Enjoy! 10/2023 Bowling Seventies

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Inverno ― 2023

Cari amici, eccoci al numero invernale del nostro Enjoy! che, come sempre, ha in serbo per i suoi lettori tante interessanti proposte per il tempo libero e un aggiornamento sulle ultime conquiste dal super medagliato mondo sportivo. Iniziamo anche questa volta con una scelta culturale che tocca alcune notevoli esposizioni imperdibili. Due le mostre da visitare a Milano: nelle sale di Palazzo Reale “Goya. La ribellione della ragione” e, al Mudec, “Rodin e la danza”. In provincia di Treviso un’esposizione per tutta la famiglia: la Mostra Internazionale d’Illustrazione per l’Infanzia “Le Immagini della Fantasia”, mentre a Forlì è protagonista l’obiettivo potente di Eve Arnold, leggenda della fotografia del Novecento. Vi abbiamo parlato anche della nuova stagione di prosa e danza del Teatro Galli di Rimini e del progetto del famoso scrittore di noir, Carlo Lucarelli che si è addentrato negli antichi manieri dell’Emilia Romagna indagando su misteri, congiure e intrighi dando vita alla serie podcast “Giallo in Castello”. E questi sono solo alcuni degli argomenti: sfogliate per conoscere il resto. Per quanto riguarda la seconda parte del nostro giornale, dedicata al mondo sportivo, ancora protagonista la scherma con il trionfo azzurro al Mondiale di Milano 2023 e la medaglia d’oro all’International Biathlon Teams Cup Open di Calangianus (Sardegna) del binomio Michelangelo Aniello e Marco Zanetti. Agli Special Olympics World Games di Berlino presente anche la delegazione italiana del bowling che si aggiudica la medaglia d’oro. Sempre curiose le sfide proposte dalla Federazione Italiana Giochi e Sport Tradizionali:

successo ai Campionati del Mondo di Tiro alla fune per i portacolori della Figest che per la prima volta nella storia salgono sul podio nel tiro alla fune 580 kg mix, mentre sono stati quasi cinquecento gli atleti in gara per salutare la 50esima edizione dei Campionati italiani assoluti del lancio del ruzzolone, una delle più note discipline sportive facenti parte della Figest. Belle news anche dal mondo delle scacchiere. Leggete quanti giovani e giovanissimi stanno diventando campioni cimentandosi con queste discipline. Dal mondo del bowling arrivano anche novità e curiosità che riguardano design e tecnologia. Come sempre colgo l’occasione per presentare e ringraziare i creatori instancabili di soluzioni per bowling boutique e per il vostro divertimento sportivo, leggete come le aziende USBowling, Power Gamma e Arcade Solution hanno unito tecnologie e design in un binomio vincente capace di rivoluzionare l’idea del Centro Bowling in una innovativo e creativo luogo per l’entertainment a 360°, per tutta la famiglia. Personaggi, novità, curiosità, sono la nostra specialità e siamo qui per raccontarvele e per ospitarne sempre di nuove. Se volete essere dei nostri… scriveteci.

Il direttore Lina Danese 328 02 36 222

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INDICE Scatti di leggende e di realtà

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L’emozione della danza in mostra

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Il mondo oltre l’obiettivo

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Emozioni come giardini in fiore

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La ricerca della Libertà

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La libertà di essere Goya

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Riccione e il cinema

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Riccione e le sue ville

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Padel, lo sport dei vip

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A Milano il mondiale è azzurro

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Castelli da incubi

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Gli scacchi? il gioco più giovane che c’è

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Il fascino delle cento caselle

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Un bronzo che vale oro

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Sfida Tricolore — Al Ruzzolone

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Editore: Lina Danese Num. R.G. Tribunale di Rimini 2045/2019 Progetto grafico e impaginazione: Audio Tre s.r.l. Rimini - Sofia Zaccarelli, Edoardo Beltrammi, Rosalia Moccia Coordinamento editoriale: Audio Tre s.r.l. Rimini, Marzia Mecozzi Contenuti: Bowling Seventies, Lina Colasanto, Valeria Campanella, Anna Severino, Ida Ulloa, Marzia Mecozzi, Virginia Valente, Annamaria Migliozzi Stampa: Gruppo Maggioli, Santarcangelo di Romagna (RN) Fotografie: Andrea Spada fotografo ufficiale Bowling Seventies Chiuso per la stampa: Dicembre 2023

PER LA TUA PUBBLICITÀ SU ENJOY! CONTATTACI 328 0236222

Via Ausa, 101 - Cerasolo 47852 RN T +39 0541 759376 M +39 328 0236222 info@bowlingseventies.com www.bowlingseventies.com

Campionato italiano di palet

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A Modena il bowling è speciale!

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A Wittelsheim Azzurri protagonisti

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Il binomio d’oro

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Bowling fra tradizione e innovazione

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Bowling Seventies Life Style

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Il sogno della settima arte

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Burlesque il corpo e l’anima

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Nika - Riccione

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SCATTI DI LEGGENDE E DI REALTÀ di Lina Colasanto

Dive e divi del cinema, personaggi che hanno attraversato e segnato la storia, inchieste e reportage sulla condizione della donna e lo sfruttamento del lavoro, come quello dei braccianti neri. La seconda metà del Novecento è immortalata dall’obiettivo di una leggenda della fotografia, Eve Arnold, la prima donna, insieme a Inge Morath, a far parte dell’Agenzia Magnum Photos nel 1951. A questa grande artista il Museo Civico San Domenico di Forlì dedica la mostra “Eve Arnold. L’opera, 1950-1980”, a cura di Monica Poggi.

Installation view, Eve Arnold. L’opera, 1950-1980, Museo Civico San Domenico, 2023; Courtesy Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì

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In allestimento fino al 7 gennaio, la mostra si sviluppa attraverso 170 immagini che documentano il lavoro della fotografa statunitense, nata a Philadelphia nel 1912 e scomparsa a Londra nel 2012, poco prima di compiere un secolo. Un viaggio che ripercorre una vasta produzione e anche il passaggio dal bianco e nero al colore. Al centro del lavoro di Eve Arnold c’è sempre l’essere umano con le sue fragilità, la sua storia, tra celebrità, insicurezze e miserie. Nel 1943 l’artista si trasferisce a New York, si sposa, ha un figlio e nel 1950 viene pubblicato il suo primo servizio fotografico dove protagonista è la comunità afroamericana. Inaugura infatti la sua carriera ritraendo le modelle delle sfilate di Harlem dietro le quinte, sovvertendo i canoni della fotografia di moda, abbandonando la posa in favore della spontaneità e dando dignità a un mondo sommerso. In questa occasione entra in contatto con i movimenti antirazzisti diventandone sostenitrice e fotografando più tardi da vicino Malcolm X. La fragilità, a partire dalla propria, è al centro anche di un lavoro profondo e sensibile, che le permette di attraversare il dolore per la perdita del figlio traducendo in immagini quanto è venuto a mancare. Ed eccola che immortala i primi istanti di decine di neonati al Mather Hospital di Port Jefferson, riuscendo ancora una volta a cogliere l’essenza più pura di quanto si

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trova davanti. Dopo l’ingresso in Magnum comincia a entrare in contatto con il mondo dello spettacolo. Come primo incarico deve ritrarre Marlene Dietrich, la diva per eccellenza del cinema muto, durante l’incisione del suo album. La fotografa non si fa intimorire dalla notorietà del personaggio e inizia a fotografarla senza sosta, cogliendo la natura più vera di quell’immagine già tanto iconica. Nonostante le indicazioni della Dietrich in fase di post-produzione, Eve Arnold decide semplicemente di ristampare meglio le foto e spedirle a Esquire: un gesto coraggioso che ha


scardinato l’immagine impalpabile della superstar tedesca, conquistando anche la sua fiducia. Alla stessa filosofia si rifà quando dovrà ritrarre Joan Crawford durante i suoi “riti” estetici prima di entrare sul set, affidandosi all’istinto, al suo sguardo acuto e arrivando a mostrare il lato più autentico di un mito. È il 1954 quando conosce Marilyn Monroe e nasce una profonda amicizia. La stessa Eve Arnold spiegò: «Il legame che ci univa ruotava tutto intorno alla fotografia. Le mie foto le piacevano ed era abbastanza arguta da capire che rappresentavano un modo nuovo di ritrarla». Erano ritratti lontani dall’immaginario già legato alla diva, scomposti, realizzati dopo lunghe giornate di set, non era più la star irraggiungibile. Nel corso della sua carriera pubblica su riviste come “Life”, “Look”, “Paris Match”, “Vogue”. Nel 1962 si trasferisce a Londra e continua a realizzare importanti reportage e, sempre grazie a Magnum, cominciano anche gli incarichi internazionali, che la fanno tornare a una fotografia più impegnata: nel 1969 si occupa del reportage “Oltre il velo”, un progetto sulla condizione femminile in Medio Oriente che la porterà a produrre un documentario, il primo a mostrare l’interno di un harem di Dubai. Nel 1979, invece, si recherà in Cina per documentare il cambiamento del Paese dopo l’insediamento di Deng Xiaoping. La descrizione più lucida del suo lavoro è lei stessa a darla, fornendo anche la più chiara delle indicazioni di poetica: «Sono stata povera e ho voluto ritrarre la povertà; ho perso un figlio e sono stata ossessionata dalle nascite; mi interessava la politica e ho voluto scoprire come influiva sulle nostre vite; sono una donna e volevo sapere delle altre donne». L’esposizione è promossa dalla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì con il Comune di Forlì, in collaborazione con Camera - Centro Italiano per la Fotografia di Torino e realizzata d’intesa con Magnum Photos.

Scatti di leggende e di realtà

Nella pagina a fianco in alto: Marilyn Monroe and Montgomery Clift during filming of ‘The Misfits’, FILM: The Misfits, Nevada, USA, 1960 © Eve Arnold/Magnum Photos Nella pagina a fianco in basso: British Vogue fashion shoot, London, ENGLAND, G.B., 1966 © Eve Arnold/Magnum Photos In alto a destra: Jean SIMMONS on location for filming ‘Life at the Top’, Bradford, England © Eve Arnold/Magnum Photos In questa pagina sotto: Installation view, Eve Arnold. L’opera, 1950-1980, Museo Civico San Domenico, 2023; Courtesy Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì

Per informazioni: mostrefotograficheforli.it

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L’EMOZIONE DELLA DANZA IN MOSTRA di Lina Colasanto

Il fascino del movimento, l’arte, la ricerca. Il Mudec di Milano dal 25 ottobre al 10 marzo è teatro della mostra “Rodin e la danza”. L’esposizione, a cura di Aude Chevalier, Elena Cervellati, Cristiana Natali, prodotta da 24 ore Cultura–Gruppo 24 Ore e promossa dal Comune di Milano–Cultura, racconta attraverso un progetto espositivo inedito e originale, che si sviluppa in tre sezioni, l’influenza creativa che la danza ebbe su Auguste Rodin. Un viaggio unico e coinvolgente che si avvale della preziosa collaborazione del Museo Rodin di Parigi, da cui provengono 53 opere.

Florin Ion Firimita Senza titolo #2 (Megan Klamert), 2019 Stampa cromogenica, 43,2 x 28 cm, Parigi, Musée Rodin © Florin Ion Firimita

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Nel 1900 Parigi ospita l’Esposizione Universale e insieme a milioni di visitatori arrivano da ogni parte del mondo performer, ballerini e acrobati che contribuiscono a dare vita a un’atmosfera unica, travolgente, vissuta anche da Auguste Rodin, all’apice della sua carriera. L’artista, che in tutte le sue opere cercò di tradurre la vita del corpo, il movimento e l’energia, rimane colpito da nuove espressioni di danza nella sua dinamicità e dedica a questa passione una serie di opere fondamentali. Nasce l’insieme di sculture sperimentali e disegni noto come “Mouvements de danse” che rappresenta la sintesi della sua ricerca. Quello fra il Maestro francese e la danza è infatti un circolo virtuoso in cui, da un lato la danza fu musa ispiratrice per l’artista nei primi del Novecento, dall’altro la danza contemporanea trova ancora oggi ispirazione dall’artista attraverso le sue opere ‘danzanti’, uniche e attuali. E, oggi, il Mudec, presenta un viaggio unico e coinvolgente. Avvalendosi della preziosa collaborazione del Museo Rodin di Parigi, da cui provengono 53 opere, il Mudec espone in serie per la prima volta in Italia quindici statuine di danzatrici dedicate dall’artista francese a “Movimenti di danza”, cuore della prima sezione della mostra. Quattordici di queste provengono dal museo parigino, e a questo nucleo, viene qui affiancata una quindicesima statuetta, conservata alla GNAM, Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma. L’esposizione diventa anche l’occasione per confrontare le 15 preziose opere in terracotta, esposte nella prima sezione, dal titolo “Mouvements de danse. Rodin e la danza del suo tempo”, con una selezione di diciassette disegni dell’artista e cinque fotografie. Insieme a questa raccolta si affianca anche il racconto dell’incontro tra Rodin e i grandi danzatori del tempo, come Isadora Duncan. Invece, la seconda tappa del percorso, dal titolo “Influenze dall’Estremo Oriente. Cambogia, Giappone e altri orizzonti”,

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affronta il rapporto che l’artista ebbe con la cultura extraeuropea del sud-est asiatico, in particolare con la danza cambogiana. Nelle sale sarà dunque possibile ammirare una selezione di cinque disegni originali di Rodin di danzatrici cambogiane, insieme ad altri venti disegni visualizzati su schermo interattivo e a oggetti provenienti da collezioni museali entoantropologiche. Il racconto è poi completato attraverso testimonianze video, estratti di film e documentari sia riferiti alle danzatrici che Rodin incontrò nella sua vita sia legati alla cultura cambogiana. Il terzo tema della mostra “Rodin e la danza del nostro tempo” esplora i legami formali e artistici che intercorrono tra alcuni capolavori di Rodin e sei coreografie concepite fra il 1990 e il 2021. La mostra diventa quindi un’occasione per compiere un viaggio nel mondo della danza attraverso una selezione video riferita alla coreografia contemporanea e ad artisti che hanno tratto ispirazione da Rodin per le loro rappresentazioni. Il dialogo continuo tra le sculture di Rodin e l’apparato multimediale e digitale, insieme all’allestimento immersivo, creano un costante gioco di rimandi visivo e simbolico. Per informazioni: mudec.it Al centro: Auguste Rodin Movimento di danza I con testa della Donna slava, 1911 Terracotta, 35,2 x 19,7 x 12,5 cm, Parigi, Musée Rodin © agence photographique du musée Rodin - Jerome Manoukian Nella pagina a fianco in basso a sinistra: Emile SANREMO Rodin rectifie le mouvement de la main d’une danseuse, 1903 Fotografia, 12 x 17 cm, Parigi, Musée Rodin © musée Rodin Nella pagina a fianco in basso a destra: Julien Vallon M.A.G., Musée Rodin – Serie di 5 Marie-Agnès Gillot e il “Figlio di Ugolino” di Rodin (gesso), 2018 Stampa a getto d’inchiostro su carta puro cotone, 53 x 40 cm, Parigi, Musée Rodin © Julien Vallon In questa pagina in basso a sinistra: Auguste Rodin, Architettura, 1910-1913, Grafite su carta filigranata, 38,4 x 23,7 cm, Parigi, Musée Rodin © musée Rodin - photo Jean de Calan In questa pagina in basso a destra: Apsara, Secolo XX, Bronzo 42 x 17 x 11 cm, Milano, Museo Popoli e Culture, Centro PIME © Museo Popoli e Culture – PIME, Milano

L’emozione della danza in mostra

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IL MONDO OLTRE L’OBIETTIVO di Valeria Campanella

Immigrazione, emarginazione, eccessi e solitudini, ma anche feste di paese e il mondo dell’infanzia. Momenti intimi e cambiamenti sociali in atto che il suo obiettivo ha colto e raccontato con rara sensibilità. Il fotografo riminese Marco Pesaresi, scomparso nel 2001, è stato uno dei nomi che hanno segnato la fotografia ben oltre i confini nazionali.


