P E R I O D I C O
T R I M E S T R A L E
D E L L A
F O N D A Z I O N E
A V S I
D i r e t t o r e r e s p o n s a b i l e : R o b e r t o F o n t o l a n . P e r i o d i c o r e g i s t r a t o a i s e n s i d e l l a L . 47/4 8 a l Tr i b u n a l e d i F o r l ì n . 15 d e l 5 l u g l i o 19 9 5 . S t a m p a : T i b e r, B r e s c i a ( B S ). G r a f i c a A c c e n t o n D e s i g n , M i l a n o
Haiti Courtesy by Ilaria Di Biagio
AGOSTO 2012
Infrastruttura sociale e Ultimo Miglio
anno XII n.2
I
n questi anni l’impegno mondiale per lo sviluppo dei Paesi più poveri, per la pro-
tezione e per la sicurezza sociale delle fasce più fragili della popolazione ha permesso di costruire una buona infrastruttura di regole, processi, norme, meccanismi e politiche sociali, welfare e principi di aiuto allo sviluppo. Ma nonostante questi avanzamenti nel mondo continua ad esserci sofferenza e povertà. Tuttavia l’esperienza ci dice che l’infrastruttura di per sé non è mai sufficiente: occorre un aggancio, un accesso, tra la singola persona e l’infrastruttura stessa. Poiché questo aggancio dipende inesorabilmente dall’iniziativa personale, è il punto debole per le persone più fragili e che vivono nell’informalità e nella solitudine.
Questo compito di una relazione con le persone più fragili è sempre stato svolto dalla comu-
nità di appartenenza. Oggi la complessità del nostro mondo con il suo solidificarsi di queste regole in infrastruttura sociale richiede che qualcuno provveda a questa “cucitura”. Il sistema non arriva alla persona, e la persona se è fragile non arriva al sistema. Così anche tutti quei supporti, dagli ospedali ai contributi economici, dalle borse di studio all’ostetrica per il parto restano lontani e inaccessibili. Questo è il compito che svolgono le organizzazioni come AVSI: l’ultimo miglio tra i servizi e la persona. La persona, anche la più fragile, si “aggancia” così, attraverso una compagnia umana, all’infrastruttura sociale.
Questo compito che AVSI svolge ha un duplice vantaggio, è un canale di andata e ritorno:
non solo ne “guadagna” la persona, ma anche la comunità. In un momento come quello di oggi, in cui stanno cambiando i paradigmi della società, l’ultimo miglio è anche una grande opportunità per mettere in circolo le energie di fasce della popolazione altrimenti escluse. Generalmente percepite come un “costo sociale”, un “peso”, le fasce fragili, i popoli in via di sviluppo, le minoranze, si prospettano come la vera risorsa per il futuro. Le capacità che sviluppano bambini abituati a “cavarsela” dai loro primi anni di età, ragazzi che lavorano di giorno e studiano di sera, adulti che fanno crescere i figli senza avere le spalle coperte, giovani che si avventurano in luoghi sconosciuti alla ricerca di una vita migliore, rappresentano un prezioso contributo per un mondo cristallizzato e bisognoso di grandi cambiamenti. Per questo, immettere le loro abilità nel sistema è qualcosa di cui tutti abbiamo bisogno.
LE POSTE
sono diventate
troppo care!
La nuova iniziativa con /7 Uno di famiglia Il Sostegno a distanza / 2 Lavorare insieme per un futuro sostenibile di Josè Graziano da Silva, Direttore Generale della FAO / 4 Intervista “La vera risorsa del pianeta è la persona” / 6 Free Come far nascere bambini sani da madri sieropositive / 8
dal 19 al 25 agosto AVSI ti aspetta al
La natura dell’uomo è rapporto con l’infinito
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Poste Italiane SpA - Sped. in Abb. Post. D.L. 353/2003 (conv. in L.27.02.2004, n°46) art.1, comma 1, LO/MI - Editore: Fondazione AVSI, Padre Vicinio da Sarsina 216 - 47521 Cesena (FC) AVSI è una FONDAZIONE - ONLUS - ONG idonea DM n. 0347 del 5 luglio 1973 - cod. fisc.: 81017180407
AVSI al Uno di famiglia - il sostegno a distanza Cerca gli appuntamenti www.meetingrimini.org
Una favola per Maria I
Brett Morton
La favola di Arrigo
l cuore sa trovare strade molto speciali La storia è bella e semplice, proprio Una storia magnifica per amare. Particolarissima quella trocome quelle che tanto piacciono ai bamtra un sostenitore vata da Arrigo, che decide di iniziare un Maria vive in un paese lontano e italiano e una bambina bini: sostegno a distanza e così conosce Maria, bello che viene però provato da una cruuna bimba rwandese di tre anni. Lettera in Rwanda che sboccia dele guerra interna, dove perde il suo dopo lettera, l’assistente sociale che la se- con una favola illustrata. affetto più caro. Ma dall’Italia giunge gue racconta la storia di Maria, comune una sorpresa, un’orsetta con un gonnelUna storia di cuore, purtroppo a tanti bambini del Rwanda: il lino rosso e un panda che durante la notresa possibile grazie genocidio, la perdita della madre… te prendono vita e l’accompagnano in un anche alla presenza Arrigo pensa di inviarle un regalo, qualcomeraviglioso viaggio. Pronta l’idea, Arrisa di speciale per lei che possa farla sentigo affida la storia alla brava illustratridei partner locali. re meno sola, ma cosa prendere per quece Federica Castagnoli che la racconta e sta bimba così piccina? Gli viene un’idea: “Ho sempre avuto riempie di colori e immagini le pagine. Il risultato è studavanti a me gli occhi attenti e felici di un bimbo mentre gli pendo. Insieme a due peluches, un’orsetta con il gonnelliviene raccontata una favola”, e così inizia a pensare: no rosso e un panda, proprio come nella favola, spedisce il tutto in Rwanda. La felicità di Maria è stata grandissima, “Una favola per Maria, la sua favola… nell’inviarla continua a mostrare a tutti la bella storia che parla di lei. a Maria in Rwanda, mi sono immaginato i suoi Davvero un regalo unico e speciale! occhioni spalancati e felici mentre la sfogliava”.
