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Costa d’Avorio

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Fonti

Fonti

Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati United Nations High Commissioner for Refugees

I dati contenuti nella tabella a fianco sono forniti dall’Alto Commissariato per i Rifugiati UNHCR. Sono dati ufficiali tratti dal rapporto Global Trends 2010 uscito nel giugno 2011 dai quali è possibile vedere i flussi dei rifugiati in entrata ed in uscita da ogni singolo paese. Per un approfondimento rimandiamo alla consultazione del rapporto stesso.

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RIFUGIATI ORIGINATI DALLA COSTA D’AVORIO

RIFUGIATI 41.758

PRINCIPALI PAESI CHE ACCOLGONO QUESTI RIFUGIATI

LIBERIA 24.536

SFOLLATI PRESENTI NELLA COSTA D’AVORIO

514.515

RIFUGIATI ACCOLTI NELLA COSTA D’AVORIO

RIFUGIATI 26.218

PRINCIPALI PAESI DA CUI ARRIVANO QUESTI RIFUGIATI

LIBERIA 25.563

Situazione attuale e ultimi sviluppi

Commissione verità e riconciliazione

Il Presidente Alassane Ouattara ha approvato un decreto che istituisce la nascita di una Commissione di Inchiesta sulle violenze post-elettorali che hanno tenuto in scacco il Paese tra il dicembre 2010 e l’aprile 2011. Circa 3.000 persone sono morte e oltre un milione risultano disperse in seguito ai fatti accaduti tra il ballottaggio del 28 novembre 2010 e la cattura (aprile 2011) dell’ex capo di Stato Laurent Gbagbo, che si era rifiutato di riconoscere la vittoria del suo avversario allo scrutino presidenziale. La Commissione si ispira al modello di quella del Sud Africa dopo l’apartheid. La Corte penale internazionale, intanto, ha effettuato ricerche preliminari e potrebbe presto aprire una propria inchiesta sui crimini commessi da entrambe le parti in lotta per il potere.

UNHCR/H. Caux Alla fine, Laurent Gbagbo, il Presidente uscente che non aveva accettato il responso delle urne nel novembre 2010, ha alzato bandiera bianca. Alassane Ouattara, Presidente riconosciuto vincitore dalla comunità internazionale, ha sferrato l’attacco finale, e ora dovrà gestire la difficile uscita dal lungo e sanguinoso conflitto civile. Una mano fondamentale gli è stata data dagli elicotteri francesi, della missione Licorne, insieme a quelli dell’Onu che hanno martellato le postazioni militari di Gbagbo. Lo scopo: proteggere la popolazione e distruggere le armi pesanti del Presidente uscente. Un intervento che ha suscitato numerose polemiche soprattutto in seno all’Unione Africana. Il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban ki-Moon, ha difeso le azioni congiunte degli elicotteri Onu e francesi contro il palazzo presidenziale, spiegando che si è trattato di azioni a protezione dei civili e non un attacco contro l’ex Presidente. La Costa d’Avorio rimane un Paese fragile e instabile. I prossimi mesi saranno cruciali. Questa è la conclusione contenuta in un rapporto stilato dall’International Crisis Group, una Ong per la prevenzione dei conflitti. Secondo gli esperti di questa Ong, il neo Presidente della Costa d’Avorio deve adottare “decisioni coraggiose” senza sottovalutare “le minacce che a lungo potrebbero ipotecare la pace”. Prioritari sono i settori della sicurezza, della giustizia, dell’economia e del dialogo politico per attuare un processo di riconciliazione nazionale e di ricostruzione. Ouattara, intanto, si sente forte del sostegno politico ed economico confermatogli dal Presidente Barack Obama, uno dei primi Capo di Stato occidentale che ha ricevuto il suo omologo ivoriano, ma anche della cooperazione bilaterale, rafforzata, conclusa ad Abuja, con il Presidente nigeriano Goodluck Jonathan. La Nigeria, Paese più popoloso dell’intera Africa occidentale, è il primo partner economico della Costa d’Avorio. “Vogliamo sviluppare relazioni diplomatiche molto strette per fare insieme grandi cose per la nostra regione e l’intera Africa”, ha detto Ouattara di ritorno ad Abidjan,

