Luigi Giussani High School Una scuola secondaria per 400 ragazzi di Kireka inaugurazione 3 febbraio 2012
Kampala, Uganda campagna
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AVSI
` l’avventura piu ` L’educazione e affascinante e difficile della vita Benedetto XVI
Luigi Giussani High School - Kampala, Uganda
Una scuola secondaria per 400 ragazzi di Kireka
inaugurazione 3 febbraio 2012 Kampala, Uganda
Luigi Giussani High School
Una scuola secondaria per 400 ragazzi di Kireka fatta con 32mila collane di carta riciclata realizzate dalle donne del Meeting Point International e distribuite da 1.300 volontari italiani degli AVSI Point, per le Tende, in azienda, tra amici, colleghi e in famiglia. Un’amicizia dell’altro mondo che il Sostegno a distanza permette di continuare
I numeri della nuova Scuola:
400 ragazzi studiano alla Luigi Giussani High School con il Sostegno a distanza e diventeranno 600 nei prossimi anni;
20 insegnati accompagnano i giovani nel percorso educativo, formati a loro volta dal Centro Permanente per l’Educazione (PCE) di Kampala;
12 classi
ospitano le lezioni, i laboratori e la biblioteca;
2.000 mq
è la superficie del terreno sul quale sorge la scuola;
3 piani è alto l’edificio della “Tutto nasce dal desiderio che i miei ragazzi possano essere guardati come sono stata guardata io”. Così esordisce Rose Busingye quando le si chiede della Luigi Giussani High School di Kampala. “Voglio che questi ragazzi scoprano un rapporto che riconosca il valore dell’altro, in cui l’altro non deve diventare lo schiavo delle tue idee, dove l’educatore ti deve accompagnare al tuo destino. Solitamente, invece, nelle scuole qui in Uganda e più in generale in Africa, l’insegnante è il tuo capo e tu sei schiavo di quello che dice. Quello che ho imparato dal don Gius è che l’educazione è uno che ti prende per mano e ti dice: “Vieni, camminiamo insieme, andiamo verso una verità, che non sono io, ma la verità è un Altro”. Tanto che il motto della nuova scuola (in Africa ogni istituto ne ha uno) recita “con le nostre mani, ma con la Sua forza” ricordando le opere nella tradizione monastica benedettina.
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scuola;
85 centesimi
di euro è il costo al giorno per sostenere a distanza un ragazzo, per almeno un anno, dandogli l’opportunità di studiare;
32.000 collane di carta riciclata realizzate dalla donne del Meeting Point International hanno contribuito alla costruzione della scuola; Da questa intuizione, un popolo si è mosso a Kampala come in Italia, nelle Americhe, in Europa e fino in Asia. In tutto il mondo è arrivata la domanda, proposta anche nella campagna delle Tende 2009-2010: abbiamo bisogno di una scuola secondaria per i ragazzi di Kireka, il quartiere della capitale in Uganda, dove ha sede anche il Meeting Point International diretto dall’amica Rose e le cui donne, madri dei giovani
1.300 persone volontarie degli AVSI Point hanno raccolto fondi in Italia per la scuola proponendo le 32mila collane ad amici, parenti e colleghi.
studenti, sono le ormai famose autrici delle belle collane di carta riciclata. E così, da tutto il mondo, è arrivato il prezioso contributo per la costruzione dell’edificio scolastico che sarà inaugurato il 3 febbraio 2012 e che farà
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studiare 400 studenti grazie al Sostegno a distanza. Una nuova scuola fatta con le collane, fatta cioè con le migliaia di persone che hanno proposto una collana in cambio di una donazione. Il risultato è lì da vedere: oltre 32.000 collane realizzate dalle donne del Meeting Point hanno percorso chilometri e attraversato i mari per raggiungere quelle 1.300 persone, amici degli AVSI Point, che durante le Tende, gli incontri in azienda, le hanno proposte e raccontate ad amici, colleghi e parenti. Legati, gli uni agli altri come le collane. La Luigi Giussani High School è una scuola secondaria, corrisponde al liceo in Italia per intenderci. Garantire un percorso educativo dopo i primi anni della scuola dell’obbligo, significa dare la possibilità ai giovani di crescere e accedere, nel futuro, anche all’università. E questa meravigliosa avventura si concretizza grazie a quella straordinaria amicizia dell’altro mondo che è il Sostegno a distanza. “Quando mio padre è morto non avevo speranza. Prima di incontrare Rose, non pensavo di potere andare avanti a studiare; ma lei mi ha guardato e mi ha detto: “Dennis, lo sai che hai un valore? Puoi fare ciò che vuoi!”.
