Il percorso botanico all'Isola di Capraia

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INDICE

Il Percorso Botanico

SPECIE BOTANICHE

Cisto marino

Aglio trigono

Elicriso

Finocchio marino

Cineraria

Arisaro

Fico d’India

Lentisco

Caprifoglio mediterraneo

Erica arborea

Ginestra spinosa

Mirto

Asfodelo

Scilla marittima

Sedano selvatico, Macerone

Carota delle scogliere

Olivo

Erba gatta, Camedrio maro, Maro

Betonica fetida

Iperico

Inula, ceppitoni, erba puzza

Pino marittimo

Pino domestico, Pino da pinoli

Nepitella, Mentuccia comune

Finocchio selvatico, Anito, Finocchiello

Aristolochia

Fico

Menta romana

Menta delle isole

Caglio cinereo delle capre

Alaterno

Oleandro

Pino d’Aleppo

Prugnolo selvatico

Fillirea, Ilatro sottile

Biancospino

Ginestra odorosa

Rosmarino

Salsapariglia

Linajola di Capraia

Fiordaliso di Capraia

Stecade / Lavanda selvatica

Scarlina

Corbezzolo

Euforbia arborea

Ciclamino autunnale

Leccio

Alloro

Carice a frutti minimi

Felce aquilina

Canna comune

La macchia mediterranea

Le applicazioni fitoterapiche e gli usi alimurgici sono indicati a scopo informativo senza assunzione di responsabilità sull’uso curativo, estetico o alimentare.

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Il percorso, lungo circa 400 metri, si estende lungo l’antica Strada Romana che dal Porto conduce al Paese, passando davanti alla sorgente e attraversando il ponte sul Vado del Porto. Si raggiunge dal Porto a partire dalla Chiesa di Santa Maria Assunta, seguendo la strada per il villaggio “Le Sughere” o dal paese partendo dalla Chiesa di San Nicola, percorrendo via San Leonardo e proseguendo in direzione del Porto costeggiando i Palmenti di San Leonardo. Il percorso botanico è di libera fruizione e aperto a tutti, 24 ore al giorno e 365 giorni l’anno. La primavera è il momento ideale per visitarlo.

IL PERCORSO BOTANICO

Nome comune Cisto marino

Nome scientifico e famiglia

Cistus monspeliensis L.

Fam. Cistaceae

Descrizione pianta

ph. L.Castellani

Nome dialettale mucchio

Specie perenne, dal portamento cespuglioso ed eretto, alto da 50 a 120 cm. Il fusto è robusto, lignificato in basso con corteccia bruna; i rami giovani erbacei e pelosi sono di colore verdegrigiastro. Le foglie sono sessili, tomentose e collose al tatto, di un bel verde carico sulla pagina superiore e più chiare e tomentose su quella inferiore, con lamina lineare-lanceolata revoluta al margine. Fiori vistosi a simmetria raggiata con 5 petali bianchi con una piccola macchia gialla alla base. Il frutto è una capsula ovoidale contenente più semi.

Periodo di fioritura

Marzo-Giugno

Distribuzione geografica

Cresce nelle garighe, luoghi soleggiati aridi, macchie degradate. È una delle pirofite per eccellenza che colonizzano terreni distrutti dagli incendi in quanto i semi hanno la capacità di resistere alle alte temperature, permettendo alla specie una rapida colonizzazione dell’area. Il cisto marino è diffuso in tutta l’isola.

n°SCHEDA 4
Proprietà e usi 01

Proprietà e usi

Uso officinale/medicinale: La pianta trova impiego da tempo immemorabile nella medicina popolare come antinfiammatorio e cicatrizzante. Con le foglie si prepara un macerato alcolico, noto come “cistosina”, che viene applicato su ustioni, piaghe, dermatiti, nonché sulle punture di insetto e di tracina. Nella medicina popolare, i fiori e i rami sono usati per l’asma e le foglie sono impiegate per preparare il the.

Usi tradizionali: Nell’Arcipelago Toscano, in tempo di guerra e di forti restrizioni economiche, le foglie fresche venivano usate come detergente per lavare i piatti, sfruttando anche la fitta peluria che le caratterizza.

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ph. F.Guidi ph. L.Castellani

Nome comune

Aglio trigono

Nome scientifico e famiglia

Allium triquetrum L.

Fam. Amaryllidaceae

Descrizione pianta

ph. L.Castellani

Nome dialettale sammola

È una specie perenne, geofita bulbosa, di dimensioni 20-60 cm. Le foglie tenaci, nastriformi, larghe 0,5-1,5 cm, sono di un bel verde; quelle inferiori assai più lunghe dello scapo. Lo scapo è dritto, verde lucido, liscio, fortemente trigono. I fiori hanno tepali oblunghi-lanceolati, conniventi a campana, di colore bianco con nervo centrale verde, portati da peduncoli verdi di 1,5-3 cm, riuniti in una infiorescenza ombrelliforme con alla base spata membranacea bivalve, prima di colore verde, poi bianca-membranacea, spesso assente perché precocemente caduca.

Periodo di fioritura

Marzo-Maggio

Distribuzione geografica

La specie cresce nell’intervallo altimetrico tra 0 e 600 metri s.l.m., nei luoghi umidi e ombrosi, nei boschi ed in prossimità delle siepi.

n°SCHEDA 6
Proprietà e usi 02

Proprietà e usi

Uso Officinale/Medicinale: come la maggior parte degli agli, contiene l’allicina che conferisce proprietà antibiotiche, ipotensive, disinfettanti ed ipoglicemizzanti. È inoltre un ottimo vermifugo e repellente.

Uso Alimentare: il suo utilizzo in cucina può essere sostitutivo a quello d’aglio. È commestibile in tutte le sue parti: foglie, bulbo, fiori e gambo. Il suo sapore è gustoso e meno aggressivo del comune aglio. Ottimo crudo e cotto per insaporire pietanze.

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ph. F.Guidi

Nome comune

Elicriso

Nome scientifico e famiglia

Helichrysum italicum Roth G.Don

Fam. Asteraceae

Descrizione pianta

Nome dialettale mursa

Proprietà e usi Endemismo

Pianta erbacea perenne dal portamento compatto, che presenta fusti legnosi contorti, alti 30−50 cm. I rami arcuati ed ascendenti sono rivestiti da peli lisci che al tatto tendono a staccarsi. Le foglie sono fitte, lineari-filiformi, verde-argentato, e le inferiori patenti e tomentose, lunghe 1-5 cm e larghe circa 1 mm. I fiori sono prevalentemente tubulosi, di colore giallo chiaro, riuniti in capolini conici, con 12-23 fiori per capolino in cui prevalgono quelli maschili. I capolini sono, a loro volta, riuniti in corimbi densi di 25-35 infiorescenze. Le brattee dell’involucro fiorale sono caratteristiche, giallo-brunastre e alla fine brune. La fioritura avviene per tutta l’estate. II frutto lucente, bianco e di forma cilindrica è un achenio ovale-oblungo con la superficie corrugata da numerosi piccoli tubercoli. Nella sua parte superiore è inserito il pappo di peli semplici, deciduo, che facilita la disseminazione anemocora. In natura, l’elicriso è una specie perenne, la cui parte aerea si rinnova ogni anno grazie allo sviluppo dei nuovi getti basali.

Periodo di fioritura

Maggio-Luglio. Questa fase è molto scalare e di durata variabile a seconda degli ecotipi e in relazione alla variabilità annuale del clima.

n°SCHEDA 8
03 ph. F.Guidi

Distribuzione geografica

Nell’isola la specie si trova nelle garighe e fruticeti a dominanza di Cistus monspeliensis, in particolare sulle zone costiere.

Proprietà e usi

Uso officinale/medicinale: Si usano le sommità fiorite e le infiorescenze per le proprietà coleretiche e antiinfiammatorie. L’olio essenziale è ritenuto utile per trattare le affezioni delle vie respiratorie e in uso esterno per malattie allergiche e dermatiti. Ha proprietà antiallergiche (azione antistaminica), antinfiammatorie, antieritematose, fotoprotettive, espettoranti (balsamica), anticatarrali, cicatrizzanti, antiepatotossiche, spasmolitiche, ipocolesterolizzanti, antibatteriche, antifungine. E’ impiegabile per riniti, bronchiti asmatiche, affezioni respiratorie, dermatiti, psoriasi, eczemi, nevralgie, edemi post-flebitici, artrite, insufficienze e congestioni epatiche, come fungistatico (es. per la Candida), come diuretico.

Uso alimentare/cosmetico: L’olio essenziale trova impiego nell’industria alimentare, cosmetica e profumiera (proprietà dermopurificanti e tonificanti dell’olio essenziale). Il caratteristico profumo dovuto alla ricchezza dei composti volatili dell’essenza, ha fatto in modo che in passato l’elicriso fosse impiegato per profumare gli ambienti, aromatizzare le carni della cacciagione. Alcuni rametti della pianta venivano messi tra la biancheria, perché si riteneva che potessero essere utili contro la tignola; inoltre se mischiato al vino era considerato un buon rimedio contro il morso dei serpenti

H. italicum è tra le specie più ricche in flavonoidi. È un aromatizzante per cibi.

Uso tintorio: È utilizzabile come pianta tintoria.

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ph. L.Castellani ph. F.Guidi

Nome comune

Finocchio marino

Nome scientifico e famiglia

Crithmum maritimum L.

Fam. Apiaceae

Descrizione pianta

Proprietà e usi

Pianta perenne con fusti basali legnosi e ramificati, e ramificazioni superiori erbacee ascendenti. Le foglie sono bi- o tripennatosette con foglioline carnose, lanceolato-lineari. I fiori, con petali verde-giallastri, sono riuniti in ombrelle terminali con 20-30 raggi. I frutti sono ovoidali, lunghi circa 5 mm.

Periodo di fioritura

Luglio-settembre

Distribuzione geografica

Specie dell’Europa mediterranea, presente lungo tutte le coste dell’Italia. Si trova su rupi, scogliere e dune sabbiose costiere.

n°SCHEDA 10
04

Proprietà e usi

Uso officinale/medicinale: Le parti aeree della pianta hanno proprietà diuretiche (succo), riequilibranti e ricostituenti (vino), mentre i semi hanno proprietà eupteptiche, carminative, e coleretiche (tintura e vino).

Usi alimentari: le foglie e i rametti teneri, dal sapore tra il finocchio e il sedano, vengono utilizzati per condire insalate o minestre.

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ph. L.Castellani

Nome comune Cineraria

Nome scientifico e famiglia Jacobaea maritima (L.) Pelser & Meijden sin. Senecio cineraria DC.

Fam. Asteraceae

Descrizione pianta

È una pianta perenne, alta mediamente 60 cm, a portamento cespuglioso. I fusti, variamente ramificati e lanuginosi, sono ricoperti da un fitto fogliame molto decorativo. Le foglie sono pennatosette con lamina divisa in segmenti sottili (lineari o lanceolati), distanziati fra loro e parte centrale indivisa larga pochi mm, un po’ carnose, bianco-tomentose sotto, cenerine sopra; le inferiori a contorno triangolare con 4-5 paia di lacinie laterali lineari o lanceolate e segmento apicale lobato o partito. Le infiorescenze sono composte di fiori piccoli, gialli, a forma di margherita, raggruppati in corimbo. I frutti sono degli acheni con pappo.

Periodo di fioritura

Maggio - Agosto

Distribuzione geografica

La specie si trova in vicinanza del mare nelle cenosi rupicole insieme a Daucus carota L., divenendo meno frequente con il salire dell’altitudine. Si trova inoltre nelle garighe semialofile della sommità delle coste rocciose a dominanza di elicriso, andando a costituire una fascia pressoché continua lungo tutto il perimetro dell’isola

n°SCHEDA 12
05
Proprietà e usi ph. F.Guidi

Proprietà e usi

Uso officinale/medicinale: La droga è rappresentata dalle foglie essiccate. La pianta non è commestibile, in quanto contiene un alcaloide del tipo senecina, se ne fa quindi solo uso esterno. Ha azione decongestionante ed è impiegata nelle congiuntiviti, in piaghe, intorpidimenti e ulcerazioni della cornea, mediante l’uso di colliri e sotto controllo medico.

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ph. F.Guidi ph. F.Guidi

Nome comune Arisaro

Nome scientifico e famiglia

Arisarum vulgare O. Targ.-Tozz.

Fam. Araceae

Descrizione pianta

Proprietà e usi

È una specie perenne, geofita, di piccole dimensioni (10-30 cm), dotata di rizoma ovoidale, che ogni anno emette radici e fusti avventizi. Le foglie in numero di 1-2, o poco più, presentano una lamina astata-cuoriforme di colore verde lucido, con picciuolo molle verdastro soffuso di macule porporine. L’infiorescenza è a spadice, costituita da un picciuolo sottile e allungato, biancastro con macule porporine, sormontato da una brattea (spata) forgiata come un tubo ripiegato all’estremità a cappuccio appuntito, di colore violaceo venato di bianco e di verde, contenente la parte fertile sottile e allungata, poco ingrossata all’apice, ricurva e sporgente. I fiori unisessuali e contigui sono posizionati all’interno dello scapo, alla base dello spadice, unilaterali da 3 a 5, quelli femminili e immediatamente sopra quelli maschili più numerosi (circa 20), dotati di un solo stame. Il frutto è una bacca globosa di 1 cm, verde brunastro a maturità con 2-6 semi biancastri.

Periodo di fioritura

Ottobre -Aprile

n°SCHEDA 14
06

Distribuzione geografica

Cresce negli incolti, a volte anche su muri, su suoli piuttosto ricchi in humus, di solito ombreggiati, nella fascia limitata alle coste mediterranee: area dell’olivo.

Proprietà e usi

Uso officinale/medicinale: veniva adoperata in decotto di foglie, come antipiretico, in caso di malattie da raffreddamento, per abbassare la febbre. Il suo rizoma ricco di amidi avrebbe proprietà lassative, diuretiche, espettoranti, afrodisiache, vulnerarie, cicatrizzanti. Un tempo seccato e macinato in farina veniva consumato anche dall’uomo ed è assai ricercato dai cinghiali che ne sono ghiotti.

Le foglie il fusto e le bacche sono tossiche.

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Nome comune

Fico d’India

Nome scientifico e famiglia

Opuntia stricta (Haw.) Haw.

Fam. Cactaceae

Descrizione pianta

E’ una pianta succulenta arborescente dal fusto molto ramificato ed appiattito, dal portamento eretto o strisciante, normalmente tra i 50–100 cm, ma può raggiungere i 2 metri di altezza. Il fusto è composto da cladodi, comunemente detti pale: si tratta di fusti modificati, di colore verde, di forma appiattita e ovaliforme, più lunghi che larghi (10–35 cm di lunghezza, 7–20 cm di larghezza e 10–20 mm di spessore). I cladodi sono ricoperti da una cuticola cerosa che limita la traspirazione e rappresenta una barriera contro i predatori. I cladodi basali, intorno al quarto anno di crescita, vanno incontro a lignificazione dando vita ad un vero e proprio fusto. Le pale sono coperte di piccole strutture rialzate, areole, ricoperte da piccole setole spinose (glochidi), che a volte possono presentare una o due lunghe spine (2–4 cm di lunghezza). I glochidi sono muniti di una serie di uncini volti all’indietro e per questo difficili da rimuovere, valida difesa contro molti animali.

