Cari lettori e lettrici, le pagine di questo numero sono ancora una volta ricche di informazioni e di attività che potranno solleticare la vostra curiosità. Il vostro interesse e la vostra fiducia sono ciò che ci motiva a offrire contenuti di alta qualità, storie avvincenti e curiosità dal mondo del Bowling, dello sport in genere e di tutte le meravigliose arti.
Come sempre le Federazioni Sportive ci hanno inviato tante novità, i successi e i programmi di stagione agonistica, confermandoci che le squadre italiane sono sempre in vetta ai podi. Mentre siamo immersi nello spirito delle Olimpiadi, non tutti sanno che ci sarà una terza olimpiade: quella degli scacchi, in programma a Budapest dal 10 al 23 settembre 2024. Gli scacchi, infatti, sono l’unico sport che può legittimamente fregiare una sua manifestazione con il nome di Olimpiade pur non partecipando (più) direttamente alle Olimpiadi. Il perché lo scoprirete leggendo… Fra gli avvenimenti da segnalare, il Centenario della Federdama, celebrato anche con un grande evento non agonistico: l’udienza in Vaticano con il Santo Padre, culminato con la benedizione di Papa Francesco. Insieme alla nuova federazione che entra a far parte delle nostre pagine sportive, la Federazione Vela della Repubblica di San Marino, segnaliamo il ritorno della 24 ore di San Marino, uno degli eventi velici di punta del Titano. Sarà un’estate da ricordare anche per il Footvolley nazionale che si prepara ad organizzare il suo primo Campionato italiano ufficiale. Ma veniamo alla parte non tipica che ospitiamo fra le nostre pagine, quella dedicata alle arti in tutta la loro complessità e bellezza. Si parte con esposizioni di altissimo
livello, a Milano non possiamo non lasciarci sedurre dall’anteprima mondiale della mostra “Dal Cuore alle Mani: Dolce&Gabbana”, l’esposizione in allestimento a Palazzo Reale che celebra il lavoro e la creatività di Domenico Dolce e Stefano Gabbana, mentre a Venezia, fino al 15 settembre è imperdibile la retrospettiva “Helmut Newton. Legacy”, la più completa esposizione delle sue opere, in allestimento a “Le Stanze della Fotografia”, sull’Isola di San Giorgio Maggiore. O quella che, sempre la Serenissima, dedica al pubblicitario più citato e noto, disegnatore e pittore italiano: “Armando Testa.” Altra arte: la musica. Graffiante, determinata, travolgente, Gianna Nannini torna con un nuovo album, dal titolo “Sei nell’anima”, un tour europeo in partenza a novembre e un biopic su Netflix. Una passeggiata a Riccione, ci porterà a scoprire un itinerario culturale inedito tutto da vivere, fermandosi per una sosta a Villa Mussolini, che ospita fino al 3 novembre la mostra “Vivian Maier. Il ritratto e il suo doppio” e per un approfondimento sulla storia del territorio al Museo “Luigi Ghirotti”, realizzato all’interno del Centro Culturale della Pesa. Fra i nostri personaggi abbiamo intervistato l’eclettica attrice-sceneggiatrice-docente-regista Rita Giancola, abbiamo parlato di moda con Marco Morosini anima creativa di Brandina e con la regina delle scarpe da tango Eva Maltoni.
C’è ancora molto altro, basta “spoilerare”, non vi resta che sfogliare!
Il direttore Lina Danese
328 02 36 222
Estate ― 2024
Le
Editore: Lina Danese
Num. R.G. Tribunale di Rimini 2045/2019
Progetto grafico e impaginazione:
Audio Tre s.r.l. Rimini - Edoardo Beltrammi, Sofia Zaccarelli e Rosalia Moccia
Coordinamento editoriale: Audio Tre s.r.l. Rimini, Marzia Mecozzi
Contenuti: Bowling Seventies, Lina Colasanto, Valeria Campanella, Ida Ulloa, Anna Severino, Marzia Mecozzi, Virginia Valente, Annamaria Migliozzi e Daniela Turchetti
Stampa: Gruppo Maggioli, Santarcangelo di Romagna (RN)
Fotografie: Andrea Spada fotografo ufficiale Bowling Seventies
Chiuso per la stampa: Giugno 2024
Riccione
DOLCE& GABBANA L’ESSENZA DELLA MERAVIGLIA
Stelle della moda, dive del cinema e della musica. Centinaia di flash e decine tra giornalisti e fotografi hanno raccontato una notte da sogno per l’inaugurazione in anteprima mondiale a Milano della mostra “Dal Cuore alle Mani: Dolce&Gabbana”. L’esposizione in allestimento a Palazzo Reale celebra il lavoro e la creatività di Domenico Dolce e Stefano Gabbana, tra moda e arte. Al taglio del nastro una vera e propria sfilata di celebrities, fra cui le top model Naomi Campbell, Eva Herzigova e Bianca Balti, le attrici Helen Mirren e Isabella Rossellini, Cher e Demi Moore.
di Lina Colasanto
Dettagli dell’esposizione Dal cuore alle mani: Dolce&Gabbana, foto di Michael Adair
La devozione che la casa di moda Dolce&Gabbana da sempre riserva all’artigianalità, nell’esposizione di Palazzo Reale si traduce in un dialogo unico tra tradizione e contemporaneità in cui la dichiarazione d’amore di Domenico Dolce e Stefano Gabbana per la cultura italiana dà vita a un maestoso percorso. Un viaggio attraverso i temi cardinali dello stile Dolce&Gabbana: dalle arti visive all’architettura, dalla musica al teatro alle tradizioni italiane, tra abiti di alta moda, gioielli, accessori e opere d’arte. La mostra, a cura di Florence Müller, sceglie Milano (qui in allestimento fino al 31 luglio) come prima tappa di un itinerario che includerà alcuni dei centri culturali più importanti al mondo.
Il racconto prende avvio dagli spazi esterni di Palazzo Reale con una serie di opere d’arte digitale realizzate da rinomati visual artist, che hanno fornito la loro interpretazione delle creazioni di Dolce&Gabbana. La mostra prosegue al Piano Nobile dell’edificio con una sequenza di dieci sale che esplorano le tematiche fondanti l’essenza della casa di moda, a partire da uno spazio dedicato al Fatto a Mano.
Ad accogliere i visitatori, i dipinti ispirati al Grand Tour delle collezioni Alta Moda di Dolce&Gabbana firmati da Anh Duong, la cui estetica si fonde con l’identità del marchio in stretto dialogo con la scelta dei capi di questa sezione.
La seconda sala è dedicata all’Arte e alla maestria del vetro, quello veneziano, tra specchi, lampadari, ricami e cristalli che affiancano e impreziosiscono gli abiti. La terza sala è un omaggio al romanzo “Il Gattopardo”, qui un setting immersivo riproduce la scena del ballo nella versione cinematografica di Luchino Visconti.
Al tema della devozione è dedicata la quarta sala, che si presenta avvolta in un’atmosfera barocca: sotto l’egida del Cuore Sacro, lo spazio è uno scrigno che custodisce una selezione di creazioni di Alta Moda e Alta Gioielleria che alternano il fascino del nero Sicilia all’opulenza dell’oro.
Cuore della mostra è la quinta sala dove protagonista è il tema “La Sartoria. Ornamenti e volumi”: uno speciale scorcio su quella pratica laboratoriale che è il fulcro dell’Alta Moda, dell’Alta Sartoria e dell’Alta Gioielleria di Dolce&Gabbana.
Questo spazio, che riproduce gli ambienti della sartoria e dei laboratori della casa di moda, vede sarti e artigiani al lavoro tutti i venerdì in precisi orari per offrire al visitatore l’esperienza della realizzazione degli abiti.
Il percorso prosegue con “Vestire l’architettura e la pittura”, un focus sull’architettura, disciplina cui i due creativi attingono. L’installazione immersiva esprime questa connessione ricorrendo al videomapping in dialogo con le opere d’arte rinascimentali che adornano la selezione di abiti.
Forme, colori e simboli della ricchezza della tradizione artigianale siciliana rivivono nella settima sala grazie a un’installazione decorata a mano da maestri pittori della maiolica e del Carretto Siciliano e arricchita dalla videodocumentazione del loro lavoro. Qui si stagliano alcune delle creazioni che incarnano il simbolo popolare del carretto siciliano.
L’esplorazione della tradizione artistica siciliana prosegue nell’ottava sala con l’omaggio a Giacomo Serpotta, maestro del periodo Barocco e talento dello stucco. Qui è esposta una selezione di abiti della Collezione Alta Moda “Stucchi”. La nona sala riflette la dimensione del mito, dell’opulenza e del sogno: da un lato, le divinità greche che si materializzano sotto forma di abiti della Collezione Alta
Moda presentata nella Valle dei Tempi di Agrigento; dall’altra, una selezione di creazioni di Alta Sartoria impreziosite da lavorazioni a mosaico celebrano le basiliche bizantine italiane.
Il percorso si conclude con la decima sala, dedicata al legame che unisce il mondo dell’Opera e la visione di Dolce&Gabbana con un allestimento che rievoca il teatro all’italiana e le opere più amate dai due stilisti prendono forma in creazioni “capolavoro” in scena per far sognare i visitatori. Per informazioni: milano.dolcegabbanaexhibition.com palazzorealemilano.it
Al centro in alto e nella pagina a fianco: dettagli della sala
L’arte e la maestria del vetro, foto di Michael Adair.
Nella pagina a fianco, in basso a sinistra abiti della Collezione Alta Moda “Stucchi”, a fianco un tributo a il Gattopardo di Luchino Visconti. Foto di Michael Adair.
In questa pagina in alto a destra: Dal cuore alle mani: Dolce&Gabbana Foto di Mariano Vivanco
LA MAGIA DEL VIAGGIO
di Valeria Campanella
Per chi ama la scoperta, ha sete di conoscenza e desiderio di approfondire culture e tradizioni il biglietto di una mostra fa salpare a bordo di un viaggio in giro per il mondo. A Venezia, nelle sale di Palazzo Ducale, fino al 29 settembre è in allestimento “I mondi di Marco Polo. Il viaggio di un mercante veneziano del Duecento”, un’esposizione a cura di Giovanni Curatola e Chiara Squarcina.
Veduta della mostra, foto di Irene Fanizza
Organizzata nell’anno in cui ricorrono i 700 anni dalla morte del grande viaggiatore, scrittore e mercante italiano, “I mondi di Marco Polo. Il viaggio di un mercante veneziano del Duecento”, è un omaggio all’uomo ma, soprattutto, è volontà di condividere le suggestioni da lui stesso raccontate nell’opera letteraria Il Milione. Una vita, quella di Marco Polo, che si riverbera nel racconto di una straordinaria geografia storica, culturale, politica e umana dell’Europa, del Medio Oriente e dell’Asia del Duecento che contribuì a far conoscere.
Un patrimonio incredibile di abitudini, usi, costumi e idee. Un viaggio nel viaggio, per ricordare gli incontri, reali, inventati, talvolta omessi, con un excursus nei Paesi visitati dall’illustre veneziano e dalla famiglia in oltre vent’anni, attraverso oltre 300 opere provenienti dalle collezioni civiche, dalle più importanti istituzioni italiane ed europee fino a prestiti dei musei dell’Armenia, Cina, Qatar. Un percorso che non può che partire da Venezia e dalla sua casa, nell’area di San Giovanni Crisostomo, con la restituzione degli inediti reperti, frutto di scavi e studi condotti nell’area del Teatro Malibran. Protagonisti sono, perciò, anche una Venezia cosmopolita e i suoi cittadini, che al viaggio dovevano la propria esistenza; come testimoniato dalle diverse incursioni nella cartografia e dalle maestose decorazioni della Sala dello Scudo
negli Appartamenti del Doge che riproducono, oltre ai possedimenti della Repubblica nel Cinquecento, le regioni lontane esplorate da veneziani e dalla stessa famiglia Polo. Un’incursione nella vita e nelle parole di Polo, con l’esposizione del suo testamento, un lascito materiale e morale, e tra gli oggetti anche le monete del tempo, i tessuti, le ceramiche e le spezie. Un salto nel mito e nell’opera letteraria. Infatti, cardine di una delle sezioni è proprio Il Milione, che consegna la vita di un comune mercante alla storia e alla fama. Un testo che attraversa i secoli, una guida di viaggio con consigli e curiosità ante litteram e modello per celebri opere, dal Viaggio al centro della terra di Jules Verne a Le città invisibili di Italo Calvino. Sono solo alcuni dei tributi ed esempi di fortuna critica che seguì Il Milione e Marco Polo per tutto l’Ottocento e il Novecento, una fama che prosegue nei decenni con rivisitazioni in chiave pop, fonte di ispirazione per artisti moderni e contemporanei, esposti in mostra. Una porta aperta sul mondo alla ricerca continua di confronto e nuove prospettive, partendo dall’insegnamento di un giovane e della sua volontà di conoscenza, rispettosa delle persone, delle culture e delle religioni.
Per informazioni: palazzoducale.visitmuve.it
Nella pagina a fianco: veduta della mostra. Foto di Irene Fanizza. In questa pagina in alto: veduta della mostra. Foto di Irene Fanizza. In basso a sinistra: Guanyin, Bodhisattva della Misericordia, Tarda dinastia Yuan, secolo XIII, Inv. I D 9811, porcellana, 46,5 x 31 x 21 cm. Ethnologisches Museum, Staatliche Museen zu Berlin, Germania credits Ethnologisches Museum, Staatliche Museen zu Berlin, Germania/Photographer: Claudia Obrocki.
In basso a destra: dettaglio di uno scritto presente nella mostra. Foto di Irene Fanizza
La Magia del Viaggio
L’ARTE DELLA PUBBLICITÀ
di Ida Ulloa
Fonte inesauribile di idee innovative, suggestioni e immagini. Al pubblicitario più citato e noto, disegnatore e pittore italiano è dedicata la mostra “Armando Testa.”, in esposizione a Ca’ Pesaro – Galleria Internazionale d’Arte Moderna, a Venezia, fino al 15 settembre. Un vero e proprio tuffo nella “testa” del celebre pubblicitario, nato nel 1917 e scomparso nel 1992. Un “visualizzatore globale”, come lo ha definito lo studioso di estetica Gillo Dorfles.
Exhibition View, Armando Testa, Ca’ Pesaro, Galleria Internazionale d’Arte Moderna. Foto di Matteo De Fina
Armando Testa, geniale artista piemontese, è al centro di una rassegna monografica, a cura di Gemma De Angelis Testa, Tim Marlow ed Elisabetta Barisoni, in mostra alla Galleria Internazionale d’Arte Moderna, a Venezia, fino al 15 settembre. Il percorso mira a ricostruire l’iter artistico di un protagonista della cultura visiva contemporanea, creatore di celebri icone entrate da anni nell’immaginario collettivo, indagando anche aspetti inediti della sua produzione. I suoi capolavori sono figli di una pluralità di linguaggi espressivi sperimentati in una carriera di oltre trent’anni e la cui modernità è ancora oggi fonte di ispirazione. Al primo concorso, vinto a soli vent’anni per ICI (Industria Colori Inchiostri) nel 1937, si affianca la ricerca portata avanti nel dopoguerra per aziende come Martini & Rossi, Carpano, Borsalino e Pirelli, da cui scaturiranno alcune delle sue più geniali e iconiche invenzioni. E ancora, le pubblicità, le campagne promozionali e i numerosi loghi, fra cui quelli per Lavazza, Simmenthal e Lines, che hanno accompagnato diverse generazioni di spettatori, fruitori e artisti, si arricchiranno delle suggestioni di Testa per occasioni pubbliche nazionali, come le Olimpiadi di Roma del 1960, di cui realizzò il manifesto ufficiale.
Gli anni Cinquanta e Sessanta hanno visto la nascita delle immagini e delle animazioni per la televisione, con personaggi, suoni e gesti che sono rimasti nella storia della pubblicità: dal digestivo Antonetto (1960) alla celebre sfera rossa sospesa sopra la mezza sfera del Punt e Mes, che in dialetto piemontese significa “un punto e mezzo” (1960). E, ancora, fra i personaggi più celebri, Caballero e Carmencita per il caffè Paulista di Lavazza (1965), Pippo, l’ippopotamo azzurro dei pannolini Lines (1966-1967), le pubblicità per l’olio Sasso (1968) e per la birra Peroni (1968).
Le ricerche intorno al tema del cibo si affiancano in mostra ad attività legate ai temi sociali e alla diffusione culturale nelle quali Testa si è impegnato, come le campagne per Amnesty International, il referendum sul divorzio, la povertà e la fame nel mondo. Parallela a queste produzioni corre la sua ricerca su alcune questioni sempre aperte: non solo la figura umana, le geometrie, i pieni e i vuoti, il positivo e il negativo, ma anche soggetti specifici come le mani e soprattutto le dita, primo organo di senso e di percezione del mondo. La mostra, arricchita da interviste e contributi video, rivolge anche uno sguardo alla lezione e al suo lascito artistico come pittore e scultore. Un creatore di suggestioni tradotte in sintesi inaspettate e dall’immediato potere evocativo e comunicativo.
In queste pagine Exhibition View, Armando Testa, Ca’ Pesaro, Galleria Internazionale d’Arte Moderna. Foto di Matteo De Fina
In questa pagina in alto a destra: ARMANDO TESTA, Punt e Mes Carpano, 1960. Stampa litografica su carta montata su tela. 198,5 x 137,2 cm
Elegante e innovativo. Rivoluzionario e provocatore. Lo sguardo di Helmut Newton ha lasciato un segno indelebile nel mondo della fotografia e in quello della moda. A ripercorrere vita e carriera di questo genio creativo, scomparso nel 2004, è la retrospettiva “Helmut Newton. Legacy”, la più completa esposizione delle sue opere, in allestimento fino al 24 novembre a “Le Stanze della Fotografia”, sull’Isola di San Giorgio Maggiore a Venezia.
“Helmut Newton. Legacy”, iniziativa congiunta di Marsilio Arte e Fondazione Giorgio Cini, a cura di Matthias Harder, direttore della Helmut Newton Foundation, e Denis Curti, direttore artistico de Le Stanze della Fotografia, racconta l’eredità di Newton in sei capitoli cronologici: gli esordi degli anni Quaranta e Cinquanta in Australia, gli anni Sessanta in Francia, gli anni Settanta in Francia e Stati Untiti, gli Ottanta tra la Costa Azzurra e la California e i servizi in giro per il mondo degli anni Novanta.