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SI RINGRAZIA
“La natura dell’uomo è rapporto con l’infinito”: questo il titolo
Tra i molti incontri, ne segnaliamo alcuni che coinvolgono AVSI: anzitutto un interessante confronto tra un’impresa come ENI, un attore come AVSI e un centro di ricerca come la Columbia University, per costruire alleanze per lo sviluppo. Poi un dibattito sulla pandemia del nostro tempo, l’HIV, e l’esperienza di AVSI in Uganda. Infine, un incontro sulla nutrizione come elemento essenziale nella vita della persona e del pianeta, con il coinvolgimento di organismi internazionali come FAO e PAM. Ti aspettiamo per conoscere personalmente i protagonisti del nostro lavoro!
del Meeting, cui AVSI sarà presente, dal 19 al 25 agosto 2012 presso la Fiera di Rimini (padiglione C1 della CdO), con un gruppo di giovani dei laboratori artigianali di Haiti. Espressione della tensione alla bellezza innata nel popolo haitiano, gli “atelier” sono anche un luogo in cui diversi giovani trovano nel lavoro un modo per vivere dignitosamente, in alternativa all’illegalità e come prospettiva di una ricostruzione anzitutto umana. Incontrarli è un’occasione di certo arricchimento umano, di risveglio della tensione all’infinito.
Benedetta: la mia “nuova” sorellina “Cari Amici ciao, vi voglio raccontare perché ho iniziato a sostenere una sorellina “a distanza”. Tutto è cominciato quando mi sono resa conto che io avevo tutto, una casa, tanti giochi, un babbo e una mamma che mi vogliono tanto bene; mentre in Africa e in altri paesi del mondo ci sono bambini che hanno poco o niente. Tante volte ho visto alla televisione la pubblicità che diceva “Sostieni un bambino a distanza. Salva la sua vita”. Ho iniziato a tartassare i miei genitori chiedendo di sostenere un fratellino o una sorellina; ma loro dicevano: “Aspetta! Ci penseremo”. Io pensavo che non avrebbero mai telefonato, ma loro, furbi, lo hanno fatto mentre io ero a scuola. Così sotto l’albero di Natale ho trovato un delizioso pacco-regalo con la lettera che mi informava che avevo iniziato un sostegno a distanza. Ero al settimo cielo! La mia “nuova sorellina” si chiama Mihiret, ha quasi nove anni e vive a Meki, una cittadina dell’Etiopia, con i genitori, due zii, una sorellina di tre anni, in una casa di legno, fango e lamiera. Frequenta la prima elementare, le piace molto studiare e da grande vorrebbe fare il medico. Ho ricevuto la sua foto:
ha un bel sorriso, sembra una bambina simpatica. Presto riceverò altre sue notizie. Non vedo l’ora di scriverle di me e della mia famiglia. Con i soldini che le mando, lei può continuare a studiare; avrà libri, quaderni, matite, medicine e potrà mangiare alla mensa della scuola. Proviamo a rinunciare ad un pacchetto di figurine o a un gelato: se mettiamo da parte poco meno di un euro al giorno per un anno, alla fine con questi soldini un bambino potrà andare a scuola, avere cibo, medicine e un amico in più. Sono felice di dare la mia amicizia a Mihiret e aiutarla a crescere con la sua famiglia. Benedetta
La distanza non importa se l’orizzonte è grande
Una scuola elementare di Buccinasco, nel milanese, sostiene il Brasile Il primo passo fu fatto in prima elementare, a Natale, con la proposta da parte di Stefania e Liliana, le maestre, di iniziare un’amicizia molto speciale, volta ad aiutare un bimbo in difficoltà. Un’amicizia che partisse da loro, in prima persona: “la proposta è stata fatta direttamente ai bambini: non erano i genitori a tassarsi – raccontano gli insegnanti - ma loro a sacrificare piccoli regali o mance. Il motivo è semplice: che loro si accorgessero di appartenere ad un mondo di cui
Sono felice
di dare la mia amicizia a Mihiret e aiutarla a crescere con la sua famiglia. Seguici su Facebook e Twitter
possono essere protagonisti, un mondo non sempre roseo ma di cui possono cambiare un pezzetto”. L’incontro è con Alex, brasiliano, di Belo Horizonte del Centro Opere Educative Giussani diretto da Rosetta Brambilla, poco più piccolo degli alunni di Buccinasco. Una storia triste di abbandono e violenza, accolta dai bambini con grande affetto. Scrutando le sue foto si accorgevano di ogni piccolo cambiamento, alla ricerca di segni che testimoniassero quella particolare amicizia. “Vedi maestra, qui è meno triste dell’altra foto, forse perché ha ricevuto i nostri regali!” dicevano. Ai bambini non mancano semplicità e speranza: con la collaborazione dei loro genitori, per ben tre anni organizzano un mercatino di vendita dei giochi usati, per poter sostenere Alex e inviargli qualche regalo extra. Quando le notizie sulla situazione di Alex iniziano ad essere più allarmanti preparano anche una preghiera particolare per Natale, affinché potesse essere adottato, trovare una famiglia che lo accogliesse e così organizzano un collegamento skype per poterlo salutare e incoraggiare. Quale la sorpresa quando, durante il video collegamento, Alex annuncia che sarebbe venuto in Italia perché era stato davvero adottato, e successivamente, sorpresa ancor più grande, li va anche a trovare! Che miracolo! Trovarsi davanti quell’amico così lontano ha certamente fatto capire a tutti (più ai grandi che non ai piccoli, che già l’avevano intuito…) che non si sostiene un sogno, qualcosa di incerto e fumoso, ma una persona, un bambino. Conclusosi il sostegno di Alex un nuovo bambino fa capolino: Murillo.