In primavera e in estate produce fiori (di 7 cm di lunghezza e 6–8 cm di diametro) di colore giallo brillante, ma che spesso presentano sfumature rosate o rossastre sui petali esterni. I frutti immaturi sono di colore verde, ma diventano rosso-violacei man mano che maturano. Queste bacche (4–8 cm di lunghezza e 2,5–4 cm di larghezza) sono carnose e a forma di uovo, di solito hanno punte leggermente depresse. La polpa dei frutti è rossastra o violacea e contiene un gran numero di semi.

n°SCHEDA 16
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Proprietà e usi Specie aliena ph. L.Castellani

L’esterno dell’epicarpo è anch’esso ricco di glochidi, isolati o in ciuffi, pungenti e fastidiosi al momento della raccolta. Un’altra particolarità di questo genere sono gli stomi (preposti nelle piante agli scambi gassosi) che si aprono di notte restando chiusi di giorno (il contrario di ciò che avviene nella maggior parte delle piante) riducendo quindi sensibilmente la perdita di acqua per traspirazione. La funzione di fotosintesi in questo tipo di piante è assunta dal tessuto parenchimatico dei cladodi.

L’apparato radicale, per lo più superficiale si sviluppa in larghezza più che in profondità, è capace di colonizzare gli ambienti più impervi alla ricerca di acqua e nutrimento ma se questi si dovessero trovare in profondità, l’apparato radicale non ha alcuna difficoltà ad inoltrarsi per parecchi metri, presentando così un’elevata adattabilità. La pianta si riproduce per seme o attraverso le sue pale carnose, che una volta staccatesi producono radici. I semi si diffondono attraverso gli escrementi dei vari animali, uccelli e roditori che ne mangiano i frutti.

Periodo di fioritura

Maggio – Luglio

Distribuzione geografica

L’adattabilità di questa specie, originaria del continente americano, ha fatto sì che la sua distribuzione dopo l’avvento in territori diversi dall’area di origine sia stata ampia.

È stata inserita nell’elenco delle 100 tra le peggiori specie alloctone invasive del mondo.

Nell’isola risulta estremamente abbondante ed in espansione nelle garighe e sulle scogliere in vicinanza del porto e del paese.

Proprietà e usi

Uso officinale/medicinale: i fiori vengono utilizzati come forti diuretici e in caso di cistite; i frutti come astringenti e antidiarroici; le pale, contenendo mucillagini e fibre solubili ed insolubili agiscono sul tratto gastrointestinale, con attività dimagrante.

Uso alimentare: i frutti, ricchi di vitamine e sali minerali, vengono consumati tal quali o variamente trasformati (bevande, marmellate, mostarde, gelatine, sciroppi, gelati, dolcificanti, ecc.). I frutti ed i cladodi giovani, privati di spine, vengono consumati sia cotti in vari modi, che freschi, sottaceto e sottolio, e perfino canditi.

E’ una specie mellifera ed il miele si caratterizza per la sua estrema dolcezza e per il colore giallo paglierino.

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ph. L.Castellani

Nome comune

Lentisco

Nome scientifico e famiglia

Pistacia lentiscus L.

Fam. Anacardiaceae

Descrizione pianta

Nome dialettale sondro, sùndaro

Pianta sempreverde a portamento arbustivo alta 1 -3 m, raramente arborea (6-8 m), con accentuato odore di resina; chioma generalmente densa per la fitta ramificazione, di forma globosa, con rami a portamento tendenzialmente orizzontale; corteccia squamosa di colore cenerino nei giovani rami e bruno-rossastro nel tronco; legno di colore roseo. Le foglie sono alterne, glabre, coriacee, di colore verde cupo, con margine intero e con un piccolo mucrone apicale. La pianta è dioica, con fiori femminili (♀) e fiori maschili (♂) portati separatamente su piante differenti. In entrambi i sessi i fiori sono piccoli, rossastri, raccolti in infiorescenze a pannocchia di forma cilindrica, privi di petali, portati all’ascella delle foglie dei rametti dell’anno precedente. Il frutto è una piccola drupa sferica o ovoidale, di 4–5 mm di diametro, carnosa, di colore rosso, tendente al nero nel corso della maturazione. I frutti rossi sono ben visibili in piena estate e in autunno e maturano in inverno.

Periodo di fioritura

Marzo-maggio

Distribuzione geografica

È una pianta eliofila, termofila e xerofila che vegeta dal livello del mare fino a 600 metri.

n°SCHEDA 18
Proprietà e usi 08 ph. F.Guidi

Presente in tutta la penisola ad eccezione delle regioni del nord. Tipico componente della macchia mediterranea sempreverde spesso in associazione con l’olivastro, la fillirea e il mirto; molto adattabile per il terreno, predilige però suoli silicei.

A Capraia il lentisco è molto diffuso e la costa sud-occidentale è appunto chiamata Costa del Sundareto.

Proprietà e usi

Uso officinale/medicinale: nel Grossetano, nel Volterrano, nel Pisano e nell’arcipelago Toscano, l’infuso o il decotto di foglie e/o frutti viene usato come collutorio contro il mal di denti ed in genere nella cura delle stomatiti e gengiviti; allo stesso scopo si applicano localmente le foglie fresche o si mastica un rametto. La resina, detta la “ragia” viene intiepidita e applicata sugli ascessi per favorirne la maturazione; questa pratica è nota nelle Isole dell’Arcipelago Toscano. Nel Grossetano la resina è posta tal quale sulle ferite per stimolarne la cicatrizzazione, mentre masticata combatte l’alitosi. All’isola d’Elba il decotto di foglie e frutti viene bevuto a scopo anti-ipertensivo.

Uso alimentare: In passato nel senese, nell’arcipelago toscano, e all’Argentario dai suoi frutti si otteneva un olio usato per cucinare.

Usi veterinari: con i rametti schiacciati si realizzano dei manufatti di aspetto sferico che vengono collocati nei pollai per allontanare i pidocchi.

Uso domestico: la popolazione dell’Argentario usava l’olio ricavato dalle drupe per farne il sapone.

Uso tintorio: Le foglie e i fiori sono utilizzati sia per le tinture di fibre vegetali che animali, sia per la concia delle pelli spesso miscelato con il sommaco. Tutt’ora viene utilizzato nella pittura.

Usi artigianali: gli abitanti dell’Argentario usavano i rami di questa pianta per realizzare le nasse (trappole di varia foggia per catturare i pesci) e i manici della “corba” (cesto rettangolare ottenuto dall’intreccio di strisce di castagno e usato per contenere i prodotti della pesca).

Uso religioso: questa specie rientra tra le piante usate per addobbare le strade nelle processioni del Corpus Domini.

Usi vari: In passato dalla resina si preparavano le paste adesive per le dentiere e le gomme da masticare (chewing gum). Nel Grossetano la resina si impiega come mastice per proteggere gli innesti e le ferite sulle piante. All’Isola d’Elba, l’olio ottenuto dalle bacche, dopo bollitura, veniva utilizzato per alimentare i lumi.

La resina del lentisco è detta mastice di Chio: nell’isola greca di Chio, che è il luogo di produzione della resina di maggior pregio, viene preparato un liquore aromatico derivato dalla resina, con funzioni digestive, molto apprezzato, il Mastìka.

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ph. F.Guidi ph. L.Castellani

Nome comune Caprifoglio mediterraneo

Nome scientifico e famiglia

Lonicera implexa Aiton

Fam. Caprifoliaceae

Descrizione pianta

Specie arbustiva, sempreverde, rampicante che, soprattutto in ambienti non eccessivamente aridi, ha un portamento lianoso. Le foglie sono coriacee, persistenti, di colore verde chiaro, opposte, con lamina ovata e con il margine talvolta rosaceo. I fiori, riuniti in una infiorescenza contratta inserita in modo sessile al centro dell’ultimo paio di foglie formanti una brattea ellittica ad imbuto, sono terminali tubulosi con corolla bianco-rosea molto appariscenti e profumati. Il frutto è una bacca ovoidale di colore rosso-arancio a maturità (5-7 mm), con 2-3 semi ovoidi, giallastri o giallo-brunastri con fenditure.

Periodo di fioritura

Aprile -Giugno

Distribuzione geografica

Specie presente in tutte le regioni dell’Italia centrale, meridionale, insulare e in Liguria. Cresce nelle leccete aperte e nelle macchie mediterranee, molto più raramente nei boschi submediterranei di latifoglie decidue, a volte anche nelle siepi, dal livello del mare fino a circa 800 m.

n°SCHEDA 20
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Proprietà e usi ph. L.Castellani

Proprietà e usi

La bacca è tossica per la presenza di xilosteina, e se ingerita, provoca nausea, vomito e diarrea.

In antichità veniva usata come espettorante, sedativo dei bronchi, in quanto favorisce la fluidificazione del catarro e attenua la tosse.

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Nome comune

Erica arborea

Nome scientifico e famiglia

Erica arborea L.

Fam. Ericaceae

Descrizione pianta

Nome dialettale scopa, erica da ciocco

Proprietà e usi

Arbusto o piccolo albero sempreverde (1-6 m), con portamento eretto, chioma densa e ramificata; i rami presentano disposizione opposta, quelli giovani densamente pubescenti, corteccia dei fusti di colore rossastro. Le foglie sono aghiformi, verticillate di colore verde-scuro, glabre, lineate di bianco nella parte inferiore ed hanno margini revoluti che quasi nascondono la pagina inferiore. I piccoli fiori sono penduli, profumati, campanulati con corolla urceolata bianco-rosea, dalla quale sporge soltanto lo stilo di colore rosso; le antere bruno-rossastre sono racchiuse all’interno della corolla; i fiori sono riuniti in racemi nella parte apicale di rami, sormontati da rametti con sole foglie. I frutti sono capsule ovoidali contenenti numerosi piccoli semi.

Periodo di fioritura

Febbraio-Aprile

Distribuzione geografica

In Italia è presente in quasi tutte le regioni. Vegeta nei boschi sempreverdi, macchie, garighe su terreni acidi, vive in aree con clima caldo-arido, ma si adatta anche ai climi più freddi ed umidi delle zone montane dove vegeta fino a 1.200 m s.l.m., nelle regioni settentrionali solo fino a 600m. E. arborea è una specie pirofita che, dopo gli incendi si rigenera per polloni.

n°SCHEDA 22
10
ph. F.Guidi

Questa pianta, caratteristica della macchia mediterranea alta, è molto diffusa nell’isola.

Proprietà e usi

Usi medicinali/officinali: Pianta diuretica e antisettica per la presenza di arbutina. I fiori in decotto sono un rimedio nei casi di cistiti, specie quelle prostatiche.

Usi tradizionali: In passato i bachi da seta nel loro ultimo sviluppo venivano posti sui rami di Erica perché facessero il bozzolo.

Dal ceppo basale di E. arborea detto “ciocco” si ricavano pregiate pipe; l’arbusto deve avere almeno 50 anni perché il ceppo raggiunga il volume minimo necessario. I “ciocchi” forniscono un legno durissimo, inalterabile, ed estremamente resistente al calore, anche grazie all’assorbimento massiccio del silicio dal terreno. La parte inferiore del ceppo era impiegata nelle carbonaie, per ottenere un carbone in grado di sviluppare molto calore. Il carbone da legno d’Erica era particolarmente richiesto nelle officine dei fabbri per la forgiatura del ferro.

Pianta mellifera che produce un miele amarognolo.

Il fogliame è appetito dal bestiame ovino e caprino, in particolare modo gli apici vegetativi.

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ph. F.Guidi ph. F.Guidi

Nome comune

Ginestra spinosa

Nome scientifico e famiglia

Calicotome villosa (Poir.) Link

Fam. Fabaceae

Descrizione pianta

Proprietà e usi

Specie arbustiva con fusto ramificato che può crescere fino a 2-3 m di altezza, con rami giovani striati, densamente pelosi e con spine acute divergenti, bianco-pubescenti all’apice. Le foglie sono trifogliate verdi e sub-glabre nella pagina superiore e di colore bianco-argentino nella pagina inferiore. I fiori, con corolla papilionacea gialla e calice villoso, sono riuniti in fascetti di 2-15 all’ascella delle foglie. Il frutto è un legume largo fino a 6 mm e lungo circa 30 mm, leggermente arcuato, densamente peloso con 4-5 semi ovato-ellittici, gialli.

Periodo di fioritura

Marzo- Maggio

Distribuzione geografica

Pianta tipica degli ambienti di gariga e macchia mediterranea, dove vegeta in consociazione con lentisco, olivastro e fillirea, soprattutto lungo i versanti soleggiati e nelle macchie degradate su substrato acido. Cresce tra 0 e 1200 m s.l.m. Molto comune in aree percorse dal fuoco.

n°SCHEDA 24
11 ph. F.Guidi

Proprietà e usi Arbusto perlopiù utilizzato a fini ornamentali. È una specie che non ha particolari utilizzi dal punto di vista alimentare o farmaceutico.

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ph. L.Castellani ph. L.Castellani ph. F.Guidi

Nome comune Mirto

Nome scientifico e famiglia Myrtus communis L.

Fam. Myrtaceae

Descrizione pianta

Nome dialettale mòrtula, mortella

Pianta a portamento arbustivo-cespuglioso, alto tra 0,5-3 m, con chioma globosa, irregolare, espansa e larga nelle parti superiori. Il fusto è molto ramificato fin dalla base, con chioma densa e intrecciata. I rami sono disposti in modo opposto. La scorza è di color ocra-brunastro o rossastro e si sfalda in placche o strisce fibrose negli esemplari più adulti. Le foglie sono coriacee, semplici, lunghe 2-3 cm, con lamina lanceolata o ovoidale-ellittica; l’apice è pronunciato e acuto e il margine intero a volte leggermente revoluto. Pagina superiore di color verde scuro, lucida con nervatura mediana infossata, pagina inferiore verde pallido, presenta piccole ghiandole ed è opaca. Se stropicciate, le foglie di questo arbusto, emettono una gradevole fragranza simile al profumo dell’arancio, dovuta alla presenza di mirtenolo. I fiori sono di colore biancastro con sfumature giallastre dovute ai numerosi stami, e hanno un diametro di 2-3 cm. Sono solitari o accoppiati, posti all’ascella delle foglie su un lungo peduncolo (1,5-2 cm). Il frutto è costituito da una bacca glabra più o meno tondeggiante di circa 6-8 mm di diametro, color rosso-violaceo o nerastra, rivestita, nella parte apicale, dai residui del calice posti a corona. I semi sono reniformi, brunastri, di 3,5-4 x 2,5-3 mm.

Periodo di fioritura

Maggio-Luglio (a volte prolungata ad agosto).

n°SCHEDA 26
Proprietà e usi 12 ph. F.Guidi

Distribuzione geografica

Il mirto è uno dei principali componenti della macchia mediterranea bassa, frequente sui litorali, dune fisse, garighe e macchie, dove vive in consociazione con altri elementi caratteristici della macchia, quali il lentisco, rosmarino ed i cisti. Forma densi cespugli resistenti al vento nelle aree a clima mite. Si adatta molto bene a qualsiasi tipo di terreno anche se predilige un substrato sabbioso, tollera bene la siccità. Vegeta dal livello del mare sino a 500 m s.l.m.

