“VENTO DI PONENTE” | ANNO II | DECRETO ACCOGLIMENTO ISCRIZIONE REGISTRO STAMPA N. CRONOL. 240/2018 DEL 26/01/2018 R.G. N. 111/2018, NUM. REG. STAMPA 2 TRIBUNALE DI IMPERIA | EDITO DA ANCE SERVIZI IMPERIA SRL | CONTIENE I.P. | DIRETTORE RESPONSABILE: FABRIZIO PEPINO
SETTEMBRE
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2019
Dove comincia la città Il progetto del “nuovo” Porto Vecchio di Sanremo
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Particolare di un rendering fotografico relativo al progetto del “nuovo” Porto Vecchio di Sanremo [Foto: Porto Sanremo Srl]
Società editrice e pubblicità: Ance Servizi Imperia Srl Viale Giacomo Matteotti, 32 18100 - Imperia (IM) Tel. 0183/650551 Fax 0183/64245 info@anceimperia.it
SETTEMBRE
Direttore responsabile: Fabrizio Pepino
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Redazione e grafica: Autorivari studio associato Corso IV Novembre, 8 12100 – Cuneo (CN) Tel. 0171/601962 staff@autorivari.com Stampa tipografica: Tipografia Grafiche Amadeo Srl Via Nazionale Sud, 1 18027 - Chiusanico (IM) Tel. 0183/52603 Spedizione postale: PostaTARGET CATALOG Numero aut. NORD OVEST/00316/03.2018 Ufficio di accettazione/detentore: Imperia CDM Registrazione Tribunale Imperia Decreto accoglimento iscrizione registro stampa n. cronol. 240/2018 del 26/01/2018 R.G. n. 111/2018, Num. Reg. Stampa 2 Chiusura: 26/09/2019
2019 Rivieracqua. Le imprese che hanno lavorato vanno pagate senza fare sconti
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Traforo Armo-Cantarana. La soluzione dimenticata
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Collegamenti Italia-Francia. La farsa delle gallerie di Airole
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Flavio di Muro: “La sfida del futuro è una metropolitana del mare”
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Immobiliare a due facce. L’entroterra cresce, nuovo e seconde case in discesa
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Urbanistica. Ance rispedisce al mittente il nuovo Puc di Sanremo
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Cantiere Imperia. Le imprese locali chiedono più spazio nei nuovi lavori
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#bloccadegrado. Genio Civile di Imperia e Poste di Sanremo
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Dove comincia la città. Il progetto del “nuovo” Porto Vecchio di Sanremo
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Cultura d’Impresa. Le stanze e gli sguardi della presenza di Monet in Riviera
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Le nostre aziende. Tesorini di famiglia da quattro generazioni
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I doveri di Rivieracqua Le imprese che hanno lavorato vanno pagate senza fare sconti Gianni Silvano VICE PRESIDENTE ANCE IMPERIA
La nostra posizione resta quella di fare fino in fondo tutta la nostra parte per garantire alle imprese creditrici di essere pagate fino all’ultimo centesimo. Questo è sempre stato e sempre resterà l’unico obiettivo della nostra azione, in quanto è proprio per far fronte a simili situazioni che esiste l’Ance
Per Ance è inaccettabile ogni proposta di pagamento dei creditori inferiore al 100% del dovuto
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entre lo scenario sul futuro della gestio-
ne del ciclo idrico della provincia di Imperia è in continuo divenire, soprattutto a causa della situazione difficile in cui versa da troppo tempo Rivieracqua, Ance Imperia non cambia di una virgola la sua posizione, che resta quella di fare fino in fondo tutta la sua parte per garantire alle imprese creditrici di essere pagate fino all’ultimo centesimo.
Questo è sempre stato e sempre resterà l’unico obiettivo della nostra azione, in quanto è proprio per far fronte a simili situazioni che esistono le associazioni di rappresentanza degli imprenditori. In questi anni le aziende nostre associate hanno lavorato per Rivieracqua. Hanno lavorato bene. Hanno continuato a lavorare anche quando la situazione ha cominciato a precipitare. Non hanno smesso di farlo quando è stato necessario far fronte a delle situazioni di emergenza. Per questo ora suona come inaccettabile ogni proposta di pagamento dei creditori inferiore al 100% del dovuto, in quanto a rigor di logica le im-
prese creditrici avrebbero diritto addirittura ad un rimborso aggiuntivo con gli interessi che spetterebbero loro per aver fatto da banca al consorzio idrico, che può decidere la vita o la morte di molte imprese. E a cascata, la sopravvivenza delle famiglie dei loro dipendenti. È una responsabilità troppo grande per cedere anche solo di un passo. Per questo, per quanto è nelle nostre possibilità, non lo faremo, come non dovrebbe farlo nessuno che abbia un ruolo simile al nostro. Stabilita questa priorità, quindi, tutto il resto assume un’importanza per cosi dire relativa al raggiungimento dell’unico obiettivo che abbiamo. Nonostante gli edili del Ponente Ligure abbiano un’idea chiara in proposito, l’acqua potrà restare completamente pubblica come potrà essere dato qualche spazio ai privati; l’ingresso di Amaie e Secom e delle altre società comunali di gestione del ciclo idrico integrato dell’acqua potrà avvenire o meno, a condizioni più o meno favorevoli per
5 imprese edili per il lavoro
stessa potrà restare un
che hanno fatto.
consorzio o trasformarsi
Questo è il nostro dove-
in una società per azio-
re e la nostra missione,
ni; si potrà arrivare o
che non ci stancheremo
meno ad una tariffa unica
mai di ribadire e ripetere
provinciale dell’acqua più
in ogni sede. Questo è il
alta o più bassa di quelle
compito a cui non possia-
attualmente in vigore;
mo abdicare senza per-
paradossalmente, anche
dere la fiducia dei nostri
la stessa decisione del
associati. Questo è il no-
semplice, le offriamo tut-
Tribunale sull’appro-
stro primo messaggio al
ta la nostra disponibilità
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dalla Regione Liguria per
a compimento il percorso
Rivieracqua potrà essere
sostituirsi alla Provincia
incompiuto di arrivare ad
positiva o negativa, anche
di Imperia nel governo
un’unica gestione del ciclo
se appare chiaro che
dell’ambito idrico, per il
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È una responsabilità troppo grande per cedere anche solo di un passo. Per questo, per quanto è nelle nostre possibilità, non lo faremo, come non dovrebbe farlo nessuno che abbia un ruolo simile al nostro
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Il progetto, risalente agli anni Novanta, è stato presentato a Ormea lo scorso 20 luglio su iniziativa congiunta delle Camere di Commercio di Cuneo e Riviere di Liguria [Foto: Camere di Commercio di Cuneo e Riviere di Liguria]
Traforo Armo-Cantarana La soluzione dimenticata Alessandro Nidi
Consenso ampio e trasversale sul progetto che facilita i collegamenti tra basso Piemonte e Ponente Ligure
“N
