SegnoX03-2011

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Supplemento a Segno nel mondo n.04/2011. Poste Italiane S.p.A - Sped. in abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art.1, comma 2, CNS/AC Roma

Numero 3/2011

XIV Assemblea nazionale

Ancorati al quotidiano


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di Franco Miano

on l’approvazione del Documento finale e la proclamazione degli eletti al nuovo Consiglio nazionale dell’Azione cattolica italiana – ai quali rivolgo il mio augurio di buon lavoro, certo che sapranno dare un contributo di indirizzo qualificato e appassionato per la vita della nostra associazione – si è conclusa un’assemblea nazionale bella e serena: tre giorni di dibattito e confronto, una scuola di democrazia, di cui siamo grati soprattutto agli 800 delegati venuti a Roma da tutte le diocesi d’Italia. Per il triennio che abbiamo innanzi, siamo chiamati a tradurre nel nostro quotidiano vivere la vocazione alla santità, che ci appartiene, in concreto servizio alla Chiesa e al paese. E in totale sintonia con papa Benedetto XVI, al quale va la nostra riconoscenza, insieme con l’adesione piena e profonda al suo magistero. Egli, nel Messaggio inviato ai delegati alla XIV Assemblea nazionale, ha così voluto riconoscere la ricchezza della vita associativa dell’Azione cattolica: «Siete ragazzi, giovani e adulti che si mettono a disposizione del Signore

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SegnoPer n.3/2011

visto dall’Ac

In piena sintonia con papa Benedetto XVI e con l’appoggio dei nostri vescovi continuiamo a camminare lungo le strade di questo mondo a passo di santità. Senza lasciare indietro nessuno

Ancorati alquotidiano nella Chiesa con un impegno solenne, pubblico, in comunione con i Pastori, per dare buona testimonianza in ogni ambito della vita. La vostra presenza è capillare nelle parrocchie, nelle famiglie, nei quartieri, negli ambienti sociali: una presenza che vivete nella quotidianità e nell’aspirazione alla santità». Un pensiero condiviso dai nostri vescovi, come ha sottolineato mons. Mariano Crociata, segretario generale della Cei, nel suo saluto all’Assemblea: «L’apprezzamento dei vescovi italiani si indirizza al senso di Chiesa che si respira fra voi e che sapete diffondere nel tessuto delle nostre comunità diocesane e parrocchiali. (...) nel carattere popolare della interna articolazione dell’Associazione e nella qualità del cristianesimo ordinario che vi contraddistingue». Un apprezzamento ribadito nelle parole di saluto del card. Stanislaw Rylko, presidente del Pontificio consiglio per i laici: «La straordinarietà vitalità e il dinamismo missionario dell’Azione cattolica italiana suscitano nella Chiesa universale grande ammirazione e speranza. Come associazione di laicato cat


visto dall’Ac

tolico, siete un importante punto di riferimento per l’Azione cattolica di molti paesi in vari continenti. In questo senso avete una importante missione da compiere. Ed oggi io sono qui per dirvi, a nome della Chiesa, un sentito grazie per il vostro impegno nell’ambito del Forum Internazionale dell’Azione cattolica, del quale siete una vera forza trainante». Orizzonte del nostro servizio è l’impegno per l’educazione, in linea con quanto tracciato dagli Orientamenti pastorali della Chiesa italiana. Una visione globale dell’uomo in cui l’elemento spirituale è il centro da cui tutto si dipana. Ce lo chiede il nostro presente, ce l’hanno insegnato coloro che ci hanno preceduto con la loro testimonianza, da Giuseppe Toniolo a Vittorio Bachelet, da Armida Barelli a Pier Giorgio Frassati, da Alberto Marvelli a Pina Suriano; e con loro la lunga schiera di santi e beati dell’Azione cattolica. Anche il card. Angelo Bagnasco, nell’omelia pronunciata alla Celebrazione eucaristica di domenica 8 maggio, rivolgendosi all’Assemblea ha invitato i delegati dell’Ac a «rimanere nell’orizzonte

Il presidente Franco Miano interviene alla XIV Assemblea nazionale dell’Ac

della gente – quella che incontriamo nelle nostre parrocchie e che fa umilmente storia –; bisogna rimanere ancorati alla solida terra del quotidiano, della vita dura e austera; dobbiamo arricchire questa insostituibile esperienza umana e popolare con gli elementi formativi che voi conoscete per convinzione e per storia. Ritengo che – questi elementi – debbano essere rilanciati non tanto sul piano teoretico, ma sul piano della prassi ai diversi livelli dei nostri SegnoPer n.3/2011


visto dall’Ac

gruppi, perché i ragazzi, i giovani, gli adulti possano scoprire e far crescere la bellezza di una fede pensata e vissuta, testimoniata e annunciata in ogni ambiente e situazione». Un invito che facciamo nostro, a partire – come Benedetto XVI ha più volte ricordato – da una prospettiva educativa attenta alla formazione culturale e politica, l’una non disgiunta dall’altra, poiché l’una richiama l’altra. L’educazione culturale, infatti, dà spessore e SegnoPer n.3/2011

sostanza al discorso della formazione politica, che a sua volta dà prospettiva e concretezza all’impegno culturale. Del resto, non può che partire da qui la nostra partecipe attenzione alle vicende del nostro paese, con lo sguardo rivolto in particolare a quanto accade sulle sponde del Mediterraneo, e più in generale, nel mondo intero. Lo stesso titolo che abbiamo voluto dare alla XIV Assemblea nazionale, Vivere la fede, amare la vita, altro non vuol dire che