A Capraia è diffuso su tutta l’isola.

Proprietà e usi

Uso officinale/medicinale: L’intera pianta può essere utilizzata per il contenuto in olii essenziali e sostanze aromatiche quale balsamica, astringente, ad azione antisettica e decongestionante. Per uso interno in caso di infezioni urinarie, perdite vaginali, congestione bronchiale, tosse secca. Per uso esterno contro l’acne (olio) infezioni gengivali ed emorroidi.

Uso cosmetico: L’olio è impiegato in profumeria, nella preparazione di saponi e cosmetici. L’essenza tratta dai fiori è usata in profumeria e cosmetica, nota come “Acqua degli angeli” o “Acqua angelica” è un ottimo tonico astringente. Il decotto delle foglie aggiunto all’acqua del bagno, svolge un’azione tonificante.

Uso alimentare: In cucina le foglie possono essere utilizzate per insaporire piatti di carne e pesce, per aromatizzare carni insaccate e olive. I frutti vengono usati per produrre liquori, famoso è il mirto sardo, ma anche per aromatizzare l’acquavite, ed in alcune zone, per sostituire altre spezie, ad esempio il pepe. Sono anche appetiti da numerose specie ornitiche e da diversi ungulati. Il mirto è un’importante fonte di polline per le api.

Uso Tradizionale/artigianale: Per l’intenso profumo i fiori di mirto, sono impiegati nella realizzazione di pot-pourri. Il legno, duro, può essere impiegato per la fabbricazione di piccoli oggetti al tornio o per farne manici e bastoni. Come combustibile fornisce buona legna da ardere e ottimo carbone. Le foglie ricche di tannino, sono utilizzabili per la concia delle pelli.

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ph. F.Guidi ph. F.Guidi

Nome comune Asfodelo

Nome scientifico e famiglia Asphodelus ramosus L. Fam. Asphodelaceae

Descrizione pianta

ph. F.Guidi

Nome dialettale zurletto

È una pianta perenne, a portamento eretto, alta 50-100 cm, munita di un apparato radicale rizomatoso, costituito da numerosi piccoli tuberi irregolari fusiformi e di un robusto fusto centrale cilindrico, privo di foglie, dal quale si diramano molte ramificazioni laterali nella metà superiore. Le foglie, tutte basali, partono dal rizoma ipogeo, larghe 2-4 cm e lunghe fino a 70 cm, sono nastriformi, intere, coriacee, totalmente glabre a sezione triangolare appiattita, leggermente carenate. I fiori numerosi sono distribuiti su di una infiorescenza piramidale racemosa, con un peduncolo di 5-7 mm, situati all’ascella di brattee, lunghe quanto il peduncolo. Le corolle bianche con una stria rossastra centrale sono formate da 6 tepali liberi e carnosi. Gli stami, provvisti di filamenti bianchi di 10-15 mm con antere aranciate, superano i tepali. I fiori sono bisessuali, l’impollinazione è entomofila. I frutti sono capsule obvoidi o subsferiche di 5-8 mm deiscenti, formate da 3 valve esili, elittiche, a margini piatti, contenenti diversi semi neri.

Periodo di fioritura

Marzo - Maggio

n°SCHEDA 28
Proprietà e usi 13

Distribuzione geografica

La specie è diffusa nell’isola nelle garighe e fruticeti a dominanza di Cistus monspeliensis. Si trova inoltre nelle praterie distribuite nelle aree maggiormente degradate dal pascolo e successivamente abbandonate, spesso in coincidenza di stazioni esposte ai venti occidentali .

Proprietà e usi

Uso officinale/medicinale: I tuberi contengono carboidrati, adatti anche per la panificazione, glucosidi e piccole quantità di alcaloidi, che ne sconsigliano l’impiego terapeutico per uso interno. Applicato in cosmesi, come topico emolliente, rinfrescante e decongestionante per le pelli irritate, per schiarire le efelidi, per gli eritemi e scottature solari. Sembra che i fitoestratti siano lenitivi per i danni causati dalla psoriasi. Era impiegato anche come diuretico ed anticatarrale. Il carbone ottenuto dai fusti della pianta ha proprietà assorbenti, utile nelle terapie tossicologiche. In zootecnia i tuberi miscelati con miele venivano impiegati per la cura delle dermo-abrasioni e per lenire le ferite.

Uso artigianale: Ha radici molto antiche la coltura di intreccio dei cesti fatti con le foglie dell’asfodelo. Questo caratteristico artigianato ha contribuito per lungo tempo a far bilanciare le modeste entrate delle famiglie dei pastori e degli agricoltori. L’arte dell’intreccio è stata custodita e tramandata in segreto in ogni famiglia di madre in figlia. Era un lavoro faticoso che richiedeva una notevole manodopera per la raccolta ed il processo di lavorazione del materiale, messo a bagno nei corsi d’acqua per ammorbidirlo, steso ed asciugare nelle aie ed in fine il paziente e sapiente lavoro di intreccio per produrre pregiati cesti per vari usi. Miscelando la polvere dei tuberi con acqua bollente si ottiene un collante resistente e naturale.

Uso alimentare: Le foglie fresche sono impiegate nella produzione di formaggi tipici regionali.

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ph. F.Guidi ph. L.Castellani

Nome comune

Scilla marittima

Nome scientifico e famiglia

Drimia marítima (L.) Stearn, 1978

Fam. Asparagaceae

Descrizione pianta

Proprietà e usi

È una pianta erbacea perenne dotata di un grosso bulbo con un apparato radicale formato da poche radici succulente. Il bulbo, costituito da tuniche esterne cartacee e da tuniche interne ricche di succhi, ha un diametro che varia dai 10 ai 20 cm e arriva a pesare anche più di 3 chili. Le foglie si sviluppano in primavera, direttamente dal bubo, formando una rosetta basale molto decorativa di colore verde scuro. Sono grandi, coriacee, lanceolate e lunghe anche più di 30 cm. La pagina fogliare è glabra ma solcata per tutta la lunghezza da varie nervature parallele; il margine è intero. Le foglie appassiscono prima della fioritura per permettere al bulbo di andare in riposo ma vengono ricacciate nella primavera seguente. Dal centro della rosetta di foglie durante il periodo della fioritura spunta uno stelo cilindrico eretto carnoso di colore verde biancastro, alto 70 -150 cm, talvolta anche 2 metri, terminante all’apice con una vistosa infiorescenza a pannocchia lunga 20-30 cm composta da un centinaio di piccoli fiori bianchi o rosati. L’infiorescenza sotto il peso dei fiori tende ad incurvarsi. I fiori, ermafroditi e inodori, sono stellati e composti da 6 tepali bianchi con una costola mediana di colore marrone e con filamenti giallo-verdastri. Si aprono scalarmente a partire dal basso verso l’alto. I frutti sono piccole capsule membranose loculicide con forma ovoide o ellissoide contenti piccoli semi. I semi, 5 -10 per loculo, sono neri e luci. Hanno forma ovale con estremità acute e dentellate.

n°SCHEDA 30
14

Periodo di fioritura

Agosto - Settembre

Distribuzione geografica

In agosto, sulle coste dell’isola, si possono notare dei pennacchi bianchi, alti più di un metro, che ondeggiano nel vento: è l’infiorescenza di questa specie, che spesso nella cultura popolare segna la fine dell’estate e le prime piogge autunnali.

Proprietà e usi

Uso officinale/medicinale: La droga, detta in termini farmacologici scilla, si ricava dalle squame interne del bulbo che sono raccolte poco prima della fioritura, sono tagliate a striscioline e messe a seccare. I principi attivi sono costituiti da glucosidi cardiotonici, lo scillarene A e lo scillarene B, i quali hanno anche effetti diuretici, già conosciuti da Dioscoride. La scilla è quindi utilizzata, sotto forma di polveri, tinture ed estratti, nelle nefropatie e nelle insufficienze cardiache. Essa non si accumula come la Digitale della quale è stata sempre usata come succedaneo a partire dalla seconda metà del 1700. Non è però iscritta nella Farmacopea Ufficiale. La Scilla ha anche effetto balsamico (è un espettorante), ormonale (estrogeno) e ginecologico (nei casi di eclampsia, una tossiemia delle donne gravide che si manifesta con sintomi di epilessia, preceduti da edemi e ritenzioni idriche).Il bulbo viene utilizzato come veleno per topi, i quali attirati dal suo odore aromatico lo addentano e muoiono. ed utile nella preparazione di farmaci per la cura dell’asma. Come già detto precedentemente il bulbo fresco è velenoso soprattutto le squame che per semplice contatto con la cute causano irritazioni e vesciche.

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ph. F.Guidi ph. F.Guidi

Nome comune

Sedano selvatico, Macerone

Nome scientifico e famiglia

Smyrnium olusatrum L.

Fam. Apiaceae

Descrizione pianta

Lo Smyrnium olusatrum è una pianta erbacea biennale, con fusti eretti, cavi, cilindrici, con striature longitudinali rossastre, che possono raggiungere i 40–80 cm, ma che, in condizioni particolari, possono superare i 150 cm. La sua radice è robusta e ramificata. Questa specie possiede delle foglie, opposte, di colore verde lucido; queste sono composte, a foglioline larghe e dentellate. Le foglie basali, che sono più grandi, presentano tre segmenti ovati distinti, larghi 3–4 cm e lunghi circa 10 cm; le foglie superiori, più piccole delle prime, sono composte da tre sole foglioline. I piccioli, con venature di colore rossiccio, sono allargati alla loro base, inguainando il gambo. La specie è caratterizzata da infiorescenze a ombrella composte da 6-12 (qualche volta anche più) piccoli ombrelluli, con lunghi peduncoli a molti raggi. I fiori sono piccoli, a simmetria pentamera con petali giallo-verdastri; questi presentano al centro un ovario infero a due carpelli. I sepali sono praticamente assenti o comunque molto ridotti e il calice è saldato quasi completamente all’ovario. L’ovario porta due stili che si allargano alla base in un disco nettarifero. I fiori di questa pianta sono ermafroditi (presentano cioè sia organi maschili che femminili) e sono frequentati ed impollinati dagli insetti. I frutti sono degli schizocarpi globulari, lunghi 4–5 mm, dapprima verdi poi neri; a maturità si scindono in due parti, ognuna delle quali contiene un piccolo seme nero, a forma di mezzaluna.

n°SCHEDA 32
15
Proprietà e usi ph. L.Castellani

Periodo di fioritura

Febbraio - maggio

Distribuzione geografica

Nell’isola la specie si trova soprattutto nei luoghi umidi e ombrosi, ambienti di macchia e incolti, dal livello del mare fino alle zone più interne.

Proprietà e usi

Uso officinale/medicinale: Ha proprietà stimolanti e digestive; il succo della radice era considerato diuretico e stimolante l’appetito, il succo dell’intera pianta veniva usato per disinfettare ferite e piaghe infette. Da questa pianta (radici, fusti, foglie) è possibile estrarre un olio essenziale ricco in terpenoidi.

Uso alimentare: questa pianta per il suo sapore aromatico veniva anticamente coltivata per uso alimentare ed era nota anche come “prezzemolo alessandrino”. In alcuni paesi orientali viene ancora oggi coltivata a scopo alimentare impiegandone i giovani steli cotti a vapore, le radici bollite o candite ed i fiori fritti. I germogli possono essere consumati crudi in insalata mentre le foglie possono essere usate per aromatizzare minestre. I frutti e i bottoni floreali possono essere utilizzati, crudi o macerati in aceto, per aromatizzare piatti di carne, minestre e insalate. E’ una specie mellifera.

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ph. L.Castellani ph. F.Guidi ph. L.Castellani ph. L.Castellani

Nome comune

Carota delle scogliere

Nome scientifico e famiglia

Daucus carota L. subsp. commutatus (Paol.) Thell.

Fam. Apiaceae

Descrizione pianta

Proprietà e usi

Pianta erbacea a ciclo biennale dal fusto eretto, ramoso nella parte finale; la radice è fittonante, carnosa. Le foglie basali sono a contorno lanceolato munite di picciolo; le foglie del fusto sono pennatosette con segmenti lineari. I fiori di colore bianco, sono raccolti in ombrelle. La colorazione del fiore centrale di ogni ombrella è rosea o più spesso porporino scuro, ciò permette di riconoscere la carota da altre specie simili. I frutti sono diacheni ovoidi circondati da setole e aculei che ne favoriscono la disseminazione operata dagli animali. Tutta la pianta, se stropicciata, emana il caratteristico odore di carota.

Periodo di fioritura

Aprile-ottobre

Distribuzione geografica

Specie endemica soprattutto nella fascia tirrenica della penisola fino a 1000 metri di altitudine.

n°SCHEDA 34
16

Proprietà e usi

Usi medicinali/officinali: Utilizzata in fitoterapia per combattere alcuni disturbi dell’apparato dirigente, apparato urinario, apparato respiratorio, apparato vascolare ecc.

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Nome comune

Olivo

Nome scientifico e famiglia

Olea europea L.

Fam. Oleaceae

Descrizione pianta

Proprietà e usi

È una pianta arborea, sempreverde; in natura ha un aspetto cespuglioso, tipicamente basitono ed è caratterizzato da una modesta attitudine pollonifera. In condizioni climatiche favorevoli può diventare millenario e arrivare ad altezze di 15-20 metri. Nelle piante adulte il fusto è di colore grigio chiaro, di forma cilindrica ma contorto e ricco di globosità, segnato in lunghezza da costolature molto marcate. Le radici sono superficiali e piuttosto espanse. Le foglie sempreverdi, coriacee e lanceolate di color verde argenteo. I fiori sono raggruppati in numero di 10-15 in infiorescenze a grappolo dette “mignole”. Generalmente ermafroditi, sono piccoli, cortamente peduncolati, costituiti da una corolla gametopetala formata da 4 petali bianchi e da un calice formato da 4 sepali. Il pistillo è composto da un breve stilo e da uno stigma bifido. Gli stami sono in numero di 2 e presentano i filamenti saldati alla corolla. Il frutto è una drupa di forma ovoidale il cui colore varia dal verde al violaceo. La polpa (mesocarpo) è carnosa e ricca di olio. Il seme è contenuto nell’endocarpo legnoso, è duro e di forma molto simile a quella della drupa.

Periodo di fioritura

Aprile - Giugno

n°SCHEDA 36
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Distribuzione geografica

Nell’isola la specie si trova nelle boscaglie costiere, resiste bene alla siccità, salinità degli ambienti mediterranei.

Gli esemplari comunemente presenti solitamente si riferiscono a individui coltivati. Si possono trovare anche esemplari di olivastro, la forma selvatica dell’olivo, Olea europea L. var. oleaster Hoffmanns et Link.

Proprietà e usi

Uso officinale/medicinale: Il decotto di foglie riduce il tasso glicemico e di colesterolo nel sangue, oltre che avere attività ipotensiva. L’olio ha proprietà emollienti ed è molto utilizzato nella cosmesi; viene utilizzato come base per pomate, unguenti, cataplasmi, oleoliti; facilita il transito intestinale.