on possiamo che osservare nebbie dell’oblio (che l’avvolgevano con occhi positivi il prodagli anni Novanta) un’intuizione degetto definitivo del trastinata a mutare radicalmente il modo foro Armo-Cantarana, opera agognata di viaggiare e i traffici commerciali fra da tempo. D’altro canto, il basso Piemonte e il Poquando si parla di infranente Ligure: 9,284 chilostrutture di tale portata, metri di lunghezza comAnce Imperia si in grado di accorciare le plessiva, affrontabili in augura che la tempistiche di percorrenza appena sei minuti d’oroloquestione non si e di sgravare il territorio gio, contro gli attuali 13,8 areni, come già dal traffico pesante, la successo in passato chilometri della statale 28, soddisfazione non può e che, fra limiti massimi di non dev’essere taciuta”. velocità ritoccati verso il Non nutre dubbio alcuno basso e dislivelli altimeEnio Marino, presidente di Ance Impetrici, necessitano di un arco temporale ria, in merito alla bontà della decisione incluso fra i 25 e i 28 minuti. delle Camere di Commercio di Cuneo “Il nostro auspicio, ora, è che la quee Riviere di Liguria di ripescare dalle stione non si areni - ha precisato
7 Marino -, come peraltro già verificatosi in passato. Occorre abbattere i tempi per riuscire a cantierare l’opera quanto prima, sperando che la sua pratica non si inceppi e conservi una matrice meramente tecnica, del tutto slegata dalla politica e dai suoi continui mutamenti di rotta”. Il Cipe del 24 luglio ha dato il via libera all’intervento; la partita, adesso, si giocherà sui binari della burocrazia e della copertura finanziaria. Come annunciato nel corso della conferenza stampa ufficiale di presentazione del progetto definitivo, andata in scena a Cantarana, frazione appartenente al Comune di Ormea, lo scorso 20 luglio, l’esborso complessivo, calcolato sulla base del prezziario Anas 2019 Nuove Costruzioni e Manutenzione Straordinaria, dovrebbe attestarsi a quota 304.216.922,70 euro. Secondo le proiezioni, inoltre, servirebbero 1020 giornate di lavoro consecutive per realizzare il valico. Due anni e nove mesi, di ternità, grazie all’esistenza del foro pilota (2852 metri di galleria, del diametro di 2,50 metri), il cui ultimo diaframma cadde nel maggio del 1992 per favorire l’indagine geognostica, tesa a verificare la composizione del terreno
Ormea
Ponte di Nava
Cantarana
Nava
S.Luigi
Acquetico
LE CIFRE CHE FANNO LA DIFFERENZA
Il traforo Armo-Cantarana è lungo complessivamente 9,284 chilometri, affrontabili in appena sei minuti, contro gli attuali 13,8 chilometri della Statale 28, che, fra limiti massimi di velocità ritoccati verso il basso, dislivelli altimetrici quasi doppi e attraversamento di 11 centro abitati, necessitano di un arco temporale incluso fra i 25 e i 28 minuti. [Info-grafica: Autorivari] Sotto: un momento della presentazione del progetto ad Ormea [Foto: Alessandro Nidi] Pieve Di Teco
attraversato. Le sensazioni che gravitano attorno alla fattibilità del progetto sono ampiamente positive, come rivela uno dei suoi principali fautori, Ferruccio Dardanello, presidente della Camera di Commercio di Cuneo: “Ritornare dopo parecchi lustri a parlare concretamente del traforo Armo-Cantarana rappresenta per me la realizzazione di
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P I A N O
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L’esborso complessivo per la realizzazione del tunnel, calcolato sulla base del prezziario Anas 2019 Nuove Costruzioni e Manutenzione Straordinaria, dovrebbe attestarsi a quota 304.216.922,70 euro
un sogno, che va a coronare un lavoro che ha richiesto moltissimi mesi e che è stato svolto con l’abnegazione tipica delle Camere di Commercio. Abbiamo ricercato con straordinaria cura le motivazioni per le quali il progetto è stato dormiente per tutto questo tempo, per poi presentarlo come una delle priorità connesse alle Alpi del Mare, con queste ultime che, per le nostre terre, dovranno costituire un ponte verso il Mediterraneo e, per il Mediterraneo, un ponte verso l’Europa. Una connotazione di più ampio respiro e indubbiamente meno campanilistica, che dovrà mettere in moto tanti meccanismi per dare risalto alle nostre imprese e ai nostri prodotti”. A fargli eco è stato Luciano Pasquale, presidente della Camera di Commercio Riviere di Liguria, il quale ha dato vita a un rapporto sinergico con Dardanello, rivelatosi determinante per riportare in auge l’Armo-Cantarana: “Si tratta di un valico fondamentale - ha com-
mentato -, che aiuterà l’economia in termini di relazioni d’affari per i nostri territori, assicurando al tempo stesso la possibilità di raccogliere le istanze provenienti dal sistema dei trasporti, dalla logistica, dai piccoli artigiani e dai commercianti. Il basso Piemonte, attraverso il traforo, beneficerà di un collegamento diretto con un corridoio europeo fra i più importanti, il Marsiglia-Genova-Nizza: un tassello davvero significativo, in quanto, rispetto a tre decenni fa, quest’oggi possiamo fare totale affidamento sulla capacità dei nostri imprenditori, sull’intelligenza delle nostre persone e sulla volontà dei nostri amministratori”. Sullo sfondo, intanto, si staglia già una prima previsione inaugurale dell’opera, effettuata proprio da Dardanello e Pasquale, che hanno individuato nel 2025 l’anno in cui il traforo Armo-Cantarana, con i suoi 7 viadotti e le sue 8 gallerie, dovrebbe essere ultimato.
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Collegamenti Italia-Francia / Valle Roja e Tunnel di Tenda
LA FARSA DELLE GALLERIE DI AIROLE Il regalo per tutti gli automobilisti dopo il periodo delle ferie? Eccolo: a partire dal 1° ottobre e fino al 31 dicembre in Valle Roja termina il senso unico alternato durante il giorno nelle gallerie della tratta Ventimiglia-Airole sottoposte a lavori estivi. La limitazione sarà infatti attiva nel solo orario notturno compreso fra le 22 e le 6 del mattino successivo e consentirà di ultimare le lavorazioni in progetto tramite l’esecuzione delle attività di finitura. Il tutto, ovviamente, a ferie finite. In estate, tutti in coda sotto il solleone. Quasi tre ore di strada per affrontare qualche chilometro per farsi una nuotata al mare o per puntare qualche vetta del Cuneese. Mettiamoci l’animo in pace: buona ripresa a tutti.
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Imperi
San Lorenzo
Marina Aregai Arma di Taggia
Sanremo Ospedaletti Ventimiglia Bordighera
Passaggio a Ponente La sfida del futuro è una metropolitana del mare
Anna Cavallera
“I
l progetto di una nuova ‘metropolitana del
mare’ è una sfida per il futuro che tutti dobbiamo
L’amministrazione di Ventimiglia è intenzionata a procedere in questa direzione, così come le amministrazioni francesi e quella del Principato di Monaco: è il momento giusto per affrontare e trasformare in realtà questo progetto
accettare, dalle associazioni di categoria a chi fa politica, per diminuire il traffico nelle strade e creare rinnovati collegamenti per pendolari e turisti”. Il deputato Flavio Di Muro, Segretario alla Commissione Giustizia e Membro della Commissione Politiche UE della passata
“Come attuarla? Ognuno deve prestare le proprie competenze per aggredire finanziamenti nazionali o europei, oltre a rivedere la legislazione in materia di trasporto pubblico locale, al fine di incrementare gli attuali servizi preesistenti. Vorrei essere un elemento facilitatore tra le esigenze e le prospettive degli amministratori locali della provincia di Imperia e le normati-
legislatura Salvini, ha sposato da subito l’idea della nuova viabilità via mare attraverso un servizio di trasporto nautico che collega le coste del Ponente Ligure lanciata da Ance Imperia nell’assemblea dell’anno scorso.