visto dall’Ac

camminare lungo le strade di questo mondo a passo di santità. Portando l’altro con noi, non lasciando indietro nessuno. Vuol dire impegno per la costruzione del bene comune; vuol dire dedizione piena alla vita delle persone che abitano questa nostra amata Italia, di cui, con gioia e gratitudine nei confronti del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, abbiamo anche noi festeggiato i 150 anni di Unità nazionale. Convinti, senza presunzione, che come cattolici, possiamo continuare ad essere, oggi come ieri, quel tessuto morale su cui l’Italia ha fondato buona parte della sua esistenza, e possiamo offrire una solida base di riferimento anche in momenti difficili come sono quelli attuali. Aiutando in particolare le generazioni più giovani a formarsi e a sviluppare capacità di analisi e di approfondimento, a prendere posizione, senza mai snaturare, o svendere i valori fondamentali: la vita, la solidarietà, la giustizia, la pace. Incoraggiando e sostenendo l’impegno sociale e civile a servizio della comunità nazionale. È con questo spirito che l’Assemblea

nazionale ha voluto indirizzare alla Chiesa e al paese un suo Messaggio per dire quanto il progetto dell’Ac sia «appassionare, con rispetto e senso della laicità, alla vita buona del Vangelo, attraverso la proposta di cammini ordinari che uniscono fede e vita in un’unica cornice di senso». L’Azione cattolica vuole offrire a tutti, adulti giovani e ragazzi, luoghi in cui rigenerare la propria fede in Gesù crocifisso e risorto, in cui condividere le proSegnoPer n.3/2011


visto dall’Ac

prie domande più profonde e le preoccupazioni del quotidiano, in cui discernere in profondità con criteri evangelici sulla propria esistenza ed esperienza, al fine di orientare al bene e al bello le proprie scelte individuali e sociali. È stato, è e sarà questo l’impegno educativo dell’Azione cattolica italiana. Come associazione di laici ci sentiamo impegnati nell’indicare alla società e alle persone «le insidie di una cultura che tende sempre più a relativizzare i valori SegnoPer n.3/2011

su cui si deve fondare la convivenza civile. Allo stesso modo, i laici di Ac vogliono esprimere con la testimonianza della propria vita la bellezza del Vangelo, senza cadere in forme di integralismo che negano il valore della differenza e del dialogo». Come Azione cattolica vogliamo ribadire alcune scelte, il nostro impegno per il futuro, che proponiamo come contributo al dialogo a tutti gli uomini e le donne di buona volontà, alle parti politiche, ai corpi intermedi, alla società civile, alle altre associazioni laiche e cattoliche: il rispetto assoluto della vita e di ogni vita; il riconoscimento e la promozione della famiglia; l’accoglienza dello straniero, senza se e senza ma; la sobrietà delle scelte quotidiane; la solidarietà e la scelta preferenziale per i poveri e gli ultimi; il senso del dovere professionale e il valore dello studio; la tensione verso il futuro delle nuove generazioni; la coerenza tra sfera privata e sfera pubblica; l’attenzione alla vita amministrativa e politica delle città e del paese; l’essere scuola di cattolicità attiva attraverso la promozione della passione per il mondo intero.


Visto dall’Ac

1 Ancorati al quotidiano di Franco Miano

Dossier Documento assembleare

8 Pagine da vivere di Nisia Pacelli

Filodiretto con l’assistente

12 Alzati, ti chiama di Domenico Sigalini

SegnoPer n. 3 - 2011 supplemento a Segno nel Mondo n.06/2011

Pubblicazione dell’Azione Cattolica Italiana Reg. al Trib. di Roma n. 6/ 970 del 0 /0 / 970 Direttore: Franco Miano Direttore Responsabile: Giovanni Borsa g.borsa@azionecattolica.it Coordinatore: Fabiana Martini f.martini@azionecattolica.it In redazione: Gianni Di Santo g.disanto@azionecattolica.it

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Progetto grafico e impaginazione: Giuliano D’Orsi

Per versamenti: ccp n.78 6 6 Per l e foto: Archivio foto AC, Agenzia Olycom, intestato a: Fondazione Apostolicam Actuositatem Riviste - Via Aurelia, 8 – 00 6 Roma SIR, Romano Siciliani Fax 06.66 0 07 Chi uso in redazione: Maggio 0 (causale “Abbonamento a Segno”) Editore: Fondazione Apostolicam Actuositatem Banca: Credito Artigiano - sede di Roma IBAN: IT88R0 0 000000000 967 Direzione e ammi nistrazi one: cod. Bic Swift Art I I TM intestato a: Via Aurelia, 8 – 00 6 Roma Fondazione Apostolicam Actuositatem SegnoPer è una pubbli cazione on line Via Aurelia, 8 - 00 6 Roma www.azionecattolica.it E.mail: abbonamenti.riviste@azionecattolica.it E.mail redazione: segnoper@azionecattolica.it Numero verde: 800.869 6 Tel. 06.66 (centr.) – Fax 06.66 60 Abbonamento a Segno nel Mondo: € 0

Pubblicazione associata all’USPI (Unione Stampa Periodica Italiana)