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Ad ASSISI per la Festa degli AngelI. Il 2 ottobre scorso si è tenuta
in Assisi, la prima edizione della Festa degli Angeli alla Porziuncola, che ha visto una grande e calorosa partecipazione, soprattutto di bambini e famiglie e ha portato al sostegno a distanza di 6 bambini del Kenya. L’idea di questa bella iniziativa nasce da un’esperienza dolorosa. Due anni fa Marco e Loredana perdono il loro piccolo Gabriele. Accade proprio durante una visita alla Basilica della Porziuncola, in Assisi. Dalla condivisione di un dolore così grande con altri amici che ne avevano fatto esperienza e grazie all’amicizia con i Frati minori della Porziuncola, nasce l’idea: una festa dedicata agli angeli, custodi del nostro cammino, così da poter ricordare anche i piccoli Gabriele, Alessandro ed Emanuele. Nuovo appuntamento per il 30 settembre in Basilica ad Assisi. Per info: sostegno.distanza@avsi.org
Guarda e scarica
le illustrazioni di Carlo Rossi sul Sostegno a distanza nella sezione “SAD” sul sito di Avsi.org
Sostegno a distanza
un caffè al giorno, due lettere all’anno e un sorriso per sempre! -------------------------------------------------------
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AVSI consiglia Venerdì 24 agosto ------------------------------
OLTRE rio +20
NUTRIRE LA PERSONA, ALIMENTARE LA SPERANZA. TRA FAME, SPRECO E SVILUPPO SOSTENIBILE.
-----------------------------Ore: 19.00 Sala A3 Sono stati invitati: Ertharin Cousin, Direttore Esecutivo del WFP (World Food Programme); José Graziano da Silva, Direttore Generale della FAO (Food and Agricolture Organization); Staffan de Mistura, Sottosegretario di Stato al Ministero degli Affari Esteri; Giuseppe Sala, Amministratore Delegato di Expo 2015. Introduce Alberto Piatti, Segretario Generale Fondazione AVSI.
Lavorare insieme
per un futuro sostenibile Di José Graziano da Silva, Direttore Generale della FAO* Il testo è un estratto dell’intervento del Direttore Generale della FAO alla conferenza delle Nazioni Unite Rio +20, originariamente pubblicato sul quotidiano brasiliano Valor Economico.
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SI RINGRAZIA
Da Ministro Straordinario per la sicurezza alimentare e la lotta contro la fame del suo paese, il brasiliano José Graziano da Silva, nato il 17 novembre del 1949,
In apertura Myanmar. Padre Benjamin con una famiglia contadina birmana della Banca del riso. Un programma integrato che, facendo leva sulla solidarietà, aiuta le persone a uscire dal circolo vizioso dell’usura e dalla povertà con attività di agricoltura e sicurezza alimentare e che AVSI ha sostenuto con le Tende e il sostegno a distanza.
è stato responsabile dell’attuazione del programma “Fame zero” (Fome zero) che ha contribuito in prima persona a formulare. Il programma in cinque anni ha aiutato 24 milioni di brasiliani a uscire dalla povertà estrema e a ridurre la sottonutrizione in Brasile del 25 per cento. Il CREN, centro di recupero nutrizionale partner di AVSI a San Paolo, ha collaborato attivamente al programma. Dal 2004, Da Silva ha ricoperto la carica di vice Direttore Generale dell’organizzazione e di rappresentante Regionale della FAO per l’America Latina e i Caraibi. è l’ottavo Direttore Generale della FAO da quando è stata istituita - il 16 ottobre 1945 a Quebec City, in Canada - e rimarrà in carica fino al 31 luglio 2015.
L
e dichiarazioni conclusive della Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente del 1972 ed ECO-92 hanno posto l’essere umano al centro dello sviluppo sostenibile. Tuttavia, ad oggi, più di 900 milioni di persone soffrono ancora la fame. I poveri di tutto il mondo, soprattutto nelle zone rurali, sono i più colpiti dalla crisi alimentare, climatica, finanziaria, economica, sociale ed energetica. Non possiamo parlare di sviluppo sostenibile quando circa una persona ogni sette è vittima della malnutrizione. Sarebbe una contraddizione in termini. La fame e la povertà estrema non permettono di parlare di un vero sviluppo sostenibile in quanto i poveri hanno bisogno di usare le risorse naturali disponibili per procurarsi il cibo. Per loro l’obiettivo principale di ogni giornata è riuscire a rispondere alle necessità primarie, fare piani a lungo termine è un lusso che non si possono permettere. Paradossalmente, più del 70% delle persone che soffrono la fame nel mondo, per sopravvivere dipendono direttamente da attività come l’agricoltura, la caccia e la pesca. Pertanto, le loro scelte quotidiane contribuiscono a determinare come sono gestite le risorse naturali del mondo (…). La fame mette in moto un circolo vizioso che riduce la produttività, aumenta la povertà, rallenta lo sviluppo economico e porta al degrado delle risorse e alla violenza. La fame e la lotta per le risorse naturali sono fattori di conflitto che, anche quando rimangono circoscritti dentro a un paese, creano un impatto che spesso va al di là dei confini nazionali. Proprio per questo esiste un collegamento diretto tra la sicurezza alimentare e la sicurezza nazionale e regionale. L’obiettivo comune della sicurezza alimentare può essere il filo conduttore che lega le varie sfide del mondo e contribuisce a costruire un futuro più sostenibile.