Uso alimentare: L’olio di oliva è il condimento base della cucina mediterranea sia cotto che crudo. Le olive vengono consumate in diverse modalità.

Uso cosmetico: L’olio di oliva viene utilizzato in molti prodotti per la cura della persona.

Uso artigianale: il legno è utilizzato per la tornitura e l’intarsio di molti oggetti artigianali.

Uso tintorio: Le foglie e i suoi rametti creano colori diversi, a secondo della mordenzatura fatta. Sul tessuto si avrà un giallo chiaro, senza mordente, un giallo acceso con allume e verde, più o meno scuro con modificatore ferroso.

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Nome comune

Erba gatta, Camedrio maro, Maro

Nome scientifico e famiglia

Teucrium marum L.

Fam. Lamiaceae

Descrizione pianta

Piccolo arbusto sempreverde, alto 30-50 cm, a portamento cespuglioso con rami legnosi e tomentosi. Le foglie sono sessili lanceolate, molto aromatiche, lunghe 6-8 mm e larghe 2-3 mm, con margine intero; la pagina superiore è glabra mentre quella inferiore è bianco-tomentosa. I fiori sono riuniti in infiorescenze spiciformi; il calice si presenta lanoso con 5 denti, la corolla è bilabiata purpureo-rosata, lunga 10-12 mm, provvista di peli ghiandolari. Il frutto è un tetrachenio.

Periodo di fioritura

Maggio - Luglio

Distribuzione geografica

Nell’isola la specie si trova nelle garighe e fruticeti a dominanza di Cistus monspeliensis, in particolare sulle zone costiere.

n°SCHEDA 38
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Proprietà e usi Endemismo
ph. F.Guidi

Proprietà e usi

Uso officinale/medicinale: La specie viene utilizzata come rimedio omeopatico. La droga ha proprietà cicatrizzanti, astringenti e antinfiammatorie delle mucose e stimolanti l’attività cerebrale e le vie nervose È anche utile in bambini affetti da ossiuriasi e altre parassitosi e in patologie dermatologiche. Usata in caso di disturbi allo stomaco e colecisti. Il suo odore penetrante e pungente e gli oli essenziali contenuti nelle foglie e nei fiori provocano starnuti e liberano le vie respiratorie. Le foglie emanano un profumo intenso se sfiorate o stropicciate: questo odore, non sempre gradito all’uomo, rende invece la pianta attraente per i gatti tanto da farle meritare il nome comune di “Erba gatta”. I fiori sono molto nettariferi e possono permettere la produzione di un miele uniflorale raro.

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ph. L.Castellani ph. F.Guidi ph. F.Guidi ph. F.Guidi

Nome comune

Betonica fetida

Nome scientifico e famiglia

Stachys glutinosa L.

Fam. Lamiaceae

Descrizione pianta

È un piccolo arbusto endemico di forma pulvinata, caducifoglio, con rami giovani a sezione quadrata. Le foglie sono lineari-lanceolate con margine crenato. Emana un aroma penetrante, che in genere è ritenuto sgradevole (da cui l’aggettivo “fetida” associato al nome comune). I fiori, tomentosi e bilabiati con labbro inferiore trilobato, sono bianchi o rosati, disposti all’ascella delle foglie. Il frutto è un tetrachenio.

Periodo di fioritura

Maggio – Luglio

Distribuzione geografica

Cresce in ambienti aridi, spesso su creste ventose, in luoghi assolati e pietrosi, su substrati sia silicei che calcarei.

n°SCHEDA 40
19
Proprietà e usi

Proprietà e usi

In passato veniva utilizzata come repellente appesa nei pollai per allontanare i pidocchi. Uso alimentare: viene utilizzata insieme ad altre essenze aromatiche per insaporire la carne di maiale.

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Nome comune

Iperico

Nome scientifico e famiglia

Hypericum perforatum L.

Fam. Hyperiaceae

Descrizione pianta

Nome dialettale

Erba di San Giovanni

Proprietà e usi

Specie erbacea perenne, glabra, con uno o più fusti dal portamento eretto e molto ramificati soprattutto nella parte superiore. La pianta può raggiungere fino al metro di altezza. Le foglie sono sessili, opposte, oblunghe e non molto grandi. Su tutta la pianta ma soprattutto sulle foglie, sono presenti numerose ghiandole che, se osservate in controluce, hanno l’aspetto di piccoli fori (da cui il nome perforatum), ai margini sono invece visibili dei punti neri (soprattutto nei petali), strutture ghiandolari contenenti ipericina. I fiori di colore giallo oro hanno 5 petali e sono riuniti in infiorescenze a corimbo. Il frutto è una capsula setticida di 5-9 mm, da ovoide a subconica, rossastra. I semi cilindrici o ellittici, a volte ricurvi, hanno superficie reticolata, di colore rosso o rosso-nerastro, e misurano 0,8-1 mm.

Periodo di fioritura

Aprile-agosto

Distribuzione geografica

È una specie diffusa sino all’Asia occidentale e oggi divenuta subcosmopolita e presente in tutte le regioni d’Italia. Predilige posizioni soleggiate o semi-ombreggiate e asciutte, come campi abbandonati ed ambienti ruderali.

n°SCHEDA 42
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Proprietà e usi

Uso officinale/medicinale: La pianta trova largo impiego nell’industria erboristica e farmaceutica, ha azione antidepressiva, sedativa, ansiolitica, rinfrescante, astringente e antinfiammatoria, localmente è anche analgesica e antisettica.

Usi tradizionali: L’iperico viene chiamato Erba di San Giovanni per il fatto che il periodo di massima fioritura cade intorno al 24 giugno. Nell’antichità venivano appesi mazzi di questa pianta alle porte e alle finestre per allontanare il demonio.

Uso tintorio: Le infiorescenze sono state utilizzate in tutta Europa per la tintura di lana e seta.

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Nome comune Inula, ceppitoni, erba puzza

Nome scientifico e famiglia

Dittrichia viscosa (L.) Greuter (syn Inula viscosa (L.) Aiton)

Fam. Asteraceae

Descrizione pianta

Nome dialettale ceppitelle

Specie erbacea perenne, dal portamento eretto, cespitosa e legnosa alla base. Le foglie sono lineari lanceolate, sessili, appicciose e fortemente aromatiche; i fiori tubulosi sono di colore giallo oro riuniti in numerosi capolini. Il frutto è un achenio di circa 1,5 mm con pappo giallastro.

Periodo di fioritura

Agosto - Ottobre

Distribuzione geografica È presente soprattutto nelle aree incolte, dalle coste fino a 800 m di altitudine.

n°SCHEDA 44
Proprietà e usi 21

Proprietà e usi

Uso Officinale/Medicinale: le foglie fresche e contuse vengono applicate localmente su ferite anche profonde per esercitare un’azione emostatica e cicatrizzante. In ambito veterinario l’infuso delle foglie è utilizzato in impacchi da applicare sulle zampe di ovini e bovini che hanno subito delle contusioni.

Pianta mellifera.

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ph. L.Castellani

Nome comune

Pino marittimo

Nome scientifico e famiglia

Pinus pinaster Aiton

Fam. Pinaceae

Descrizione pianta

Il Pino marittimo è una conifera sempreverde che raggiunge i 30 m di altezza per 7 di ampiezza, con un tronco slanciato e colonnare, a volte curvo ma più spesso dritto o al limite inclinato, e la chioma che da conica coi rami che ascendono verso l’alto si fa via via sempre più allargata, a ombrello. La corteccia è grigia prima e rossiccia poi, solcata da fessure profonde che evidenziano delle placche di forma irregolare. Le foglie portate dai brachiblasti e disposte a spirale sono aghi appuntiti e pungenti, rigidi, verdi dalla sfumatura più o meno glauca, a margine dentato. Arrivano a 20 cm di lunghezza e una guaina le tiene unite a coppie. Contengono canali resiniferi e quando piove rilasciano sostanze che una volta cadute al suolo possono inibire la germinazione di altre piante. La specie è caratterizzata dall’assenza di fiori con ovuli scoperti (senza ovario, Gymnospermae). E’ una specie monoica (fiori maschili e femminili sullo stesso individuo) che produce infiorescenze maschili ovoidali (amenti) colore giallo-rosa che producono abbondante polline scarsamente allergenico, che viene disperso dal vento (impollinazione anemofila); le infiorescenze femminili formano coni color porpora-violaceo evidenti che produrranno i frutti, pigne coniche affusolate asimmetriche (stròbili) non resinose lunghe 15-20 centimetri, verdi e poi nocciola-marroncine a maturazione nel secondo anno, riunite a gruppi di due o quattro, che restano sui rami per alcuni anni. Le pigne contengono piccoli semi ovali (pinoli), schiacciati e alati, cioè dotati di una lunga ala membranosa che ne favorisce la disseminazione ad opera

n°SCHEDA 46
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Proprietà e usi

del vento. L’apparato radicale entra in simbiosi con il Bianchetto (Tuber borchii) o Marzuolo, un tartufo edule ma poco pregiato per il suo odore di aglio.

Periodo di fioritura

Marzo - Maggio

Distribuzione geografica

La spontaneità dei tre pini mediterranei (Pino marittimo, Pino d’Aleppo, Pino domestico), è  dubbia e da considerare ipotetica solo per il marittimo ed, eventualmente per il pino d’Aleppo. Il pino marittimo, tra i tre pini mediterranei risulta quello presente nelle aree più fresche, il pino d’Aleppo in quelle più calde e aride. La diffusione del pino marittimo è concentrata nella fascia altimetrica superiore a quella del pino domestico.

Proprietà e usi

Uso officinale/medicinale: Le proprietà officinali del Pino marittimo sono insite nella corteccia, nelle foglie e nelle gemme da cui si estrae un olio essenziale, ad azione antiossidante, dermoprotettivo, dalle proprietà balsamiche, espettoranti utili per il benessere delle vie respiratorie, del naso e della gola. Con le gemme si possono preparare infusi, sciroppi, compresse, indicati contro le affezioni dell’apparato respiratorio come bronchiti, catarro, tosse. A livello dell’apparato circolatorio, il Pino marittimo svolge un’azione protettiva cardiovascolare e si rivela utile nel trattamento delle malattie cardiovascolari, e, aumentando il tono venoso, per alleviare i disturbi della circolazione periferica, come fragilità capillare, permeabilità vascolare, gambe pesanti, edemi localizzati. Poiché gli estratti del Pino marittimo prevengono la degenerazione del collagene e stimolano la produzione di acido ialuronico, essi sono indicati anche per i benefici che apportano alle cartilagini articolari, e inoltre a livello epidermico agiscono come tonificanti e rivitalizzanti del colorito, per schiarire le macchie scure, favorire la cicatrizzazione delle lesioni. Uso artigianale: La specie produce grandi quantità di resina, che dà origine per distillazione alla trementina, una oleoresina utilizzata come solvente in pittura, nel restauro, o nei farmaci, e la colofonia (o pece greca), usata dai violinisti per gli archi dei loro strumenti; inoltre, dall’albero si ottiene anche il bitume, utilizzato come preservante e impermeabilizzante del legno. La corteccia del Pino marittimo si usa anche nel giardinaggio come pacciamatura; il legno è tenero, molto resinoso, non particolarmente pregiato, facilmente attaccabile da funghi e insetti, ed è utilizzato per piccole costruzioni navali, impalcature da miniera, imballaggi, e per produrre cellulosa.

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Nome comune

Pino domestico, Pino da pinoli

Nome scientifico e famiglia

Pinus pinea L.

Fam. Pinaceae

Descrizione pianta

La specie è rappresentata da un albero sempreverde, resinoso, con apparato radicale robusto e profondo; altezza 20÷25 (30) m. La chioma ha forma globosa nelle piante giovani fino a 25÷30 anni, nelle piante adulte assume la caratteristica forma ombrelliforme; è formata da rami verticillati espansi incurvati verso l’alto, che si concentrano nella parte alta del tronco che è nudo nei due terzi inferiori. La cima si appiattisce in modo evidente con l’età ed il portamento ombrelliforme pare sia dovuto ad una dominanza apicale poco marcata nel getto terminale. Il tronco è eretto e nei vecchi esemplari spesso è biforcato ad un certa altezza, formando in questo caso 2 ombrelli distinti; la corteccia è grigiastra e liscia nelle piante giovani, poi screpolata e fessurata in grandi placche verticali, romboidali, grigio-rossastre; i rametti giovani sono glabri, prima verdi poi gialloverdastri. Le gemme sono lunghe circa 1 cm, sono cilindriche, non resinose, brune con squame frangiate di bianco e riflesse. Le foglie sono costituite da aghi flessibili in coppie di 2, lunghe generalmente 10÷12 cm, ma anche più. Gli aghi di colore verde glauco sono rigidi, lievemente contorti e hanno margine minutamente dentato ed apice giallastro, acuto, ma non pungente, sono racchiusi in una guaina sugherosa rossastra e persistono sulla chioma generalmente 2÷3 (4) anni; germogliano a fine aprile, durante l’estate avviene l’abscissione dei vecchi e in autunno i nuovi raggiungono le dimensioni definitive. È una pianta monoica. Gli organi riproduttivi maschili (microsporofilli) sono amenti giallognoli raggruppati presso l’apice dei rametti, anche gli organi

n°SCHEDA 48
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Proprietà e usi

femminili, che daranno origine agli strobili (le pigne), sono amenti globosi e verde-giallognoli. Le pigne sono globose e grandi, maturano in tre anni, all’interno sono contenuti i semi (pinoli).

Periodo di fioritura

Aprile - Maggio

Distribuzione geografica

La spontaneità dei tre pini mediterranei (Pino marittimo, Pino d’Aleppo, Pino domestico), è  dubbia e da considerare ipotetica solo per il marittimo ed, eventualmente per il pino d’Aleppo. Il pino domestico è stato inserito soprattutto nella fascia più vicina alla costa al di sotto delle aree superiori, tipiche del pino marittimo. Coltivata spontaneizzata è presente presso gli abitati.

Proprietà e usi

Uso Officinale/Medicinale: Le proprietà officinali del Pino domestico sono insite nella corteccia, nelle foglie e nelle gemme da cui si estrae un olio essenziale dalle proprietà balsamiche, espettoranti utili per il benessere delle vie respiratorie, del naso e della gola. Con le gemme si possono preparare infusi, sciroppi, compresse, indicati contro le affezioni dell’apparato respiratorio come bronchiti, catarro, tosse.

Uso Alimentare: I semi, i pinoli, vengono utilizzati nella preparazione di dolci, insalate, salse e numerosi piatti.

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Nome comune

Nepitella, Mentuccia comune

Nome scientifico e famiglia

Clinopodium nepeta (L.) Kuntze

(syn: Calamintha nepeta (L.) Savi)

Fam. Lamiaceae

Descrizione pianta

Proprietà e usi

È una pianta perenne con caule legnoso alla base, con numerose ramificazioni, diritte, coperte da una sottile pubescenza. Le foglie sono opposte ed ovate, disposte su tutta la lunghezza dei rami. I fiori sono riuniti a 3-9 su un peduncolo all’ascella delle foglie superiori e formano nel loro insieme un’infiorescenza composta. Il calice è tubuloso, peloso alla fauce, con cinque denti apicali; la corolla è rosea o violacea. Il frutto è un tetrachenio, racchiuso dal calice persistente.