SegnoPer n.3/2011


sommario Vita di Ac

14 Un’estate matura

Strumenti

Assistenti in Ac

di Maria Graziano

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Tra memoria e futuro

Gridare il Vangelo con la vita

16 Ricomincio da tre

di Paolo Trionfini

di Luca Bortoli

18 Con una gioia contagiosa di Carlotta Mazzi e Silvia Malacarne

di Giuseppe Masiero

Fede in cammino

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Agenda

Camminava con loro

31

di Ugo Ughi

Aperti per ferie di Federica Cifelli

20 Con l’occhio al sociale

Segnalazioni

di Giuseppe Patta

32

21

Alla ricerca del bene comune

L’oltre e l’altro

di Matteo Scirè

di Vincenzo Lumia

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dossier

Un documento, quello assembleare, a cui ogni livello dell’associazione ha dato il suo contributo: una vera e propria mappa per il prossimo triennio. In sintesi gli snodi principali

di Nisia Pacelli

l nostro impegno? Tradurre ogni giorno la nostra vocazione alla santità in concreto servizio alla Chiesa e al paese». Con queste parole il presidente nazionale Franco Miano ha concluso i lavori della XIV Assemblea nazionale dell’Ac, che ha visto riuniti a Roma, per tre intensi giorni di confronto e dibattito, circa 900 delegati provenienti da tutte le diocesi d’Italia, chiamati ad eleggere il nuovo Consiglio nazionale per il triennio 2011/2014. Non solo. L’Assemblea nazionale, l’espressione più alta della democrazia associativa, ha consegnato all’intera associazione, attraverso la discussione, la presentazione di numerosi emendamenti, la votazione, gli snodi e le prospettive d’impegno per i prossimi tre anni, contenuti nel Documento assembleare. Non è stato un mero adempimento formale: c’è un di più di responsabilità e profezia in ogni delegato che, fino a notte fonda, esprime con il voto lo slancio ideale nel disegnare il volto di un’Ac che ha una meta alta da perseguire: sostenere la crescita di credenti e cittadini capaci di responsabilità, capaci, cioè, di rispondere ai

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Pagine da vivere tanti interrogativi personali e sociali che il tempo presente offre, come ci ricorda il documento nelle note finali. L’elaborazione del documento è partita da lontano (luglio 2010) e ha visto, già nella sua provvisoria elaborazione, il contributo di ogni livello dell’associazione: i consigli diocesani e, con loro, le associazioni parrocchiali, le delegazioni e i consigli regionali, il Consiglio nazionale, che attraverso un’apposita commissione ha recepito indicazioni, modifiche, sottolineature, in modo da trasformare quella che era una traccia di lavoro nella Magna Carta dell’associazione per il prossimo triennio. Far vivere questo documento, dunque, è una responsabilità a cui non possiamo sottrarci a partire dalle associazioni parrocchiali, cuore pulsante della proposta di Ac. Ogni responsabile, educatore, animatore, ogni consiglio parrocchiale, sostenuto e accompagnato dal livello diocesano è chiamato a leggere, approfondire, re-interpretare la propria esperienza associativa comprendendo quali sono gli ambiti prioritari d’impegno per la propria realtà locale, ecclesiale e sociale. SegnoPer n.3/2011


SegnoPer n.3/2011

Nel documento leggiamo «…avvertiamo sempre la necessità di vivere fino in fondo la nostra fede, quella fede che è capace di cambiare la vita coinvolgendosi pienamente in essa. Perché o la fede cambierà la vita, o la fede genera nuova vita, o la fede ci spinge ad amare pienamente la vita, oppure è sterile. D’altra parte la fede cristiana è questione di vita, la nostra vita che si lascia permeare dalla vita di Gesù Cristo». Per l’Azione cattolica la sfida del prossimo triennio (...ma, in fondo, è la sfida di sempre!) è proprio quella di offrire la vita associativa al servizio dell’evangelizzazione e dell’educazione, con particolare attenzione al bene comune. «È importante riscoprire la profezia di uno stile formativo che connota e qualifica l’Azione cattolica quale scuola di annuncio, ricerca, riscoperta, crescita nella fede attraverso l’ordinarietà della vita associativa, il servizio e la dedizione alla Chiesa, la responsabilità verso la città e il creato, la profondità di un cammino personale e spirituale per ogni socio, la capacità di vivere, attraverso la sapienza evangelica, la vocazione laicale come chiamata alla santità. L’Azione cattolica sceglie di accompagnare la vita quotidiana ad ogni età, in ogni sua espressione, dentro ogni condizione, perché ogni persona e ogni famiglia possano crescere nella comunità cristiana attraverso un cammino di continua ricerca e conversione, di discernimento e testimonianza».

dossier

Il documento assembleare Vivere la fede, amare la vita. L’impegno educativo dell’Ac è strutturato in due parti: la prima, fondativa, ci aiuta collocarci da un punto di vista storico, ecclesiale, associativo; la seconda, più propriamente associativa, individua le priorità per l’Ac e le prospettive di servizio d’impegno concreto a cui l’associazione è chiamata. Le coordinate storico-ecclesiali contenute nella prima parte vogliono rappresentare una lente d’ingrandimento su questo tempo e offrire il quadro generale in cui l’associazione è chiamata a muoversi. In particolare: – la vita del paese che sta celebrando i 150 anni dell’unità d’Italia: occasione significativa per ribadire le ragioni del nostro stare insieme in uno Stato unitario, partendo dal fare memoria della nostra storia; – gli Orientamenti pastorali per il decennio 2010-2020, che la Conferenza episcopale italiana ha proposto attraverso il documento Educare alla vita buona del Vangelo; – la 46ª Settimana Sociale dei cattolici italiani, che si è tenuta nell’ottobre 2010 e di cui è stato diffuso il documento conclusivo Un cammino che continua... dopo Reggio Calabria. In questa logica si comprende la scelta del tema Vivere la fede, amare la vita. L’impegno educativo dell’Azione cattolica, perché esprime lo stile con cui vogliamo stare, da credenti, dentro questo tempo, dentro la vita del paese e della Chiesa.