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Alla Conferenza delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Sostenibile, Rio +20 (giugno 2012, ndr.), abbiamo una grande occasione per trovare punti in comune sul tema della sicurezza alimentare e della sostenibilità. È importante fare modifiche sia nell’ambito della produzione che in quello del consumo per rendere entrambi più sostenibili. Per nutrire una popolazione mondiale che supererà i nove miliardi di persone entro il 2050, la FAO prevede la necessità di aumentare la produzione agricola almeno del 60%. Per fare questo abbiamo bisogno di produrre più cibo, ma contemporaneamente, preservare l’ambiente. (…) Tuttavia, anche se riuscissimo ad aumentare la produzione agricola del 60% entro il 2050, nel mondo ci sa-
In Perù, nella regione Amazonas, si trovano condizioni ottimali per la coltivazione di caffè e cacao. Qui AVSI con la cooperativa CEPROAA, e insieme al Fondo Italo Peruviano, segue oltre 400 piccoli produttori con formazione ad hoc, tanto che l’8 luglio a Lima al Salone del cacao e del cioccolato sono risultati i migliori 10 finalisti.
rebbero ancora 300 milioni di persone che soffrono la fame perché, come le centinaia di milioni di malnutriti oggi, queste persone continueranno a non avere i mezzi per l’accesso al cibo di cui hanno bisogno. Per loro, la sicurezza alimentare non è un problema di produzione insufficiente, ma una questione di accesso inadeguato. Per togliere queste 300 milioni di persone da una situazione di insicurezza alimentare dobbiamo investire per la creazione di posti di lavoro migliori, pagare stipendi più elevati, dare loro un maggiore accesso alle attività produttive - soprattutto quelle di terra e acqua - e distribuire il reddito in modo più giusto ed equo. Dobbiamo includerli nella società, considerando il sostegno ai piccoli agricoltori come opportunità di generazione di reddito, rafforzamento della rete di sicurezza sociale e lavoro comune, aspetti che contribuiscono al rafforzamento di circuiti ed economie locali. (…) Sradicare la fame e migliorare l’alimentazione, creando sistemi sostenibili di produzione e di consumo, e costruire una governance più efficace dei sistemi agricoli e alimentari è essenziale per realizzare un mondo sostenibile. Sappiamo come porre fine alla fame e gestire le risorse del pianeta in modo più sostenibile. Ma abbiamo bisogno di una volontà politica forte per farlo. Dovremmo guardare a Rio +20 come all’inizio di un viaggio e non come punto di arrivo. Questo è un cammino che non possiamo fare da soli. Come la lotta contro la fame, lo sviluppo sostenibile è un obiettivo a cui ognuno di noi deve contribuire - cittadini, imprese, governi, movimenti sociali, ONG, organizzazioni regionali e internazionali. Insieme, lavorando a partire dal livello locale fino a quello globale, siamo in grado di costruire il futuro che vogliamo. Ed è necessario che questo futuro cominci oggi.
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“Riteniamo il progetto di AVSI nella Piana di Marjayoun, al confine con lsraele, uno degli interventi prioritari del nostro Paese” Hussein Hajj Hassan, Ministro dell’Agricoltura in Libano.
“ACQUA ENERGlA PER LA VlTA. Sradicare la fame e la sete nel mondo è questo l’obiettivo di AQUAPLUS, il progetto in Haiti istituito da Expo 2015 e da Rotary lnternational – Distretto 2040 all’interno della Fondazione Rotary Club Milano per Milano - che ha come partner Università degli Studi di Milano, AVSl, MLFM, Unicredit Foundation.”
RIMANI
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Costruendo cattedrali: AVSI Point e donatori in viaggio a conoscere le opere costruite insieme.
Le forze che cambiano la storia sono le stesse che cambiano il cuore dell’uomo costruendo cattedrali / 2
Diario di un viaggio ad Haiti - pubblicato il 30 aprile 2012 alle ore 17.04 · di Valerio Montalbano La cartina di Haiti nell’ufficio di AVSI
Giovani studentesse. Le divise le cuciono le mamme degli atelier professionali
H
aiti... un popolo che dopo avere raggiunto l’indipendenza, dopo avere conquistato la libertà si è chiesto: ma a cosa mi serve questa libertà? cosa me ne faccio dell’indipendenza? E così è andato avanti nel vuoto di una libertà che non è mai diventata volontà, nell’abisso di una indipendenza che non è mai diventata azione. Ed allora accade che la vita è la via, la vita è nella via, la via è tutto: la casa, il negozio, l’ufficio, la famiglia,... la vita. Vivere la vita come una via cercando ciò che ti garantisce il tuo pasto al giorno, il pasto al giorno per tutti i bambini che hai lasciato a casa, il pasto al giorno che significa “Domani posso andare di nuovo sulla via, domani posso andare di nuovo a vivere”. Passato, Presente e Futuro collassano in un luogo: la via. La via è quell’impossibile equazione che trasforma il tempo in un luogo, in uno spazio, in una dimensione da percorrere, da occupare come ospiti che devono andare via presto. La Storia ha bisogno di un Popolo per esistere, per lasciare traccia nel solco del tempo; il Popolo ha bisogno di Persone per fare la Storia; la Persona ha bisogno di un cuore libero per formare un Popolo; il Cuore per essere libero deve avere un Volto da guardare, un Volto che ha lo stesso cuore tuo e che ti dice “Andiamo!”... e la Storia ha inizio! La Storia ha così finalmente inizio! Il Passato illumina il Presente, il Presente da forma al Futuro, il Futuro è adesso!!! L’equazione non ha più soluzioni reali, la via adesso è una strada che ha un inizio ed una meta da raggiungere. Tutto questo non è in Haiti, tutto questo è nel Mondo; Haiti è il Mondo.
http://www.facebook.com/ DiarioViaggioHaiti Il personale di AVSI in Haiti
La foto di gruppo. Che amici!