Il deputato della Lega sostiene il progetto lanciato da Ance Imperia nell’assemblea dello scorso anno
ve ed i finanziamenti a livello nazionale, internazionale ed europeo. Ho bisogno di approfondire quali sono i blocchi esistenti per poter lanciare quest’iniziativa. Credo in questo sviluppo e voglio dare il mio contributo, sia come promotore politico che come legislatore”. Lei abita a Ventimiglia, come la vede da cittadino? “A Genova c’è la nave-bus che collega il Ponente genovese al centro cittadino: è un modello simile già sperimentato che funziona bene. In provincia di Imperia questo dibattito è ancora all’inizio, quindi bisogna premere sull’accelerato-
11 Diano Marina
ia
re. L’amministrazione di Ventimiglia è intenzionata a procedere in questa direzione, così come le amministrazioni francesi e quella del Principato di Monaco: è il momento giusto per affrontare e trasformare in realtà questo progetto”. La nuova mobilità costiera alternativa alla viabilità tradizionale imperiese intende spostare la maggior parte del trasporto su gomma e su strada ferrata, ormai saturo, via mare, investendo nel turismo ed in una nuova edilizia interconnessa con il territorio, attraverso la creazione di infrastrutture, parcheggi, punti di approdo e la costruzione di nuove reti viarie. Con la speranza che tutto questo serva a portare effettivamente nuovo lavoro alle aziende del territorio… “È necessaria una premessa: lo sviluppo del trasporto via mare non può risolvere i problemi infrastrutturali di collegamento e di traffico dell’estremo Ponente Ligure. Da deputato del territorio ho ricevuto numerose istanze tese a far uscire dall’isolamento a cui è condannata ormai da decenni la provincia di Imperia: abbiamo un’autostrada
Credo in questo sviluppo e voglio dare il mio contributo, sia come promotore politico che come legislatore ridotta, un insieme di strade sentieristiche, bisogna ancora completare il tratto di Aurelia bis rimasto inattuato e il raddoppio del Ponente Ligure a livello ferroviario. Queste sono ad oggi le priorità. Il tassello del trasporto via mare s’incastra nello sviluppo delle infrastrutture nel territorio. Serve un’unità di intenti e la voglia di lavorare concretamente per cambiare norme e trovare finanziamenti”. Il Ponente Ligure è pronto per affrontare questa sfida? “Ho avuto un ottimo colloquio con Ance, con le capitanerie di porto, con politici a livello nazionale, come l’ex viceministro ai Trasporti ed Infrastrutture Rixi. La crisi del governo ha comportato anche il blocco dell’attività di un parlamentare, ma mi riprometto di approfondire la normativa a livello nazionale, fermo restando che a livello locale c’è già grande entusiasmo”. Quali ricadute vi saranno da un punto di vista ambientalistico?
G R A N D A N G O L O
“Ci troviamo all’anno zero, dunque possiamo attuare vari accorgimenti per evitare che lo sviluppo infrastrutturale ed economico comportino un danno ambientale. Da un punto di vista turistico può collegarsi con altri servizi che stanno nascendo sul territorio, come quello dedicato alla scoperta dei fondali marini piuttosto che dei paesaggi costieri. Se riuscissimo ad abbinare le bellezze del nostro territorio con una risposta in chiave di collegamenti e servizi, convinceremmo più turisti, almeno quelli piemontesi e lombardi, a spostarsi in questa parte di estremo Ponente Ligure piuttosto che nella provincia di Savona”. Entro quando si realizzerà questa nuova via del mare?
Il deputato della Lega Flavio Di Muro è stato Segretario alla Commissione Giustizia e Membro della Commissione Politiche Unione Europea della passata legislatura Salvini [Foto: Flavio Di Muro]
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Spero che un’interconnessione possa portare da subito posti di lavoro e sviluppo economico ed in seguito una nuova attrattività turistica che vada ad integrare quella già esistente, oltre che un aiuto ai lavoratori per collegarsi meglio dalle loro abitazioni ai posti di lavoro
Gruppo
“Diritto e finanziamenti dipenderanno dall’unità di intenti e mi auguro possano assumere una tempistica illimitata nel tempo. Serve inoltre la predisposizione e la disponibilità dei porti turistici. Quello di Ventimiglia, ad esempio, non sarà pronto sino alla primavera dell’anno prossimo, mentre Ospedaletti è fermo e Monaco si sta riorganizzando con strutture sul mare, quindi in attesa che gli approdi diportistici siano completati è il caso di focalizzarsi sugli aspetti più normativi”. C’è già stato un coinvolgimento formale con la città di Montecarlo?
Lo specialista italiano del fotovoltaico
G R A N D A N G O L O
“Si, esiste uno stretto legame tra il porto di Ventimiglia e il Principato di Monaco: poco tempo fa il Principe in persona è venuto in Regione per analizzare i lavori del porto. Questo passaggio via mare servirà ai lavoratori frontalieri dell’estremo Ponente Ligure, spesso vittime degli scioperi dei treni e costretti ad incrementare il traffico veicolare”. Qual è il suo auspicio per il futuro? “Spero che un’interconnessione possa portare da subito posti di lavoro e sviluppo economico ed in seguito una nuova attrattività turistica che
vada ad integrare quella già esistente, oltre che un aiuto ai lavoratori per collegarsi meglio dalle loro abitazioni ai posti di lavoro. Possiamo vedere questa ‘metropolitana del mare’ come uno sviluppo per il territorio veramente all’avanguardia”.
A Genova c’è la nave-bus che collega il Ponente genovese al centro cittadino: è un modello simile già sperimentato che funziona bene
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Immobiliare a due facce L’entroterra cresce, nuovo e seconde case in discesa
U
na recente rilevazione effettuata interventi strutturali, dall’altro aiutino dal Centro Studi di Tecnocale imprese a fare fronte alle difficoltà sa rivela che il business legato economiche che un alto quoziente di al comparto immobiliare nella riviera “invenduto”, poiché troppo costoso, ligure è in crescita. Le aree attorno alle inevitabilmente genera. piste ciclabili e l’entroterra, sopratSi rende dunque quanto mai opportuna tutto se non troppo lontano dal mare, una pesante azione di riqualificazione sono mete molto ambìte da un turismo immobiliare da attuarsi attraverso una straniero sempre più “green” e sempre stretta collaborazione tra istituzioni, più innamorato delle attività sportive associazioni e proprietari affinché queall’aria aperta e delle valli. Un segnale sti ultimi siano incentivati a realizzare sicuramente positivo che le opere di ristrutturazione tuttavia non trova collocanecessarie a fare sì che i Ance chiede misure loro immobili tornino a zione su tutto il territorio per riqualificare della nostra provincia. rispondere all’esigenza l’esistente e Un’analisi più approturistica attuale. rilancia il progetto fondita della situazione Per quanto concerne di locazione immobiliare del territorio, l’invenduto, invece, Ance infatti, evidenzia una graturistica del nuovo Imperia rilancia la prove e perdurante situazione posta di un censimento invenduto di difficoltà delle zone che porti ad una mapcosiddette popolari, nelle patura completa degli quali soprattutto le mutate immobili ancora a carico abitudini turistiche hanno comportato delle imprese sul territorio al fine di una forte decrescita della domanda, supportare le imprese stesse nella loro facendo calare i prezzi anche del 40% locazione. Una soluzione che non ha di in questi ultimi dieci anni, a partire da certo la pretesa di risolvere il problema quando la crisi economica globale si è alla radice, ma della quale non possono abbattuta, senza sostanzialmente più essere trascurati i tanti risvolti positivi. rialzarsi, come una scure pesantissima Si tratta infatti di un’iniziativa che, da su questo settore. un lato consente di far “vivere” gli imUna provincia a due facce dunque, mobili evitandone il degrado e l’abbanquella di Imperia, che si pone in una dono e, dall’altro, rappresenta anche condizione difficilmente sostenibile un modo attraverso il quale favorire nel lungo periodo, alla quale è dunque ed incentivare il turismo sul territorio. necessario quanto prima porre rimedio Per le aziende, infine, i canoni di affitto con misure che, da un lato aiutino a rappresenterebbero la soluzione più rendere più appetibili gli immobili delle immediata per ridurre i danni economici derivanti dai mancati introiti della zone meno “gettonate” che nella quasi vendita. totalità dei casi necessitano di forti
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Fabio Rubero
La locazione degli immobili ancora a carico delle imprese rappresenta anche un modo per incentivare il turismo sul territorio [Foto: Autorivari]
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Ance rispedisce al mittente il nuovo Puc di Sanremo Per gli edili del Ponente Ligure il Piano Urbanistico Comunale licenziato dalla Regione non è accettabile Anna Cavallera
Così com’è bloccherebbe per i prossimi 30 anni il territorio, basti pensare alle zone precollinari che di fatto non avrebbero più spazio per alcun tipo di attività edilizia
più spazio per alcun tipo di attività
L’augurio è che il Comune contrasti fortemente il nuovo piano regolatore nel modo e nei termini previsti per la scadenza, per presentare opposizioni
“I
l nuovo Piano Urbanistico Comunale, dal punto di vista di noi costruttori e dei rappresentanti
degli organi professionali, è inaccettabile poiché bloccherebbe per i prossimi 30 anni
edilizia”. Il Presidente di Ance Imperia, Enio Marino, non usa mezze parole per commentare la normativa urbanistica da poco licenziata dalla Regione. Presidente, facciamo un esempio… “Ipotizziamo di avere una vecchia abitazione rustica pericolante situata a bordo strada: secondo la normativa proposta, la casa si potrebbe demolire, ma dovrebbe essere ricostruita esattamente nel luogo in cui si trova e con gli stessi ingombri. La norma appare retrograda
il territorio di Sanremo, basti pensare alle
ed impensabile da attuare, poiché
zone precollinari che di fatto non avrebbero
l’immobile dovrebbe invece poter essere
La baia di Sanremo vista dall’alto, arrivado dall’autostrada [Foto: Autorivari]
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Parola all’esperto / Giancarlo Buschiazzo
IMPOSSIBILE RECUPERARE IL PATRIMONIO EDILIZIO Secondo il geometra Giancarlo Buschiazzo, consulente tecnico e collaboratore di Ance Imperia, di fatto, l’esclusione delle zone agricole dal Piano Casa rappresenta una grave restrizione alla possibilità edificatoria, poiché, oltre ad impedire la messa a norma delle costruzioni preesistenti, proibirebbe anche l’edificazione di piscine e parcheggi interrati, indispensabili per un territorio dalla morfologia collinare. “Questa normativa non prevede un recupero realistico del patrimonio edilizio - spiega -. Sanremo sorge su di una zona sismica e dovrebbe provvedere alla costruzione di edifici antisismici, mentre la maggior parte delle costruzioni sono state realizzate negli anni Sessanta, prima dell’entrata in vigore della normativa antisismica. L’attuale Puc non consente la possibilità di intervenire nella demolizione di un edificio e di ricostruirlo in materiali antisismici, escludendo la premialità e favorendo la conservazione di stabili fatiscenti e pericolanti in luogo di abitazioni nuove, energeticamente efficienti e circondati da giardini. Oltre ad andare a discapito del lavoro e della categoria dei costruttori, tutto ciò sarebbe necessario per la tutela della salute e del benessere del cittadino, nonché per proteggere il patrimonio esistente dal costante pericolo di calamità naturali”.
