La nostra proposta sullo Ius Scholae

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LA

Premesse

❑La legge sulla cittadinanza italiana è del 1992. Questa sancisce il principio dello ius sanguinis, ovvero la cittadinanza viene acquisita per discendenza o filiazione. Pertanto, il cittadino di origine straniera, anche se nato in Italia, non acquisisce automaticamente e autonomamente la cittadinanza italiana, neanche se i suoi genitori risiedono regolarmente nel territorio da molti anni.

❑La Convenzione sui diritti del fanciullo di New York del 1989 impegna l’Italia ad adottare«tutti i provvedimenti appropriati affinché il fanciullo sia effettivamente tutelato contro ogni forma di discriminazione o di sanzione motivate dalla condizione sociale, dalle attività, opinioni professate o convinzioni dei suoi genitori».

Non si può ritenere rispettato questo enunciato di fronte al quadro normativo attuale.

❑La proposta di Azione ripropone il testo approvato dalla Camera dei Deputati nel 2015, anche detto ius culturae, che mirava ad introdurre una nuova fattispecie di acquisto della cittadinanza italiana per chi è arrivato in Italia prima dei 12 anni (e dunque anche chi vi è nato) e aver frequentato regolarmente la scuola per almeno 5 anni.

La proposta di legge non è stata votata dal Senato per non rischiare di far cadere il Governo Gentiloni che, comunque, si trovava negli ultimi mesi di mandato.

Proposta

LA NOSTRA PROPOSTA DEPOSITATA ALLA CAMERA DEI DEPUTATI

La nostra proposta, che vuole estendere la cittadinanza ai bambini stranieri che vivono in Italia senza

discriminarli in base al luogo di nascita, può avvenire in base a due principi:

Principio 1 - Requisito territoriale/anagrafico:

▪ Avere almeno un genitore con permesso di soggiorno permanente o di lungo periodo

Principio 2 - Requisito anagrafico/formativo

▪ Essere nati in Italia o essere entrati entro il 12° anno di età e frequentare per almeno 5 anni

uno o più cicli di istruzione o formazione professionale.

▪ Essere entrati in Italia prima della maggiore età dopo il 12° anno di età, risiedervi da almeno 6 anni e avere conseguito il titolo conclusivo di un ciclo scolastico.

Proposta di Legge depositata alla Camera dei Deputati n. 1209

Modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n. 91, e altre disposizioni in materia di cittadinanza

Proposta di Legge depositata alla Camera dei Deputati n. 1209

Modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n. 91, e altre disposizioni in materia di cittadinanza

LE NOSTRE SCUOLE SONO GIÀ PIENE DI ITALIANI «DI FATTO»

La situazione attuale

Le aule delle nostre scuole sono piene di ragazzi e ragazze di origini, culture e religioni diverse che convivono in piena e totale sintonia:

▪ Nell’anno scolastico 2022/2023 il numero di studenti stranieri nella scuola italiana è stato di circa 915mila. In termini percentuali gli alunni con cittadinanza non italiana sono l’11,2% del totale.

▪ Nell’anno scolastico 2022/2023, negli istituti scolastici pubblici, al primo anno dellascuola primaria (elementari) era straniero circa uno studente su sette (14,7%); al primo anno della secondaria inferiore (medie) uno su otto (13,1%); al primo anno della secondaria superiore, uno su nove (11,5%).

▪ Quando venne approvata la legge sulla cittadinanza degli stranieri, nell’anno scolastico 1992/1993, l’incidenza degli studenti stranieri nella scuola italiana era dello 0,32%, poche decine di migliaia su circa 8 milioni di studenti

Le classi con oltre il 30% di alunni CNI (cittadinanza non italiana)

LA LEGGE ITALIANA CHE DISCRIMINA GLI ITALIANI «DI FATTO»

Criticità

❑La legge n. 91/1992 non consente l’acquisto automatico della cittadinanza per chi nasce in Italia.

Il principio generale è quello dello ius sanguinis: il diritto di cittadinanza si ottiene dalla nascita per chi è figlio di uno o entrambi i genitori cittadini italiani.

Solo in pochi casi è prevista la cittadinanza per chi non è figlio di Italiani:

▪ i figli di genitori ignoti o apolidi o impossibilitati a trasmettere al bambino o la loro cittadinanza secondo la legge dello Stato di provenienza.

▪ i bambini o ragazzi formalmente adottati da chi ha già cittadinanza o i figli di cittadini stranieri che ottengono la cittadinanza.

▪ I 18enni nati in Italia, che hanno vissuto continuativamente nel nostro Paese fino al raggiungimento della maggiore età, possono fare richiesta della cittadinanza italiana entro un anno dal compimento dei 18 anni.

Criticità

Di fatto la legge crea inutili ostacoli nella vita quotidiana dei bambini stranieri, come la difficoltà nel partecipare alle gite scolastiche o viaggiare liberamente entro i confini dell’Unione Europea, limitando il loro senso di appartenenza al territorio, alla comunità, e rischiando di compromettere il desiderio di partecipare alla vita sociale e, in prospettiva futura, anche a quella economica del Paese.

CRITICITÀ DI DIRITTO

✘ necessità di rinnovare il permesso di soggiorno nelle stesse scadenze dei genitori;

✘ l’impossibilità di svolgere attività sportiva agonistica;

✘ l’impossibilità usufruire di una borsa di studio all’estero (perché verrebbe meno la continuità di presenza sul territorio italiano).