“Diario di Haiti. Ricostruire l’umano dopo l’emergenza” Un nuovo libro edito da Marietti che racconta con parole e immagini le opere avviate dopo il terremoto e inaugurate da AVSI con i suoi partner lo scorso 26 aprile. Per ordinarlo: www.mariettieditore.it
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SI RINGRAZIA
In missione per conoscere Dopo il terremoto del 2010, la Fondazione AVSI in 20 mesi ha portato a termine l’avvio di 16 strutture riabilitate o costruite: 9 scuole, un centro educativo, 5 centri nutrizionali, atelier artigianali tra cui un ristorante comunitario. Un lavoro reso possibile da uno staff di circa 180 persone in condizioni difficili e spesso estreme e grazie alla straordinaria collaborazione degli amici di AVSI, dei donatori privati e istituzionali, del network, dei sostenitori a distanza e dei volontari degli AVSI Point.
Reportage fotografico
Le opere educative di AVSI in Haiti. Che ordine!
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Gli abbracci e i saluti. Gli amici che si incontrano
I centri nutrizionali per mamme e bambini
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Leggere fa bene si rinnova
di Marina Lorusso
Che emozione Haiti! Un viaggio meraviglioso
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“è proprio necessario che le cose cambino… Il vostro (Haiti) e un bel Paese, ricco di risorse umane. E si può parlare di un sentimento religioso innato e generoso, della vitalità e del carattere popolare della Chiesa. Occorre che i“poveri”di tutti i tipi riprendano a sperare.” Affermava Giovanni Paolo II, a Port-au-Prince il 9 marzo 1983. L’esperienza di AVSI di oltre 10 anni di vita, lavoro e legami in Haiti mostra che quella di Giovanni Paolo II è ancora la visione più realistica. Sostenere ogni persona affinché trovi il proprio compito è una priorità per ricostruire l’umano.
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Gli atelier. I laboratori artigianali
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con questo slogan la collaborazione tra Fondazione AVSI e Itaca che con il suo network di librerie distribuite in tutta Italia, da anni sostiene AVSI destinando una percentuale della vendita di un catalogo di prodotti editoriali di non recente edizione, ma ancora validi. Oltre 100 titoli a partire da 1 Euro per promuovere, diffondere e sostenere i progetti AVSI! Leggere fa bene punta a creare e valorizzare il legame e la partnership sul territorio tra gli AVSI Point locali e le librerie Itacanetwork per il loro coinvolgimento nella realizzazione degli oltre 700 eventi che in un anno animano le Campagne di raccolta fondi di AVSI. Leggere fa bene non solo allo spirito del lettore, ma in questo caso anche a qualcuno dall’altra parte del mondo. Nei prossimi mesi Leggere fa bene sarà finalizzato a promuovere “Uno di Famiglia”, campagna di sensibilizzazione del Sostegno a distanza, con cui AVSI attualmente sta aiutando 33.000 bambini in condizioni difficili ad andare a scuola, ad avere alimenti, vestiario, cure mediche e ad essere accompagnati nel loro percorso educativo. Per ulteriori informazioni o per portare l’iniziativa nella tua città, al Meeting di Rimini puoi rivolgerti agli stand di AVSI (Pad. C1) e ITACA (Hall sud). I libri Leggere fa bene saranno in vendita nella Libreria del Meeting e nelle seguenti librerie Itacanetwork: Bologna, Libreria Bonomo Editrice e Libreria Nautilus; Pesaro, Libreria Antonio Bonali; Cremona (CR), Libreria Al Chiostro; Brugherio (MB), Libreria Parole Nuove; Castel Bolognese (RA), Libreria Itaca; Caravaggio (MI), Libreria Il Campanile; Giulianova Lido (TE), Librerie Federico II; Desenzano del Garda (BS), Libreria Fede & Cultura; Fagnano Olona (VA), Cartolibreria Colombo; Forlì (FC), Libreria il Cenacolo; Busto Arsizio (VA), Libreria della Basilica; Rimini (RN), Libreria Jaca Book; Sesto San Giovanni (MI), Libreria Presenza; Milano (MI), Zot s.a.s. di Davide Ferrari Agenzia Itaca; Maranello (MO), Libri sul Comò; Verona (VR), Libreria Salesiana; Cesena (FC), Libreria Bettini; RHO (MI); Libreria Restelli.
A presto cari amici. Alla prossima!
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AVSI consiglia NATI LIBERI Venerdì 24 agosto -----------------------------HIV, L’EPIDEMIA DIMENTICATA -----------------------------Ore: 11.15 Sala Neri General Electric Sono stati invitati: Gregg Alton, GILEAD Sciencies Executive Vice President Corporate and Medical Affairs; Paul De Lay, UNAIDS Deputy Executive Director, Programme; Carlo Federico Perno, Docente di Virologia all’Università di Roma Tor Vergata; Luis Gomes Sambo, WHO Regional Director for Africa. Introduce Alberto Piatti, Segretario Generale Fondazione AVSI.
Uganda. Dieci anni di prevenzione dell’AIDS da madre a figlio. Dieci anni di bambini nati senza HIV. Di Valentina Frigerio. Foto Blossoming
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TerzoValore per AVSI Terzo Valore è il portale Internet realizzato da Banca Prossima, la banca del Gruppo Intesa Sanpaolo dedicata esclusivamente al mondo non profit dove persone fisiche (residenti in Italia) e giuridiche (aventi sede legale in Italia) possono prestare denaro alle Organizzazioni non profit (ONP) clienti della Banca ad un tasso concordato e con la certezza della restituzione del capitale. AVSI in particolare è presente su Terzo Valore con il progetto “Risposta all’emergenza educativa nei campi profughi di Dadaab, tramite la costruzione di centri educativi.
