TURISMO RURALE
Agriturismi, la ripartenza è in salita LE DIFFICOLTÀ NELLE PAROLE DI TRE STRUTTURE CHE HANNO RIAPERTO IN PROVINCIA DI CUNEO di Silvia Agnello
D
opo più di due mesi di lockdown, “il via” per gli agriturismi è arrivato al 18 maggio. Come per molti altri settori e per quello turistico in particolare, la ripartenza è risultata critica. L’adeguamento alle nuove norme di sicurezza sanitaria si è rivelato essere un disagio tutto sommato marginale rispetto al vero problema che le strutture in tutta Italia si trovano ad affrontare: il crollo della domanda. Per il 2020, sull’intero territorio nazionale, ISMEA - Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare stima una riduzione complessiva del fat-
BONUS PIEMONTE
turato per il settore pari al 65%. A pesare è in primis il tracollo della domanda internazionale, prima voce di attività per gli agriturismi con un 59% dei pernottamenti complessivi. A questa componente si aggiunge la caduta della domanda interna: sono completamente saltati sia il periodo pasquale sia i ponti della primavera, con effetti stimabili in una perdita pari al 40-50% della quota annua derivante da ospiti italiani. Infine, sempre da un punto di vista della domanda interna, vanno aggiunti i mancati incassi dovuti alla cancellazione delle visite nei 1.500
Tentativi di riapertura nel Cuneese Le strutture della Granda incontrano le stesse difficoltà che sono descritte a livello nazionale, come emerge chiaramente dalle testimonianze che abbiamo raccolto in diverse zone della nostra provincia. A Riforano, nel comune di Morozzo, Mario Sarale conduce insieme ai fratelli ‘La Bottera Farm’, azienda che comprende ristorazione, struttura ricettiva, allevamenti e attività casearia. La ripartenza del loro agriturismo non è stato possibile fino al 5 di giugno, dopo ben 90 giorni di chiusura: “Abbiamo dovuto aspettare di avere una base minima di prenotazioni. Teniamo conto che, avendo anche dei dipendenti, aprire vuol dire cominciare a sostenere spese. Le nuove
disposizioni non ci hanno creato particolari difficoltà: avendo anche un caseificio siamo abituati all’uso di guanti, mascherine e gel e, per quanto riguarda il distanziamento, abbiamo spazi ampi sia negli interni che all’esterno. La criticità è un’altra: che le persone tornino all’abitudine del ‘mangiare fuori’. Abbiamo bisogno che riprenda il turismo internazionale che è stato azzerato, ma anche della clientela locale. Nella zona cuneese, oltre che sugli stranieri, l’attività viveva sulle ‘tavolate’ in occasione di battesimi, comunioni e cresime. È importante che anche questo segmento torni attivo. Per fortuna abbiamo qualche richiesta per le cene di fine anno scolastico, così come sembra essere nato un nuovo mercato domestico per la ricettività, che vede protagoniste le famiglie che vivono in città alla ricerca della natura e della tranquillità assoluta della campagna coniugate alla disponibilità di una buona rete wi fi che permetta loro
Dopo l’intervento di Confagricoltura si va verso una soluzione
Sembra avviarsi verso una soluzione il problema della mancata erogazione agli agriturismi del Bonus Piemonte di 2.500euro destinato alle aziende che esercitano ristorazione e che sono rimaste bloccate dal lockdown. Il 5 giugno, nel corso di un incontro a cui ha partecipato per Confagricoltura Piemonte il segretario regionale di Agriturist Paolo Bertolotto, il governatore Alberto Cirio, l’assessore al turismo Vittoria Poggio e l›assessore all›agricoltura Marco Protopapa hanno confermato l’impegno dell’amministrazione di superare le difficoltà tecniche e burocratiche che hanno finora impedito la concessione del contributo, dovute al codice ATECO prevalente che per gli agriturismi è quello di attività agricola.
22
agriturismi che sono anche fattorie didattiche. La stima sull’intero Paese è di quasi un miliardo di euro di perdite.
L’Agricoltore cuneese N.04 • GIUGNO 2020
“Grazie alla conferma dell’impegno della Regione, che abbiamo sollecitato con spirito costruttivo nelle scorse settimane - commenta Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte - si sono poste le basi per giungere a una soluzione positiva della vertenza che dovrebbe far sì che entro l’estate, ci auguriamo, tutte le aziende agrituristiche che effettuano ristorazione possano ottenere il bonus previsto dal Riparti-Piemonte. È un sostegno che apprezziamo, non soltanto sotto il profilo economico, ma anche dal punto di vista dell’attenzione che la Regione dimostra verso un comparto importante che contribuisce in modo rilevante allo sviluppo dell’agricoltura, turismo e dell’economia del territorio”.