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dossier

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Centrale sarà in questo cammino l’accompagnamento delle figure educative dell’associazione, primi testimoni di una vita cristiana piena, che risplenda anche nella dimensione pubblica. In questo senso, il documento assembleare non poteva non fare riferimento a vecchie e nuove questioni di ordine politico, sociale, morale, economico che chiedono sicuramente una maggiore attenzione: il rispetto assoluto della vita, il riconoscimento e la promozione della famiglia come cellula fondamentale della società, la sobrietà delle scelte quotidiane, la solidarietà verso singoli e famiglie, il senso del dovere professionale, il valore dello studio, la tensione verso il futuro delle nuove generazioni, la coerenza tra sfera privata e sfera pubblica, la scelta preferenziale dei poveri, l’attenzione alla vita amministrativa e politica delle città e del paese, l’unità stessa dell’Italia. La seconda parte individua alcuni snodi per la vita associativa da cui ogni associazione, a partire dai consigli parrocchiali, può ripartire facendo un’attenta analisi della propria realtà associativa, approfondendo il documento, traendone spunto per definire prospettive concrete d’impegno nella propria realtà ecclesiale e sociale, tenendo naturalmente in grande considerazione anche tutti gli altri strumenti che l’associazione mette a disposizione per fare una proposta di Ac che sia di qualità, vivace, contagiosa, arricchente.

Partecipazione e democrazia: i punti salienti dell’“essere” Ac

Il documento propone i seguenti snodi: Coltivare la vita spirituale e custodire l’interiorità recuperando il senso profondo dell’esperienza associativa come cammino spirituale che aiuti ciascuno a vivere il battesimo ricevuto. La dedizione alla Chiesa e al mondo è possibile solo se nasce da una profonda vita interiore. Dentro una realtà locale in cambiamento. Questo punto tiene conto sia dei cambiamenti pastorali che della realtà sociale. Dinanzi a queste nuove realtà, l’associazione da una parte è chiamata a partecipare alla riflessione sui cambiamenti in atto o a suscitarla laddove è assente, dall’altra a ripensare in maniera equilibrata le forme della proSegnoPer n.3/2011


dossier

pria proposta, per essere, anche in questo nuovo contesto, vicina alla vita delle persone. Popolarità dell’associazione perché sia sempre più capace di essere “per tutti” e “di tutti”. Solo una proposta di Ac viva, che ha a cuore le domande di vita degli uomini e che si sforza sempre più di incontrarli rende l’esperienza delle associazioni di base bella e significativa. Le adesioni: perché non sia solo un gesto formale ma un impegno che va rinnovato attraverso la scelta di uno stile di vita coerente al Vangelo, la partecipazione piena alla vita del gruppo, della parrocchia e della comunità civile. La cura dei responsabili educativi e associativi nell’ottica di superare la fatica SegnoPer n.3/2011

di individuare persone disponibili ad assumersi responsabilità educative ed associative e di accompagnarle adeguatamente nel loro percorso. Una scelta democratica vissuta con fedeltà, rilanciando con forza la partecipazione attiva di tutti gli aderenti per sperimentare cosa significhi essere nella Chiesa e nella società “cittadini” corresponsabili e credibili. Nel documento della XIV Assemblea nazionale è racchiusa, dunque, l’idea di una fede incarnata, segno caratterizzante l’esperienza dell’Azione cattolica quale dono più concreto che l’associazione può offrire, oggi, alla Chiesa e al paese. A noi il compito di dare vita a tutto ciò... buon triennio!


filodiretto con l’assistente

Stiamo per avvicinarci al tema del cammino 2011-2012. Per vedere occorrono almeno tre cose: gli occhi buoni, le cose da vedere e la luce

di Domenico Sigalini

Alzati, ti chiama

colori non li conosce, ma i suoni sì. È talmente concentrato su ogni piccolo brusio, su ogni tipo di passo che a distanza ti sa dire chi passa. È una vita che sta seduto sulla strada e mendicare. Quel passo veloce è il bambino della casa accanto. Non c’è da aspettarsi molto da lui, non ha monete, ma mi saluta sempre. Quell’altro passo deciso è quello del panettiere, ma non mi ha mai mollato neanche un tozzo di pane; quel chiacchiericcio invece è quello delle comari del vicolo, qualche volta se si accorgono e perdono il filo del loro continuo parlare, mi lasciano cadere qualcosa. Alcuni si fermano a parlare con lui e soprattutto gli dicono che nei paesi vicini sta passando un uomo di nome Gesù, che sa restituire a ogni uomo la sua dignità;

non fa il medico, non è un mago, non fa il prete del tempio, continua a parlare di Dio come nessuno mai ha fatto: non chiede soldi, ma fede; non gli interessano quelli che contano, ma quelli che stanno male e che soffrono. E per questo povero cieco, figlio di Timeo i giorni passano lunghi e tristi, la vita si piega a intercettare i passi buoni, i rumori della gente di speranza. Come tanti nostri giorni che passano su orizzonti chiusi senza mai capire dove siamo, verso che cosa andiamo, adattati al ribasso, ripiegati su noi stessi, in un vicolo chiuso, ciechi noi stessi perché non vogliamo o non possiamo vedere al di là del nostro interesse, della nostra passione, del nostro calcolo. Non è neanche una vita in bianco e nero, è solo tutto grigio. Annoiati è per i più giovani una fotografia abbastanza vicina al vero, superficiali per altri è ancora più centrata, disperati per qualcuno è la situazione estrema. Adagiati, se non sotterrati dalla vita, dai problemi, dalle delusioni, dal frastuono, dallo sballo o dalla cattiveria. Ma all’improvviso sente un movimento strano, un vociare nuovo: non è la gente