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n cuore che senti battere dentro di te. Che è già una vita, con tutti i suoi desideri, le sue attitudini, il suo destino. Te lo immagini, a dover affrontare la vita. E ti chiedi come potrai sopportare il pensiero di saperlo solo davanti a quel gigante che è la realtà, in tutta la sua bellezza e in tutta la profondità delle sfide che impone. Perché tu non sarai sempre al suo fianco. Si perde in questi pensieri Mary, madre ugandese sieropositiva, mentre accarezza con dolcezza il suo pancione al quinto mese di gravidanza. Stavolta però non farà lo stesso errore fatto con Ocaya, il primogenito, a cui ha trasmesso il virus dell’HIV proprio nel corso della gravidanza. Grazie al programma di prevenzione materno-fetale dell’AIDS (PMTCT), è infatti oggi possibile ridurre al minimo la percentuale di trasmissione della malattia, che avviene in particolare durante il parto e l’allattamento.
La campagna FREE, lanciata da AVSI durante lo scorso World AIDS Day a Roma, racconta di dieci anni di figli di donne sieropositive nati sani in Uganda, proprio grazie a questo programma. Descrive an-
che di come circa 200 mila madri abbiano avuto accesso a servizi prenatali e di prevenzione dell’HIV, delle 187 mila che si sono testate per l’AIDS e delle oltre 6.500 che, negli ultimi dieci anni, hanno aderito alla PMTCT, ricevendo loro stesse servizi educativi e di trattamento dell’AIDS. E partorendo 4.000 bambini sani, free. Non è un risultato scontato. Pochi centri sanitari in Uganda sono riusciti ad ottenere simili ri-
sultati. Quelli sostenuti da AVSI in nord Uganda (4 ospedali e 37 centri sanitari, nda), sono tra questi. L’approccio di AVSI alla PMTCT affronta infatti in modo globale le sfide lanciate dall’AIDS. Non limitandosi ad offrire una cura medica, ma affrontando il problema dal punto di vista dei suoi risvolti nella vita della persona e della comunità. Molte delle attività correlate alla PMTCT e proposte da AVSI pongono al centro dell’intervento il malato stesso. Considerato però innanzitutto come una persona, con un valore infinito, nonostante, anzi, dentro la malattia stessa. Ecco allora l’ostetrica Sister Betty che va a trovare nei loro villaggi le madri incinte che non riescono a raggiungere l’ospedale, i volontari del Meeting Point che sensibilizzano i giovani sui rischi dell’AIDS, i gruppi di sostegno alle famiglie che le aiutano ad affrontare la malattia e la vita: sono le storie descritte nella campagna FREE (www.avsifree.org), attraverso video, foto e una pubblicazione. Raccontano di questo approccio. Che va oltre la cura medica, che comunque c’è ed è efficace. Ma da sola non basta. Il cuore dell’uomo, malato o meno, chiede di più.
Il successo di Free sbarca a Washington Il 22 luglio, all’interno della Conferenza Internazionale sull’AIDS (www.aids2012.org), AVSI organizza un side event, in cui presenta, ai maggiori stakeholders del settore, dieci anni di PMTCT in Uganda, attraverso i materiali di comunicazione realizzati e gli interventi di relatori dal calibro internazionale: oltre al dottor Ojom e a Ketty Opoka dall’Uganda in rappresentanza di AVSI, interviene May Anyabolu, rappresentante di UNICEF in Uganda, il Dr Esiru, del Ministero della Sanità ugandese e Mons. Vitillo, rappresentante presso l’ONU di Caritas International. L’evento, organizzato in partnership con la World Youth Alliance e Caritas, vuole far conoscere un approccio all’AIDS che supera le barriere del trattamento e guarda ad ogni malato come ad una risorsa. Per sé e per il mondo intero.
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La ragazza che guardava il cielo. Di Alberto Reggiori, Rizzoli Dall’esperienza dell’autore come volontario in Africa per AVSI, la storia vera di una donna malata di Aids che rinasce attraverso l’incontro con Dio. Nata nel 1962, nello stesso giorno in cui l’Uganda ottenne l’indipendenza, Zamu è una donna intelligente e vitale, ma obbligata a 16 anni a sposare un uomo sconosciuto e costretta a fuggire con i suoi bambini negli anni della guerra civile. Vedova due volte e infine malata di Aids, si ritrova completamente sola. Quando la situazione sembra disperata, incontra i volontari del Meeting Point di Kampala, gli unici che osano sfidare il flagello che fa centinaia di migliaia di vittime. Grazie a loro, Zamu scopre la fede cattolica, l’amicizia vera, e il dono disinteressato della propria vita. Riceve il battesimo e nell’esperienza del volontariato riesce finalmente a soddisfare quella sete di assoluto che ha sempre avvertito.
