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Uganda

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Fonti

Fonti

Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati United Nations High Commissioner for Refugees

I dati contenuti nella tabella a fianco sono forniti dall’Alto Commissariato per i Rifugiati UNHCR. Sono dati ufficiali tratti dal rapporto Global Trends 2010 uscito nel giugno 2011 dai quali è possibile vedere i flussi dei rifugiati in entrata ed in uscita da ogni singolo paese. Per un approfondimento rimandiamo alla consultazione del rapporto stesso.

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RIFUGIATI ORIGINATI DALL’UGANDA

RIFUGIATI 6.441

SFOLLATI PRESENTI NELL’UGANDA

125.598

RIFUGIATI ACCOLTI NELL’UGANDA

RIFUGIATI 135.801

PRINCIPALI PAESI DA CUI ARRIVANO QUESTI RIFUGIATI

REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO

SUDAN

RWANDA 81.804

19.383

12.590

Situazione attuale e ultimi sviluppi

Processo all’ex comandante

Si è aperto il primo processo a un ex comandante del movimento di ribelli, l’Lra, che operano nel Nord Uganda, Si tratta del colonnello Thomas Kwoyelo, che dovrà rispondere di 53 capi di imputazione, dal sequestro di persona ai crimini sessuali passando per le brutalità commesse nei confronti della popolazione civile negli ultimi due decenni. Kwoyelo, 39 anni, è stato catturato nel 2009 dall’esercito ugandese nella Repubblica democratica del Congo, in compagnia di altri signori della guerra dell’Lra. È il primo capo dei ribelli a comparire davanti alla Divisione internazionale del crimine, un tribunale speciale dipendente dall’Alta corte e creato nel 2009 dal Governo ugandese a seguito della ratifica della Convenzione di Ginevra.

Con il 68% dei consensi, ma con forti sospetti di irregolarità, il Presidente dell’Uganda, Yoweri Museveni, rimane al potere per la quarta volta e per altri cinque anni. Museveni è al potere dal 1986 e rientrerà presto nella schiera dei leader più longevi dell’Africa. Un voto, tuttavia, che secondo le opposizioni rimane macchiato dai brogli. Secondo le denunce di attivisti e osservatori, i partiti e i candidati ugandesi hanno utilizzato una quantità di denaro senza precedenti per influenzare l’esito elettorale. ActionAid lancia una vibrata denuncia: “Un così alto tasso di corruzione non ha precedenti in Uganda. Museveni è sotto pressione per un massiccio pagamento da 2,7milioni di dollari ai membri del parlamento, elargito poche settimane prima delle lezioni e al di fuori di ogni procedura legale. Il nuovo Governo deve immediatamente restituire il denaro utilizzato per lo sviluppo di scuole e ospedali. Il giusto utilizzo delle risorse pubbliche è fondamentale in un Paese povero come l’Uganda e la decisione di distribuire una grossa quantità di denaro ai parlamentari è solo un esempio dell’indifferenza e dell’egoismo degli attuali leader”. Museveni, inoltre, è diventato il primo Presidente di un Uganda petrolifero. La scoperta, infatti, di giacimenti per un valore di due miliardi e mezzo di barili, modifica profondamente le prospettive economiche del Paese africano. Gli analisti internazionali concordano nel definire ”positivo” l’impatto che le nuove scoperte potranno avere su una popolazione di 33milioni di persone, l’80% delle quali dipende dall’agricoltura e di cui un terzo vive con meno di un dollaro al giorno. Gli effetti del petrolio, tuttavia, non si sono fatti ancora sentire. Il tasso d’inflazione è salito dal 18,8% al 21,4% tra luglio e agosto 2011. L’aumento generale dei prezzi è legato alla continua svalutazione della moneta locale, lo scellino, e i rincari sul prezzo del petrolio, dei generi alimentari e dei beni di prima necessità. Una situazione esplosiva. Nell’aprile 2011, per protestare per il caro vita e la mancanza di protezioni sociali, centinaia di persone hanno aderito alle proposta di andare a lavorare a piedi, senza quindi usare il costoso servizio pubblico. La manifestazione è stata repressa brutalmente per volere del Governo. Una repressione che è costata la vita a 10 persone. Nel mese di agosto è stata repressa brutalmente una manifestazione, indetta dalle opposizioni, per ricordare le vittime del mese di aprile. Il Governo giustifica i rincari dando la