distanza di AVSI dall’Italia che gli ha permesso di andare all’università. Storie come questa evidenziano come sia necessario partecipare alla grande sfida dell’educazione secondaria in corso in Africa e in tutti i paesi in via di sviluppo. Il desiderio per la nuova scuola è che sia un punto di riferimento, un luogo in cui gli insegnanti, insieme con gli allievi, vivano un’esperienza educativa e di crescita umana, dove la famiglia e la comunità di appartenenza del ragazzo siano co-protagonisti. “È sempre più urgente il bisogno di dare un’impostazione unitaria alla proposta educativa. – Afferma John Makoha, responsabile di AVSI in Uganda - Ciò risulta ancora più evidente a Kireka, quartiere abitato da persone provenienti da ogni parte dell’Uganda, di tribù diverse, spesso vittime di guerra o dell’emarginazione sociale generata dal diffondersi dell’Aids.” “L’idea di costruire una nuova scuola – sottolineano da Kampala Chiara Broggi e Mauro Giacomazzi di AVSI - nasce proprio dal fatto che in Uganda nessuno educa i ragazzi a riconoscere il loro valore e la loro dignità. Nelle scuole,
solitamente, questo non succede, i ragazzi sono trattati male, spesso picchiati, e al termine del percorso scolastico sono perfino peggio di quando hanno iniziato.” La scuola secondaria per i ragazzi di Kireka è iniziata due anni fa in un edificio temporaneo. La prima pietra era stata posata il 21 maggio 2010 con l’on. Mario Mauro, Rose e la benedizione di padre Tiboni. A febbraio 2012, in concomitanza con l’inaugurazione dell’edificio, inizia il nuovo anno scolastico in Uganda e si prevedono di avere 400 studenti che diventeranno 600 nei prossimi anni. L’edificio è di circa 2.000 metri quadrati di superficie e ospita 12 classi disposte su 3 piani. Al momento alcune classi sono adibite a laboratori, uffici e biblioteca. Nel giro di qualche anno, l’intenzione è quella di costruire un nuovo building che ospiterà uffici e laboratori vari. Ogni piano ha il suo complesso di servizi igienici: una informazione in realtà non così scontata da queste parti. > Continua a pagina 6
Nemmeno mio padre mi ha mai parlato così, non mi aveva mai detto che ho un valore, che la mia vita ha un significato. Una cosa mi è piaciuta molto: Rose non mi ha semplicemente dato i soldi per studiare lasciandomi a me stesso, ma ogni volta si è fermata a parlare con me. Una volta le chiesi cosa volesse dire con la domanda “credi che la tua felicità stia nell’andare all’università?” Mi rispose che i nostri desideri sono infiniti. Questo mi ha spalancato gli occhi!”. Dennis aveva 7 mesi quando sua madre è morta, è cresciuto in una famiglia poligama, il padre è morto di Aids quando aveva 12 anni e da allora è aiutato dal Meeting Point International di Kampala con il Sostegno a
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la vulnerabilita’ è mancanza di educazione. Questa scuola nasce dal desiderio delle mamme di un futuro migliore per i propri figli. La cosa più preziosa che ho avuto nella vita è l’incontro con l’esperienza cristiana che mi ha permesso di essere educata. Io desidero questo per questi ragazzi.” Rose Busingye, direttrice del Meeting Point International di Kampala
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La scuola
l’IMPEGNO DELLA SCUOLA non è di uno, ma di un popolo. Oltre 35.000 collane, 1.500 donatori, 250 eventi grandi e piccoli per tutta Italia hanno permesso di costruire questa scuola.” ALBERTO PIATTI, Segretario Generale della Fondazione AVSI
la scuola si inserisce tra le molte iniziative di AVSI in Uganda che si rinforzano reciprocamente attraverso un lavoro congiunto. Complessivamente quasi 200 persone lavorano ai diversi progetti.” John Makoha, responsabile di AVSI in Uganda
Alberto Piatti
GRANDE ORGOGLIO per il risultato raggiunto, ma c’è ancora tanto da fare.” GIAMPAOLO SILVESTRI, direttore operativo di AVSI John Makoha
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GALLERY
L’Arcivescovo Paul Tschang
VI AUGURO che i vostri ragazzi siano migliori di voi, come ogni genitore spera per i propri figli.” Julian Carron, Presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione
e’ necessaria un’educazione umana e spirituale. Questa scuola è senza dubbio una bella iniziativa che contribuirà a formare i nostri giovani. Questo Paese ha bisogno di sostegno.”
