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Guinea Bissau

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Fonti

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Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati United Nations High Commissioner for Refugees

I dati contenuti nella tabella a fianco sono forniti dall’Alto Commissariato per i Rifugiati UNHCR. Sono dati ufficiali tratti dal rapporto Global Trends 2010 uscito nel giugno 2011 dai quali è possibile vedere i flussi dei rifugiati in entrata ed in uscita da ogni singolo paese. Per un approfondimento rimandiamo alla consultazione del rapporto stesso.

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RIFUGIATI ORIGINATI DALLA GUINEA BISSAU

RIFUGIATI 1.127

RIFUGIATI ACCOLTI NELLA GUINEA BISSAU

RIFUGIATI 7.679

PRINCIPALI PAESI DA CUI ARRIVANO QUESTI RIFUGIATI

SENEGAL 7.480

Situazione attuale e ultimi sviluppi

Un grande mercato per la droga

Gli esperti dicono che tutto è cambiato e che i trafficanti colombiani hanno trovato nei Paesi dell’Africa Occidentale il punto di transito di tonnellate di cocaina da vendere in Europa. La Guinea Bissau è diventata così l’hub africano della cocaina. La polvere bianca arriva dalla Colombia, dalla Bolivia, dal Venezuela, dal Brasile con l’ausilio di piccoli aerei Cessna o navi mercantili. Secondo l’agenzia antidroga statunitense, la Dea, le organizzazioni criminali colombiane riescono a trasportare ogni giorno circa una tonnellata di cocaina in Guinea Bissau. Gran parte della cocaina, che non parte alla volta degli Stati Uniti, approda in Africa Occidentale. Il flusso di droga tra i due continenti è iniziato in modo intensivo nel periodo 2004-2005. La Guinea Bissau rischia di ripiombare nel caos dopo un periodo di apparente normalità. I nostalgici del regime di Joao Bernado Viera continuano a protestare e accusano il primo Ministro Carlos Gomes Junior di non aver fatto luce sugli assassini dell’ex Presidente e dell’ex capo di stato maggiore delle forze armate nel 2009. I dirigenti della protesta, tra cui Cherif Balde e Braima Sori Djalo, chiedono le dimissioni del premier. I nostalgici, nel manifestare, intendono destabilizzare il Governo e preparare il terreno in vista delle prossime elezioni in programma per il 2012. Una situazione, questa, che rischia di far ripiombare il Paese nel caos. Di motivi per manifestare in Guinea Bissau ce ne sarebbero altri e ragionevoli: è l’unico Paese africano soprannominato “narconazione” per via dei traffici di stupefacenti, in cui sono coinvolti, in prima persona, i vertici militari, ma contro questo stato delle cose nessuno protesta. Poi è un Paese in cui la povertà è endemica e i continui rincari dei prodotti come riso, zucchero e carburante, sono altri fattori di malessere sociale ed economico per la maggior parte della popolazione. Dalle elezioni presidenziali del luglio 2009 e dopo l’uccisione, nel marzo dello stesso anno, dell’ex Presidente Viera, la situazione sembrava, infatti, essersi normalizzata. Subito dopo

GUINEA BISSAU

Generalità

Nome completo: Repubblica di Guinea-Bissau Bandiera

Lingue principali: Capitale: Popolazione: Area: Religioni:

Moneta: Principali esportazioni: PIL pro capite: Portoghese Bissau 1.345.479 36.120 Kmq Animista (45%), musulmana (40%) Franco CFA Anacardo

Us 736

il tentato golpe dell’aprile 2010 Malam Bacai Sanhà, Presidente della Guinea Bissau, ha cercato di rassicurare il Paese e la comunità internazionale affermando che la situazione è sotto controllo. Nonostante le rassicurazioni la Guinea Bissau è un Paese dove le forze armate continuano ad interferire pesantemente nella vita politica e sociale, commettendo nella totale impunità gravi violazioni dei diritti umani, uccisioni illegali, torture e altri maltrattamenti, arresti e detenzioni arbitrarie. Particolarmente instabile è la zona di confine con il Senegal dove continuano da anni gli scontri tra frange di ribelli indipendentiste ed esercito regolare.

La Guinea Bissau è un Paese in mano ai signori della droga. Anni di guerra civile non hanno fatto altro che rendere il lavoro dei narcotrafficanti più sicuro e tranquillo. Il Paese è nelle mani di pochi trafficanti di droga, con complicità dirette dell’esercito, e la popolazione è lasciata al suo destino. Qui la principale preoccupazione è quella di fare da ponte, da punto di smistamento del traffico della droga dall’America Latina, ma anche dall’Asia e dal Marocco, alle grandi piazze europee. La popolazione non ha a disposizione La Guinea Bissau è stata colonia portoghese con il nome di Guinea portoghese sino al 1974 quando ottenne l’indipendenza. Ma è il 1956 l’anno della svolta. Nello stesso anno nasce una realtà che sarà protagonista della storia del Paese fino ai giorni nostri. Si tratta del

