vogliono ricevere formazione sulla linea di que sto pensiero cattolico
Conclude P Guz: “Questo libro è un atto di fi ducia nel Signore Dio, da cui proviene la potenza della grazia e le luci e i doni dello Spirito Santo Pli nio Corrêa de Oliviera chiude l’opera con un atto di fedeltà alla Chiesa: Credo in Unam, Sanctam, Ca tholicam et Apostolicam Ecclesiam, contro la quale, secondo la promessa fatta a Pietro, le porte dell’in ferno non prevarranno ” .
Gli stendardi della TFP polacca davanti alle Barbacane di Cracovia
Il pensiero di Plinio Corrêa de OliveiraPlinio Corrêa de Oliveira: un autoritratto filosofico
La seconda parte, la più lunga, è dedicata al l’analisi delle sue azioni di contrasto alla Rivolu zione, sia attraverso libri e scritti, sia attraverso le campagne di piazza delle Società per la difesa della Tradizione Famiglia e Proprietà TFP, da lui fon date e ispirate. Perché questa enfasi sull’azione?
“S
ono tomista convinto L’aspetto della filosofia che più mi interessa è la filosofia della storia. In funzione di essa trovo il punto d’unione tra i due generi di at tività ai quali mi sono dedicato durante la mia vita: lo studio e l’azione”
Con queste parole Plinio Corrêa de Oliveira ini zia il suo Autoritratto Filosofico, scritto nel 1976 per richiesta del gesuita Stanislas Ladusans, che allora preparava un’Enciclopedia del Pensiero Filosofico Brasiliano in vari volumi Nel 1989, lo stesso sacer dote gli chiese di aggiornare il testo A causa dei mol teplici impegni, però, riuscì a farlo solo nel 1994, quando il sacerdote era ormai scomparso Egli stesso morì nel 1995. Il testo fu finalmente pubblicato post mortem nel 1997 In Italia, fu pubblicato in parte nel marzo 1997 come supplemento alla rivista Tradi zione Famiglia Proprietà
Ecco che adesso vede la luce una nuova edi zione italiana, integrale e in formato libro, curata da Roberto de Mattei (Edizioni Fiducia, 2022)
L’Autoritratto Filosofico contiene due parti ben definite:
La prima parte espone la visione storica di Pli nio Corrêa de Oliveira, brillantemente condensata nel suo libro Rivoluzione e Contro Rivoluzione. Più che disquisizioni teoriche, però, sono riflessioni sulla sto ria della Civiltà cristiana, sulle cause della sua deca denza dalla fine del Medioevo, e sulle concrete possibilità di una sua rinascita nei giorni nostri. Siamo quindi nel campo della filosofia della storia piuttosto che in quello della filosofia speculativa.
L’opera intellettuale di Plinio Corrêa de Oli veira è vasta e profonda. Lo stesso prof. de Mattei se n’è occupato nel libro Plinio Corrêa de Oliveira. Apostolo di Fatima, Profeta del Regno di Maria (Edizioni Fiducia, Roma 2017) Nel 2013 è stato pubblicato, per i tipi della Cantagalli, il volume In nocenza primordiale e contemplazione sacrale del l’universo. Più recentemente, ha visto la luce L’Angelica milizia. Gli angeli nel panorama attuale della Chiesa e del mondo (Cantagalli 2021), che con tiene la sua teologia sugli angeli
La sua opera filosofica/teologica contenuta in quasi ventimila pagine e famigliarmente conosciuta come MNF è in fase di sistemazione e pubblica zione Plinio Corrêa de Oliveira era davvero un pen satore sconfinato e profondo, di una coerenza, direi una linearità di pensiero che pochi intellettuali pos sono eguagliare. Eppure, egli si riteneva fondamen talmente un combattente: “Io sono fonda mentalmente un combattente Un combattente che deve pensare per lottare meglio Un combattente che prega per ottenere dal Cielo le grazie necessarie per la battaglia. Fondamentalmente, però, io sono un combattente Per me, lo studio è uno strumento che serve per lottare, oltre che per conoscere meglio la verità Lo studio va fatto nello scontro, nella batta glia, riflettendo su di essa e studiando ciò che è ne cessario per portarla a termine”.