Arcivescovo Paul Tschang in Nam, Nunzio Apostolico di Kampala
La benedizione
IL METODO EDUCATIVO
Le aule della nuova scuola
proposto da AVSI con la scuola e dal Centro Permanente per l’Educazione PCE, è molto affine ai pilastri dell’educazione promossi dall’Unesco: imparare ad essere, imparare a conoscere, imparare a fare, imparare a vivere insieme.” Augustine Omare-Okurut, Segretario Generale dell’Unesco in Uganda (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura)
Un momento della messa
Stefano Dejak, Ambasciatore Italiano
SONO SORPRESO! È particolarmente suggestiva questa scelta di accogliermi con il Va Pensiero, perché questo canto evoca il desiderio di rinascita di un popolo. È inoltre importante sottolineare il ruolo centrale che in questo processo di rinascita hanno avuto e avranno le donne e le ragazze.” Stefano Dejak, Ambasciatore Italiano in Uganda
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Il 95% dei giovani arriva dal Meeting Point International e la loro educazione e frequenza scolastica è assicurata da AVSI con il Sostegno a distanza e da Support International, il partner tedesco. Questi giovani sono i figli delle donne di Rose che abbiamo incontrato anche al Meeting di Rimini nell’agosto 2010 mentre portavano la loro testimonianza e, arrotolando le collane, ballavano e cantavano con una gioia incredibilmente travolgente. Mamme protagoniste, quasi tutte malate, quasi tutte con il virus dell’Hiv che hanno sempre chiesto di aiutarle ad assicurare un futuro ai loro figli. “Chi li aiuterà quando non ci saremo più? Come diventeranno persone adulte in grado di prendere le loro decisioni se non potranno andare a scuola?” Detto fatto. “Queste madri sono commosse – racconta Rose – dal fatto che grazie anche alle loro collane, che i volontari degli AVSI Point hanno instancabilmente proposto a tutti, si sia costruita una nuova scuola per i loro figli. Sentono che questa opera nasce dalle loro mani e dall’aiuto degli amici di tutto il mondo.” Oggi il Meeting Point International di Kampala, partner del network di AVSI, è una realtà matura
che sostiene più di 5.000 persone malate di Aids con cure mediche, attività generatrici di reddito e assicura la scolarizzazione ai bambini. Il Meeting Point è soprattutto un luogo che ha fatto a pezzi i soliti luoghi comuni dell’Aids e nel quale il cuore vince sul pregiudizio e sulla malattia. Lo ha affermato anche il regista Spike Lee a Cannes alla premiazione della pellicola cinematografica Greater che lo raccontava per mano di Emmanuel Exitu. Ma le mamme del Meeting Point non si sono fermate. Dopo essersi commosse e aver raccolto dei fondi spaccando pietre tutto il giorno con martelletti di fortuna da rivendere come ghiaia ai cantieri edili – anche per le loro “colleghe americane di New Orleans”, madri nere come loro, vittime dell’uragano Katrina che ha sconvolto la costa degli Stati Uniti d’America nel 2008, dando vita ad una catena di solidarietà alla rovescia – ora hanno costituito una associazione di catering che provvede alla preparazione dei pasti per i ragazzi della nuova scuola e, inoltre, si prendono cura della pulizia di una parte dell’edificio. Gli insegnanti della scuola sono una ventina, tra i quali già un paio di ex studenti del Meeting Point, e la formazione è assicurata dal Centro Permanente per l’Educazione
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(PCE). Una piattaforma educativa nel board della nuova scuola - nata da una precedente campagna Tende e con il contributo del partner spagnolo CESAL e del Ministero degli Affari Esteri Italiano – che ha già formato oltre 15 mila persone tra cui studenti, professori universitari, insegnanti, dirigenti scolastici, assistenti sociali e guardie carcerarie. Il PCE è impegnato anche sul fronte dell’emergenza educativa in corso nel Corno d’Africa, organizzando la formazione agli insegnanti di Dadaab - il più grande campo profughi del mondo - su richiesta di UNICEF che ha riconosciuto un metodo educativo particolare e vincente, focalizzato sul valore di ogni essere umano e che fa scuola in molte realtà africane. La stessa preside della nuova Luigi Giussani High School, Sr Biniconcilii Ngabirano, ha lavorato per molti anni al PCE in qualità di facilitatrice e, tuttora, è in continuo contatto. 