Il fotografo nasce il 31 ottobre 1920 a Berlino in una famiglia ebraica, all’anagrafe è Helmut Neustädter. A 12 anni manifesta già familiarità con la macchina fotografica e a 16 lavora come apprendista dalla famosa fotografa Yva dove inizia a sperimentare gli autoritratti e a gettare le basi per quello che poi sarà il suo stile, raccontato in mostra attraverso materiale d’archivio, riviste, libri e le sue memorabili foto scattate con la polaroid. Nel 1938 è costretto a lasciare la Germania a causa delle leggi razziali e si imbarca per Singapore. Arriva poi in Australia nel 1940, dove apre un suo piccolo studio e nel 1945 a Melbourne conosce June Browne, sua musa ispiratrice, attrice e fotografa, con la quale condivide oltre 55 anni di vita affettiva e professionale. Acclamato e osannato nel corso della sua lunga carriera, la svolta per Newton avviene nel 1961 quando viene contrattualizzato da Vogue Paris e decide di trasferirsi in Francia. La novità di Newton è quella di introdurre nelle foto di moda lo storytelling. In quasi tutte le sue foto il servizio di moda diventa una storia che è un pretesto per raccontare gli abiti, ma non solo. Le sue storie infatti sono irresistibili perché sempre avvolte da un alone di mistero, a volte perché evocano le atmosfere del cinema, altre perché rimandano all’arte di Goya o Magritte, talvolta perché ispirate alla sua passione per la cronaca nera. Collabora con stilisti quali Yves Saint Laurent, Karl Lagerfeld, Anna Molinari (Blumarine), Thierry Mugler.
Newton diventa celebre anche per la sua capacità di catturare in uno scatto la personalità di chi ha di fronte e fra le celebrities ci sono Gianni Versace, Andy Warhol, Charlotte Rampling, Mick Jagger, David Bowie, Elizabeth Taylor. “Helmut Newton. Legacy” è la più completa esposizione delle sue opere e mette in luce la carriera di un protagonista del Novecento che ha raccontato la moda in maniera innovativa, ma anche nel nuovo modo di approcciarsi al nudo femminile, testimoniato nel libro cult del 1981 Big Nudes. Il volume raccoglie 39 scatti in bianco e nero, molti presenti in mostra, pionieri di una frontiera della fotografia non ancora esplorata, quella della gigantografia e degli scatti a grandezza umana. Sospesi tra acqua e cielo, gli scatti di Newton a Venezia enfatizzano ancora di più lo stile elegante e l’audacia del fotografo che per la prima volta arrivò in Laguna per la rivista Queen nel 1966. La macchina fotografica per questo artista visionario è la porta di accesso che gli permette di fissare nel tempo e nello spazio la scenografia che ha in mente riuscendo a leggere e rielaborare l’attualità attraverso il suo stile unico.
Per informazioni: lestanzedellafotografia.it
Nella pagina a fianco: interni della mostra, foto di Matteo De Fina
Una storia lunga cinquemila anni che attraversa culture, religioni, esperienze e racconta la necessità dell’uomo di lasciare impresso un segno sulla pelle. Disegnare sul corpo ha subito nel corso del tempo cambiamenti e assunto significati diversi, caratterizzando l’evoluzione della società. A raccontare questo percorso è la mostra “Tatuaggio. Storie dal Mediterraneo”, a cura di Luisa Gnecchi Ruscone e Guido Guerzoni, con la collaborazione di Jurate Francesca Piacenti, in allestimento al Mudec di Milano.
Veduta della mostra al MUDEC “Tatuaggio. Storie dal Mediterraneo” foto di Carlotta Coppo
In un percorso cronologico, la visita trasporta alla scoperta dei tatuaggi, dalla preistoria ad oggi, passando per le rotte dei crociati e dei mercanti fino alle coste del mediterraneo e dell’America. Segno di ribellione o di appartenenza, azione spontanea o subita, questo segno indelebile racchiude pagine della storia dell’umanità. Il progetto allestitivo, in corso fino al 28 luglio, restituisce la portata di questo fenomeno globale, concentrandosi in particolare sull’area mediterranea, ma esponendo anche materiali extraeuropei. La mostra valorizza una ricca documentazione di oggetti, reperti storici, strumenti, materiali sonori, videoinstallazioni, infografiche, stampe, incisioni, testi e riproduzioni provenienti da svariate istituzioni e raccolte museali, come il Museo archeologico dell’Alto Adige dedicato al ritrovamento dell’”Uomo venuto dal ghiaccio” e il Museo di antropologia criminale “Cesare Lombroso” dell’Università di Torino. Un grande mosaico di immagini e video con le voci e l’arte di tatuatori e tatuatrici contemporanei accoglie i visitatori e li accompagna alla scoperta della prima sezione dedicata alle origini di questa pratica: da Ötzi, il più antico uomo tatuato il cui corpo sia stato finora rinvenuto in stato di mummificazione naturale, alle prime tracce di pigmento naturale rinvenute nelle grotte di Lascaux, e le testimonianze dal mondo egizio come il ritrovamento fondamentale della mummia della donna tatuata di Deir El Medina, fino alle influenze che hanno caratterizzato il mondo greco e romano. La seconda sezione contrappone sacro e profano: il racconto prosegue da un lato con i tatuaggi delle corporazioni di mestiere diffusi tra gli artigiani medievali, dall’altro con quelli legati alla devozione religiosa, realizzati di nascosto quando erano proibiti dalla chiesa.
La terza sezione è dedicata alle origini del tatuaggio moderno. Un’installazione multimediale racconta le
navigazioni oltreoceano che nel corso del Seicento e del Settecento hanno portato alla scoperta dei tatuaggi degli indigeni dei nuovi mondi, arrivando a ispirarne la moda tra gli aristocratici dell’epoca. Le ultime due sale sono dedicate agli approfondimenti: la quarta sezione ospita le classificazioni di Cesare Lombroso, Alexandre Lacassagne e altri studiosi che - tra la metà del XIX e gli inizi del XX secolo - hanno contribuito ad associare questo segno ai carcerati, facendo nascere il pregiudizio nei confronti di una
pratica considerata indegna dell’uomo “civilizzato”. La quinta sezione affronta il tema del tatuaggio come elemento terapeutico e sociale: qui una galleria di volti, mani e corpi di donne racconta la contemporaneità attraverso una lente geopolitica. La sesta sezione offre infine al pubblico l’esperienza di varcare la soglia di un tattoo-studio tradizionale, dove scoprire anche volti di personaggi famosi appassionati di tatuaggi. Colori, forme e raffigurazioni capaci di narrare gli infiniti volti dell’umanità.
Nelle due pagine in alto scatti dell’esposizione. Foto di Carlotta Coppo. A fianco in basso a sinistra: G.A. Farini. Captain Costentenus. Manifesto Wellcome Collection, Londra L’albanese George Costentenus (nato nel 1833), il “Principe greco tatuato”, artista circense tatuato sull’intera superficie del corpo, dichiarava di essere stato rapito, nel corso della sua vita avventurosa, dai tartari cinesi e tatuato contro la propria volontà.
In basso: Detenuto tatuato Post 1914 Stampa al carbone
Courtesy Museo di Antropologia Criminale Cesare Lombroso
- Università di Torino
Storie sulla pelle
GIANNA, SEI NELL’ANIMA
di Lina Colasanto
Graffiante, determinata, travolgente. Rock fino alla punta dei capelli. Gianna Nannini
con la sua voce capace di trasportare nelle emozioni
più profonde torna con un nuovo album, dal titolo “Sei nell’anima”, un tour europeo in partenza a novembre e un biopic su Netflix, in cui vengono raccontate vita e carriera.
Gianna Nannini. Un’artista che ha fatto cantare intere generazioni con hit quali “America”, “Fotoromanza”, “I maschi”. Il nuovo progetto che la vede protagonista prende il nome da una da una delle sue canzoni più famose, Sei nell’anima, appunto, e questo nuovo lavoro nasce da una profonda ricerca delle sonorità a lei più care, quelle della musica afroamericana, iniziata già con La Differenza, il suo ultimo il disco registrato a Nashville, dai forti connotati blues e raccoglie dodici tracce inedite che l’artista ha scelto di condividere con il pubblico.
“Per me le canzoni nascono da parole chiave – racconta Gianna – Sono partita dalla parola Anima, che è il nostro modo di dire Soul. Ogni paese ha il suo Soul e io ho cercato il mio. Questa ricerca è diventata una missione, che mi ha guidata nella composizione delle dodici tracce dell’album”.
Anche il film “Sei nell’anima” sta ricevendo grande plauso da parte degli spettatori, è un frammento della sua storia, fino ai trent’anni, dall’infanzia ai suoi primi successi, passando da una svolta che trancia di netto il percorso di Gianna, tanto da considerare la sua vera nascita l’anno 1983. A interpretarla la bravissima attrice Letizia Toni, invece nel ruolo di Mara Maionchi, la discografica che l’ha scoperta e ha creduto in lei, c’è l’attrice e conduttrice tv Andrea Delogu. Il film è liberamente tratto dal libro autobiografico Cazzi miei, edito da Mondadori e ristampato per l’occasione con il titolo Sei nell’anima (Cazzi miei).
La nuova edizione include una nuova prefazione che racconta il legame tra le pagine del libro e la loro trasposizione cinematografica.
Invece, il Sei nell’anima tour - European Leg, la tournée che segna il suo grande ritorno live parte il 24 novembre dall’Arena di Ginevra, per proseguire il 25 novembre a Zurigo, il 28 a Monaco, il 30 novembre a Hannover; l’1 dicembre tappa a Francoforte, il giorno seguente a Berlino, il 4 dicembre a Essen, il 6 a Ludwigsburg e la sera successiva a Ravensburg. Avanti il 9 dicembre Nuremberg e il 10 a Kassel.
La rocker torna in Italia il 14 dicembre per la data al Nelson Mandela Forum di Firenze, il 16 dicembre al Inalpi Arena di Torino, il 17 al Forum di Milano, il 20 al Palasele di Eboli e il 21 dicembre al Palazzo dello Sport di Roma.
Nella pagina di apertura: Gianna Nannini, foto di Luigi&Iango
In alto: Gianna Nannini, foto di Luigi&Iango
In basso: Gianna Nannini, Sei nell’Anima, cover album
LE FORZE INVISIBILI DELLA MUSICA
Estate e autunno. Due stagioni unite dalla musica, quella di Percuotere la Mente, sezione della Sagra Musicale Malatestiana, con concerti ed eventi speciali in scena a Rimini, fra il Teatro Galli e la Corte degli Agostiniani, in programma dal 7 luglio fino al 22 novembre.
di Ida Ulloa
Percuotere la Mente. Sestetto Davide Tura
Il primo percorso si snoda lungo cinque appuntamenti dall’impronta neo-classical minimalista. Ad aprire la rassegna è il 7 luglio al Teatro Galli il compositore e pianista Ludovico Einaudi con il suo raffinato concerto “In a Time Lapse”, ad accompagnarlo, fra i musicisti, Federico Mecozzi violino, viola, Redi Hasa violoncello, violoncello elettrico, Rocco Nigro fisarmonica. Il giorno seguente, sempre al Galli, l’omaggio “Opus / Ryuichi Sakamoto Experience” una performance di Davide Tura con Urgon Trio e Virgilio Ensemble sulle musiche del leggendario compositore giapponese. Il tributo introduce il film-testamento “Ryuichi Sakamoto | Opus”, che ne racconta l’ultimo concerto.
Il 9 luglio, alla Corte degli Agostiniani, protagonista la pianista e cantante Hania Rani, una musicista versatile con una vasta esperienza che spazia dalla musica classica al pop alternativo, alle colonne sonore per film alle arti plastiche e installazioni sonore.
Questo primo percorso fa poi un balzo al 30 ottobre al Galli con la compagnia teatrale OHT che, guidata dal suo regista Filippo Andreatta, si confronta con il teatro musicale. Il primo progetto è Nuvolario,
un omaggio alla potenza visiva delle nuvole nel più semplice dei giochi teatrali, quello di vedere quello che non c’è. La drammaturgia visiva di Nuvolario dialoga con Music for 18 Musicians, uno dei capolavori del compositore newyorkese Steve Reich. La musica dal vivo è affidata qui a Sentieri selvaggi. Nel secondo lavoro, OHT e Sentieri selvaggi, ispirandosi alla musica di Arvo Pärt, danno vita a “Curon / Graun” (31 ottobre al Galli). Il tema dell’ambiguità fra uomo e natura viene messo in scena attraverso la vicenda del paese altoatesino di Curon / Graun sommerso dalle acque nel 1950, dove il suono della campana fa emergere con veemenza le forze invisibili del paesaggio alpino.
Il secondo itinerario di Percuotere la mente segue strade contaminate da influenze colte e popular, sperimentazione acustica, elettronica e vocale, lirismo.
Il primo evento è il 23 luglio agli Agostiniani con Eklectric Duo, composto dal violoncellista e compositore Alberto Casadei e dalla pianista Elisa Tomellini:
due affermate personalità della musica classica in chiave elettrica. Affiorano ambientazioni barocche fino alla musica per il cinema, il tango, il pop-rock, in un mix di sonorità esplosive. Il 3 settembre alla Corte degli Agostiniani John De Leo e la Grande Abarasse Orchestra danno vita ad un’astrazione jazzy, riproducendo alchimie tra acustico ed elettronico, fino alle atmosfere classiche e contemporanee.
Il penultimo appuntamento (27 settembre al Galli) è con il concerto “Portrait of a Trumpet”, ideato da Andrea Lucchi, prima tromba dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e dal jazzista Fabrizio Bosso, con il pianista jazz Julian Oliver Mazzariello. Un “Ritratto” musicale di uno degli strumenti più popolari della storia della musica, la Tromba. Saranno eseguiti brani del repertorio solistico del 1700 per tromba e orchestra e alcuni degli standard più popolari della musica Jazz, poi sarà il momento delle ballad, senza dimenticare gli arrangiamenti di Anton Giulio Priolo scritti per questa occasione, accompagnati dall’orchestra Rimini Classica.
Il finale, atteso il 22 novembre al Teatro Galli, è con Teho Teardo e Blixa Bargeld, un duo artistico che si muove fra tonalità liriche e l’irruenza dei suoni estremi, in una fusione fra la classica, l’elettronica e il rock.
Nella pagina a fianco, in alto John De Leo e la Grande Abarasse Orchestra. Foto di Michele Piazza
Nella pagina a fianco, in basso: Hania Rani. Foto di Jakub Stoszek
In questa pagina: Ludovico Einaudi
Per le foto di queste pagine si ringrazia il Comune di Rimini, Sagra Musicale Malatestiana
Per informazioni: sagramusicalemalatestiana.it
Le Forze invisibili della Musica
FERRARA E IL MAESTRO ANTONIONI
di Lina Colasanto
Sessant’anni fa alla Mostra del Cinema di Venezia “Il deserto rosso” è decretato miglior film. Nel 1967 è il festival di Cannes a premiare con la Palma d’oro “Blow Up”, consacrando all’attenzione internazionale Michelangelo Antonioni. Questi sono solo due dei film capolavoro del regista ferrarese che nel corso della sua lunga carriera ha creato atmosfere e ha “fotografato” le inquietudini del mondo, senza rinunciare a eleganza e seduzione.
Nell’ex Padiglione d’Arte Contemporanea di Palazzo Massari, Ferrara dedica al Maestro Antonioni un nuovo museo. La città si arricchisce così di “Spazio Antonioni”, un luogo che nasce per raccontare al grande pubblico e agli appassionati un universo creativo ricco e influente, dove indagare, scoprire e studiare l’opera creativa di uno dei maestri della settima arte, che tanto ha influenzato anche musica, fotografia e letteratura. Il progetto museologico, a cura di Dominique Païni, già direttore della Cinémathèque Française e del dipartimento culturale del Centre Pompidou, è concepito come un museo vivo dove esplorare le preziose testimonianze del lavoro del regista premio Oscar alla carriera conservate nell’Archivio Antonioni di Ferrara e lasciarsi affascinare dai molteplici nessi con l’opera di artisti, registi, intellettuali che l’hanno ispirato o che da lui continuano a trarre nutrimento. I due piani dedicati, completamente ridisegnati, ospitano una selezione dello straordinario fondo di oggetti e documenti, un archivio costituito da circa 47mila pezzi, che il Comune ha acquisito direttamente da Antonioni e da Enrica Fico, vedova del regista. Si tratta della testimonianza unica dell’orizzonte estetico ed intellettuale del regista, che permette di addentrarsi nel suo cinema e, più in generale, in tutta la sua attività, anche quella critica, letteraria e artistica: film, manifesti, sceneggiature originali, fotografie di scena, disegni e dipinti
di Antonioni, la sua biblioteca e la discoteca privata, i premi e l’epistolario intrattenuto con i maggiori protagonisti della vita culturale del secolo scorso. Un patrimonio arricchito da sequenze dei suoi film e dal confronto con opere visive che l’hanno ispirato, a partire dal lavoro di artisti quali Morandi, Filippo de Pisis o Alberto Burri.
Il racconto si sviluppa cronologicamente esplorando le stagioni del cinema di Antonioni lungo tutto il secondo Novecento, dal tramonto del neorealismo alla cosiddetta “trilogia della modernità”, dalle pellicole angloamericane testimoni dell’esplosione della cultura pop e hippy al ritorno alle origini e alla tradizione artistica italiana e ferrarese. Un percorso espositivo chiaro, fluido e dinamico che ricorda uno dei piani sequenza di Antonioni, dove anche la scala cromatica diventa motivo di suggestione. Un luogo in continuo divenire aperto a workshop, laboratori e mostre.
In alto a sinistra: Blow Up, 1966. Fotografia di scena
In alto a destra: Palma d’oro per il miglior film al Festival di Cannes, 1967
Sotto: Michelangelo Antonioni sul set di Blow Up
Ferrara e il Maestro Antonioni
L’IMMAGINE COME PRESENZA QUI E ORA
di Anna Severino
A Riccione, Villa Mussolini ospita fino al 3 novembre la mostra “Vivian Maier. Il ritratto e il suo doppio”, a cura di Anne Morin e Alberto Rossetti. Novantadue scatti, realizzati prima con la fotocamera Rolleiflex e poi con la Leica e alcuni video girati in Super8, trasportano i visitatori nelle strade americane dove i continui giochi di ombre e riflessi mostrano la presenza-assenza dell’artista che, con i suoi autoritratti, cerca di mettersi in relazione con il mondo circostante.