Con giustizia, dunque, egli è ritenuto un “Cro ciato del secolo XX”, titolo di un libro biografico scritto dallo stesso Roberto de Mattei nel 1997.
Salutiamo con speranza la pubblicazione del suo Autoritratto Filosofico, proprio in Italia, uno dei paesi dove, per uno speciale favore della Provvi denza, il pensiero e l’esempio di vita di grande que sto leader brasiliano hanno trovato molta eco. Che esso possa servire per infondere fiducia e coraggio nei cattolici italiani, spronandoli a impegnarsi, an ch’essi, nella crociata del secolo XXI (JL)
Plinio Corrêa de Oliveira: la fine del silenzio
di Julio LoredoNel corso di un’intervista negli anni Ot tanta, il reporter di un noto quotidiano brasiliano disse a Plinio Corrêa de Oli veira: “Lei è poco conosciuto”. Con quella prontezza di spirito che mai gli mancò, il leader cattolico ri spose: “Infatti, ho la fama di essere sconosciuto ” La vita pubblica di Plinio Corrêa de Oliveira è stata una montagna russa costellata da lunghi periodi di silenzio e ostracismo alternati a momenti di feroci campagne denigratorie via stampa Bisognava sep pellirlo sotto una coltre di silenzio, oppure sotto un cumulo di calunnie
Ma il tempo è galantuomo Venticinque anni dopo la sua scomparsa, la coltre di silenzio si sta as sottigliando sempre di più, mentre si moltiplicano gli studi accademici sulla sua vita e la sua opera. Oggi non è più possibile scrivere la storia del cattolicesimo del XX secolo senza menzionare Plinio Corrêa de Oliveira e la TFP.
Il Servizio di documentazione della TFP ha rac colto negli ultimi dieci anni non meno di 178 libri e tesi di laurea dedicate al leader brasiliano o conte nenti almeno lunghe menzioni Si tratta perlopiù di studi di univer sità brasiliane Ma crescono anche le pubblicazioni di centri accade mici nordamericani ed europei
Poco tempo fa abbiamo dato notizia del recente libro di Benja min Cowan, dell’Università della California, «Moral Majorities», che espone il ruolo del leader bra siliano nella creazione della destra religiosa internazionale
Usando documenti finora inediti, Cowan mostra il protagonismo di Plinio Corrêa de Oliveira nella reazione tradizionalista durante il Concilio Vaticano II Protagonismo di solito sottaciuto in favore di altre figure Il gruppo dei membri della TFP presenti a Roma in quel periodo, secondo Cowan, “ha giocato un ruolo principale, e in un certo senso pioneristico, nella politica del cattolicesimo tradizionalista, in ambito nazionale e transnazionale, durante e dopo il Concilio” Un ruolo che solo adesso comincia a venire alla luce nelle ricerche accademiche
L’importanza di Plinio Corrêa de Oliveira si evi denzia in modo particolare nel campo dottrinale, come maestro del pensiero contro rivoluzionario contem poraneo. Nel suo profondo studio sul concetto di Ri voluzione, Karol Kasprowicz, dell’Università di Lublin, in Polonia, cita numerose volte il leader brasi liano, annoverandolo fra i “pensatori classici” (Re flections on Historiography and Theory of Revolution, University of Lublin 2020)
Interessante il libro di Yves Chiron «Histoire des Traditionalistes» (Tallandier, Parigi 2022), che
“Ho la fama di essere sconosciuto...”