CRITICITÀ DI FATTO

✘ il 49,5% dei ragazzi di seconda generazione ha subito almeno un episodio di bullismo da parte di altri ragazzi, il 7% in più rispetto ai coetanei italiani.

✘ il 7,9% dei bambini di origine straniera ha dichiarato di non frequentare amici o amiche nel tempo libero, quasi il doppio dei coetanei italiani (4,2%).

ISTAT, Identità e percorsi di integrazione delle seconde generazioni in Italia

La domanda per richiedere la cittadinanza deve essere effettuata entro 12 mesi dal compimento della maggiore età, per poi essere valutata entro un massimo di 24 mesi, prorogabili fino a 36 mesi per motivi di istruttoria.

per la richiesta

per il rilascio

22 Anni

Questo ritardo non è solo una questione burocratica, ma un'ingiustizia che mina il principio di uguaglianza, escludendo questi cittadini da molti aspetti della vita civile e sociale di ogni giorno:

▪ Limite di accesso ai concorsi pubblici e agli ordini professionali.

▪ Impossibilità di far parte dell’elettorato attivo e passivo.

I tempi lunghi penalizzano gravemente quei giovani che, pur essendo nati e cresciuti in Italia, si vedono negare un diritto fondamentale come la cittadinanza: una discriminazione che colpisce chi, a tutti gli effetti, è già italiano.

Benchmark

I quattro paesi europei più grandi hanno requisiti meno stringenti per il rilascio della cittadinanza in favore dei bambini stranieri :

Regno Unito

Nato nel Regno Unito, se almeno un genitore ha lo status di residente permanente:

▪ Automaticamente e alla nascita, se almeno uno ha lo status al momento della nascita;

▪ Su richiesta, dopo la richiesta dello status da parte di almeno uno.

Francia

Se nato in Francia:

▪ Se residente ininterrottamente tra gli 8 e i 13 anni (su richiesta)

▪ Se residente per almeno 5 anni dopo gli 11 anni, la richiesta può essere fatta al compimento della maggiore età.

Germania

Se almeno uno dei genitori vive legalmente in Germania da più di cinque anni e ha un permesso di soggiorno permanente.

Spagna

Se nato in Spagna e residente da almeno un anno.

Benchmark

Grecia e Portogallo sono gli unici paesi che hanno sistemi sistemi che legano la cittadinanza al percorso scolastico, come previsto dalla nostra proposta.

Grecia

Un minore, nato da genitori stranieri, può ottenere la cittadinanza alle seguenti condizioni:

▪ nato in Grecia e genitori sono residenti da 5 anni prima della nascita e si è iscritto al primo anno di una scuola greca;

▪ nato in Grecia e genitori sono naturalizzati (per cui è necessaria una richiesta che va approvata dalle autorità competenti);

▪ non nato in Grecia e ha completato almeno nove anni di scuola obbligatoria (elementare e media) o sei anni di scuola secondaria in Grecia.

Portogallo

Un minore può ottenere la cittadinanza se è nato in Portogallo da genitori stranieri e soddisfa una delle seguenti condizioni:

▪ i genitori hanno risieduto in Portogallo negli ultimi 5 anni (con o senza permesso di soggiorno);

▪ la madre o il padre risiedono legalmente in Portogallo;

▪ il minore ha frequentato almeno 1 anno di istruzione prescolare o di istruzione di base, secondaria o professionale in Portogallo.

LE RAGIONI DELLA NOSTRA PROPOSTA

Perché della proposta

Sono diversi i vantaggi dello Ius Scholae che ne fanno emergere la rilevanza per una società moderna e inclusiva:

✓Integrazione e inclusione attraverso l'istruzione:

Riconoscere la cittadinanza a giovani cresciuti in Italia, che attraverso la scuola acquisiscono lingua, cultura e valori del nostro Paese, consolidando il loro legame con la società, riflette il percorso educativo come strumento di integrazione.

✓Riconoscimento di un percorso di vita in Italia

Molti giovani figli di immigrati sono cresciuti e formati in Italia, sentendosi italiani a tutti gli effetti, anche se la legge attuale non riconosce loro la cittadinanza in modo automatico, rendendoli “cittadini di fatto” ma non di diritto.

✓Giustizia sociale

Escludere dalla cittadinanza coloro che sono nati o cresciuti in Italia e che non hanno altro paese di riferimento rappresenta un’azione discriminatoria, che provoca disuguaglianza e marginalizzazione, ostacolando la coesione sociale.

✓Risposta alla realtà demografica

l'Italia ha una popolazione sempre più multiculturale, e una riforma che riconosce questo cambiamento è essenziale per affrontare le sfide del futuro. Secondo i recenti sondaggi, una crescente percentuale della popolazione appoggia questa riforma.

I sondaggi

I principali istituti di ricerca demoscopica hanno evidenziato che la maggioranza degli italiani è favorevole all’introduzione dello

Ius Scholae, o comunque a una riforma che ampli i criteri per l'acquisizione della cittadinanza italiana.

Questi dati mostrano un crescente sostegno all'integrazione dei giovani stranieri attraverso l'istruzione, riflettendo un cambiamento nella percezione pubblica su questo tema.

55% a favore del rilascio della cittadinanza italiana dopo 5 anni di scuola

61% a favore del rilascio della cittadinanza italiana dopo 10 anni di scuola

57% degli under 35 è a favore dello ius soli

55% a favore dello Ius Scholae

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