Ci sono anch’io! Un libro per bambini a sostegno di AVSI “Ci sono anch’io!”, il libro per bambini scritto da Marco Erbeia per Edizioni Astragalo, sostiene attraverso la sua vendita i progetti di AVSI nel mondo. Il libro, oltre ad essere una lettura divertente ed educativa, è un testo di grande supporto didattico per la scuola. Con numeri e virgole, con la storia del piccolo Zero e della famiglia Punteggiatura l’autore racconta che ognuno ha un posto e un proprio significato nel mondo. Il volume si inserisce all’interno del progetto “SCRIVERE CON IL CUORE” che nasce da una grande passione per la scrittura e l’editoria con una particolare attenzione alla solidarietà. In vendita nelle librerie e sul sito www.edizioniastragalo.it periodico della Fondazione AVSI, ONG-Onlus, BUONENOTIZIE èinunabbonamento postale gratuito ai donatori. Direttore: Roberto Fontolan Redazione: Maria Teresa Gatti, Elisabetta Ponzone, Dania Tondini, Regina Valdameri, Anna Zamboni. Fondazione AVSI, via Legnone, 4 20158 Milano - Tel. 02.6749.881 - buonenotizie@avsi.org Grafica: Accent on Design, Milano ARRETRATI L’archivio completo è scaricabile dal sito www.avsi.org AIUTACI A RISPARMIARE Mandaci i tuoi dati a buonenotizie@avsi.org; ti spediremo il giornale via mail INFORMATIVA DATI I tuoi dati sono registrati e custoditi con i più corretti criteri
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AVSI consiglia Intervista Lunedì 20 agosto -----------------------------RISORSE DEL PIANETA: SPARTIZIONI O CONDIVISIONE? ------------------------------
La battaglia per trovare soluzioni durature per sradicare la povertà ha avuto il suo culmine al summit mondiale Rio+20. Il nocciolo della questione, al centro di un incontro al Meeting, è sulle sinergie necessarie per le risorse del pianeta. Il Corriere delle Opere ha intervistato Alberto Piatti, Segretario Generale AVSI. Di Dario Vascellaro.
Ore: 19.00 Sala C1 Siemens Partecipano: Alberto Piatti, Segretario Generale della Fondazione AVSI; Jeffrey Sachs, Professore di Sviluppo sostenibile e di Politica e gestione della salute alla Columbia University; Paolo Scaroni, Amministratore Delegato di eni. Introduce Bernhard Scholz, Presidente della Compagnia delle Opere.
La vera risorsa del pianeta
Novos Alagados, Brasile Foto Cuttica per Contrasto
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è la persona
oche settimane fa si è svolta la conferenza mondiale Rio+20, a vent’anni dalla conferenza delle Nazioni Unite del 1992 a Rio de Janeiro che ha lanciato per la prima volta a livello mondiale il concetto di sviluppo sostenibile. Al di là delle conclusioni della conferenza, il summit è stato un’occasione importante per porre all’attenzione dei Governi e dei cittadini la necessità di individuare lo sviluppo possibile per il pianeta. Di sviluppo sostenibile parleranno al Meeting di Rimini Alberto Piatti, Segretario Generale di AVSI, Jeffrey Sachs, direttore dell’Earth Institute della Columbia University, considerato uno degli esperti di sostenibilità più autorevoli al mondo, e Paolo Scaroni, amministratore delegato e direttore generale di Eni. Introduce Bernhard Scholz, Presidente della Compagnia delle Opere.
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Alberto Piatti, com’è possibile neutralizzare le disuguaglianze tra regioni e Paesi? «La comunità internazionale, nel secolo scorso, ha espresso il desiderio di uguaglianza e la volontà di diminuire le disuguaglianze attraverso una serie di conferenze organizzate dalle Nazioni Unite. Queste grandi conferenze hanno prodotto gli Obiettivi di sviluppo del Millennio (Millennium Development Goals o MDGs, o più semplicemente Obiettivi del Millennio) delle Nazioni Unite: otto obiettivi che tutti i 191 stati membri dell’Onu si sono impegnati a raggiungere per l’anno 2015. Questi Obiettivi rappresentano l’infrastruttura sociale che la comunità internazionale si è data per diminuire le disuguaglianze ed eliminare la povertà. Gli Obiettivi, però, come tutte le grandi infrastrutture, per funzionare
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hanno bisogno dell’infrastruttura basica, “dell’ultimo miglio”. Nel caso degli Obiettivi del Millennio, l’infrastruttura dell’ultimo miglio è l’essere umano in tutto il mistero della sua persona. Io penso che la comunità internazionale, per diminuire le disuguaglianze dovrebbe accelerare il processo di creazione dell’infrastruttura dell’ultimo miglio al servizio dell’essere umano, della persona. Occorre cioè creare un aggancio tra la singola persona e l’infrastruttura stessa. Un concetto ben spiegato nel nostro editoriale, qui in prima pagina. Quest’idea mi è venuta durante un recente colloquio con il mio caro amico Enrique Iglesias, per 18 anni presidente della Banca interamericana per lo sviluppo. Egli, all’età di 83 anni, dopo aver passato tutta la vita a realizzare politiche pubbliche per ridurre il divario tra le varie aree
SI RINGRAZIA
AVSI a RIO+20 il 19 giugno con un side event
dal titolo: “The human being: the core of a sustainable city”, in cui l’esperienza di oltre 20 anni di AVSI nel settore urbano è stata ripercorsa per arrivare a un presente ricco di sfide: la collaborazione con il Ministero delle Città brasiliano per definire una metodologia di intervento sociale; la collaborazione con Maputo, Mozambico, per un intervento in un’area povera, trasferendo la metodologia applicata in Brasile,
