Segno n.8-2015

Page 1

&

Fatti

parole di Gianni Borsa

Abitare l’umano, essere Chiesa: e l’Ac si ripensa Cercare vie, sempre nuove e moderne, pur radicate nella storia associativa, per essere Ac oggi. In un tempo che impone sorprese a ritmo quotidiano, che mostra una realtà articolata e friabile, che mette in luce le tante fragilità dell’umano. Individuare sentieri coerenti e intelligenti – esattamente come sta facendo papa Francesco – per credere in Cristo e testimoniarlo nel presente: volendo bene a questo tempo con le sue sfide; amando i fratelli, tutti i fratelli, quelli accanto e quelli che vivono dall’altro capo del globo. Sentendosi una sola umanità, come suggerisce l’universalità della chiesa cattolica, la quale ha anticipato – e non nega affatto – la “globalizzazione” che ci avvolge. È un vivere pienamente immersi nell’attualità: avvertendone le contraddizioni (a partire dalle povertà diffuse, materiali e non), condividendone le angosce e le paure (dello straniero, ad esempio, o del “diverso”), riconoscendo al contempo le bellezze, le gioie, le opportunità (moltiplicatesi, se non si è miopi, rispetto al passato). Rivoluzione e moduli. Il Convegno presidenze diocesane dell’Azione cattolica dello scorso aprile ha posto sul tavolo queste sollecitazioni, assieme a innumerevoli altre. E il presidente Truffelli, poggiandosi sul patrimonio di idee e di esperienze consegnatoci dai suoi predecessori, ha rilanciato tale prospettiva di ricerca, con lo stile che gli è proprio. L’Ac – ha detto – è chiamata a un nuovo cambio di passo, così come si è abituata a fare nella sua vicenda ultrasecolare per aggiornarsi ed essere strumento duttile e utile alla causa del Vangelo (è sempre efficace il richiamo all’immagine della creta nelle mani del vasaio). Da qui la «rivoluzione copernicana» e la «squadra che gioca con un modulo d’attacco»: perché – ha suggerito Truffelli – è questo che chiede, oggi come ieri, l’essere cristiani. È la «chiesa in uscita» di Bergoglio, chiamata a percorrere, come dice il papa, le «periferie esistenziali» e a «portare il

sorriso di Dio»; non «cristiani con il muso lungo», i «cristiani da pasticceria», «sempre sicuri di sé» e «pronti a giudicare gli altri», ma i discepoli di Emmaus, un po’ tardi a capire, che ritrovano la via della missione nel momento in cui si mettono davvero sulla lunghezza d’onda di Gesù. Come tradurre, dunque, nella pratica feriale questa Azione cattolica che serve la chiesa locale, immersa, senza esaurirvisi, nelle parrocchie e nelle diocesi? Come ritrovare slancio valorizzando, ancora una volta, la vocazione laicale, presenza matura, propositiva e corresponsabile nella chiesa «popolo di Dio»? Alcuni recenti interventi in sede nazionale hanno richiamato questo abitare e stare nell’umano (con un occhio particolare alla famiglia e al prossimo Sinodo di ottobre) e l’essere nella chiesa (Convegno ecclesiale di Firenze a novembre), che offrono orizzonti originali e percorribili alla nostra associazione. Per ragioni di spazio si rimanda alla integralità di due testi che necessitano di una lettura approfondita: si tratta di Essere e fare Ac in una Chiesa che profuma di famiglia, articolo apparso sul sito dell’Ac a seguito del Consiglio nazionale di fine giugno; e dell’editoriale per la rivista Dialoghi, numero 2/2015, firmato dallo stesso Matteo Truffelli e intitolato L’Ac verso e “oltre” Firenze (entrambi i testi sono disponibili su www.azionecattolica.it). Amare senza misura. Il primo testo dà conto del «confronto schietto e ricco di sollecitazioni» emerso in Consiglio nazionale, massimo organismo democratico di Ac, al termine del quale è stato ribadito l’impegno «di recuperare la riflessione sull’uomo, di riporre al centro del dibattito culturale della vita della Chiesa e della vita civile un modo nuovo di guardare alla vita umana, di pensarla, di amarla». È urgente ricollocare «al centro la questione dell’autenticità della vita umana; della drammatica bellezza della storia dell’uomo; della bontà e della ricchezza della differenza sessuale; della centratura in Cristo della vita di ogni uomo e di ogni donna, in quanto creati a immagine e somiglianza del Padre». Ciò richiede di «accogliere e vivere la sollecitazione a farci prossimi, a esercitare nella pratica la cura, il rispetto, la promozione dell’uomo nella sua integralità, in tutte le dimensioni».

continua a pagina 38

1


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.
Segno n.8-2015 by Azione Cattolica Italiana - Issuu