ricostruito meglio e traslato all’interno della proprietà, anche per consentire un futuro ampliamento della strada. La morfologia dell’abitazione cambia in base ai tempi ed alle esigenze: deve poter essere attualizzata, nel pieno rispetto del decoro e dell’estetica”.
Vorremmo che sulle colline vi fosse la possibilità, per ogni cittadino, di realizzare la propria abitazione in modo esteticamente valido e rispettoso del bello e del sostenibile Quale la direzione da seguire per i costruttori? “Di certo non intendiamo fare i cementificatori selvaggi e riempire il nostro paesaggio di calcestruzzo, come si faceva negli anni Sessanta, pratiche che ormai fortunatamente non esistono più. Noi vorremmo che sulle colline vi fosse la possibilità, per ogni cittadino, di realizzare la propria abitazione in modo esteticamente valido e rispettoso di un certo contesto improntato alla qualità della vita e della bellezza, della natura, della pulizia, dell’ordine, così come avviene in Francia, ma anche in territori a noi vicini (ad esempio, la collina sopra Pinamare, nel comprensorio di Andora o la zona del Golf nell’entroterra di
OX N XA XG XG XI O A T T IU LA LP IETXRÀXS X X
Occorrerebbe altresì ricordare alla Regione che l’agricoltura e la floricultura, sul territorio di Sanremo, sono lontani ricordi, che la città deve andare a vele spiegate verso un futuro tutto da costruire e non verso un qualcosa che c’era, ma non c’è più e non ha più prospettive future
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Sanremo oggi è costretta a realizzare un’edilizia che rasenta l’abuso poiché attualmente gli strumenti a disposizione non consentono altro
Albenga). Sanremo è costretta a realizzare
Armea, per rattristarsi di fronte al desolante
un’edilizia che rasenta l’abuso poiché at-
spettacolo che si presenta: delle ‘corbe’, le
tualmente gli strumenti a disposizione non
ceste che trent’anni fa straripavano di fiori,
consentono altro”.
ne restano oggi pochissime: la floricultura è tramontata. I nostri amministratori locali
Quali soluzioni intravede per la situazione?
devono prenderne atto e dichiararlo in Re-
“Mi auguro che il Comune contrasti forte-
gione, di modo che nel nuovo piano regola-
mente questo nuovo piano regolatore nel
tore le colline di Sanremo possano vantare
modo e nei termini previsti per la scadenza,
una nuova vocazione, impostata sul turismo
per presentare opposizioni. Occorrerebbe
e sulla bellezza dei luoghi”.
altresì ricordare alla Regione che l’agricoltura e la floricultura, sul territorio di
Quali strategie dovrebbe attuare l’ammi-
Sanremo, sono lontani ricordi”.
nistrazione? “Prendere atto di questa realtà e condivi-
Cosa resta oggi di quel commercio che rese
derla a livello regionale, affinché si sappia
grande il territorio?
che Sanremo vuole andare in un’altra dire-
“Nelle colline le serre dei fiori sono ormai
zione, a vele spiegate verso un futuro tutto
tristemente vuote e pericolanti, con rischi per
da costruire e non verso un qualcosa che
i terreni su cui sorgono. È sufficiente visitare
c’era, ma non c’è più e non ha più prospet-
una mattina il plateatico del mercato in Valle
tive future”.
Retroscena / Approvazione del Piano Urbanistico Comunale
COMUNE E REGIONE IN ROTTA SUL “PIANO CASA” Nel mentre pare che le amministrazioni comunali e regionali stiano proseguendo nella ricerca di soluzioni tecniche efficaci alle questioni che hanno infiammato l’estate ligure, con l’insorgere del nuovo Piano urbanistico comunale. Il Puc approvato dalla giunta Toti lo scorso 30 aprile aveva ottenuto un primo consenso formulato in sede di Consiglio comunale dell’amministrazione Biancheri. Il principale motivo di contrasto tra Comune e Regione avrebbe riguardato il “Piano Casa”, normativa incorporata all’interno del Piano Urbanistico Comunale da parte della Regione Liguria, nella persona del suo assessore regionale Marco Scajola in sede di approvazione: a quanto pare tali norme, oltre a non essere state precedentemente previste e a trovarsi in aperto contrasto con quelle volute dal Comune matuziano, limiterebbero gli interventi di riqualificazione edilizia delle zone agricole, escluse dal Piano Casa, con grave detrimento per il territorio e la collettività. Da un punto di vista formale, inoltre, v’è da sottolineare come l’efficacia del nuovo Puc sarebbe parimenti stata condizionata dall’approvazione comunale di una preventiva variante Ptcp urbanistica ad hoc allo stesso Piano Urbano, convalidato dall’amministrazione cittadina. Dopo un primo incontro presso Palazzo Bellevue tra il sindaco Alberto Biancheri e l’Assessore all’Urbanistica Massimo Donzella con le categorie produttive coinvolte, nel corso del quale erano emerse le criticità dello strumento urbanistico atteso da oltre trent’anni, tra osservazioni e rinvii burocratici, l’Amministrazione aveva annunciato di voler ricorrere cautelativamente al Tar per tutelarsi nei confronti del documento licenziato dalla Regione. La stessa avrebbe disconosciuto la paternità dell’esclusione delle zone agricole dal Piano Casa inserito nel Piano Urbanistico Comunale, esclusione o prescrizione avvenuta, secondo la giunta Toti, per volontà dello stesso ente locale, ma parrebbe essersi dimostrata sin da subito collaborativa nell’intento di superare l’empasse in contraddittorio con i vari attori coinvolti. Nella speranza che gli amministratori comunali e regionali giungano in breve tempo ad una soluzione condivisa, non resta che attendere la stagione autunnale per conoscere le sorti urbanistiche del comune matuziano.