Nel 1990 Marco Pesaresi entra a far parte dell’Agenzia Contrasto, viaggia fra Europa e Africa e le sue foto vengono pubblicate regolarmente da testate italiane e straniere, fra cui Panorama, El Paìs, The Observer. Il suo sguardo, sempre concentrato sulla contemporaneità, gli permette di realizzare reportage fotografici internazionali come Underground, scattato nelle metropolitane di dieci città del mondo, oppure Megastores dedicato a documentare il consumismo di massa con immagini fermate tra Giappone, Russia e Stati Uniti. Il suo ultimo lavoro è incentrato su Rimini, un poetico e struggente racconto della sua città in bianco e nero. Per l’artista, però, Rimini è un’idea più estesa, extraterritoriale, che abbraccia anche l’entroterra e i comuni vicini, come Riccione, dove scatta immagini suggestive nei locali notturni o nelle vie più turistiche come viale Ceccarini. Sono gli anni Novanta e la Riviera è al centro della scena tra discoteche, mode e tendenze, ma dalle sue fotografie emerge un altro volto, più malinconico: colpiscono la spiaggia deserta, il mare solitario senza bagnanti, le onde che si infrangono contro i lettini, gli ombrelloni chiusi, ma anche i giovani stanchi alla fine di una serata in discoteca, i travestimenti, le situazioni più estreme, i trucchi grotteschi. Un’atmosfera rarefatta, esaltata dall’uso del bianco e nero. Due anni dopo la sua morte la città felliniana allestisce nel 2003 la mostra “Rimini” e Il mondo oltre l’obiettivo

proprio questa estate, a vent’anni da quella esposizione postuma, a Castel Sismondo e a Savignano sul Rubicone è stata realizzata la duplice mostra “Rimini Revisited. Oltre il mare. Marco Pesaresi”, a cura di Mario Beltrambini e Jana Liskova, accompagnata da un catalogo pubblicato da Nfc edizioni. L’archivio di Marco Pesaresi, donato dalla famiglia al Comune di Savignano del Rubicone, è un tesoro ancora oggi tutto da scoprire e da indagare. E proprio a ottobre è stato aggiunto un nuovo capitolo al grande racconto per immagini che ha costruito intorno alla sua città, infatti “Rimini 1993-2023: il funerale di Fellini nelle immagini inedite di Marco Pesaresi” è la mostra, a 30 anni dalla scomparsa del regista premio Oscar, che ha raccontato dal Palazzo del Fulgor il saluto della città al grande genio visionario nelle trenta foto inedite scattate dall’artista.

Nella pagina a fianco: © Fotografia di Marco Pesaresi, Discoteca Echoes, Misano Adriatico (Archivio fotografico comunale, Savignano sul Rubicone) In questa pagina: © Fotografia di Marco Pesaresi, Bellaria (Archivio fotografico comunale, Savignano sul Rubicone)

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EMOZIONI COME GIARDINI IN FIORE di Anna Severino

Fiori variopinti, piccoli quadrifogli, girasoli, viole e margherite. Sboccia come un giardino rigoglioso la nuova stagione di prosa e danza del Teatro Galli. Anche il suo manifesto, con il progetto grafico di Damir Jellici, è un trionfo di colori, fiori e animali simbolo della città, dal granchio all’elefante, dalla rinocerontessa “Rina” al grifone, dal pavone al gallo romagnolo. Tanti i riferimenti così come le tematiche affrontate in 23 titoli, dove al centro ci sarà il corpo indagato nelle sue molteplici sfaccettature, ci saranno sensualità e bellezza, la società contemporanea e le sue convenzioni, le ipocrisie e il coraggio di disvelarle.

Ballade, cor. Mauro Bigonzetti. Foto di Tiziano Ghidorsi

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Nella stagione di prosa e danza 23/24 del Teatro Galli c’è il Novecento e c’è la proiezione al futuro, c’è la nostalgia senza rimpianti e la risata arguta, la riflessione e l’arte dell’intrattenimento. I grandi protagonisti sono in scena a Rimini con le più importanti produzioni italiane e internazionali, da Umberto Orsini a Maria Paiato, da Marco Paolini ai Motus e, ancora Giuliana De Sio, Eros Pagni, Drusilla Foer. La stagione teatrale mantiene la conformazione consueta, con 23 titoli tra abbonamento (turni ABC e D) e fuori abbonamento, completati poi dalle rassegne per le scuole e per i più piccoli. Confermato anche il progetto Teatro no limits, realizzato con il Centro Diego Fabbri di Forlì, che offre la possibilità anche ai non vedenti e agli ipovedenti di poter godere appieno delle emozioni di uno spettacolo dal vivo. A inaugurare il cartellone sarà il 3 novembre Ailey II, una delle compagnie di danza moderna più importanti al mondo. Andando però alla divisione in “Turni” ecco il viaggio sulle assi di legno: per il turno ABC dal 7 al 9 novembre Sonia Bergamasco indossa i panni de “La locandiera” di Goldoni, per la regia

di Antonio Latella, si prosegue con Umberto Orsini e Franco Branciaroli in scena con “I ragazzi irresistibili”, di Neil Simon, con la regia di Massimo Popolizio (dal 12 al 14 dicembre); dal 12 al 14 gennaio Giuliana De Sio e Alessandro Haber conquisteranno il pubblico con “La signora del martedì”. Febbraio vede invece, dal 6 all’8, l’attore Marco Paolini sotto i riflettori con “Boomers”; dal 23 al 25 febbraio Aurélia Thierrée presenta “Bells and spells” ideato e diretto da Victoria Thierrée Chaplin, la nipote del grande Charlie Chaplin. Due grandi attrici del teatro italiano come Maria Paiato e Mariangela Granelli calcano le assi di legno con “Boston Marriage (dal 5 al 7 marzo); il turno ABC chiude con Eros Pagni e il classico “Così è (se vi pare)” di Luigi Pirandello, da mercoledì 20 a venerdì 22 marzo. Il sipario sul Turno D-altri percorsi si apre con Andrea Pennacchi in “Pojana e i suoi fratelli” (30 novembre); il 9 dicembre lacasadiargilla porta in scena “Il ministero della solitudine”; mercoledì 20 dicembre Monica Guerritore e Claudio Casadio sono “Ginger&Fred”; il turno prosegue poi il 31 gennaio con Daniele Russo e Sergio Del Prete in “Le cinque rose di Jennifer”; il 16 febbraio appuntamento con Ugo Dighero e Mariangela Torres ne “L’avaro” di Molière. Grande attesa per i Motus con “Frankestein (a love story), il 2 marzo, in scena Silvia Calderoni ed Enrico Casagrande; il 15 marzo la Compagnia Scimone Sframeli sarà protagonista con “Fratellina”. Invece, il percorso dedicato alla danza contemporanea proseguirà il 6 dicembre con Ballade di MM Contemporary Dance Company su musiche, tra gli altri di Nick Cave, CCCP, Leonard Cohen.

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Tanti anche gli appuntamenti per gli spettacoli fuori abbonamento: il 17 dicembre la Compagnia Corrado Abbati porta in scena “Al cavallino bianco”; il 20 gennaio il palco vedrà protagonista Paolo Nori con “La libertà. Primo episodio”, invece il 23 gennaio Alex Cendron dà voce ad “Aquile randagie. Credere, disobbedire, resistere”. Il 1 febbraio Mario Perrotta sale sul palco con “Come una specie di vertigine. Il nano, Calvino, la libertà”; il 3 febbraio appuntamento con “Cabaret. The musical” e il grande Arturo Brachetti insieme a Diana Del Bufalo. Una riflessione sulla condizione umana sarà affrontata da Giorgio Pasotti con “Racconti disumani”, tratto da Kafka, il 18 febbraio; a chiudere questa sezione sarà invece il 28 febbraio Drusilla Foer sul palco con “Venere nemica”.

Per informazioni: teatrogalli.it biglietteria del Teatro: 0541 793811 Nella pagina a fianco in alto: La locandiera. Foto di Gianluca Pantaleo Nella pagina a fianco in basso: Ailey II’s Kali Marie Oliver Spencer Everett. Foto di Nir Arieli In questa pagina in alto: Ailey II in Alvin Ailey’s Revelations. Foto di Nan Melville In questa pagina in basso: Venere nemica. Foto di Serena Gallorini.

Emozioni come giardini in fiore

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LA RICERCA DELLA LIBERTÀ di Ida Ulloa

Si abbattono i limiti geografici o quelli culturali, ogni tipo di idea di chiusura cede il posto a uno scambio creativo e intellettuale alla contaminazione della visione artistica. Ed è con questo spirito che la Mostra Internazionale d’Illustrazione per l’Infanzia “Le Immagini della Fantasia” presenta ai visitatori la sua 41esima edizione, in allestimento fino al 18 febbraio negli spazi espositivi della Casa della Fantasia, a Sarmede, in provincia di Treviso.


della letteratura – Alice, Gulliver, Robinson Crusoe, Dracula, Il libro della Giungla, Viaggio al centro della Terra – presenti in mostra grazie all’illustratore Scott McKowen. La visita prosegue nella sezione “Panorama: Oltre le immagini”, dove il curatore invita a percorrere le strade dell’arte “alla ricerca di speranza, possibilità e libertà”. Testimoni di questa tensione sono i lavori delle artiste e degli artisti in mostra, a partire dall’intreccio tra realtà e immaginazione delle opere di Ofra Amit e delle illustrazioni di “El jardín” di Beatriz Martin Vidal. E, ancora, fra gli altri, Saba Soleymani e a Magali Cazo spetta il compito di dare voce alle donne che si aprono all’amore nell’eterna lotta tra il bene e il male. Invece “Pedagogia: Meta-pensiero fantastico” riunisce le opere di otto artisti che mostrano quanto sia determinante il potere trasformativo dell’ingegno nelle dinamiche tra confine e orizzonte. Ed ecco opere di Giulia Pastorino, Dominika Lipniewska, Takashi Tsushima, Anastacia Sholik.

Quest’anno la Mostra è sostenuta da una riflessione che si stringe al destino del fondatore dell’esperienza di Sarmede, Štěpán Zavřel (Praga, 1932 – Sarmede, 1999). “Orizzonti e confini” è il tema guida del percorso espositivo ed è allo stesso tempo il sentimento delle origini della Mostra. Štěpán Zavřel è un uomo alla ricerca della libertà, in fuga per questo da Praga. Abita il mondo, lo attraversa, fino a fermarsi a Sarmede. Uscito dal suo Paese, rimane apolide fino alla fine della sua vita. Le sue relazioni disegnano una mappa aperta, in continuo mutamento e pronta ad allagare i suoi spazi. L’esposizione, a cura dell’artista Gabriel Pacheco, si suddivide in sei sezioni e presenta 350 opere realizzate da ventotto illustratrici e illustratori provenienti da 15 Paesi. Ospite d’onore quest’anno è Svetlin Vassilev, un artista che ha pubblicato oltre cinquanta titoli tradotti in diverse lingue, ha illustrato le lettere di Charles Dickens, i testi di Ray Bradbury, William Shakespeare, Herman Melville, i classici Peter Pan, Don Chisciotte, Il Barone di Münchhausen. Allo stesso tempo si è dedicato alla mitologia, traducendo le storie in narrazioni visive.

Altra sezione in mostra è “Il mondo di Štěpán Zavřel: La pioggia di stelle” dove si affronta la tematica del dono e del donarsi al prossimo attraverso due illustrazioni originali che l’artista ha realizzato ispirato da una fiaba dei Fratelli Grimm. Infine, la “Sezione Scuola Internazionale d’Illustrazione: Allieve e allievi in Mostra”, dedicato agli studenti. Nella pagina a fianco: Il saggio di pianoforte, Akiko Miyakoshi, Nomos edizioni, 2022 In alto: Illustrazione di Ofra Amit - sezione Panorama In basso: Illustrazione di Saba Soleymani - sezione Panorama

Per informazioni: fondazionezavrel.it

Le tappe del percorso si sviluppano attraverso l’opera di Svetlin Vassilev per proseguire indagando il tema cardine “Orizzonti e confini”, qui il curatore ha scelto otto artisti, fra cui Marie Lafrance e Peter Sìs. Ci sono anche libri che permettono di attraversare i confini e raggiungere gli orizzonti, come i classici La ricerca della Libertà

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LA LIBERTÀ DI ESSERE GOYA di Lina Colasanto

Le sale di Palazzo Reale di Milano ospitano fino al 3 marzo la mostra “Goya. La ribellione della ragione”, inaugurata lo scorso 23 ottobre. Un intenso percorso espositivo racconta, attraverso dipinti, incisioni e matrici in rame, il mondo del genio spagnolo, la sua esperienza della Storia, la sua attitudine di artista, il suo pensiero e la sua ideologia, e propone al visitatore le opere che meglio descrivono l’evoluzione artistica e i temi da lui trattati, raccontando anche l’uomo e l’instabile contesto storico e sociale che plasmò il suo animo artistico e il suo pensiero intellettuale.