Periodo di fioritura

Maggio - Ottobre

Distribuzione geografica

La specie si trova praticamente ovunque, nei terreni incolti ed aridi dell’isola.

n°SCHEDA 50
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Proprietà e usi

Uso Officinale/Medicinale: le sommità fiorite contengono olio essenziale ricco di monoterpeni (mentone, pinene e pulegone). Ha proprietà digestive, espettoranti e carminative. L’infuso preparato con le foglie o con le sommità fiorite di mentuccia è un buon carminativo, in quanto aiuta la digestione e stimola le funzioni epatiche. Allo stesso scopo si prepara un enolito, lasciando la droga a macerare nel vino, che poi si filtra e si beve dopo i pasti. Per uso esterno l’olio essenziale, di cui la mentuccia è ricca, le conferisce proprietà antibiotiche, e, quindi, le foglie fresche pestate aiutano la guarigione delle piccole escoriazioni, sulle quali si applicano in cataplasmi.

Uso Alimentare: è una delle piante aromatiche più utilizzata, sia fresca che essiccata (zuppe, frittate verdure, piatti di selvaggina, lumache, trippa, ecc.). Viene utilizzata per la preparazione di liquori.

Uso cosmetico: il decotto delle foglie misto a petali di rose viene usato per la pulizia del viso.

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Nome comune

Finocchio selvatico, Anito, Finocchiello

Nome scientifico e famiglia

Anethum foeniculum L. (syn Foeniculum vulgare Mill.)

Fam. Apiaceae

Descrizione pianta

Proprietà e usi

Specie erbacea generalmente biennale, che presenta uno stelo eretto che può raggiungere fino ai 2 m. Le foglie sono divise in lacinie filiformi, munite di un picciolo inizialmente a guaina, più volte pennatosette e poi sottili e capillari. I fiori, di colore giallo-verde, compaiono in estate e sono riuniti apicalmente allo stelo principale, mentre quelli laterali sono riuniti in ombrelle composte con odore caratteristico. I frutti (detti impropriamente semi) sono dei diacheni glabri ed oblunghi, i cui mesocarpi presentano costole sporgenti e caratteristico odore di anice.

Periodo di fioritura

Giugno - Agosto

Distribuzione geografica

La specie si trova negli incolti aridi, nei pratelli e nelle garighe dell’isola.

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Proprietà e usi

Uso Officinale/Medicinale: Sia i frutti sia l’essenza hanno varie indicazioni per diverse patologie quali dispepsie accompagnati da disturbi gastroenterici, stimolazione della motilità, pesantezza di stomaco, flatulenza, infiammazioni delle vie aeree superiori. I preparati in sciroppo o miele sono, invece, indicati per l’infanzia in casi di infiammazioni delle vie aeree con produzione eccessiva di muco. La radice viene consumata, cruda o lessata, come sfiammante contro il mal di gola e come diuretica.

Uso Alimentare: Le parti verdi ed i frutti sono ampiamente adoperate per insaporire zuppe, minestroni di verdura ed insalate. In Maremma, i teneri germogli raccolti durante l’inverno sono consumati lessi e conditi con olio, aceto e sale. I frutti sono spesso adoperati nella fabbricazione di liquori, ma anche per dare sapore alle vivande. Le foglie fresche sono aggiunte all’acqua di bollitura del pesce per insaporirlo e, allo stesso tempo, per nascondere gli odori sgradevoli emessi durante la cottura.

Uso cosmetico: I semi hanno un’azione tonificante e purificante aggiunti all’acqua del bagno.

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Nome comune

Aristolochia

Nome scientifico e famiglia

Aristolochia rotunda L. subsp. insularis (E.Nardi & Arrigoni) Gamisans

Fam. Aristolochiaceae

Descrizione pianta

Pianta erbacea perenne con grosso rizoma subsferico, fusti poco ramificati, esili, striscianti, alti 20-50 cm. Foglie alterne con breve picciolo (2-5 mm) praticamente sessili e avvolgenti il fusto con lobi basali allargati e spesso sovrapposti, hanno lamina verde chiaro, ovato-cuoriforme, con apice arrotondato, margine intero e venature infossate sulla pagina superiore e rilevate su quella inferiore. I fiori lunghi 20-50 mm, sono portati da un breve peduncolo isolati all’ascella delle foglie, sono eretti con il lembo linguiforme con punta smussata bruno-porpora e il tubo giallo-verdastro rigonfio alla base in corrispondenza dell’ovario. Il frutto è una capsula sferica con diametro di 10-15mm, con semi triangolari, sottili, bruno-scuri.

Periodo di fioritura

Maggio-Giugno

Distribuzione geografica

Entità mediterranea in senso stretto (con areale limitato alle coste mediterranee: area dell’Olivo).

Questa specie é presente nelle garighe tra il Porto e il Paese e allo Stagnone.

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Proprietà e usi

Proprietà e usi

Uso officinale/medicinale: Per i suoi principi attivi quali acido di aristolochia, tannini, sostanze amare, amminoacidi liberi che gli conferiscono proprietà emmenagoga, antireumatica, antisterica, sedativa nell’isterismo, nelle convulsioni, nell’epilessia, regolatrice delle mestruazioni, è stata a lungo usata in passato fino al 1981 epoca in cui sono stati ritirati dal commercio tutti i preparati a base di questa pianta per sospetta cancerosità.

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Nome comune

Fico

Nome scientifico e famiglia

Ficus carica L.

Fam. Moraceae

Descrizione pianta

Proprietà e usi

Piccolo albero poco longevo o, spesso, arbusto non più alto di 5 m, con apparato radicale molto espanso; fusto breve e contorto, con rami numerosi, fragili, formanti una chioma schiacciata; corteccia sottile, verde e erbacea su rami e fusti giovani, scabra grigio-cenere su tronco e rami vecchi; gemme di tre tipi, tutte presenti su rami di 1 anno: foglifere, fiorifere e miste; le prime, piccole e spesso dormienti, sono in posizione laterale; le fiorifere sono grosse e tondeggianti; le ultime, apicali e coperte da due squame, hanno forma conica. Le foglie sono alterne palmatolobate (raramente semplici), con picciolo di 3-6 cm, a 3-5-(7), lobi oblunghi, disuguali espansi in alto, dentellati al margine, a base cordata o tronca e lamina (5-10 x 8-15 cm) verde scura, ruvida superiormente, pubescente e più chiara di sotto; grande varietà della profondità dei lobi, con nervature in forte rilievo.

Il frutto (fico) è in realtà un’infiorescenza carnosa e cava (siconio) tappezzata all’interno da piccoli fiori femminili e/o maschili privi di calice e corolla e che presenta una apertura all’apice opposto del pedicello che lo lega al ramo, detto ostiolo. Il colore dell’epidermide esterna va dal verde–giallo fino al violetto-bluastro. I fiori femminili, una volta impollinati, si trasformano nei veri frutti, cioè piccoli acheni di aspetto granulare. In natura la disseminazione del fico è strettamente legata al ciclo vitale di un piccolo imenottero, la Blastophaga psenes. Certe piante dette caprifico non producono siconi commestibili per il fatto che questi cadono apparentemente

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immaturi (rimangono stopposi); in realtà si tratta di individui con funzione maschile, i loro siconi, cioè, contengono sia fiori maschili, sia fiori femminili a stilo breve, che per tale motivo non impediscono a Blastophaga di raggiungerli e trasformarli in galle per la deposizione delle uova. Quindi il caprifico è unicamente donatore di quel polline che viene poi trasportato dall’insetto quando va a visitare altri siconi. Nei siconi di altre piante (fichi ‘femmina’), l’imenottero trova unicamente fiori femminili, questa volta in maggioranza a stilo lungo, tali cioè da impedirgli di raggiungere gli ovari per pungerli e deporvi le uova e nel contempo tali da costringerlo a urtare gli stigmi lasciandovi attaccati i granuli di polline involontariamente raccolti nelle visite al caprifico. A questo punto si innesca lo sviluppo di frutti normali (acheni con seme all’interno) e la contemporanea trasformazione del siconio in un corpo carnoso e zuccherino (i semi verranno dispersi per via endozoica). I semi rimasti nel siconio non germinano. Le tre fruttificazioni del fico a frutti commestibili sono: i fioroni precoci (sempre senza semi) a giugnoluglio, i fichi o fòrniti tardo estivi (agosto-settembre); la terza fruttificazione (autunnale) dei cimaruoli, è di norma di scarso rilievo nel nostro paese, e di nessun rilievo al Nord. Esistono varietà che producono solo fioroni (in tal caso a volte si dà impropriamente il nome di fiorone alla varietà), o solo fòrniti, oppure ambedue, in tal caso la varietà è detta “bifera” (cioè che porta due); quelle che ne portano tre sono solo un paio nel nostro paese.

Periodo di fioritura

Da Febbraio-Marzo a Settembre in base al momento di fruttificazione.

Distribuzione geografica

È presente in tutta Italia, spontaneo o coltivato, dal livello del mare agli 800 m, anche come piccolo arbusto su muri e in stazioni rupestri soleggiate. È una pianta eliofila e termofila, vegeta su suoli calcarei o neutri asciutti e pietrosi.

Proprietà e usi

Uso alimentare: I frutti sono molto dolci e appetibili. Vengono consumati allo stato fresco oppure essiccati. Mangiati freschi in gran quantità sono lassativi, mentre i frutti secchi, ricchi di zuccheri, proteine, vitamine e sali minerali, contengono principi emollienti ed anticatarrali.

Uso medicinale: Alle foglie si riconoscono proprietà bechiche (contro la tosse) ed emmenagoghe (stimolano le mestruazioni). Il latice, contenuto in gemme, rametti, foglie, siconi immaturi, possiede doti digestive e gastro-protettive, antinfiammatorie, risolventi per calli e verruche, ma può essere caustico per la pelle, soprattutto se esposta al sole. Usi tradizionali: Il latice contenuto nei rametti di fico veniva in passato usato per far cagliare il latte.

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Nome comune

Menta romana

Nome scientifico e famiglia

Mentha pulegium L.

Fam. Lamiaceae

Descrizione pianta

Proprietà e usi

La menta romana è una pianta perenne; può raggiungere un’altezza compresa tra i 15 e i 60 cm. Ha il fusto eretto, di colore rossastro, con forma quadrangolare e ricoperto da una fine peluria. Le foglie ovali, arrotondate, spesse di color verde brillante, che se strofinate emanano un forte aroma. I fiori sono raccolti in spighe terminali, coniche, che fioriscono a partire dal basso verso l’alto. I singoli fiori, simpetali e irregolari, sono piccoli, di colore bianco, rosa o viola; la corolla, parzialmente fusa in un tubo, si apre in due labbra, la superiore con un solo lobo, l’inferiore con 3 lobi disuguali. Il frutto è una capsula che contiene da 1 a 4 semi.

Periodo di fioritura

Maggio - Settembre

Distribuzione geografica

La specie cresce e si sviluppa nelle aree più umide dell’isola: sulle rive del Laghetto o Stagnone, unico invaso naturale dell’Arcipelago Toscano.

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Proprietà e usi

Uso Officinale/Medicinale: per le caratteristiche dell’olio essenziale la Menta romana è stata tradizionalmente impiegata per problemi di gonfiore addominale e coliche. Recenti studi hanno tuttavia evidenziato che questo olio è altamente tossico, in particolare per il fegato e a livello neurologico. Anche se tale tossicità non è stata rilevata per altre preparazioni, rimane comunque una pianta da utilizzarsi con cautela.

Uso Alimentare: La menta può essere usata sia fresca che essiccata per aromatizzare diversi piatti.

Pianta mellifera.

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ph. L.Castellani ph. L.Castellani

Nome comune

Menta delle isole

Nome scientifico e famiglia

Mentha suaveolens Ehrh. subsp. insularis (Req.) Greuter

Fam. Lamiaceae

Descrizione pianta

Piante perennanti per mezzo di gemme poste a livello del terreno e con asse fiorale allungato, spesso privo di foglie. I fiori sono raccolti in spighe terminali, coniche, che fioriscono a partire dal basso verso l’alto. I singoli fiori, simpetali e irregolari, sono piccoli, di colore bianco, rosa o viola; la corolla, parzialmente fusa in un tubo, si apre in due labbra, la superiore con un solo lobo, l’inferiore con 3 lobi disuguali. Il frutto è una capsula che contiene da 1 a 4 semi.

Periodo di fioritura

Giugno-settembre

Distribuzione geografica

Pianta endemica nell’Arcipelago toscano e nelle isole maggiori fino a 1000 m di altitudine. Si accresce preferibilmente in zone umide e vicino a corsi d’acqua. E’ molto comune vicino alle sorgenti d’acqua nel Vado del Porto.

n°SCHEDA 60
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Proprietà e usi Endemismo ph. L.Castellani

Proprietà e usi

Uso Alimentare: Questa menta, similmente alle altre specie dello stesso Genere, può essere usata sia fresca che essiccata per aromatizzare diversi piatti e nella preparazione di tisane/liquori.

E’ una specie mellifera

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Nome comune

Caglio cinereo delle capre

Nome scientifico e famiglia

Galium caprarium Natali

Fam. Rubiaceae

Descrizione pianta

È una pianta perennante per mezzo di gemme poste a livello del terreno e con asse fiorale allungato, spesso privo di foglie. Le foglie sono a margine intero e sono tipicamente riunite a vertici. I fiori sono piccoli, regolari, di solito bianchi, riuniti in infiorescenze. La corolla ha comunemente quattro petali, in qualche caso cinque. I frutti possiedono due semi ciascuno.

Periodo di fioritura

Aprile - Settembre

Distribuzione geografica

La specie endemica dell’isola si trova nei raggruppamenti xerofitici dominate da specie eliofile quali Silene Tyrrhena, Centaurea Gymnocarpa e Linaria capraria. Queste cenosi si trovano su tutte le rupi di Capraia, dal tratto di strada che lega il Porto con il paese fino alle pendici del monte Castello.

n°SCHEDA 62
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Proprietà e usi ph. L.Castellani

Proprietà e usi

Uso Officinale/Medicinale: È diuretica ma anche sudorifera, utile non solo per raffreddare il corpo e abbassare la febbre, ma soprattutto per eliminare le tossine attraverso la pelle oltre che attraverso la diuresi.

Uso tradizionale: La presenza dell’enzima fitochinasi favorisce la coagulazione del latte e per questo, veniva impiegata per cagliare il latte.

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ph. L.Castellani ph. l.Castellani ph. L.Castellani

Nome comune Alaterno

Nome scientifico e famiglia Rhamnus alaternus L.