COSTA D’AVORIO

Generalità

Nome completo: Repubblica della Costa d’Avorio Bandiera

Lingue principali:

Capitale: Popolazione: Area: Religioni: Moneta: Principali esportazioni:

PIL pro capite: Francese (ufficiale), dioula, baoulé, bété, sénoufo Yamoussoukro 16.600.000 322.460 Kmq Cristiana, musulmana Franco CFA Prodotti agricoli, diamanti, manganese, nichel, bauxite, oro Us 1.510

annunciato anche un incremento degli investimenti bilaterali per rilanciare l’economia ivoriana “al verde” dopo la crisi post-elettorale durata dal 2002 al 2007. Il neo Presidente, inoltre, vuole dare una nuova immagine al Paese e per questo ha chiesto ai suoi ministri di firmare un “codice etico di condotta”, che dovrebbe aiutare a combattere la corruzione e il nepotismo. Oltre che mandare un messaggio rassicurante alla comunità internazionale e agli investitori stranieri.

Sessanta diversi gruppi culturali, risorse infinite: le ragioni della guerra in Costa d’Avorio sono da ricercare nel controllo delle ricchezze del territorio, controllo che viene rivendicato dai diversi gruppi dirigenti facendo leva sull’appartenenza ad un clan. L’interdizione dalle cariche politiche delle popolazioni a sangue misto ha creato tensioni che non si assopiscono, innestate su un deficit democratico costante nella storia della Costa d’Avorio sin dall’indipendenza. Inoltre, l’economia del Paese, una delle migliori

UNHCR/H. Caux La Costa d’Avorio ottiene l’indipendenza nel 1960 grazie a uno dei padri della decolonizzazione, Felis Houphpuet-Boigny. Legato sia per il proprio passato politico sia per gli interessi economici alla Francia, Boigny garantisce al suo Paese uno sviluppo economico considerevole. Grazie a un programma di incentivi statali sostenuti anche da Parigi, Boigny porta la Costa d’Avorio a essere il primo esportatore mondiale del continente africano, dipende quasi interamente dall’esportazione delle materie prime e questo scatena da sempre gli interessi delle grandi aziende multinazionali, pronte a finanziare i diversi gruppi pur di assicurarsi - con la presa del potere - il controllo del mercato. Insomma, è un Paese diventato terreno di confronto per interessi esterni, con Francia, Stati Uniti e Cina a contendersi il ruolo di “partner”

privilegiato. di cacao e il terzo di caffè. Per 20 anni l’economia del Paese cresce al ritmo del 10% all’anno, superata solo dall’economia dei grandi Paesi produttori di petrolio e diamanti. Boigny gode di enorme credito politico, cosa che gli permette di governare con pugno di ferro, senza permettere la nascita di partiti politici né, tanto meno, di organizzare elezioni libere. All’inizio degli anni ’80 crolla il prezzo del cacao e del caffè con ef-

Le sanzioni

Nell’ottobre del 2010 il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha prorogato fino all’aprile del 2011 le sanzioni economiche contro la Costa d’Avorio. La risoluzione è stata approvata all’unanimità e motivata dalla “situazione in cui versa a Costa d’Avorio che è una minaccia continua alla pace internazionale”. L’organismo internazionale descrive un Paese spaccato in due: la parte meridionale controllata dal Governo e la parte settentrionale nelle mani dei ribelli. Le sanzioni includono un embargo sulle armi, restrizione negli spostamenti per alcuni cittadini, restrizioni ai movimenti finanziari e sull’importazione dei ‘diamanti sporchi’ il cui traffico ha, sottolinea la risoluzione del Consiglio, contribuito al conflitto che coinvolge anche la vicina Liberia e la Sierra Leone.