Plinio Corrêa de Oliveira concede un’intervista nella sua casa
Il pensiero di Plinio Corrêa de Oliveira
dedica un intero capitolo al leader brasiliano. “La fi gura di Plinio Corrêa de Oliveira si impone fra i pre cursori del tradizionalismo”, afferma l’autore, e menziona il libro «In difesa dell’Azione Cattolica», pubblicato nel 1943 allorché Plinio Corrêa de Oli veira era presidente dell’Azione Cattolica a San Paolo. Quest’opera, secondo Chiron, è la prima “de nuncia degli errori progressisti che si diffondevano nell’Azione Cattolica e nella società”
Yves Chiron“Plinio Corrêa de Oliveira ha giocato un ruolo principale nella politica del cattolicesimo tradizionalista, in ambito nazionale e transnazionale, durante e dopo il Concilio”
Benjamin CowanUn altro studio recente è «Zivilisationismus und rechte Untergangsvorstellungen in Polen, Deut schland und Österreich», di Jos Stübner (Institute of Slavic Studies, Polish Academy of Sciences, 2021), che passa in rivista l’azione di alcune TFP europee ispirate da Plinio Corrêa de Oliveira, nel contrasto alla cosiddetta agenda lgbt. Lo stesso fa riguardo al l’azione in Polonia e in Spagna Mónica Cornejo Valle, dell’Universidad Complutense di Madrid, in uno studio pubblicato recentemente a Londra: «We Don’t Want Rainbow Terror: Religious and Far Right Sexual Politics in Poland and Spain» (Pal grave Macmillan, United Kingdom 2022). Secondo Cornejo Valle, “la rete internazionale ispirata dalla TFP è la più efficace organizzazione anti LGBTQ”.
Alla stessa conclusione arriva Neil Datta nello studio «Modern Day Crusaders in Europe. Tradition, Family and Property: analysis of a transnational, ultra conservative, Catholic inspired influence net work», pubblicato dal Forum parlamentare europeo per i diritti sessuali e riproduttivi Si tratta di una po tente lobby con sede a Bruxelles, della quale fanno parte una trentina di europarlamentari, legata alla multinazionale International Planned Parenthood Fe deration Secondo lo studio, le TFP sono diventate una delle principali forze di contrasto all’agenda LGBTQ in Europa: “Esse riescono a influenzare i centri di poteri europei”
Chi conosce l’opera del pensatore brasiliano è famigliare con l’espressione “false destre”, usata per descrivere un certo tipo di reazione pseudo controri voluzionaria che, in realtà, svia i buoni verso posi zioni e atteggiamenti che finiscono per favorire il processo rivoluzionario. Ecco un interessante studio in merito di Luis Herrán Ávila: «Las falsas derechas: Conflict and Convergence in Mexico’s Post Cristero Right after the Second Vatican Council» (Cambridge University Press, marzo 2022) L’autore, dell’Uni versità di New Mexico, Stati Uniti, identifica nella posizione di Plinio Corrêa de Oliveira il perfetto equilibro della posizione tradizionalista e contro ri voluzionaria senza cadere nel sedevacantismo né
“La figura di Plinio Corrêa de Oliveira si impone fra i precursori del tradizionalismo”
“La rete internazionale ispirata dalla TFP è la più efficace organizzazione anti-LGBTQ”
Mónica Cornejo Valle
nella trappola delle destre di stampo filonazista o di tendenza esoterica.