Generalità

Nome completo: Repubblica di Uganda Bandiera

Lingue principali: Capitale: Popolazione: Area: Religioni:

Moneta: Principali esportazioni: PIL pro capite: Inglese, Swahili Kampala 25.800.000 241.040 Kmq Cattolica, protestante, animista, musulmana Scellino Ugandese Quasi nulle, se si eccettua il caffè Us 1.501

colpa all’aumento del costo del petrolio, che l’Uganda deve importare attraverso il Kenya, e la siccità che ha colpito la Regione. Di rimando l’opposizione fa notare che il Governo si è, però, rifiutato di togliere le tasse sui prodotti petroliferi, innescando così un inflazione alta e l’aumento del costo di produzione e distribuzione dei prodotti locali. A ciò si deve aggiungere il fatto che l’Uganda è ancora alle prese con la repressione dei ribelli del Lord’s Resistence Army (Lra), duri a morire, che ha inasprito la sua campagna di terrore contro i civili nella Repubblica Centrafricana, nella Repubblica democratica del Congo e in Sud Sudan.

Le ragioni, al di là di quelle economiche, dello scontro in Uganda non sono chiare. Certo, come sempre alla base c’è la volontà di controllare le risorse del Paese. E la scoperta del petrolio potrebbe diventare un ulteriore motivo di conflitto. Il petrolio sta suscitando grandi appetiti e gli attivisti ugandesi per la giustizia ambientale contestano gli accordi per la suddivisione della produzione, i cui dettagli non sono stati resi noti, firmati da Kampala con le aziende stranie-

Il destino dell’Uganda è simile a quello di molti altri Paesi africani: indipendenza, colpi di stato, guerre e nuovamente pace e poi ancora disordini. Negli anni Cinquanta inizia il processo di democratizzazione che sfocia il 9 ottobre del 1962 nell’indipendenza. La Costituzione preve-

re, le royalties corrisposte allo stato ugandese, secondo gli attivisti, sarebbero troppo basse e troppo compiacenti le normative di sicurezza e ambientali. In questo scenario, tutto dipenderà da come verranno utilizzati i proventi del petrolio. Se, cioè, costituiranno un vero motore per lo sviluppo, oppure andranno a soddisfare gli appetiti di pochi, innescando una spirale di proteste e violenze.

deva un sistema semifederale, con sufficiente spazio per le elite politiche tradizionali. Ma gli equilibri si rompono rapidamente. La convivenza tra il re del Buganda, primo Presidente del Paese, e il suo primo Ministro, Milton Obote, un “lango” del Nord, dura poco. Nel 1996 Obote

I dati della tragedia

Per la prima volta esiste un sito online per avere un quadro attendibile delle violenze attribuite ai ribelli ugandesi dell’Esercito di resistenza del Signore (Lra). Il portale è gestito da The Resolve, un’organizzazione non governativa in prima fila nello spingere il Congresso americano ad approvare una legge che prevede il sostegno politico ed economico di Washington ai paesi africani minacciati dall’Lra. All’indirizzo www.LRACrisiTracker.theResolve.org è possibile visionare mappe interattive che mostrano le località dove si sono verificati i più recenti agguati dei ribelli. Gli aggiornamenti sono pubblicati sulla base di dati delle Nazioni Unite, segnalazioni di Ong e resoconti giornalistici. L’area coperta dalle mappe coincide con quella dove opera l’Lra, estesa dalla Repubblica democratica del Congo al Sud Sudan e alla Repubblica Centrafricana. Stando ai dati del sito, dal dicembre 2009 i ribelli ugandesi hanno ucciso 944 civili ed effettuato 1.723 rapimenti.