Quadro generale

Alassane Outtara (Dimbokro, 1 gennaio 1942)

Figlio di un commerciante discendente di Sèkou Oumar Ouattara (1665-1745), fondatore dell’Impero Kong, tra Mali, Burkina Faso e Costa d’Avorio, Alassane Outtara studia economia negli Stati Uniti e lavora prima al Fondo monetario internazionale e poi alla Banca centrale degli Stati dell’Africa occidentale. Nel ‘90 diventa consulente economico del Governo di Felix HouphouetBoigny, nel novembre dello stesso anno ricopre la carica di primo Ministro. Mantiene l’incarico fino al dicembre 1993, assumendo nello stesso anno, per diversi mesi, anche le funzioni di Presidente, a causa di una grave malattia di Boigny. Con l’arrivo al potere di Henri Konan Bèdiè e l’emanazione di leggi nazionalistiche mirate ad escluderlo dalla lotta politica, Ouattara si fa da parte essendogli impedita la candidatura a Presidente avendo ascendenti di parte burkinabè, dunque non totalmente ivoriani. Nel 1995 diventa Presidente dell’Unione dei repubblicani della Costa d’Avorio, ma non gli è permesso candidarsi né dal nuovo regime instaurato dal generale Robert Guèi, né dal Presidente eletto nel 2002 Laurent Gbagbo. Quest’ultima presa di posizione è alle origini delle violente proteste che infiammano il Nord del Paese portando poi alla guerra civile.

UNHCR/G. Gordon

Gbagbo e moglie incriminati per reati economici Sotto sorveglianza dall’aprile 2011 in due distinte località nel Nord del Paese, l’ex Presidente Laurent Gbagbo e suo moglie Simone sono stati incriminati per reati economici e trasferiti in regime di detenzione preventiva. Il procuratore della Repubblica di Abidjan, Simplice Kouadio Koffi, ha spiegato che l’ex capo di Stato, relegato a Korhogo, è accusato di furto aggravato, attentato all’economica nazionale e dirottamento di fondi pubblici. Alla moglie, sotto sorveglianza a Odieenné, sono imputati casi di concussione. Prima della ex coppia presidenziale, altre 41 personalità del loro entourage sono state incriminate per reati economici o attentato alla sicurezza dello Stato e imprigionate nel Nord del Paese. Sono stati formalmente accusati anche una sessantina di militari, 40 dei quali agli arresti a Korhogo e Abidjan.

fetti disastrosi sull’economia del Paese. Il debito estero triplica e cresce la criminalità, la stabilità del governo comincia a vacillare. Boigny, nel 1990, deve affrontare le prime proteste di piazza. Il Presidente risponde al malcontento attraverso la concessione di alcune libertà politiche, tra cui il multipartitismo. Le prime elezioni libere confermano alla guida del Paese il padre della patria. Boigny muore nel 1993 e viene sostituito da Henri Konan Bèdiè, che riesce a migliorare il quadro economico anche grazie a una svalutazione del 50% del franco Cfa, legato a quello francese e ora all’euro. La repressione del dissenso crea un forte malcontento che viene sfruttato, nel 1999, da un gruppo di militari capitanati dal generale Robert Guei, che rovescia Boèdiè e organizza le elezioni presidenziali. Le consultazioni del 2000 si svolgono in un’atmosfera pesantissima, caratterizzata da tentativi di brogli compiuti da Guei e dall’esclusione di Alssane Ouattara, principale candidato dell’opposizione, perché di sangue misto. La decisione scatena la rabbia dei musulmani del Nord. Dalle urne esce vincitore Laurent Gbagbo, principale oppositore di Boigny. Nel 2002 parte dell’esercito di ammutina e tenta di rovesciare il Presidente Gbagbo che resiste e il golpe si trasforma in una vera e propria guerra civile che spacca il Paese in due: il Nord controllato dai ribelli del Fronte Nuovo e il Sud sotto controllo del Governo. La Costa d’Avorio entra in uno stallo politico e istituzionale che paralizza il Paese. Nel 2003 vengono firmati accordi di pace che, tuttavia, rimangono sulla carta. Molti nodi costituzionali rimangono tali, soprattutto quelli che riguardano l’eleggibilità delle popolazioni di sangue misto. Il Paese rimane diviso in due. E i tentativi del Presidente di riprendere il potere sul territorio sotto controllo dei ribelli, manu militari, falliscono anche grazie alla forza di interposizione dell’Onu, 10mila uomini ancora presenti nel Paese, e ai contingenti francesi che controllano la zona di sicurezza al “confine” tra Nord e Sud del Paese. Le elezioni libere vengono continuamente rimandate, fino alle elezioni del novembre 2010 che hanno visto la vittoria di Ouattara.

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