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un autunno da favola. La luce c’è. Quindi non ci manca niente. Non ho bisogno di Gesù. Grazie, non sono cieco, non mi interessi. Ma siamo proprio sicuri di vedere bene tutto? Siamo sicuri che abbiamo un orizzonte largo abbastanza da vedere le cose vere della vita? Riusciamo a vedere la strada da fare per diventare persone in gamba? Vediamo il bene che c’è nelle persone o vediamo solo il male? Abbiamo occhi che ci permettono di capire il cuore dell’amico, di colui che giura sul Vangelo che mi ama e vuole le prove per ingannarmi, per vedere se mi imbroglia o no? Sappiamo vedere se c’è amore in chi mi sta accanto? Qui ragazzi, giovani, adulti, educatori manca tutto: e occhi e cose e luce. Possiamo sentire questo perentorio “Alzati”, ma non abbiamo le forze, non ne capiamo il senso. Chi ci dà la forza di uno scatto di risurrezione e di vita è lo Spirito Santo. Lui è questa luce, che ci permette di guardare a fondo nella vita, di non stare sulla superficie. Siamo ciechi su queste cose perché ci accecano tutte le stupidate che ci fanno vedere alla tv o in Internet. Vi è mai capitato di entrare in una stanza dopo che siete stati al sole. Per un po’ non ci si vede niente. Ecco di fronte alla vita siamo così. Abbagliati dal niente e non riusciamo a vedere il vero, il bello, quello che conta. Lo Spirito Santo ci introduce a questa luce nuova che è Gesù.

filodiretto con l’assistente

che esce dalla sinagoga, non è la gente che va al mercato, è la gente che si lascia scappare sempre più forte il nome di Gesù. Gli scatta una molla dentro, non ce la fa più e si mette a gridare, non lo riesce a calmare nessuno. Infastidisce tutti, non sente ragioni, sembra un bambino che ha fame e può soltanto urlare per far capire la sua fame e non si lascia calmare da niente. Lì c’è la luce, lì c’è la vita, lì sta passando lui. Non voglio monete, non ne posso più di questo orizzonte chiuso. Voglio la vista. Gesù s’accorge e lo chiama. Gli fa da tramite la folla, che circonda e ascolta Gesù, che gli grida: Coraggio, alzati ti chiama. Un balzo contro ogni prudenza, non gli interessa di sbattere contro un muro o un palo; butta là il mantello: Signore, che io torni a vedere. E Gesù: la tua fede ti ha salvato e quello comincia a vedere. Ha voluto con tutto se stesso quel dono e Gesù non glielo può negare. È balzato prepotentemente in una vita piena. Potrei paragonare la nostra vita a quella di questo povero cieco. Per vedere occorrono almeno tre cose: gli occhi buoni, le cose da vedere e la luce. Al cieco ne mancava una, importante: gli occhi. A noi invece che cosa manca? Gli occhi ci sono; belli da morire, collirio, trucco, occhiali, lenti a contatto, sopracciglia finte, piercing, brillantini lì appresso così almeno uno se non mi guarda negli occhi, guarda lì vicino. Le cose da vedere ci sono: bei ragazzi, belle ragazze, opere d’arte, una natura bella,


vita di Ac

Un modulo formativo a fine giugno e un campo a fine luglio: due occasioni preziose per supportare l’impegno formativo e favorire le esperienze e lo scambio tra i responsabili del settore Adulti

di Maria Graziano

ubito dopo l’esperienza ampia di fraternità vissuta in occasione della XIV Assemblea nazionale, eccoci pronti a partire con le attività estive 2011... Come ormai è consuetudine del settore Adulti, l’agenda ci fornisce occasioni preziose per agevolare l’impegno formativo dei responsabili e per favorire l’incontro di esperienze e lo scambio, che sempre ci arricchiscono consolidando le relazioni, perché ciascuno possa ritrovare nei tempi e nelle modalità più opportune una o più occasioni di partecipazione e formazione. Per quest’anno il settore Adulti nazionale ha programmato il modulo formativo Educare: l’impegno degli adulti, lo stile di Ac, che si svolgerà a Roma dal 24 al 26 giugno presso la Domus Mariae e che si propone di riflettere sugli strumenti tradizionali (il gruppo, il sussidio formativo) e su quelli nuovi (il dvd allegato al testo annuale e il sussidio per la preghiera; i due strumenti per la promozione di gruppi adulti-giovani e adultissimi…) che sono stati presentati nello stand assembleare del settore.

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Un’estate matura Che significa proporre l’esperienza del gruppo, un percorso di crescita della fede da adulti? In che modo l’Azione cattolica, attraverso l’esperienza del gruppo adulti, suscita e coltiva un percorso personale di formazione nella comunità cristiana? Quali caratteristiche devono contraddistinguere un’esperienza associativa rispetto alle altre? In che modo l’Azione cattolica educa formando adulti capaci di favorire un’appartenenza gioiosa alla Chiesa, di accompagnare altri adulti, ragazzi e giovani nel vivere una “vita buona” secondo il Vangelo? Nel modulo e nel campo si realizzeranno attività diverse a seconda delle esigenze e dell’esperienza dei partecipanti, che all’inizio del triennio saranno chiamati a confrontarsi con queste e altre domande che interrogano la vita nostra e degli altri compagni di viaggio; cercheremo di rispondere insieme, mettendo al centro la Parola e riappropriandoci degli strumenti menzionati con il metodo laboratoriale che ci contraddistingue. Il campo nazionale L’oggi come dono e come compito si terrà dal 21 al 25 luglio SegnoPer n.3/2011


