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05/06 periodico bimestrale A CURA DEL SETTORE GIOVANI DELL'AZIONE CATTOLICA ITALIANA
coscienza in azione
Poste Italiane S.p.a. Sped. in abb. post. d.l. 353/2003 (conv. in L.27/02/2004 n.46) art. 1, comma 2 , cns/ac Roma euro 2,00
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Un caso di coscienza Tutti sogniamo una vita bella, piena, felice. Questa è la promessa di bene che ci è stata fatta da Dio. Ma come muoversi? Quali scelte fare per lasciarci guidare da ciò che è giusto? Passare un compito di matematica. Far copiare la mattina prima dello squillo della campanella la versione di latino. Tradire l’amicizia di un amico e raccontare all’educatore la brutta situazione in cui si è cacciato. Provarci o no con il fidanzato della mia amica. Sono tante le situazioni che ogni giorno interpellano la nostra coscienza: alcuni ci coinvolgono singolarmente, molti altri riguardano anche chi ci sta intorno. Se tradisco il mio ragazzo e nessuno se ne accorge, o se faccio qualcosa di sbagliato e nessuno mi “becca”... è davvero tutto a posto? O forse non rimane la piccola o grande ingiustizia compiuta? È un bel pasticcio capire su cosa giocarsi la libertà delle tante scelte di ogni giorno. E poi alla fine i conti li facciamo con la nostra coscienza...Tutte le scelte che facciamo, le decisioni che prendiamo, chiamano in causa anche il nostro rapporto con la fede e con Dio. Allora, come fare per evitare rovinose cadute,che feriscano noi, il nostro cuore e gli altri? Un primo passo può essere quello di misurarci con le persone che ci stanno accanto, nella riunione settimanale del gruppo di Ac, nel dialogo con un genitore, un educatore, l’assistente. Per i più temerari, c’è lo spazio della preghiera, concedersi qualche minuto di silenzio e di dialogo interiore con Dio. Un modo può essere quello di prenderci ogni giorno un piccolo spazio, cominciando magari dal lunedì: 5 minuti sul treno o in autobus, la sera, nella pausa dai compiti, e poi terminare con la preghiera di “Adoro il lunedì”, la stes-
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di Chiara Finocchietti e Marco Iasevoli
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sa che stanno recitando durante quel giorno tutti i giovani e giovanissimi di Ac, un modo per sentirci in comunione con loro. E poi c’è “Con tutto il cuore”, gli appunti per una regola di vita spirituale... Non è certo il bignami con le soluzioni dei casi di coscienza, ma forse qualche dritta la puoi trovare. È proprio il “cuore” il luogo in cui fare i conti con la nostra coscienza. Lì è scritta la legge più grande che ci è stata donata, quella dell’amore per Dio e per il prossimo. In uno dei documenti più belli della Chiesa nel mondo contemporaneo, intitolato “Gioia e Speranza”, si legge che per l’uomo esiste “una voce, che lo chiama sempre ad amare,a fare il bene e a fuggire il male, e che al momento opportuno risuona nell’intimità del cuore: fa questo, evita quest’altro. (...) La coscienza è il nucleo più segreto e il sacrario dell’uomo, dove egli è solo con Dio, la cui voce risuona nell’intimità”. È lì che facciamo i conti e verifichiamo le scelte che man mano facciamo, illuminate dalla fede e dai compagni di viaggio che ci sono accanto, anche se questo non toglie dubbi e incertezze della ricerca. Sta a noi trovare la nostra originale e unica soluzione del caso di coscienza...Accetti la scommessa?
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Sarà la scelta giusta? Caro Graffiti, mi chiamo Graziana e ho 17 anni. Prima di tutto vorrei farvi i complimenti per le splendide storie che raccontate e per i fantastici articoli che pubblicate, che mi permettono di fermarmi un po’... In questa mail voglio esporvi un mio dubbio. Io frequento l’Azione cattolica da 11 anni e credo molto in Dio. Riesco a sentirLo sempre accanto a me, sia nei momenti di gioia e sia nei momenti difficili. Lo percepisco ovunque: nel mondo che Lui ha creato, che per la sua bellezza mi stupisce sempre, nelle persone, in me. È un’esperienza fantastica ed è difficile descrivere la bellezza e la gioia che provo. Per questi motivi ho deciso di donarmi completamente agli altri, nella speranza di poterlo portare agli altri. A volte serve solo un sorriso, altre volte un abbraccio, una parola o anche solo ascoltare chi ci circonda per portare sollievo nella loro vita. Io frequenterò a settembre il quarto anno del liceo delle Scienze umane e vorrei diventare psicologa. Ho tanti progetti per la mia vita, ma molto spesso mi domando se sia realmente quello che Dio vuole da me. Certo, so che qualsiasi cosa mi renda felice renderà felice anche Lui, però è questa la risposta giusta? Ormai è diventato difficile capire se qualcosa ci rende realmente felici, perché la nostra vita frenetica ci offre gioie che soddisfano bisogni momentanei che, l’attimo dopo averli soddisfatti, non ci interessano più. Quindi, da cosa dovrei capire che Dio concorda con le mie scelte? Vi ringrazio anticipatamente per la risposta. Graziana
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Ciao Graziana, inizio subito col dirti che questo è il numero di Graffiti che fa proprio al caso tuo, e di tutti quelli che, come te, hanno qualche cosa in sospeso nella loro vita! Sarebbe bello avere un prontuario delle “risposte giuste” a tutte le nostre domande di vita! Peccato però che le ricette già pronte tolgono tutto il gusto della ricerca, della creatività e della libertà… Sarà per questo che Dio ha lasciato ad ognuno l’onore e l’onere di guadagnarsi il premio finale attraverso le proprie decisioni e le proprie azioni! Un po’ come nei quiz televisivi… la risposta finale ti fa vincere o perdere… Nella partita della vita, la posta in gioco sei tu stesso: ogni scelta ti permette di vincere o perdere te stesso! C’è una cosa che dici, che è molto vera e che rappresenta un po’ la chiave di volta per poter capire cosa fare della propria vita: Dio ci vuole felici! Spesso si è portati a credere che Dio da noi voglia cose impossibili, faticose e piene di sacrifici. Invece no, vuole semplicemente la nostra felicità… quella vera però! È questo il suo disegno su ognuno di noi: vederci pienamente realizzati in quanto uomini. Purtroppo però non è sempre facile riconoscere ciò che veramente ci fa stare bene con noi stessi e con gli altri. Le aspettative sociali, il consumismo, e la società in genere non ci aiutano in questo, anzi, confondono non poco le acque. Ecco che, allora, si rende necessario un appuntamento con la parte più profonda e vera di noi stessi: la nostra coscienza. Sapete come funzionano gli appuntamenti, no? I due innamorati si incontrano, da soli, e si parlano sinceramente, dicendosi cosa si aspettano l’uno dall’altra, quali sono le cose di cui ognuno dei due ha bisogno, e insieme cercano la strada migliore per raggiungere questi obiettivi. Anche con te stesso devi fare così, mettere bene in chiaro cosa vuoi, dirti (e/o scoprire) cosa ti rende realmente felice, cosa ti fa stare bene, quali sono i progetti su te stesso che “amerai per tutta la vita”! Scommetto che state tutti sorridendo, ma io dico sul serio: la prima persona a doversi innamorare di voi siete proprio voi stessi. È importante, di tanto in tanto, dare un appuntamento a tu per tu alla vostra coscienza… serve a fare in modo che il primo Amore non si scordi mai… e che sia per l’eternità! PS: come capire che Dio concorda con te? Se quello che farai ti renderà davvero felice!
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Diamo il benvenuto a tutti i ragazzi di terza media, che da quest’anno riceveranno Graffiti. Vi accogliamo con grande gioia e, attraverso queste pagine, speriamo possiate conoscere e amare il settore Giovani e i Giovanissimi, di cui farete parte l’anno prossimo, così come amate l’Acr. Attraverso queste pagine, l’Azione cattolica vuole accompagnarvi in un momento importante della vostra crescita, che vi porta a concludere la scuola dell’obbligo e ad entrare nel fantastico mondo delle superiori. Siamo certi che saprete appassionarvi alle nuove sfide che quest’età porta con sé! E speriamo che il settore Giovani, i Giovanissimi e Graffiti possano esservi d’aiuto nel continuare il vostro cammino di crescita e di fede! Benvenuti a tutti!!!
Graffiti n. 5/6 – Sett./Ott.-Nov./Dic. 2010 Bimestrale dell’Azione cattolica italiana Reg. al Trib. di Roma n. 553 del 13/11/95 Direttore: Francesco Miano Direttore Responsabile: Ernesto Preziosi Coordinatore: Flavio Pilla Segretaria di redazione: Angela Russo Redazione: Ivana Campolongo, Nicola Cesaro, Nicola De Santis, Alessandro Garuglieri, Nadia Matarazzo, Gabriele Pinca, Elena Poser, Elia Rampi, Silvia Ruggiero, Vincenzo Terracciano, Eliano Zocchi, Sara Donadei, MariaEletta Moriano Comitato di redazione: don Vito Piccinonna, Marco Iasevoli, Chiara Finocchietti, Daniela Cocco, Paola De Lena , Andrea Favaro, Dario Maresca, Nisia Pacelli, Giovanni Morelli, Saretta Marotta, don Nicolò Tempesta
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Verifica la coscienza di Flavio Pilla Risposte multiple per una coscienza di Angela Russo Nella stanza della tua coscienza di Nicola De Santis La Coscienza: il laboratorio di Dio di don Nicolò Tempesta Circo in Parrocchia Romania di Mirko Casu e Claudia Collu Dukagjin: I volti di Dio di Ivana Campolongo Intervista quadrupla per C’è di più di Eliano Zocchi Quel “di +” di... Simona Aztori di Vincenzo Terracciano Alla radice dell’impegno di Elena Poser
Questo numero è stato realizzato anche grazie a: Enrico Conca, Raffaele Chiarulli, Paolo Reineri, Maurizio Semiglia Editing: Cristiana Desiderio Progetto grafico: Pacifico Montozzi, Simone Montozzi Impaginazione: Giuliano D’Orsi Disegni originali: Emanuele Fucecchi Enigmistica: a cura di Pasquale Petrullo Per la foto di copertina: Enrico Conca Per le foto interne: Archivio foto AC, Agenzia Olycom, Lamberto Salvan Stampa: Mediagraf S.p.a. Stab. di Roma - So.gra.ro. Via I. Pettinengo, 39 – 00159 Roma Finito di stampare: Ottobre 2010 Tiratura: 48.900
Editore: Fondazione Apostolicam Actuositatem Direzione e amministrazione: Via Aurelia, 481 – 00165 Roma Abbonamento annuale: € 10,00 Per versamenti: ccp n.78136116 intestato a: Fondazione Apostolicam Actuositatem Riviste - Via Aurelia, 481 – 00165 Roma - Fax 06.6620207 (causale “Abbonamento a Graffiti”) Banca: Credito Artigiano - sede di Roma IBAN: IT88R0351203200000000011967 cod. Bic Swift Arti itM2 intestato a: Fondazione Apostolicam Actuositatem Via Aurelia, 481 - 00165 Roma E-mail:abbonamenti.riviste@azionecattolica.it Numero verde: 800.869.126 Pubblicazione associata all’USPI (Unione Stampa Periodica Italiana)
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di Flavio Pilla
Verifica
la coscienza
Metti alla prova la tua coscienza con questo test. Soffermati, pensa bene a ogni risposta che dai... e scopri se hai coscienza della tua coscienza!