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Cantiere Imperia Le imprese locali chiedono più spazio nei nuovi lavori Fabio Rubero
La principale responsabilità di questa situazione non è del Comune bensì di un sistema che premia gioco forza le aziende più grandi e più strutturate a prescindere dalla loro collocazione geografica
E
ra lo scorso mese di marzo quando, attraverso un’intervista esclusiva rilasciata alla nostra testata, Claudio Scajola annunciava l’avvio di un’importante serie di investimenti infrastrutturali che avrebbero riguardato di lì a poco la città di Imperia. “Stiamo per partire con gare d’appalto per una cifra complessiva superiore ai 30 milioni di euro” ci disse il primo cittadino imperiese. Ed ancora, “incalzato” su quanto e come le aziende edili del Ponente Ligure sarebbero state coinvolte in questo virtuoso percorso che stava per intraprendere il loro capoluogo di provincia, il sindaco anticipò alcuni dettagli di un progetto in cantiere di particolare interesse per le imprese locali: “L’idea su cui stiamo lavorando è quella di istituire una sorta di Albo ridotto di ditte locali di fiducia al quale poter attingere velocemente per i lavori di manutenzione e gli interventi più ridotti”. Come diceva Nanni Moretti nel suo celeberrimo Palombella rossa, “le parole sono importanti”, così, a
Per ora gli appalti più importanti non sono andati alle aziende del territorio, che stanno lavorando sugli interventi di minore entità circa sei mesi di distanza da quelle impegnative dichiarazioni di intenti, abbiamo ritenuto fosse opportuno verificare se e come a quelle parole nei mesi successivi hanno fatto seguito fatti di medesima rilevanza o quantomeno se sia stato avviato un percorso in tal senso. Attraverso un proficuo dialogo con il Palazzo Civico di Via Matteotti abbiamo così potuto fare il punto della situazione e riscontrare come effettivamente Imperia sia stata da inizio anno, sia tuttora e sarà nei prossimi mesi oggetto di una profonda e radicale attività di restyling che ha l’obiettivo di renderla più bella, più fruibile e più sicura. Con il fine di trasformare una sciagura in un’opportu-
nità, ad esempio, il molo lungo di Oneglia gravemente danneggiato dagli eventi alluvionali dello scorso mese di ottobre, grazie ad un intervento complessivo di circa 3,8 milioni verrà completamente rifatto e ripensato con l’intenzione di trasformarlo in un punto di interesse turistico chiamato “La passeggiata nel mare”. Ancora, ci è stato spiegato che è in fase di progettazione la riqualificazione totale dei portici di Via Bonfante, Via della Repubblica e Piazza Dante (il centro di Oneglia), che entro fine ottobre partiranno i lavori che porteranno ad una nuova illuminazione in Lungomare Cristoforo Colombo e che entro fine anno partiranno importanti lavori “anti-incendio” nei plessi scolastici di Piazzetta De Negri, Borgo Prino, Via degli Ulivi, Corso Dante, Via Gibelli e Piazza Mameli. Lavori che, purtroppo, non vedono coinvolti aziende edili imperiesi a differenza di alcuni interventi di minore entità (riqualificazione di Via Maresca, rifacimento marciapiedi di
A T T U A L I T À
19 Viale Matteotti, parcheggi in Via Siffredi, parcheggio di Calata Anselmi, manutenzione ordinaria degli edifici scolastici), che invece sono stati e vengono svolti da aziende di Imperia e di Sanremo. Tuttavia dobbiamo riscontrare che quella del cosiddetto “Albo ridotto” annunciato da Scajola sia al momento ancora solamente una bella idea che auspichiamo trovi concretezza nelle prossime settimane.
Imperia si sta dunque rifacendo il trucco, ma di “make up artist” imperiesi sui lavori di maggiore entità non se ne vedono. È del tutto evidente che la responsabilità di questa situazione non possa in alcun modo essere ascritta all’amministrazione comunale, bensì ad un sistema che premia gioco forza le aziende più grandi e più strutturate a prescindere dalla loro collocazione geografica. Rima-
niamo tuttavia convinti che una costante attività di confronto e dialogo tra amministrazione, associazioni ed aziende possa portare ad importanti risultati che facciano sì che in un futuro, auspichiamo nemmeno troppo lontano, contrariamente a quanto recita il vecchio adagio latino “Nemo propheta in patria”, le aziende edili imperiesi possano essere protagoniste anche in casa loro.
L’idea lanciata in un’intervista a “Vento di Ponente” dal sindaco di Imperia Claudio Scajola di realizzare un Albo ridotto di ditte locali, non ha ancora visto la luce
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GENIO CIVILE DI IMPERIA & POSTE DI SANREMO In questo numero, le foto scelte da “Vento di Ponente” per la campagna #bloccadegrado lanciata nei mesi scorsi dal Gruppo Giovani Imprenditori Edili dell’Ance, portano alla luce due situazioni che abbiamo sotto gli occhi quotidianamente. Infatti, ormai siamo talmente abituati al degrado che spesso non ci facciamo più caso. Stiamo parlando del Genio Civile di Imperia, al civico 50 di Viale Matteotti, il cui ingresso da più di 10 anni è occupato da un cantiere che sembra non andare avanti. Tutto era cominciato con il distacco di due lastre di marmo dalla facciata all’inizio degli anni Duemila, poi sono arrivate le transenne e la passerella per garantire la sicurezza all’ingresso, che è ormai diventata parte integrante del dis-arredo urbano. Il palazzo, di proprietà della Regione Liguria, ospita oltre al Genio Civile anche alcuni uffici regionali, provinciali e comunali. L’ingresso delle Poste di Sanremo, invece, è sbarrato da oltre un anno a causa del crollo di alcuni calcinacci dai cornicioni pericolanti della pensilina, avvenuto nell’agosto del 2018. Il problema doveva risolversi nel giro di poche settimane. A breve la loro segnalazione sul sito www.sbloccacantieri.it, il sito con la mappa dei cantieri bloccati in Italia, nella speranza che possa servire a dare una svolta alla situazione.
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Un rendering di come apparirà l’area portuale dopo l’intervento e una veduta aerea di come si presenta oggi il Porto Vecchio di Sanremo [Foto: Porto di Sanremo Srl]
Dove comincia la città Il Porto Vecchio di Sanremo
Dietro le quinte del progetto di rinnovamento dell’intera area portuale individuato dal Comune
Paolo Ragazzo
L’iter di approvazione prevede una delibera di Giunta, l’esame del Consiglio comunale e la valutazioine della Conferenza dei servizi prima di indire le gare d’appalto
P
di integrazioni e condizioni richieste rocede l’iter amministrativo da Comune, il tutto dovrà ora essere che dovrebbe portare Sanremo recepito da una delibera di Giunta per a dotarsi di un “nuovo” Porto poi passare all’esame del Consiglio Vecchio. Ma ciò che il progetto della comunale, che dovrà Porto di Sanremo Srl, dichiarare il “pubblico cordata di imprese guidata dalla Cantieri di Aregai La proposta della interesse” dell’opera in programma. Seguirà, di Walter Lagorio, ha cordata Porto quindi, la valutazione della proposto di realizzare di Sanremo Srl Conferenza dei servizi attraverso il sistema del guidata dalla project financing riguarda Cantieri di Aregai per arrivare al via libera un’area molto più estesa di Walter Lagorio definitivo e permettere di indire le prime gare di quella portuale: è un d’appalto, si spera, nel intervento articolato e 2020. In attesa, tuttavia, armonico, a 360°, per del pronunciamento del Tar (fissato per riqualificare l’intera zona circostante il 4 dicembre) circa il ricorso presentato il molo e farne un polo turistico, al dalle due società escluse, la Cnis di servizio di tutta la cittadinanza. Una Portosole e la Porto San Francesco Srl, vera e propria rivoluzione per il tessuto il cui esito potrebbe cambiare questo urbano della Città dei Fiori. Dopo scenario. aver adeguato il progetto a una serie
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VIABILITÀ RIVOLUZIONATA
complesso processo urbanistico in atto,
E PARCHEGGIO INTERRATO
che mira a valorizzare sempre di più la
Ma conosciamo meglio la proposta con
vocazione turistica della città. Molti sono
cui lo studio Calvi Ceschia Viganò Ar-
gli elementi che compongono una propo-
chitetti Associati ha convinto l’ammini-
sta decisamente ambiziosa e articolata,
strazione comunale guidata dal sindaco
a partire dalla volontà di realizzare una
Alberto Biancheri.