vita di Ac

presso l’Oasi Tabor di Santa Maria al Bagno a Nardò (Le). In occasione del campo vorremmo chiederci in che modo l’associazione può offrire non solo un sostegno e un accompagnamento per chi è chiamato all’impegno politico, ma anche garantire quella condivisione che coinvolge tutti nella costruzione del bene comune; in che modo oggi, attraverso un’opera paziente di educazione ed autoeducazione, l’Ac è chiamata ad investire energie per una conversione morale ed intellettuale, che tocchi le dimensioni dell’etica e della politica. Il campo si propone di offrire strumenti per sollecitare il nostro mondo adulto ad una rinnovata solidarietà con l’oggi e con la sua quotidianità; a non rimpiangere mitiche età dell’oro, cui si è SegnoPer n.3/2011

tentati di delegare la proclamazione e la pratica dei valori. Vorremmo sentire ancora più impellente la necessità di promuovere gli spazi e i tempi perché gli adulti di oggi si curino con un’intensa vita di fede, attraverso l’esperienza associativa, che poi si declina in un’amabile e significativa presenza nella vita quotidiana, in un apporto al territorio con spirito di servizio, di reale competenza e di sana indignazione. Il campo, dunque, ci offrirà strumenti concreti e spunti di riflessione, per investire energie nel formare persone sempre più capaci di capire l’oggi e di scegliere nell’oggi. Per informazioni vi invitiamo ad aggiornarvi tramite il sito del settore Adulti: http://www.azionecattolica.it/settori/A dulti.


vita di Ac

Un sussidio sul bene comune, un testo sull’affettività e il camposcuola nazionale: da questi tre progetti riparte il cammino del settore Giovani dopo l’appuntamento assembleare

di Luca Bortoli

l mio motto è rinnovamento nella continuità» ripeteva l’insigne intellettuale antifascista e poi dirigente del Pci, Alessandro Natta. Ebbene, a voler descrivere il momento attuale del settore Giovani notiamo come questo aforisma calzi a pennello. Archiviata la delicata ed esaltante fase assembleare, il triennio 2011/2014 si appresta a spiccare il volo a partire da tre progetti ideati e sviluppati nel corso dell’ultimo anno associativo. Esercizi di Bene Comune ha fatto la sua comparsa proprio nei giorni dell’assemblea nazionale ed è già stato consegnato ai responsabili giovani di tutte le diocesi d’Italia. Il titolo non ammette fraintendimenti: il bene comune è legato strettamente alla formazione del giovane di Ac in quanto cittadino attento e appassionato del proprio paese, ma non rappresenta semplicemente un argomento di dibattito, un bel concetto su cui disquisire. Il bene comune lo si comprende solo facendolo, quindi esercitiamoci! Sei sono le linee guida del sussidio (Dottrina sociale della Chiesa, cittadinanza, politica, giustizia e legalità, sviluppo sosteni-

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Ricomincio da tre bile, discernimento comunitario), tutte sviluppate secondo uno schema comune: citazione da un documento della Chiesa, alcune idee di fondo, piste di lavoro concrete (i veri esercizi), la voce di un testimone e alcuni suggerimenti per l’approfondimento personale. «La commissione ha lavorato durante quest’anno – spiega il coordinatore, Michele D’Avino, della diocesi di Nocera InferioreSarno – anzitutto formandosi, per restituire al settore Giovani una riflessione su questi temi. Durante i cinque weekend di lavoro abbiamo incontrato il costituzionalista Marco Olivetti, l’economista Giuseppe Notarstefano, il direttore dell’ufficio Cei per la pastorale sociale e del lavoro don Angelo Casile, la vicepresidente delle Acli Paola Vacchina, e Raffaele Cananzi, già presidente nazionale di Ac e deputato della Repubblica. Quindi abbiamo steso questo fascicolo che si rivolge a tutti i giovani, quelli dei gruppi di Ac e non, agli educatori e a chiunque si faccia delle domande su quale bene comune sia possibile e su cosa si possa fare per realizzarlo. Ai giovanissimi è stata rivolta un’attenzione particolare. Un poster in cui è raffiSegnoPer n.3/2011


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sempre dalla realtà attuale attraverso uno sguardo raso-terra; scardinare con un linguaggio fresco e vivace i pregiudizi che serpeggiano nel tessuto sociale rispetto alla visione della Chiesa in proposito. Si è voluto andare alla ricerca dei “sì” all’uomo e all’amore che stanno dietro a quella che sembra solo una severa cortina di “no”. Il già citato campo di luglio rappresenta il terzo momento di questa fase di passaggio da triennio a triennio. Sarà l’occasione per i vicepresidenti giovani diocesani, i consiglieri e i membri delle equipe diocesane per intessere relazioni tra di loro e per conoscere i nuovi consiglieri nazionali e i due vicepresidenti neoeletti. Il tema, anche in questo caso, è di quelli fondamentali e accompagnerà tutto il prossimo anno associativo: la vocazione. Obiettivo: aiutare il giovane e il giovanissimo a costruire un progetto di vita che si sviluppi in tutti gli ambiti dell’esistenza. Ancora una volta si succederanno ospiti che ci aiuteranno a maturare riflessioni e a iniziare o migliorare le attività diocesane su questo versante. Le attenzioni, infatti, consistono nell’offrire un momento di formazione qualificata ai responsabili partendo da loro, per poi giungere al ruolo che ricoprono. Un rinnovamento, come si diceva, nel segno della continuità. Come se la parentesi assembleare avesse per qualche giorno fermato il tempo, che poi è tornato a scorrere secondo i ritmi consueti e quotidiani dell’associazione.

