ATG Business Magazine
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dicembre '16
ATG Srl Augura a Lei ed ai Suoi cari un Buon Natale ed un Felice Anno Nuovo.
ATG S.r.l. - Via Alfieri, 1/a 30038 Spinea (Ve) Tel. 041.86.24.045 - Fax 041.86.23.140 - Cell.: 3401030278 E-mail info@atg-srl.com Web www.atg-srl.com
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SOMMARIO
DICEMBRE 2016
Scattolin Distribuzone
4
CM Srl
6
Confartigianato Imprese Veneto
8
Trento Car Service
10
Pasqualetto Auto
11
Columbus
12
Adami Spumanti
14
Agenzia Generale Largo Porta Altinina
15
Prestigiosi uffici zona Auchan
16
Heinrich Group Hotels
17
Mestriner Welding
18
ATG Automotive Gajotto
30038 Spinea - Venezia info@atg-srl.com
Scattolin Distribuzione Automatica srl Via Torricelli, 15 – 30033 Noale (VE) – Tel.041 440135 Fax 041 5828980 E-mail: info@scattolin-srl.it - Web www.scattolin-srl.com P.I. e C.F. 03653630271
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CONFARTIGIANATO IMPRESE VENETO Nasce l’associazione dei birrai artigiani della Marca La scorsa settimana si sia tenuta a Camalò un incontro conviviale tra i birrai della provincia di Treviso e del veneto. Non è stato un semplice incontro tra colleghi, ma un meeting per valutare lo stato del mercato artigianale e per presentare la nuova associazione dei birrari artigianali che, nata all’interno della Confartigianato della Marca Trevigiana, ha già in programma di crescere sempre nell’ambito della Confartigianato sia a livello regionale che nazionale . La presentazione da par te del presidente Ivan Borsato, titolare della azienda "Micro Birrificio Casa Vecia Borsato", è avvenuta nell'ambito della Rassegna Triveneta delle birre artigianali organizzata dalla Pro loco di Camalò, occasione in cui sono stati presentati il logo ed il programma dell'associazione alla presenza tra gli altri del sindaco di Povegliano Rino Manzan.. “I microbirrifici -ha spiegato Borsato-, target a cui si ricolge la categoria della Confartigianato, stanno intercettando una richesta di prodotti originali, innovativi e di qualità che non trova soddisfazione nelle produzioni più industriali. Parliamo quindi di prodotti personalizzati che stanno avendo un buon successo di vendite non solo nel nostro Paese ma anche nel mondo. Il metodo di produzione e le realtà aziendali sono per questo motivo molto particolari e difficilmente incasellabili nelle coordinate tradizionali. Da qui l’esigenza -almeno per noi, precisa
Borsato- di un nuovo attore nel settore che arricchirà un cast già numeroso, nel quale convivono associazioni, consorzi, movimenti certamente interessanti ma che non ci rappresentano a pieno”. Tornando all’incontro conviviale, in quella sede i birrai partecipanti (una ventina provenienti anche dalle provincie di Vicenza Belluno e Venezia, segno che l’argomento è piuttosto sentito) si sono espressi favorevolmente circa l’idea della creazione di una vera e propria associazione di categoria, capace di difendere gli interessi dei produttori e di sviluppare sia la cultura birraria che la professionalità/competenza dei suoi associati. In Italia il mercato della Birra dà lavoro a 5.350 addetti diretti che diventano 137.000 unità se includiamo l’intera filiera produttiva birraria (fonte annual report Assobirra 2015). In realtà negli ultimi 3 anni l’occupazione nel settore ha avuto un calo del 5%, ma parliamo di tutta la birra. In controtendenza, invece, i Microbirrifici che nell’ultimo anno hanno confermato il trend positivo con +8%, passando da poche unità negli anni 90, a 113 nel 2008, fino a 524 attivi nel 2015. Ma quanto sono in Veneto? 39 e si concentrano soprattutto nel trevigiano dove operano quasi un terzo: 13. Ma Verona (8), Padova (6), Vicenza (5) e Venezia 3, seguono quasi paritariamente. E proprio in Veneto si prospetta per prima la possibilità di determinare un vero e nuovo standard di qualità. La
proposta di legge regionale n.133 “Istituzione del marchio dei prodotti e dei produttor i ar tigianali”, vuole determinare uno status di “birra di qualità”, attraverso una certificazione e la concessione di un marchio da apporre in etichetta e sull’immagine istituzionale del birrificio. “Qualità, tutela e sviluppo. Un programma semplice in soli tre punti – ha spiegato Borsato ai colleggi- che si declinerà in: un percorso formativo e di cer tificazione della qualità anche attraverso l’istituzione di un nostro “marchio di qualità”, sperando che diventi lo standard anche del PDL regionale: la tutela e la promozione della Birra Artigianale e della Categoria dei Birrai termini oggi pur troppo decisamente inflazionati lavorando s o p ra t t u t t o s u l l a i n f o r m a z i o n e e formazione dei mass madia ed infine grazie all’Ente Bilaterale, accedere ad aiuti economici per farci parteciparte a manifestazioni di settore atte allo sviluppo delle vendite”. “In definitiva -ha concluso il Presidentevogliamo candidarci a fornire al settore un organo in grado di sostenere le esigenze degli operatori del mercato, che sono decisamente cambiate rispetto agli anni del pionierismo birrario”.