Francisco Goya, Gaspar Melchor de Jovellanos, 1798, Olio su tela, Museo Nacional del Prado, Madrid

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La mostra, “Goya. La ribellione della ragione”, attraverso una settantina di opere, propone al visitatore i dipinti del Maestro esposti in dialogo con alcune delle più importanti incisioni che resero Goya maestro assoluto di quest’arte, affiancate dalle loro originali matrici di rame. Francisco José de Goya y Lucientes (1746-1828) ha contribuito con la propria opera a un cambio di paradigma mentale nell’arte spagnola del Settecento e Ottocento. Pittore della monarchia spagnola, artista colto e accademico, Goya iniziò il proprio percorso con opere legate ai temi tradizionali, cari alla committenza, ma nel tempo sviluppò uno sguardo personale verso soggetti intimi e temi sociali. Il suo approccio alla pittura non era meccanico o improvvisato ma partiva dalla ragione, da una lucida interpretazione etica e morale della società. Primo pittore di corte, appunto, e direttore della Real Accademia di San Fernando, Goya ha la possibilità di relazionarsi con una cerchia di amici intellettuali fidati, con cui scambia vedute, posizioni politiche e culturali su quella che fu una tormentata epoca storica, densa di cambiamenti, trasformazioni e avvenimenti politici, sociali e ideologici. Sperimenta egli stesso una rivoluzione della pittura in sintonia con la complessità storica che si trova a vivere; un cambiamento che espresse sia attraverso le immagini sia trasformando la pittura in un linguaggio rivoluzionario, in grado di rompere con le regole e l’imitazione dei modelli. In conseguenza di ciò, Goya è il primo artista le cui opere sono frutto di esperienze, di sentimenti personali, di passioni e sofferenze, nonché della sua visione del mondo che lo circonda. È uno dei primi artisti a identificarsi con la vita. Da qui, la sua volontà di spogliarsi dei vincoli della committenza per poter dipingere liberamente. Ecco perché non è possibile comprendere la sua pittura senza conoscere la sua vita, né la sua vita se non attraverso la sua pittura.

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Lo stile del pittore spagnolo infatti continua a evolvere, e lo fa fino alla morte. Notevole fu il suo contributo di critica al potere politico e religioso attraverso la satira sociale e la rappresentazione della crudeltà della guerra; spiazzante per il tempo in cui visse, infine, fu il sentimento di pietas verso gli emarginati, i poveri, i malati mentali, che Goya faceva trasparire dai suoi quadri. Un’arte di matrice illuminista, quindi, frutto della ragione ma allo stesso tempo espressiva ed emotiva, tanto da risultare ancora oggi moderna. La mostra è curata dal Professor Víctor Nieto Alcaide, Delegato Accademico del Museo, Calcografia e Mostre della Real Academia de Bellas Artes de San Fernando a Madrid. Il progetto è promosso dal Comune di Milano-Cultura e prodotto da Palazzo Reale e 24 ORE Cultura-Gruppo 24 ORE, in collaborazione con la Real Academia de Bellas Artes de San Fernando. Per informazioni: palazzorealemilano.it Nella pagina a fianco in alto: Francisco Goya, Tu che non puoi, dalla serie “Caprichos”, 42, 1797-99, acquaforte e acquatinta, Real Academia de Bellas Artes de San Fernando, Madrid Nella pagina a fianco in basso a sinistra: Francisco Goya, Joaquina Candado Ricarte, 1802-04, olio su tela. Museo de Bellas Artes, Valencia Nella pagina a fianco in basso a destra: Francisco Goya, Il manicomio, dalla serie “Cuadros de fiestas y costumbres”, 1808-12, olio su tavola. Real Academia de Bellas Artes de San Fernando, Madrid In questa pagina in alto a sinistra: (attribuito a) Francisco Goya, Il Colosso, post 1808, olio su tela, Museo Nacional del Prado, Madrid In questa pagina in alto a destra: Francisco Goya, Il muratore ubriaco (bozzetto), 1786, olio su tela. Museo Nacional del Prado, Madrid In questa pagina in basso: Francisco Goya, Stragi di guerra, dalla serie “Desastres de la guerra”, 30, 1810-14 per la lastra in rame, 1863 per la stampa, acquaforte, puntasecca, bulino, brunitoio. Real Academia de Bellas Artes de San Fernando, Madrid

La libertà di essere Goya

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RICCIONE E IL CINEMA di Anna Severino

Fin dagli anni Cinquanta Riccione è stata un set scelto dai cineasti più importanti per girare alcune o gran parte delle scene dei loro film. A testimonianza di queste pagine di storia del cinema restano anche i preziosi scatti custoditi dall’Archivio fotografico della Biblioteca Gambalunga di Rimini dove le immagini di Davide Minghini, Venanzio Raggi e Loris Fabbrini di Rimini Press documentano le lavorazioni di una serie di film, il lavoro degli artisti i momenti salienti delle riprese e del backstage.


Il ruolo della Perla Verde nella cinematografia è sempre stato di primo piano, ieri come oggi. Ripercorrendo un interessante pezzo di storia attraverso il “tesoro” della Biblioteca Gambalunga di Rimini (consultabile anche online), incantano le foto del film “Un’estate violenta”, girato a Riccione da Valerio Zurlini nel 1959. Il regista ambienta il film nel 1943, il protagonista Carlo Caremoli (Jean-Louis Trintignant), figlio di un gerarca fascista (Enrico Maria Salerno) raggiunge i suoi amici a Riccione in una dimensione spensierata rispetto alle condizioni nelle quali versa l’Italia. Una storia che tocca la caduta del governo Mussolini e segue le vicende sentimentali dei protagonisti. Il regista torna poi sulla spiaggia riccionese con il film “La ragazza con la valigia” (1961) nel pieno boom economico, nel pluripremiato film Claudia Cardinale, Gian Maria Volonté, Riccardo Garrone. E a Riccione fugge anche la giovane e disinibita Dora, interpretata da una splendida Catherine Spaak nel film “La Parmigiana” di Antonio Pietrangeli (1963). Nel film anche Nino Manfredi, Lando Buzzanca, Mario Brega. La Perla Verde è tra i luoghi scelti di nuovo da Zurlini per girare alcune scene de “La prima notte di quiete” (1972), con Alain Delon, Giancarlo Giannini, Sonia Petrova, Lea Massari. Tra i film documentati dall’archivio della Biblioteca si arriva al 1987 con “Una donna da scoprire”, regia di Riccardo Sesani, con Marina Suma nel ruolo della cantante di successo Donna. E, ancora, nel 1993 il regista Filippo De Luigi gira “Azzurro profondo” con Franco Nero. In questa pellicola l’attrice Alexandra Brochen veste i panni della riminese Angela Bandini (nella vita come nel film primatista mondiale di immersione subacquea) impegnata a salvare i delfini. Lasciando le suggestive immagini dell’Archivio fotografico della Gambalunga, se si pensa a Riccione e al cinema non si può non citare “L’ombrellone” di Dino Risi (1965), nel cast Enrico Maria Salerno, Sandra Milo, Jean Sorel. E con un balzo in tempi più recenti, tra i film in cui compare, ecco di nuovo la Perla Verde in un soggetto di Enrico Vanzina: “Sotto il sole di Riccione” (2020), tra amori, divertimento e amicizia.

Nella pagina a fianco: Una donna da scoprire (Rimini, 31 ottobre 1986) Archivio D. Minghini In basso: La Parmigiana (Rimini, 1963) Archivio D. Minghini In alto: Estate violenta (Riccione, 6 luglio 1959) Archivio D. Minghini Archivio Biblioteca Gambalunga

Riccione e il cinema

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RICCIONE E LE SUE VILLE di Lina Colasanto

Conservano il fascino del passato e si stagliano come preziosi gioielli incastonati nella contemporaneità, donando grazia e bellezza al paesaggio. Sono le ville storiche di Riccione che oggi aprono i loro spazi per ospitare mostre, eventi, rassegne. Le ville storiche Mussolini, Franceschi e Lodi Fè sono testimonianza dello sviluppo della città balneare all’inizio del ‘900. La loro storia comune, che comprende anche la peculiare caratteristica dei loro giardini, ne detta la vocazione a sede privilegiata di eventi culturali, una sorta di laboratorio continuo in cui sperimentare connessioni e contaminazioni tra le diverse forme espressive della contemporaneità.

Villa Lodi Fè, vista frontale

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Il tour alla scoperta di questi edifici fa spostare le lancette alla fine dell’Ottocento, quando in città si contavano poche villette abitate da “forestieri”. Tra queste, vi era quella che dal 1934 al 1943 diventò la residenza estiva della famiglia Mussolini. Si trattava di un edificio modesto, costruito su due piani, con una torretta posta a levante verso l’ingresso principale; la tipologia riproponeva un modello di villino diffuso a Riccione tra la fine del 1800 e l’inizio del 1900. La prima proprietaria fu la marchesa Eugenia Beccadelli in Grimaldi, che fece costruire la struttura nel 1892, venne poi ceduta al ferrarese Giulio Monti e da quel momento prese il nome di Villa Monti. L’edificio fu poi acquistato dalla famiglia del conte Angeletti di Bologna e, poi, da Giulia Galli in Bernabei, che la vendette a Rachele Guidi in Mussolini. Attorno al 1940, la villa venne ristrutturata e ampliata annettendo i terreni limitrofi e la strada, l’attuale viale Milano. Il luogo fu residenza di vacanza e di rappresentanza fino all’agosto 1943: in visita a Mussolini giunsero a Riccione personalità politiche, personaggi dello sport e dello spettacolo. Alla fine della guerra, nel 1946, il complesso fu smembrato. Il Tribunale di Roma confiscò una parte della proprietà assegnandola prima al Demanio e poi al Comune, che fece demolire parte del patio e i servizi lato monte per ripristinare viale Milano. Il corpo centrale della villa, non essendo intestato a Mussolini, fu venduto nel 1952 e, dopo alcuni passaggi di proprietà, diventò parte della Fondazione Carim. La villa ospitò fino agli anni Ottanta diverse attività commerciali ma solo nel 2005, grazie a un importante intervento di

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recupero, in seguito a una convenzione tra la Fondazione Carim e il Comune di Riccione, Villa Mussolini è sede di mostre ed eventi di ampio respiro. Invece, Villa Franceschi fu costruita tra il 1900 e il 1910 in una zona di espansione della città che andava connotandosi come una vera e propria “città giardino”. Nel 1919 fu acquistata dalla famiglia Franceschi, appartenente alla borghesia emiliana, che a Riccione veniva in villeggiatura. Verso il 1920, la villa venne ristrutturata e al corpo centrale furono aggiunte la


parte posteriore, dotata di torretta, e la dépendance, oltre all’inserimento di elementi decorativi e i fregi floreali. Si possono ammirare contaminazioni tra gli stili più in voga al tempo, come neoclassico, neogotico e liberty. L’accostamento di diversi stili e di materiali tradizionali (legno e vetro) con altri innovativi (ghisa e cemento) trasformava sobrie abitazioni in capolavori talvolta bizzarri e in questa corrente formale si inserisce anche Villa Franceschi. Il villino è entrato a far parte del patrimonio del Comune negli anni Cinquanta, per volontà testamentaria di Clementina Zugno, vedova Franceschi. Già sede della Galleria comunale di arte moderna e contemporanea, ospita anche un nuovo percorso storico e storico-artistico in occasione del centenario dell’autonomia della città di Riccione (1922). Risale agli anni Venti la costruzione di Villa Lodi Fè, commissionata dal bolognese Decio Monti. Passata in seguito alla famiglia Lodi-Fè, dal 1986 l’immobile è divenuto proprietà del Comune e sede dell’associazione Riccione Teatro. Villa Lodi-Fè, chiara espressione di villino in stile eclettico, per le sue caratteristiche formali appartiene alla tipologia dello “chalet nel parco”. La sua volumetria è alta e slanciata, il tetto spiovente e le finestre medievaleggianti, le due ali simmetriche che formano quasi due torri sulla facciata verso la collina e si notano armoniosi motivi geometrici. L’insegna dei Monti è ancora presente Riccione e le sue ville

su uno dei cancelli d’ingresso del giardino adibito a parco comunale. Adiacenti a quest’area verde si notano altri villini che, per vicende e stile, sono tra i più rappresentativi della Riccione d’inizio Novecento: il villino Brenzini, caratterizzato da un paramento a fasce orizzontali bicrome, è coevo alla Lodi-Fè, e fu realizzato per volontà del banchiere bolognese Aristide Santi; Villa Pullè, invece, fu progettata da Francesco Azzurri sul finire del XIX secolo, su commissione del medico di origini modenesi Felice Carlo Pullè, divenuto poi personaggio di spicco della storia riccionese novecentesca. Monti, Santi e Pullè incarnano le figure tipo dei villeggianti riccionesi d’inizio secolo: facoltosi borghesi, provenienti dalle principali città dell’Emilia-Romagna, che scelsero di costruire a Riccione le dimore per le loro vacanze estive, per la mitezza del clima e l’amenità del luogo, divenendone in alcuni casi cittadini. In origine le tre ville si affacciavano sulla strada alberata che conduceva alla stazione ferroviaria, con i loro bei parchi separati da piccoli cancelli e simili tra loro, studiati e disegnati da Ludovico Cicchetti, coartefice assieme al conte Giacinto Martinelli di quel progetto di verde urbano che garantì a Riccione l’appellativo di “perla verde” dell’Adriatico. Per le foto si ringrazia Daniele Casalboni per Comune di Riccione Nella pagina a fianco, in basso: Villa Mussolini, vista laterale e palme Al centro: Villa Franceschi In questa pagina, a destra: Ingresso di Villa Franceschi

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PADEL, LO SPORT DEI VIP di Lina Colasanto

Sacca alla mano e via sui campi per una partita a Padel, lo sport che sta appassionando sportivi di tutte le età. Sul lungomare di Riccione a pochi passi da viale Ceccarini e piazzale Roma, quest’ultima estate il Sun Padel è stato meta di tanti vip. Antonia Barnabè, presidente del circolo riccionese racconta l’esplosione del fenomeno padel nella Perla.


Il Padel nasce negli anni Settanta in Messico e nel nostro Paese la Federazione Italiana Gioco Padel nasce nel 1991, ma è solo nel 2008 che il Coni 2008 lo riconosce definitivamente inserendo il settore Padel nell’ambito della Federazione Italiana Tennis. Il campo è simile ma più piccolo rispetto a quello del tennis ed è delimitato ai quattro lati da pareti dove la pallina può rimbalzare restando in gioco. La racchetta si chiama “pala”, ha il piatto rigido, e con questa si colpisce una pallina che ha una pressione interna leggermente inferiore rispetto a quella da tennis, al fine di limitarne il rimbalzo e consentire un maggiore controllo al giocatore. In tutta Italia non si perde occasione per giocare una partita. Anche a Rimini e a Riccione i campi sono presi d’assalto e non mancano i vip. Sono infatti moltissimi i volti noti che calpestano i campi della Perla Verde. Ad esempio, sul lungomare, a pochi passi da viale Ceccarini e piazzale Roma, c’è il Sun Padel (con tre campi dedicati) e qui si possono incontrare, soprattutto nel clou dell’estate, il conduttore Rudy Zerbi o l’ex calciatore Marco Materazzi, ma anche personaggi come Gianluca Gazzoli di Radio Deejay,

Padel, lo sport dei vip

l’imprenditore e influencer Gianluca Vacchi e l’attore Marco Bocci. Il successo del padel è inarrestabile, come conferma Antonia Barnabè, presidente del Sun Padel: “Quando abbiamo aperto nel 2016 in molti si fermavano incuriositi da questo sport, ma verso il 2018 è esploso e il boom c’è stato l’anno seguente. A Riccione siamo aperti da Pasqua all’autunno inoltrato e il periodo estivo è naturalmente quello clou, tanto che si gioca fino a mezzanotte. Le partite durano un’ora e mezza e si inizia di prima mattina, già dalle 7.30. A Rimini, invece, sui campi del Sun Padel, che si trovano sul nuovo Lungomare, si gioca tutto l’anno. Il divertimento e lo sport non conoscono stagione.