Si ringrazia AGENZIA CIVITA per le foto della Mostra Vivian Maier
La storia di Vivian Maier potrebbe essere già di per sé un romanzo con il successo arrivato postumo e il suo incredibile lavoro scoperto quasi per caso da un appassionato di fotografia. Invece, la “tata” Vivian Maier, fra le più importanti street photography, è riconosciuta a livello mondiale una stella dell’obiettivo e il suo nome si affianca a quello di maestri quali Diane Arbus o Robert Frank. Vivian Maier ha trascorso la vita nel più totale anonimato cogliendo col suo obiettivo scene e personaggi di vita comune nelle strade di New York e Chicago cogliendo l’essenza della vita comune in cui ha voluto rappresentare anche sé stessa, in maniera straordinaria e moderna, e affermare la propria esistenza.
Gli scatti raccontano la sua vita fino al 2007, quando il suo immenso lavoro, composto da più di centoventimila negativi, filmati, registrazioni audio, fotografie stampate e centinaia di rullini non sviluppati viene scoperto in bauli e cassetti da John Maloof, fotografo per passione e agente immobiliare per professione che li acquista salvandoli dall’oblio e rivelando al mondo il talento di questa donna.
Vivian Maier nasce a New York nel 1926 e quando i genitori si separano viene affidata alla mamma e insieme si trasferiscono da un’amica francese, la fotografa Jeanne Bertrand. Negli anni Trenta le due donne e la piccola Vivian si recano in Francia, dove vive sino ai 12 anni. Nel 1938 torna a New York e per oltre quarant’anni è una “tata francese”, ma nella stanza messa a disposizione dalla famiglia per cui lavora, coltiva una passione immensa: la macchina fotografica Rolleiflex poggiata sul ventre, e poi la Leica davanti agli occhi. Il suo sguardo si concentra su scene di strada, ritratti di anonimi estranei e persone con cui potrebbe essersi identificata, il mondo dei bambini, ma emerge
un’evidente predilezione per gli autoritratti. Riflessi del suo viso in uno specchio, la sua ombra che si allunga sul terreno, il contorno della sua figura: ogni autoritratto è una affermazione della sua presenza in quel luogo e in quel momento. Ferma la sua esistenza. La caratteristica ricorrente che è diventata una firma nei suoi autoritratti è l’ombra.
L’ombra, quel duplicato del corpo in negativo, “scolpito dalla realtà”, che ha la capacità di rendere presente ciò che è assente. All’interno di questo dualismo, Vivian Maier ha giocato con il sé e con il suo doppio. Le sue ricerche estetiche si possono ricondurre a tre categorie chiave, che corrispondono alle tre sezioni della mostra, che seguono un’introduzione biografica: L’ombra, Il riflesso, Lo specchio. La mostra - un progetto promosso dal Comune di Riccione e organizzato da Civita Mostre e Musei in collaborazione con diChroma photography e Rjma Progetti Culturali – accompagna il visitatore nelle atmosfere catturate da Maier, fra spaccati di quotidianità e il suo poetico sguardo.
In queste pagine al centro: Self – portrait, Chicago area, n.d.
La Repubblica di San Marino, un gioiello incastonato tra le montagne dell’Italia centrale, è una Nazione ricca di storia, cultura e tradizione. È anche l’unico Stato con il nome legato al mare. Tuttavia, c’è un altro aspetto di questa piccola repubblica che talvolta può passare inosservato: la sua passione per il mare e per la vela. Alla base di questa passione c’è la Federazione
Sammarinese Vela, un’organizzazione che non solo promuove la vela, ma incarna anche i valori intrinseci di questo sport millenario.
La vela è uno sport che va oltre la competizione. È un connubio tra uomo e natura, una danza sull’acqua che richiede disciplina, determinazione e rispetto dell’ambiente. Valori che la Federazione Sammarinese Vela si impegna a promuovere e diffondere. La tradizione è uno di questi. La vela ha una lunga storia che affonda le radici nei tempi antichi, quando le navi a vela erano l’unica forma di navigazione.
La costa Adriatica vanta una forte tradizione della vela come forma di trasporto e come elemento distintivo del territorio grazie alle tante imbarcazioni storiche ancora oggi preservate nelle varie città di mare.
Questa disciplina, quindi, non è solo sport ma anche possibilità di rimanere in contatto con una storia di uomini e donne che hanno caratterizzato un territorio strettamente legato al mare. Il rispetto è un altro pilastro su cui si basa la vela. Rispetto per il mare, per il vento, per gli avversari e per se stessi.
Gli atleti imparano a comprendere e adattarsi agli elementi naturali sviluppando un profondo senso di responsabilità verso l’ambiente marino e verso coloro che condividono un campo di regata. Infine, c’è la determinazione, una qualità che ogni velista deve possedere. Questo è uno sport impegnativo, che richiede costanza, perseveranza e la capacità di affrontare le sfide con coraggio e tenacia. Attraverso la pratica della vela, i giovani imparano a superare i propri limiti, a crescere come individui e a diventare persone più forti e sicure di sé.
La Federazione Sammarinese Vela: Cuore Pulsante dell’Attività Velica
La Federazione Sammarinese Vela svolge un ruolo fondamentale nell’organizzazione e nella promozione dello sport della vela nella Repubblica di San Marino. Fondata con lo scopo di sviluppare, coordinare e regolamentare tutte le attività relative alla vela, l’organizzazione si impegna a garantire che lo sport sia accessibile a tutti, indipendentemente dall’età, dal livello di abilità o dalle risorse finanziarie. Tra le sue funzioni principali vi è l’organizzazione di regate ed eventi velici, la formazione di istruttori qualificati e l’implementazione di programmi educativi che mirano a coinvolgere i giovani. La Federazione si impegna anche a promuovere la sicurezza in mare, fornendo linee guida e regolamenti per garantire che tutte le attività veliche si svolgano in modo sicuro e responsabile.
Per le foto si ringrazia la Federazione Sammarinese Vela
Obiettivi verso i giovani: il futuro sportivo e umano
Uno dei principali obiettivi della Federazione Sammarinese Vela è quello di coinvolgere i giovani e di fornire loro le risorse e le opportunità necessarie per sviluppare le proprie abilità e la passione.
Attraverso programmi di formazione e iniziative educative, la Federazione cerca di ispirare e motivare i giovani velisti, incoraggiandoli a perseguire i loro sogni velici e a raggiungere il loro pieno potenziale.
Oltre a promuovere uno stile di vita attivo e salutare, la vela insegna ai giovani importanti lezioni di leadership, teamwork, e resilienza. Attraverso l’esperienza della navigazione in mare aperto, i giovani imparano a prendere decisioni rapide e informate, a gestire lo stress e a lavorare insieme per raggiungere un obiettivo comune.
La Federazione Sammarinese Vela si impegna a valorizzare la vela non solo come sport, ma anche come uno strumento di formazione personale e sportiva; come un’opportunità per sviluppare una serie di competenze e qualità che saranno utili per tutta la vita. Con il supporto della comunità velica, la Federazione si propone di guidare i giovani marinai sulle onde del mare verso un futuro promettente e pieno di opportunità.
Il ritorno della 24 ORE DI SAN MARINO
Uno degli eventi velici di punta del Titano è la regata 24 ORE DI SAN MARINO, organizzata dallo Yachting Club San Marino. Ideata nel 1992 è diventata subito iconica per la sua formula ed il suo programma; navigare per 24 ore cercando di compiere il maggior numero di giri. Una regata tecnica ma adatta a tutti, anche a barche meno sportive ma che vogliono vivere l’esperienza e le emozioni della navigazione notturna, sempre con la sicurezza di essere vicino alla costa.
Dopo qualche anno di fermo, finalmente la 24 ore di San Marino tornera nel 2024 con la classica formula sportiva ma rinnovata negli eventi. Il programma della regata prevede il segnale di avviso alle ore 15,00 del 1° giugno nello specchio d’acqua antistante il Porto di Rimini per terminare alle ore 15,00 del giorno 2 giugno 2024, ovvero 24 ore dopo il via. Il percorso, a vertici fissi di tre lati, è di complessive 12 miglia nautiche.
A vincere saranno le barche che avranno compiuto più volte tale percorso. Confermata anche la tradizionale consegna all’alba, con i gommoni dell’organizzazione, di brioches e bomboloni caldi a tutti gli equipaggi. La regata è aperta a tutte le imbarcazioni suddivise in classe regata, classe crociera e, novità di questa edizione, anche in ORC. Grazie alla collaborazione con il Marina di Rimini le barche iscritte usufruiscono di un ormeggio gratuito presso la struttura.
Importante anche la presenza dei sodalizi velici del riminese come il Club Nautico Rimini, il Circolo Velico Riminese e lo Yacht Club Rimini per il supporto all’organizzazione della regata.
Il mare è dove lo senti
Il 4 aprile, nella elegante cornice del Grand Hotel San Marino, si è svolta la serata di lancio della 24 ore di San Marino. Un evento speciale dal titolo Il mare è dove lo senti, un concetto trasformato in narrazione attraverso tre storie di mare raccontate da tre personaggi straordinari; Gaia Brojanigo, Sara Castiglia e Nicolò Todoli, i quali vivono il mare in tutte le sfumature del significato “sentire”. A presentare la
serata a un pubblico numeroso e ad accompagnare le storie dei tre ospiti la voce nota del mondo della vela di Fabio Colivicchi di Saily.it. La scelta di raccontare queste storie, in un contesto tipicamente sportivo come il lancio della 24 ORE DI SAN MARINO, nasce dalla volontà di lanciare un messaggio dove il mare è anche un modo di vivere.
Ma chi sono questi tre protagonisti?
Gaia Brojanigo è una giovane carpentiere navale e fondatrice del cantiere Broja Wood Working, situato nella periferia milanese, dove ha costruito la sua prima barca, un dinghy di 2 metri e cinquanta. I suoi video, dove racconta le varie fasi della costruzione della barca, sono diventati virali sui social.
Sara Castiglia, velista, musicista e ideatrice del progetto Carillon Navigante. Il sogno di comprare una barca era nascosto in un cassetto e mai dimenticato. Durante la pandemia Sara decide di aprirlo e compra una barca per navigare e per viverci. Poi arriva l’idea del progetto Carillon Navigante; offrire concerti itineranti direttamente dal pozzetto della sua barca.
Nicolò Todoli, giovane velista cervese ed armatore di Penelope, la prima barca di Simone Bianchetti, navigatore oceanico romagnolo scomparso prematuramente nel giugno 2003, partirà da Cervia per navigare intorno all’Italia, portando in dono dei sacchetti di sale delle saline cervesi ad ogni porto che lo ospiterà.
Sulla cresta dell’Onda
Per le foto si ringrazia la Federazione Sammarinese Vela
LA TRADIZIONE APPRODA NELLA SPORT VALLEY
a cura della Federazione Italiana Giochi e Sport Tradizionali
I giochi e gli sport tradizionali alla conquista della “Sport Valley” Emilia-Romagna. Figest e Regione Emilia–Romagna uniscono le forze per rilanciare nell’Appennino emiliano–modenese la pratica di discipline che hanno fatto la storia di questi territori, ripartendo anche dalle scuole.
Non solo Moto Gp, Coppa Davis, Nove Colli, Dragon Boat e campionati italiani, europei e mondiali di varie discipline: sul territorio dell’Appennino emiliano – modenese, la Figest sta lavorando al rilancio delle specialità sportive che qui sono di casa. In particolar modo il ruzzolone, insieme a tutte quelle specialità di una grande famiglia che, nel registro del Coni, ha portato la boccia alla lunga, la ruzzola e il rulletto, il lancio del formaggio e il tiro alla fune, le freccette e il calcio balilla, il flying disc e la fionda, la balestra, il palet piastrelle, la rebatta, il fiolet, lo tsan, il dodgeball e il sepak takraw, il teqball e il ferro di cavallo, la trottola e il racquetball, i birilli e la lippa.
“Sport, storia e tradizioni possono andare a braccetto in un territorio come l’Emilia Romagna che è da sempre vocato all’accoglienza. - Sottolinea il presidente nazionale della Figest, Enzo Casadidio, che ha sottoscritto un protocollo d’intesa in Regione con il capo segreteria politica della Presidenza, Giammaria
Da Capitale d’Italia a Capitale dello sport per tutti. Dal 18 al 20 novembre, Roma ospiterà l’European Sport for All Forum Tafisa promosso e organizzato con il sostegno della Figest, la Federazione Italiana Giochi e Sport Tradizionali, e della Idf, International Dart Federation.
Il 2024 segna un anno importante per l’avvio dell’anno di sensibilizzazione regionale della Tafisa, organizzazione impegnata nel promuovere la collaborazione, esplorare le sfide e le priorità dei territori e dare forma a strategie personalizzate per lo sviluppo dello Sport per Tutti in Europa, e dunque anche in Italia, nell’ambito delle politiche nazionali e di quelle internazionali come l’Olympism365 del Comitato Olimpico Internazionale, il Piano d’azione di Kazan dell’Unesco e la Campagna Fit for Life, il Piano d’azione globale dell’Oms, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, sull’attività fisica. Tafisa, in particolare, fornirà una piattaforma dinamica per gli appassionati di Sport per Tutti,
Manghi. – Grazie agli ottimi rapporti con la Regione, e alla grande attenzione che questa presta da sempre al benessere di tutti, la Figest ha deciso di impegnarsi per rilanciare e far conoscere, soprattutto ai giovani, discipline che qui hanno le proprie radici, come il ruzzolone. Sarà un’occasione anche per diffondere valori unici e per promuovere stili di vita sani e, insieme, valorizzare i territori in un binomio tra turismo e sport che, da sempre, è un linguaggio universalmente noto in tutto il mondo e che può dare una grande mano anche all’economia”.
All’incontro tra Regione e Federazione Italiana Giochi e Sport Tradizionali hanno preso parte, per quest’ultima, anche il vice presidente vicario, Valeriano Vitellozzi, i dirigenti territoriali Vincenzo Volpi, nella duplice veste anche di sindaco di Toano, Filippi Pasquale che è anche assessore della cittadina di Toano. Con loro, Giorgio Lamecchi, presidente della specialità del ruzzolone, Giuliano Ferrarini, presidente provinciale di Reggio Emilia, Silvia Razzoli, responsabile progetti scuola Figest, e Umberto Andreoli, vice presidente regionale Emilia Romagna Figest. “Insieme ai territori abbiamo pensato anche alle giovani generazioni – spiega ancora Casadidio – è infatti nostra intenzione portare i giochi e gli sport tradizionali nelle scuole. È da qui che bisogna ripartire per riconquistare i territori e far appassionare i giovani a sport che sono praticati da decenni dai loro padri e dai loro nonni”.
In questa pagina in alto il Presidente Enzo Casadidio con il capo Segreteria Politica della Presidenza Gianmaria Manghi
Per le foto si ringrazia la Federazione Italiana Giochi e Sport Tradizionali
i professionisti e le Regioni per riunirsi, condividere le conoscenze e impegnarsi in discussioni significative attraverso il suo Forum. Tutto ciò rappresenterà un’opportunità unica anche per far conoscere meglio le discipline della Idf (freccette soft, freccette elettroniche e freccette para soft) e della Figest (quelle più tradizionali come lancio della ruzzola, del ruzzolone, del formaggio, del rulletto, boccia su strada, tiro alla fune, calcio balilla, palet, rebatta, fiolet, morra, tsan, fionda, balestra, birilli, lippa, ferro di cavallo e trottola ma anche le più moderne del flying disc, teqball, racquetball, sepak takraw, table soccer, dodgeball) e per aiutare a diffonderle e praticarle.
Ad accogliere il Forum saranno diverse location tra cui la sede del Coni, il Comitato Olimpico Nazionale Italiano al Foro Italico, il Parco Sportivo di viale dei Gladiatori e il Centro di preparazione olimpica “Giulio Onesti”.
Maggiori informazioni su: tafisaeuropeanforum.eu
FOOTVOLLEY ALLA CONQUISTA DELLA NAZIONE
a cura della Federazione Italiana Giochi e Sport Tradizionali
Sarà un’estate da ricordare quella del 2024 per il Footvolley nazionale che si prepara ad organizzare il suo primo Campionato italiano ufficiale. La disciplina sportiva che va a braccetto con il sepak takraw, una delle specialità riconosciute dalla Figest, ha aperto il programma con i campionati juniores sabato 25 maggio presso il circolo sportivo Eschilo 2 di Roma. Protagonisti oltre 100 ragazzi di età compresa tra i 14 e i 17 anni. Gli assoluti andranno in scena, sempre a Roma, sabato 28 e domenica 29 settembre.
Per il Footvolley sarà una grande stagione. Tra il 25 maggio e il 29 settembre sono previste diverse esibizioni che vedranno protagonisti, oltre ai migliori atleti della disciplina, anche alcuni ex calciatori di serie A. Sono molti, infatti, gli sportivi appassionati di footvolley: tra questi Aldair Nascimento do Santos e Max Tonetto. A fargli compagnia ci saranno altri ex giallorossi come Simone Perrotta e David Pizarro, ma la lista è destinata ad ampliarsi.
“Dopo anni di puro divertimento - sottolinea Max Tonetto - finalmente possiamo fare sul serio. É arrivato il momento di compiere il grande salto e di dare a questo gioco la connotazione di un vero e proprio sport”. Ex calciatore professionista, Tonetto da anni si è rimesso in gioco sul piano sportivo e professionale dando vita alla Playfootvolley, una delle maggiori realtà europee di questa disciplina che ha saputo riunire un folto gruppo di appassionati e ha fatto crescere alcuni degli atleti più forti in ambito internazionale. Tra questi Federico Iacopucci e Alain Faccini, che avranno ora la possibilità di conquistare il primo titolo nazionale.
“Per noi che da anni pratichiamo questo sport insieme a un gruppo eccezionale di amici è davvero una soddisfazione enorme poter vestire il logo della Figest
- aggiunge Tonetto. - Ringrazio il presidente Enzo Casadidio e Filippo Capatti per la fiducia e il supporto”.
Grande soddisfazione esprime anche il Presidente Commissione di Specialità del Sepak Takraw, Capatti: “Inizia una grande avventura che stimolerà la crescita di tutte le realtà del Footvolley italiano sotto un’unica bandiera e che darà ancora più stabilità alla disciplina nella casa del Sepak Takraw”.
Da variante del beachvolley, oggi il footvolley ha assunto una sua precisa identità e un pubblico sempre più esteso e appassionato. Si gioca su un campo di 16 metri per 8 diviso a metà da una rete alta 2 metri e 15 per le gare maschili e 2 metri e 10 per quelle femminili.
Per le foto si ringrazia la Federazione Italiana Giochi e Sport Tradizionali Nella pagina di apertura: a sinistra Max Tonetto e a destra Aldair.