del mondo, si è reso conto che, senza un lavoro come quello che svolgiamo noi di AVSI, che arriva fino all’ultimo miglio, tali politiche pubbliche sono destinate al fallimento». La politiche adottate finora, basate su aiuti “a pioggia”, non sembrano aver ottenuto i risultati auspicati. Ci vuole, dunque, un nuovo metodo. Quale? «Bisognerebbe riconoscere la persona per quello che è e non per il bisogno che la definisce, perché una persona può avere fame o sete, può essere ammalata, ma non è questa condizione che la definisce ultimamente. Benedetto XVI ha usato una geniale e sintetica espressione per spiegare questo concetto. Il Papa ha parlato di innata o nativa dignità di ogni essere umano, magari coperta dalla miseria, dalla malattia o dalla fame. Se non si riscopre questa innata dignità che rende la persona protagonista unica di fronte al mistero del vivere, non può iniziare lo sviluppo. Per fare ciò, non serve il dirigismo, o lo statalismo a livello internazionale che pretende di risolvere tutti i problemi. Bisogna, invece, valorizzare le forme libere di associazione, di autorisoluzione dei problemi, le realtà che erogano servizi alla persona o servizi di pubblica utilità. Tali realtà vanno valorizzate perché sono espressioni del mistero dell’essere umano. La tendenza dell’attuale sistema di erogazione degli aiuti allo sviluppo attraverso il
aggregando infrastrutture e sociale; la collaborazione con Cesal, partner spagnolo di AVSI, per la riallocazione di persone che vivono in aree a rischio in Ecuador, insieme al Ministero dello Sviluppo Urbano e dell’Abitazione. Approfondimenti su www.avsi.org
Budget Support - ossia il finanziamento diretto agli Stati - non consente il supporto di quelle organizzazioni della società civile che operano efficacemente sul campo. Un approccio sussidiario richiederebbe invece alla comunità internazionale di riconoscere la loro presenza come, appunto, quell’ultimo miglio necessario affinché la persona sia effettivamente origine e scopo dell’intera infrastruttura sociale». L’equazione economica necessaria per crescere in modo sostenibile dovrebbe comprendere inclusione, cooperazione e responsabilità ambientale. Ma com’è possibile farlo in un mondo come quello attuale, scosso da una delle più gravi crisi economiche che la storia ricordi? «Io noto una crescente sensibilità sociale da parte delle imprese. Vorrei ricordare che molti dei nostri padri e dei nostri nonni hanno visto il mare per la prima volta grazie alle colonie estive organizzate dalle aziende in cui lavoravano (basti pensare alla Olivetti, alla Ignis, alla
AVSI a Rio +20
Fiat, alla Bassani Ticino). La sensibilità sociale era una dimensione esistente nel patrimonio genetico del nostro popolo che ha espresso questi imprenditori illuminati. Mi sembra che oggi ci sia un ritorno a questa sensibilità di Welfare “aziendale”, soprattutto da parte di quelle aziende che delocalizzano le produzioni o che, a causa di partecipazioni azionarie o per business proprio, sono presenti nei cosiddetti Paesi in via di sviluppo. AVSI, ad esempio, ha un’interessante collaborazione con Eni, soprattutto in Africa. La multinazionale dell’energia vuole capire come abbinare la propria presenza imprenditoriale a un beneficio sociale per le popolazioni delle aree in cui interviene. Analoghi progetti stiamo realizzando con Enel, mentre con Fiat Brasile abbiamo realizzato il progetto “Árvore da vida” grazie al quale, in una favela degradata e violenta di Belo Horizonte, è stato possibile dare lavoro in fabbrica a migliaia di ragazzi, evitando che finissero a spacciare droga». Ma come si può sviluppare un tessuto economico tale da attrarre le multinazionali? «L’uomo educato coltiva e intraprende, l’uomo che è cosciente di sé, di questa sua innata dignità, si mette all’opera. Per aiutare lo sviluppo bisogna risvegliare questa innata dignità e accompagnare le persone non solo con aiuti, ma aiutandole a essere protagoniste del proprio sviluppo».
La conferenza Rio+20 ha rappresentato una sfida importante per indicare nuovi modelli di sviluppo sostenibile per un futuro migliore, capace di sradicare la povertà, promuovere una società più equa e assicurare una maggiore protezione dell’ambiente. Con quale proposta AVSI ha partecipato al summit? «La parola “sostenibile” porta in sé delle gravi ambi- al centro la dignità dell’essere umano, nel suo mistero guità. Se per sostenibilità si intende quante persone ultimo, allora le politiche sostenibili devono piegarsi a la comunità internazionale, attraverso gli aiuti, deci- un sano realismo, ora che le ideologie sono cadute, il de di lasciar vivere, e quindi quante ne devono morire liberismo ha mostrato i suoi limiti e l’economia pianifidi malaria, tbc o Aids; se si intende, ancora, come e cata centralizzata e statalista ha mostrato di non poter quanto devono potersi riprodurre e avere figli le popo- funzionare. Si può avere uno sviluppo sostenibile solo lazioni povere, questo concetto di sostenibilità non va partendo dall’essere umano per quello che è: desiderio bene. Se per sostenibilità si intende mettere di felicità, bellezza, giustizia e verità». LEGGI ANCHE
LA IBOTTEGA DI AVSI
La Bottega di AVSI
è il nuovo sito per acquistare e regalare oggetti di artigianato e accessori moda che nascono in quelle opere educative e professionali sostenute da AVSI con i suoi amici e i suoi partner nel mondo. La Bottega di AVSI si prefigge di promuovere un’economia sostenibile attraverso la vendita di prodotti di qualità sbocciati dal saper fare di persone che hanno trovato i propri talenti nel solco delle tradizioni locali e in rispetto dell’ambiente. Grande attesa per i nuovi modelli di borse in stoffa e collane di carta riciclata delle donne del Meeting Point International di Kampala, in Uganda, così come le borse ricamate e gli accessori in ferro battuto e in perlage dei ragazzi e delle donne degli atelier di Haiti. Ma non solo…
Nuove proposte e nuove immagini anche per i biglietti augurali natalizi che, come ogni anno, sostengono, attraverso la loro vendita, le opere di AVSI nel mondo, e sconti del 5% su chi li ordina entro l’11 ottobre! Due le principali novità: una pratica confezione da 15 ferma pacco per personalizzare i regali di amici e parenti e una con anche 10 magnifiche cartoline fotografiche. Da acquistare subito! Tel 02-28.97.00.04 intersinergy@fastwebnet www.labottegadiavsi.org
L’INTERVENTO FAO A PAG. 4 E 5
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