3 febbraio 2012: taglio del nastro della Luigi Giussani High School con la partecipazione del Nunzio Apostolico di Kampala, l’Arcivescovo Paul Tschang In Nam, le autorità locali, lo staff di AVSI con i suoi partner e numerosi ospiti internazionali. Ma i veri protagonisti della giornata sono i ragazzi. Per l’occasione hanno organizzato non solo canti e balli, ma anche la presentazione di due mostre: la prima sull’esperienza dei mo-
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naci benedettini, la seconda sulla via Lattea, introdotta dai curatori della mostra di Euresis. Non possiamo in questa occasione dimenticare la presenza delle donne del Meeting Point che vedono realizzarsi un sogno che solo qualche anno fa sembrava impossibile. La madre di Davis è un esempio per tutti: si unì al Meeting Point di Kampala nel 2010 dopo aver scoperto di essere sieropositiva. Trovare un aiuto per i suoi figli è stato come una cura per lei. “Quando mia madre seppe di avere l’Aids fu sconvolta. Gestiva un piccolo chiosco fuori casa, ma non guadagnava abbastanza per mandarci a scuola – ricorda Davis – ma il Meeting Point ci aiutò con il Sostegno a distanza”. “Quando mi resi conto quel giorno che mio figlio stava per ricevere un sostegno per andare a scuola, non potemmo neanche cenare. Danzammo tutta la notte. Fu un sollievo così grande. Ora sapevo che potevo occuparmi di altre cose mentre mio figlio studiava.” La nuova scuola non è solo un nuovo edificio nel quale imparare, ma un luogo bello e sicuro dove i figli di queste mamme hanno la possibilità di scoprire se stessi e da qui costruirsi un futuro da uomini protagonisti.
L’ Uganda e l’urgenza educativa Nonostante negli ultimi anni si sia registrato un discreto tasso di crescita del PIL, che tuttavia è legato agli ambiti tradizionali dell’agricoltura, dell’artigianato e del piccolo commercio, l’Uganda resta uno dei paesi più fragili del mondo, con un reddito medio pro capite di 380 dollari; secondo i dati disponibili il 44,4% delle persone non riesce a soddisfare adeguatamente i bisogni fondamentali, come cibo, casa, salute,
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sostenere i bisogni reali delle persone. Significativo è il crescente tasso di urbanizzazione, acuito anche dal forzato abbandono di molti villaggi del Nord, per anni minacciati dalla guerriglia; il 10% dell’area del distretto di Kampala è costituita da slums (baraccopoli), dove risiede il 27% della popolazione, con una densità di oltre 14.000 abitanti per kmq in condizioni igienico ambientali precarie e in gravi difficoltà economiche. istruzione. Oggi si stima che la popolazione abbia raggiunto i 30 milioni di abitanti con un tasso di crescita molto elevato del 3,5%, nonostante l’alta mortalità infantile e la forte diffusione dell’Aids. Il tasso di nuovi infetti cresca del 7% ogni anno, determinando una grave mortalità in età adulta, che provoca lo sgretolamento della struttura familiare. Un fenomeno rilevante è proprio l’impoverimento del tradizionale impianto della società e del suo sistema di valori, norme, abitudini e della capacità di creare forme di solidarietà e di
A questi problemi si aggiunge il grave decadimento culturale derivante dal fatto che la persona che vive in uno slum, sradicata dal contesto di appartenenza, si trova sola ad affrontare una condizione di vita nuova, priva dei tradizionali punti di riferimento, cedendo spesso a un atteggiamento assistenziale. A tutto questo consegue una progressiva perdita di identità delle singole persone e dei corpi sociali con gravissime conseguenze in campo educativo.