CONFARTIGIANATO IMPRESE VENETO Piano casa nel Veneto prorogato al dicembre 2018 “Un bel regalo di Natale, per la verità atteso, ma graditissimo” Commenta così Paolo Bassani, Presidente degli Edili di C o n f a r t i g i a n a t o I m p r e s e Ve n e t o l’approvazione ieri sera in Consiglio Regionale Veneto dell’attesa e richiesta proroga dei termini di scadenza del Piano Casa da maggio 2017 a tutto il 2018. “Siamo soddisfatti -afferma Bassani- per una proroga c he avevamo ric hiesto come Confartigianato in audizione in Consiglio ed arrivata anche prima del previsto, per uno strumento che si è rivelato “formidabile” nell’avviare una politica di “integrazione edilizia” che, costruendo sul costruito, ha prodotto nuove cubature senza alcun consumo di suolo, senza le “colate di cemento” tanto paventate dai detrattori e mai avvenute, come peraltro emerso da studi e indagini svolti da Edilcassa Veneto e da FRAV-Confartigianato nell’ultimo anno. Vediamo alcuni numeri aggiornati (dati Osservatorio Edilcassa Veneto sul Piano Casa): • il piano casa ha garantito di tenere in vita 8.000 imprese e 14.000 posti di lavoro; • è stato utilizzato dal 22% delle imprese edili venete; • ha movimentato lavori mediamente compresi tra 30 e 40 mila euro per singolo intervento; • è stato utilizzato da poco più del 4% delle famiglie, valore che scende al 2% nei capoluoghi di provincia e sale al 10% nei comuni delle aree diffuse; • gli incrementi volumetrici medi sono stati pari a 160mc per singolo intervento nel settore residenziale (nel non residenziale questo valore sale a 650 mc); • l’impatto ambientale è stato pressoché nullo, così come l’impatto urbanistico: si tratta in media di 4 interventi per kmq, pari ad una
volumetria di 640 mc, che corrisponde ad un cubo di 9 x 9 metri di lato per 8 metri di altezza, edificati su quanto già esistente (una volumetria assolutamente trascurabile sia per impatto ambientale, che paesaggistico che di carico urbanistico; • l’impatto urbanistico complessivo, dall’inizio dell’uso del piano casa, è valutabile in poco più di 12 milioni di mc complessivi, a fronte di 48 milioni di mc di nuova edilizia residenziale approvati dai comuni nello stesso periodo. La sovra produzione di case nel periodo precrisi che ha prodotto in Veneto oltre 27 mila alloggi invenduti, si è confrontata con una diminuzione dell’85% dei permessi di costruire negli ultimi 10 anni. Dunque il mercato non assorbe più il nuovo e necessita di altre forme, più flessibili e adeguate, di intervento. “Il piano casa, -spiega Bassani- che nasce come strumento straordinario per il sostegno alle limitate possibilità economiche delle famiglie, come opportunità di miglioramento edilizio e di integrazione anche sociale (le due stanze in più per i figli o per avvicinare i genitori anziani, ad esempio), ma anche come sostegno al mercato edilizio in crisi, si è rivelato una “straordinaria opportunità” nella sua ordinarietà. L’ultima approvazione, che ne ha garantito l’utilizzo per 5 anni, ha di fatto reso lo strumento una norma quasi ordinaria, e in questa ordinarietà va trovata oggi una soluzione c he per me tt a di proseguire nel suo uso. In questo senso la norma approvata nella finanziaria regionale è positiva, ma lo sarà ancora di più se si costruiranno le condizioni per rendere lo strumento strutturale e non congiunturale”. “Perché -prosegue- il mercato è cambiato. Oggi abbiamo bisogno di piani per risistemare le città, “ricucire le
periferie” (direbbe Renzo Piano), ma anche strumenti per interventi puntuali e specifici che non alterino il rapporto tra paesaggio e suolo consumato. Dall’inizio della crisi il mercato d e l l ’ e d i l i z i a i n Ve n e t o h a p e r s o complessivamente il 30% di investimenti, quasi 4 miliardi di euro all’anno che difficilmente potranno tornare a rappresentare il plafond operativo per le imprese. Questa riduzione è stata parzialmente limitata dagli investimenti relativi al piano casa, oltre 3,5 miliardi di euro in sette anni, ovvero una media di circa 500 milioni di euro all’anno di investimenti che altrimenti non ci sarebbero stati”. “Una riflessione finale -conclude Bassani-. Nell’epoca dell’economia circolare il piano casa rappresenta un tassello importante per migliorare case, edifici e centri abitati, garantendo nuove opportunità nel rispetto di quanto già costruito, della riduzione del consumo di suolo e delle esigenze delle famiglie e dei cittadini, permettendo alle imprese, in particolare quelle artigiane, di garantirsi lavori e interventi in grado di supportare anche le innovazioni aziendali in termini di soluzioni tecniche e di nuove tecnologie applicative. Una normativa “winwin”, dove vincono tutti, dal territorio alle imprese, dalle città alle famiglie e ai cittadini. Una normativa che dimostra ancora una volta il vero volto del Veneto innovativo”.
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