In questa pagina sopra Simone Perrotta
In questa pagina sotto a sinistra David Pizarro
In questa pagina sotto a destra i dirigenti del footvolley al Coni
Due squadre, composte ognuna da due giocatori, si sfidano avendo a disposizione un massimo di tre tocchi, uno per singolo giocatore. Lo scopo del gioco è quello di riuscire a far punto nella metà campo avversaria e di raggiungere il punteggio valido per la vittoria (che varia dai 18 ai 21 punti a seconda del tipo di manifestazione). Tecnica, atletismo, acrobazie di ogni genere, rendono questo sport altamente divertente e spettacolare. Il colpo principale è lo shark-attack, una schiacciata in avanti con il corpo rovesciato, ma si possono apprezzare anche le sue derivazioni, come ad esempio lo sharck-block o altri generi di colpi, come il pingo pra tras, una sorta di tiro morbido ad effetto.
Ostia, Pesaro, Rimini, Savona, Giulianova e Viareggio sono i lidi italiani dove la scorsa stagione si sono sfidati i “big” di questo sport, ma non sono mancate esibizioni in contesti urbani, come ad esempio a Latina e Roma dove è andata in scena una doppia sfida sul Centrale del Foro Italico.
Dallo stretto rapporto tra il footvolley e il sepak takraw sta per nascere qualcosa destinato a durare nel tempo e ad affascinare la platea di spettatori e praticanti. Il primo Campionato italiano farà da suggello a questa nuova disciplina capace di ampliare il panorama dei beach-sports.
“Con l’arrivo della bella stagione gli sport che si possono praticare in spiaggia trovano sempre più appassionati. Tra le nuove discipline – spiega Enzo Casadidio, presidente federale della Figest, la Federazione Italiana Giochi e Sport Tradizionali –c’è sicuramente il footvolley, gioco cugino del sepak takraw. È uno sport divertente che può essere praticato a più livelli. Per i professionisti è un gioco davvero serio che richiede una grande capacità fisica e un’ottima preparazione atletica. Tanti assi del calcio lo praticano regolarmente anche come allenamento pre partita. E’ un gioco bello anche da vedersi, forse per questo crea intorno a sé grande entusiasmo. Assistere a un match in spiaggia è davvero una bella cosa. Come Figest siamo sicuri che queste discipline, seppur nuove in Italia, troveranno giusti spazi e riconoscimenti. Organizzare il primo Campionato italiano è un grande riconoscimento ma anche un’attenzione unica nei confronti di chi già pratica il footvolley”.
Il campionato del mondo di tiro alla fune
Morbegno, comune italiano della provincia di Sondrio in Lombardia, ospiterà il Campionato del mondo di tiro alla fune 2028 Indoor. La decisione, molto attesa, è stata presa a Nottingham in occasione del congresso della Twif, la Federazione internazionale del tiro alla fune. Nel corso della stessa seduta Nicola Cappelletto, vice presidente specialità tiro alla fune delle Figest è stato eletto componente della commissione tecnica della federazione internazionale, la Twif.
Grande soddisfazione per la doppia bella notizia è stata espressa dal presidente nazionale della Figest, Enzo Casadidio: “Dopo i successi tricolori al Campionato del mondo in Svezia abbiamo fatto il tifo per Morbegno sostenendone la candidatura insieme a tanti altri enti. Un lavoro di squadra che ci ha premiato e che adesso ci fa assumere un impegno importante per uno sport in continua crescita e sempre più diffuso anche nel nostro Paese. In bocca al lupo a Nicola Cappelletto per il nuovo e prestigioso incarico”. Intanto l’Italia si prepara ad ospitare anche gli Europei attesi a Caorle per il 2027.
Per le foto si ringrazia la Federazione Italiana Giochi e Sport Tradizionali In questa pagina in basso: Tiro alla fune Morbegno 2028
LA RIVIERA DA INDOSSARE
È un tessuto forte e strutturato. La sua trama, anche a occhi chiusi, richiama subito alla mente l’estate, il mare, il divertimento. L’azzurro del cielo e il brillìo dell’acqua. Un materiale resistente, colorato, vintage e contemporaneo allo stesso tempo, protagonista della Riviera italiana. Il vestito per eccellenza di lettini e sdraio. La sua tela.
A intuire le nuove potenzialità di questo materiale è il designer, grafico e fotografo Marco Morosini, fondatore di Brandina the original insieme alla sua compagna, l’architetta Barbara Marcolini, stilista di questa sfida imprenditoriale che continua ad avere successo sia in Italia sia all’estero.
di Lina Colasanto
Ritratto di Marco Morosini, foto di Enrico De Luigi
L’idea di Brandina the original nasce vent’anni fa, mentre il designer Marco Morosini è al lavoro per un libro dedicato alla Riviera Adriatica. Quel simbolo chiave che si lega al boom economico degli anni Sessanta con centinaia di lettini sulle spiagge fa scattare l’idea, che si illumina di quelle fantasia e colori. In questi anni Morosini ha sempre puntato per Brandina su una comunicazione d’impatto, graffiante, capace di catturare l’attenzione, come una famosa campagna a firma di Oliviero Toscani, con cui il designer ha collaboro nel corso della sua carriera per diversi progetti. Morosini, che ha anche pubblicato quest’anno il suo romanzo d’esordio “Maledetto”, è una fucina di idee, instancabile sperimentatore, sempre al lavoro tra immagini, colori e forme.
Cosa ha visto nel tessuto dei lettini da mare?
“Ho visto la bellezza, la resistenza e la possibilità di creare oggetti unici, così ho deciso di utilizzarlo per creare borse e accessori, valorizzandoli con una produzione artigianale italiana”.
“Il nostro mondo. Brandina racchiude oltre 60 anni di tradizione e trasmette i colori delle spiagge italiane e l’atmosfera che in esse si respira”.
I colori e le forme degli accessori Brandina sono sempre in continua evoluzione. Come scegliete le tonalità?
“L’ispirazione per ogni texture nasce da un’opera d’arte. Un quadro o una fotografia fungono da base cromatica per lo sviluppo di un nuovo colore. L’immagine d’arte viene ingrandita al punto da essere scomposta in pixel e inizia il lavoro di modifica: la composizione comincia a prendere forma. Il colore di una riga viene sostituito con un’altra tinta, alcune righe si allargano, altre si infittiscono, a volte si cerca la simmetria e altre invece no”.
I vostri negozi sono “Botteghe” Brandina…
“Esatto, perché nella nostra filosofia vive l’idea della bottega di una volta dove si ritrovano l’artigianalità, l’attenzione al prodotto e l’unicità di ogni pezzo”.
Oltre alle borse avete pensato anche alla casa e non solo…
“Abbiamo introdotto anche alcuni complementi per l’arredo da esterno, la tavola, ma anche costumi e moda mare e accessori per gli amici a quattro zampe. Sono tutte novità che stanno piacendo molto”.
Cosa racconta Brandina?
Quanto influisce nel lavoro la sua formazione di grafico?
“Influisce tantissimo, come ogni studio che abbiamo fatto, perché diventa un’esperienza. La grafica è pulizia, rigore, composizione e colore. Quando disegno i colori ci sono questi aspetti e ti accorgi quando raggiungi l’ordine armonico, a volte basta spostare una semplice riga e cambia l’equilibrio”.
Quanto conta la bellezza quando crea?
“La bellezza attorno a noi ci influenza tantissimo e anche ai collaboratori dello studio quando ci confrontiamo dico di partire creando un ambiente ordinato. Tutto ci influenza”.
Un colore che suggerisce per questa estate e per l’autunno?
“Per l’autunno è il colore militare o khaki che mi piace sempre molto. Per questa estate invece suggerisco l’arancione”.
Nella pagina a fianco in alto: Barbara Marcolini. Foto di Marco Morosini. Nella pagina a fianco in basso: Barbara e Marco in uno scatto artistico. Foto di Laura de Paoli.
In questa pagina in alto: immagine di una campagna pubblicitaria. Foto di Marco Morosini.
In questa pagina in basso: tessuti. Foto di Marco Morosini
La Riviera da indossare
A PASSO DI TANGO
di Lina Colasanto
Eleganza, seduzione, stile e passione si uniscono nelle calzature da tango ideate dalla designer Eva Maltoni, imprenditrice di successo che con il suo marchio Regina Tango Shoes e l’esperienza maturata al fianco di Hugo Boss, Etro, Krizia e Jean Paul Gaultier, da Riccione ha conquistato persino l’Argentina, patria indiscussa di questa danza. Le sue scarpe hanno già fatto un vero e propri giro del mondo tra Europa, America e Asia.
Migliaia di donne danzano e camminano con le creazioni di Eva Maltoni, mente e cuore di Regina Tango Shoes, dalla Russia alla Cina, dal Giappone all’Argentina. Il suo soprannome è ‘Nataraja’, che significa Signore della danza, un nome adottato durante un viaggio in India che è stato di buon augurio, perché nel 2010 questa stilista e ballerina decide di aprire la sua azienda a Riccione. Inizia a fare i primi passi nella moda da giovanissima, dopo una scuola per stilisti inizia a lavorare in Italia e in Francia con nomi del calibro di Hugo Boss, Etro, Krizia e Jean Paul Gaultier. E, proprio con quest’ultimo, l’ironico e geniale enfant terrible della moda, come viene definito nel settore, collabora per una decina di anni.
Un ricordo del lavoro al fianco di Gaultier?
«Alla fine degli anni Ottanta ha disegnato i costumi per il tour di Madonna e, in particolare, il famoso corpetto con le punte lo provavo sempre io perché al tempo avevo le stesse misure della popstar. Poi, a Natale Gaultier mi ha regalato un lettore cd con dentro il disco autografato da Madonna, ed è stata un’emozione unica, non ci credevo, è stato bellissimo e naturalmente lo conservo ancora».
Perché proprio calzature da tango?
«Ho unito le mie passioni, moda e danza. Quasi vent’anni fa ho iniziato a ballare il tango, ma da giovane avevo avuto un incidente, quindi le classiche scarpe da tango per me erano troppo rigide e ho creato un modello adatto a me. È piaciuto a tutti e questo mi ha spinto ad aprire la mia attività».
Quali sono i suoi mercati di riferimento più importanti?
«Forse sono più famosa all’estero che in Italia. Le scarpe vengono comprate non solo dai ballerini, infatti essendo scarpe aperte in punta in estate sono acquistate per uscire. Sono modelli artigianali, realizzati con pelli e materiali pregiati. Abbiamo linee pronte, ma produciamo anche su misura. Vendo tanto anche con l’e-commerce e moltissimo in Cina e Giappone, dove sono innamorati del tango, poi molto in Argentina, dove diversi ballerini famosi le indossano, in Australia, Canada, a Los Angeles e a New York, dove ci sono i rivenditori. In Europa direi ovunque e molto nei Paesi dell’Est, adesso tanto in Kazakistan. Produciamo anche una linea di abiti per il ballo, che è molto richiesta».
Ci sono personaggi famosi che indossanole ‘Regina’?
«Ad esempio in Italia le ha indossate Michelle Hunziker nel programma Michelle Impossible, poi Ilary Blasi e la violinista di Carmen Consoli durante i concerti»
Lavora a nuovi modelli?
«Ogni anno creo modelli nuovi, anche più di uno, ci sono anche scarpe senza tacco adatte comunque per ballare. Tra le ultime novità c’è un modello dedicato a Carla Fracci, l’ho chiamato étoile, ha colori delicati ed è molto comoda. È una scarpa che ha mezza punta, è da tanguera però è bassa».
Nella pagina a fianco: a destra la stilista Eva Maltoni insieme alla ballerina di tango argentina Noelia Hurtado. In questa pagina in alto: Eva Maltoni con le scarpe indossate da Michelle Hunziker. In questa pagina in basso: collezione Regina Tango Shoes
A passo di Tango
LA VITA È UN PALCOSCENICO
di Marzia Mecozzi
Artista eclettica, Rita Giancola, attrice, conduttrice di programmi televisivi, doppiatrice, sceneggiatrice, autrice di opere teatrali, regista, casting director e molto altro, nella sua intensa vita professionale ha spaziato dal teatro al cinema, alla didattica teatrale e cinematografica, ai laboratori teatrali come strumento di prevenzione e recupero nel campo del disagio giovanile.
Il carattere volitivo e la determinazione, oltre a una formazione culturale di stampo umanistico-letterario che le ha permesso di studiare grandi autori teatrali e approfondire anche storia e critica del cinema, hanno reso Rita Giancola entusiasta protagonista di innumerevoli esperienze artistiche a fianco dei più noti personaggi del mondo del teatro, del cinema e della televisione italiana. Insieme ripercorriamo le tappe salienti di una carriera ultratrentennale che spazia in ogni campo della rappresentazione scenica.
“Fin da bambina ho avuto una fervida immaginazione, mi divertivo a guardare i film interpretati da giovani attrici che cercavo di imitare e inventavo e scrivevo storie sempre a lieto fine. – Racconta Rita – Credo che la passione per l’arte scenica sia nata insieme a me. Ho iniziato a recitare quando ero molto giovane, interpretando ruoli principali in spettacoli teatrali in diversi Festival e Rassegne teatrali.”
Fin dagli anni Novanta, Rita Giancola si è dedicata alla scrittura e rielaborazione di opere teatrali. Ha avuto diversi riconoscimenti per regie teatrali e per rappresentazioni teatrali di sua creazione.
“Ho sempre amato scrivere o rielaborare opere teatrali, da Shakespeare a Brecht, che coinvolgessero un gran numero di giovani in ruoli che potessero valorizzarli.
- Prosegue la regista - Sono arrivata a portare in scena anche 45 attori (tutti con un ruolo) in un mio adattamento da Plauto e Shakespeare al Teatro “G.Rossini” di Pesaro, in seguito al quale ottenni un riconoscimento che mi fu consegnato da Tullio Solenghi, nell’ambito del Festival Gad diretto da Giovanni Paccapelo e con la direzione artistica di Claudio Sora.”
È stata autrice di una Rassegna di spettacoli realizzati con studenti degli Istituti Superiori della Provincia di Pesaro e Urbino dal titolo “Lo Specchio”, un’idea vincente che la impegnò per oltre dieci anni come direzione artistico-organizzativa e in qualità di drammaturga e regista di almeno sette spettacoli ogni anno. Ed è stata anche docente di recitazione-interpretazione e docente di arte scenica per cantanti lirici all’Accademia di Canto “Renata Tebaldi – Mario Del Monaco” diretta dal Maestro Melani e ha maturato diverse esperienze lavorative per film e serie Tv per Rai e Mediaset. La più recente esperienza lavorativa come primo assistente alla regia è stata in “Havana Kyrie” (2018), pluripremiato film di Paolo Consorti con Franco Nero girato in Italia e a Cuba.
“Giovanissima ho iniziato a frequentare compagnie teatrali che mi hanno fatto capire che il mio sogno era diventare attrice. – Spiega ancora la dottoressa Giancola. - Grazie all’incontro con il regista Roberto Caminiti, ho avuto l’opportunità di conoscere grandi maestri con i quali ho studiato fonetica e dizione, recitazione e interpretazione, improvvisazione teatrale e movimento scenico. Insieme, negli anni ’90 abbiamo fondato il “Centro di Sperimentazione Teatro della Luce” e, grazie alle amministrazioni comunali e provinciali di Pesaro, nacque un Centro Teatrale molto attivo in varie arti, teatro, improvvisazione teatrale, canto Gospel, costruzione maschere, che permise a tanti giovani di scoprire i propri talenti. Per quanto riguarda la regia, da attrice ad assistente alla regia, a casting director ad autrice sono state tutte esperienze che mi hanno fatto crescere fino a diventare una regista a 360°, poiché cerco sempre di non perdere di vista nessun aspetto della produzione di un film o di uno spettacolo teatrale.”
Poi nel 2011 riaffiora una delle sue grandi passioni adolescenziali: quella per il doppiaggio! Dall’incontro con Lorenzo Rotella nasce la scuola di formazione “VoiceArt Academy Professione Attore-Doppiatore” con sede a Roma e Pesaro con insegnanti qualificati La vita è un palcoscenico
Nella pagina a fianco: Rita Giancola con Marco Macauda
In questa pagina: Premio “Sorriso per la disabilità” per il film
IN UN ATTIMO TUTTO PUÒ CAMBIARE
per tante materie: fonetica e dizione, recitazione e interpretazione, educazione vocale, movimento scenico, doppiaggio… E poi il cinema… “Da quando mi sono avvicinata professionalmente al cinema, nelle mie opere teatrali ho cercato di trovare un incontro tra il teatro e la settima arte creando spettacoli multimediali. Dal 2016 è aumentato il mio impegno nella produzione di cortometraggi, mediometraggi e lungometraggi. Alcuni sono stati la conclusione di incontri con allievi, mentre altri hanno coinvolto attori professionisti. Devo dire che le mie produzioni cinematografiche hanno sempre avuto consensi di pubblico e tanta visibilità mediatica anche perché i vari film venivano proiettati all’interno di manifestazioni e con madrine importanti come le attrici Serena Grandi e Francesca Antonaci, in arte Gegia.”
Negli ultimi anni ha realizzato un sogno a cui teneva molto, il film “Bellezza e segreti delle donne”, un lungometraggio da lei scritto e diretto e con le musiche di Lorenzo Rotella. Un film con un ricco cast internazionale: la bellissima Melissa Mil, Giancarlo Guastalla, Manrico Caldari, Yakine Benzitoun, Antonella Splendore, Haifa Shili, Stefania Bari, Mounira Meddeb, Faten Sioud e con la partecipazione straordinaria di Ahlem Ghanem (Miss Arab World) e i Gemelli Fabrizio & Francesco Ceccarelli. Bellezza e segreti delle donne è stato inserito nella 60^ Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro all’interno del Convegno CNA CINEMA, presente, fra gli altri, Sergio Castellitto.
“Dopo esserci arenati durante il periodo del Covid, è stato molto importante per me portare a termine questo progetto e girare questo film che tratta una tematica purtroppo sempre attuale: quella di amori malati che possono sfociare in femminicidio.”
Nel 2023 ha scritto e diretto anche il corto “In un attimo tutto può cambiare” che ha come protagonista Ivan Cottini, noto ballerino disabile spesso presente in Rai e Mediaset: memorabile la sua esibizione al Festival di Sanremo con la coreografa Bianca Maria Berardi. Questo cortometraggio partecipa a Festival e Rassegne Cinematografiche e riscuote successo di pubblico e critica anche per la tematica trattata, omosessualità e diversità. Fra gli ultimi premi ricevuti, a maggio 2023 il premio “Sorriso per la disabilità” al Festival RAI Tulipani di Seta Nera di Paola Tassone e Diego Righini che ha avuto come madrina Claudia Gerini insieme a Pino Insegno. Il film è stato insignito di allori anche nella 3^ Ed. PM Film Festival diretto da Piero Melissano e nella 77^ Edizione Festival Internazionale del Cinema di Salerno. Il corto è inserito nella 3^ edizione della Rassegna di Cinematografica Sociale e Territoriale diretta da Silvia Ortolani in collaborazione con Auser Pantano diretto da Ezio Bracci al Premiato Cinema Solaris di Pesaro.