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Nel 2007 il governo ugandese ha approvato la riforma della scuola secondaria, dopo 10 anni dalla riforma della scuola primaria. Interventi volti ad aumentare il numero di coloro che accedono al sistema scolastico, a garantire l’accesso scolastico anche alle femmine e a migliorare la qualità dell’educazione. Nel tentativo di garantire una libera educazione per tutti ci sono tuttavia molti problemi che il governo deve ancora superare e diverse sfide da affrontare: le strutture sono inadeguate, i materiali didattici sono troppo pochi, gli insegnanti non sono professionalmente preparati. Il risultato è un sistema scolastico incapace di preparare gli adolescenti ad affrontare le sfide poste dalla realtà, sia dal mondo del lavoro sia dall’università. Appare quindi fondamentale una nuova scuola secondaria intesa come luogo di eccellenza e dove lo studente possa essere accompagnato lungo tutti i principali aspetti del processo formativo. Un luogo dove maturare la capacità di giudizio e di affronto della realtà.
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Sostegno a distanza: educare i bambini, sostenere la famiglia, rafforzare i partner
Sin dall’inizio del suo lavoro in Africa, la Fondazione AVSI ha messo in atto programmi dove i bambini e gli adolescenti sono i primi beneficiari. La preoccupazione di AVSI è rivolta allo sviluppo globale di ciascun ragazzo, considerato come persona dotata di una inestimabile dignità e di un potenziale unico e irripetibile. Il programma di Sostegno a distanza di AVSI ha già reso possibile a migliaia di bambini di andare a scuola, accedere ad una assistenza regolare e di emergenza, e percepire l’attenzione e la cura da parte degli adulti nelle loro comunità. In generale AVSI in Uganda si è concentrata con il Sostegno a distanza sulle famiglie più emarginate e più bisognose, molte di loro gravemente colpite dall’epidemia di Aids così forte in Africa. Attraverso il Sostegno a distanza, a ciascun sostenitore è affidato un bambino o un ragazzo e la sua famiglia - allargata nel caso di orfani – i quali ricevono il sostegno per l’educazione, la salute, il benessere psicosociale e la protezione. Tutto ciò grazie al lavoro delle organizzazioni partner selezionate all’interno delle comunità. Il Meeting Point International di Kampala è il principale partner di AVSI in Uganda. La sua presenza e la sua conoscenza capillare del territorio e dei bisogni di ogni sin-
gola persona permette una collaborazione fondamentale per migliorare le condizioni di vita e favorire lo sviluppo. Questo modello di partnership è un fattore chiave per raggiungere grandi numeri rimanendo fedeli ad un approccio metodologico che sottolinea l’attenzione alla persona e alle relazioni interpersonali. Il punto di partenza di AVSI, in Uganda, come in tutti i paesi nei quali lavora - e con tutti i progetti – è il valore che le organizzazioni radicate a livello locale hanno per il semplice fatto di essere l’espressione delle persone stesse, dei loro valori, dei loro obiettivi e aspirazioni ad un bene comune. Il Meeting Point International di Kampala offre aiuto a livello sanitario ed educativo a migliaia di donne sieropositive e alle loro famiglie e, cosa più importante, è soprattutto un luogo dove le persone possono condividere le esperienze e avere il sostegno di altri che vivono le stesse situazioni difficili e hanno gli stessi desideri. Nato dall’idea di base che se non prendi coraggio, l’Aids ti fa nascondere, il Meeting Point affonda le sue radici nel desiderio che ciascun uomo possa capire chi è e a chi appartiene e possa scoprire il proprio valore e la sua dignità, nonostante la malattia o la situazione di indigenza che sta vivendo. “Qui al Meeting Point – spiega Rose Busingye, la direttrice – ogni uomo , grande o piccolo, malato o handicappato, ha un valore ed è responsabile per se stesso. Quando capisci questo e quando capisci che c’è qualcuno con te che ci crede, diventi un gigante. Le mamme costruiscono scuole e i ragazzi vogliono andare all’università!”