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gurata una versione vitruviana di Benzo, famoso personaggio di Gabriele Fucecchi, che ricorda agli adolescenti che non possono affatto chiamarsi fuori. Anzi, sono essi i protagonisti del bene comune del domani. Ogni parte del corpo offre quindi un riferimento preciso alla Dottrina sociale della Chiesa declinata a misura di giovanissimo. Di pari passo, dopo aver preso il via dal seminario del 2010 L’amore conta, ha compiuto il suo lavoro la commissione affettività, ed eccoci al secondo progetto. Titolo: È l’amore. Destinatari: i giovani. Uscita: campo nazionale, 23-27 luglio, Fognano (Ra). Si tratta nello specifico di un testo personale su un tema cardine per i giovani, si potrebbe dire un pendant di Verso l’alto, la regola di vita presentata nel 2009. Pensato e realizzato da giovani per i giovani, il sussidio non è l’ennesimo manuale su sessualità e affettività. Al contrario. Si tratta piuttosto dell’esperienza quotidiana raccontata in presa diretta da alcuni protagonisti. La vera novità consiste nel carattere narrativo di tutta la prima parte: un vero romanzo breve per evocare situazioni e sensazioni, per accendere subito un dialogo con il lettore. Al termine di ogni capitolo sono presenti precisi rimandi alle schede che compongono la seconda parte del testo. Qui si è riflettuto sulla figliolanza, sull’amicizia, sul fidanzamento e sulla vita consacrata o matrimoniale: è uno spaccato di pensieri, sogni e progetti; è la vita affettiva secondo i giovani di Ac. Due le attenzioni costantemente mantenute: partire

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vita di Ac

Rappresentanza, condivisione, responsabilità, democrazia, partecipazione: sono questi i cinque impegni ribaditi a conclusione del XIV Congresso nazionale del Msac

di Carlotta Mazzi e Silvia Malacarne

uon sangue non mente” e dopo tre giorni di Congresso Msac ne siamo davvero certe. Tre giorni di impegno e responsabilità, di amicizia e incontri, di saluti e benvenuti: il XIV Congresso nazionale del movimento Studenti ha lasciato veramente il segno. Tante idee, tante proposte, tante persone che credono ancora in una “scuola migliore” non possono che spingere e motivare ognuno di noi a rendere concreto l’impegno e la testimonianza nei nostri circoli e nelle nostre classi, per rendere sempre più vivo e per portare agli altri il messaggio cristiano con lo stile gioioso e accogliente del Msac. Durante il Congresso, che si è svolto dall’8 al 10 aprile, oltre a essere stata eletta la nuova segretaria nazionale, Elena Poser, e approvato il nuovo documento congressuale, abbiamo avuto l’occasione di incontrare numerosi ospiti, che grazie alla loro grande e variegata esperienza in diversi settori hanno condiviso con noi la passione per la scuola e il desiderio di puntare sempre verso mete alte. Dopo un primo momento, vissuto con Ugo de Siervo,

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Con una gioia contagiosa presidente della Corte costituzionale, con il quale ci siamo confrontati su temi sempre molto attuali e costantemente al centro di dibattito all’interno del paese, come cittadinanza, costituzione, legalità e democrazia, abbiamo incontrato Domenico Starnone, docente e scrittore, con il quale abbiamo parlato di ciò che rende la scuola migliore e di ciò che la rende peggiore. Infine, a conclusione di questi giorni di formazione, sono intervenuti anche Mayla Archetti e Roberto Parisini, entrambi docenti, che ci hanno aiutato a riflettere sul senso dello studio e sull’importanza della storia, proprio nell’anno dei festeggiamenti per i 150 anni dell’Unità d’Italia, in un periodo in cui sembra essersi risvegliato negli studenti (ma non solo) grande interesse nei confronti di una materia tanto bistrattata come la storia. Alla luce delle preziose riflessioni emerse durante il congresso, qual è allora lo stile che ogni giorno ci deve accompagnare e stimolare? Come possiamo essere studenti e cittadini critici, consapevoli e attivi? Con cinque parole, impegni per il prossimo triennio 2011-2014, la segreteria SegnoPer n.3/2011


vita di Ac

uscente ci ha voluto salutare augurandoci di essere sempre una presenza viva e significativa nelle nostre classi, nelle nostre comunità e nella nostra associazione. Facciamo dunque sempre più nostra la rappresentanza, testimoniando in prima persona ogni giorno la nostra esperienza di studenti attenti alla vita della scuola, alla sua crescita e a un suo continuo miglioramento. Impariamo la condivisione, per aprirci all’altro, facendo delle differenze una ricchezza per noi e per i nostri compagni. Non temiamo di assumerci delle responsabilità, prendendoci cura di noi stessi e degli altri, della loro crescita e della loro formazione, attraverso un servizio gratuito che possa essere “contagioso” della gioia di mettersi in gioco per costruire assieme una scuola SegnoPer n.3/2011

migliore. Portiamo avanti il valore della democrazia, la possibilità di esprimersi liberamente, di confrontarsi con idee diverse dalle nostre, che incontrandosi – e non scontrandosi – possano costituire le basi di un progetto condiviso e vissuto assieme con responsabilità e impegno. E infine seguendo l’esempio di don Milani e del suo “I care” non possiamo dimenticarci della partecipazione: vivere attivamente la scuola curiosi e aperti alle novità, capaci di metterci in discussione in modo costruttivo e propositivo. Un grande in bocca al lupo, dunque, a tutti i nuovi responsabili con l’augurio e la speranza di essere sempre capaci di scommettere sulla scuola, sugli studenti e sul valore dello studio e della partecipazione responsabile!