Nella pagina a fianco: Antonia Barnabè e Gianluca Vacchi In questa pagina in alto: Sun Padel In questa pagina in basso a sinistra: Rudy Zerbi In questa pagina in basso a destra: Antonia Barnabè e Marco Bocci

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A MILANO IL MONDIALE È AZZURRO a cura della Federazione Scherma

La scherma italiana si è ripresa il suo posto nel mondo. Può essere sintetizzato così il trionfo azzurro al Mondiale di Milano 2023, andato in scena dal 25 al 30 luglio. L’Italia “giocava in casa”, a 12 anni di distanza dall’ultima volta (fu Catania 2011), ed è riuscita a trasformare quest’evento in uno straordinario contenitore d’emozioni e successi. Un’edizione speciale con gli spalti del MiCo sold out tutti i giorni, e arricchita dalla prima volta del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, alla cerimonia d’apertura.

Foto di BIZZI/Federscherma, la squadra delle fiorettiste d’oro Palumbo, Errigo, Volpi e Favaretto

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I numeri non mentono: ben 10 medaglie per la spedizione azzurra – una soltanto in meno rispetto al record di tutti i tempi – nella kermesse iridata, con vittoria per distacco nel Medagliere per Nazioni, perché nessun altro Paese è riuscito ad andare in doppia cifra per podi conquistati, né a vincere così tanti ori, quattro (accompagnati da quattro argenti e due bronzi), risultati che hanno fatto svettare il Tricolore più in alto di tutti sulle pedane milanesi. I quattro titoli mondiali sono stati firmati nel fioretto individuale da Alice Volpi al femminile e da Tommaso Marini al maschile, poi dal Dream Team delle fiorettiste (Arianna Errigo, Martina Favaretto, Francesca Palumbo e Alice Volpi) e dalla squadra degli spadisti (Gabriele Cimini, Davide Di Veroli, Andrea Santarelli e Federico Vismara) che ha riportato l’Italia su quel “trono” 30 anni dopo l’ultima volta. Quattro anche gli argenti conquistati da Davide Di Veroli e Alberta Santuccio nella spada maschile e femminile, dalla fiorettista e neo mamma Arianna Errigo (quattro mesi dopo la nascita dei suoi gemellini) e della squadra delle spadiste (Rossella Fiamingo, Federica Isola, Mara Navarria e Alberta Santuccio). Sono state due, infine, le medaglie di bronzo, entrambe al femminile, griffate Martina Favaretto nella tripletta delle ragazze del fioretto e Mara Navarria nella spada. “Un risultato straordinario, che testimonia la bontà del lavoro fatto in questi anni – il commento del Presidente federale Paolo Azzi – A voler dare un voto a questa spedizione, da 10 medaglie, non posso che attribuire un meritatissimo 9, per le emozioni vissute e i risultati conquistati. Grande merito ai nostri ragazzi che hanno regalato giornate indimenticabili al pubblico di Milano, che a sua volta ci ha ripagato con un tifo, un calore e un affetto davvero incredibili, in un MiCo sempre sold-out. È stata una scommessa vinta per la scherma italiana, questo Mondiale, che ha portato il nostro sport a share televisivi notevoli e siamo stati orgogliosi d’aver onorato al massimo l’impegno, cominciando da una giornata speciale quale è stata quella della cerimonia d’apertura, alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Un grazie al Comitato organizzatore, a tutte le istituzioni, al CONI che ci ha regalato la bellezza di Casa Italia e al Ministro per lo Sport, Andrea Abodi, che ha espresso il suo apprezzamento per la scherma definendola un’eccellenza italiana”.

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In queste pagine foto di BIZZI/Federscherma. Nella pagina a fianco: Il fiorettista Tommaso Marini Campione del mondo Al centro: La squadra degli spadisti d’oro Di Veroli, Cimini, Santarelli, Vismara In questa pagina, a destra in alto: Le fiorettiste Arianna Errigo (argento), Alice Volpi (oro) e Martina Favaretto (bronzo) In questa pagina, a destra al centro: Le spadiste Alberta Santuccio (argento) e Mara Navarria (bronzo) In questa pagina in basso: La squadra delle spadiste d’argento Isola, Santuccio, Fiamingo e Navarria

Federazione Italiana Scherma: federscherma.it

A Milano il mondiale è azzurro

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CASTELLI DA INCUBI di Ida Ulloa

La storia è da… brivido con il più famoso scrittore di noir in Italia. Carlo Lucarelli si è addentrato negli antichi manieri dell’Emilia Romagna, ha indagato su misteri, congiure e intrighi e il risultato lascia con il fiato sospeso fino all’ultimo secondo della serie podcast “Giallo in Castello”, una produzione di Apt Servizi Emilia Romagna. Un progetto in dieci puntate fruibile sulle piattaforme principali e sui canali social di Castelli Emilia Romagna, Travel Emilia-Romagna, Castelli del Ducato.


Carlo Lucarelli, autore e conduttore tv ripercorre misteri del passato come fossero tanti gialli, un viaggio da Rimini a Piacenza, con tappe che vanno dalla vita del Conte di Cagliostro alla maledizione degli Estensi, dai prigionieri e fuggiaschi delle prigioni dei Bentivoglio fino al Governatore del Frignano alle prese con uno stregone, passando per tante figure femminili, fra cui Margherita dei Conti di Castrocaro, Giacoma Pallavicino del Castello di Scipione, Matilde di Canossa, che hanno governato i territori dell’Emilia Romagna e non solo. I castelli non vengono raccontati solo concentrandosi su fantasmi e leggende, bensì investigando protagonisti reali di avvenimenti drammatici e documenti storici, tra torri, saloni, stanze e passaggi segreti. Un racconto capace di incuriosire anche tanti turisti e appassionati che troveranno nuovi spunti per visitare questi tesori. I manieri dei quali scoprire i segreti sono il Castello e la Rocca di Agazzano con citato il Castello di Rivalta (nel Piacentino), il Castello di Scipione dei Marchesi Pallavicino e il Castello Pallavicino di Varano De’ Melegari (entrambi nel Parmense), il Castello di Bianello (in provincia di Reggio Emilia), la Rocca di Sestola (nel Modenese), la Rocca dei Bentivoglio di Valsamoggia (in provincia di Bologna) strettamente legata nell’episodio al Castello Pallavicino di Varano De’ Melegari, il Castello Estense di Ferrara, la Rocca di Riolo (nel ravennate) con citata la Rocca di Ravaldino (in provincia di Forlì-Cesena), la Fortezza di San Leo e il Castello di Montebello (entrambi nel Riminese). Castelli da incubi

Tra le storie c’è quella dedicata a un celebre prigioniero, il Conte di Cagliostro, l’alchimista rinchiuso nella Fortezza di San Leo, costruita nello sperone a picco sullo strapiombo su due lati. Cagliostro fu condannato dal Tribunale della Santa Inquisizione e la sua tomba non è stata mai ritrovata. Per non parlare poi del Castello di Montebello e della leggenda del fantasma Azzurrina. E, ancora si torna indietro nel tempo tra le stanze del Castello Estense di Ferrara. Nei sotterranei della Torre dei Leoni si consuma il finale di una storia di amore impossibile nella Ferrara del 15esimo secolo. Puntata dopo puntata ogni storia regalerà momenti avvincenti per un tour che tiene alta la tensione dall’inizio alla fine.

Nella pagina a fianco: San Leo, dettaglio della fortezza, foto di Paolo Barone In alto: Castello Estense, Ferrara, foto della Provincia di Ferrara In basso: Rocca di Ravaldino, Forlì

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GLI SCACCHI? IL GIOCO PIÙ GIOVANE CHE C’È a cura della Federazione Scacchistica Italiana

Ma chi l’ha detto che gli scacchi sono un gioco noioso, da anziani, da “secchioni”? È proprio tutto il contrario. Gli scacchi fanno bene, sia all’anima che al cervello, aiutano a imparare la matematica, a costruire un metodo di studio, a socializzare, a dare una scossa ai timidi e a calmare i più vivaci. Lo sanno le migliaia di ragazzi, dai 6 ai 18 anni, che in tutta Italia prendono lezioni e iniziano a giocare a tavolino, facendo tornei, che culminano con i Campionati italiani giovanili, che quest’anno si sono svolti a Tarvisio la prima settimana di luglio.


Gli scacchi, anzi, sono il più giovane dei giochi, come testimonia anche il fatto che metà degli iscritti alla Federazione Scacchistica Italiana (FSI) hanno meno di 18 anni. Noioso? Neanche un po’. Prima di tutto si può giocare a tante velocità, Blitz (3 o 5 minuti a testa per finire la partita), Rapis (12 o 15 minuti a testa) e Classica, le partite con 90 minuti di tempo a testa, e anche di più. Blitz e Rapid garantiscono una scarica di adrenalina e una sequenza di emozioni forti come e più che in una partita di calcio e di basket. Ma anche gli scacchi a tempo lungo sono “divertenti”, nel senso più puro del termine: elaborare strategie, immaginare le mosse dell’avversario, trovare la strada che porta allo scacco matto regala sensazioni intense, che i bambini e i ragazzi sanno apprezzare fino in fondo. E l’attenzione posta dalla FSI sul settore giovanile sta già dando i suoi frutti. Tra i tanti campioncini in erba che sognano di percorrere la strada di Magnus Carlsen, spiccano negli ultimi mesi due italiani. Il primo è Nicola Perossa, di Trieste, diventato Maestro FIDE a fine settembre a soli 14 anni. Il secondo, di cui hanno parlato tanti giornali e Tv, è il bergamasco, di Mozzo, Leonardo Vincenti, maestro a soli 10 anni, e a cui tanti predicono un luminoso futuro. Entrambi, nonostante la giovanissima età, partecipano ai Campionati italiani under 20 che quest’anno si tengono a Brescia, nella prima settimana di dicembre. In tutto il mondo gli scacchi giovanili sono sempre più diffusi ed esistono competizioni pensate apposta per gli “juniores”. Le categorie sono sei: under 8,

under 10, under 12, under 14, under 16 e under 18, divise in Open (per entrambi i sessi) e Femminile (solo per le ragazze). Si sono appena svolti gli Europei di categoria, in cui la nostra Ria Arun, di origine indiana ma nata in Italia, ha sfiorato il podio nell’Under 10, e i Mondiali delle prime tre categorie. Dal 12 al 25 novembre in Italia a Montesilvano (Pescara) si sono disputati i Mondiali delle categoria dall’under 14 all’under 18: un appuntamento che ha portato in Abruzzo oltre mille giovani atleti da tutto il mondo. Abbiamo detto che sono divertenti, ed è vero. Ma gli scacchi ai ragazzi fanno anche bene, sia all’anima che al cervello. Aiutano a imparare la matematica, a costruire un metodo di studio, a socializzare, a dare una scossa ai timidi e a calmare i più vivaci. Lo afferma tra gli altri il professor Roberto Trinchero, professore ordinario di pedagogia sperimentale presso il Dipartimento di filosofia e scienze dell’educazione dell’Università di Torino, che ha svolto più ricerche a livello nazionale, in collaborazione con istruttori della Federazione scacchistica italiana (Fsi). Il risultato? «Negli allievi a cui venivano insegnati gli scacchi», dice Trinchero, «abbiamo notato un significativo incremento delle competenze in matematica. Tale incremento nelle classi che facevano parte della sperimentazione era superiore a quello delle classi di controllo».

Gli scacchi? Il gioco più giovane che c’è

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Gli scacchi poi inducono i giovanissimi a sviluppare l’autoriflessione, che Trinchero descrive così: «La capacità di fermarsi durante quello che si sta facendo per riflettere, per capire se davvero è coerente con i propri obiettivi oppure no; insomma, la capacità di non agire impulsivamente, capacità che non è comune nei bambini e negli adolescenti, e nemmeno negli adulti. Si impara a pensare prima di agire, e a riflettere sul motivo per cui hai agito in un certo modo. Inoltre riesci a capire che le stesse cose le puoi fare in modo differente con strategie diverse, e ogni strategia ha i suoi vantaggi e i suoi svantaggi». E poi ci sono delle lezioni «morali» che gli scacchi aiutano a far proprie, e che possono aiutare a completare l’educazione dei giovani. «Si può dire che gli scacchi insegnano a non dare la colpa agli altri dei propri insuccessi: è uno dei pochissimi giochi in cui non c’è l’elemento aleatorio; nei giochi di carte ci si può appellare alla sfortuna, nel calcio o nella pallacanestro un rimbalzo della palla può fare la differenza, o si può dare la colpa all’arbitro. Negli scacchi, se vinci oppure perdi è solo merito o colpa tua», dice Trinchero. Non solo: nelle nuove scuole multietniche gli scacchi, grazie alla loro universalità, possono diventare un linguaggio comune tra ragazzi che magari fanno fatica a socializzare tra loro perché non parlano la stessa lingua. «In questi contesti, il gioco», conclude Trinchero, «ha una valenza aggregativa, perché permette di rompere il ghiaccio anche con persone con cui in altro modo non riusciresti a comunicare».

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Per le foto si ringrazia la Federazione Scacchistica Italiana Nella pagina di apertura: una partita in corso Nella pagina precedente, in alto: Vincenti Leonardo Nella pagina precedente, in basso: Ria Arun In questa pagina in alto: Nicolas Perossa In questa pagina al centro: I campioni giovanili italiani premiati a Tarvisio In questa pagina sotto: un giocatore fa la prima mossa


Da oltre 25 anni, cucina fusion messicana americana e Tex-Mex per la ristorazione finefoodgroup.com


IL FASCINO DELLE CENTO CASELLE a cura della Federazione Dama

Una primavera e un inizio estate di grandi avventure damistiche hanno visto gli azzurri alle prese con damiere nazionali e internazionali. Nelle pagine seguenti vi proponiamo una selezione delle principali: dal titolo iridato di Gabriele D’Amora nel primo campionato del Mondo Amatori, ai Campionati del Mondo femminili e Giovanili di dama inglese (Checkers) della specialità a mossa libera che ha visto il trionfo di Davide Gemma.