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` AVSI chi e La Fondazione AVSI è una organizzazione non governativa, ONLUS, nata nel 1972 e impegnata con oltre 100 progetti di cooperazione allo sviluppo in 38 paesi del mondo di Africa, America Latina e Caraibi, Est Europa, Medio Oriente, Asia. AVSI opera nei settori socio-educativo, sviluppo urbano, sanità, lavoro, agricoltura, sicurezza alimentare e acqua, energia e ambiente, emergenza umanitaria e migrazioni. La sua missione è promuovere la dignità della persona attraverso attività di cooperazione allo sviluppo con particolare attenzione all’educazione, nel solco dell’insegnamento della Dottrina Sociale Cattolica.
i valori guida ` Centralita della persona La persona è vista come un essere unico nelle sue relazioni fondamentali, famiglia e società, irripetibile e irriducibile a qualsiasi categoria sociologica o a un limite che contingentemente vive (povertà, malattia, handicap, guerra).
Partire dal positivo Fondazione AVSI lavora con 700 partner locali (Istituzioni governative, educative, sanitarie, organizzazioni non governative e organizzazioni religiose); con donatori privati e pubblici, come comuni, province, regioni, stato Italiano, Unione Europea, Cooperazioni bilaterali, organismi internazionali, Banche di sviluppo ) e con oltre 60 organizzazioni unite nel “network AVSI”, ovvero una rete informale di soggetti del privato sociale che in modo sistematico collaborano per la realizzazione di progetti, per la riflessione comune sulle problematiche dello sviluppo, per condividere metodi ed esperienze. Il network comprende soci fondatori e soci partecipanti di AVSI, ma anche partner. Una rete legata dall’amicizia operativa. AVSI è riconosciuta dal 1973 dal Ministero degli Esteri italiano come organizzazione non governativa di cooperazione internazionale (ONG); è registrata come Organizzazione Internazionale presso l’Agenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (Usaid); è accreditata dal 1996 al Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite di New York (Ecosoc); è accreditata presso il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia di New York (Unicef); è inserita nella Special List delle organizzazioni non governative dell’Organizzazione Internazionale dell’Onu per il Lavoro di Ginevra (Ilo); è iscritta nella lista dell’Agenzia delle Entrate come organizzazione non lucrativa per il 5 per mille; è un Ente autorizzato dal Governo italiano per le adozioni internazionali; è associata alla CDO Opere Sociali, che con le sue oltre 1.000 realtà non profit in tutta Italia, offre una grande possibilità di attingere know how per i progetti e i partner nei paesi in cui opera. Dal 2006 la Fondazione per la Sussidiarietà è partner culturale e scientifico per la valorizzazione delle risorse, l’approfondimento di tematiche antropologiche e la comprensione dei fenomeni socio-economici secondo una visione basata sulla centralità della persona e il valore del bene comune. Il bilancio di AVSI è certificato da una delle maggiori società di revisione ed è pubblicato sul sito.
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Ogni persona, ogni comunità, per quanto carente, rappresenta una ricchezza. Ciò significa valorizzare ciò che le persone hanno costruito e aiutarle a prendere coscienza del proprio valore e della propria dignità.
Fare con Partire dal rapporto con le persone a cui il progetto è rivolto e costruire insieme sulla base dei passi che maturano con loro e tra loro.
Sviluppo dei corpi intermedi e ` sussidiarieta Fare progetti di sviluppo significa favorire la capacità associativa, riconoscere e valorizzare il costituirsi dei corpi intermedi e di un tessuto sociale ricco di partecipazione e corresponsabilità.
Partnership Creazione di partnership tra tutte le entità presenti sul territorio per favorire sinergie e ottimizzare l’uso delle già scarse risorse a disposizione.
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