1. Un tuo amico e una tua amica stanno insieme ormai da tempo. Una sera mentre rientri vedi lui inequivocabilmente appartato con un’altra. a. Chiami immediatamente la tua amica e le dici tutto d’un fiato. b. Chiami immediatamente il tuo amico. OK, diciamo fra un quarto d’ora. c. Porterai questo segreto nella tomba. Amen. d. Stavi proprio cercando qualcosa di interessante per aggiornare il tuo status di Facebook!
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2. Quante notizie tristi al TG! Cosa si può fare? a. Uscire di casa per cambiare il mondo. b. Provare a cercare altre notizie altrove. c. Parlarne con i tuoi educatori. d. Sul 6 fanno “Futurama”! 3. Venerdì sera c’è un allenamento importantissimo prima di una partita importantissima. Ed ecco che spunta la tua sorellina a ricordarti del suo saggio teatrale importantissimo. Interpreterà il ramo secco. Venerdì sera. a. Ramo secco, per me è un no. Allenamento, per me è un sì. b. Siederai in prima fila con gli occhi lucidi e l’applauso pronto. c. Lancerai una monetina dieci minuti prima dell’ora X. d. Indeciso, starai a casa su Facebook a condividere link su quanto amara sia la tua vita.
4. Il tuo nuovo iPod nero brillante è appena finito in un tombino grigio fumante. Cosa pensi? a. V@§§@*****! Un mese di lavoro buttato! b. Si prospetta un interessato giro fra i parenti per il prossimo compleanno. c. Mio fratello sarà molto, molto contento di condividere il suo con me in eterno. d. Domani avrò un nuovo iPod. Rosso fiammante.
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5. Il tuo educatore cerca un’idea per coinvolgere i giovanissimi in un’esperienza di servizio per la comunità.
a. Bello! Facciamo qualcosa con i bambini! b. Fico! Raccogliamo fondi per una missione in Africa! c. Grande! Coinvolgiamo gli anziani che sono sempre soli! d. Forte! Raccogliamo la sporcizia che rovina l’ambiente! 6. La mamma di una tua cara amica sta passando un brutto periodo a causa di alcuni problemi di salute. Per questo la tua amica è molto giù di morale. a. Visto che tutti le fanno domande, preferisci non stressarla ulteriormente. b. Cerchi di parlarne con lei e farla sfogare una volta per tutte. c. Le organizzi una bella serata di svago, sperando che le serva a non pensarci. d. Le scrivi una lettera di incoraggiamento che possa leggere con tranquillità.
7. La prof di storia - l’unica un po’ simpatica fra tutte - ultimamente si è incattivita, offesa perché due tuoi compagni di classe le hanno risposto male. Ora quei due sono stati emarginati da tutti. a. Non mai è giusto escludere qualcuno. b. Forse prima di tagliarli fuori meritavano un’altra possibilità. c. Bene. Si spera che capiscano la stupidaggine fatta. d. Speriamo che la prof lo noti e, come noi, non dia più peso a quei due.
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8. Si avvicinano le elezioni per il rinnovo del consiglio provinciale e le strade sono tappezzate di manifesti elettorali.
a. Ti fermi a leggerli tutti e li confronti attentamente. b. Guardi solo quelli che ti rimandano a qualcosa di noto. c. Hai le tue preferenze politiche quindi non ti soffermi su quei messaggi.
d. Nemmeno voti, quindi tiri dritto e li ignori completamente. 9. Il Papa ha appena pubblicato una nuova enciclica, uno scritto molto importante per tutta la Chiesa.
a. La leggi tutta, anche se fai un po’ fatica. b. Cerchi qualche riassunto su internet per capire di cosa parla.
c. Te la fai spiegare velocemente da qualcuno che l’ha letta. d. Rimandi tutto a quando sarai un po’ più grande e maturo. Nel prossimo articolo le soluzioni del test.
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di Angela Russo
e t s o p s Ri ultiple m e l p i t l u m peur unnaa per ienza c s o a c z n e i c cos Risposte
Mica semplice questo quiz! Di’ la verità, ci hai messo un po’ più del solito per riuscire a rispondere a queste domande, e questo perché, per scegliere tra A, B, C e D hai avuto bisogno non solo del tuo ormai tradizionale istinto, ma hai avuto anche bisogno di interrogare la tua coscienza. E forse in qualche caso non sei neanche riuscito a dare una risposta e sei passato direttamente alla domanda successiva, nella speranza che fosse più “facile”! E ora ti sveliamo il punteggio di questo strano quiz. Ebbene, sotto esame non erano le risposte, bensì le domande o, meglio, la tua capacità di affrontarle! Non è accumulando una MAGGIORANZA DI A
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o una MA G G I O RA N Z A D I C che, nella vita vera, si vince o si perde. Questo semplice quiz ti avrà aiutato a capire che a volte, nelle scelte di tutti i giorni (in fondo le situazioni riportate nella pagina precedente non sono tanto lontane da quelle che vivi quotidianamente...) è molto difficile fare la cosa giusta e, prima ancora, può essere altrettanto difficile anche il solo “capire” quale sia la cosa giusta da fare! Ecco che allora si rende necessario un viaggio all’interno della parte più profonda di te stesso, quella in cui custodisci tutte le esperienze che vivi, dove fai memoria di tutto ciò che sai e che sei, dove provi a fare sintesi di ciò che la vita ti ha insegnato: la tua
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a Un viaggio all’interno della parte piÚ profonda dio te stesso
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coscienza! È questo un luogo tutto tuo, in cui puoi esercitare la tua libertà, perché lì sei tu, da solo, che interroghi te stesso, e sei solo tu che puoi darti delle risposte. E se, per usare la metafora del test, scegli le RISPOSTE B quando pensi che le migliori siano le RISPOSTE D, allora... mentiresti solo a te stesso! Ma la tua coscienza è anche il luogo in cui fai maggior uso della tua curiosità, per ricercare strade e soluzioni nuove, e della tua creatività, per saper guardare le cose in modo diverso, e scoprire così in esse le possibili soluzioni. Spesso, quando si immagina la coscienza, si è portati a identificarla come la parte di noi che ci richiama costantemente all’ordine, imponendoci spesso dei limiti e dei divieti. Beh, non è proprio così... la tua coscienza è molto di più! È qualcosa che racchiude in sé tutto l’universo delle diverse dimensioni umane: affettive, intellettive, relazionali, cognitive, spirituali. Il filosofo Kant disse che due cose avevano sempre destato in lui grande stupore: il cielo stellato sopra di lui e la legge morale dentro di lui. Dunque, quello che ogni uomo racchiude nel proprio intimo può essere sconfinato, bellissimo e pieno di diversità, proprio come ciò che racchiude in sé l’universo. E la ricchezza non sta nella semplice osservazione di tutte queste cose, ma nel saperle tenere insieme, in modo che la tua coscienza possa essere una rete che mette in comunicazione tra loro tutte le tue dimensioni umane, al fine di aiutarti a vedere ciò che vivi con uno sguardo armonico o, se preferisci, con coerenza.
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Ora, nel mondo esiste sia il bene, sia il male. E anche nella tua coscienza puoi ritrovarti a dover fare i conti con questi due grossi “mostri sacri”. La tua coscienza è dunque il luogo in cui fare discernimento tra queste due dimensioni, è il posto in cui ti sforzi di capire cosa è bene e cosa è male, per poi scegliere tra essi. A volte è facile capire da che parte stare, altre volte è molto complicato. Sta però a te, attraverso le tue scelte, far sì che prevalga l’uno o l’altro. È un esercizio di libertà, che richiede allenamento, ma anche di responsabilità, perché così facendo accetti di “rispondere” (essere responsabili significa proprio questo: rispondere di qualcosa a qualcuno!) alle grandi domande che la vita ti pone dinanzi. E uno dei più grandi quesiti non è forse il poter conoscere la verità, sapere cos’è giusto e cos’è sbagliato, cosa fare e cosa non fare, come essere d’aiuto e come non ferire chi ci sta accanto? Ci piacerebbe poter sapere quali decisioni prendere, senza il rischio di dovercene poi pentire… Ebbene, non è certo su un libro di letteratura o su Wikipedia che troveremo le nostre risposte. La nostra verità risiede lì, dove abita anche la nostra libertà: nella coscienza! Ritorniamo allora al quiz di apertura. Se, rileggendo le domande, senti ancora dentro di te qualcosa di indefinibile, che però ti rende irrequieto, beh, quella è la tua coscienza che sta cercando di dirti di non essere superficiale, di andare a fondo di te stesso, per poter poi andare a fondo nelle cose.