vera e propria piazza in grado di unire la
La considerazione di base, da cui muove
città e il suo porto: un’area compresa tra
tutto il progetto, è che la riqualificazione
via Gioberti, via Gaudio, corso Nazario
e la valorizzazione dell’ambito portuale
Sauro, via Roma e… l’acqua. La soluzione
rappresentino una considerevole op-
individuata è quella di interrare l’attra-
portunità di rilancio per il turismo con
versamento veicolare, ora esterno su
positive ricadute sul tessuto socio-eco-
via Nino Bixio, dall’incrocio con corso
nomico cittadino. Ecco perché quanto si
Mombello e costruire parallelamente
prevede di realizzare nei prossimi anni
un parcheggio sotterraneo da 100 po-
si colloca in continuità con il lento e
sti, per recuperare i posti auto “persi”
La considerazione da cui muove il progetto è che la riqualificazione e la valorizzazione dell’ambito portuale rappresentino una considerevole opportunità di rilancio per il turismo con positive ricadute sul tessuto socio-economico
La proposta progettuale scelta dall’aministrazione guidata dal sindaco Alberto Biancheri è stata elaborata dallo studio Calvi Ceschia Viganò Architetti Associati [Foto: Porto di Sanremo Srl]
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Il suggestivo Forte di Santa Tecla manterrà un ruolo centrale nello skyline dell’area, sarà circondato da una zona 30 e vedrà nei pressi la nascita di un mercato del pesce [Foto: Porto di Sanremo Srl]
dalla pedonalizzazione di via Nino Bixio. Questo doppio intervento, accompagnato dal necessario riordino della viabilità, porterebbe il centro della città ad essere collegato direttamente con il porto e, soprattutto, le zone a maggior afflusso turistico, come piazza Bresca, via Gaudio e piazza Sardi, a diventare una sorta di “terrazza” sul molo. UNA GRANDE AGORÀ ACCESSIBILE A TUTTI I progettisti hanno voluto idealmente chiamare “piazza” tutti gli spazi urbani compresi tra il porto e il fronte edilizio di via Gaudio, liberato dalle auto. Una grande agorà composta da una zona adibita al passeggio, dalla pista ciclabile e da un’area per la sosta. “L’intento è quello di avere un progetto unitario, organico nell’insieme degli interventi da svolgere e negli esiti espressivi - sottolinea l’architetto Marco Calvi -. Tale risultato sarà fortemente legato anche al
L’intento è quello di avere un progetto unitario, organico nell’insieme degli interventi da svolgere e negli esiti espressivi
modo in cui sarà concepito il nuovo rivestimento pavimentale delle aree della piazza stessa e alla scelta dei materiali con cui saranno realizzati sia gli edifici che gli arredi urbani: esistono materiali che sono usati da secoli e ancora oggi dimostrano la loro efficacia ed il primo fra questi è la pietra. E altri, di epoca moderna, che già caratterizzano la città di Sanremo: il cemento, la ghisa o l’acciaio. Questi sono i materiali scelti per il
progetto”. Al suolo saranno impiegati una pietra arenaria grigia (base principale per l’insieme delle pavimentazioni degli spazi pubblici) e il cemento (utilizzato per sottolineare, segnare e strutturare il disegno delle superfici). Massima attenzione dunque all’impatto visivo ed estetico di ogni intervento. L’aspetto di ogni nuovo edificio, ad esempio, sarà armonizzato con quelli del porto, tanto che a prescindere dalla dimensione e dalla funzione (bar o ristoranti), i materiali con cui saranno realizzati saranno gli stessi per tutti. “La piazza, nel suo insieme, è da considerare come una naturale dilatazione degli spazi angusti del centro storico della città verso il mare e proprio per questo motivo ci è sembrato impossibile concepire una risistemazione della piazza disgiunta dalle dinamiche di tutti i percorsi che si snodano a partire da questo punto focale intorno al porto”, continua Calvi. SICUREZZA, SERVIZI E PARCHEGGI Per ciò che concerne le opere sul molo di Ponente, invece, si procederà anzitutto alla messa in sicurezza per proteggerlo maggiormente dalle forti mareggiate, mentre a terra sono previsti gli uffici direzionali del porto e tutta la banchina sarà caratterizzata da un lungo filare di palme. Gli spazi pubblici saranno illuminati e arredati con panchine. Per la strada verrà riportata alla luce la pavimentazione in pietra e verranno restaurati e puliti i muri interni della diga che sono realizzati in granito. Per consentire il passeggio tra i vari livelli sarà realizzata una nuova scala di collegamento con la banchina. Il bacino d’acqua, invece, verrà riordinato e migliorato al servizio dei pescatori e degli atleti dell’Associazione canottieri e dello Yacht Club. Il suggestivo Forte di Santa Tecla, costruzione militare settecentesca destinata a sede museale, manterrà un ruolo centrale nello skyline dell’area, sarà
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23 circondato da una zona 30 e vedrà nei pressi la nascita di un mercato del pesce. Ultima, ma non per importanza, la questione parcheggi per le auto: passeranno dai 214 attuali ai 312 futuri, di cui 8 per i disabili e 23 per il carico scarico. Importante anche la presenza di stalli per le moto (166) e per le biciclette (222), a garantire una mobilità snella e alternativa. “Le trasformazioni urbane del Porto Vecchio di Sanremo rievocano una tipologia di interventi sullo spazio pubblico che vanta precedenti illustri, si pensi a quelli su scala maggiore realizzati a Barcellona in occasione delle Olimpiadi - conclude l’architetto Marco Calvi -. Sapendo quanto hanno inciso queste opere sulla vita della città catalana, crediamo che l’ambizione di questo progetto sanremese, fatte le debite proporzioni, debba essere la stessa. L’evoluzione storica del porto e della città stanno andando da tempo
nella direzione turistica e noi crediamo che il compimento di questo sviluppo nel suo insieme possa in futuro creare ripercussioni inaspettate sulla città: non ultima una revisione del rapporto tra cittadini e turisti con l’automobile - che già tra l’altro ha avuto modo di cambiare grazie alla pista ciclabile - in una direzione di modernità che vede nello sviluppo sostenibile delle città in cui viviamo uno dei primi fattori di crescita del benessere collettivo”.
