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Inoltre Cipro “Cresce la tensione sull’isola per le trivellazioni al largo e per la prossima Presidenza della Ue”.

Dal 4 marzo 1964 è presente a Cipro la missione Unficyp (United Nations Peacekeeping Force in Cyprus,) decisa dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per ristabilire la pace tra greci e turchi, in conflitto per il dominio dell’Isola, dopo la fine (nel 1960) della colonizzazione britannica. Nel 1974, torna la crisi militare: i greci tentano di annettere per via militare l’isola ad Atene, i turchi sbarcano e occupano il Nord. Il 16 agosto L’Onu ottiene il “cessare il fuoco” e crea un “muro”, una Buffer Zone (Linea Verde) lunga 180 Km e con ampiezza variabile da 20 metri a circa 7 Km. La linea Verde, sorvegliata dai Caschi Blu, attraversa anche la capitale Nicosia. Ad oggi, sono stati aperti solo alcuni varchi (check-point). Oggi, l’Isola è pacificata ma “separata”. Al Sud i greci della Repubblica di Cipro, Paese riconosciuto dalle diplomazie mondiali e divenuto nel 2004 membro dell’Ue. Al Nord, la Repubblica Turca di Cipro Nord (Rtcn) riconosciuta soltanto dalla Turchia. Cipro rimane sempre a rischio “tensione diplomatica/crisi militare”. Alle elezioni 2011 del nuovo Parlamento della Repubblica di Cipro (Sud), la comunità grecocipriota manda un chiaro messaggio di “allerta”. Il maggioritario partito comunista, Akel, è sconfitto dal partito di opposizione Adunata Democratica (Disy, di centro-destra). Secondo gli analisti, il voto ha voluto “punire” l’Akel (con il suo leader, attuale Capo dello Stato e di Governo, Demetris Christofias nonché l’alleato Partito Democratico, il Diko) anche per aver fatto troppe concessioni ai turco-ciprioti, durante i

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negoziati per la “riunificazione”. A fine settembre 2011, la Turchia minaccia di congelare le relazioni con l’Ue se nel 2012 Bruxelles assegnerà alla Repubblica di Cipro la presidenza di turno dell’Unione. La Repubblica di Cipro, d’altra parte, continua a porre il veto, assieme alla Francia e alla Germania, all’ingresso della Turchia in Ue. È dal 1999 che la Turchia chiede l’adesione all’Europa. Anche le trivellazioni alla ricerca di gas naturale fanno scattare una nuova crisi: i greco-ciprioti autorizzano la compagnia Usa Noble Energy a esplorare il fondale al largo delle coste meridionali dell’Isola. Alle prime perforazioni del 20 settembre 2011, la reazione di Ankara: Erdogan e il premier della Repubblica Turca di Cipro Nord, Dervis Eroglu, firmano subito un accordo per prospezioni sottomarine congiunte. Il premier greco-cipriota Christofias, all’Assemblea Generale dell’Onu (New York, 22/09/2011): “L’iniziativa di Ankara è provocatoria e pone un pericolo reale, complicando il quadro più generale delle relazioni nella Regione”. Vista l’effettiva mobilitazione delle navi militari e degli F16 turchi nel Mediterraneo orientale, interviene la Grecia che si schiera a fianco della Repubblica di Cipro. Ankara sostiene che con le perforazioni condotte dal Governo di Cipro si blocca il processo di riunificazione dell’isola. Ma l’egemonia di Ankara non è indiscutibile. Già nella primavera del 2011, migliaia di cittadini turchi residenti a Cipro erano scesi in piazza e avevano scandito slogan e innalzato striscioni (“Giù le mani dai turco-ciprioti” e “Questo è il nostro Paese, lasciatelo governare a noi”) contro il primo Ministro turco Erdogan. Organizzati in una Piattaforma, circa 30 organismi fra sindacati e organizzazioni della società civile hanno chiesto e chiedono, in sintonia con analoghi gruppi greco-ciprioti, più diritti civili e sindacali e la riunificazione di Cipro, denunciando allo stesso tempo che la Turchia tende a limitare gravemente la capacità di autogoverno della Repubblica Turca di Cipro Nord.

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