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di Nicola De Santis
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Se pensi al tuo mondo interiore, puoi notare come abbia qualcosa in comune con la tua stanzetta... Forse questo accostamento ti sembra un po’ strano, ma la tua coscienza è un posto che sei chiamato continuamente ad abitare e, proprio come la tua stanza, a personalizzare! Se dai uno sguardo alla tua stanza troverai i volti dei tuoi amici più cari, qualche foto di quando eri piccolo, i poster dei tuoi cantanti preferiti, i libri di scuola (più o meno) usati, una felpa buttata sulla sedia, ci saranno i tuoi libri (?!?) più cari e magari qualche aforisma o frase che ti ha colpito tanto... ...Sì, forse a guardarla bene la tua stanza è
un po’ in disordine, ma ti somiglia tanto! Ci sono i “segni” delle tue giornate, dei tuoi sogni e forse anche dei tuoi limiti: proprio così, la tua coscienza prende forma grazie al tuo percorso di vita, alle amicizie che fai, alle passioni che animano il tuo quotidiano. Ogni tanto, però, capita che il ritmo frenetico delle giornate possa rendere una stanza disordinata, dove non si riesce a trovare più nulla e non sempre l’ordine è rispettato: anche per la coscienza è necessaria un’opera di manutenzione! Una volta che hai compreso il valore del vivere secondo coscienza, c’è bisogno di una buona abitudine alla riflessione e al ragionamento: se la coscienza è il luogo
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della sintesi, lo spazio in cui riesci a mettere ordine, non puoi depositare i tuoi pensieri e le tue valutazioni come degli scatoloni ammassati alla rinfusa al centro della stanza! Prima o poi potresti perderli di vista, non riuscire più a confrontarli tra loro... ...Le buone abitudini per prendersi cura della propria coscienza possono essere diverse, ma solo tu sai quali ti sarebbero davvero utili! C’è chi è abituato a tenere un diario con le sue riflessioni, chi si fa accompagnare da una persona più grande come un sacerdote o un educatore, chi si chiude a pensare la sera nella propria stanza e chi preferisce prendere per sé un’oretta a settimana da dedicare ai suoi pensieri in libertà... ...A un certo punto potrebbe capitare che in questa stanza non ci sia più molto spazio e allora sarai chiamato anche a una riflessione aggiuntiva per scegliere cosa è davvero essenziale nella tua coscienza e a cosa puoi rinunciare: è importante che in questa fase sia tu a scegliere e non lasci che scelga per te il momento, una moda, il caso! Il confronto con la propria coscienza è, di per sé, la prima responsabilità di chi ha la consapevolezza della propria capacità di pensiero! Questo esercizio di riflessione e poi di scelta aiuterà il tuo mondo interiore a trovare dei riferimenti precisi e ti aiuterà a trovare un equilibrio utile mentre stai crescendo e hai bisogno di tenere bene al centro i tuoi valori fondamentali. Questo equilibrio non è un bene solo tuo personale, ma è anche una responsabilità verso chi ti sta vicino: la tua
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coscienza critica ti porta, in un secondo momento, a diventare coscienza per il mondo che vivi (a casa, a scuola, nel quartiere e nella città). La tua stessa vita con le tue scelte, magari a volte controcorrente proprio perché dettate dalla coscienza, può essere un segno per chi ti è vicino che, spinto dal tuo esempio, potrebbe crescere e fare proprie nuove idee o sensibilità. La coscienza di ciascuno, infatti, può maturare e crescere meglio proprio grazie al confronto e all’ascolto degli altri che, in maniera indiretta, possono diventare anche delle “voci della nostra coscienza”. La capacità di mettersi in ascolto – dell’altro, della storia, di sé – diventa quindi il cammino ordinario di chi tiene alla cura della propria coscienza: c’è poi un ascolto speciale di Qualcuno che sicuramente abita quella stanza insieme a noi: non è il cantante del poster sulla porta, anzi forse può capitare che a volte non ci accorgiamo nemmeno della sua presenza! La coscienza è il luogo più intimo in cui agisce lo Spirito Santo, il posto in cui spesso il Signore ci parla e ci aiuta a comprendere come rispondere quotidianamente a quello che la nostra storia ci propone. Quella camera si abita così di una presenza amica, di una voce con cui dialogare e che ti aiuta a mettere ordine nella tua stanza a volte caotica, dove hai un appuntamento straordinario. Insomma, un motivo in più per curare l’ordine nella stanza è sapere di ricevere questo Ospite speciale!
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di don Nicolò Tempesta
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il laboratorio Narra un midrash - racconto sotto forma di parabola, con lo scopo di indagare e mostrare il senso profondo della Scrittura - che un giorno un pagano si recò da rabbi Jeoshua ben Korba per porgli questa domanda: «Perché il Santo, benedetto egli sia, parlò a Mosè dal luogo di un cespuglio di spine?» (= roveto ardente: cfr. Es 3). Il rabbi rispose: «Se avesse parlato dal luogo di un carrubo o di un sicomoro, tu avresti fatto la stessa domanda. Ciononostante, non ti lascerò senza risposta. Perché dal luogo di un cespuglio? Per insegnarti che nessun luogo, neppure un cespuglio di spine, è privo della presenza di Dio» (Es Rab II, 3). Bello, questo racconto spontaneo della tradizione ebraica! Se neppure un cespuglio è privo della presenza di Dio, mi piace pensare all’interiorità di ciascuno di noi come allo spazio di Dio. La Bibbia è piena di racconti che ci parlano di Dio che pian piano prende casa negli spazi più impensabili per
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l’uomo. Come non pensare a Davide che progetta l’idea di costruire una “casa” all’Altissimo, mentre è Dio in persona che contrappone una scelta inattesa: non Davide costruirà una casa di pietra a Dio, ma Dio darà una casa di carne, cioè un “casato”, a Davide (2Sam 7)? E che dire dell’esperienza di Maria di Nazareth? Dio si fa carne nel grembo di una donna che diventa la casa dell’Altissimo. Sono queste vicende così belle che ci ricordano la bellezza di dire di sì a Dio nelle scelte concrete della nostra vita che maturano prima e innanzitutto nel segreto della nostra coscienza, proprio lì dove l’“Altissimo Onnipotente bon Signore” chiede ospitalità. Tuffarsi nella profondità della propria coscienza è come iniziare un viaggio, non tanto in estensione, ma in profondità, non fuori di te, ma in te. Puoi provare smarrimento di fronte al paesaggio interiore sconosciuto, ma ciò ti rivela che forse proprio
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questo è il viaggio più lungo e arduo. E anche se non ti obbliga neppure a percorrere un chilometro, ti rendi conto che la strada è ricca di incontri che colorano la tua vita, fertile di novità che ti rendono veramente grande, feconda di esperienze belle che vanno apprezzate e custodite. Mi piace pensare alla coscienza di ciascuno di noi come a un laboratorio dove il principale protagonista è lo Spirito di Dio, uno sguardo d’amore che ci ricorda ogni mattino di ogni giorno che siamo amati da Dio e che la nostra vita altro non è che un mettersi a disposizione del suo progetto di felicità sul mondo. Questo è accaduto a un giovane nel vangelo di Marco che incontra Gesù e che chiede: «Maestro, che cosa devo fare?» (Mc 10,21). E Gesù principalmente lo guarda e lo ama. Percepire questo sguardo nella nostra vita significa fare spazio a Dio nel profondo della nostra coscienza: lo sguardo di Dio sulla tua vita è sempre uno sguardo profondo che ti sussurra: «Ti voglio bene». Dio ci guarda come ha fissato il giovane ricco del Vangelo (Mc 10,21) e ancora una volta ricomincia da capo nella nostra storia, questa volta però non senza di noi. Carissimo amico, carissima amica di Ac, di tanto in tanto in quest’anno ripensa a quest’estate appena tra-
scorsa e ai tuffi in mare, se hai fatto l’esperienza di andare sott’acqua ti sarai certamente accorto che in profondità il mare è bellissimo: tanti colori che rendono in profondità il mare più bello. Così è per la tua coscienza, far entrare il Signore è come rendere più luminoso il mare del nostro cuore e saper così portare luce anche nelle situazioni della nostra vita che possono sembrare buie. Vorrei approfittare dei racconti ebraici per farti una raccomandazione (lo dico innanzitutto a me!!!): lascia entrare Dio dentro di te e concediGli il primo posto. «Un giorno in cui riceveva degli ospiti eruditi, Rabbi Mendel di Kozk li stupì chiedendo loro a bruciapelo: “Dove abita Dio?”. Quelli risero di lui: “Ma che vi prende? Il mondo non è forse pieno della sua gloria?”.» Ma il Rabbi diede lui stesso la risposta alla domanda: “Dio abita dove lo si lascia entrare”. La tua coscienza può trasformarsi nel laboratorio di Dio se lasciamo entrare Lui. Sarà il Signore in persona, dopo averci chiesto il permesso, a fare della nostra vita la sua casa così come è accaduto a Maria. P.S.: Se vuoi, scrivimi! n.tempesta@azionecattolica.it oppure contattami su Fb
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di Silvia Ruggiero
Dall’Umbria con... coscienza!
Eccoci pronti per l’intervista! Sentiti il più libero possibile nel rispondere alle domande... vogliamo solo la verità! Raccontaci un po’ di te e di come sei capitato in Ac. Sono un normale (!) ragazzo di diciassette anni e faccio parte del gruppo parrocchiale di Nocera Umbra. Ho iniziato a frequentare l’Ac quando, quattro anni fa, con il nostro gruppo abbiamo partecipato al camposcuola di Azione cattolica. Prima di allora avevo preso parte solo ad un campo organizzato dalla mia parrocchia. Ora ogni volta che torno da un caposcuola, sento che dentro di me qualcosa è cambiato! Questo numero parla della coscienza. Un tema duro per i Giovanissimi, per tutti, a dire il vero... Eh sì! Personalmente credo che i giovani cerchino in qualche modo di ignorare la coscienza, perché seguirla spesso risulta essere la strada più difficile! Invece, quando si è giovani si preferisce sentirsi “più liberi”... Cosa ti immagini che sia “concretamente” la coscienza? Un Grillo Parlante stile Pinocchio? Un crampo allo stomaco?
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Seguire la coscienza spesso è la strada più dif
ficile
Se penso alla parola coscienza, mi viene in mente una specie di voce che è dentro di me. Questa voce mi aiuta e mi guida nelle mie scelte. Tu sei uno studente. Cosa significa “agire secondo coscienza” a scuola? Ricordi qualche esempio che hai vissuto in prima persona? Secondo me significa riuscire a integrare bene la scuola con la vita “privata” e cercare anche di aiutare i compagni. Ad esempio, quando certe settimane a scuola sono molto pesanti, cerco comunque di non pensare solamente allo studio, ma di essere disponibile lo stesso con i miei compagni e con la mia famiglia.
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a! Ti è mai capitato di sapere quale fosse la scelta “giusta” da fare... e tuttavia di aver preferito quella “sbagliata”? Secondo te perché accade? Purtroppo a volte capita! A mio parere questo avviene quando la scelta che fai viene a tuo vantaggio mentre l’altra, quella giusta, costa un sacrificio. Riuscire a scegliere sempre il giusto sarebbe molto bello! Ma la tentazione di tirare acqua al proprio mulino c’è sempre... Avrai sentito dell’appello di Papa Benedetto XVI contro il “relativismo morale” della nostra epoca. Insomma, si rischia di dimenticare che le azioni di ciascuno di noi hanno delle ripercussioni sul mondo o, al contrario, possono fare la differenza in positivo! Credo che lo sbaglio più grande sia quando prendiamo noi stessi come unici interlocutori: prima ancora di scegliere tra un comportamento e un altro, c’è da decidere tra una persona e un’altra, quale destinataria delle nostre azioni; tra me e il mio prossimo, e questo può far emergere l’egoismo. Oggi è forse questo un problema più forte: si ricevono molti stimoli esterni, come la pubblicità, dove tutto è incentrato sull’“io” e non sul bene che posso fare agli altri. Che ruolo ha la preghiera nella tua vita e nel tuo discernimento del bene e del male quoti-
Nome: Luca Cognome: Nassuato Età: 17 anni Parrocchia: Assunzione di Maria Nocera Umbra (Pg) Diocesi: Assisi - Nocera Umbra Gualdo Tadino Scuola: Liceo scientifico “R. Casimiri” di Gualdo Tadino
diano? La preghiera è un momento fondamentale nella giornata! Serve per ringraziare il Signore, trovare la forza nei momenti di difficoltà e anche per saper scegliere quando ci spetta una decisione difficile. Ti diamo spazio libero per mandare un messaggio a tutti i lettori di Graffiti. Vivete pienamente la vostra vita e cercate di donarvi agli altri! Anche se questo, all’apparenza, sembra un sacrificio, vi renderà veramente felici! Ciao a tutti!