Quadro generale

Yoweri Museveni (Ntungamo, 1944))

Originario di una famiglia di allevatori del regno di Ankole appartenente all’etnia Hima, Yower Museveni frequenta la Mbarara High School e Ntare School. Nel 1970 si laurea in Scienze politiche, giuridiche ed economiche presso l’Università di Dar es Salaam (Tanzania). Lo stesso anno entra nell’intelligence del governo di Milton Obote. L’avvento della dittatura di Idi Amin lo costringe a trascorrere in esilio in Tanzania gli anni dal 1971 al 1980. Nel 1979 diviene ministro della Difesa del Governo di transizione, poi combatte contro il Governo di Obote e nel 1986 conquista la capitale Kampala e diventa presidente. Museveni inizia un processo di privatizzazioni delle aziende statali e di riduzione della spesa pubblica. Durante il suo mandato rallenta la diffusione dell’Aids, mentre negli anni Ottanta l’Uganda aveva uno dei più elevati tassi di infezione. Nel maggio del 1996 si svolgono le prime elezioni democratiche dell’era Musevani, vince con il 75,5% dei voti. Cosa che si ripete nelle elezioni del 2001, 60% delle preferenze. Nel novembre del 2005 annuncia l’intenzione di candidarsi per le presidenziali del 2006, dopo una modifica costituzionale per il terzo mandato. Il 23 febbraio 2006 ottiene il 59,28% dei voti. Nel 2011 viene confermato al potere per la quarta volta.

I bambini sono ancora vittime Resta drammatica la situazione umanitaria in Uganda. Secondo fonti dell’Onu, oltre 30.000 minori sono stati strappati dalle loro famiglie ed arruolati a forza o ridotti in schiavitù dall’inizio della guerra contro la Lord’s Resistance Army. Oltre 40.000 sarebbero invece i pendolari nella notte, che approfittano dell’oscurità per allontanarsi dalle zone di conflitto, per evitare anche di essere sequestrati. I conflitti hanno inoltre provocato circa 1milione di profughi con l’insorgere di situazioni di emergenza sanitaria. Lo conferma l’Unicef: malaria, infezioni respiratorie e diarrea rimangono la principale causa di morte per bambini con meno di 5 anni. 20mila bambini all’anno continuano a contrarre l’Hiv dalle proprie madri. Quasi la metà dei due milioni di orfani dell’Uganda sono stati causati dall’Aids.

prende d’assalto il palazzo presidenziale. Inizia così una lunga serie di colpi di stato, di atrocità e di conflitti etnici. Idi Amin Dada, capo di stato maggiore dell’esercito di Obote, consolida la sua posizione, che poi usa contro lo stesso Presidente. Nel 1971 prende il potere e governa con mano pesante e con un utilizzo spietato dell’esercito. Il dittatore Amin teme il predominio degli acholi e dei lango nell’esercito e così da vita a una delle più sanguinarie persecuzioni con uccisioni di massa. Nazionalizza le attività commerciali britanniche ed espelle la popolazione asiatica. Cresce, contemporaneamente, la tensione tra Uganda e Tanzania, rea di aver ospitato Obote e alla fine degli anni ’70 inizia la guerra ugandese-tanzaniana. Nel 1979 i tanzaniani, anche con il sostegno dell’Esercito di liberazione nazionale dell’Uganda (Unla), prendono la capitale Kampala e nel 1980 torna al potere Obote. Di nuovo vendette e atrocità. Yoweri Museveni, attuale Presidente dell’Uganda, fonda l’Esercito di Resistenza Nazionale (Nra) e inizia la guerriglia. Obote risponde con uccisioni di massa. Tre anni di scontri che sfociano nella presa del potere da parte di Museveni. È del 1995 l’approvazione di una nuova Costituzione che rinvia al 2001 il passaggio al multipartitismo, avvenuto grazie a una consultazione referendaria nel 2005. Museveni viene eletto nel 1996, rieletto nel 2001. Nonostante il potere sia saldo nelle sue mani, il Presidente ugandese deve far fronte a vent’anni di guerra civile combattuta contro l’Lra guidato dalla follia di Joseph Kony, che ha come obiettivo quello di prendere il potere e governare secondo i dieci comandamenti. Musevani interviene nella guerra della Repubblica democratica del Congo, nel 1996, prima a fianco di Laurent Desirè kabila, in chiave anti Mobutu, e poi dal 1998 al 2003 appoggiando i gruppi ribelli del Paese. Grazie a una riforma costituzionale del 2005, Museveni vieni rieletto per la terza volta nel 2006, anno in cui avvia i negoziati di pace con l’Lra, e poi, per la quarta volta, nel 2011.

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