Merita una menzione lo studio del prof. Georg Wink, dell’Università di Copenhague «Brazil, Land of the Past: The Ideological Roots of the New Right» (Bibliotopía 2021, Cuernavaca, México). Con dovi zia di documentazione, l’autore mostra come la rea zione conservatrice che soffia in Brasile e solitamente attribuita ad altri personaggi sia in re altà conseguenza del pluridecennale lavoro propa gandistico di Plinio Corrêa de Oliveira e della TFP brasiliana. Degno di nota anche il lavoro di Erika Helgen «Religious Conflict in Brazil», pubblicato nel 2020 dalla Yale University, che contiene numerose menzioni all’azione di Plinio Corrêa de Oliveira
In «The Modern Memory of the Military reli gious Orders Engaging the Crusades» (Routledge, London & New York 2022) Luiz Felipe Anchieta Guerra descrive il ruolo di Plinio Corrêa de Oliveira nel “ sorgere del medievalismo politico, cioè l’uso di simbolismo medievaleggiante nel campo politico”, un fenomeno che, secondo l’autore, contraddistingue la nuova destra mondiale
Parlando degli Stati Uniti, possiamo menzio nare «The Rise of the Catholic alt Right», di Domi nic Wetzel, del Kingsborough College di New York (2020). Il saggio traccia la nascita della destra tradi zionalista cattolica, una realtà finora quasi inesistente negli Stati Uniti. E, di nuovo, conclude che tale svi luppo non sarebbe stato possibile senza il decisivo contributo della TFP Americana
Chiudiamo questo campionario, necessaria mente breve, menzionando lo studio di Giselle Za notto «Plinio Corrêa de Oliveira: A Scholar of Reaction, Activist of Conservatism and Crusader of Counterrevolution» (Universidade Estadual de Ma ringá 2019). Zanotto spiega che il pensiero e l’azione di Plinio Corrêa de Oliveira sono difficili da classi ficare secondo rigidi criteri accademici, costituendo piuttosto una vasta e profonda reazione contro il pro cesso rivoluzionario in ogni suo aspetto Donde il qualificativo di “Crociato della Contro Rivoluzione”
Si stanno avverando quelle parole con cui Plinio Corrêa de Oliveira chiudeva il suo Autoritratto filo sofico: “Sono sicuro che i princìpi ai quali ho con sacrato la mia vita sono oggi più attuali che mai e indicano il cammino che il mondo seguirà nei pros simi secoli Gli scettici potranno sorridere, ma il sor riso degli scettici non è mai riuscito a fermare la marcia vittoriosa di coloro che hanno Fede”
“Plinio Corrêa de Oliveira ha avuto un ruolo importante nel sorgere del medievalismo politico, cioè l’uso di simbolismo medievaleggiante nel campo politico”
Luiz Felipe Anchieta“Le TFP sono una delle principali forze di contrasto all’agenda LGBTQ in Europa. Esse riescono a influenzare i centri di poteri europei”
Neil DattaLa piattaforma online Academia, fondata all’Uni versità di Oxford (foto sopra), e della quale oggi partecipano più di 1.500 università di tutto il mondo, contiene (finora) 7.253 studi accademici su Plinio Corrêa de Oliveira e le TFP, o contenenti almeno lunghe menzioni
Campagna europea contro l’aborto
Lo scorso 9 giugno, il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione con l’intento di contrastare la decisione della Corte suprema sta tunitense che ha tolto la giustificazione costituzio nale all’aborto negli Stati Uniti. Gli europarlamentari chiedono di inserire il diritto all’aborto nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea. Il testo, non legislativo, è stato approvato con 324 voti favo revoli, 155 contrari e 38 astensioni Molto triste il nu mero di europarlamentari di “destra” che hanno votato favorevolmente
Le TFP europee hanno quindi attivato una cam pagna in difesa della vita innocente Una “carovana” composta da volontari di diverse TFP, ha percorso durante il mese di agosto diverse città di Germania, Francia, Olanda e Belgio, diffondendo lo studio «In America come in Europa: dobbiamo pregare e agire per finire col peccato dell’aborto»
L’Europa, spiega lo studio, è nata dalla Civiltà cristiana, fondata sul Magistero della Chiesa e sul di ritto naturale Violare il diritto più fondamentale, ap punto quello alla vita dell’essere innocente, è distruggere le stesse fondamenta sulle quali poggia la nostra civiltà, per non parlare poi della Legge divina In questo senso, il Parlamento europeo si sta sempre di più comportando come l’esatto opposto di ciò che dovrebbe invece rappresentare
La sinistra abortista ed lgbt ha reagito in ma niera scomposta, lanciando una serie di aggressioni che, dalle parole, sono passate più volte agli attacchi fisici, richiedendo l’intervento della Polizia Priva di argomenti, la sinistra ricorre sempre di più alla vio lenza, facendo balenare ancora una volta l’eventua lità di una dittatura brutale. Si cammina a grandi passi verso l’Unione delle Repubbliche Sovietiche Europee
L’Irlanda è cattolica, mai socialista!
di Joseph Gensens Carovana” della TFP irlandese I volontari della TFP irlandese sulla O’Connell Street, nel centro di Dublino Il mondo delle TFPIn un tranquillo pomeriggio d’estate, un grido ha ri suonato nella cittadina di Athlone: “L’Irlanda è cat tolica, mai socialista!” I giovani dell’Irish Society for Christian Civilisation la TFP irlandese erano tornati in piazza, questa volta per portare all’attenzione del pubblico la preoccupante avanzata del socialismo in questo Paese. Il Go verno procede con prudenza, però, attento a non sollevare rea zioni Bisogna assolutamente allertare l’opinione pubblica!