A Drancy, cittadina alle porte di Parigi, dal 29 aprile al 5 maggio scorsi, si è svolto Il 1° campionato del Mondo Amatori, riservato agli atleti con meno di 2100 punti di rating. L’evento, che ha attirato grandi campioni da tutto il mondo e che nell’Open World Cup ha visto trionfare l’olandese Jan Groenendijk e l’ucraina Viktoriya Motrichko, ha laureato campione del mondo Gabriele D’Amora che scrive il proprio nome sugli annali della Fmjd e della Fid. Una gioia per tutta l’Italia damistica. E mentre in Francia un Azzurro si aggiudicava il Primo Titolo iridato di dama internazionale, ad Antalya, in Turchia, in quello stesso periodo si sono svolte le qualificazioni mondiali maschili (World Qualifier Tournament) e i Campionati del Mondo femminili e Giovanili di dama inglese (Checkers) della specialità a mossa libera (GAYP, cioè “Go as you please”), che hanno visti impegnati quattro atleti Azzurri. Le qualificazioni servivano a designare lo sfidante al Titolo Gayp, detenuto dall’italiano Matteo Bernini, ed hanno registrato la partecipazione dei giocatori più blasonati in tutti i continenti. A ottenere il titolo di campione Mondiale Gayp giovanile, Davide Gemma, con 28 punti su 32 a disposizione, davanti ad Andrea Peirano, anch’egli del Dama Aosta a conferma della tradizione che ormai da un lustro vede gli allievi del GM° Paolo Faleo dominare la specialità checkers tra i giovani. In territorio italiano, per la precisione a Misano Adriatico (RN), dal 12 al 14 maggio si sono svolti i Campionati Europei 3-move Checkers, giunti alla seconda edizione. Il titolo di campione europeo è andato a Sergio Scarpetta, già campione del mondo di specialità, davanti a Vadim Lapin e Luciano Negrone Casciano. Tra le donne è stato scontro a due tra l’ucraina Nadiya Chizhevska, e la connazionale Tetiana Zaitseva, campionessa mondiale 3-move in carica, che si classifica alle sue spalle anche nel

torneo continentale. Tra i giovani si impone Davide Gemma, fresco di titolo Mondiale Gayp Giovanile, davanti ad Andrea Peirano e Mattia Pitzalis. In concomitanza con i Giochi Giovanili scolastici e il campionato Europeo Checkers, a Misano Adriatico si sono svolti anche i Campionati Italiani femminili, che hanno impegnato le giocatrici per molto più tempo di quello inizialmente pianificato, visto il grande equilibrio, l’impegno e il livello di gioco evidentemente cresciuto e che in futuro necessiterà certamente di maggiori tempi a disposizione. Il Campionato Italiano Femminile di dama italiana è appannaggio della giovanissima Linda Piccinini di Latina, arrivata a pari punti, ma miglior quoziente rispetto alla bolognese Mirella Zappalà, addirittura per secondo quoziente, e alla concittadina Margherita Aielli, giunte rispettivamente seconda e terza. Nel Campionato Italiano femminile di dama internazionale si impone la latinense Giorgia Senesi, sul podio con Margherita Aielli e Linda Piccinini. Infine, dal 26 al 28 maggio, presso gli ampi e suggestivi saloni dell’ex Convento dei Minimi di Roccella Jonica, centotrenta persone - tra cui cinquanta atleti, oltre

Il fascino delle cento caselle

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Alessandra Idone, entrambe del CD Nuovi Orizzonti di Reggio Calabria, giunte rispettivamente seconda e terza. Tra i Minicadetti vince Andrea Palumbo, del CD Piero Piccioli di Livorno su Vittoria Coppolino, del CD “Il Bianco e il Nero” di Reggio Calabria, che nell’ultimo turno ha battuto Nathan Censi, del Dama Aosta, terzo classificato, in vetta alla vetta della classifica fino alla penultima partita. Buon risultato anche per Elodie Rosset, quarta a pari punti con il terzo.

a tecnici, arbitri ed accompagnatori, provenienti da ogni parte dello Stivale - si sono dati appuntamento, per celebrare uno dei momenti damistici più intensi dell’anno: i Campionati Italiani Giovanili (Speranze, Minicadetti, Cadetti e Junior) di dama italiana, giunti alla quarantatreesima edizione ed il 1° Campionato Italiano Over 65 che ha visto il trionfo del Maestro messinese, Carmelo Sciuto, ha avuto la meglio sul tarantino Leonardo Val e Gerardo Cortese, a pari punti ma miglior quoziente rispetto ad Alfredo Russo, che si aggiudica il titolo di Campione Italiano Over 65 di II Fascia e di Candidato Maestro; al quinto posto Domenico Idolo, che si laurea Campione Italiano Over 65 di III Fascia. Tra gli junior si impone il Maestro Davide Gemma del CD Dama Aosta (Campione Mondiale ed europeo giovanile di Dama Inglese), con 15 punti su sedici disponibili; sul podio anche Ludovica Amaretti e

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Tra le Speranze si impone il valdostano Tommaso Lodato sulla reggina Viola Coppolino, seconda ad un punto, autrice di un’altra ottima prova e dal concittadino Matteo Paonessa, salito sul terzo gradino del podio grazie al miglior quoziente rispetto a Ian Censi e Clara Damari.

Per le foto si ringrazia la Federazione Dama Nella pagina di apertura: Il Presidente FID Ing. Carlo Andrea Bordini insieme all’Assessore dello Sport del Comune di Misano Adriatico (RN) dott. Valentini Filippo effettuano la prima mossa Nella pagina precedente, in alto: Stretta di mano dei giocatori del gruppo Allievi di Dama Italiana Nella pagina precedente, al centro: Stretta di mano dei giocatori del gruppo Juniores di Dama Italiana Nella pagina precedente, in basso: Staff Arbitrale FID : Direttori di gara Salvatore Laganà e Claudio Tabor ; Arbitri Daniele Caruso, Vicktoriya Durska, Simone Punturieri, Rebecca Murra, Angela Cammisotto, Gabriele Cappelletto, Loris Berengan. In questa pagina in alto: Podio Categoria Allievi di Dama Italiana : 1° Class. IIS Campus dei Licei Ramadù di Cisterna di Latina ; 2° Class. LS Cosimo De Giorgi di Lecce ; 3°Class. IIS Manzoni di Mistretta (ME) In questa pagina a sinistra: Podio Campionato Europeo Giovanile: 1° Class. Davide Gemma; 2° Class. Andrea Peirano ; 3° Class. Mattia Pitzalis In questa pagina a destra: Podio Campionato Italiano Femminile: 1° Class. Giorgia Senesi; 2° Class. Margherita Aielli ; 3° Class. Linda Piccinini


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UN BRONZO CHE VALE ORO a cura della Federazione Italiana Giochi e Sport Tradizionali

Successo ai Campionati del Mondo di Tiro alla fune per i portacolori della Figest, la Federazione Italiana Giochi e Sport Tradizionali, che per la prima volta nella storia salgono sul tetto del mondo nella 580 kg mix.


Gli italiani del tiro alla fune salgono sul tetto del mondo. Il tricolore, per la prima volta nella storia, ha sventolato in Svizzera nell’ultima giornata del Campionato mondiale outdoor che ha visto gli Azzurri della Figest, la Federazione Italiana Giochi e Sport Tradizionali, salire sul terzo gradino del podio nella categoria mix 580 kg, con in gara quattro donne e quattro uomini. La compagine della mix, riserve comprese, era formata da Laura Dal Pont, Chiara Berto, Andrea Cia, Samanta Becucci, Elvis Bortolin, Cristian Ropele, Mauro Tonetto, Denis Ivan e Marco Santarossa. Le premesse per il successo c’erano tutte, i ragazzi e le ragazze guidate dal ct Guido Bellinazzi, tecnico responsabile della Nazionale appartenente all’Asd Taf Città di Musile con al suo fianco Stefano Verardo, tecnico dell’Asd Taf Furie Rosse, hanno in più di un’occasione sfiorato il successo anche nelle altre categorie. Nella maschile 560 chilogrammi gli azzurri della Figest si sono piazzati al 9° posto assoluto su ben 28 team partecipanti. Molto bene anche nella categoria 640 kg con un bel settimo posto su 42 club partecipanti e, in classifica finale, due posizioni in meno rispetto allo scorso anno. I portacolori della Figest hanno superato il girone vincendo tutte le tirate a punteggio pieno e sfiorando il passaggio alla semifinale dopo essere stati battuti per un soffio proprio dalla Svizzera nello scontro diretto.

addirittura sfiorato le semifinali nella categoria 500 kg. Dopo essersi imposte nel girone contro Belgio, Olanda, Sud Africa e pareggiando con L’Inghilterra, le azzurre non sono riuscite a qualificarsi per la semifinale solamente per differenza peso, come purtroppo prevede il regolamento in questi casi. Ma alla fine grida di gioia e applausi sono comunque arrivati: “E’ un bronzo che per noi tutti vale oro – commenta soddisfatto il presidente nazionale della Federazione Italiana Giochi e Sport Tradizionali, Enzo Casadidio, che sottolinea – I nostri ragazzi e le nostre ragazze sono stati davvero straordinari ed hanno lavorato veramente a lungo, insieme ai tecnici, per raggiungere questo risultato”.

Per le foto si ringrazia la Federazione Italiana Giochi e Sport Tradizionali Nella pagina di apertura: gli Azzurri che hanno trionfato nella Mix In questa pagina la rappresentativa sul podio insieme agli altri vincitori.

Da applausi anche la prestazione delle ragazze che hanno migliorato di due posizioni, scendendo dall’ottavo posto dello scorso anno al sesto, e che hanno Un bronzo che vale oro

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SFIDA TRICOLORE AL RUZZOLONE a cura della Federazione Italiana Giochi e Sport Tradizionali

Campionato Italiano Assoluto del Lancio del Ruzzolone. A Soriano nel Cimino, assegnati i titoli tricolori. Quasi 500 partecipanti all’appuntamento sportivo promosso dalla federazione italiana giochi e sport tradizionali. Moltissimi i giovani in gara.


Quasi cinquecento atleti in gara per salutare la 50esima edizione dei Campionati italiani assoluti del lancio del ruzzolone. Un’invasione pacifica quella che ha visto accogliere nella città di Soriano del Cimino, nel viterbese, la sfida tricolore di una delle più note discipline sportive facenti parte della Figest, la Federazione Italiana Giochi e Sport Tradizionali. L’appuntamento, svoltosi lo scorso fine settimana, è stato organizzato dall’Asd Ruzzolone Viterbo con il patrocinio del Comune di Soriano nel Cimino e della Pro Loco e la collaborazione dell’Associazione Nazionale Comunità Sociali e Sportive Ancos Aps e dell’Azienda Speciale Soriano Ambiente & Mobilità. Per le categorie seniores erano presenti 448 atleti mentre altri 31 hanno preso parte alle competizioni riservate alle categorie giovanili. Ben 10 le province di provenienza. In categoria A individuale ha prevalso Giampaolo Tedeschini, portacolori dell’Asd Lama Mocogno-Tolé, in provincia di Modena. Dietro di lui Giovanni Altariva dell’Asd Casine. Terzo posto per Vainer Ballocchi della società Lama Mocogno-Tolé pari merito con Roberto Ingrami della società sportiva Sant’Antonio, sempre in provincia di Modena. Nella categoria A a coppie si sono imposti Giorgio Bacci e Cristian Caselli portacolori dell’Asd Toano

Sfida Tricolore — Al Ruzzolone

Matildico, in provincia di Reggio Emilia. Argento per Alessandro Salvatori e Claudio Covili della società Monzone, bronzo per Roberto Zironi e Giuseppe Ballocchi della Asd Lama Mocogno-Toleé, nel Modenese. In categoria B individuale successo di Gianni Polidori dell’Asd Sabina Teverina, in provincia di Rieti, secondo posto per Massimiliano Fragai dell’Asd Cortona, in provincia di Arezzo, e terze posizioni, pari merito, per Marcello Pambianco della Solar Todi, in provincia di Perugia, e Gianni Neri della società Fornole, in provincia di Terni. Nella categoria B coppie ha prevalso la coppia dell’Asd Solar Todi/Moretti Masciano, in provincia di Perugia, formata da Gino Camilli e Giordano Orlandi. Dietro di loro Francesco Ambroglini e Marcello Ambroglini della Asd Moretti Marsciano e terzi i perugini Matteo Pazzaglia e Francesco Cistellini dell’Asd Bosco. In categoria C individuale successo di Carlo Valecchi di Spoleto, in provincia di Perugia, argento per Diego Simonetti della Sangemini Terni e bronzo per Gabriele Bortolotti della Virtus Pavullo di Modena e Marco Ronchi della Sant’Antonio Modena. Infine nella categoria C coppie successo di Ennio Boilini e Fabio Santi dell’Asd Sant’Antonio Modena, argento per Agostino Trenti e Corrado Cerfogli della Casine Modena e bronzo ancora per i modenesi Davide Biolchini e Andrea Casolari dell’Asd Rondinella.

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Nelle categorie giovanili hanno prevalso Alessandro Ceresoli dell’Asd Cavola-Scandiano, in provincia di Reggio Emilia, Alessandro Serfogli della società Casine Modena e Lorenzo Valiani della Bosco Perugia nella categoria Pulcini mentre Nicolò Bizzini dell’Asd Acquaria la Croce, Andrea Rosetti dell’Asd Migliano Perugia e Gabriele Santi della Sant’Antonio Modena si sono imposti nella categoria Ragazzi. Infine Manuel Bertarini dell’Asd Zocca, Simone Polacci della Lama Mocogno-Tolè e Noemi Tollari della stessa società si sono imposti nella categoria Allievi mentre, da ultimo, nella categoria Juniores successo di Bruno Neri dell’Asd Fornole, in provincia di Terni, davanti a Gabriele Bortolotti della Virtus Pavullo Modena e Giulio Valiani dell’Asd Bosco Perugia.

Per le foto si ringrazia la Federazione Italiana Giochi e Sport Tradizionali Nella pagina di apertura: il team dei Giovanissimi Nella pagina precedente, a sinistra: Gianni Neri Nella pagina precedente, a destra: Giampaolo Tedeschini In questa pagina in alto: da sinistra Enzo Casadidio Presidente FIGeST, Giovanni Malagò presidente CONI e Ciro Bisogno presidente PGS In basso: Il podio della cat. A di rulletto, da sinistra Alessandroni, Massi e Ceccacci

21°Campionato italiano di rulletto L’evento sportivo, ospitato in provincia di Reggio Emilia, ha visto sul podio tre anconetani per la categoria A, subito dietro un pesarese. Nella categoria B stravincono gli atleti modenesi. Ottimi piazzamenti per diversi perugini. Cala il sipario sulla stagione agonistica 2022/2023 del lancio del rulletto. Nella sfida finale del Campionato italiano singolo, svoltasi a Toano, in provincia di Reggio Emilia, a salire sul podio, per la categoria A, sono stati tre anconetani: Luca Massi, già campione italiano, l’inossidabile Alberto Ceccacci, che ha conquistato la piazza d’onore, e al terzo posto l’eterno piazzato Alessandro Alessandroni. Ad onor del vero anche Pesaro rivendica un lembo della maglia tricolore in quanto il bravissimo Luca Massi è nato e risiede a Pergola ma, essendo tesserato con la società Corinaldo1, sportivamente compete per la provincia di Ancona. A soli 27 anni, quindi giovanissimo, il neo campione conta già 7 titoli italiani, fra la ruzzola e il rulletto. In lui si concentrano tanta potenza, unita alla bravura e precisione, pari alla sua infinita modestia.