In questa pagina in basso: da sinistra Marco Macauda, Manrico Caldari, Rita Giancola, Antonella Splendore e Giancarlo Guastalla
RICCIONE AL TEMPO DEI BISONTI
di Lina Colasanto
A Riccione, merita una visita il Museo del Territorio “Luigi Ghirotti”, realizzato all’interno del Centro Culturale della Pesa. È uno spazio espositivo che racconta i processi di trasformazione che interessarono l’area costiera compresa fra le località di Riccione e Misano e il loro entroterra segnato dal corso del fiume Conca, dalla preistoria all’età romana.
Si entra in uno spazio museale e si intraprende un viaggio nel tempo geologico. È una vera e propria avventura che riporta indietro di milioni di anni.
Il Museo del Territorio di Riccione “Luigi Ghirotti”, nella sede al Centro Culturale della Pesa, presenta un percorso con testimonianze relative a Riccione e ai suoi dintorni dalla preistoria all’età romana. I settori sono cinque e il percorso inizia con una prima sezione introduttiva, che riassume le tappe dell’origine e dell’evoluzione della vita sulla Terra, per procedere alla presentazione della struttura geologica del territorio con una ricca scelta di fossili, rocce e minerali. I resti scheletrici di un imponente bisonte preistorico, di elefanti, orsi, rinoceronti, megaceri vissuti nella zona migliaia di anni fa, immettono ai settori dedicati alla comparsa dell’uomo. Il Paleolitico, i primi insediamenti stabili neolitici e l’età dei metalli sono ben documentati da oggetti in pietra, osso, ceramica, metallo provenienti dai villaggi preistorici del territorio. Il percorso espositivo si conclude con la conquista e la colonizzazione del territorio da parte dei Romani. Sono esposti materiali sia dell’importante insediamento di San Lorenzo in Strada, sull’antica via consolare Flaminia (balsamari, lucerne, oggetti da toeletta e monete) sia delle ville e delle strutture produttive sparse nella zona. Il Museo in questi ultimi anni ha realizzato un progetto di digitalizzazione che riguarda la fauna pleistocenica del Conca e
il giacimento fossilifero di Monte Castellaro (nel territorio delle Marche). È stata creata un’app in realtà aumentata che dà voce ai fossili esposti nelle vetrine con lo scopo di coinvolgere le famiglie e i bimbi in visita e, contestualmente, è stato realizzato un filmato in realtà virtuale che descrive il bison priscus (il famoso bisonte in esposizione) che è sicuramente il reperto più iconico di cui è in mostra l’emischeletro sinistro. Attualmente il Museo si sta concentrando in particolare sull’accessibilità ed è stata creata un’installazione tattile che valorizza i reperti di età romana rinvenuti lungo la via Flaminia, un progetto che favorisce la fruizione per persone ipovedenti e non vedenti, messo a punto in collaborazione con il Cnr di Pisa e UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti).
Sempre attraverso le nuove tecnologie sono raccontati in maniera più dettagliata i ritrovamenti risalenti agli anni Ottanta nel podere Conti Spina risalenti all’età del Bronzo: sempre grazie alla realtà virtuale gli utenti possono navigare all’interno di una capanna scoprendo oggetti che si trovano all’interno delle teche museali. Inoltre, il Museo ha sviluppato autonomamente un’audioguida dedicata alla collezione e ai luoghi storici presenti a Riccione, disponibile in inglese, francese, italiano, tedesco e ucraino. Uno degli obiettivi è infatti quello di partire dalle collezioni per scoprire il territorio. Il Museo è stato pensato con una sensibile attenzione alla didattica, che ne esalta le più ampie possibilità di comunicazione e pertanto sono organizzate iniziative didattiche e culturali sia per la scuola primaria e secondaria che per il tempo libero. Ad esempio, in estate sono proposti anche progetti in spiaggia in collaborazione con la biblioteca e al mercoledì sera si può partecipare a laboratori dedicati alle famiglie.
In queste pagine alcuni reperti esposti.
Per le foto si ringrazia il Museo del Territorio di Riccione
RICCIONE: PASSEGGIATA AD ARTE
di Valeria Campanella
Alla ricerca delle bellezze che l’Italia offre. Per uscire dagli itinerari più noti e classici delle grandi città e per chi ama scoprire e riscoprire anche i centri più piccoli custodi di tradizioni, storie e talenti una meta perfetta per l’estate e l’autunno è sicuramente Riccione. La Perla Verde amata dai turisti italiani e da quelli in arrivo dall’estero continua a conquistare ospiti di tutte le età con i suoi negozi alla moda, la spiaggia e un’accoglienza, quella romagnola, che teme pochi rivali nel mondo. Riccione però non è solo mare e divertimento, ma offre numerose proposte culturali. Le racconta la storica dell’arte, Michela Cesarini.
A raccontare le numerose proposte, non solo di divertimento, ma soprattutto culturali di Riccione, con un itinerario “su misura”, è la storica dell’arte Michela Cesarini che ha ideato Discover Rimini, un’attività professionale grazie a cui migliaia di cittadini e turisti hanno avuto l’opportunità in oltre dieci anni di apprezzare monumenti e luoghi storici del Riminese, ma anche in Romagna e in alcune città d’arte italiane. Quelle create da Michela Cesarini sono, come appunto definisce lei stessa, visite “tagliate su misura” a seconda delle richieste dei gruppi. «Sono passeggiate culturali, come mi piace chiamarle, che hanno un legame forte con lo studio della storia, dell’arte e l’identità del territorio– spiega – Mi occupo da molti anni di divulgazione attraverso visite guidate, progetti di valorizzazione e conferenze e ho aperto anche il canale youtube Discover Rimini». Ed ecco questo interessante tour nella Perla Verde, tra curiosità e tradizione. «Al via dal Palazzo del Turismo, costruito nel 1939 e primo edificio della Riviera romagnola dedicato all’accoglienza dei villeggianti. Si prosegue su viale Dante e poi si scende fino al porto per ammirare la
Saviolina, “lancione” del 1928, simbolo della marineria tradizionale, dichiarato dal Ministero dei Beni Culturali “imbarcazione di particolare interesse storico-artistico”. Passeggiando sul lungomare si arriva a Villa Mussolini, per arrivare poi alla fontana ideata da Tonino Guerra, che chiude scenograficamente Viale Ceccarini. “Il bosco della pioggia” unisce due elementi: il mare e l’entroterra. L’opera è realizzata in vetro e rappresenta delle bilance da pesca, che nella tradizione marinara sono reti da calare in mare.
Riccione: Passeggiata ad Arte
Le strutture verticali che sostengono le bilance hanno un profilo sinuoso che ricorda gli alberi. Da qui si raggiunge viale Gramsci per ammirare la facciata del Grand Hotel, inaugurato il 15 agosto 1929, nel giardino si staglia la sagoma della Torre Novecento, un edificio architettonico in stile razionalista. I luoghi da scoprire non sono certo finiti e la camminata prosegue fino a Villa Franceschi, edificio in stile Liberty, per raggiungere poi il famoso viale Ceccarini dove, oltre alle vetrine dello shopping, si può apprezzare la statua di Maria Ceccarini, una donna straordinaria, nata a New York, benefattrice dei poveri e sostenitrice della città, qui rappresentata da una statua dello scultore Leonardo Lucchi, ispirata ai busti originali ottocenteschi della filantropa e del marito Giovanni Ceccarini sulla facciata dell’ospedale, da lei donato alla città. L’ospedale si raggiunge percorrendo viale Ceccarini nel tratto a monte della ferrovia, dove si possono ammirare alcuni villini storici. Una volta giunti a destinazione si può proseguire fino al Museo del Territorio, dove sono conservate preziose testimonianze di epoca romana, a fianco della biblioteca cittadina».
Nella pagina a fianco: Fontana Bosco della Pioggia. Opera di Tonino Guerra
In questa pagina in alto: Michela Cesarini - foto di Daniele Casalboni
In questa pagina sotto: Villa Franceschi - particolare - Riccione Si ringrazia il Comune di Riccione
LE DESTINAZIONI DEL DIVERTIMENTO
A volte basta spostarsi di pochi chilometri per ritrovarsi in un mondo totalmente inaspettato dove immergersi in esperienze indimenticabili. È il mondo dei parchi Costa Edutainment in Romagna: Acquario di Cattolica, Oltremare Riccione, Aquafan e Italia in Miniatura, destinazioni per la voglia di divertimento, relax e conoscenza, uno a pochi chilometri dall’altro, a Rimini, Riccione e Cattolica.
a cura di Costa Edutainment
Immaginate una giornata trascorsa immersi in un vortice di emozioni e di scoperte tra le vasche dell’Acquario di Cattolica, alla scoperta della natura a Oltremare, the Family Experience Park di Riccione, nel favoloso giro d’Italia a Italia in Miniatura o sugli scivoli iconici di Aquafan. Una giornata nei parchi Costa Edutainment, con la famiglia e gli amici, è un’occasione preziosa per tornare a contatto con la natura, per vivere esperienze reali all’insegna dell’avventura, della conoscenza e delle tendenze, sulla Riviera di Romagna.
In queste pagine li trovate tutti! Siete pronti per il grande tour? Si parte con ITALIA IN MINIATURA (Rimini), la vacanza a Chilometro Zero, magica anche di notte
A Rimini dal 1970 Italia in Miniatura è un colpo d’occhio mozzafiato sul Bel Paese, dalle Alpi alla Sardegna, attraverso 300 miniature del patrimonio architettonico italiano ed europeo, riprodotte in ogni dettaglio e ambientate fra mari, laghi, fiumi e 5000 veri alberi in miniatura. Il biglietto comprende le attrazioni originali ed emozionanti: Vecchia Segheria, dove si affrontano le rapide di un fiume, Castel Sismondo, con i suoi cannoni ad acqua e le mongolfiere di Torre Panoramica, la Venezia in scala 1:5, con il Canal Grande navigabile fino a Piazza San Marco, o la Monorotaia panoramica, che viaggia a mezz’aria sul parco o il trenino di Pinocchio o i pappagalli del Pappamondo. I più piccoli si divertiranno con le auto della Scuola Guida Interattiva e i piccolissimi a Play Mart. Per tutti, tanta interazione: dai campanelli di Piazza Italia a Esperimenta, con le sue macchine interattive, ai Cannoni ad acqua di Castel Sismondo! Per due attrazioni, Cinemagia 7D e AreAvventura, è previsto un supplemento.
Aperture serali 2024: “Divertente di giorno, magica di notte”, mercoledì 7, 14, 21, 28 agosto animazione, artisti, giochi di suono, luce ed effetti speciali, parco e attrazioni aperti fino alle 23.
Per chi predilige l’ambiente acquatico, imperdibile una tappa all’ACQUARIO DI CATTOLICA, immersione emozionante in un mondo da proteggere!
L’Acquario di Cattolica, situato in edifici degli anni ‘30 a forma di flotta di navi, ospita oltre 3000 esemplari di 400 specie diverse. Il biglietto comprende tutti gli itinerari. Gli animali sono nei padiglioni al chiuso: Blu, dedicato agli ecosistemi marini, ospita anche gli Squali Toro più grandi d’Italia e i Pinguini di Humboldt; Giallo, con lontre asiatiche e caimani, e Verde, il rettilario, con serpenti, iguane e insetti mimetici. Da non perdere, le cibature di pinguini, lontre, squali e trigoni, durante la giornata. Non solo animali ma anche due grandi mostre naturalistiche, come. “Insetti Giganti XXL Edition”, all’ingresso Viola, e “Il Mondo dei Dinosauri”, all’aperto, con 13 dinosauri e un’area di scavo per bambini dove dissotterrare fossili preistorici.
All’Acquario di Cattolica anche i bimbi imparano a conoscere e rispettare l’ambiente. Percorsi gioco, come “Sulle orme del pinguino imperatore”, l’area eLife e l’area Plastifiniamola coinvolgono ed educano il pubblico al rispetto della parte sommersa del pianeta. Per un’esperienza intensa, ci sono gli Incontri Straordinari, visite guidate su prenotazione “Dietro le Quinte” e fra “I Segreti del Rettilario”.
Nella pagina di apertura: foto scattata all’Acquario di Cattolica
In questa pagina in basso: foto scattata al parco Italia in Miniatura
In questa pagina in alto: foto pubblicitaria dell’Acquario di Cattolica
L’avventura nel mondo della natura prosegue a OLTREMARE (Riccione) dove arrivano le star di YouTube
Oltremare Family Experience Park di Riccione festeggia 20 anni a Riccione con una stagione di eventi formato famiglia. Arrivano i grandi meet and greet con gli YouTuber più amati dai bambini come i Dinsieme, Aurora e Ludovica, Fraffrog e Lucilla. Proprio i Dinsieme portano la grande novità 2024: negli studios di Oltremare nasce il MegaGameLand, per scatenarsi nei giochi che Erick e Dominick propongono su YouTube. A Oltremare ogni famiglia riceve il Passaporto dell’Avventura, da riempire superando le sfide di una giornata indimenticabile. Nella Laguna dei Delfini più bella d’Europa si incontra Ulisse, la mascotte del parco. Nell’Arena dei Rapaci volano liberi falchi, poiane, barbagianni, gufi e grifoni. Nel Delta, si può pagaiare in canoa fra cigni e anatre. Dopo una visita alla Fattoria e ai pappagalli della Crazy Farm si
affronta la giungla di Darwin, Pianeta Terra e l’area Australia Experience, dove incontrare i wallaby, scavare pepite d’oro e resti fossili di un ittiosauro. L’Isola di Ulisse aspetta i più scatenati e nell’area Salva una specie c’è la mostra “Un mare da salvare” a cura di SCART, in collaborazione con Gruppo Hera: opere d’arte realizzate con materiali di scarto.
La programmazione del parco e le date dei meet and greet sono pubblicati sul sito web del parco.
E per concludere sull’onda delle emozioni, vi invitiamo a tuffarvi ad AQUAFAN (Riccione) il parco acquatico più famoso d’Italia
Ogni anno, il 1 giugno l’estate inizia proprio qui, sugli oltre 3 chilometri di scivoli iconici di Aquafan. Chi non ha ancora visto l’M280 deve provarlo: 280 metri di spirali e discese mozzafiato su maxi gommoni per 280 secondi di adrenalina! Imperdibili Kamikaze, Extreme River, Speedriul e River Run, ma anche le sfide lungo Surfing Hill, Twist e Tobogas. Lo StrizzaCool è l’attrazione formato famiglia e poi c’è il brivido al buio del Black Hole. Appuntamento nella grande Piscina a Onde per i maxi eventi, come la festa di fine anno scolastico, il 14 giugno, il festival Music Wave, i concerti dal vivo e le date di The Long Sunset: l’11 e 25 Luglio, e l’ 8 e 22 Agosto con una Maxi Onda speciale alle 18:30 con il doccia party più grande del mondo e una raffica di sorprese! Scivoli e piscine a misura di bambini nelle tre spiagge Arca di Noé Beach, Piscina dell’Elefante e Antarctic Baby Beach. Per chi vuole solo godersi il relax fra idromassaggi e zampilli ci sono due aree supertranquille: Poseidon e l’esclusiva Blue Rock.
Nella pagina a fianco: foto scattate ad Oltremare con animali e operatori del Parco
In questa pagina: divertimento tra le onde di Aquafan
Info da non perdere
Biglietti e combinazioni per tutte le esigenze
Italia in Miniatura, Acquario di Cattolica, Aquafan e Oltremare Riccione propongono offerte e combinazioni per tutte le esigenze. Dalla formula Prima acquisti più risparmi, valida per gli acquisti online, ai biglietti combinati che permettono di visitare, a partire da 38€ per due parchi acquistabili anche online, per godere un weekend di emozioni.
Parchi pet-friendly
Italia in Miniatura, Oltremare e Acquario di Cattolica sono parchi pet-friendly dove gli animali sono i benvenuti. Ogni parco ha regole proprie, che si consiglia di verificare sui rispettivi siti web.
Dove mangiare
Tutti i parchi dispongono di punti ristoro di diverse tipologie, per tutti i gusti e tutte le esigenze. Tutti offrono anche aree pic-nic per consumare il proprio pranzo al sacco.
Parchi e Hotel
Tutti gli hotel e le strutture ricettive della Riviera Romagnola che collaborano con i parchi Costa Edutainment sono elencati nella sezione “Hotel” dei rispettivi siti web.
SCACCHI ALLE OLIMPIADI
A cura della Federazione Scacchistica Italiana
Non tutti sanno che di Olimpiadi quest’anno ce ne saranno due, anzi tre. Oltre a quelle di Parigi che inizieranno a fine luglio per durare due settimane, e alle Paralimpiadi, che le seguiranno, sempre a Parigi, per altre due settimane, la terza Olimpiade sarà quella degli scacchi, in programma a Budapest dal 10 al 23 settembre 2024.
Gli scacchi sono l’unico sport che può fregiare legittimamente una sua manifestazione con il nome di Olimpiade. Una tradizione che risale esattamente a 100 anni fa, quando fu fondata la Federazione mondiale, la FIDE (Federation Internationale des Echecs). Era appunto il 1924, e si svolgevano anche in quell’occasione le Olimpiadi a Parigi, in cui gli scacchi erano uno sport dimostrativo. Si svolse una competizione a squadre, tra gli scacchisti più forti del mondo, che entrò nel programma olimpico. Pochi mesi dopo però gli scacchi furono esclusi dalle competizioni a cinque cerchi, perché si ritenne che, non essendoci un gesto “fisico”, non potevano essere considerati sport a tutti gli effetti. Per una sorta di “risarcimento”, fu consentito però agli scacchi di dare il nome di “Olimpiadi” alla più importante manifestazione a squadre, che infatti da quell’epoca si è sempre chiamata così.