Fam. Rhamnaceae

Descrizione pianta

ph. L.Castellani

Nome dialettale legno puzzo

Pianta con portamento cespuglioso o arbustivo sempreverde, alta da 1 a 5 metri (raramente fino ad 8 metri); rami flessibili, a disposizione sparsa sul fusto, rami giovani pubescenti; corteccia rossastra che si screpola con l’età; chioma compatta e tondeggiante; legno molto duro, di colore giallo-brunastro e dal caratteristico odore sgradevole che emana appena tagliato. Le foglie sono sempreverdi, coriacee, lanceolate o ovate, alterne, a volte quasi opposte, lunghe 2-5 cm, con margine biancastro cartilagineo seghettato o intero, con nervatura centrale pronunciata e 4-6 paia di nervature secondarie; pagina superiore lucida verde scura, quella inferiore più chiara. I fiori dioici sono raccolti in un corto racemo ascellare e raramente fiori dei due sessi sono presenti sulla stessa pianta; i fiori (pentameri o tetrameri) sono piccoli (di 3-4 mm di diametro), profumati e con calice verde-giallognolo. Il frutto è una drupa, prima rossastra e poi nera, di forma obovoide contenente 3 semi, di 3-7 mm di diametro che giungono a maturazione tra luglio e agosto. Emanano un odore intenso e sono velenose.

Periodo di fioritura

Febbraio-Aprile

n°SCHEDA 64
Proprietà e usi 31

Distribuzione geografica

Pianta diffusa nella macchia sempreverde termofila, nelle garighe e nelle leccete, sui pendii collinari calcarei, nelle fenditure della roccia, in aree disturbate ed ai margini del bosco, nel greto dei ruscelli costieri, nel sottobosco rado delle regioni a clima mediterraneo del livello del mare fino ai 700 m di altitudine.

Proprietà e usi

Usi medicinali/officinali: Come altre specie del genere Rhamnus, i frutti, non commestibili, raccolti in agosto-settembre a piena maturità e fatti essiccare al sole o in forno, ma anche la corteccia, vengono utilizzati per le loro proprietà lassative e vermifughe. Nella corteccia e nei frutti vi sono glucosidi, flavoni, principi amari e tannini. La medicina popolare attribuiva però a Rhamnus alaternus L. poteri curativi molto più estesi. Secondo la tradizione popolare, l’alaterno avrebbe la proprietà di attenuare il mal di fegato e, addirittura, l’ittero.

Usi tradizionali: Il legno molto duro, di colore giallo-brunastro e dal caratteristico odore sgradevole che emana appena tagliato (da cui il nome vernacolare di Legno puzzo), viene utilizzato per lavori di tornitura o ebanisteria. Le foglie, i rami freschi e i frutti venivano utilizzati in passato per l’estrazione di composti coloranti per il tessile: dalle foglie e dai rami freschi veniva estratto un colorante giallo-aranciato, mentre dai frutti si otteneva il verde.

È una pianta mellifera.

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ph. L.Castellani

Nome comune

Oleandro

Nome scientifico e famiglia

Nerium oleander L.

Fam. Apocynaceae

Descrizione pianta

Pianta arbustiva sempreverde a portamento cespuglioso, alta fino a 6 m, con fusto eretto e ramificato fin dalla base. Le foglie sono lanceolate, lunghe 8-14 cm, coriacee e lucide superiormente e presentano specifici adattamenti all’aridità. Fiori ermafroditi, molto vistosi, raccolti in corimbi, con corolla ad imbuto di colore dal bianco al roseo o al giallo e al rosso carminio. I frutti sono cilindrici, fusiformi, pelosi, bruni di 40-160 x 5-12 mm. I semi sono oblunghi, conici, densamente pelosi, scuri con pappo brunastro.

Periodo di fioritura

Maggio-ottobre

Distribuzione geografica

L’oleandro è una specie originaria delle regioni mediterranee e dell’Asia. In Italia cresce spontanea nelle regioni meridionali della Penisola e in Sicilia, Sardegna, Toscana e Liguria, presso i litorali, prevalentemente in ambienti sassoso-sabbiosi lungo il greto di fiumi e torrenti a portata intermittente ad altitudini massime di 300 m s.l.m. circa.

Capraia rappresenta in assoluto una della stazioni più a nord del suo areale.

n°SCHEDA 66
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Proprietà e usi Endemismo

Proprietà e usi

L’oleandro è una pianta velenosa in tutte le sue parti per la presenza di alcaloidi tossici, ma in particolare le foglie contengono glucosidi, oli eterei e acidi organici fortemente tossici. Uso ornamentale: Per la bellezza delle fioriture l’oleandro è ampiamente utilizzato, specie nel centro-sud, come ornamentale in giardini privati e alberature stradali ma anche per rinverdire scarpate autostradali.

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ph. F.Guidi

Nome comune Pino d’Aleppo

Nome scientifico e famiglia

Pinus halepensis Mill.

Fam. Pinaceae

Descrizione pianta

Proprietà e usi

Il Pino d’Aleppo è una conifera sempreverde; la chioma è ramificata e scomposta, la corteccia è rossastra. Le foglie aghiformi, morbide sono verde chiaro e lunghe circa 5-10 cm. La specie è monoica con struttura riproduttiva femminile costituita da piccoli coni, rosso-porporino, che evolvono in pigne ovato-coniche con peduncolo ritorto, flessibile, i maschili coniformi con breve peduncolo. Semi sono ovoidali di 5-6 mm, compressi lateralmente, con un’ala membranacea di 15-20 mm.

Periodo di fioritura

Marzo - Maggio

Distribuzione geografica

La spontaneità dei tre pini mediterranei (Pino marittimo, Pino d’Aleppo, Pino domestico), è  dubbia e da considerare ipotetica solo per il marittimo ed, eventualmente per il pino d’Aleppo. Il pino d’Aleppo, si trova diffuso nell’isola nelle aree più calde e aride, nelle garighe costiere fino in quota. È presente sia in purezza che misto ad altre conifere o a latifoglie come il leccio.

n°SCHEDA 68
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Proprietà e usi

Uso officinale/medicinale: viene utilizzato nella cura delle affezioni dell’apparato respiratorio. La resina riscaldata insieme all’olio di oliva viene utilizzata per disinfettare le piaghe degli animali. Essenza fortemente aromatica usata anche in prodotti cosmetici.

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Nome comune Prugnolo selvatico

Nome scientifico e famiglia

Prunus spinosa L.

Fam. Rosaceae

Descrizione pianta

Proprietà e usi

È un arbusto alto fino a 5 metri, con chioma folta e rami intricati, spinescenti. Il tronco finemente fessurato ha una corteccia cenerina lucida. Le foglie sono alterne, lanceolate, brevemente picciolate, a margine seghettato. I fiori sbocciano prima delle foglie (al contrario del biancospino a cui somiglia) a fine inverno, sono di colore bianco, piccoli, solitari o riuniti in fascetti; hanno un profumo intenso e sono largamente bottinati dalle api. Il frutto è una drupa, sferica di circa 1 cm, nerastra con pruina azzurra, dal sapore aspro e allappante da acerba, acidulo-dolciastra a maturità.

Periodo di fioritura

Marzo - Aprile

Distribuzione geografica

Specie presente in tutte le regioni italiane fino ai 1600 m di altitudine. Si trova all’interno di macchie e boschi nelle aree in cui prevale il leccio; insieme al mirto, domina il piano bassoarbustivo.

A Capraia è presente intorno al Paese e a Cala del Ceppo.

n°SCHEDA 70
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Proprietà e usi

Uso officinale/medicinale: numerosi sono i principi attivi contenuti nelle varie parti della pianta: tannini, amigdalina, canferolo, oli essenziali, gomme, glicosidi flavonoidici e resine, nei fiori, ricchi in vitamine sono invece i frutti. Pertanto, l’infuso dei fiori ha proprietà diuretiche e lassative, il macerato alcolico dei frutti è considerato depurativo. Le gemme possiedono importanti ed interessanti proprietà terapeutiche: riattivano l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene e stimolano il sistema immunitario, consentono di riattivare il ricambio purinico (gotta) e di stimolare la parte endocrina del pancreas (diabete).

Uso alimentare: I frutti freschi vengono utilizzati per marmellate e sciroppi, oltre che impiegati per aromatizzare grappe ed altri liquori.

Uso tintorio: Dalla corteccia del prugnolo si può estrarre un colorante rosso utilizzato in passato per tingere, e dalle foglie essiccate un surrogato del tabacco.

Uso tradizionale: Il legno dei rami è talmente forte che viene usato in falegnameria per produrre piccoli attrezzi.

Le api adorano i fiori del prugnolo perché emanano un fortissimo profumo molto simile a quello del miele.

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Nome comune

Fillirea, Ilatro sottile

Nome scientifico e famiglia

Phillyrea angustifolia L.

Fam. Oleacea

Descrizione pianta

Proprietà e usi

È un arbusto sempreverde di 1-3 m di altezza con portamento eretto e con cima tondeggiante; i rami giovani sono glabri, numerosi e con internodi ravvicinati; la corteccia è grigiastra. Le foglie sono opposte, persistenti, coriacee. I fiori sono raggruppati in racemi ascellari ben più corti delle foglie e sono profumati, molto attraenti per farfalle, api ed altri insetti impollinatori; il calice è formato da 4 sepali brunastri ed arrotondati. I frutti, drupe, sono sferoidali di 3-8 mm di diametro appuntite all’apice e di colore prima blu e poi a maturazione completa nero.

Periodo di fioritura

Marzo - Maggio

Distribuzione geografica

Vegeta soprattutto lungo la costa tirrenica sino a 600 m di quota. Si trova all’interno di macchie e boschi nelle aree in cui prevale il leccio; insieme al mirto, domina il piano basso-arbustivo.

n°SCHEDA 72
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Proprietà e usi

Uso officinale/medicinale: le foglie contengono flavonoidi ed hanno proprietà antinfiammatorie, toniche e depurative. Vengono utilizzate per la cura del mal di gola, mal di denti, di itterizia o di altri problemi epatici.

Uso tintorio: la corteccia ha proprietà tintorie, mentre il legno, essendo duro e compatto è adatto, oltre che per fornire legna da ardere, per lavori al tornio. Pianta commercializzata anche a fini ornamentali nelle siepi. Pianta mellifera.

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Nome comune

Biancospino

Nome scientifico e famiglia

Crataegus monogyna Jacq. L.

Fam. Rosaceae

Descrizione pianta

È un alberello con rami giovani spinosi, a fogliame deciduo, con portamento cespuglioso e radice fascicolata. La corteccia è compatta; nelle piante giovani è liscia di colore grigio-chiaro, mentre nei vecchi esemplari è brunastra o rosso-ocracea e si sfalda. Le gemme sono alterne, disposte a spirale, rossastre e brillanti; sotto le gemme laterali spuntano spine dritte. È alto generalmente fra 2-5 m, ma può raggiungere anche i 12 m; ha crescita molto lenta e può vivere sino a 500 anni. Le foglie sono alterne, semplici, di colore verde brillante e lucide nella pagina superiore, verde glaucescente nella pagina inferiore, glabre. La loro lamina è romboidale o ovale, suddivisa in 3-7 lobi molto profondi con margine intero. I fiori, riuniti in corimbi eretti, semplici o composti, portati da peduncoli villosi, sono di colore bianco, profumatissimi. Il frutto è una drupa rossa a maturità contenente un solo seme

Periodo di fioritura

Aprile - Maggio

Distribuzione geografica

Specie presente in tutte le regioni italiane fino ai 1600 m di altitudine. Forma dei cespuglieti, sull’isola è frequente vicino al paese.

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Proprietà e usi ph. F.Guidi

Proprietà e usi

Uso officinale/medicinale: l’infuso di foglie e/o fiori viene usato come sedativo; il decotto di fiori e foglie è utilizzato per curare le malattie del cuore e come ipotensivo, mentre quello della corteccia si utilizza per curare gli spasmi gastrointestinali e la diarrea. Uso alimentare: I frutti vengono mangiati freschi oppure in marmellata. Uso tradizionale: Gli artigiani sfruttavano il legno per fabbricare bastoni da passeggio e manici per utensili domestici. Pianta mellifera.

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ph. F.Guidi ph. F.Guidi ph. F.Guidi ph. L.Castellani

Nome comune

Ginestra odorosa

Nome scientifico e famiglia

Spartium junceum L.

Fam. Fabaceae

Descrizione pianta

Proprietà e usi

È un arbusto sempreverde, di 1-3 m di altezza, di forma rotondeggiante; i rami sono giunchiformi, di colore grigio-verde, compressibili ma tenaci (difficili da spezzare con le mani), di sezione rotondeggiante, eretti o ascendenti, molto ramificati, con inserzione sparsa sul fusto. La corteccia è di colore marrone chiaro, leggermente rugosa. Le foglie sono coriacee, sessili o brevemente picciolate, precocemente caduche, alla fioritura quasi scomparse; la lamina è intera di forma da obovato-oblunga a lineare, glabra sopra e sericea di sotto. I fiori sono ermafroditi, profumati, disposti in racemi terminali lassi lunghi fino a 45 cm; la corolla tipica papilionacea è di colore giallo intenso. I frutti sono legumi appiattiti deiscenti neri o marroni scuro, eretti, leggermente falciformi, pubescenti all’inizio e poi glabri, contenenti 10-18 semi. Il seme è scuro, lucido leggermente compresso di forma rettangolare.

Periodo di fioritura

Aprile - Giugno

Distribuzione geografica

È una specie pioniera, si trova nelle scarpate asciutte e soleggiate, sui terreni delle retrodune costiere.

n°SCHEDA 76
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Proprietà e usi

Uso officinale/medicinale: è una pianta tossica. L’infuso di fiori viene usato nelle crisi gottose; in caso di affaticamento del cuore un singolo fiore viene posto sotto la lingua per alcuni minuti, mentre i semi hanno proprietà purganti. Il nettare dei fiori, molto profumati, dà un ottimo miele. Dai fiori si estrae un colorante giallo che ha numerosi impieghi. Altri usi: Dal fusto della pianta si ricava una fibra tessile per la produzione di corde ed indumenti; inoltre, la specie è idonea alla produzione di pasta di cellulosa, per la produzione della carta. Le fibre ricavate dalle vermene (rametti verdi) sono un ottimo sostituto della fibra di vetro. I rami per la loro elasticità sono utilizzati per la fabbricazione di panieri e, nelle pratiche agricole, come legacci.

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ph. L.Castellani ph. L.Castellani

Nome comune

Rosmarino

Nome scientifico e famiglia

Rosmarinus officinalis L.

Fam. Lamiaceae

Descrizione pianta

È un arbusto legnoso perenne sempreverde, ramosissimo con portamento a volte ascendente a volte prostrato, mai veramente eretto, alto fino a 2 metri, con corteccia bruno chiara. Le foglie sono larghe 2-3 mm e lunghe 15-30 mm, revolute sul bordo, sessili, verde scure e lucide di sopra, bianco tomentose di sotto, opposte lungo i rami ed in fascetti ascellari. Fiori sono raccolti in racemi ascellari brevi, generalmente nella parte superiore dei rami, ciascuno con 4-16 fiori. La corolla è azzurro-chiara o lilla, a volte rosea o bianca bilabiata a tubo sporgente. Il frutto è un tetrachenio.