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Alla 21esima edizione del Campionato italiano organizzato dalla Figest, hanno partecipato oltre 100 atleti provenienti da 11 regioni. Alle premiazioni ha preso parte l’intera municipalità di Toano con il sindaco, Vincenzo Volpi, il presidente nazionale Figest, Enzo Casadidio, il vicario Valeriano Vitellozzi, il presidente del comitato organizzatore e presidente della specialità ruzzolone, Giorgio Lamecchi, il presidente della specialità rulletto, Adriano Spadoni. Gli altri finalisti distintisi nella sfida tricolore sono stati: 4) Flaviano Costantini (Mc), 5) Walter Carletti (Pg), 6) Mauro Sabatini (Pg), 7) Thomas Bigi (Ar), 8) Valeriano Vitellozzi (Fm), 9) Livio Fabbri (Pg), 10) Bruno Angelucci (Mc). Nella categoria B, che quest’anno ha arriso agli atleti modenesi, Maurizio Querciagrossa è risultato il campione italiano 2023, seguito dai suoi compaesani Fabio Ricci e Luciano Ricci. A seguire: 4) Sandro Boraci (Pg), 5) Graziano Peroni (An), 6) Simone Massini (Pg), 7) Giuseppe Gambini (An), 8) Riccardo Carradori (Mc), 9) Gabriele Basili, 10) Gilberto Ruggeri (Mc).


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Celebra I SAPORI PIÙ RICERCATI DELLA NATURA

Celebra I SAPORI PIÙ RICERCATI DELLA NATURA


CAMPIONATO ITALIANO DI PALET a cura della Federazione Italiana Giochi e Sport Tradizionali

Il palet è un gioco di precisione di origini molto antiche, addirittura antecedenti al XIV secolo, che consiste nel lanciare le proprie piastrelle in modo tale da farle cadere il più vicino possibile a un pallino.


Si pratica su terreni appositamente delimitati, possibilmente in terra battuta, della lunghezza di 16 metri, larghi almeno un metro e mezzo, suddivisi in tre spazi: due zone di 4 metri ciascuna, chiamate aree di gioco, con in mezzo una zona franca di almeno 8 metri. L’attrezzo di gioco è un disco metallico del peso non inferiore agli 800 grammi che va lanciato, come detto, il più possibile vicino al boccino, detto anche pallino o bolin, che non è altro che un dischetto metallico verniciato per meglio essere individuato dai giocatori. Al termine di ogni giocata il giocatore o la squadra acquisisce tanti punti quante sono le piastrelle più vicine al pallino in confronto a quella più vicina dell’avversario. Vince la partita il giocatore o la squadra che raggiungerà per primo il punteggio fissato in precedenza dal regolamento della gara. Al Campionato Italiano un podio tutto valdostano I valdostani Denis Gyppaz di Issogne, per la categoria A, Cristian Dujany di Chatillon, per la categoria B, e il giovanissimo Francois Chapellu di Verrayes, “tricolore” a soli 17 anni per la categoria C, sono i nuovi Campioni italiani di palet - piastrelle, disciplina sportiva riconosciuta dalla Figest, la Federazione Italiana Giochi e Sport Tradizionali. La sfida per l’assegnazione del titolo nazionale si è svolta nella località di Mesaney di Pontey per le categorie B e C fino alle semifinali poi, per la finale, ci si è spostati a Chatillon dove si sono svolte tutte le competizioni della categoria A.

Ben 165 i partecipanti in totale, 50 per la prima categoria, 55 per la B e 60 per la C. A quest’ultima categoria hanno preso parte anche atleti arrivati da Polinago, in provincia di Modena. Diversi gli appassionati che hanno voluto seguire da vicino le competizioni. Queste le classifiche finali. Per la categoria A: primo posto a Gyppaz Denis di Issogne, segue un secondo posto per Marchesi Thomas di Arnad e terzo per Foretier Sandro di Gressan. Per la categoria B: primo posto per Dujany Cristian di Chatillon; secondo posto per Mathamel Flavio di Marmmore e terzo per Borettaz Jean Paul di Issogne Per la categoria C: primo posto per Chapellu Francois di Verrayes; secondo posto per Lini Ugo di Nus e terzo per Jacquemod Silvio di Gressan

Per le foto si ringrazia la Federazione Italiana Giochi e Sport Tradizionali Nella pagina di apertura: categoria C In questa pagina, in alto: categoria A In questa pagina, in basso: categoria B

Campionati italiano di palet

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A MODENA IL BOWLING È SPECIALE! a cura di Ness1Escluso

“La diversità fa la differenza. E noi ci crediamo”. È questo il motto di Ness1Escluso, il progetto voluto da Fabio Galvani che offre la possibilità di fare attività sportiva in modo gratuito a ragazzi con disturbo dello spettro autistico o disturbi cognitivo relazionali e che nel territorio modenese, dal 2017 a tutt’oggi, ha coinvolto oltre 500 atleti.


È tutto pronto per una nuova stagione di Ness1Escluso, il progetto voluto da Fabio Galvani che offre la possibilità di fare attività sportiva in modo gratuito a bambini, ragazzi, adulti con disturbi cognitivi relazionali. Il nuovo staff, gli atleti e il Dott. Fabio Galvani hanno presentato le attività della stagione 2024 lo scorso settembre presso il Palazzo Ducale di Modena in una Conferenza Stampa. Un palinsesto ricco di nuove attività già dai primi giorni di ottobre. La dottoressa Marcella Vaccari, che coordina i progetti educativi-sportivi di “Ness1Escluso” sin dal suo esordio nel 2017, è soddisfatta nel parlare dei successi del gruppo e dei suoi singoli atleti. “La settima stagione sportiva è appena iniziata – dichiara - Un percorso che prosegue in modo sempre più strutturato per offrire alle nostre ragazze e ai nostri ragazzi una proposta sportiva ed educativa inclusiva e di qualità.” Oggi sono, infatti, oltre 230 i percorsi attivi, rivolti a ragazzi speciali a partire dalla tenerissima età di tre anni, declinati nelle diverse attività: calcio, multisport, psicomotricità, crossfit, pilates, bowling, arrampicata, boxe e danza aerea, parkour, karate, tennis, pattinaggio, skateboard, danzability, laser run, beach volley e bike. Il progetto ha il valore aggiunto di essere ad accesso totalmente gratuito, di appoggiarsi a centri sportivi di eccellenza già strutturati nel territorio di avere oltre trenta operatori, tra allenatori ed educatori specializzati, che li seguono in percorsi altamente personalizzati.

“L’atleta speciale viene preso in carico per la pratica sportiva, - prosegue Marcella - ma questa va a integrarsi alla rete socio-educativa, in concerto con la famiglia, alla scuola ai servizi sanitari e sociali. Ai ragazzi vengono dati strumenti per migliorare il proprio benessere fisico e le proprie abilità, ma soprattutto la possibilità di sperimentare molteplici forme di integrazione con tornei ed eventi legati a manifestazioni in cui lo sport diventa un veicolo per unire ed educare, per condividere ed imparare. Tutti da tutti, Ness1Escluso, come recita il nostro motto!” Nello specifico, il gruppo del bowling è costituito da 35 ragazzi di età molto variabile (dai 14 ai 56 anni) e complessità molto diverse (da ragazzi ad altissimo funzionamento a ragazzi non-verbali). I ragazzi giocano una volta alla settimana al Bowling Sottosopra di Modena e sono divisi nelle piste secondo le loro abilità ed età. Alcuni ragazzi usano l’ausilio della sponda per poter avere comunque la soddisfazione di abbattere qualche birillo. Ogni pista ha un educatore di riferimento mentre un volontario e un istruttore insegnano trasversalmente a tutti. Vengono raccolti i punteggi e fatte periodiche analisi sui trend di miglioramento. Spesso vengono organizzate gare: interne con i genitori o amici e fratelli, o con gruppi esterni della provincia. In questa stagione sportiva, sei ragazzi o ragazze selezionate faranno parte della squadra del bowling modenese nella categoria esordienti (normotipi). E noi saremo qui per tenervi informati dei loro successi!

Per le foto si ringrazia Ness1Escluso. Nella pagina di apertura: un gruppo di atleti dopo l’allenamento In alto: lo staff tecnico di Ness1Escluso In basso: un momento di gioco

A Modena il bowling è speciale!

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A WITTELSHEIM AZZURRI PROTAGONISTI a cura di Federazione Italiana Sport Biliardo e Bowling

A Wittlsheim in Francia, il Team italiano preparato da Massimo Brandolini conferma la leadership fra le Nazionali più temute e conquista il podio. Nella specialità di Doppio è arrivata la medaglia più ambita grazie all’accoppiata Nicola Pongolini e Antonino Fiorentino e una Medaglia di Bronzo conquistata nel Master da Nicola Pongolini.


All’inizio dell’estate, precisamente dal 7 al 18 giugno a Wittlsheim (Francia) si sono tenuti gli European Men Championship 2023 che hanno visto la partecipazione della Nazionale Italiana di Bowling insieme agli 221 atleti provenienti da 31 nazioni. Gli azzurri, convocati dal Commissario Tecnico Massimo Brandolini a rappresentare la Nazionale Italiana al Campionato Europeo Maschile, sono stati: Erik Davolio, Antonino Fiorentino, Marco Cesare Parapini, Nicola Pongolini, Tommaso Radi, e Alessandro Walter Santu.

arrivata la medaglia più ambita grazie all’accoppiata Nicola Pongolini e Antonino Fiorentino che hanno battuto in Finale gli Svedesi Jesper Svensson e James Blomgren (534 Italia - 482 Svezia). Medaglia di Bronzo conquistata nel Master da Nicola Pongolini. Degno di nota il 300 ottenuto nella seconda partita della specialità di Tris da Tommaso Radi.

I nostri Azzurri forti delle medaglie conquistate durante l’ultimo europeo; oro nella specialità di Tris nel 2022 (Nicola Pongolini, Alessandro Santu e Antonino Fiorentino) e Argento nella specialità di Squadra (Antonino Fiorentino, Erik Davolio, Alessandro Santu, Nicola Pongolini, Tommaso Radi e Pierpaolo De Filippi) si sono presentati ai nastri di partenza come la Nazionale più temuta. Durante i 10 giorni di EMC, il top del bowling nazionale ha puntato a confermare il proprio ruolo di protagonista a livello continentale anche sulle piste Francesi, dimostrando di essere un team preparato, ben guidato e con un’esperienza consolidata e capacità tecniche indiscutibili. I risultati, che si sono susseguiti, anche in questa spedizione non sono di certo mancati e ci hanno letteralmente inorgoglito! Nella specialità di Doppio è A Wittelsheim Azzurri protagonisti

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Per le foto si ringrazia Federazione Italiana Sport Biliardo e Bowling Nella pagina di apertura: da sinistra a destra: Coach Massimo Brandolini, Alessandro Walter Santu, Nicola Pongolini e Antonino Fiorentino Nella pagina precedente in alto: Nicola Pongolini, Erik D’Avolio, Marco Parapini, Walter Santu, Antonino Fiorentino e Tommaso Radi In questa pagina partendo in alto da sinistra: Tommaso Radi, Walter Santu, Antonino Fiorentino e Nicola Pongolini. In ginocchio: Marco Cesare Parapini ed Erik Davolio e Coach Massimo Brandolini seduto In questa pagina a destra: Antonino Fiorentino In questa pagina in basso: Atleta Special Olympics - Michela Sassone medaglia di Argento Berlino 2023

Special Olympics World Games – Berlino Dal 17 al 25 giugno 2023 si sono svolti a Berlino gli Special Olympics World Games.I Giochi Mondiali Special Olympics sono il più grande evento sportivo inclusivo del mondo. Migliaia di Atleti con disabilità intellettive hanno gareggiato insieme in 26 sport, tra questi presente anche la delegazione italiana del bowling con Giulio Bocchetti, Gianluigi Saulle, Silvia Cabrini e Michela Sassone coordinati dai Coach Giuseppe Semplice e Patrizia Lorenzoni. Sono stati nove giorni di gare emozionanti e stimolanti, coronati da tre meritatissime medaglie! È arrivata, martedì, 20 Giugno la prima medaglia d’oro conquistata dai quattro magnifici atleti del Bowling nella specialità di squadra Giulio Bocchetti, Gianluigi Saulle, Silvia Cabrini e Michela Sassone!

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Dopo l’oro di squadra i Fantastici Quattro, come li hanno cominciati a chiamare compagni e tecnici mentre li festeggiavano appena si è conclusa la prova di bowling. Sono arrivate altre medaglie con l’argento conquistato da Michela Sassone nel singolo femminile, e l’argento nel singolo Maschile conquistato da Gianluigi Saulle. Momenti di pura gioia quelli vissuti a Berlino e che resteranno indelebili nella memoria di tutti!


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IL BINOMIO D’ORO a cura di Federazione Italiana Sport Biliardo e Bowling

Capolavoro di Aniello e Zanetti a Calangianus: si aggiudicano l’International Biathlon Teams Cup Open. Al padiglione Fieristico EXPO di Calangianus (Sardegna) la medaglia d’oro dell’International Biathlon Teams Cup Open è stata vinta da Michelangelo Aniello e Marco Zanetti che hanno regalato al pubblico presente al Padiglione EXPO di Calangianus, uno spettacolo senza precedenti.


ha raccontato una storia diversa. Durante la prima frazione Nguyen ha messo a segno 25 carambole in 18 riprese, a fronte delle 21 realizzate da Minht. Nel duello tra gli specialisti dei 5 birilli si è vissuto uno dei momenti più emozionanti dell’intera manifestazione, il Campione del mondo David Martinelli e l’atleta più fantasioso dei 5 birilli Rocco Summa hanno regalato un’alternanza di tiri dall’alto contenuto tecnico, il risultato finale di 200-198 ne è la dimostrazione. Si conclude così la prima edizione dell’International Biathlon Teams Cup Open, la gara internazionale che per la prima volta ha visto insieme atleti di stecca 5 birilli e di carambola tre sponde. Uno show che ha sbalordito appassionati e non. Aniello e Zanetti non trattengono l’emozione ed esprimono tutta la loro gioia dopo aver conquistato il primo International Biathlon Teams Cup Open, andato in scena a Calangianus.

La coppia italiana ha disputato una grandissima finale contro la coppia italo-vietnamita composta da Rocco Summa e Tat Hoa Nguyen, 200-123 il risultato finale. Nella prima frazione, alla prima ripresa è subito il numero uno al mondo delle tre sponde a mettere a segno una serie da 7 carambole, Zanetti chiude con il risultato di 25-13 in 13 riprese, sarà compito di “Miking” portare a casa il trofeo. Nello scontro contro Rocco Summa mette a segno 100 punti, chiude il match e così la coppia Aniello-Zanetti aggiunge al proprio palmares un ulteriore titolo.