Al contrario di quelle “tradizionali”, le Olimpiadi degli scacchi si disputano ogni due anni, e quella di Budapest sarà la quarantacinquesima. Si tratta, sostanzialmente, di un campionato del mondo a squadre, a cui partecipano tutte le nazioni iscritte alla FIDE, suddiviso in due tornei: Open, cioè aperto a uomini e donne, e Femminile. Si tratta di uno spettacolo stupendo, che riunisce davvero tutte le nazioni dei cinque continenti, perché non esiste Paese al mondo dove non si possa giocare a scacchi, sport “povero” per definizione, basta avere una scacchiera, o qualcosa che gli somigli. Tanto che alle ultime Olimpiadi, che si svolte a Chennai, in India, nel 2022, furono
Scacchi alle Olimpiadi
presenti 185 Paesi nell’Open e 160 nel Femminile. Un record assoluto che si spera verrà battuto a Budapest. Ogni Olimpiade invera il motto della FIDE che recita “Gens una sumus”, “siamo un’unica famiglia”.
Ovviamente, se partecipare è importante e gioioso, vincere è ancora meglio. Prima della Seconda Guerra Mondiale hanno dominato prima le nazioni del Centro Europa, come Ungheria e Polonia, poi gli Stati Uniti. Dopo il 1952 è iniziato il dominio incontrastato dell’Unione Sovietica, che ha vinto tutte le edizioni (tranne quelle del 1976 e 1978, in cui prevalsero Stati Uniti e Ungheria) fino allo smembramento del Paese seguito alla caduta del Muro. Anche dopo però la Russia è stata la trionfatrice incontrastata, fino al 2002, dopo di che sono emerse nuove nazioni, che hanno conquistato lo scettro, in particolare Armenia, Ucraina e Cina. L’ultima edizione è stata vinta da un piccolo stato centroasiatico, l’Uzbekistan, dove gli scacchi sono quasi una religione. Lo stesso è avvenuto nel Femminile, dove però il dominio russo-sovietico è stato spezzato prima, nel 1986. Dopo di allora vittorie di Ungheria, Georgia, Cina e Ucraina, che è la squadra campione in carica.
E l’Italia? Il nostro movimento, finora, non è mai stato in grado di competere con le nazioni più forti: il miglior risultato all’Open è stato un 14mo posto alle Olimpiadi del 1988, e nel Femminile un dodicesimo
In queste pagine: Cerimonia d’apertura delle Olimpiadi di Scacchi 2022 a Chennai
posto nel 2008. Però alcuni giocatori italiani si sono fatti valere, conquistando una medaglia individuale. Sì, perché poiché le squadre sono composte da quattro giocatori titolari e una riserva, esistono classifiche per le migliori “scacchiere”, vale a dire il giocatore che ha avuto la migliore performance sulla prima scacchiera (quella dei più forti), nella seconda, nella terza e così via. L’Italia nella sua storia ha vinto quattro medaglie d’oro, una con Barbara Pernici (anno 1982, prima scacchiera), due con Ennio Arlandi (1988 come riserva, e nel 1994 come terza scacchiera) e una nel 2018 con Marina Brunello in quarta scacchiera. Marina Brunello è ancora in attività, e sarà quasi certamente la capofila della squadra azzurra femminile che si presenterà a settembre a Budapest. Quella Open sarà imvece guidata dai nostri due migliori giocatori, Daniele Vocaturo e Luca Moroni.
Resta il punto: perché gli scacchi, gioco praticato nel mondo a livello agonistico da almeno un milione di persone, e a livello dilettantistico da almeno un miliardo, una delle discipline più popolari e diffuse al mondo in tutti i ceti sociali, sono esclusi dai Giochi Olimpici? C’è la questione del “gesto atletico”, che secondo una concezione piuttosto antiquata distinguerebbe gli sport da attività, come gli scacchi, che sono puramente mentali. Va detto che nemmeno la FIDE, che pure è associata con il Comitato olimpico internazionale (CIO) e collabora con esso, ha un particolare desiderio di partecipare alle Olimpiadi, perché l’organizzazione scacchistica è già molto potente, forte e ramificata, e lo sta diventando sempre più con l’aumento poderoso del numero dei praticanti che si sta registrando un po’ ovunque.
È possibile però che gli scacchi entrino alle Olimpiadi dalla “porta di servizio”, con gli e-sport, gli sport elettronici: gli scacchi giocati su internet sono infatti ormai diffusissimi, ed è ipotizzabile che già dal 2028 gli e-sport, con gli scacchi al seguito, diventino parte del programma olimpico. Senza peraltro rinunciare alle “loro” Olimpiadi. Il più antico dei giochi, è diventato il più moderno.
In questa pagina in alto: la squadra alle Olimpiadi di Chennai Francesco Sonis, Sabino Brunello, Luca Moroni, Lorenzo Lodici. In questa pagina in basso: Daniele Vocaturo contro l’ex campione del mondo Magnus Carlsen
UN SECOLO DI FEDERDAMA
a cura della Federazione Dama
Cento anni fa, a Milano, nasceva la Federazione Italiana Dama. La FID lo ha celebrato con un Campionato del Mondo di Dama Italiana che si è tenuto a Roma presso i saloni dell’Hotel Villa Maria Regina e la cui premiazione si è svolta nella prestigiosa Sala Presidenti del Palazzo del CONI. Ma il Centenario della Federdama è stato celebrato anche con un grande evento non agonistico: l’udienza in Vaticano con il Santo Padre, culminato con la benedizione di Papa Francesco.
Era il 27 febbraio del 1924 quando Luigi Franzioni (1883-1966), milanese purosangue, considerato anche un importante esponente della poesia dialettale milanese, dove ottenne numerosi riconoscimenti, ne annunciò la costituzione. La curiosità è che la Federdama non venne fondata con un classico Congresso con gli appassionati ‘in presenza’, ma fu costituita ‘per corrispondenza’.
Infatti, Franzioni aveva inviato per posta un ‘questionario’ e una bozza di Statuto nella prima decade del mese di febbraio 1924 ai gruppi damistici sparsi per l’Italia di cui era a conoscenza, non tutti ancora costituiti in veri e propri ‘circoli’. Molti circoli e gruppi risposero in modo positivo all’iniziativa e così il 27 febbraio Franzioni poté spedire la lettera con il grande annuncio: “La Federazione Damistica Italiana è una realtà!”. Ufficialmente furono undici i circoli “costituenti”, ovvero Mantovano, Marcaria, Cremonese, Iris Viareggio, Parmense, Lucchese, Milanese, Padovano, Veneziano, Empolese, Romano.
Successivamente molti altri sottoscrissero l’adesione e così il 5 ottobre 1924 fu possibile realizzare il primo Congresso “in presenza” della Federazione, durante il quale Franzioni fu ufficialmente confermato presidente per acclamazione. Ma chi era Luigi Franzioni? Luigi Franzioni, milanese purosangue, nacque nel capoluogo lombardo il 12 dicembre 1883; imparò il gioco della dama dal padre Giuseppe. Avviato agli studi tecnici, dovette presto interromperli per esigenze famigliari e trovarsi un lavoro: entrò come impiegato nella società ‘Smeriglio’ (abrasivi) e dopo alcuni anni ne diverrà dirigente. Intanto oltre che alla dama si dedicava al pianoforte e alla poesia dialettale milanese. Nell’ottobre 1923 riuscì ad organizzare a Milano una grande esibizione in ‘simultanea’ di dama:
Un Secolo di Federdama
si prenotarono più di cento damisti, anche se poi si sedettero ai tavoli in 67, che furono affrontati singolarmente e contemporaneamente da Franzioni in altrettante partite con il risultato di 50 vinte, dieci pari e 7 perse, in poco più due ore e mezza. In ogni caso l’esibizione, che si svolse allo allo Skating Club di via Conservatorio, suscitò grande interesse e ne parlarono sia il ‘Corriere della Sera’ sia ‘Il Secolo’, di cui allora era direttore il noto giornalista Mario Missiroli. Entrambi i quotidiani nel dare il risultato finale titolarono “il match delle 100 partite”.
Da ricordare che Franzioni e Missiroli si erano conosciuti tempo prima ed erano diventati amici, tanto che Missiroli nel settembre 1923 aveva scritto un articolo che fu pubblicato con il titolo ‘Un vecchio gioco italiano’. Ne stralciamo l’inizio: “Un gioco che in Italia tutti praticano è un gioco per eccellenza italiano: la Dama. Chi non gioca a Dama in Italia? Si gioca dappertutto: nei collegi, nei circoli, nelle carceri (noterò, fra parentesi, che fra i carcerati si trovano valenti giocatori) e nelle caserme, nei giardini pubblici, sulle panchine di pietra e negli ospedali. La facilità e la rapidità con la quale chiunque apprende le regole, la semplicità di alcune combinazioni, la stessa brevità delle partite, che permettono di rinnovare i giochi parecchie volte in un limitato spazio di tempo, sono tante ragioni che valgono spiegarne la diffusione e la popolarità.”
Con la guerra anche l’attività della Federazione si ridusse, per riprendere faticosamente con il 1945; Franzioni diede il suo contributo alla ricostruzione, poi preferì lasciare il posto ai più giovani, dedicandosi alla poesia dialettale milanese dove ottenne numerosi riconoscimenti. Morì a Milano l’11 novembre 1966.
Gli eventi celebrativi del Centenario
Il Centenario della Federazione Italiana Dama ha avuto come principale evento agonistico celebrativo il campionato Mondiale di Dama, variante italiana, in programma a Roma dal 21 al 27 aprile. Sede di gioco i saloni dell’Hotel Villa Maria Regina in via Camilluccia. Dato che la Federdama è dal 1993 disciplina sportiva del CONI, la cerimonia di premiazione si è svolta nel pomeriggio del 27 aprile presso il Palazzo del CONI in Largo Lauro de Bosis, nella prestigiosa Sala Presidenti.
Nella pagina di apertura: il podio del mondiale di Dama, da sinistra: Michele Mainelli, Damiano Sciuto, Francesco Gitto.
In questa pagina: il ‘veterano’ Daniele Bertè, commissario tecnico della Federeama
Va sottolineato che si è trattato del primo Mondiale disputato con le peculiari regole della Dama Italiana; in precedenza la Federdama Mondiale aveva dato il riconoscimento iridato solo alla variante inglese (pure su damiera di 64 caselle, ma con regole meno restrittive) e alla variante detta internazionale (su damiera di 100 caselle). Un importante riconoscimento, dunque, per la sempre più importante e diffusa attività della Federazione Italiana Dama. Approfittiamo per ricordare che in nessuna delle specialità damistiche è possibile ‘soffiare’. Infatti il “soffio” è stato ufficialmente abolito da tutte le Federazioni di tutto il mondo; in particolare la Federazione Italiana la ha definitivamente abolito nel 1934.
Al Campionato del Mondo di Dama 2024 a Roma hanno preso parte 12 giocatori, in rappresentanza di tutti i continenti, e precisamente: Tetiana Zaitseva (UKR), Vadim Lapin (UKR), Igor Martynov (GER), Richard Beckwith (USA), Rafael Antonio Rodriguez Peralta (Repubblica Domenicana), Eusebio Cabral de Brito Matos (Guinea Bissau), Crispin Odhiambo (Kenya), Jian Zhou (Rep. Popolare Cinese).
Gli italiani: Michele Maijnelli (Messina), Mirco De Grandis (Chioggia-Ve), Francesco Gitto (Cosenza), Damiano Sciuto (Messina). Si sono affrontati tutti in partite di andata e ritorno (sulla falsariga del campionato di calcio) e alla fine ha prevalso Damiano Sciuto, 24 anni, di Messina.
L’Udienza con Papa Francesco
Il Centenario della Federdama ha avuto, come grande evento non agonistico, l’udienza in Vaticano con il Santo Padre: nella mattinata del 26 aprile poco più di trecento tra damisti e famigliari giunti da tutta Italia, da Trieste, da Aosta, da Reggio Calabria, da Foggia, da Palermo, hanno incontrato Papa Francesco, che poi alla fine li ha salutati uno a uno stringendo la mano.
Si è trattato di un momento di grande emozione e partecipazione, culminato con la benedizione del Santo Padre, che rimarrà per sempre nella mente e nei cuori degli appassionati del gioco della Dama.
I principali eventi agonistici del 2024
Da ricordare l’ennesimo titolo italiano individuale conquistato dal savonese Daniele Bertè, che ha vinto il campionato ‘veterani’ di dama internazionale a Latina a fine marzo, aggiungendo un altro alloro al suo ricco Palma Res di vittorie nei campionati italiani di Dama Italiana (64 caselle) e Dama Internazionale (100 caselle).
Nel 2024 sono previsti due campionati mondiale individuali nella specialità Dama Inglese: i due titoli iridati sono attualmente appannaggio di due giocatori italiani. Entrambi i campionati saranno disputati negli Stati Uniti, patria degli sfidanti. Il foggiano Sergio Scarpetta difenderà il titolo ancora una volta contro l’ex russo naturalizzato statunitense A. Moyseyev, giocando nella variante ad apertura sorteggiata (sono sorteggiate le prime due mosse del Bianco er la prima del Nero, che quindi inizia formalmente la partita). Scarpetta ha già sconfitto Moyseyev nel mondiale 2002. Il livornese Matteo Bernini difenderà il titolo nella variante ad apertura libera contro il sud africano naturalizzato statunitense M. Nonyukela. Questo match è programmato a Tulsa in Oklahoma, dal 23 al 28 giugno.
Subito dopo, dal 30 giugno al 4 luglio, a Vidor in Texas, verrà giocato l’incontro a squadre tra le rappresentative nazionali di Italia e Stati Uniti, ‘rivincita’ della combattuta sfida giocata a Roma nel 2019 in occasione dell’Earth Day, e vinta dagli azzurri con 2 punti di scarto.
Per le foto si ringrazia la Federazione Dama In questa pagina: l’udienza con Papa Francesco
WELCOME TO BOWLING SEVENTIES
di Annamaria Migliozzi
Lungo la strada principale che conduce a San Marino, in località Cerasolo, si trova il Bowling Seventies, il centro di divertimento più grande della zona. Questo luogo magico e suggestivo offre un’ampia gamma di attività adatte a tutte le età, rendendolo la scelta ideale per una sfida amichevole sulle piste, una cena aziendale o una festa di compleanno indimenticabile.
In queste pagine foto di Andrea Spada
Il Bowling Seventies è aperto tutti i giorni e dispone di un ampio parcheggio oltre che di un ambiente interno accogliente. Questo centro offre l’opportunità di sfidarsi in una partita a bowling e le nove piste, lunghe 18 metri l’una, sono realizzate in legno di acero e abete, levigato e riverniciato per rispecchiare l’aspetto delle piste da bowling americane originali. Sopra le piste, un maxischermo con tecnologia multimediale di ultima generazione permette di seguire in diretta eventi sportivi e notizie.
Per gli amanti del biliardo, la sala centrale ospita nove tavoli dedicati, dove l’atmosfera è semplicemente magica. La vasta sala giochi, con le sue luci vivaci e i suoi colori accattivanti, trasporterà i più giovani in un mondo di divertimento, con videogiochi adatti a tutti i livelli di abilità.
L’American Bar del Bowling Seventies, con la tipica struttura circolare che richiama lo stile americano degli anni ‘70, è il luogo ideale per un aperitivo tra amici o per gustare un drink rinfrescante. Il bar offre il meglio della caffetteria, birre, vini e bollicine.
Il Bowling non è solo un luogo per giocare, ma anche per gustare piatti speciali. Il menù offre pizze molto apprezzate, panini, hamburger, hot dog e piadine farcite in mille modi. Per chi desidera un piatto più elaborato, la cucina propone un’ampia scelta di antipasti, insalate,
fritture, primi piatti della tradizione romagnola, secondi di carne e, su richiesta, anche piatti e menù di pesce. Per concludere in bellezza il pasto, una serie di dolci e dessert deliziano i clienti con una creatività senza limiti.
Al Bowling Seventies, i bambini trovano tutto ciò che desiderano per una festa di compleanno perfetta! Ogni dettaglio viene curato con attenzione, dalla torta alla scelta del menù, in base all’età del festeggiato, alle sue preferenze e ai suoi gusti.
Durante i giochi dei bambini, anche gli adulti possono godersi un pomeriggio piacevole. Il pacchetto compleanni include un buffet di deliziose degustazioni offerte ai genitori degli invitati dal festeggiato. Ma il divertimento al Bowling Seventies non si limita ai più piccoli! Anche gli adulti possono creare ricordi indimenticabili organizzando feste di compleanno. Scegliere questa location è una decisione originale che lascerà gli ospiti piacevolmente sorpresi. Oltre a un’ampia selezione gastronomica, personalizzabile al momento della prenotazione, la serata può essere arricchita da spettacoli di vario genere, capaci di soddisfare anche il pubblico più esigente.
Il Bowling Seventies è il luogo ideale per organizzare anche la cena aziendale. Questo centro di intrattenimento offre un ambiente unico e vivace che può trasformare un evento aziendale ordinario in un’esperienza memorabile. Con una vasta gamma di attività e di servizi, il centro è perfetto per promuovere la coesione del team e rafforzare i legami tra i colleghi.
Il Bowling Seventies sta diventando sempre più popolare tra le aziende come luogo ideale per le attività di team building. La sala teatro, dotata di un maxischermo, un impianto audio e un palcoscenico, è perfetta per organizzare conferenze, presentazioni e riunioni,
così come spettacoli e cabaret. Questo spazio elegante e funzionale garantisce la giusta privacy per ogni evento. Inoltre, il Bowling Seventies offre una gran varietà di opzioni per la cena, con un menù personalizzabile: ogni piatto è preparato con ingredienti freschi e di qualità. Dopo la cena, i colleghi possono rilassarsi all’American Bar e godersi l’atmosfera rilassata. Oppure, possono sfidarsi in una partita di bowling o di biliardo, aggiungendo un tocco di divertimento e competizione alla serata.
BOWLING UN’ESPERIENZA ESCLUSIVA
Negli ultimi anni, in diverse parti del mondo, si è osservato il crescente trend di costruire piste da bowling private all’interno hotel di lusso, locali di vario genere e persino residenze private. Anche se l’installazione rappresenta un investimento significativo, può offrire un ritorno a lungo termine sotto forma di aumento del valore della proprietà e attrattiva sul mercato.