Anche se la scuola è pe sante cerco di non pensare so lo allo studio
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di Mirko Casu e Claudia Collu
Circo in parrocchia ROmania: un ponte colorato tra Sassari e Braila Quest’estate 8 giovani volontari della Diocesi di Sassari, dal 9 al 17 agosto si sono ritrovati a vivere un’esperienza di missione davvero originale e particolare: il Circo in Parrocchia Romania. L’idea è nata da una richiesta delle suore del Santissimo Sacramento, che, nella città di Braila, in Romania, appunto, gestiscono la Casa del Sorriso di Mariele, una casa-famiglia che attualmente accoglie 24 minori (tra bambini e adolescenti) affidati dai servizi sociali. L’obiettivo era quello coinvolgere questi ragazzi, attraverso l’esperienza del Circo sociale, in laboratori creativi, in modo che potessero vivere, nella quotidianità della casa, i valori e i fondamenti cristiani in un
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modo dinamico, gioioso, capace di leggere il quotidiano attraverso l’”Oltre del Vangelo” incarnato in laboratori, giochi, condivisioni, spettacoli. Praticamente, una volta in Romania, abbiamo realizzato queste attività ed abbiamo aiutato
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23 gli adolescenti della casa-famiglia a mettere su degli spettacoli di clowneria, in cui i ragazzi rumeni e noi clown si sono esibiti insieme. Claudia, giovane di Azione Cattolica della Parrocchia della Sacra Famiglia, che ha vissuto questa fantastica esperienza la racconta brevemente così. “ Ecco il cancello, si sentono i bimbi che giocano in cortile.. Tutti e otto mettiamo su il naso rosso, contiamo sino a tre, accendiamo la musica a tutto volume e irrompiamo scavalcando muretto: -“sono arrivati i clown!” li sentiamo esultare. Una folla di bambini ci riconosce e ci salta incontro, letteralmente. -“Benvenuti!!”. Ci aspettavano, tanto. E c’era scritto “benvenuti” anche sul tavolo all’ingresso a fianco ad un cestino di caramelle. Mi chiamo Claudia, anzi dovrei dire “Tittiri” perché ora questo è il mio nome clown, e il circo in Parrocchia in Romania è stata per me la prima esperienza di volontariato all‘estero e la prima esperienza clown. I primi giorni ero spaesata, un po’ impaurita, ma poi ho capito che da quelle giovani venti persone chiuse in un salone a giocare, ciascuna con la propria incredibile storia, in pochi giorni era nato un gruppo di persone “Nuove” di cui facevo parte e che stavano riscoprendo se stesse conoscendosi tramite il gioco e mettendosi alla
prova. Ciascuno ha scoperto di avere qualcosa, un talento, un dono, un modo per donarsi agli altri e gli spettacoli ed il naso rosso sono stati il mezzo tramite il quale ognuno singolarmente, ma anche tutti assieme, ha potuto fare esperienza di questo donarsi al prossimo. Siamo andati ad esibirci in tre villaggi. Il primo era a Bacau, là siamo stati in una casa di accoglienza per malati delle Missionarie della Carità, il secondo Prajesti, dove due suore Clarisse ci hanno aiutato a convincere le persone ad uscire dalle case per radunarsi nella piazza della Chiesa. Il terzo spettacolo, è stato al carcere di Tichilesti. In tutti questi posti abbiamo visto cosa poteva produrre la forza di un sorriso sincero. Alla domanda “perché il clown?” e “perché la Romania?” rispondo ora di rientro da questo viaggio e augurando a chiunque un esperienza simile: il clown, perché Qualcuno disse “se non sarete piccoli come bambini non entrerete nel Regno dei Cieli”; la Romania, per scoprire che è vero che quando due o tre sono uniti nel Suo nome là c’è casa, c’è Famiglia, c’è Chiesa. Multumesc! Grazie Mille!” Per maggiori info sul Circo in Parrocchia potete scrivete a animazione.caritasturritana@live.it
Dukagjin I volti di Dio
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di Ivana Campolongo
n silenzio assoluto prima del frastuono assordante del furgoncino che ci avrebbe portati a destinazione, circa quattro ore di viaggio a 20 km orari. Tra un sedile e l’altro qualche zaino incastrato limitava l’andatura dei nostri corpi sballottati dai sassi che ricoprivano la strada non asfaltata, e dai vetri lesionati i raggi del sole entravano prepotentemente da ogni direzione... Invasi dalla luce, conquistati dallo spettacolo che gratuitamente ci si mostrava. Così ci accolse il Dukagjin, ci presentò da subito le sue vette ricoperte di verde, ci mostrò la forza del rigoglioso flusso del fiume, la vita degli animali al pascolo, l’energia trasmessa da un semplice respiro della sua fresca e incontaminata aria.
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Questa regione dei Balcani situata in parte nel nord dell’Albania e in parte nel Kosovo occidentale, accolse così anche Padre Antonio Imperato che vi ha vissuto tre anni, mandato dal vescovo di Scutari per seguirne le popolazioni. Il tesoro del Dukagjin sono le famiglie che lo abitano, spesso in situazioni di forte povertà, uomini e donne che scelgono di vivere in questo posto coscienti di dover sudare ogni giorno per mantenere la propria numerosa famiglia, nutrendosi dei doni della terra, coltivati e curati con tanta dedizione. Nella sua permanenza nella parte a nord dell’Albania, la parte cattolica, padre Antonio si è impegnato a sostenere queste famiglie, ad assicurare una chiesa che fosse presente giornalmente, che li
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guidasse nella fede, creando un’opportunità di incontro e di studio per i tanti ragazzi presenti, spesso isolati dalle distanze, dalla povertà e dai doveri lavorativi. Dalle richieste dei ragazzi di restare, nacque il progetto Dukagjin, un mese di attività nella chiesa di Breg Lumi e nello spazio antistante, un mese in cui poter assicurare delle attività ricreative, dei corsi base di italiano e inglese, un cammino di formazione cristiana, ma soprattutto la possibilità di divertirsi e di stare insieme. In quattro anni il progetto è cresciuto, nutrendosi del servizio di molte persone prove-
nienti da diversi posti d’Italia coinvolte da Padre Antonio e da chi, da sempre, ha condiviso con lui questo sogno. Un sogno che oggi unisce tutti noi che l’abbiamo vissuto anche solo per un po’. Il Dukagjin è vita, è un cuore che batte, è un silenzio che irrompe nel cuore così tanto da stordire. Stordiscono gli occhi curiosi di quei bambini che attraversano il fiume, i boschi, scendono giù dalle montagne e, dopo ore di cammino, arrivano pronti a partecipare, a imparare, a scoprire e condividere, ma stordiscono ancor di più le loro piccole mani segnate dal duro lavoro nei campi. Stordisce l’accoglienza delle famiglie che offrono tutto ciò che hanno a chi decide di fargli visita, anche se quel tutto per loro è vitale. Un’ accoglienza pronta a ricordare quanta ricchezza si può trovare nell’assoluta povertà. Il Dukagjin per chi lo abita è tanto bello quanto faticoso, d’inverno la neve non permette gli spostamenti, per questo l’estate si lavora duramente per assicurarsi un adeguato carico di provviste. Non so bene cosa accada in quel posto, so che spesso dimentichiamo di essere parte del creato, spesso scordiamo che abbiamo un Padre che con amore cerca di indicarci la giusta strada, penso che quella strada sia un po’ come il Dukagijn: da vivere, da sudare, con umiltà e dedizione, da assaporare, da gustare, da accogliere... Non so cosa posso aver lasciato di me in quel posto, so che sono tornata con un infinito dentro, come se per la prima volta avessi visto il vero volto di Dio.
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test
di Alessandro Garuglieri
Spremi le meningi e rispondi a questo test un po’ diverso dal solito, per avere un’idea di quale sia la tua coscienza!
Pensa che c
Passo 1: domande semplici semplici… 1) Una persona cosciente secondo te è uno che: a) Riflette, riflette, riflette... b) Ha delle grandi cosce! c) Si interroga sulle cose e su se stesso. 2) A lungo andare essere coscienti porta a: a) Essere obiettivi sulle cose, a decidere in modo giusto. b) Essere noiosi, ripetitivi, perfettini… c) A percepire un trascendente nell’esperienza della mistica quotidianità. Passo 2: domande un po’ più difficili... 4) Quali sono, fra quelle elencate di seguito, le prime parole che ti vengono in mente dopo che leggi la parola “coscienza”? Scegline almeno 5: 1) pensiero 2) noia 3) intelletto 4) giustizia 5) fatica 6) superiorità 7) riflessione 8) inutile 9) mistica 10) profondità 11) moralismo 14) universalità 13) interiorità 12) regole 17) infinito 15) equilibrio 16) fregatura 19) eternità 20) Dio 18) cervellotico 21) teologia
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5) Usando principalmente queste 5 parole che hai scelto, prova a scrivere una frase di senso compiuto che rappresenti la tua idea di coscienza (se ne usi anche qualche altra, va bene!).
Passo 3: e adesso? Adesso ti faremo delle domande sulla frase che hai scritto! Ti chiediamo di rispondere secondo quello che senti corrispondere di più su una scala con queste risposte: 1 (per niente), 2 (un po’), 3 (un bel po’), 4 (tanto!). Leggendo la mia frase...
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coscienza!