Periodo di fioritura

In relazione alle piogge la fioritura si può protrarre per tutto l’anno

Distribuzione geografica

La specie sull’isola di Capraia invade le pendici rocciose dei rilievi che scendono al mare.

n°SCHEDA 78
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Proprietà e usi
ph. F.Guidi

Proprietà e usi

Uso officinale/medicinale: La specie ha proprietà aromatizzanti, aperitive, digestive, antispasmodiche, diuretiche, balsamiche, antisettiche, rubefacenti, stimolanti. Dal Rosmarino si ottengono un olio essenziale ed estratti utilissimi in profumeria e cosmesi, in liquoreria e in farmacia. Per uso interno ha proprietà digestive, antispasmodiche e carminative; stimola la diuresi e la sudorazione, regola il ciclo mestruale, fluidifica la secrezione bronchiale, seda le tossi convulse. Per uso esterno è soprattutto un buon antisettico. L’ olio essenziale ha ancora localmente proprietà stimolanti e rubefacenti utili per il trattamento di contusioni, dolori articolari e muscolari, reumatismi e torcicollo.

Uso cosmetico: In cosmesi le lozioni e i bagni deodorano e purificano la pelle, le tinture rivitalizzano il cuoio capelluto, i dentifrici e i collutori al Rosmarino rinforzano le gengive.

Uso alimentare: In cucina, dove insieme alla Salvia, al Timo e all’Alloro fornisce ininterrottamente da secoli il tipico aroma non solo a piatti di carne, pesce e selvaggina, ma anche a dolci semplici e popolari come il castagnaccio.

Pianta mellifera: I fiori del rosmarino, infine, attirano in gran numero le api, che ne producono un miele dalle proprietà e dal sapore eccellente.

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ph. F.Guidi

Nome comune

Salsapariglia

Nome scientifico e famiglia

Smilax aspera L.

Fam. Smilacaceae

Descrizione pianta

Nome dialettale stracciabrache

È una specie lianosa sempreverde, di taglia variabile da 30 cm fino a 9 m con un apparato radicale robusto e tenace di tipo rizomatoso-legnoso, che produce sia numerosi stoloni sotterranei sia fusti aerei legnosi e sarmentosi di colore verde o rossastro, cosparsi di spine acutissime. Le foglie sono alterne coriacee, di colore verde lucido, spesso maculate di bianco, con evidenti nervature e presenza di spine ricurve. I fiori, lievemente profumati, sono riuniti in infiorescenze terminali o ascellari formate da piccole ombrelle sessili, di colore biancastro, verdognolo o rosato. I frutti sono riuniti in grappoli pendenti: sono piccole bacche globose di colore rosso scuro, contenenti ciascuna 1-3 semi; quest’ultimi sono duri, tondeggianti immersi nella polpa gelatinosa.

Periodo di fioritura

Agosto - Ottobre

Distribuzione geografica

La specie è legata all’ambiente delle sclerofille, dalla lecceta alle sue forme degradate fino alla gariga, formando dei viluppi inestricabili.

Sull’isola si trova sui bordi e all’interno della macchia alta, rendendola spesso impenetrabile, e sui muri a secco dei terrazzamenti.

n°SCHEDA 80
Proprietà e usi 39

Proprietà e usi

Uso officinale/medicinale: in erboristeria tutte le parti della pianta compresa quella ipogeica vengono usate in decotto come sudorifere e depurative. Dal rizoma si ricava la salsapariglia, droga ad attività antireumatica.

Uso alimentare: i giovani getti possono essere consumati come i turioni degli asparagi; le giovani punte dei fusti vengono apprezzate crude per insalate o cotte con altre erbette al pari di ortiche e Clematis.

Curiosità: La salsapariglia è uno degli alimenti preferiti dai Puffi, personaggi di un noto fumetto belga.

81

Nome comune

Linajola di Capraia

Nome scientifico e famiglia

Linaria capraria Moris et De Not

Fam. Plantaginaceae

Descrizione pianta

È una pianta perenne fruticosa, alta 30-70 cm, con fusti legnosi alla base, robusti, ramosi, più o meno prostrati. Presenta foglie lineari, grassette, acute, di colore verde glauco, con larghezza massima presso l’apice, verticillate alla base, alterne in alto, disposte in modo più o meno unilaterale. L’infiorescenza è rappresentata da un racemo terminale denso e breve, glabro, con fiori ermafoditi, zigomorfi, brevemente pedicellati. La corolla del fiore è violaceo-pallida o azzurrina, bilabiata. Il frutto è una capsula di 5 mm contenente semi rugosi.

Periodo di fioritura

Maggio - Ottobre

Distribuzione geografica

Linaria capraria è un endemismo dell’Arcipelago Toscano. La specie si trova nelle cenosi rupestri dominate da specie xerofile ed eliofile, come la Silene, la Centaurea ed il Galium, presenti nel tratto di strada che collega il porto al paese, fino alle pendici del monte Castello.

n°SCHEDA 82
40
Proprietà e usi Endemismo
83
Pianta
Proprietà e usi
mellifera
ph. F.Guidi ph. F.Guidi ph. F.Guidi ph. F.Guidi

Nome comune

Fiordaliso di Capraia

Nome scientifico e famiglia

Centaurea gymnocarpa Moris et De Not.

Fam. Asteraceae

Descrizione pianta

Proprietà e usi Endemismo

Centaurea gymnocarpa è un endemismo ristretto di Capraia.

E’ una pianta perenne, alta 20-45 cm, da niveo a grigio tomentosa; le foglie della rosetta basale sono bipennate, sub-bipennate o difformi; quelle in posizione mediana sono bipennate o pennate. I capolini sono riuniti in infiorescenze corimbiformi più o meno lasse; il diametro dell’involucro è 15-20 mm. I fiori sono rosa-lilacino. Gli acheni sono lunghi 3 mm, con pappo di lunghezza maggiore o uguale.

Periodo di fioritura

Maggio – Luglio

Distribuzione geografica

La specie si trova su tutte le rupi di Capraia dal tratto di strada che unisce il Porto con il paese fino alle pendici del monte Castello.

n°SCHEDA 84
41
85
e usi Pianta mellifera ph. F.Guidi
Proprietà

Nome comune

Stecade / Lavanda selvatica

Nome scientifico e famiglia Lavandula stoechas L.

Fam. Lamiaceae

Descrizione pianta

Proprietà e usi

Questa specie è un frutice alto 40-60 cm, che può arrivare eccezionalmente fino a 120 cm, di colore grigiastro per la fitta tomentosità; presenta, inoltre, ramificazione densamente fogliosa, e portamento eretto. I rami giovani sono tomentosi e tetragoni. Le foglie sono persistenti, opposte, lineari o lineari-lanceolate, lunghe 1-3 cm, larghe pochi millimetri, con margine ripiegato e nervatura principale pronunciata, di colorazione bianco-tomentose su entrambe le pagine. All’ascella delle foglie sono inseriti ciuffi di foglie più piccole. I fiori sono riuniti in una vistosa e compatta infiorescenza a spiga, ovato-cilindrica e leggermente angolosa, lunga 2-3 cm e sormontata da un gruppo di 2-3 brattee ben sviluppate, di colore viola, blu o purpureo. I fiori hanno un calice tomentoso, lungo circa mezzo millimetro o poco più. La corolla è di colore blu-violaceo lunga circa mezzo centimetro, gamopetala, leggermente bilabiata. Il frutto è un achenio trigonale. L’intera pianta è intensamente profumata (il profumo è intermedio tra quello della vera lavanda e quello pungente del rosmarino).

Periodo di fioritura

Marzo – Maggio

n°SCHEDA 86
42

Distribuzione geografica

La specie è molto presente nella macchia e soprattutto nella gariga a cisto, da 0 a 600 m di altitudine; nell’isola non è molto diffusa, si può trovare lungo la strada che porta alla Piana, al Segalaio e alla fine del sentiero del Reganico.

Proprietà e usi

Uso officinale/medicinale: si usano le foglie e i fiori essiccati in decotto per loro azione digestiva e antispasmodica; le sommità fiorite vengono inoltre usate in medicina popolare per l’azione antisettica, attribuita all’olio essenziale, ricco di canfora e fenchone.

Uso cosmetico: Il macerato in olio d’oliva delle gemme fiorali viene applicato sulla pelle come antiseborroico. Inoltre, sacchettini di garza di cotone, contenenti all’interno i soli fiori o uniti ad altre parti della pianta, sono gettati nell’acqua del bagno per profumarla e per ottenere un’azione disinfettante e tonica sulla pelle.

Uso domestico: I fiori essiccati vengono messi all’interno di sacchettini e riposti negli armadi per dare un buon odore e come antitarme. Pianta mellifera.

87
ph. F.Guidi ph. L.Castellani

Nome comune

Scarlina

Nome scientifico e famiglia

Galactites tomentosus Moench

Fam. Lamiaceae

Descrizione pianta

E’ una pianta erbacea bienne con fusto eretto pubescente, bianco-tomentoso, alto fino ad 1 metro, ramificato in alto e con ali di aspetto variabile provviste di spine. Le foglie sono lunghe 10-20 cm, pennatosette, verdi, sopra generalmente variegate di bianco, di sotto biancotomentose, dotate di spine robuste, ordinate sui margini. I fiori possono essere isolati o riuniti in fascetti, composti di soli fiori tubulosi bianco-lilla o rosa-porpora; i fiori centrali sono ermafroditi, tetraciclici, pentameri con sepali ridotti ad una coroncina di squame o reste persistenti nel frutto. Il frutto è un achenio compresso con coroncina emisferica e pappo di setole piumose biancastre di 13 mm. L’impollinazione è entomogama e disseminazione anemocora.

Periodo di fioritura

Aprile - Luglio

Distribuzione geografica

La specie è abbastanza diffusa nell’isola; si trova nei terreni incolti e aridi, ai bordi delle strade, in ambienti ruderali dal livello del mare fino a 1300 metri.

n°SCHEDA 88
43
Proprietà e usi
ph. L.Castellani
ph. L.Castellani

Proprietà e usi

Uso Alimentare: così come altre specie similari è nota come pianta edule. La giovane infiorescenza e il relativo scapo fiorale può essere mangiata cruda come insalata, previa pulitura. Le foglie e fusto, sono utilizzate oltre che come insalate, nella produzione di conserve sott’olio o sott’aceto. Pianta mellifera.

A Capraia ci sono altri vari tipi di cardi:

- cardo agglomerato (Carduus cephalanthus Viv.)

- cardo saettone (Carduus pycnocephalus L.)

- cardo sardo (Carduus di sardous DC.)

89
ph. L.Castellani ph. L.Castellani

Nome comune Corbezzolo

Nome scientifico e famiglia

Arbutus unedo L.

Fam. Ericaceae

Descrizione pianta

Nome dialettale bàculu

Arbusto o piccolo albero sempreverde, alto 5-6 m di grande longevità, con foglie grandi, ovali, coriacee, appuntite con margine dentato. I fiori ermafroditi forgiati a orciolo, sono pentameri con corolla gamosepala bianco-cerea, con 5 piccoli denti riflessi, sono disposti in corimbi di 1530 elementi, terminali ai rami e penduli. Il frutto è una bacca subsferica lungamente picciolata di 1-20 mm di diametro, indurita e rugosa, poi succosa e di color arancio-rossa a maturazione. La polpa è giallastra, edule e contiene 10-50 semi ellittici di colore marrone chiaro. Fiorisce e fruttifica contemporaneamente dato che i frutti provengono dai fiori dell’annata precedente. Impollinazione entomofila.

Periodo di fioritura

Ottobre – Febbraio

n°SCHEDA 90
Proprietà e usi 44

Distribuzione geografica

Il corbezzolo è elemento stenomediterraneo, specie termofila, caratteristica della macchia mediterranea, ove costituisce complessi puri o vive in consorzio con altri elementi termofili, così nelle macchie a Mirto, Alloro, Leccio, Lentisco e Sughera. Si ritrova in tutto l’Arcipelago Toscano dove predilige le esposizioni ben illuminate, umide e fresche, ma anche i luoghi rocciosi. Nell’isola la specie è diffusa sia nelle boscaglie, che in luoghi rocciosi, leccete e garighe.

Proprietà e usi

Uso officinale/medicinale: Si utilizzano sia le bacche che le foglie. I frutti in particolare sono ricchi di vitamina C, le foglie giovani contengono arbutina, un glucoside che può essere impiegato come disinfettante del tratto urogenitale. Oltre alle proprietà antisettiche, l’infuso delle foglie è ritenuto utile anche nelle infiammazioni intestinali. Nel Grossetano, il decotto delle foglie viene bevuto per prevenire processi arteriosclerotici, come attivatore epatobiliare e come espettorante. In tutto l’Arcipelago Toscano i frutti freschi, o in alternativa le marmellate e gli sciroppi, vengono assunti come astringenti intestinali. Uso alimentare: con i frutti si preparano marmellate. I fiori sono ricchi di nettare e per questo motivo sono intensamente visitati dalle api quando il clima non è troppo freddo; dai fiori di corbezzolo si ricava dunque l’ultimo miele della stagione, pregiato per il suo sapore particolare, amarognolo e aromatico. I frutti si usano anche per aromatizzare la grappa.

Uso forestale/artigianale: il legno duro, omogeneo, rossastro, veniva utilizzato per i lavori al tornio in tutta l’area costiera della regione.

91
ph. F.Guidi

Nome comune

Euforbia arborea

Nome scientifico e famiglia

Euphorbia dendroides L.

Fam. Euphorbiaceae

Descrizione pianta

Proprietà e usi

La pianta si presenta come un cespuglio di forma regolarmente emisferica di 1-3 m di altezza. Nel periodo invernale e primaverile forma dei veri e propri cuscini sferici di colore verde. Nel periodo estivo si presenta sotto forma di arbusti privi di foglie e dall’aspetto scheletrico. L’apparato radicale è piuttosto superficiale. I rami hanno colore rosso marrone e recano ben evidenti le cicatrici delle foglie cadute. Tutti i rami sono glabri. Le foglie sono sparse, glabre, uninervie, presenti solo sui rami giovani, quelle inferiori sono pendule e spesso arrossate. I fiori sono costituiti dai caratteristici ciazi del genere Euphorbia e riuniti in ombrelle. I frutti sono capsule trigone deiscenti di colore verde grigiastro, contenenti 3 semi lisci di colore grigio scuro, appiattiti lateralmente.

Periodo di fioritura

Marzo – Maggio

n°SCHEDA 92
45 ph. F.Guidi

Distribuzione geografica

La specie si trova nell’isola nelle macchie che si sviluppano nelle zone costiere, rocciose a forte pendenza nel versante meridionale. Si trova nelle cenosi con il cisto, il teucrium, il lentisco, il mirto, il rosmarino e l’erica arborea.

Proprietà e usi

Uso Officinale/Medicinale: Come la maggior parte delle euforbie, contiene un latice fortemente irritante. Esso molto diluito veniva un tempo usato per via interna come energico purgante ed a diluizioni maggiori veniva usato come emetico.