Il trend di costruire piste da bowling private in case e hotel di lusso riflette il desiderio di combinare esclusività, intrattenimento personalizzato e valore aggiunto. Questo fenomeno evidenzia come il concetto di lusso si stia evolvendo per includere esperienze altamente personalizzate e innovative. Le piste da bowling possono essere progettate per integrarsi perfettamente con l’estetica generale della casa o dell’hotel. Questo include l’uso di materiali pregiati, illuminazione personalizzata e tecnologia avanzata. Se è vostra intenzione dare al vostro hotel o alla vostra casa un valore aggiunto inedito, US Bowling Corporation è la realtà che fa al caso vostro. US Bowling Corporation è il principale produttore mondiale di nuove attrezzature per il bowling di alta qualità e nuovi arredi per il bowling. L’azienda, nata circa un trentennio fa in California da un’idea di Daroll e David Frewing, è infatti l’unica azienda specializzata nella progettazione personalizzata e nella produzione di nuove attrezzature, nella realizzazione di piani aziendali e nell’installazione di nuovi centri di bowling di lusso in tutto il mondo. US Bowling Corporation è inoltre in grado di fornire la pianificazione adeguata, le specifiche di costruzione, le specifiche elettriche, i progetti architettonici e le attrezzature più esclusive a livello mondiale.
Fra i suoi prodotti più innovativi, Pulse Scoring Entertainment System è un display di intrattenimento
completamente personalizzabile che integra le foto dei giocatori di bocce, l’app SocialBowl, l’ordinazione di cibi e bevande, la gestione completa del back office e molto altro ancora! Il dispositivo, con monitor touch screen, ospita alcune delle tecnologie più sofisticate che siano mai state sviluppate, per rendere il bowling più divertente che mai.
Con l’app SocialBowl, i giocatori possono pubblicare selfie, creare avatar su griglie di punteggio progettate ad arte e sfondi animati, quindi condividere sulla piattaforma di social media di loro scelta. L’illuminazione a LED offre un’esperienza visiva straordinaria, reagisce al gioco se utilizzata con il posizionatore di birilli a 24 Volt (fornito da US Bowling
Corporation). L’esperienza di punteggio può essere arricchita con innumerevoli combinazioni, dai giochi interattivi a straordinarie opere d’arte. Con PULSE, le possibilità sono infinite. È semplice da usare e ricco di funzionalità avanzate, il suo design colorato semplifica la digitazione e aggiunge un tocco di stile al centro che lo ospita.
Un altro interessante prodotto è Rollerball Mini-bowling, un sistema a pallina piccola che permette l’esperienza del bowling con uno spazio minimo e praticamente nessuna manutenzione. È l’aggiunta più dinamica e innovativa a quasi tutte le applicazioni di intrattenimento. Anche al Roller Mini-Bowling si applica il sistema di punteggio Pulse. Con Mini Bowling Rollerball l’accessibilità non è mai stata così facile. Le persone con disabilità fisiche possono godersi una partita a bowling su un mini sistema. Rollerball è versatile e può essere installato ovunque, dai cinema ai birrifici e ai ristoranti, anche in casa. Inoltre i piccoli giocatori di bocce possono evitare le palle di grondaia grazie agli speciali paraurti automatici che si aprono premendo un pulsante. Il design piccolo ma elegante lo rende bello anche da vedere. Queste mini piste da bowling presentano tutte le campane e i fischietti di un gioco a grandezza naturale e vengono costruite utilizzando la stessa piattaforma sintetica del normale sistema di bowling a 10 birilli.
Il posizionatore di birilli a 24 Volt garantisce un’esperienza di qualità con il vantaggio di essere a basso consumo energetico e praticamente esente da manutenzione.
Il software e il meccanismo di districazione di proprietà di US Bowling non vanno in “Time Out”, il che si traduce in un minor numero di chiamate di servizio al service desk. La scatola di controllo della macchina a corde di US Bowling è l’unica nel settore completamente riparabile da qualsiasi tecnico di fiducia, ciò significa che non è mai necessario rispedirlo al produttore per lo scambio o la riparazione. Il posizionatore di birilli per corde è dotato di un gruppo pit posteriore in acciaio solido per impieghi gravosi. Utilizza una solida struttura in acciaio da ¼”, un solido cuscino in acero, un solido cuscino in gomma, una tenda resistente e un sistema di shock per assorbire l’impatto della palla da bowling e del birillo. Le corde sono in nylon resistente con un rivestimento speciale che impedisce l’aggrovigliamento del birillo. US Bowling fornisce una fornitura minima di 5 anni di cavo con ogni String Pinsetter. US Bowling è l’unica azienda che utilizza i contraccolpi in betulla massiccia da 2-1/2 “ per una migliore azione dei birilli. Il risultato è la stessa azione di un birillo da bowling e la stessa capacità di punteggio di una tradizionale macchina a caduta libera.
US Bowling offre la garanzia più lunga del settore per le macchine a corde, pari a 2 anni e il consumo energetico più basso di qualsiasi macchina per l’impostazione di birilli.
Reflections Ball Rack and Hood
Per chi sta pensando di costruire un nuovo centro bowling di lusso o aggiornando quello attuale, il sistema Reflections Ball Rack and Hood di US Bowling è ricco di funzionalità. Se ciò di cui si ha bisogno è di una struttura fuori terra, abbiamo anche quello. Con caratteristiche eleganti, il nostro ritorno a sfera fuori terra abbinato al nostro posizionatore di birilli con corde da 24 Volt equivale a un divertimento senza manutenzione!
Per maggiori informazioni sui prodotti e sulla azienda visita il sito: usbowling.com
Sotto: David Frewing Presidente della US Bowling Corporation con, a sinistra, Alberto Santini e, a destra, Mario Di Dio e un arredo progettato da US Bowling Corporation
STRIKE MADE IN ITALY
Powergamma è la realtà italiana del settore Bowling che grazie a una visione fuori dagli schemi ha cambiato i paradigmi per il settore indicando una nuova avanguardia. Con competenza e creatività ha unito alla tecnologia il know-how e lo stile italiano, realizzando prodotti non solo estremamente funzionali ed ergonomici, ma anche attraenti, rendendo ogni centro bowling personalizzato ed unico.
La Powergamma s.r.l. è nata in provincia di Reggio Emilia dall’iniziativa di alcuni soci che hanno creduto di poter sfidare le più grandi aziende del settore sul piano dell’innovazione e della tecnologia. L’imprenditore Mario Di Dio, con anni di esperienza nel settore, l’ingegnere elettronico Alberto Santini, l’ingegnere informatico Mauro Guiotto e Frank Stametti che lavorava già da anni come responsabile delle installazioni di centri bowling, hanno deciso di unire idee, competenze e l’esperienza maturata nel settore dei bowling, al fine di realizzare macchine e progetti innovativi.
Primi nel mondo, hanno progettato pinsetter completamente a bassa tensione (24V) in corrente continua e, grazie ad una meccanica di precisione a cui hanno aggiunto elettronica e sensori sviluppati appositamente, hanno ottenuto un grande risparmio energetico. Dal 2016 Powergamma collabora con US Bowling Corporation, una delle più grandi aziende americane del settore che, credendo fortemente nel prodotto italiano, è voluta entrare a far parte della compagine sociale dell’azienda emiliana.
Sicuramente l’articolo di punta è il pinsetter “Eco 24 Evolution”, in grado di abbattere i costi di gestione di un centro bowling in modo significativo grazie a
due principali punti di forza: non necessita un tecnico specializzato; una sola persona, senza alcuna conoscenza tecnica specifica, può gestire un centro bowling in autonomia (la macchina è praticamente esente da manutenzione, è intuitiva e semplice, tanto che chiunque può essere in grado di operare). Inoltre, grazie alla tecnologia proprietaria, all’altissima efficienza energetica e all’uso di motori brushless progettati da Powergamma, il costo per l’energia elettrica viene ridotto in modo drastico. Questo la rende anche una macchina a bassissimo impatto ambientale.
Strike Made in Italy
Per quanto riguarda il sistema di punteggio, il piedistallo con touch screen permette al giocatore, tramite un’interfaccia grafica avanzata, di vedere i punteggi e di gestire in completa autonomia ogni aspetto del gioco e delle partite, interagendo col software di punteggio e riducendo al minimo la necessità di rivolgersi al personale. Inoltre, la grafica con animazioni in alta risoluzione, il suono e i giochi di luci LED aumentano il coinvolgimento e migliorano l’esperienza di gioco.
Oggi Powergamma distribuisce, vende ed installa in tutto il mondo ed è organizzata in due divisioni: “Spirit of innovation”, che ricerca, sviluppa e sperimenta tecnologie; “Bowling equipments”, che applica ed implementa queste tecnologie nei prodotti per il bowling.
Contatti: Powergamma s.r.l. Via A. Meucci, 13 42028 Poviglio (RE)
Tel:+39-351-8492233 powergamma.com
Foto di Andrea Spada
UN BOWLING DA PODIO
A cura della Federazione Italiana Sport Bowling e Biliardo
Dagli IBF Masters Senior World Championships dove la Delegazione Azzurra ha fatto incetta di medaglie, all’European Youth Championships 2024, passando per eventi nazionali come il famoso e amato Torneo Città di Napoli e la bella finale nazionale studentesca “Il Bowling nella Scuola” riservata agli istituti scolastici secondari di 1° e 2° grado della disciplina Bowling tenutasi a Roma di questa primavera, è stato un inizio di 2024 con botto per i bowlers italiani e non solo.
Partiamo con gli IBF Masters Senior World Championships che si sono tenuti dal 2 al 13 dicembre 2023 a Cali, in Colombia. Hanno preso parte alla competizione mondiale 4 atlete femminile selezionate direttamente dal C.T. di Settore: Paola Barison, Monica Di Paolantonio, Alessandra Morra ed Helga Di Benedetto e 4 atleti maschili; due qualificati dalle selezioni Trials del 2 settembre 2023 e 2 indicati dal CT di settore: Alessandro Delcarmine, Marco Reviglio, Maurizio Celli, Federico Rossi. La Delegazione Azzurra, durante questo mondiale, ha dimostrato di essere un Top Team, facendo incetta di medaglie e rendendo indimenticabile la loro partecipazione al Campionato Mondiale Seniores. Sono stati undici giorni di gare emozionanti e stimolanti, coronati da cinque meritatissime medaglie! Nella specialità di Singolo è arrivata la prima medaglia di Bronzo grazie ad Alessandra Morra. Nel doppio femminile, argento per Alessandra Morra e Paola Barison e Bronzo per Elga Di Benedetto e Monica Di Paolantonio. La straordinaria esperienza in Colombia, si conclude con altre due medaglie di bronzo grazie alla Squadra Femminile e alla Squadra Maschile.
Andando con ordine, cronologicamente spicca, dall’8 al 10 marzo, la 51° edizione del Torneo Città di Napoli che si è tenuto presso il Bowling Oltremare Trentasette le squadre, provenienti da più regioni d’Italia, hanno preso parte ad uno dei più longevi tornei a squadra da 4 del circuito ufficiale. Dopo la vittoria conseguita nel 50° anniversario del torneo, la formazione palermitana del Bowling & Games si è ripetuta, a distanza di due anni, iscrivendo il proprio nome, per la quinta volta, nell’albo d’oro. I siciliani hanno battuto i laziali dell’ASD Le Privè, il cui ultimo loro titolo al torneo a squadra risale a circa 10 anni fa. Terzi sul podio le formazioni dei Delirium e degli Indians.
Dal 23 marzo al 1° aprile Helsinki è stata palcoscenico dell’European Youth Championships 2024 Le Federazioni partecipanti sono state 28 e 169 atleti (101 maschi e 68 femmine), provenienti da tutta Europa, per uno degli eventi più attesi a livello giovanile della stagione agonistica 2024. L’Italia ha partecipato alla manifestazione con 6 atleti (4 maschi e 2 femmine) convocati dal CT Claudio Valentini che durante la manifestazione è stato coadiuvato dal Tecnico accompagnatore, Sergio Cicconi. Partiti il 23 marzo da Milano Malpensa, gli azzurri convocati dal Commissario Tecnico Claudio Valentini a rappresentare la Nazionale Italiana al Campionato Europeo Juniores, sono stati: Gabriele Caiti, Christian Forte, David Giantomassi, Marco Rosellini, Giulia Pozzoli e Laura Visconti. Alcuni piazzamenti interessanti per l’Italia del bowling che chiude però la competizione con l’amaro in bocca senza medaglie. Una spedizione non molto fortunata, ma che ci rende pur sempre orgogliosi di questi giovani azzurri!
Dal 21 al 28 aprile a Roma si è tenuta la 26° edizione della Mediterranean Bowling Championships 2024. Il bowling Brunswick, in via dell’Acqua Acetosa 10, è stato il palcoscenico perfetto per questa settimana di grande bowling, con 14 paesi partecipanti che si sono battuti per raggiungere il gradino più alto del podio. Quattro, equamente suddivisi tra donne e uomini, gli azzurri che hanno rappresentato l’Italia durante la competizione:
Nella pagina di apertura: da sinistra Helga di Benedetto, Alessandro Del Carmine, Paola Barison, Maurizio Celli, Monica Di Paolantonio, Federico Rossi, Alessandra Morra e Marco Reviglio. In questa pagina in alto: da sinistra coach Claudio Valentini con gli atleti Cristian Forte, Gabriele Caiti, Laura Visconti, Giulia Pozzoli, David Giantomassi e Marco Rossellini
Alessandra Morra, Eva Lemstra, Federico Rossi e Luca Miccichè. La rassegna è terminata con due medaglie per i nostri atleti. Una è del metallo più prezioso grazie alla vittoria di Squadra. La seconda medaglia è invece quella di bronzo e la porta a casa il nostro Federico Rossi.
“Sono orgoglioso di aver riportato in Italia questa manifestazione che ha avuto un grande successo, peraltro riconosciuto dalla Federazione Europea - dice il Vicepresidente Cosimo Zecca. - Essere il direttore di un evento di tale livello non è stato semplice e ha per me un particolare significato. Al Presidente del Coni Dott. Giovanni Malagò, al Dott. Andrea Mancino Presidente della Federazione Italiana Sport Biliardo e Bowling, al Presidente del Coni Regionale Dott. Riccardo Viola e i Presidenti delle Federazioni di San Marino, Malta, Francia e Grecia vanno i miei più sentiti ringraziamenti per aver impreziosito il nostro evento con la loro presenza. È stata sicuramente una settimana molto impegnativa dal punto di vista organizzativo, ma tutto ha funzionato alla perfezione! L’Oro di Squadra ed il Bronzo nel master degli azzurri sono state la ciliegina sulla torta di questa bellissima
settimana di sport. Voglio ringraziare, a nome di tutta la Federazione, le 14 Nazioni partecipanti, perché è solo grazie a loro che tutto è stato possibile.”
Infine, venerdì 17 e sabato 18 maggio si è tenuta presso il Bowling Tiam di Roma, la Finale Nazionale Studentesca “Il Bowling nella Scuola”, riservata agli istituti scolastici secondari di 1° e 2° grado della disciplina Bowling. Un’onda di entusiasmo e sportività che ha fatto vibrare il bowling Tiam di Roma, in occasione dell’evento conclusivo del progetto “Il Bowling nella Scuola”. A darsi “battaglia” sulle piste sono stati circa 120 studenti delle dieci scuole che hanno aderito alla rassegna organizzata dalla Federazione. Durante l’intera manifestazione, grazie all’ausilio di Giuseppe Lestingi e Franco Colombo (Commissione per la comunicazione settore bowling) è stato possibile vivere tutte le emozioni dell’evento, attraverso i canali Facebook e Youtube. A presentare la manifestazione e scandire la scaletta di questa due giorni è stato Giuseppe Semplice, Coordinatore della Commissione Studentesca Disciplina Bowling, che ha dato il benvenuto agli studenti e ai docenti dei vari istituti. Hanno partecipato alla giornata: la Prof.ssa Maura Catalani MIUR Regionale Lazio, il Vice presidente Panathlon Agro romano Giorgio Rizzo e Paolo Gentilini membro dell’Hall of fame del bowling Italiano e referente settore studentesco bowling Lazio.
Al termine delle gare, a coronamento di questa esperienza formativa, la cerimonia finale di premiazione con la consegna delle medaglie e coppe alla presenza del Vicepresidente, Cosimo Zecca.
In questa pagina in basso: le squadre delle scuole del progetto “Bowling nella scuola” con il coordinatore studentesco Pino Semplice
BOWLING ALL’OMBRA DEL VESUVIO
A cura della Federazione Italiana Sport Bowling e Biliardo
Il Città di Napoli è senza ombra di dubbio fra i tornei, se non il torneo, più iconico presente nel calendario degli appuntamenti autorizzati.
Con oltre mezzo secolo di vita, disputato in specialità squadra da 4, a livello nazionale, è da 52 anni l’appuntamento da non perdere.
Qualcuno lo ha etichettato come un “mood”, quasi uno stato d’animo, altri lo hanno paragonato ad una sorta di “prima della scala”, perché, a prescindere dal risultato o dalla preparazione, tutti vogliono essere presenti sul parquet del centro bowling Oltremare di Napoli, che da sempre lo organizza e ospita. Certo, per motivi contingenti, oggi siamo lontani dai livelli raggiunti a cavallo degli anni 2000, quando vi prendevano parte 100 e più squadre, ma nonostante i problemi e gli anni il Città di Napoli mantiene intatto il suo fascino. Nella 52° edizione, che si è conclusa a metà marzo, come sempre si sono avute conferme, speranze, ritorni, delusioni e colpi di scena. Fra le conferme, ovviamente, i Delirium, fra le ASD più forti del circuito italiano e non che, tuttavia, hanno dovuto fronteggiare non poche difficoltà, specie alla domenica in finale, dove non sono riusciti a confermare quanto di ottimo fatto in qualificazione (1° posizione con 4187 birilli. +166 sulla seconda).
Speranze: un elemento che accomuna tutte le formazioni intervenute, poco meno di 40. Chi più chi meno spera di lasciare una traccia sull’ampio muro del Città di Napoli. Da questo torneo, infatti, sono passate tutte le più forti squadre ed ASD italiane di cui ancora oggi se ne raccontano imprese e risultati. Il Galeone Bologna, ad esempio, è fra quelle che spera ogni anno di poter iscrivere il proprio nome nel prestigioso albo d’oro, ma nonostante un’ottima qualificazione, anch’essa alla domenica ha dovuto far i conti con non poche difficoltà e, soprattutto, con un girone impervio, rimandando il tutto alla prossima edizione.
Ritorni: per spiegare quanto il Città di Napoli sia “percepito” dai bowlers basti pensare a un team di atleti catanesi. Lontani dalle piste, per scelte di vita, da tempo, il medesimo gruppo si è riunito, tesserato e sceso in pista dopo essere stato ‘sollecitato’ da un noto social che gli aveva ripostato una foto di squadra impegnata a Napoli nel lontano 2014. Incredibile!