PUNTEGGI Punteggi: parte 1: 1) a-3, b-1, c-2; 2) a-2, b-1, c-3; parte 2: se la maggioranza delle parole scelte è tra queste: 1, 4, 7, 10, 13, 16, 19 sono 2 punti; se la maggioranza è tra queste: 2, 5, 8, 11, 14, 17, 20 è 1 punto; se la maggioranza è tra queste: 3, 6, 9, 12, 15, 18, 21 sono 3 punti. Parte 3: somma i punti che hai dato alle domande. Risultati: da 8 a 15: Coscienza... sporca! Forse hai un’idea di coscienza piuttosto pesante, retriva, stantia... Ecco, quando vengono usati paroloni come questo, tendi a pensare di essere nel posto sbagliato al momento sbagliato… ma non si può pensare senza aver coscienza, e non basta vivacchiare, bensì è bello vivere! Coscienza è saper leggere, interrogarsi e riconoscere quello che si ha davanti con consapevolezza. Altrimenti si vive a tentoni, e si finisce per fare come dicono tanti nonni: ...si tira avanti!
7) ...sento che non è un concetto noioso, e neppure bigotto. 1 2 3 4 8) ...mi sembra che sia un termine difficile, ma affascinante. 1 2 3 4 9) ...sento che una buona coscienza è capace di donarsi. 1 2 3 4 10) …sento che è il cammino di trascendenza per ogni uomo. 1 2 3 4 11) …sento che è roba per persone di un certo livello. 1 2 3 4
Da 16 a 23: Con-scienza! Equilibrio è un termine che sembra ti piaccia, almeno per il fatto che ti piace porti domande. Questo non significa vivere paralizzati, ma sapere che si può sempre trovare il perché delle scelte senza farsi troppi giri mentali inutili. È difficile, sì, ma che bello poter pensare, poter capire, poter scegliere senza essere preda dei propri egoismi e delle proprie paure! Liberi per servire e per discernere, nel proprio cuore, ciò che è buono e bello, e poi... gustarlo! Da 24 a 29: Candido, ovvero l’ottimismo Essere troppo formali, troppo “come si deve” rischia di non far cogliere la bellezza del cammino interiore che è fatto di passi, di salti, di cadute, di slanci. E, soprattutto, di cose che si capiscono progressivamente. Non ti perdere dietro a una perfezione di facciata, che rischia di essere tutta cervello e niente cuore! Quindi, liberati di troppi paroloni che fanno sembrare intellettuali da strapazzo! La coscienza è la libertà interiore di trovare il bene e la presenza di Dio anche là dove non sembra. Non è tutto mistico e disincarnato e neanche tutto bianco e puro, o nero e mostruoso!
enigmistica
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Music-Sudoku Super Sudoku
Lo schema contiene già alcuni numeri, ma ne potrai aggiungere altri rispondendo esattamente ai quiz proposti. Risolvere quindi il sudoku normalmente, sapendo che bisogna riempire la griglia con i numeri da 1 a 9, in modo che ogni numero compaia una sola volta in ciascuna riga, colonna e quadrato 3x3 (indicato da un bordo in grassetto). Il gioco richiede solo logica e pazienza.
C5 Waka Waka (This Time for Africa) D5 Halo E4 You Know me E6 L’amore si odia E7 Se fosse per sempre E8 Rain F5 Figlio di un re G2 La cometa di Halley H9 Lontano dal tuo sole
1 Neffa 2 Mika 3 Beyoncé 4 Cesare Cremonini 5 Robbie Williams 6 Biagio Antonacci 7 Shakira 8 Irene Grandi 9 Noemi/Mannoia
Riempire la griglia con i numeri da 1 a 9, in modo che ogni numero compaia una sola volta in ciascuna riga, colonna e quadrato 3x3 (indicato da un bordo in grassetto). A colore uguale corrisponde cifra uguale. Il gioco richiede solo logica e pazienza.
Trio
Si associ a ciascun cantante la relativa canzone. Ogni brano è contrassegnato da una coordinata che indica una casella del sudoku, dentro la quale dovrai inserire il numero associato al cantante.
Crossword Le definizioni sono in italiano, le parole da inserire nel cruciverba in inglese. ACROSS 1. Assalti, aggressioni - 7. Così, in tal modo - 8. Può essere da frutto - 10. Ha l'iride e la cornea - 11. Accampamenti militari - 12. Dormono a testa in giù - 14. Zona circoscritta 16. Così approva... Obama - 17. Ha Berlino per capitale. DOWN 1. Preceduto da to è chiedere - 2. Precede andare o venire - 3. Preposizione semplice - 4. Avanzato lentamente - 5. Li preme il pianista - 6. Preceduto da to è vedere - 9. Più tardi, successivamente - 11. Gentilezza, premura, dedizione - 12. Sacca, sporta - 13. Se è azzurro è sereno - 15. La prima persona singolare dell'indicativo presente di to be - 16. Preposizione che vale sopra.
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Inserire nelle caselle colorate di tutte le righe la parola rispondente alla seguente definizione: Di Valle a Roma. Completare, poi, ogni parola rispondendo alle definizioni. DEFINIZIONI 1. Congegno girevole al supermecato 2. Degne di passare ai posteri 3. Un gol segnato per errore 4. Trionfo, affermazione 5. Pratica uno sport invernale 6. Il metal... all’ingresso della banca
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CRUCIVERBA A CHIAVE A gioco risolto nelle righe colorate si leggerà una frase da Immobile di Alessandra Amoroso
ORIZZONTALI
1. Innalzarsi... a paladino - 10. Iniziali di Avati - 12. Turbo Diesel - 17. Fine serie - 18. Gran Turismo - 19. Famoso monumento romano dedicato ad Augusto - 23. Era senza l’ultima - 24. Frase senza consonanti - 34. Il quarto mese in breve 35. Le hanno pecore e leoni - 36. Centro di moda - 37. Fine d’ayatollah - 43. Fra lun. e mer. - 44. Non frazionate, intere 45. L’attore Hanks - 46. Riflettore per fotografi - 47. Competizioni sportive - 48. Che nascondono insidie. VERTICALI
1. Lette senza consonanti - 2. Radio Frequenza - 3. L’attrice Forte - 4. Gli uomini dell’FBI - 5. Iniziali di Montale - 6. Si effettua dal dischetto - 7. Posta o collocata - 8. Imperia - 9. Quasi introvabile - 10. Si carica e poi si... tira - 11. Sono detti noci d’acagiù - 12. Un duo più uno - 13. Alcuni... a Parigi - 14. Il de scozzese - 15. Fasce, bende - 16. Greche dell'Acaia 20. Li guida Obama - 21. Lividi per la paura - 22. Ha valore di nuovo - 25. Paradigmi - 26. Una nota di petto - 27. Varietà di frumento - 28. La più grossa è regina - 29. Jane e Peter, attori - 30. Christopher che fu Superman sullo schermo - 31. Si spartiscono i profitti - 32. Leonard, cantautore, poeta e compositore canadese - 33. Strumento musicale indiano - 38. Iniziali di Poe - 39. Ingegnere in breve - 40. Uomo in latino - 41. Crime Scene Investigation - 42. Associazione Temporanea d’Imprese - 43. Iniziali di Scorsese.
soluzioni
di Pasquale Petrullo
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di Raffaele Chiarulli
La banda dei Babbi Natale Sprizzante Dopo il passo falso del Cosmo sul comò, i Re Magi del nostro presepe cinefilo tornano ad una commedia più delicata e meno sciatta: tre uomini accusati di essere una banda di ladri devono scagionarsi entro la mezzanotte del 24 dicembre. Sorrisi, più che risate, più la magia del Natale.
Le cronache di Narnia: il viaggio del veliero Maestoso “Se non ritornerete come bambini...”. Torna a vele spiegate la saga fantasy, tratta dai libri di C.S. Lewis, che ha fatto sognare gli spettatori di tutte le età. Sulla tolda della nave due personaggi in meno (i due fratelli grandi, diventati nel frattempo adulti) e qualcuno in più. Che viaggio!
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Boris: il film Graffiante Dopo aver preso per i fondelli le fiction italiane, la scatenata squadra di Boris (tre serie televisive, grande successo di critica e pubblico) passa dal piccolo al grande schermo con un obiettivo ben preciso nel mirino: i cinepanettoni! Divertente, ma più adatto al formato televisivo da cui proviene. Rapunzel: l’intreccio della torre Capelluto Dopo La principessa e il ranocchio, mamma Disney torna a battere il sentiero dell’animazione tradizionale: una favola classica (in Italia, “Raperonzolo”) disegnata come i capolavori di un tempo (Biancaneve, Cenerentola...). Solo due dimensioni? Sono tre, con quella del cuore!
Harry Potter e i doni della morte Parte I - Diviso Penultima tappa per il non più apprendista stregone. Ci siamo quasi. Una mossa un po’ furba da un punto di vista commerciale (gli incassi raddoppiano a parità dell’investimento) ma bisogna ammettere che spezzare in due parti l’ultimo Harry Potter allunga la tensione e il divertimento.
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THE SOCIAL NETWORK Facebook arriva sul grande schermo. Dimenticate la pellicola italiana Feisbum, che si vanta di essere stata la prima in assoluto ad indagare il dilagante fenomeno dei social network, ma che lo ha fatto con tanta superficialità e tanto cinismo da essere stata subito dimenticata. Alle spalle di questa operazione, che può disporre invece della professionalità e della sottigliezza del miglior cinema americano, ci sono uno dei migliori sceneggiatori viventi, Aaron Sorkin, e uno dei registi che hanno cambiato il modo di fare film a Hollywood negli ultimi dieci anni, David Fincher. Entrambi hanno sempre ritratto le contraddizioni dell’America in modo impietoso ma sempre originale e profondo. Sorkin è lo sceneggiatore di film quali Codice d’onore, Il presidente, La guerra di Charlie Wilson, ma soprattutto della serie televisiva West Wing. Fincher è l’acclamato regista di film come Fight Club, Seven, Zodiac e Il curioso caso di Benjamin Button. Tutti film, sia i primi sia i secondi, che esigono uno spettatore maturo e adulto. The Social Network non fa eccezione, non è una commedia, è la storia vera tratta dal romanzo di Ben Mezrich, della vita di Mark Zuckerberg, il giovane genio informatico che al secondo anno di università ad Harvard – era il 2004 – inventò il più famoso social network del mondo. Niente toni trionfalistici, né la celebrazione del genio, in questa biografia dai toni cupi. Il film, attraverso il ritratto di Zuckerberg, di cui la sceneggiatura oltre alle luci mette bene a fuoco le ombre, vuole anche mettere in guardia dai pericoli di un’invenzione che – all’apparenza – sembra poter risolvere tutti i nostri problemi di solitudine e di contatto con il mondo. È proprio così? Forse no, forse anche questa, come tutte le invenzioni dell’uomo, è espressione della sua genialità ma ne rivela purtroppo anche il lato oscuro. Ancora una volta è la libertà degli uomini in esercizio, la loro capacità di scegliere il bene come il male. Un film che arriva al momento giusto (molte polemiche ha suscitato negli Stati Uniti, perché l’ormai miliardario Zuckerberg non si è riconosciuto nel protagonista), quando ormai siamo tutti in grado di ammettere che anche la più grande invenzione del decennio ha iniziato a fare grossi danni. Da vedere e da meditare. Poi toglietevi dalla consolle e uscite all’aria aperta!