l’acqua e da più di un quindicennio non c’è energia elettrica. Ora il Governo, con il contributo della Banca Mondiale, finanzierà un progetto di 2,5milioni di dollari per iniziare i lavori che dovrebbero garantire la corrente elettrica e l’acqua alla capitale. Militari e dipendenti pubblici non vengono pagati se non due o tre volte l’anno, con la differenza che per i militari spesso si muovono “interventi emergenza” per pagare gli arretrati ed evitare, probabili, colpi di stato. Insomma la Guinea Bissau e la “terra di nessuno”. Paigc, Partido Africano da Independencia de Guiné e Cabo Verde. Amilcar Cabral, scrittore e fondatore del partito. Ha guidato il Paese verso una rivolta culturale. Il processo, però, viene accompagnato da un periodo di guerriglia interno. Il partito e la guerriglia fanno loro il Paese

Niente soldi per il Paese

La Guinea-Bissau è tra i 20 Paesi più poveri del mondo. A reggere tutto è una agricoltura fragile e una pesca ancora primitiva, pur avendo il Paese ottime risorse minerarie (petrolio, bauxite e fosfati) che non vengono sfruttate. Mancano le infrastrutture e i mezzi finanziari sono scomparsi anche per effetto della guerra civile del 1998-1999. Il debito estero accumulato è di quasi un miliardo di dollari e questo ha messo il Paese sotto tutela, con un programma di interventi strutturali finanziati dal

Fondo Monetario Internazionale.

Quadro generale

Malam Bacai Sanha (Dar Salam, 5 maggio del 1947)

Malam Bacai Sanha è Presidente della Guinea Bissau dal settembre del 2009. È un politico dalla lunga militanza, protagonista nel bene e nel male della storia recente del Paese, caratterizzata troppo spesso da colpi di mano e interventi militari. Membro del Partito africano per l’indipendenza della Guinea e Capo Verde, ricoprì la carica di Presidente dell’Assemblea nazionale del popolo dal 1994 al 1999. In quell’anno, un colpo di mano cacciò il Presidente Joao Bernardo Vieira e per qualche mese Sanha fu Presidente della Repubblica. Alle presidenziali convocate nel novembre del 1999, però, ottenne solo il 28% dei voti, perdendo la corsa. A vincere fu Kumba Ialà, deposto poi con la forza nel 2003. Alle nuove elezioni del 2005 il deposto Ialà, il fuggitivo Vieira e lo stesso Sanha si ritrovarono uno di fronte all’altro e a spuntarla, al ballottaggio, fu Vieirà, rimasto in carica quattro anni, cioè sino al 2009, anno in cui Sanha è riuscito ad arrivare alla presidenza.

Gli europei in fuga dopo l’indipendenza Il 99% della popolazione della Guinea Bissau è nera, ma lingue e culture sono profondamente diverse. A Nord e a Nord-Est ci sono i Fula (20%) e i Mandinga (13%). I Balanta (30%) e i Papel (7%) abitano invece le Regioni costiere meridionali, mentre al centro e nelle zone costiere settentrionali vivono i Maniaco (14%) e i Mancanza. Presenti, ovviamente, i meticci in un Paese rimasto così a lungo colonia: sono circa l’1% (fra questi c’è anche una piccola minoranza di persone originarie di Capo Verde). Gli europei, soprattutto portoghesi, rappresentano invece solo lo 0,06% della popolazione: ciò è dovuto all’esodo dei coloni dopo l’indipendenza del Paese.

in poco tempo, in primo luogo per le caratteristiche del territorio, grandi distese di foreste, e in secondo luogo per il presunto appoggio di Cina, Unione Sovietica e altri stati africani che avrebbero fornito le armi ai guineani. Ma solo il 24 settembre 1973, con la firma di un accordo definitivo, si può dire libera dal Portogallo. Nel novembre dello stesso anno ottiene il riconoscimento ufficiale dell’Assemblea delle Nazioni Unite. Il governo viene affidato a Luis Cabral, fratello di Amilcar, che rimane al potere fino al 1980 quando un colpo di stato, da parte di Joao Bernardo Vieira, lo spodesta. Vieira rimane a capo del Paese fino al 1998, anno dell’inizio di una sanguinosa guerra civile. Il generale Absumane Manè si ribella alla sua deposizione da capo delle forze armate. La guerra civile dura un anno e pone fine alla dittatura di Vieira. Solo nel 1999, a febbraio, viene firmata la tregua e 11 mesi dopo i cittadini vengono chiamati alle urne per eleggere il nuovo Governo. Nel 2000 Kumba Lalà viene eletto Presidente. Ma la calma non dura a lungo. Appena tre anni dopo un nuovo colpo di stato porta all’arresto del Presidente considerato incapace di risolvere i problemi del Paese. Nel marzo 2004 si tengono nuove elezioni, ma il Paese non esce dallo stato di confusione in cui è piombato, tanto che nell’ottobre dello stesso anno l’esercito si ammutina. Nel 2005 ancora elezioni e Vieira torna al potere, Il 2 marzo 2009 viene assassinato. Il giorno prima viene ucciso il capo di stato maggiore Tagma Na Wai. Insomma un copione scritto.

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