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Panoramica di Bordighera e della sua riviera vista dall’ampio terrazzo di Villa Etelinda, dal quale si scorge, guardando a destra, la facciata di Villa Regina Margherita che ha ospitato la mostra “Claude Monet. Ritorno in Riviera” [Foto: Autorivari]
Le stanze e gli sguardi della presenza di Monet in Riviera Anna Cavallera
Un particolare de “La Vallée de Sasso, effet de soleil” di Claude Monet, esposto all’interno della splendida Villa Regina Margherita di Bordighera
“P
arto pieno di ardore, ho l’impressione che farò cose meravigliose”, scriveva Claude Monet (Parigi, 14 novembre 1840 – Giverny, 5 dicembre 1926) dalla stazione dei treni di Parigi il 17 gennaio 1884, poco prima di salire sul convoglio che lo avrebbe condotto a Bordighera, in una lettera indirizzata al suo gallerista Paul Durand-Ruel. A distanza di centotrentacinque anni, il più impressionista degli impressionisti, colui che più di altri seppe rendere l’impressione fugace del moto continuo ed inarrestabile della luce, è tornato in Riviera con tre importanti opere realizzate in quel periodo, esposte dal 30 aprile al 31 luglio nella mostra “Claude Monet. Ritorno in Riviera”, curata da Aldo Herlaut. Mentre i dipinti “Le Château de Dolceacqua” e “Monte
Ance Imperia ha organizzato una doppia visita guidata di Villa Etelinda e Villa Regina Margherita a Bordighera Carlo vu de Roquebrune” sono stati esposti presso il Castello Doria di Dolceacqua, “La Vallée de Sasso, effet de soleil” ha trovato giusta collocazione all’interno della splendida Villa Regina Margherita di Bordighera. Martedì 2 luglio, in occasione dell’assemblea privata annuale, il presidente di Ance Imperia, Enio Marino, ha organizzato un piacevole evento conviviale: terminati i lavori assembleari i presenti hanno visitato gli ambienti di Villa Etelinda, quindi l’adiacente Villa Regina Margherita,
con la mostra dedicata a Claude Monet: un affascinante percorso espositivo, documentario e multimediale ha illustrato l’esperienza dell’artista durante il soggiorno rivierasco. Villa Regina Margherita è stata costruita nel 1916 dall’architetto Broggi secondo stilemi barocchi ed eclettici, con ricche entrate scenografiche ed importanti fregi che richiamano il modello della residenza romana dalla quale la regnante aveva deciso di trasferirsi sino alla sua morte, avvenuta nel 1926. Nel 1929 il re Vittorio Emanuele III donò la proprietà all’Associazione Nazionale delle Famiglie dei Caduti e Dispersi in Guerra, quindi, nel 2008, il complesso immobiliare passò al Comune di Bordighera e alla Provincia di Imperia. Terminati i lavori di ristrutturazione, dal 2011 la residenza ospitò il Museo
C U L T U R A
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della Fondazione Famiglia Terruzzi, di Angelo Terruzzi, “il re del nichel”, tra i più grandi collezionisti d’arte italiana; nel 2014 il museo chiuse i battenti e a distanza di quattro anni la reggia è ora tornata al suo splendore per ospitare “l’incanto di Monet”, quella sua ricerca quasi ossessiva di “dipingere la
luce” e la natura mediterranea, fatta di palme ed ulivi avvolti in un’atmosfera lussureggiante. Dopo un primo soggiorno al seguito di Renoir, il celebre artista risiedette in Liguria, spostandosi tra Bordighera - l’hotel Anglaise, le Valli del Nervia e del Sasso, Dolceacqua e Monte Carlo, dal 19 gennaio al 6 aprile
del 1884, periodo durante il quale realizzò ben trentotto opere, perlopiù oggi conservate presso il Musée Marmottan Monet di Parigi. Monet, cresciuto a Le Havre, frequentò con assiduità la prospiciente Villa Etelinda, soggetto raffigurato in quattro tele nel 1884: grazie al suo sguardo, l’immagine
26
Villa Etelinda, o meglio Villa Bischoffsheim, è stata oggetto di importanti lavori di ristrutturazione realizzati una quindicina di anni fa da parte dell’impresa edile Olimpio Lanteri & C. Sas
Un momento della visita guidata a Villa Etelinda organizzata da Ance Imperia per i suoi associati in occasione dell’assemblea annuale del 2 luglio scorso [Foto: Autorivari]
della bianca villa con la
cui il chimico Louis Pasteur,
torretta-mirador ha fatto
ospitò la giovane Marghe-
il giro del mondo. La villa
rita durante il suo primo
è meglio nota come Villa
soggiorno a Bordighera,
Bischoffsheim, dal nome
centro in competizione
del suo primo proprietario,
con la vicina Côte d’Azur,
il barone Raphaël Louis
popolata da intellettuali ed
Bischoffsheim (Amsterdam,
aristocratici che spalancò
1823 - Parigi, 1906), ricco
ville e giardini ad anglo-
banchiere, politico e mece-
sassoni e nobili europei.
nate francese di origine te-
Il 14 aprile 1896 la villa fu
desca che ne commissionò
acquistata da Lord Claude
la costruzione all’amico
Bowes-Lyon, che ne sosti-
oggetto di importanti lavori
Charles Garnier. Realizzata
tuì il nome in villa Etelinda,
di ristrutturazione realiz-
dal 1873 al 1875, ripropo-
per onorare il successo che
zati una quindicina di anni
neva il classico campanile
la sorella, Mildred Marion
fa da parte dell’impresa
bianco della Villa Garnier
Bowes-Lyon aveva ottenu-
edile Olimpio Lanteri & C.
all’Arziglia, con scala
to presentando a Firenze la
Sas. Il titolare, ex presi-
interna a chiocciola di Gu-
sua omonima opera lirica.
dente di Ance Imperia sino
stave Eiffel, un’architettura
A partire dal 1910, la futura
al 2017 ed attualmente
asimmetrica con un’insoli-
regina madre d’Inghilter-
membro del consiglio
ta articolazione dei volumi
ra Elizabeth Bowes-Lyon
direttivo, ci ha raccontato
le cui superfici decorate
soggiornerà tutti gli inverni
come gli interventi più si-
con i mosaici policromi di
presso Villa Etelinda, sino
gnificativi avessero riguar-
gusto moresco spiccavano
al 1914, quando la residen-
dato la messa in sicurezza
accanto al monogramma
za fu venduta alla Regina
ed il recupero strutturale,
RB, inciso tra gli archi della
Margherita: ma gli am-
con la ricostruzione delle
piccola loggia. Nell’atrio un
bienti non si prestavano
balaustre prospicienti i
elegante mosaico circolare
alle esigenze di rappre-
terrazzi e, da un punto di
accompagna l’imponente
sentanza reale, tant’è che
vista edilizio, la ricostru-
scalone che porta al piano
la stessa, nel 1914, decise
zione dei pinnacoli e delle
superiore: sul lato ovest
di realizzare l’attuale Villa
pavimentazioni in cotto.
si trovano il salone e la
Regina Margherita, inau-
I lavori di finitura aveva-
sala da pranzo e sul lato
gurata il 25 febbraio 1916 e
no interessato il restauro
est la sala da biliardo. Qui
situata sul più panoramico
delle decorazioni pittoriche
Bischoffsheim, oltre ad in-
poggio di levante.
interne dell’ultimo piano,
trattenersi con personalità
Villa Etelinda, o meglio
gli intonaci della facciata,
della cultura del tempo, tra
Villa Bischoffsheim, è stata
oltre che al recupero delle
Monet, cresciuto a Le Havre, frequentò con assiduità Villa Etelinda, soggetto raffigurato in 4 tele nel 1884
tessere musive che compongono i mosaici. La ricca dimora incastonata nella Via Romana che aveva incantato anche lo sguardo di Monet, e quello più pragmatico della regina madre, è tornata a splendere tra il parco ed i giardini ricchi di fiori, palme, olivi e lussureggianti fronde esotiche.
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ASSOCIAZIONE NAZIONALE COSTRUTTORI EDILI L'Ance rappresenta l'industria italiana delle costruzioni. All'Ance aderiscono circa 20.000 imprese private in tutta Italia, specializzate in opere pubbliche, edilizia abitativa, commerciale e industriale, tutela ambientale, promozione edilizia e lavorazioni specialistiche. Il sistema associativo copre tutto il territorio nazionale ed è articolato in 96 Associazioni Territoriali e 20 Organismi Regionali. L'azione dell'Ance è diretta alla promozione e al rafforzamento dei valori imprenditoriali e del lavoro dell'industria edile e del suo indotto, e concorre al perseguimento degli interessi generali del Paese. Nel campo del lavoro, l'Ance gestisce insieme al sindacato una rete nazionale per la formazione (Scuole Edili), l'assistenza (Casse Edili) e la sicurezza dei lavoratori del settore (CPT). A livello internazionale l'Ance è presente stabilmente a Bruxelles e aderisce alle più importanti Federazioni internazionali delle costruzioni.