Delusioni: sono parte integrante di ogni competizione. La delusione di chi voleva giocare la finale, ma ha fallito. La delusione di chi quella finale l’ha giocata, ma ha mancato il match finale. La delusione di chi quel match lo ha giocato, ma sottotono, e perso. La delusione del team di casa che sperava di far valere, come lo è stato per anni, il fattore campo. La delusione di vedere sfumare uno sforzo di gruppo per una manciata di birilli. È l’anima dello sport. È il rovescio della medaglia. Per un vincitore, tanti sconfitti e delusi.
Colpi di scena: come in ogni copione che si rispetti ve ne deve essere uno o anche più di uno. In questa edizione ne abbiamo avuti cinque! Ma non perché vi siano stati cinque eventi a sorpresa diversi, ma perché una squadra, la palermitana dei Bowling & Games, venuta senza non troppe velleità, riproponendo un D’Astolfi che aveva meditato il ritiro dal gioco attivo, con un Polizzotto più concentrato sul supportare i suoi allievi, è tornata a casa col 5° titolo della sua storia al Città di Napoli. Lo stesso numero di titoli vinti da Giovannino D’Astolfi, che una chance in più meriterebbe, anche per l’impegno ed il lavoro profuso negli anni, nel quadro superiore dell’alto livello. Il Città di Napoli. Quante nuances ci possono essere in un semplice torneo di bowling, ma questo evento è un qualcosa di più ed il pensiero di tanti è già rivolto al 2025. E noi ci saremo!
In queste pagine il Torneo Città di Napoli. Si ringrazia FISBB
In questa pagina in alto: il podio 1° ASD Bowling & Games Sicilia, 2° ASD Le Privè Lazio e 3° ASD Delirium Sicilia
Bowling all’ombra del Vesuvio
QUARANTATRÉ ANNI DI GOAL
a cura di Daniela Turchetti
Ideata da Pier Paolo Pasolini, portata in campo per scopi benefici da Mogol insieme a Gianni Morandi, la Nazionale Italiana Cantanti dal 1981 è un’organizzazione stabile che, nel 1996 ha ottenuto il riconoscimento della Presidenza del Consiglio dei Ministri e dal 1° gennaio 2000 è diventata una Onlus. I soci della Nazionale Cantanti hanno girato il mondo, incontrato capi di Stato e collaborano attivamente con la Croce Rossa Italiana.
Alla prima “Partita del Cuore” sugli spalti erano presenti oltre 83.000 spettatori. All’evento, che si è poi trasformato in un tradizionale e annuale appuntamento televisivo nazionale, hanno preso parte negli anni, in campo o in tribuna, tantissimi personaggi di spicco. Dai personaggi dello spettacolo, fra cui una particolare menzione va a Richard Gere e a Sean Connery, a quelli del calcio: Pelé, Maradona, Zinedine Zidane, Roberto Baggio. Ma non solo, anche personaggi del mondo della musica, come Rod Stewart, Liam Gallagher, e dello sport come Francesco Bagnaia, Michael Schumacher, Valentino Rossi. Persino la politica è scesa in campo. La scena di Gianfranco Fini che applaude a un gol di Massimo D’Alema ha fatto il giro del mondo. In tribuna hanno presenziato personaggi quali Michail Gorbaciov e il Dalai Lama, grande sostenitore della Nazionale Cantanti. È rimasto negli annali l’incontro, l’ultimo, alla Partita del Cuore del 2000, tra il presidente dello Stato d’Israele, Shimon Peres, e il presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese, Yasser Arafat.
“La Partita del Cuore” della Nazionale Italiana Cantanti ha oltrepassato spesso i confini nazionali giocando anche in Inghilterra, Russia, Romania, Ungheria, Polonia, Ucraina, Israele, Iraq e perfino a Sarajevo, durante la guerra dei Balcani.
«La Nazionale Cantanti - racconta Gian Luca Pecchini, General Manager della Nic, - è il risultato di coincidenze, passioni, tempo, rinunce, applicazione e pazienza, che si sono sviluppate a partire da 43 anni fa quando a Coverciano Mogol mi disse che voleva creare una squadra di calcio formata da cantanti, per raccogliere fondi per aiutare i bambini che soffrono. L’idea ci piacque subito. Gianni Morandi, Umberto Tozzi, Riccardo Fogli e Pupo sono stati quelli che hanno dato il ‘calcio d’inizio’. Ad oggi abbiamo giocato più di 632 partite e ne abbiamo vinte oltre la metà. Giocare la ‘Partita del Cuore’ è una scelta di vita.
La soddisfazione più grande è che questa attività ha dato la possibilità di incassare oltre 100 milioni di euro interamente donati. È l’unica associazione riconosciuta a livello internazionale che opera in questo modo e con questa continuità. La nostra attività non si limita solo a una raccolta fondi con le manifestazioni, ma è anche promozione di progetti su tematiche attuali grazie alle aziende che ci sostengono da più di quarant’anni».
Nella pagina a fianco: Nazionale Cantanti durante la “Partita del Cuore”. In questa pagina in alto: Gianluca Pecchini, General Manager della NIC. In questa pagina in basso: la “Squadra del Cuore” di Bowling Seventies
GIOCANDO SI IMPARA
a cura di Marzia Mecozzi
“Educa i ragazzi col gioco, così riuscirai meglio a scoprire l’inclinazione naturale.” Questa frase, del filosofo Platone, ispira la mission di Serravalle Football Academy, una scuola di calcio aperta a bambini e bambine dai 4 ai 12 anni in cui si condividono valori, conoscenze, comportamenti e strategie con l’obiettivo di far vivere a ciascuno esperienze formative dove il gioco, il benessere, la corretta crescita sportiva e il divertimento si fondono in ogni ambito dell’attività.
A San Marino, da qualche anno, è nato un polo calcistico dedicato al settore giovanile che rapidamente è andato raccogliendo larghi consensi, incredibili risultati in campo e un numero sempre più alto di iscritti. È Serravalle Football Academy, un progetto sportivo innovativo nei metodi di programmazione e di allenamento, supportato da una filosofia dei valori che incentiva lo sviluppo personale e morale di ogni partecipante, la cui credibilità trova la condivisione di diverse società professionistiche come Monza, Atalanta, Cesena e Rimini e lavora a stretto contatto e in forte sintonia con la Federazione Sammarinese Giuoco Calcio. Affiancati da competenti e qualificati istruttori federali esperti nell’ambito calcistico giovanile che insegnano loro le basi tecniche del gioco del calcio, propedeutiche allo sviluppo delle funzionalità psicomotoria e psicologica, i giovani campioni di Serravalle Football Academy crescono nel rispetto di tutte le tappe della formazione atletica, ma anche pedagogica.
“Il gioco del calcio è il mezzo, non il fine da raggiungere. Il fine è migliorarsi divertendosi, in campo e nella vita. – spiega Pierangelo Manzaroli, responsabile tecnico dalla Football Academy, già CT della Nazionale San Marino – Riteniamo che lo sport possa e debba essere un’esperienza formativa globale, capace di incidere positivamente sulla vita degli atleti e delle comunità in cui vivono. La mission del gruppo è formare giovani giocatori di valore e valori. Una generazione di atleti che siano non solo eccellenti nelle loro discipline, ma anche cittadini esemplari e individui integrati e consapevoli. Con questo spirito accogliamo tutti i
bambini e le bambine che desiderano muovere i primi passi in una esperienza sportiva di gruppo capace di favorire la socializzazione e l’amicizia con i coetanei, alimentare la loro naturale esuberanza vincendo timidezze e timori, sviluppare caratteristiche positive come l’autonomia, la motivazione, l’autostima, lo spirito di collaborazione, la consapevolezza nelle proprie possibilità, la capacità di affrontare e superare sfide e difficoltà.”
Lo staff tecnico Serravalle Football Academy segue costantemente i ragazzi perché tutto ciò avvenga in modo spontaneo e all’insegna del divertimento: il gioco, la serenità e la possibilità di esprimere la propria fantasia sono, per ogni bambino, elementi essenziali per attingere esperienze motorie e morali significative e per un sicuro apprendimento. Una struttura organizzativa collaudata da tempo è il valore aggiunto che supporta l’attività e il dialogo con le famiglie.
“Insieme ai nostri istruttori, abbiamo condiviso un modello formativo attuale, al passo con i tempi, flessibile e capace di adeguarsi alle evoluzioni del calcio moderno, nel nostro caso all’attività di base 04-12 anni, età in cui è necessario prestare ai bambini la massima attenzione affinché si possano divertire e crescere nel più sicuro contesto possibile. - Prosegue il coordinatore sportivo Alessadro Bizzocchi - In campo la nostra metodologia propone situazioni integrate analitiche, situazionali collaborative e sedute specifiche individuali per far esprimere al massimo le potenzialità di ogni bambino/ragazzo/atleta. A livello emotivo relazionale, aspetti come il sacrificio, il coraggio, la collaborazione, il rispetto, l’educazione, il senso di responsabilità e naturalmente il divertimento sono i valori irrinunciabili che i nostri istruttori cercano
Giocando si impara
di condividere coi ragazzi sviluppando l’importante concetto di appartenenza e spirito di squadra. Per noi non c’è niente di più bello che vedere tanti bambini e bambine e ragazzi divertirsi mentre giocano con noi e l’incredibile aumento di tesserati conferma la qualità del progetto.”
Il programma tecnico comprende un programma di avviamento motorio per i più piccoli, un programma Multi Sport per acquisire transfer positivi da basi e gesti di altri sport, un programma di formazione e specializzazione calcistica all’insegna del divertimento, un programma specifico rivolto ai giovani
Info da non perdere
L’attività di Serravalle Football Academy si svolge presso i seguenti centri sportivi: Dogana Impianto sportivo Ezio Conti, Via Strada Caiese, 12 Falciano Impianto sportivo Folgorello, Via Precettore Pubblico snc PALESTRA di Dogana scuola Elementare Parco Ausa
Attività complementari organizzate: Calcio sotto le stelle – torneo serale tra tutti i bambini nel mese di Agosto Summer Camp a Carpegna - vacanza sportiva (Agosto)
aspiranti portieri e un programma tecnico complementare per tutti coloro che desiderano specializzarsi ulteriormente.
Svolgendo attività giovanile di base, sarà posta grande attenzione anche alle attività multidisciplinari e contaminazioni di altri sport (come le arti marziali, il nuoto e la ginnastica) propedeutiche al completamento fisico, di costruzione e consolidamento per il benessere e il divertimento. Non ultimo anche l’apprendimento della lingua inglese attraverso situazioni ludiche e didattiche inserite sempre all’interno del percorso calcistico.
Campionato FSGC e Italiano per tutte le categorie (Under 8_Under 10_Under 12)
Tornei internazionali: Città di Pordenone e Torneo
Città di Firenze, Valencia, Halloween in trasferta (in collaborazione con società professionistiche)
Per Informazioni e iscrizioni Stagione Sportiva 2024/25
Pierangelo: 349 5549513
Sonia: 340 2227807
Maxi: 335 7331846
GATTEO FESTEGGIA LA ROMAGNA
di Virginia Valente
Anche per questa estate la parola d’ordine è “liscio”. Balli e canzoni per divertirsi, conoscere amici e vivere momenti spensierati. Gatteo Mare Summer Village è l’appuntamento per appassionati di ballo, famiglie e bambini.
Musica e divertimento. Convivialità, amicizia, gioia di vivere. E una passione unica per il ballo. In una parola: Romagna. E, proprio nell’anno in cui la canzone regina di questa terra festeggia 70 anni, a Gatteo Mare la grande festa in musica che accompagna l’estate continua a passo di danza. Il brano celebre nel mondo “Romagna mia” del grande Secondo Casadei è un inno che non passa mai di moda e accende i cuori ovunque venga suonato. Impossibile resistere dal ballare e cantare questa brano, una colonna sonora capace di trascinare sulla pista anche i più timidi. A Gatteo Mare con l’organizzazione di Gatteo Mare Summer Village il divertimento è per tutte le età con cene a tema, concerti, danze, mostre di auto e gli spettacoli di Bimbobell per i più piccoli. Dopo la settimana del Liscio a inizio giugno, tra gli appuntamenti da non perdere, dal 2 al 4 luglio all’Arena Rubicone, dalle 21.30, il Festival di Sanliscio, kermesse internazionale della musica da ballo. Sempre all’Arena Rubicone dal 5 al 7 luglio la Notte Rosa trasforma questo spazio nel più grande dancefloor a cielo aperto e, nella serata conclusiva, si festeggiano i 70 anni di Romagna mia con tante iniziative. Nei mesi di luglio e agosto si riconcorrono le serate da non perdere, fra cui quella del 28 luglio insieme a Mirko Casadei e la Popular Folk Orchestra e, ancora, show in compagnia di attori comici, animazione per bambini e famiglie, cene al chiaro di luna, il ferragosto live e poi tappa in spiaggia per ammirare stelle e fuochi d’artificio. Una lunga estate che accompagna fino a settembre per il tradizionale appuntamento con la “Settimana del Liscio”, dal 15 al 19 settembre, all’Arena Rubicone, alle 21.30, un evento riservato a ospiti di hotel associati GMSV e possessori di card. Un’intera settimana completamente dedicata alla musica da ballo chiude la stagione estiva di Gatteo Mare: non solo liscio e balli romagnoli, ma tutto ciò che fa muovere e danzare in allegria ed in compagnia.
Grande protagonista di questa iniziativa è il compositore, cantante e clarinettista Moreno Conficconi, meglio noto al grande pubblico come Moreno Il Biondo, come sempre accompagnato dalla sua Orchestra Grande Evento. “Il grande chitarrista e genio del Rock progressivo Franco Mussida, co-fondatore della PFM, mi ha definito ‘Il Re del Liscio contemporaneo’ – racconta con entusiasmo Moreno Il Biondo - e questo è sicuramente il coronamento di un mio percorso di crescita artistica che non mi aspettavo”. Anche questa estate gli impegni sono tantissimi e la risposta del pubblico è da tutto esaurito. “Adesso siamo in attesa della Notte del Liscio, il 14 settembre, e della Settimana del liscio, dal 15 al 19. È stato straordinario l’inizio della stagione estiva con la Settimana del Liscio a giugno che ha registrato il sold out ritornando ai numeri delle edizioni pre-covid. Sto vivendo l’estate 2024 con grande energia artistica e fisica, con diverse proposte musicali, tutte però allineate alla centralità del progetto Romagna 2.0 Viaggio nella musica Popolare – continua Moreno Il Biondo - I folklori italiani e internazionali si affiancano al mio liscio contemporaneo, insieme a me gli E-Wired Empathy. Tutto questo si rafforza ulteriormente perché è anche l’anno del 70° anniversario di Romagna mia, un anniversario importante ed emozionante”. Tra gli impegni Moreno Il Biondo ne svela anche un altro: “A fianco di questi eventi è al debutto la prima edizione del “Galeata World Music Festival”, il 17 e 18 agosto, di cui sto seguendo la direzione artistica su invito del produttore Giovanni Amighetti e credo che sarà una novità di cui si sentirà parlare.”
Per tutte le informazioni: gatteomaresummervillage.it e su FB e IG
Per le foto si ringrazia Moreno Conficconi
Gatteo festeggia la Romagna
TOPOLINO PARK: UN PARADISO PER TUTTA LA FAMIGLIA
di Annamaria Migliozzi
Se state cercando una meta divertente dove trascorrere le vostre vacanze in famiglia, il Topolino Park, situato nel cuore del vibrante Gatteo Mare, è la destinazione perfetta per voi. Con una superficie di duemila metri quadri, questo parco divertimenti è uno dei giganti della Riviera Romagnola che offre un’infinità di attrazioni.
A Gatteo Mare potrete trovare una miriade di opportunità per il relax e il divertimento, che vanno dallo shopping all’intrattenimento serale. Ogni giorno, l’energica squadra di animazione del Gatteo Mare Summer Village propone diverse attività nei trenta stabilimenti balneari del villaggio. Potrete divertirvi e mantenervi in forma con l’acqua gym, la ginnastica in riva al mare, i corsi di ballo sulla spiaggia e i tornei di tiro con l’arco. Quando cala la sera, potrete godervi una tranquilla passeggiata nel centro del paese, completamente pedonale.
Nel cuore di questa atmosfera incantevole si trova il Topolino Park, situato in via delle Nazioni n. 92. Il parco è suddiviso in due aree principali: un parco giochi all’aperto e una sala giochi interna. Nel parco giochi esterno, i più piccoli possono divertirsi con i percorsi avventurosi del playground su tre livelli, le giostre, la pista baby cars, i jumping, il bruco, il trenino e molte altre attrazioni come i go-kart. Qui, il divertimento è garantito!
Per gli appassionati di videogiochi, la sala giochi interna è un vero paradiso. Con una vasta gamma di giochi tradizionali e di ultima generazione, c’è qualcosa per tutti i gusti: avventura, creatività, sport, fantascienza, intelletto e magia.
In collaborazione con il Gatteo Mare Summer Village, il Topolino Park organizza spettacoli per bambini e adulti sia in spiaggia che nel centro del paese. Se state pensando a un luogo ideale per festeggiare il compleanno estivo dei vostri piccoli, il parco è il posto perfetto per trascorrere una giornata all’insegna dell’avventura e dell’allegria.
Foto di Andrea Spada, realizzate al Topolino Park
ORARI DI APERTURA
Parco giochi: tutti i giorni dalle 17.00 alle 24.00
Sala giochi: tutti i giorni dalle 09.00 alle 01.00
Per maggiori informazioni: Tel/Whatsapp: 0547 87888 topolinopark.it
Topolino Park: un paradiso per tutta la famiglia
RICCIONE PAESE
a cura di Riccione Paese
Riccione Paese fu il primo nucleo urbanizzato e popolato della città e si sviluppò geograficamente sull’Antica Via Flaminia, la strada consolare che collega Roma con Rimini.
Cuore di antiche tradizioni, Riccione Paese nacque prima della marina, nota invece per la sua vocazione turistica. Oggi prende il nome di Corso Fratelli Cervi ed è una magnifica passeggiata tra le piacevoli atmosfere del borgo caratterizzato da numerose attività commerciali come negozi, botteghe storiche e caffè.
Riccione RN, Italia, 47838 T: 328 0236222
Qui si tengono anche imperdibili iniziative culturali e di intrattenimento che rendono Riccione Paese dinamico e vivace. Alcuni degli eventi più conosciuti sono CiocoPaese ad ottobre e la Festa del Beato Alessio, la domenica successiva alla Pasqua.
Il recupero dell’identità storico culturale del luogo e delle sue tradizioni è l’obiettivo del Comitato di Riccione Paese, nato per favorire lo scambio di idee, condividere visioni, ascoltare e raccontare la città, come sta cambiando e come diventerà.