“Quando in una gara si parte da favoriti si avverte una certa pressione che però il bravo atleta di biliardo deve imparare ad accettare senza farsi inibire – dice il numero uno al mondo di carambola tre sponde Marco Zanetti - ho vissuto la competizione con grande responsabilità, consapevole dell’importanza della prima partita di carambola per permettere così a Michelangelo di iniziare col piede giusto la sua partita dei 5 birilli. Per le foto si ringrazia Federazione Italiana Sport Biliardo e Bowling. Foto di Marco Ladu. Nella pagina di apertura: Podio del Campionato Italiano Assoluto di carambola tre sponde Emilio Sciacca (2° classificato), Marco Zanetti (1° Classificato) e Domenico Giacalone (3° classificato) In alto: Marco Zanetti e Michelangelo Aniello insieme all’ufficiale di gara Nicola Costabile In basso a sinistra: Marco Zanetti e Michelangelo Aniello (primi classificati dell’International Biathlon Teams Cup Open), Rocco Summa e Tat Hoa Nguyen (secondi classificati dell’International Biathlon Teams Cup Open)

All’inizio della giornata, Marco Zanetti e Michelangelo Aniello avevano già dimostrato la loro classe sconfiggendo la coppia formata da Daniel Ricardo Lopez e dal vietnamita Luc Tran Thanh con il risultato finale di 200-154. Show di Mr. Zanetti nella prima frazione, che mette a segno 25 carambole in sole 6 riprese, miglior serie da 10 realizzata alla prima ripresa e una media di 4,167. È toccato al Campione Italiano in carica Michelangelo Aniello restare in corsa per guadagnarsi l’accesso alla finale, il pugliese classe ’76 non ha deluso le aspettative, ha concluso il match contro Daniel Lopez mettendo a segno 100 punti. La seconda semifinale, quella che ha visto come protagonisti Rocco Summa e Tat Hoa Nguyen contro David Martinelli e il vietnamita Minht Hon Viet Hoan Il binomio d’oro

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Sono fortunatamente riuscito nel mio intento riuscendo sempre a restare ben concentrato e a giocare un ottimo biliardo. Michelangelo non è stato da meno, anche in lui si avvertiva la pressione quasi palpabile ma ha sempre saputo gestire alla grande i suoi incontri, senza nessuna incertezza. L’intesa tra noi è stata perfetta e su questo non avevo il minimo dubbio, considerando la nostra consolidata amicizia di lunga data”. Prima di scendere in campo con Marco Zanetti, il Campione Italiano in carica di stecca 5 birilli, ha partecipato alla 15^ edizione del Campionato Italiano di Biathlon, titolo che ha vinto nel 2021. “In questi ultimi giorni a Calangianus, ho affrontato sfide impegnative nel campionato individuale di Biathlon. Dopo un duro scontro nei quarti di finale contro Martinelli, il quale ha richiesto tutto il mio impegno e la mia determinazione, ho dovuto fare i conti con la sconfitta. Questo mi ha spinto ancora di più a concentrarmi per il campionato a coppie, in cui ho avuto l’onore di giocare al fianco del mio grande amico e campione, Marco Zanetti. - ha dichiarato Michelangelo Aniello. - Quando Marco ha scelto di giocare con me come compagno di coppia, è stato come ricevere un enorme riconoscimento alla mia carriera – continua il Campione pugliese - È stato davvero un onore e un privilegio giocare al suo fianco, e vincere un titolo internazionale insieme a lui, per me rappresenta un sogno che si è finalmente avverato”.

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“L’obiettivo della Federazione e dei suoi dirigenti è quello di immaginare il biliardo nel futuro e incominciare, nel presente, a plasmarne le sue fondamenta”. Con questa frase il Presidente Federale, Dott. Andrea Mancino, ha inteso rivolgere i migliori complimenti a chi ha ideato, sostenuto ed organizzato la “prima” dell’International Biathlon Teams Cup Open. Alle parole del Presidente si è associato Paolo Scaramuzzi, Delegato FISBB in Sardegna e organizzatore dell’evento, che ha tracciato un bilancio finale della manifestazione. “Il rispetto delle regole di lealtà, l’amicizia, la dignità dei gesti visti sul campo di gara valgono molto di più di una vittoria. Desidero dire grazie a tutti gli Atleti giunti a Calangianus per l’esempio dato. Credo che l’essenza di questa manifestazione, che ha visto la partecipazione di 64 Atleti giunti da 15 paesi, sia racchiusa nell’abbraccio tra il vietnamita Tat Hoa Nguyen e Rocco Summa. Un momento di grande valore che al di là del risultato tecnico ha rappresentato la vittoria dello sport e ha insegnato molto a tutti noi”. Cala quindi il sipario sulla prima edizione dell’International Biathlon Teams Cup Open che ha regalato tantissime sorprese ed emozioni. Il plauso va agli organizzatori Paolo Scaramuzzi e Nerella Muzzi che Il binomio d’oro

insieme ad Andrea Ivaldi (Coordinatore Nazionale della Commissione Carambola) e Tiziana Buscarinu hanno curato al meglio ogni minimo particolare e reso indimenticabile l’esperienza per tutti gli atleti giunti a Calangianus. Il particolare ringraziamento va all’Assessorato al turismo della Regione che ancora una volta ha creduto nelle potenzialità del biliardo e al Sindaco del Comune di Calangianus Fabio Albieri che ha fortemente voluto e sostenuto un altro evento internazionale così rilevante. Infine, i ringraziamenti vanno a tutti gli Atleti, veri protagonisti della kermesse, al corpo arbitrale capitanato dai direttori di gara Luca Lambro e Antonio Placella, a Maurizio Landolfo che ha allestito e garantito il corretto funzionamento di tutti i biliardi e al fotografo Marco Ladu per gli splendidi scatti che ha realizzato.

In queste pagine: Marco Zanetti e Michelangelo Aniello (primi classificati dell’International Biathlon Teams Cup Open) Nella pagina a fianco in basso: David Martinelli e Minht Hon Viet Hoan (terzi classificati dell’International Biathlon Teams Cup Open) - Daniel Ricardo Lopez e Luc Tran Thanh (terzi classificati dell’International Biathlon Teams Cup Open) In questa pagina in alto a destra: Rocco Summa e Tat Hoa Nguyen (secondi classificati dell’International Biathlon Teams Cup Open).

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BOWLING FRA TRADIZIONE E INNOVAZIONE Sport, divertimento, relax… Il bowling è un gioco che affonda le sue radici nella storia e che, nel decennio Cinquanta/Sessanta del secolo scorso si è connotato come lo sport americano per antonomasia. In questi ultimi anni è tornato in auge con una declinazione originale e innovativa e i centri bowling più avveniristici oggi si distinguono per tecnologie e arredi. Tre importanti realtà sono protagoniste in Italia di questa rivoluzione.

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Di Centri Bowling innovativi e tecnologie per il gioco abbiamo parlato con Paolo Viero, fondatore, titolare e mente creativa di Arcade Solution srl, un’azienda giovane nata nel 2017 la cui sede si trova a Fontaneto d’Agogna in provincia di Novara. “Meglio dire ‘trasformatasi’ nel 2017. – Precisa Paolo – Infatti, dopo aver abbandonato definitivamente il mondo delle Slot Machine e del Gaming nel 2013, l’azienda MS Gaming (fondata nel 1969) diventa Arcade Solution, il cui nome significa Soluzioni per il mondo Arcade, il vecchio e caro videogioco, per intendersi.” Un ritorno alle origini, insomma, ma occupandosi di nuovi progetti per il mondo del bowling e soluzioni complete per la gestione di sale di intrattenimento sportivo e ludico. Per il mondo del bowling, Arcade Solution ha realizzato StrikeOrder, un software di servizi, marketing e fidelizzazione del cliente. Installato in molti centri bowling in Italia tra cui il Play Center La Grande Mela di Verona, StrikeOrder attraverso particolari totem dà la possibilità al cliente di ordinare al bar del locale in maniera semplice e completamente autonoma. Tra gli altri prodotti, BillOrder è il software per la gestione dei giochi a tempo, mentre WaitingList Collector gestisce le prenotazioni al bowling e Ticket Solution è dedicato alla gestione delle Ticket Redemption in sala giochi e non ultima la trasformazione di Slam a Winner, un vecchio gioco redemption di successo al quale Arcade ha dato una veste nuova, riportandola tra le macchine più gettonate in sala. Bowling fra tradizione e innovazione

“La nostra filosofia aziendale è direzionata all’innovazione. – prosegue Paolo Viero - Non sono i grandi numeri, ma l’eccellenza che muove le nostre creazioni, progettiamo prodotti innovativi e di nicchia, per passione, cercando di portare nuove idee nel mondo del bowling e dell’intrattenimento. I nostri interlocutori sono Centri Bowling e Sale da gioco in generale. Da qualche anno è nata una buona intesa e collaborazione con una delle realtà più importanti a livello internazionale, l’azienda USBowling, insieSotto: US Bowling ha disegnato e installato la pista di mini bowling per Brian and Mika Kleinschmidt nella seconda stagione di HGTV’s Rock the Block (in Italia HGTV – Home & Garden Tv). I Kleinschmidt hanno vinto il primo premio e hanno attribuito il loro successo in gran parte alla mini pista bowling da casa

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me stiamo lavorando ad alcuni nuovi progetti molto all’avanguardia ancora Top Secret!” Oggi persino molti locali di lusso, club, hotel e addirittura sontuose dimore, si sono fatti installare eleganti piste da bowling per sfide private. Il concetto di ‘Bowling Boutique’ utilizzato dall’azienda americana US Bowling Corporation è quello di un locale di design che unisce architettura d’interni e tecnologie di ultima generazione. US Bowling Corporation è infatti leader mondiale nel settore della produzione e installazione di attrezzature ad alta tecnologia e nuovi arredi per il ‘Luxury’ bowling. L’azienda, nata circa un trentennio fa in California da un’idea di Daroll e David Frewing, è il referente ideale per tutti coloro che desiderino aprire un centro bowling o avviare un franchising, modernizzare una pista più vecchia o semplicemente installare un paio di piste da bowling domestiche in un club o in una residenza privata. US Bowling Corporation è infatti specializzata nella progettazione personalizzata e nella produzione di nuove attrezzature, nella realizzazione di piani aziendali e nell’installazione di nuovi centri di bowling di lusso in tutto il mondo.

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Un’altra azienda italiana che ha cambiato i paradigmi per il settore del bowling, indicando una nuova avanguardia, è l’azienda Powergamma che progetta e produce macchine e progetti innovativi per il settore del bowling. L’azienda, nata in provincia di Reggio Emilia dall’iniziativa dell’imprenditore Mario Di Dio con anni di esperienza nel settore, dell’ingegnere elettronico Alberto Santini, dell’ingegnere informatico Mauro Guiotto e Frank Stametti che lavorava già da anni come responsabile delle installazioni di centri bowling, è stata la prima a progettare Pinsetter completamente a bassa tensione (24V) in corrente continua che, grazie ad una meccanica di precisione a cui hanno aggiunto elettronica e sensori sviluppati appositamente, permette un grande risparmio energetico. Al “Bowl Expo” di Las Vegas le nuove macchine hanno subito destato molto interesse, catturando l’attenzione di US Bowling Corporation, una delle più grandi aziende americane del settore con la quale collabora attivamente da allora. Pinsetter “Eco 24 Evolution”, il loro prodotto di punta, è in grado di abbattere i costi di gestione di un centro bowling in modo significativo grazie a due principali punti di forza: non necessita un tecnico specializzato, una sola persona, senza alcuna conoscenza tecnica specifica, può gestire un centro bowling in autonomia. Inoltre, grazie alla tecnologia proprietaria, all’altissiBowling fra tradizione e innovazione

ma efficienza energetica e all’uso di motori brushless progettati da Powergamma, il costo per l’energia elettrica viene ridotto in modo drastico. Questo la rende anche una macchina a bassissimo impatto ambientale. Powergamma ha unito alla tecnologia il knowhow e lo stile italiano, realizzando prodotti non solo estremamente funzionali ed ergonomici, ma anche attraenti, rendendo ogni centro bowling personalizzato ed unico. Oggi Powergamma distribuisce, vende ed installa in tutto il mondo ed è organizzata in due divisioni: “Spirit of innovation”, che ricerca, sviluppa e sperimenta tecnologie; “Bowling equipments”, che applica ed implementa queste tecnologie nei prodotti per il bowling.

Per informazioni: usbowling.com arcadesolution.it powergamma.com

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BOWLING SEVENTIES LIFE STYLE di Annamaria Migliozzi

Il Bowling Seventies è il paradiso dei bowlers e non solo: è il centro dell’intrattenimento nella zona di Rimini. Qui si possono sfidare i propri amici sulle piste, organizzare la cena aziendale o il compleanno dei propri figli; un locale dall’atmosfera magica e suggestiva, perfetto per tutte le occasioni e le fasce d’età.

In queste pagine foto di Andrea Spada

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Il Bowling Seventies ha trasformato il concetto di bowling tradizionale in una meta in cui il divertimento diventa ‘integrato’. Se si è alla ricerca di un luogo in cui cenare o fare aperitivo, divertirsi e rilassarsi a Rimini, non si può perdere questa straordinaria struttura che offre molto di più della tradizionale partita di bowling. Situato fra le colline e il mare, sulla strada che porta nella Repubblica di San Marino, il Bowling Seventies fa rivivere l’atmosfera iconica dell’America degli anni Settanta… Ma in chiave moderna! Per chi ha voglia di una sfida tra amici a bowling, le nove piste lunghe diciotto metri sono realizzate in legno di acero e abete, verniciate e levigate esattamente come quelle originali americane e dotate inoltre di sponde per bambini. Le piste sono sormontate da un maxischermo lungo 14 metri che rimanda a scenari di gioco, viste panoramiche di ambienti naturali e informazioni utili sulle iniziative del territorio. Per gli appassionati della carambola, nove tavoli dedicati a questo sport sono situati nella sala centrale: qui l’atmosfera che si respira è magica e suggestiva. La gigantesca e attrezzata sala giochi, con le sue luci

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e i suoi colori, trasporterà i più giovani in un mondo colorato e divertente; videogame di ogni sorta riusciranno a coinvolgere sia esperti che principianti. L’American Bar del Bowling Seventies è una delle zone più iconiche della struttura, con la sua caratteristica conformazione circolare che rimanda allo stile americano anni Settanta, è il posto perfetto per organizzare un aperitivo con le amiche o per gustarsi un drink fresco e frizzante: l’atmosfera giusta è assicurata. Al Bowling Seventies vengono utilizzati solo i migliori prodotti in commercio sia per il beverage che per il food perché il divertimento inizia dalla tavola! La vasta scelta gastronomica soddisferà anche i palati più difficili: la pizza è famosa per essere una delle più buone della zona, fragrante e filante al punto giusto. Gli hamburger sono fatti con carne a chilometro zero mentre il pane è del Panificio Ferri di Ospedaletto quindi sempre fresco e croccante. Il menù del Seventies ha una proposta ricca, varia e sempre aggiornata e la serata è allietata da spettacoli sempre diversi che divertiranno anche il pubblico più esigente. Il calendario degli eventi può essere consultato sul sito e sui vari canali social.