ANCE IMPERIA Via Matteotti 32 18100 Imperia Tel. 0183.650551 Fax 0183.64245
ANCE SAVONA Via Gramsci 10 17100 Savona Tel. 019.8553 Fax 019.821474
ANCE GENOVA Via Roma 10/a 16121 Genova Tel. 010.589841 Fax 010.587413
ANCE LA SPEZIA Via Don Minzoni 2 19121 La Spezia Tel. 0187.725206 Fax 0187.21320
ANCE LIGURIA Via alla Porta degli Archi 10 - 16121 Genova - Tel. 010.543000 - Fax 010.5708933 - info@anceliguria.it
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Tesorini di famiglia da quattro generazioni Dal 1894 la storia dell’azienda si intreccia con la vita della famiglia che porta lo stesso cognome, Tesorini Gilberto Manfrin
In prima linea ci sono due nipoti del fondatore: Luciano segue la parte amministrativa e commerciale, Ettore è a capo dell’area tecnica e supervisiona all’acquisto dei mezzi e delle attrezzature; mentre il pro nipote Clivio coordina l’officina e la squadra di tre meccanici fissi assegnati alla manutenzione ordinaria dei mezzi d’opera
D
i generazione in generazione. È così che si è tramandata sino ai giorni nostri la storia dell’impresa edile Tesorini di Camporosso. In principio fu nonno Ettore: nato nel 1894, diede i natali a quella che oggi è un’affermata realtà nel settore edile dell’Imperiese. Raccontarne la storia significa farsi largo in un mix di emozioni, in un incrociarsi di testimonianze e ricordi di coloro che ancora oggi portano avanti l’attività dell’azienda, 41 dipendenti e tanta, tantissima voglia di crescere. L’INSEGNAMENTO DEL FONDATORE Alla Tesorini oggi si è giunti alla quarta generazione. Come detto fu Ettore, all’età di 15 anni ad avviare l’attività. Un carrettiere: ecco cos’era, nei fatti, il capostipite. La famiglia, di origine umbra, agli inizi del Novecento era partita per cercare fortuna in Francia, a Nizza, come avevano fatto alcuni parenti e amici. Ettore partì senza niente, ma complice l’assenza di alcuni documenti per l’espatrio, dovette sostare a Bordighera per alcuni giorni. Qui, comprato un cavallo, aveva iniziato a lavorare facendo, appunto, il carrettiere per conto di un’azienda agricola. Quando giunsero i fogli necessari a superare il confine, Ettore aveva ormai un lavoro fisso tra le mani, buona scusa per restare in Italia. Senza neanche accorgersene, forse, animò i germogli della Tesorini, nata come attività di trasporto materiali inerti con muli e cavalli per approvvigionare i cantieri presenti lungo il litorale del Ponente Ligure. Un’attività
presto ampliata con un servizio settimanale di corriere rapido per il trasporto di materiale vario, lungo la direttrice Ventimiglia-Voghera, per rifornire i clienti di ciò di cui necessitavano per la loro attività. E che clienti! I nomi? Ermenegildo Zegna, oggi divenuta azienda italiana leader nell’abbigliamento di lusso maschile, piuttosto che Saclà, colosso dell’alimentare. PAROLA D’ORDINE, DIVERSIFICARE Aveva 4 figli Ettore: Clivio, Giuseppe, Mario e Osvaldo. Fattisi largo con l’intento di portare avanti l’idea imprenditoriale del babbo, ampliarono ben
29 presto le lavorazioni inserendosi nel in un incidente stradale. L’azienda, nosettore agricolo, effettuando vangature nostante la perdita del proprio patriarca, ed arature di terreni. Fu Giuseppe, poi è ormai solida e sa camminare grazie uscito dall’azienda, il primo ad amall’impegno dei figli, divenuti uomini. pliare il raggio: nella zona di Tortona Oggi, opere marittime, fluviali e stradali aveva notato un piccolo trattore per integrano quanto svolto sia in Italia che arare i terreni e lo aveva subito compranella vicina Francia, divenuta “terra di to, affiancando quell’attività al lavoro conquista” per la Tesorini. Qui, e nel originario di movimento terra. Diversipiccolo Principato di Monaco, l’azienda ficare e ampliare divennero è ormai operativa da oltre ben presto due must per la 10 anni, un lasso di tempo Tesorini. Con l’arrivo sul Da quasi 110 anni che l’ha vista crescere sia in mercato delle prime autoil quartier generale fatturato, grazie alle comgrù, l’azienda si specializza messe di lavoro ottenute dell’impresa è infatti in un altro settore appunto oltre confine, sia a Camporosso, che si dimostrerà trainannel numero di dipendenti. tra Ventimiglia e te: quello dei sollevamenti. Tra le opere più importanti, Bordighera La posa della cupola sulla la Tesorini partecipa alla cattedrale di Sant’Agostino costruzione del Parking a Ventimiglia viene ancora Vieille Ville - Sablettes da 450 posti auto a Mentone, un’opera oggi ricordata alla Tesorini come uno molto delicata dal punto di vista tecnico dei lavori più impegnativi mai portati a in quanto prevede scavi di 10 metri sotto termine in questo campo. al livello del mare, con l’acqua da governare. Un lavoro che ha messo alla prova FRANCIA, TERRA DI CONQUISTA l’abilità degli operatori della Tesorini, È il 1971 quando Ettore viene a mancare
Un passaggio di testimone, quello avvenuto ai vertici, favorito dal “passo indietro” compiuto da Mario (papà di Luciano), Osvaldo (papà di Ettore), e Pierluigi (papà di Clivio) per lasciar andare avanti i figli e i nipoti nella conduzione, pur continuando a seguire l’azienda da dietro le quinte
ALBUM DI FAMIGLIA Sopra: il fondatore Ettore e Mario, uno dei figli. [Foto: Tesorini] A fianco, da sinistra: Luciano (figlio di Mario), Clivio e suo papà Pierluigi, Osvaldo e suo figlio Ettore. [Foto: Autorivari] Nella pagina precedente: due foto storiche dei mezzi dell’azienda al lavoro [Foto: Tesorini]
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30 compiere i 110 anni, nei ranghi aziendali è giunta la quarta generazione. Attualmente, in prima linea ci sono due nipoti del fondatore Ettore: Luciano segue la parte amministrativa e commerciale, Ettore (porta il nome del nonno) è a capo dell’area tecnica e supervisiona all’acquisto dei mezzi e delle attrezzature, mentre il pro nipote Clivio coordina l’officina e la squadra di tre meccanici fissi assegnati alla manutenzione ordinaria dei mezzi d’opera. Un passaggio di testimone, quello avvenuto ai vertici, favorito dal “passo indietro” compiuto da Mario (papà di Luciano), Osvaldo (papà di Ettore), e Pierluigi (papà di Clivio) per lasciar andare avanti i figli e i nipoti nella conduzione, pur A Mentone la Tesorini partecipa alla costruzione del Parking Vieille Ville - Sablettes (450 posti auto), un’opera molto delicata dal punto di vista tecnico in quanto prevede scavi di 10 metri sotto al livello del mare, con l’acqua da governare [Foto: Tesorini]
che ha fatto tesoro di quell’esperienza, sia per la mole di roccia da scavare sia perché ha richiesto l’acquisto di nuova attrezzatura, materiale innovativo mai usato prima, ma necessario per ultimare il lavoro. Ancora oggi, la maggior parte delle commesse della Tesorini, un buon 60%, sono in territorio francese; il restante 40% riguarda appalti soprattutOggi il to nell’Imperiese.
continuando a seguire l’azienda da die-
COMPITI E RUOLI: A OGNUNO IL SUO Ogni mattina le porte dell’azienda aprono molto prima dell’arrivo dei dipendenti. Tutti qualificati e competenti, vanno a comporre squadre di professionisti molto affiatati e dalle competenze diverse, ma complementari. Un rapporto, quello con le maestranze, che l’azienda ha saputo coltivare nel tempo: ci sono lavoratori assunti da 25 anni, chiamati spesso a discutere con i titolari sui lavori da portare a termine. Chi è stato ai comandi, in passato guidava lo stesso camion che oggi governano i dipendenti: per questo, andare d’accordo e confrontarsi viene naturale. Prossima a
faccia e tenere alto il nome
tro le quinte. Perché dell’esperienza di chi è più navigato, c’è sempre bisogno. “Per molti aspetti nel modo di lavorare ci assomigliamo molto – dicono Luciano, Ettore e Clivio -. In azienda ognuno di noi si è ritagliato il suo spazio, un proprio modus operandi. Ciò
60% delle commesse sono in territorio francese, il restante 40% riguarda appalti nell’Imperiese
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che ci lega molto nel lavoro è il voler fare bella figura, ad ogni costo, metterci la della Tesorini. Ci sono molte aziende che eseguono la nostra stessa attività, certamente meglio di noi. Ecco perché non possiamo
sederci sugli allori, ma dobbiamo sempre essere pronti ad evolverci e a metterci in discussione”. Come insegnò Ettore, d’altro canto, che per primo, da semplice carrettiere, ingranò la quarta più di un secolo fa per dare vita a questa azienda, oggi riferimento per tutto l’Imperiese e non solo, e che volge lo sguardo al futuro con fiducia. Passando di generazione in generazione.