Il socialismo sta distruggendo il diritto di proprietà. Per esempio, è stato introdotto un disegno di legge sul “diritto al l’abitazione”. Se approvato, il ddl riconoscerebbe il “diritto a un alloggio sicuro, accessibile e dignitoso” Contestualmente, “limita il diritto alla proprietà privata laddove è necessario per assicurare il bene comune”. Non tutti
Più preoccupante ancora è l’avanzata socialista nel campo dell’educazione. Il ministero della Pubblica Istruzione ha introdotto un programma di contrasto alla “violenza di ge nere” nelle scuole, che promuove il “travestimento”, il “di vertimento erotico”, e “l’educazione alla fluidità di genere”
Dal 24 al 31 luglio giovani volontari dell’Irish Society for Christian Civilisation hanno visitato Dublino, Limerick, Galway, Cork, Athlone e Wexford, distribuendo più di dieci mila volantini dal titolo “Dieci motivi per rifiutare il sociali smo ” Il volantino smaschera l’ideologia socialista, mostrando come attacca la fede cattolica, la famiglia e la proprietà pri vata.
Molte persone hanno espresso sorpresa, sta portando avanti la sua agenda in modo surrettizio Illuminati dalla no stra campagna, molti hanno reagito in modo piuttosto deciso Un giovane a Galway è messo a gridare: “Odio il socialismo!”
A Cork, un signore si è avvicinato e ha detto al volontario della TFP: “Voi siete gli unici a farlo, ed è una questione così importante Le persone non si rendono conto che c’è un’ideo logia di fondo che spinge questo, l’aborto e tutti gli altri mali”.
Ci sono state, ovviamente, anche dei contrasti A Lime rick, un gruppo di militanti anarchici ha attaccato i volontari della TFP rubando loro una scatola piena di volantini, van tandosene poi su Twitter La tanto decantata libertà di parola
Alcuni politici conservatori hanno proposto diversi ddl in senso opposto al socialismo Mentre una tale strategia è en comiabile, e conta col nostro totale appoggio, riteniamo che ciò non sia sufficiente La soluzione ai problemi dell’Irlanda è un ritorno a Dio, cioè una conversione spirituale L’Irlanda ha bisogno di (ri)abbracciare la civiltà cristiana. Questo ideale diventerà realtà in Irlanda solo quando Dio, la Sua Chiesa e le Sue leggi saranno al centro della società.
Preghiamo e lottiamo per la conversione dell’Irlanda af finché possa tornare a essere land of saints and scholars terra di santi e di saggi Siamo sicuri che il nostro patrono san Pa trizio sarà al nostro fianco
Campeggi estivi per ragazzi
Come è ormai tradizione, anche quest’anno si sono realizzati due campeggi estivi per ragazzi dai 13 ai 18 anni: uno in Francia, al quale hanno partecipato giovani provenienti dalla Germa nia, Francia, Olanda, Polonia e Italia (foto pagina a fianco); e un altro in Irlanda, per giovani irlandesi e statunitensi (foto su questa pagina) Il titolo “Un ap pello alla cavalleria” ne rende lo spirito.
Il mondo delle TFPAlle riunioni dottrinali di formazione, sempre con supporto multimediale, seguivano attività ri creative e culturali. Molto partecipati i “giochi me dievali”, in cui due squadre si affrontavano in diverse giostre La disciplina era stretta, per esem pio con ispezione quotidiana delle abitazioni.