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a cura di Nicola Cesaro
Segnalibro SIMBOLICO La Natura che si rivolta contro l’umanità, le difficoltà dei nostri giorni viste attraverso le vicende di un mondo che pare così lontano nella realtà, le favole di un uomo che racconta la natura per parlare del mondo di oggi e di noi. Le storie di Mauro Corona parlano a grandi e bambini: storie di bullismo e prepotenza, di rapporto con la manualità e la creatività, ma anche storie d’amore e d’amicizia, storie di uomini e animali, sempre narrate con la voce senza tempo delle sue montagne. TORNERANNO LE QUATTRO STAGIONI, di Mauro Corona. Mondadori, 2010.
DIFFICILE Non poteva mancare l’opera vincitrice del Premio Campiello 2010, uno dei riconoscimenti più ambiti della letteratura e della critica italiana. Michela Murgia racconta la storia di Maria, ragazzina dall’infanzia difficile cresciuta da Tzia Bonaria. Una figura dalla doppia vita, abile artigiana ma anche “accabadora”, ossia ultima madre, capace di dare una morte pietosa ai malati. La scrittrice ripercorre la vita di Maria in una Sardegna degli anni Cinquanta, un mondo antico interrogato dalla Murgia con un linguaggio scabro, ma mai banale. Una lettura certamente poco leggera, ma che apre facilmente al personale spirito critico. ACCABADORA, di Michela Murgia. Einaudi, 2009.
EPICO Nel 1960 Abebe Bikila vinceva la maratona olimpica di Roma correndo scalzo. Una vittoria entrata nella storia, così come sono impressi negli annali dello sport Stefano Baldini, Miguel Sanchez, Haile Gebrselassie. Atleti che in comune avevano una cosa: l’essere maratoneti. Ed è proprio la maratona, gara estenuante nata all’apice della cultura ellenica, ad essere immortalata dalla penna di Patucchi. Una storia che ritorna tutt’oggi, negli eventi di Roma, Venezia, Berlino e New York, moderne maratone che raccolgono ogni anno migliaia di partecipanti. MARATONETI, STORIE DI CORSE E CORRIDORI, di Marco Patucchi. B.C. Dalai Editore, 2010.
POLIZIESCO Miss Marple, Hercule Poirot, l’assassinio sull’Orient Express e quello di Robert Ackdroyd. Sono solo alcuni dei nomi divenuti leggendari per la letteratura “gialla”, nati dalla mano della signora del crimine Agatha Christie. I suoi romanzi hanno letteralmente rivoluzionato il genere poliziesco, affascinando generazioni di scrittori. Quattro dei suoi più importanti racconti sono stati raccolti in questo volume, croce e delizia di indizi, misteri e puzzle criminali da ricomporre. I CAPOLAVORI, di Agatha Christie. Mondadori, 2003.
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scrivi la tua preghiera a graffiti@azionecattolica.it
Grazie... ...per avermi donato la vita; per avermi donato una famiglia che mi ama e che rimane unita anche nelle difficoltà; per avermi donato una vita “comoda” anche quando negli occhi di chi mi è intorno leggo spesso la povertà; per i momenti di gioia, ma anche per quelli difficili che mi hanno fatto scendere giù qualche lacrima che mi ha fatto crescere; per essere il mio sostegno quando devo prendere decisioni importanti. Grazie soprattutto perché dietro ognuna di queste cose ci sei tu, Signore, anche quando non ti cerco abbastanza e mi sembra di essere solo; anche quando non mi sforzo abbastanza di seguire la voce buona, la tua voce, e non riesco a guardare avanti senza aver paura. So che non andrà tutto bene nella mia vita, ma se troverò sul mio cammino qualche ostacolo confiderò in te, Signore!
Giovanissimi della parrocchia di Santa Croce in Casagiove (CE) Anno Associativo 2009/2010
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di Eliano Zocchi
INTERVISTA
MARCO SENIGAGLIESI PARROCCHIA S. ANNA DI POTENZA PICENA DIOCESI DI FERMO EDUCATORE GIOVANISSIMI Marco, che cosa ti aspetti dall’Incontro nazionale del 30 ottobre? Vivere e condividere un’esperienza come questa, circondato da migliaia di giovani che magari nel loro piccolo la pensano (o pensavano) come me, può davvero aprire gli occhi e il cuore. Quando ci si rende conto che le quattro mura in cui ci si incontra di solito con i ragazzi esplodono in una piazza gremita, che anch’essa con difficoltà contiene tutto l’entusiasmo e la gioia dei nostri giovani, non si può rimanere indifferenti. Anche per i Giovanissimi sarà il giorno più speciale? Un incontro nazionale, accolti da un ospite d’eccellenza come il Santo Padre, diventa a mio avviso una pietra miliare nella vita associativa di ogni giovanissimo, un ricordo che si porterà sempre dietro, sia dentro che fuori dell’Associazione. Il passo successivo è poi portare la straordinarietà di questi eventi nell’ordinarietà di tutti i giorni, nella propria parrocchia. In questo, noi educatori siamo chiamati a impegnarci profondamente, affinché i semi che questi incontri lasciano nei nostri ragazzi possano portare molti frutti.
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QUADRUPLA GRAZIA BARBIERI 16 ANNI PARROCCHIA S. BENEDETTO ABATE DI TRIGOLO DIOCESI DI CREMONA SCUOLA: LICEO SCIENTIFICO GIOVANISSIMA DI AC Grazia, dicci cosa metterai nella borsa per andare a Roma? Io e il mio gruppo non vediamo l’ora di partire per questa grande avventura! Nella borsa metterò sicuramente tanto entusiasmo, curiosità e voglia di fare nuove e speciali conoscenze! E poi, perché no?, anche una piccola agenda (gadget Ac della mia diocesi) su cui annotare sensazioni, frasi, nomi e ricordi: non voglio perdermi nulla! Hai imparato l’inno di “C’è di più” a memoria? Ripassi le mosse tutti i giorni? Qual è la frase dell’inno che preferisci? L’inno l’ho visto più e più volte sul sito e mi piace un sacco! Sto imparando il testo e il balletto, anche se, non essendo una brava ballerina, faccio un po’ fatica. Il ritornello, secondo me, è la frase più significativa: “C’è di + c’è di +, diventiamo grandi insieme e diamo luce a questo mondo”; rispecchia quello che è davvero l’Ac, un percorso che ti segue sempre e che ti insegna a crescere, guidati dalla Sua luce. Noi quindi non possiamo che essere “luce di questo mondo”. E a Roma lo saremo tutti insieme!
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DANIELA COCCO 27 ANNI PARROCCHIA SS. NOME DI GESÙ DIOCESI DI ALGHERO-BOSA SEGRETARIA CENTRALE DEL SETTORE GIOVANI DI AC Quanto tempo al giorno passi a pensare all’incontro nazionale? Dipende dai giorni! Dalle 2 alle 10 ore direi... Per non parlare poi di tutte le volte che “C’è di +” monopolizza le conversazioni con gli amici o i pensieri prima di andare a dormire! Ma quelle non sono quantificabili! Vogliamo che tutti i partecipanti vadano via da Roma con il cuore colmo di gioia, di entusiasmo e di amore per la Chiesa e per l’Ac! Cosa “c’è di più” rispetto alla normale attività di segreteria? Beh, prepararsi ad accogliere a Roma 50.000 persone non è mica semplice! Ma la cosa bella è il modo in cui stiamo condividendo le responsabilità, sia con gli altri membri dell’équipe, che con l’Acr! Quindi, oltre le fatiche, oltre le preoccupazioni... c’è l’amicizia, l’entusiasmo, il desiderio forte di esserci e di dare il meglio!!!
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DON STEFANO ZANELLA 33 ANNI DIOCESI DI FERRARA-COMACCHIO ASSISTENTE GIOVANI DIOCESANO E REGIONALE (EMILIA ROMAGNA) A cosa serve un incontro nazionale? Di solito gli incontri nazionali aiutano a rendersi conto che nella Chiesa non siamo soli. Nelle piccole parrocchie molti parroci rischiano di sfruttare l’entusiasmo di quei pochi giovanissimi che partecipano attivamente alle attività pastorali chiedendo loro un impegno eccessivo. Gli incontri nazionali, perciò, diventano linfa per ricaricare le batterie spirituali e umane, prima di ricominciare le attività dell’anno. E dopo l’incontro? L’incontro con il Santo Padre e la festa che seguirà saprà certo conquistare e condurre i desideri dei ragazzi verso quella luce che è Cristo! Ecco il “di più” di questo incontro: tradurre il nome di Gesù e la gioia dell’incontro personale con Lui nelle realtà care ai giovanissimi attraverso la testimonianza prima del Papa, e poi dei vari ospiti. Sentirsi sostenuti da tante persone che hanno preparato per loro questo momento, aiuterà di certo i giovanissimi a diffondere nel mondo la gioia che vivranno a Roma!
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di Vincenzo Terracciano
In questo numero abbiamo incontrato Simona Atzori, pittrice e ballerina italiana, che nella sua vita ha saputo scoprire un “di più” molto specialke. Simona sarà con noi il 30ottobre in piazza del Popolo, per raccontarcelo, ma intanto ci da qualche anticipazione...
Quel “di +” di...
S imon a, la p rim a cos a ch e s i pensa guardando alla tua storia è: “cosa mi trattiene ancora?” A volte dico che ci inventiamo delle scuse per impedirci di fare quello che vogliamo. Un mio amico una volta mi disse: «Tu, Simona, avresti avuto una scusa grandissima e non l’hai mai voluta usare». Bene, mi dissi: se provassimo a lasciarci andare tutti riusciremmo a fare molto di più. L a t u a d iv e r s i t à p e s a p iù a i t u o i occhi o a quelli di chi ti guarda? Per me il problema non è mai esistito, non c’è mai stato. Io sono fatta così: non è un limite ma il mio modo di essere. Ho scoperto, anzi, di poterlo trasformare in una ricchezza. E la mia famiglia, le persone che mi vogliono bene e quelle con cui lavoro la pensano come me. E per questo, ovviamente, li ringrazio. Solo per le persone esterne il mio può essere visto come un limite. D’altronde, i limiti sono solo in chi ci guarda, sta a noi dimostrare che non è così.