93
ph. F.Guidi ph. F.Guidi ph. L.Castellani

Nome comune

Ciclamino autunnale

Nome scientifico e famiglia

Cyclamen hederifolium Aiton

Fam. Primulaceae

Descrizione pianta

Proprietà e usi

Pianta perenne, alta circa 15-20 cm, il cui organo perennante è un bulbo da cui, ogni anno, nascono fiori e foglie. I fiori di colore rosa di varia intensità, grandi 2 – 3 cm, compaiono a fine estate (agosto-settembre) e si schiudono fino ad autunno inoltrato. La loro conformazione, con corolla auricolata, segnata cioè da 10 protuberanze attorno alla parte centrale, rende facilmente identificabile la specie. Le foglie tutte basali, si sviluppano perlopiù dopo la fioritura e persistono fino alla primavera, talvolta contemporaneamente alla fioritura; la loro forma ricorda quella dell’edera (da cui il nome), con lamina (3-5 x 4-7 cm) più lunga che larga, di colore verde scuro, opaca, cordato-astata, macchiata di bianco sulla pagina superiore e spesso purpurea su quella inferiore, con 5-9 angoli ottusi e con margine irregolarmente e finemente dentellato; piccioli lunghi 4-5 cm. Dopo la fioritura gli steli si attorcigliano a spirale, puntando verso il terreno e favorendo un’abbondante disseminazione. Il frutto è una pisside globosa (circa 10 mm di diametro), portato da un peduncolo fruttifero arrotolato elicoidalmente. Semi irregolari ovoidi o reniformi, lunghi circa 3 mm, glabri, lucidi, brunastri.

Periodo di fioritura

Agosto- Novembre

n°SCHEDA 94
46

Distribuzione geografica

Specie presente soprattutto nel centro-sud e nelle isole e molto rara nelle regioni settentrionali. Cresce in leccete e boschi caducifogli (quercete, castagneti), senza limitazioni edafiche, anche se preferisce luoghi umidi e esposizioni in mezzombra, fino ai 1000-1200 m di altitudine.

Proprietà e usi

Tutta la pianta e soprattutto il tubero, contiene “ciclamina”, un principio attivo altamente tossico. Nessun utilizzo noto.

95
ph. F.Guidi

Nome comune Leccio

Nome scientifico e famiglia Quercus ilex L.

Fam. Fagaceae

Descrizione pianta

È un albero sempreverde, longevo, di media grandezza (fino a 30 m), a portamento arboreo ma a volte anche arbustivo, tipico e caratterizzante la macchia mediterranea, diffuso in particolare sulle isole e lungo le coste. Il leccio presenta una chioma ovaleggiante di un bel colore verde scuro, il fusto raramente dritto, singolo o diviso alla base. Può assumere aspetto cespuglioso qualora cresca in ambienti rupestri. È poco esigente nei confronti di luce e temperatura. Ha accrescimento lento ed è molto longevo, raggiungendo anche mille anni d’età. Le sue caratteristiche spiccatamente xerofile (cioè amante degli ambienti secchi) gli permettono di sopravvivere in condizioni di estrema aridità. Le sue foglie dure e coriacee sono un tipico esempio di sclerofillia, cioè di adattamento agli ambienti poco piovosi. L’apparato radicale è fittonante, diventando imponente e tale da consentire alla pianta di sopravvivere anche in ambienti estremi, quali suoli rocciosi o pareti verticali. Le foglie sono semplici, a inserzione alterna, di lunghezza tra i 3 e gli 8 cm e larghezza tra l’1 e i 3,5 cm, a lamina coriacea, con un breve picciolo tomentoso, e con stipole brune di breve durata. Il margine è intero o dentato e la forma è molto variabile, da lanceolata a ellittica. La base è cuneata o arrotondata. La pagina superiore è verde scuro e lucida, quella inferiore grigiastra e marcatamente pubescente. Le infiorescenze maschili sono amenti penduli, lunghi 5-7 cm, cilindrici e finemente pubescenti con 6-8 stami di colore giallognolo. Sono portati in mazzetti alla base dei rami. Le infiorescenze femminili sono spighe erette e peduncolate, di colore verdognolo, che portano

n°SCHEDA 96
47
Proprietà e usi

6-7 fiori. I frutti sono ghiande singole o in gruppi di 2-5, su un peduncolo lungo circa 10-15 mm. Le dimensioni variano da 1,5 a 3 cm di lunghezza, per 1-1,5 cm di diametro. Sono di colore castano scuro a maturazione, con striature più evidenti. All’apice di ogni ghianda è presente un robusto mucrone. Le ghiande sono coperte per un terzo o metà della loro lunghezza da una cupola provvista di squame ben distinte, con punte libere ma non divergenti. Maturano nello stesso anno della fioritura, in autunno. mm. L’impollinazione è entomogama e disseminazione anemocora.

Periodo di fioritura

Maggio - Giugno

Distribuzione geografica

La specie è abbastanza diffusa nell’isola, nelle macchie con il corbezzolo ed il cisto.

Proprietà e usi

Uso officinale/medicinale: In fitoterapia, si utilizzano ghiande, corteccia, gemme, amenti e radici; si ricavano per lo più tannini condensati (catechine, ellagitannini, proantocianidine), in una percentuale stimata tra l’8 e il 20%. Si ricavano, inoltre, quantità variabili di resine, pectine e flavonoidi. Per la particolare composizione del fitocomplesso, la specie viene impiegata in fitoterapia soprattutto nel trattamento di diarree ed infiammazioni lievi a carico delle mucosa.

Le api raccolgono e utilizzano il polline di Leccio.

97

Nome comune

Alloro

Nome scientifico e famiglia

Laurus nobilis L.

Fam. Lauraceae

Descrizione pianta

Proprietà e usi

È una pianta sempreverde la cui dimensione varia da quella di un piccolo arbusto a un albero che può raggiungere anche i 10 metri. Presenta una corteccia generalmente liscia, dapprima verde e poi più scura maturando. Le foglie sono coriacee e lunghe fino a circa 10 cm, di colore verde scuro, glabre e di forma oblunga con un apice acuto, brevemente picciolate e con margine ondulato. Se le osserviamo in controluce si possono notare alcuni puntini dati dalle ghiandole che contengono l’olio essenziale. I fiori giallognoli sono riuniti in ombrelle in corrispondenza dell’ascella delle foglie. I frutti sono bacche tondeggianti, nere a maturità.

Periodo di fioritura

Marzo - Aprile

Distribuzione geografica

La specie è diffusa nell’isola nelle stazioni termofile umide.

n°SCHEDA 98
48

Proprietà e usi

Uso officinale/medicinale: il decotto delle foglie viene usato nei bambini in caso di acetonemia, contro le affezioni intestinali e polmonari. Le foglie fresche sono applicate localmente sul seno in caso di mastite ed applicate sulle articolazioni per i dolori reumatici. L’infuso ha azione digestiva. Uso alimentare: in cucina le foglie tal quali o essiccate sono ampiamente utilizzate per aromatizzare carni, sughi, formaggi, conserve e numerose pietanze. Dai frutti maturi si ricava un liquore digestivo.

99

Nome comune

Carice a frutti minimi

Nome scientifico e famiglia

Carex microcarpa Bertol. ex Moris

Fam. Cyperaceae

Descrizione pianta

Endemismo

Pianta erbacea perenne con un particolare fusto sotterraneo, detto rizoma, che ogni anno emette radici e fusti avventizi. Forma densi cespugli con fusti non divisi in nodi ed internodi, spesso triangolari in sezione trasversale, e foglie con due nervature marcate, simili a quelle delle Poaceae, ma avvolgenti il fusto con una guaina chiusa, priva di lamina. Presenta infiorescenze allungate che hanno l’aspetto di una spiga, quella maschile è unica (raramente 2) lunga 5-7 cm, mentre quelle femminili sono 2-6 spighe cilindriche (5-12 cm), erette. I fiori sono senza perianzio. Il frutto è un otricello, vale a dire un achenio circondato da elementi bratteiformi, con aspetto di piccola capsula aperta all’apice. Gli otricelli sono bruni, lunghi quanto le glume (1x2,5 mm di lunghezza), glabri, con apice acuto, progressivamente assottigliato nel becco.

Periodo di fioritura

Febbraio / Aprile

Distribuzione geografica

La specie è diffusa nelle zone più umide dell’isola, prevalentemente nelle aree più interne (lo “stagnone”).La specie è diffusa nelle zone più umide dell’isola, prevalentemente nelle aree più interne (lo “stagnone”).

n°SCHEDA 100
49

Proprietà e usi

Il fusto veniva utilizzato per legare le piante, in particolare quelle di pomodoro, a tutori di sostegno. Altre specie dello stesso genere (C. riparia) venivano utilizzate nella produzione di cestini, nonché per il rivestimento di bottiglie e fiaschi. Non sono noti altri usi.

101

Nome comune

Felce aquilina

Nome scientifico e famiglia

Pteridium aquilinum (L.) Kuhn in Kersten

Fam. Hypolepidaceae

Descrizione pianta

Proprietà e usi

Pianta erbacea perenne di notevole sviluppo (può raggiungere anche i 2 metri d’altezza), provvista di un grosso rizoma lungamente strisciante e stolonifero, esternamente nero, bianco all’interno. Dal rizoma emergono le fronde annuali (foglie) che hanno un profilo triangolare e sono lunghe anche fino a 1 metro, pennate, con 2-3 ordini di divisioni (bi- tripennatosette). Le divisioni più piccole (pinnule) sono oblunghe, più o meno allungate, con margine generalmente intero. In autunno il colore vira dal verde al rossastro.

Gli organi riproduttivi contenenti le spore (sporangi), sono riuniti in masserelle dette sori, lineari e poco evidenti, disposti lungo il margine sulla pagina inferiore delle pinnule e ricoperti dal margine ripiegato.

La sporificazione ha inizio in tarda primavera e si protrae per tutta l’estate.

Periodo di fioritura

Aprile - Settembre

n°SCHEDA 102
50

Distribuzione geografica

Specie cosmopolita, diffusa in tutte le regioni temperate e subtropicali, sia nell’emisfero settentrionale sia in quello meridionale, in Italia è presente in tutto il territorio, comprese le isole, dal livello del mare fino ad oltre i 2000 metri di altitudine. Probabilmente è la felce più diffusa nel mondo. Vegeta su suoli a matrice silicea, anche aridi, nei boschi, nelle macchie e nei pascoli. Nelle radure e nei pascoli può formare estese e fitte coperture fino a diventare una vera e propria infestante. La sua diffusione su superfici estese è indice di un probabile degrado ambientale perché gli incendi ne favoriscono il ricaccio e la moltiplicazione.

Proprietà e usi

Uso officinale/medicinale: Le foglie contengono un enzima (tiaminasi) in grado di distruggere la vitamina B1, che viene perduto con la cottura, ed anche acido cianidrico: le persone e gli animali che se ne cibano, soprattutto i cavalli, ne ricavano danni, anche gravi, per avvelenamento. Un tempo il rizoma veniva usato contro i vermi, in particolare la tenia, ma con esiti di avvelenamenti anche mortali nei bambini.

Recenti ricerche hanno isolato da questa felce sostanze sicuramente cancerogene. Oggi la pianta viene raramente utilizzata come medicinale per curare reumatismi ed alcune disfunzioni digestive.

Il rachide, dotato di fibre di grande resistenza, veniva utilizzato per confezionare cordami.

103

Nome comune

Canna comune

Nome scientifico e famiglia

Arundo donax L.

Fam. Poaceae

Descrizione pianta

Proprietà e usi

Pianta erbacea perenne, sempreverde, simile ad una canna di bambù, provvista di un grosso rizoma (fusto sotterraneo) orizzontale fibroso-legnoso.

Culmi eretti, robusti e cilindrici (1-2 cm Ø), alti fino a 5 m (è la più grande graminacea d’Europa), fistolosi fra gli internodi, sublegnosi alla base e molto fogliosi; sono persistenti durante l’inverno e fiorenti nell’anno successivo.

Foglie largamente lanceolato-lineari (1-8 x 10-50 cm), verde-glauche, scabre ai margini, con l’apice acuminato e la base ampiamente biauricolata spesso con una frangia di peli sui bordi delle orecchiette; ligula molto corta (2 mm), membranosa.

Infiorescenza in pannocchia terminale fusiforme, lunga 30-50 cm, di colore verde pallido o violaceo.

Spighette 3(5) flore di ca 12-18 mm; glume subeguali, acuminate e glabre, persistenti, lunghe quanto i fiori; lemmi inferiori bifidi e brevemente aristati all’apice, muniti sul dorso di lunghi peli bianchi (10 mm) che danno alla pianta un aspetto setoso.

Il frutto è una cariosside oblunga con pericarpo aderente. I semi raramente arrivano a maturazione per cui la riproduzione è prevalentemente vegetativa (rizomi).

n°SCHEDA 104
51

Periodo di fioritura

Luglio - Novembre

Distribuzione geografica

Probabilmente originaria dell’Asia occidentale, coltivata da millenni nelle regioni mediterranee dove ora è completamente naturalizzata e talvolta invasiva. Cresce su terreni umidi e freschi lungo gli argini di fiumi, torrenti e fossati, zone sabbiose ripariali, margini di campi coltivati. Specie eliofila e assai termofila che in condizioni favorevoli tende a formare densi canneti. La canna comune è presente sull’isola in zone umide o ai margini di campi coltivati o in ambienti antropizzati.

Proprietà e usi

Uso officinale/medicinale: ll rizoma della canna contiene sostanze amare, piccole quantità di alcaloidi, sali di potassio, resine. Ha proprietà sudorifere e diuretiche e viene utilizzato per curare febbre, influenza e raffreddore, bronchiti e per ridurre gli edemi. In medicina popolare è usato per interrompere la montata lattea.

Usi tradizionali: I culmi sono utilizzati per creare siepi frangivento e per costruire palizzate e graticciati, tettoie rustiche, canne da pesca, bastoni da passeggio, cestini, ecc. Fornisce un’ottima cellulosa per carta. I culmi vengono comunemente usati come tutori in orticoltura e nelle vigne.

La pianta contiene silice che la rende particolarmente tenace e resistente.

La canna comune serviva per fabbricare frecce e strumenti a fiato etnici e folcloristici, per es. le pipe di cornamusa, e il flauto di Pan, formato da 10 canne di diverse dimensioni e collegate insieme. Tuttora le ance di tutti gli strumenti a fiato (oboe, fagotto, clarinetto) vengono fabbricate con Arundo donax.

105

Aree urbanizzat e

M acchia alta a dominanza di : erica e corbezzol o :

M acchia bassa, gariga, dominanza cisto e piante aromatiche

Z one a dominanza di oleandro

M acchia bassa semirupestre a dominanza di euforbia

Steppa con asfodel o Gariga costiera a dominanza di elicriso

Formazioni rupestri costiere, finocchio marino

La macchia mediterranea è una formazione vegetale sempreverde formata da specie arbustive ed arboree e nelle sue diverse tipologie, è la protagonista della flora isolana: nelle valli la macchia alta raggiunge il suo massimo sviluppo, vi dominano il leccio, l’erica arborea, il corbezzolo, il lentisco, il mirto. La macchia bassa, in cui prevalgono il cisto marino e l’euforbia, è la più estesa sull’isola. Le pratiche dell’incendio e del pascolo hanno generato nei secoli ambienti con rocce affioranti e una vegetazione bassa e discontinua costituita prevalentemente da piante aromatiche (gariga) tra cui il profumato e caratteristico elicriso. La steppa rappresenta l’ultimo stato di degrado delle foreste, in particolare la steppa ad asfodeli con un’emozionante fioritura primaverile. Sulle rupi nascono specie endemiche meritevoli di massima protezione, tra cui il fiordaliso di Capraia e la linajola di Capraia.

LA MACCCHIA MEDITERRANEA
ph. F.Guidi

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