L’aspetto spirituale, infatti quello principale, era garantito dalla presenza di sacerdoti che cele bravano quotidianamente la Santa Messa in rito ro mano antico Preghiere la mattina e prima di ogni attività, fino alla solenne Salve Regina cantata la sera prima di riposarsi, costellavano le giornate.
Crociati della Madonna
Brani dell’omelia del canonico Guillaume Fenoll, dell’Istituto Cristo Re Sommo Sacerdote, nella Santa Messa dell’Assunta, durante l’Università estiva delle TFP.
Poiché la vittoria di Nostro Signore ebbe luogo sulla Croce e per il Suo Sangue, è comprensibile che si perpetui lungo la storia, an ch’essa, attraverso lotte e contraddizioni È la guerra fra la Rivoluzione e la Contro Rivoluzione, fra la Luce e le tenebre Ogni cristiano è chiamato alla bat taglia! Lo stesso Cristo ci ricorda: “Sono venuto a portare la spada” (Mt 10, 34)
Voi, cari membri della TFP, come figli e degni eredi di Plinio Corrêa de Oliveira, avete una voca zione speciale in questa guerra: essere i Crociati della Madonna!
Oggi la guerra fra il Regno di Dio e quello di satana raggiunge un apice impressionante, special mente in seno alla Chiesa. Questo avanzamento della Rivoluzione in tutte le sue forme non ci deve sco raggiare Al contrario, deve stimolare il nostro ardore nella lotta, con la certezza che camminiamo verso il Regno del Cuore Immacolato di Maria
Il nemico è possente, il principe di questo mondo, l’ispiratore della Rivoluzione, sembra avere
oggi nelle sue mani tutti i poteri della terra. Dal punto di vista umano, la guerra sembra persa
Non è affatto così! A lui noi opponiamo l’eser cito dei consacrati alla Madonna Abbiamo un’arma formidabile: il Santo Rosario. Abbiamo rinforzi po tentissimi: le milizie angeliche che Dio manda a lot tare a nostro fianco Abbiamo l’intercessione di tutti i santi del Cielo
Soprattutto, però, per portarci alla vittoria ab biamo un Generale in capo, la Madonna, che ha già schiacciato il nemico infernale per sempre. Lei, no stra Sovrana, di cui oggi celebriamo il glorioso in gresso nel Cielo per far parte della Corte del Re dei re. La nostra Madre celestiale, il cui nome riempie di terrore le orde delle tenebre!
Nell’esempio del dott. Plinio, amorevolissimo devoto della Madonna, offriamo i nostri cuori co raggiosi per difendere l’onore del Cuore Immacolato di Maria, per la maggior gloria di Dio e per la sal vezza delle anime Così sia!
Via Crucis notturna all’Università estiva delle TFP, in FranciaNel suo ultimo viaggio in Eu ropa, nel 1988, Plinio Corrêa de Oliveira si recò al Sacro Specco di Subiaco a rendere omaggio a san Benedetto, fondatore di quella Cristianità europea da lui tanto amata e venerata. Al l’ingresso di Subiaco ci sono nate e cre sciute sulla roccia delle vecchie querce, le cui radici per attecchire nel terreno hanno dovuto frantumare grossi sassi. In alto, le maestose chiome sembrano proclamare che, pur su un suolo così ostico, le querce sono riuscite a spuntarla Uomo di grande sensi bilità metaforica, Plinio Corrêa de Oliveira immediatamente esclamò:
Come le querce di Subiaco
“Queste querce ben simboleggiano la nostra storia. Questi siamo noi, queste sono le TFP!
“Le TFP sono nate e si sono svilup pate di fronte a un establishment che ri servava loro un trattamento a fasi alterne: dal silenzio assoluto e l’ostracismo, alle martellanti campagne di diffamazione, a volte anche con i potenti mezzi della stampa e della TV; e da questa calunnie nuovamente alla cappa di silenzio, quando la quercia si rivelava resistente.
“E la quercia è rimasta ben salda!”
Le maestose querce all’ingresso del Sacro Specco di Subiaco Membri delle TFP europee in pellegrinaggio al Sacro Specco