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Simona Atzori Nella tua biografia si legge che sei un talento precoce: hai cominciato a dipingere a quattro anni e a danzare a sei. Che ruolo ha avuto l’arte nella tua vita? L’arte è entrata da subito nella mia vita. Se prima pensavo di essere stata io a scegliere questa strada, adesso penso piuttosto che sia stata l’arte a scegliere me. La consideravo indispensabile per poter comunicare le mie sensazioni più profonde. Il tuo modo di usare i piedi quasi come se fossero mani è straordinario, quasi spontaneo. È sempre stato così? È stato un processo molto naturale, iniziato quand’ero piccolina: così come da bambino ti muovevi per afferrare gli oggetti nella tua culla, così facevo io. L’unica differenza è che usavo i piedi al posto delle mani. I miei genitori sono stati molto bravi nel non fermare questo processo; mi hanno aiutato, incentivato e hanno accolto con naturalezza il mio modo di disegnare e scrivere. Nella tua carriera hai raggiunto vette altissime. Qual è il momento, o più di uno, che ricordi con più emozione? Sicuramente il Giubileo del 2000 e l’apertura delle Paralimpiadi di Torino. Ma anche ballare con Roberto Bolle. Questi sono momenti che artisticamente hanno saputo darmi tantissimo. In più c’è stato... ...l’incontro con Giovanni Paolo II ! Già: un’esperienza meravigliosa. Quando creai un dipinto per lui, ad appena 17 anni, fu per me un evento straordinario. È uno di quei ricordi per cui diventa difficile anche solo trovare le parole. Ricordo la sua umanità, la dolcezza, il carisma trapelati nello spazio di quei pochi minuti... Mi sono entrati dentro assieme al suo sguardo e alla sua benedizione. Nella mia vita quel momento ha avuto un significato grandissimo: ancora più che un grande Papa, ho conosciuto un grande uomo.
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Qual è il racconto della tua esperienza che fai nei tuoi numerosi incontri in giro per le scuole? Mi sono resa conto quanto, insieme alla danza e alla pittura, questi incontri motivazionali possano essere importanti per alcune persone. Il problema è che molto spesso diamo per scontato tutto ciò che abbiamo anche se non dovremmo: la vita è un dono e come tale va valorizzato. Pensare che non c’è valore in quello che abbiamo è soltanto tempo perso: se io o miei genitori lo avessimo fatto, io non avrei fatto nulla di tutto quello che ti ho raccontato. Ognuno di noi ha delle doti, e guardare a ciò che ci manca non può aiutarci di certo. Giovanni Paolo II disse: «Prendete la vita nelle vostre mani e fatene un capolavoro». L’ultima parte non è una domanda, ma lo spazio per il tuo invito personale per il 30 ottobre... Sarò sincera, aspetto questa data con tanta ansia ed emozione. Potervi abbracciare, in quella cornice straordinaria, sarà un ricordo che mi accompagnerà sempre, ne sono sicura. Un appuntamento irripetibile: l’occasione per condividere tutto quello che di prezioso abbiamo nella nostra vita.
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e c i d a r a All o n g e p m dell’i di Elena Poser
l Msac Riscoprire la storia de cesani io d i ss re g n o c i o rs ve attra
«Correva l’anno 1910 quando a Firenze e Messina, all’interno della Società della Gioventù Cattolica, cominciarono a comparire i primi gruppi studenteschi. Da quel momento in avanti, in tante altre città del Paese, gruppi di volenterosi ragazzi cominciarono a impegnarsi nelle scuole per...» No, non è una semplice lezione di storia, ma è piuttosto la storia che racconta la passione per la Chiesa, per il Paese e per la scuola degli studenti dell’Azione cattolica. Molti avranno ancora in mente il taglio della torta avvenuto a Rimini nel corso della scuola di formazione per studenti (SFS) di aprile: quel gesto, che voleva ricordare la fondazione del Msac avvenuta ben 100 anni fa, era, allo stesso
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tempo, un invito ai Msacchini di oggi, a noi tutti, a cercare di recuperare il passato, la storia dei nostri circoli. Non per una sterile autocelebrazione, ma piuttosto per andare alla radice, per riscoprire e rinvigorire il nostro sì all’impegno nel Msac per la nostra scuola e il nostro Paese. Ora, dunque, tocca a noi raccogliere l’invito. E quale occasione migliore del congresso diocesano per rispolverare un pochino la storia dei nostri circoli? Il congresso (non facciamoci spaventare da questo nome altisonante) è per eccellenza il momento in cui si fa il punto della situazione, si guarda indietro, a quello che è stato fatto, alle cose che più hanno pesato e a quelle che più sono sembrate semplici, ma allo stesso tempo si guarda anche in avanti, ai sogni, ai progetti per il Msac e per la scuola. È in pratica il momento in cui ciascuno di noi può esprimere le sue opinioni su quello che è stato, che è e che sarà il movimento. Il congresso è poi un’occasione speciale in quanto gli studenti di Ac sono chiamati ad esercitare e fare esperienza di democraticità eleggendo i segretari Msac che saranno importanti punti di riferimento per la vita del circolo negli anni successivi. I festeggiamenti nell’ambito del centenario, e non importa poi che il circolo abbia 40 anni o solo 3-4 anni, si inseriscono armoniosamente in questo contesto, per-
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ché diventano il momento in cui ci si confronta con chi in passato, prima di noi, si è impegnato nel Msac e insieme si condividono gli slanci, gli entusiasmi, ma anche le difficoltà che il Movimento ha incontrato nelle scuole e in diocesi. Inoltre l’incontro con il “Msac del passato” potrebbe dare quella carica, quell’energia giusta per rendere il nostro impegno gioioso anche nei momenti in cui ci sentiremo “soffocare” dal peso dei compiti, delle interrogazioni e delle tante nostre attività extra scolastiche perché ci permette di scoprire di essere immersi in una storia che parte da lontano, che continua attraverso di noi e di cui essere fieri. Festeggiare il movimento potrebbe risultare anche una bella occasione per mettere in moto tutta l’Associazione diocesana, in particolare gli adulti (che hanno una memoria storica “a più ampio raggio”) alla ricerca di chi ha partecipato alle attività del Msac, magari anche una sola volta, per raccogliere una testimonianza, il ricordo di un incontro o un aneddoto della vita del Msac di quel periodo... e chissà poi che dalle “indagini” non vengano fuori delle gradite sorprese! Recuperare la storia del Msac per farne tesoro e poter gioire insieme del cammino percorso: questo è lo spirito con cui vivere i festeggiamenti del centenario. E visto che siamo noi a scrivere la storia, riprendiamo il discorso accapo: «Correva l’anno 1910 quando a Firenze e Messina, all’interno Società della Gioventù Cattolica, cominciarono a comparire i primi gruppi studenteschi. Da quel momento in avanti, in tante altre città del Paese gruppi di volenterosi ragazzi cominciarono a impegnarsi nelle scuole per...»: tocca a noi, ragazzi del Msac, completare questa frase. Buon cammino in movimento!
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Dall’idea al Siete pronti a sprigionare la vostra fantasia per realizzare prodotti, servizi e articoli di design innovativi? Bene. Allora il Premio Unioncamere “Scuola, creatività e innovazione”, è quello che fa per voi. Partecipare sarà un gioco da ragazzi. Insieme ai vostri compagni, potrete mettervi alla prova e testare la vostra capacità di innovazione e di intraprendenza. Un poggiatesta che assicura viaggi in auto comodissimi e sicuri anche a chi ha problemi di disabilità; un cassonetto “intelligente”, che incentiva la raccolta differenziata, abbattendo i costi della tassa
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sui rifiuti; una lampada che, da fonte di luce, diventa “forma” di luce. Sono questi i primi classificati che hanno vinto la scorsa edizione, che ha premiato nel complesso 15 originali progetti. Il Premio costituisce un’occasione ghiotta per i giovani studenti delle scuole superiori, per sviluppare la capacità di osservare da più punti di vista i processi, sorpassare continuità e tradizione, per trasformare un sogno e un’idea in un progetto attuabile. Insomma, per esercitarsi sin da giovani a osare con concretezza. Insieme, facendo squadra. Sul sito www.premioscuola.unioncamere.it potrete soddisfare ogni vostra ulteriore curiosità,
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visionare tutti i progetti premiati, essere informati sulle prossime edizioni. L’iniziativa si inserisce nell’ambito delle azioni di diffusione della cultura di impresa e dell’innovazione che, insieme all’orientamento alle scelte scolastiche e professionali, all’alternan-
za scuola-lavoro, sono tra le principali linee di attività per lo sviluppo del capitale umano promosse dalle Camere di commercio. Perché i territori crescono e si sviluppano con le idee e le persone. Per saperne di più www.jobtel.it, www.polaris.unioncamere.it.
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E dopo il 30 ottobre... ci rivediamo ancora su
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Ciao, sono Sara. Non avrei mai immaginato di ritrovarmi a scrivere una lettera a Graffiti, perché ho sempre pensato di non aver grandi problemi o dubbi, o per lo meno di non aver bisogno di aiuto per risolverli. Eppure eccomi qua, e vi scrivo proprio perché credo di non aver bisogno di niente. Mi spiego: io sono una persona molto allegra, sensibile e sempre disponibile ad aiutare gli altri, ma quando si tratta di aver bisogno di aiuto io, non riesco a chiederlo. I miei amici mi dicono che non chiedo mai aiuto perchè voglio poter risolvere da sola tutti i miei problemi, ma non è così... Non so spiegarmelo neanche io, so solo che non ci riesco, e so anche che è sbagliato. Potete aiutarmi voi ad imparare a farmi aiutare? Un saluto a tutti. PS: Graffiti è bellissimo. Ciao Sara, beh, non ci crederai, ma il tuo non è un caso isolato. I motivi di questa tua difficoltà possono essere diversi. Un po’ fa parte del carattere: in genere le persone molto sensibili hanno difficoltà a chiedere (qualunque cosa in genere), perché temono, in questo modo, di dare fastidio, di dare delle preoccupazioni in più agli altri; un altro motivo potrebbe essere che, anche se non te ne rendi conto, effettivamente hai voglia di dimostrare a te stessa di poter affrontare tutte le situazioni che ti capitano, un po’ come se fosse una palestra ai
possibili imprevisti della vita; infine, un’altra motivazione potrebbe essere che in fondo hai paura che alla tua richiesta di aiuto gli altri ti rispondano con un no! Per una persona come te, sempre disposta ad aiutare gli altri, come tu stessa dici, può risultare doloroso sentirsi rifiutare il sostegno richiesto, così, per evitare delusioni, eviti direttamente di chiedere... Qual è la soluzione a tutto questo? Secondo me la risposta è nel gruppo stesso dei tuoi amici, quelli che tanto vorrebbero aiutarti, ma con cui forse non ti apri abbastanza. Devi imparare a fidarti di più di loro e poi devi imparare che se ti lasci aiutare dagli altri, anche nelle cose semplici, anche in quelle di cui magari non hai bisogno, impari tanto di più su te stessa e su di loro. È un’esperienza di crescita anche questa, sperimenti la solidarietà fraterna, impari a “crescere insieme”. Scrivi un’e-mail a graffiti@a zionecattolica.it oppure spedisci una lettera in busta chiusa a: Graffiti, c/o Azione cattolica italiana, via Aurelia 481 - 00165 Rom a
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AIRPLANES B.o.B. feat. Hayley Williams Can we pretend that airplanes In the night sky Are like shooting stars I could really use a wish right now Can we pretend that airplanes In the night sky Are like shooting stars I could really use a wish right now
Possiamo far finta che gli aerei Nel cielo notturno Siano stelle cadenti Avrei un desiderio da esprimere proprio ora Possiamo far finta che gli aerei Nel cielo notturno Siano stelle cadenti Avrei un desiderio da esprimere proprio ora
B.o.B. feat. Hayley Williams B.o.B. feat.