Il Bowling Seventies è una perfetta location per organizzare anche cene di lavoro, di fine anno scolastico ed eventi di ogni tipo come anniversari, comunioni, feste di laurea, compleanni e ricevimenti. La carta vincente di questa meravigliosa struttura è soprattutto il team, capitanato dalla titolare Lina Danese. Ognuno si impegna al massimo per garantire il divertimento del cliente e curare il locale in ogni piccolo dettaglio. Mentre gli adulti si rilassano con il loro sport preferito o con una gustosa cena, ai piccoli ci pensano gli animatori insegnando ai bimbi i passi della baby

Bowling Seventies Life Style

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dance, giocando insieme a loro e facendo divertire tutti Nel Play Park l’immaginazione diventa la parola chiave per entrare in un mondo fantastico: qualsiasi bimbo potrà pensare di nascondersi nei passaggi segreti del castello, scappare lungo lo scivolo, o restare di vedetta sulla torre. Nel colorato e vivace spazio giochi si possono fare nuove amicizie e soprattutto divertirsi in maniera sicura e protetta. Per chi preferisce attività più tradizionali troverà anche il campetto da calcio per organizzare un’entusiasmante partita a pallone. Le attività sono pensate esclusivamente per loro come il trucca-bimbi che trasformerà la tua piccola in una perfetta principessa o il tuo bambino in un supereroe pronto per salvare il mondo. Qui, l’unico limite è la fantasia.

Una cena aziendale diversa La cena aziendale è un’occasione per rafforzare i rapporti con i colleghi, condividere i risultati raggiunti e festeggiare insieme. Il Bowling Seventies è il posto ideale per rendere questo momento ancora più indimenticabile e coinvolgente: un luogo originale e dinamico che trasforma la “solita” cena aziendale in una esperienza divertente e spassosa. Inoltre, la struttura offre a tutti i colleghi diverse attività per tutti i gusti e le età: così viene favorita la sana competizione e il lavoro di squadra, incoraggiando la comunicazione tra i dipendenti in un’atmosfera informale e rilassata. Il Bowling Seventies viene scelto sempre di più dalle aziende perché è l’ambiente ideale per le attività di team building: la sala teatro, munita di maxischermo, impianto audio e palcoscenico, è perfetta per organizzare conferenze,

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presentazioni e riunioni ma anche spettacoli e cabaret; diventa così uno spazio elegante e funzionale per garantire la giusta privacy. Dopo una gustosa cena in cui è possibile scegliere anche il menù personalizzato, un drink all’American Bar è la conclusione perfetta di una serata unica!



IL SOGNO DELLA SETTIMA ARTE di Annamaria Migliozzi

Per chi, nel proprio cassetto, ha il sogno della settima arte, in Romagna trova terreno fertile; nella terra di uno dei più grandi maestri del cinema, Federico Fellini, in questi ultimi anni c’è stato un gran via vai di riprese di ogni genere: fiction, film, docuserie. Qui, dal 2008 si svolge il concorso per cortometraggi Amarcort Film Festival e anche in fatto di scuole di recitazione, dopo Ravenna e Cesena anche a Rimini, da alcuni anni, ha visto la luce la Rimini Film Academy. Ne parliamo con il suo fondatore: Christian Purpari.


Quando e come è nato il sogno di diventare regista? Direi che è nato per caso. Mi sono avvicinato a questo mondo sapendo che fosse estremamente difficile riuscire ad entrarci, ma per natura sono sempre stato molto determinato e ho sempre avuto i miei obiettivi molto chiari. Mi sono dedicato subito a molti progetti, prima come operatore, poi mi sono specializzato in fotografia iniziando a ricoprire il ruolo di direttore della fotografia. Da lì, passare al ruolo di regista, il passo è stato breve. Qual è stata la più grande soddisfazione della tua vita? In realtà non c’è un’esperienza più grande di altre. Tutte a loro modo mi hanno dato sensazioni diverse e intense. Forse Skydancer è quello che più mi porto nel cuore. È stato il mio primo progetto, un mediometraggio che ha vinto una ventina di festival e questo ha giovato molto per la presa di coscienza delle mie potenzialità. Qual è il compito nello specifico di un bravo regista? Il progetto di Rimini Film Academy nasce dall’impegno e dalla passione di Christian Purpari in arte Chris Fx, regista e direttore della fotografia riminese e dall’esperienza di Gianpaolo Mai della Cesena Film Academy e della Ravenna Film Academy. “Ho voluto fortemente la Rimini Film Academy – spiega Christian - perché ritengo che Rimini sia il luogo perfetto per ispirare la fantasia di registi, ma soprattutto di aspiranti registi. Ho sempre avuto la passione del cinema e il mio obiettivo è che tanti ragazzi e ragazze che condividono la stessa mia passione, possano avere gli strumenti per concretizzare il loro sogno. La Rimini Film Academy è solo un primo tassello per un progetto più ampio, ma è comunque un sogno che si realizza. I nostri allievi sono costantemente a contatto con set reali, infatti il nostro metodo di lavoro prevede molte ore di pratica, con registi diversi che possano portare la loro esperienza e di conseguenza il valore aggiunto che ci distingue da altre realtà simili alla nostra. L’anno scorso i nostri allievi di regia hanno potuto realizzare alcuni dei cortometraggi scritti direttamente da loro e hanno assistito alla realizzazione di alcuni spot pubblicitari. I nostri allievi di recitazione sono stati impiegati nei vari progetti con diversi ruoli e hanno anche lavorato come attori in spot televisivi che sono andati in onda sui canali Sky.” Il sogno della settima arte

Un bravo regista deve avere una buona conoscenza tecnica e una buona capacità di trasporre la propria visione in immagini che riescano a toccare il cuore degli spettatori. Una qualità di cui nessuno parla, per me fondamentale, è la capacità di relazionarsi con i propri collaboratori, di mettere a proprio agio lo staff tecnico con la parte artistica (che solitamente hanno difficoltà a relazionarsi) e avere ottime capacità di problem solving.

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Ogni progetto che ho diretto contiene al suo interno una parte di me, quindi hanno tutti un grande valore. Come ho accennato prima, probabilmente quello che mi ha regalato più emozioni è Skydancer, in quanto è stato il mio primo progetto da regista. Le riprese hanno avuto mille difficoltà fra location saltate, temperature improponibili e imprevisti dell’ultimo minuto. Inoltre, c’è stato un problema di audio in una scena che ha abbassato il valore finale del progetto. Nonostante questo, ho ricevuto critiche positive e diversi festival in giro per il mondo hanno premiato il nostro lavoro. Inoltre, la soundtrack principale è una canzone di GionnyScandal che mi ha gentilmente dato l’autorizzazione all’utilizzo. Ripensando ai premi e a quando mi sono arrivate le notifiche delle vittorie, forse ancora non ci credo… Che tipo di film o corti prediligi?

Qual è il tuo sogno più grande?

Non ho un genere preferito. Molto dipende dal progetto e personalmente guardo veramente di tutto, fatta forse eccezione per i musical. Per quello che invece riguarda i generi da dirigere, dipende molto dal momento che sto attraversando, ma generalmente prediligo thriller, drammatico e horror. Il thriller mi piace molto perché è una sfida molto difficile. Riuscire nella suspence, regalare colpi di scena e rendere difficile allo spettatore indovinare il finale. Per quello che riguarda invece il genere horror penso che derivi dal fatto che sono nato ad Halloween (scherzo) e che sono cresciuto nell’epoca dei grandi horror che sono poi diventati icone come Freddy Krueger, Jason, Maicol Mayers, Ghost Face e tanti altri. Inoltre, ho una grande ammirazione per Tim Burton e per il genere che lo contraddistingue.

Il mio sogno più grande è senz’altro riuscire a far sì che il mio nome venga ricordato molto dopo la mia morte quando si parlerà di cinema. Per il resto sto già vivendo un sogno. Faccio il lavoro che mi piace e questo rispetto a tanta gente che non ha questa possibilità è una grande fortuna.

I tuoi lavori hanno ricevuto tanti premi, ce ne racconti uno? Il suo valore, il suo significato per te, quanta emozione hai provato nel riceverlo?

About Chris Fx Christian Purpari in arte Chris Fx ha iniziato la sua carriera nel mondo del video come operatore per poi specializzarsi nel corso degli anni in direzione della fotografia. È stato regista di diversi progetti fra cui Skydancer, Il lamento dell’anima, Scacco matto e Io sono donna. Nel mondo della musica ha diretto videoclip di artisti come Rayan Seventeen17, Gianni Drudi, GionnyScandal e tantissimi altri.

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Cosa consigli a chi vuole intraprendere questa carriera? Tutti dobbiamo inseguire i nostri sogni e lavorare duramente per raggiungerli. E se anche non dovessimo riuscirci, avremo fatto tutto quello che è in nostro potere per farcela e non avremo il rimorso di non aver tentato. La Rimini Film Academy è nata per questo! Per le foto si ringrazia Christian Purpari. Nella pagina di apertura: Foro scattata sul set di Andrà bene (forse) Nella pagina precedente, in basso: Foto scattata sul set di uno spot per San Patrignano In questa pagina: Foto scattata sul set durante il progetto Il lamento dell’anima.

Nel 2011 apre la Marketing Reload un’agenzia specializzata in video e foto per campagne pubblicitarie e video musicali. Nel 2012 fonda il marchio Angel & Devil Management e inizia a gestire l’immagine di artisti (attori e attrici, modelle e modelli, creator). Nel 2020 lancia il brand Black Rose Film per le produzioni cinematografiche. Nel 2021 diventa docente presso la Cesena Film Academy e nel 2022 fonda la Rimini Film Academy.




BURLESQUE IL CORPO E L’ANIMA di Marzia Mecozzi

Burlesque. Uno spettacolo che ha radici storiche e rivisitazioni attuali, un lavoro sul proprio corpo, sulle sicurezze, sull’idea di libertà. A Rimini, Riccione, Forlì e Pesaro la scuola Cuore e Burlesque organizza corsi, workshop e show che, fra danze, performance, solidarietà e tanto divertimento, fa il punto sull’inclusività a tutto tondo e sulla bellezza in tutte le sue forme.

In questa pagina Freaky Candy nelle vesti di maestra di cerimonie del Freaky Candy Burlesque Expo, foto di Margherita Cenni

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Lo spettacolo ‘Burlesque’, che in italiano significa ‘burlesco’, in origine faceva riferimento a un genere teatrale giocosamente basato sullo scherzo e sulla parodia di fatti, personaggi e situazioni delle classi borghesi benpensanti. E il gioco, insieme però all’impegno sociale e alla difesa dei diritti di ogni genere, è

una delle parole chiave di Cuore e Burlesque, la scuola fondata da Freaky Candy, con una formazione artistica nella danza classica, orientale e fusion, che da Rimini, nel 2015, velocemente cresce e si espande fino a diventare operativa in quattro città e due regioni: Rimini, Riccione (2016), Pesaro (2019) e Forlì (2020). Cuore e Burlesque organizza workshops e shows con artisti internazionali e collabora attivamente con il Burlesque Hall of Fame, per il quale nel 2021 ha prodotto il VHOF, lo show virtuale che ha inteso rappresentare il meglio del panorama burlesque italiano. Freaky Candy, performer e coach internazionale, nonché fondatrice e direttrice di Cuore e Burlesque racconta il suo percorso artistico e di vita, collaudato da anni di insegnamento in Italia e all’estero. “I nostri percorsi sono strutturati in diverse fasi e con diversi obiettivi per permettere a ognuno di costruire una solida base di conoscenze tecniche fondamentali, di accrescere la propria sicurezza e autostima e di far sbocciare il proprio alter-ego burlesque in modo naturale e seguendo le proprie tempistiche. – Spiega Freaky - Quando ho deciso di fondare questa scuola, avevo in mente il mio personale percorso, fatto di alcune insicurezze e di tanta ricerca. Attraverso quest’arte ho imparato ad accettarmi nelle mie forme, a piacermi per come sono ed è quello che desidero trasmettere alle persone che si approcciano a questo tipo di disciplina.” ​ La scuola ha un suo ‘manifesto’ che deve essere abbracciato in tutti i suoi valori per potervi accedere, primi fra tutti: antifascista, antirazzista e antisessista.

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Le classi sono tutte gender free. Durante i corsi vengono insegnate tecniche, movimenti, nozioni di make-up, hair styling, oltre naturalmente alla storia di quest’arte, con incontri, laboratori, eventi, corsi specifici in collaborazione con performers qualificate, nazionali ed internazionali, che possano arricchire la conoscenza sulla materia. “​È un lavoro sul proprio corpo, introspettivo, che insegna a guardarsi con altri occhi. - Prosegue Freaky – La body positivity è una leva fondamentale di questo percorso. Ho visto persone cambiare, acquisire sicurezze e portarle nella vita di tutti i giorni. Nude nella loro essenza. Il burlesque è un vero e proprio manifesto della libertà e del sex-appeal e le nostre classi sono uno spazio sicuro dove non esistono forme di discriminazione. Siamo una community che crede nella forza e nel potere del sostegno reciproco tra donne e che apre le braccia a qualsiasi identità di genere appoggiando pienamente la comunità Lgbtqia. All’interno dei miei show ci tengo a mostrare ogni tipo di fisicità ed età. I corpi sono tutti belli proprio nella loro diversità e ciascuno deve potervisi identificare.” Uno degli spettacoli che spesso viene presentato è il Bingo Burlesque, un format che unisce gioco e spettacolo e coinvolge attivamente il pubblico in una vera e propria esperienza interattiva che ricorda i casinò di Las Vegas, con incursioni di starlette e lancio di banconote sul palco al loro passaggio. “Ma anche in questo caso, la rappresentazione va oltre gli stereotipi – precisa Freaky - e diventa uno spettacolo interattivo dove il pubblico si diverte moltissimo e si vincono premi offerti dalle imprese locali; uno show che ogni volta presenta un aspetto diverso del Burlesque: numeri col fuoco, performance maschili, danze, mettendo in scena sì la sensualità e la sessualità ma in forma giocosa, sempre divertente, ironica e scanzonata.” A volte gli spettacoli di Bingo Burlesque diventano occasione anche di raccolte benefiche, come nel caso della raccolta fondi in occasione degli alluvionati nella primavera scorsa. Il Bingo Burlesque sarà al Bowling Seventies ogni terzo venerdì del mese da ottobre 2023 a marzo 2024.

Nella pagina a fianco, in alto: Freaky Candy e le Starlettes di Cuore e Burlesque Nella pagina a fianco, in basso: alcuni momenti del famoso “pre-show” In questa pagina: al Bowling Seventies, foto di Andrea Spada

Burlesque il corpo e l’anima

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Nel cuore di Riccione, una caffetteria ispirata alle atmosfere provenzali, per colazioni, aperitivi e brunch in un ambiente suggestivo e ricercato in cui dominano i colori pastello, il lilla della lavanda, i tendaggi leggeri e le luci soffuse dei lampadari di cristallo. Un locale dal romanticismo senza tempo che invita alla pausa, al relax, alla condivisione di un momento speciale P.zza Matteotti, 10, 47838 Riccione RN

Foto di Andrea Spada

Nika - Riccione

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