Yeah I could use a dream or a genie or a wish To go back to a place much simpler than this Cause after all the partyin and smashin and crashin And all the glitz and the glam and the fashion And all the pandemonium and all the madness There comes a time where you fade to the blackness And when you’re staring at that phone in your lap And you hoping but them people never call you back But that’s just how the story unfolds You get another hand soon after you fold And when your plans unravel And they sayin what would you wish for If you had one chance So airplane airplane sorry I’m late I’m on my way so don’t close that gate If I don’t make that then Ill switch my flight And I’ll be right back at it by the end of the night
Sì Potrei usare un sogno o un genio o un desiderio Per tornare in un posto molto più semplice di questo Perché dopo tutto questo far festa e “spaccare” alla grande E tutto lo sfarzo e il fascino e la moda E tutto il pandemonio e la follia Arriva un momento in cui ti dissolvi nell’oscurità E quando fissi quel telefono appoggiato sulla tua pancia E speri, ma quella gente non ti richiama mai Ma è proprio così che la storia va avanti Ti giochi un’altra mano appena dopo aver detto “lascio” E quando riesci a sbrogliare i tuoi piani E loro ti dicono cosa desidereresti Se avessi una possibilità Quindi aereo aereo mi spiace ma sono in ritardo Sono sulla strada quindi non chiudere quella porta Se non ce la farò allora cambierò il mio volo E sarò lì a riprovarci fino alla fine della notte
Somebody take me back to the days Before this was a job, before I got paid Before it ever mattered what I had in my bank Yeah back when I was tryin to get into the subway And back when I was rappin for the hell of it But now a days we rappin to stay relevant I’m guessin that if we can make some wishes outta airplanes Then maybe yo maybe Ill go back to the days Before the politics that we call the rap game And back when ain’t nobody listened to my mix tape And back before I tried to cover up my slang But this is for the Cada, what’s up Bobby Ray So can I get a wish to end the politics And get back to the music that started this sh*t So here I stand and then again I say I’m hopin we can make some wishes outta airplanes
Qualcuno mi riporti indietro a quei giorni Prima che questo fosse un lavoro, prima che venissi pagato Prima che quello che ho in banca diventasse importante Sì, indietro a quando cercavo di entrare in metropolitana E indietro a quando rappavo per il gusto di farlo Ma ora rappiamo per essere importanti Scommetto che se potessimo esprimere desideri vedendo gli aerei Allora forse sì forse tornerei a quei giorni Prima della politica che chiamiamo gioco del rap E indietro a quando nessuno aveva ascoltato i miei mix tape E indietro a quando non cercavo di nascondere il mio slang Ma questo è per il Cada, come va Bobby Ray Quindi posso avere un desiderio e porre fine alla politica E tornare alla musica che ha dato inizio a questa fi*ata Quindi mi trovo qui e lo dico di nuovo Spero si possano esprimere desideri vedendo gli aerei
Can we pretend that airplanes In the night sky Are like shooting stars I could really use a wish right now Can we pretend that airplanes In the night sky Are like shooting stars I could really use a wish right now
Possiamo far finta che gli aerei Nel cielo notturno Siano stelle cadenti Avrei un desiderio da esprimere proprio ora Possiamo far finta che gli aerei Nel cielo notturno Siano stelle cadenti Avrei un desiderio da esprimere proprio ora
Hayley Williams B.o.B. feat. Hayley Williams B.o.B. feat. Hayley Williams B.o.B. feat. Hayley William B.o.B. feat. Hayley Williams
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TEMA LIBEROcoscienza La vigliaccheria chiede: è sicuro? L’opportunità chiede: è conveniente? La vanagloria chiede: è popolare? Ma la coscienza chiede: è giusto? (Martin Luther King) La felicità e la pace del cuore nascono dalla coscienza di fare ciò che riteniamo giusto e doveroso, non dal fare ciò che gli altri dicono e fanno. (Gandhi)
La coscienza è uno di quei bastoni che ciascuno brandisce per picchiare il suo vicino e del quale non si serve mai per se stesso. (Honorè De Balzac)
Credi sia una scelta ammirevole fuggire lo sguardo severo e vigile della propria coscienza? (L’eccezione - Carmen Consoli)
Se fosse dato ai nostri occhi terreni di vedere nella coscienza altrui, si giudicherebbe molto più sicuramente un uomo da quel che sogna, che da quel che pensa. (Victor Hugo) Dimmi cosa cambia tra il passato e il presente dentro o fuori la coscienza della gente, cambiano le mode, i discorsi e gli orizzonti, ma è con noi che poi bisogna fare i conti, storie nella storia, vecchie storie, nuove nella stessa storia. (Le stesse cose - Adriano Celentano)
Io sono la giustizia davanti a me sono tutti uguali io sono la giustizia nei giorni dispari e in quelli pari non ingannare la tua coscienza della vita sei servitore chiamami ancora più forte mi troverai dentro il tuo cuore. (Salve sono la giustizia - Nomadi)
Ci sono stati uomini che sono morti giovani ma consapevoli che le loro idee sarebbero rimaste nei secoli come parole iperbole intatte e reali come piccoli miracoli. Idee di uguaglianza idee di educazione contro ogni uomo che eserciti oppressione contro ogni suo simile contro chi è più debole contro chi sotterra la coscienza nel cemento. (Pensa - Fabrizio Moro)
E solo la tua coscienza può fare la differenza. Fermiamoci a pensare per un po’ di tempo perché solo la tua coscienza sa dire qual è la verità, segnandoti la strada e dandoti l’esempio. (La mia coscienza - Anna Oxa) Una sera di queste mi riprendo il coraggio e torno là, che mi manchi davvero, vita mia. Le mie radici, la mia coscienza a braccia aperte rincontrarti è un piacere e libertà (A braccia aperte - Renato Zero)
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Sei impegnato? È una scelta difficile quella del diario... C’è chi lo vuole griffato, chi con tanto spazio per scrivere, chi ne cerca uno nuovo ogni anno e chi invece, abitudinario, ne colleziona lo stesso tipo sin dai tempi delle elementari. Lo scegliamo con cura perché, già lo sappiamo, il diario conterrà un pezzetto della nostra vita: non solo i compiti e le verifiche, ma sul diario raccoglieremo i segni e i ricordi delle
esperienze che avremo vissuto nel corso di questo anno e gli impegni che di volta in volta dovremo rispettare. Quante cose riempiono la nostra vita? I genitori, la scuola, gli amici, lo sport, la parrocchia, il gruppo Giovanissimi, la musica e i nostri hobby; di qui a poco, lasciate alle spalle le vacanze estive, riprenderemo in mano tutti gli impegni che scandiscono il ritmo delle nostre giornate.
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Ci sono, però, modi diversi per affrontare gli impegni: a volte ci spaventiamo delle cose che dovremo affrontare, altre volte invece siamo capaci di riempire, con grande precisione, ogni spazio ancora libero della nostra giornata; capita anche che non riusciamo a portare a termine alcuni impegni che abbiamo preso, o che, per concluderne alcuni, ne lasciamo altri, o trascuriamo la famiglia, gli amici o la scuola. Eppure è Gesù in persona che ci chiede di essere giovanissimi impegnati: lo fa, come al suo solito, senza mezze misure, quando, nel Vangelo di Matteo ci dice: «Voi siete il sale
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della terra… e voi siete la luce del mondo». Lui, che ha impegnato tutto se stesso, chiede a ciascuno di noi di essere sale per i luoghi che abitiamo, capaci di dare gusto e sapore a ciò che viviamo, e luce che illumina gli ambienti che popolano
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scuola, maturare uno spirito di servizio verso i fratelli e crescere nella Chiesa e con l’Ac. Ma per farlo abbiamo bisogno di fermarci un momento e provare a rileggere la nostra vita, le esperienze di cui si riempie e il nostro modo di impegnare il tempo. la nostra vita. Che cosa significa, allora, per noi essere sale e luce? Vuol dire imparare a prendersi cura delle città in cui viviamo, coltivare relazioni profonde in famiglia e con gli altri, vivere consapevolmente lo studio e sentirsi parte attiva della
Anche quest’anno l’Azione cattolica ci mette a disposizione uno strumento formidabile: un piccolo testo, che forse hai già ricevuto o che riceverai in questi giorni, dal titolo Sei impegnato?, con il quale portare avanti un cammino personale di incontro con Gesù: lui ci chiede di essere sale e luce, ma ci fa anche
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sentire la sua vicinanza e il suo sostegno per affrontare questo impegno così importante. Anche questo testo scandirà il tuo tempo: ogni mese hai la possibilità di porre la tua vita, i tuoi dubbi e le tue paure, le gioie e le angosce che si presenteranno, a confronto con la Parola e con la testimonianza di un sacerdote, e di un giovanissimo, tuo coetaneo. L’ascolto del Vangelo e il confronto con la vita ti aiuteranno, ne siamo sicuri, a mettere un po’ di ordine tra gli impegni che riempiono il tuo diario e a dare loro un senso vero. Insomma, vale la pena provare, no? E allora, prendi il diario e segna già
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ora un momento per ogni mese, in cui usare questo testo che ti doniamo e ripensare alla tua vita, alla luce del Vangelo. Potrai anche usare il diario per scrivere le riflessioni che di volta in volta verranno fuori dall’incontro con il Signore e trasformarle magari in preghiera. Questo potrà aiutarti a cambiare lo sguardo sulla tua vita e a rinnovare il senso delle cose che fai, per non sentire solo la fatica dell’impegno, ma rinnovare la gioia di donarsi e condividere un po’ di sé. E non avrai più dubbi quando qualcuno ti chiederà: «sei impegnato?».