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vita di Ac

Riflessioni del neo eletto segretario nazionale del movimento Lavoratori sul documento assembleare, una sfida che ogni socio è ora chiamato a raccogliere

di Giuseppe Patta

e riprendere le fila dell’assemblea nazionale è sempre problematico, in quanto tante sono le emozioni, le situazioni e le persone, nel mio personalissimo caso di neo-segretario del movimento Lavoratori, diventa forse impresa ardua, proprio perché si tratta di un’esperienza assolutamente intensa, che ho vissuto in pienezza in ogni suo momento. Se, tuttavia, devo concentrare l’attenzione sul documento assembleare, il mio pensiero va spontaneamente alle tante sollecitazioni già scritte ed a quelle via via inserite, che ci riconsegnano l’im-

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Con l’occhio al sociale magine di una grande associazione che guarda al sociale, con attenzione e partecipazione. “Grande associazione...”, perché i vari interventi, così come gli emendamenti, hanno espresso marcatamente l’idea di un orgoglio associativo, di un senso bello di appartenenza che scopre (o riscopre), e comunque rilancia, la consapevolezza delle potenzialità dell’Ac. E questo, in un momento di così grande incertezza sociale e di crisi dei partiti e dei sindacati, sempre più in difficoltà nel loro ruolo di punto di riferimento per i cittadini, è un dato di grande rilevanza, che reca in sé potenzialità di enorme portata. “... che guarda al sociale”: numerosi emendamenti hanno evidenziato la sollecitudine e l’attenzione dei nostri soci verso tematiche marcatamente sociali, segno di una cura e di un’esigenza che collocano l’Ac ad ogni livello (nazionale, diocesano e parrocchiale), nei propri territori di appartenenza, come soggetto attivo e non spettatore assente. Il documento rappresenta una sfida, non è stato un semplice esercizio assembleare: ora sta a ogni iscritto far la sua parte. SegnoPer n.3/2011


di Vincenzo Lumia

no dei paradossi del nostro tempo: quella che era stata preconizzata e sbandierata come la società della conoscenza, all’analisi dei fatti si è rivelata essere quella dell’ignoranza. Sicuramente la complessità esige la conoscenza quale strumento indispensabile per orientarsi all’interno delle trasformazioni in atto, che segnano fortemente la vita tanto dei singoli che delle comunità, e per vivere, se non guidare, in maniera avvertita e responsabile i processi di cambiamento e di innovazione. Invece, inadeguatezza e opportunismo, soprattutto delle classi dirigenti, hanno fatto sì che alla complessità si rispondesse con la strategia dell’ignoranza: semplificazione, luoghi comuni, parole d’ordine, mistificazioni, messianismi di bassa lega. I risultati sono facilmente riscontrabili, solo se si volesse guardare con onestà intellettuale a quanto accade sui vari versanti, dall’esistenziale al culturale, dal sociale al politico: riduzione di senso, crollo dei valori, smarrimento e malessere; individualismo, sfaldamento del

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vita di Ac

Attraverso l’educazione occorre aiutare le persone ad acquisire strumenti per governare la complessità e orientarsi nelle trasformazioni in atto

L’oltre e l’altro tessuto comunitario e dell’etica pubblica, conflittualità; populismo, controllo dell’informazione, discredito delle istituzioni, svilimento dei poteri democratici. Una lista di criticità che potrebbe proseguire e da cui nasce una grande sfida per l’educazione, chiamata innanzitutto a contrastare l’ignoranza di essere ignoranti, ad allargare gli orizzonti principalmente mentali e ideali, ad innescare percorsi di consapevolezza, di competenza e di responsabilità ai diversi livelli. L’oltre e l’altro dovrebbero poter essere i due punti fermi di un impegno educativo e formativo trasversale alle diverse età. Il sapere cede il passo a un sempre più evidente analfabetismo di ritorno, l’informazione va contrastata e asservita, la cultura e la ricerca sono rese novelle cenerentole in favore di ben altre priorità. Edonismo e consumismo, strategicamente veicolati da efficacissime regie comunicative, hanno ristretto fortemente il valore della persona, la sua dignità e vocazione. Felicità, futuro, bellezza, bene... vengono definiti e circoscritti a partire da ciò che è funzionale al profitto e ai consumi. I vizi privati sono diventati


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pubbliche virtù, da sbandierare e difendere in nome di un discutibile concetto di libertà, rispetto al quale a nulla valgono norme morali, etica pubblica, leggi e ordinamenti dello stato di diritto. L’altro, gli altri rischiano di essere percepiti soltanto in funzione dell’io, riconosciuti nella misura in cui soddisfano e gratificano esigenze individuali, non attentano al quieto vivere e non invadono “territori” e “proprietà”; le diversità inquietano e tutto ciò che è fuori dal coro destabilizza e sovverte, come ogni elemento che non viene capito, decifrato, che non può essere collocato “dentro”. Istituzioni, parlamento, sindacati, partiti, associazioni… quali luoghi del confronto, del dialogo, della mediazione, della democrazia rischiano l’insignificanza e la marginalità, presentati come impedimenti per manovratori e prescelti. Di fronte a uno scenario fatto di limiti, chiusure, paure, arretramenti, barriere... all’educazione spetta il compito di abilitare menti e cuori ad andare oltre lo scontato, l’ovvio, l’urlato, il decantato... per conoscere, capire, discernere, cogliere la complessità e l’ambivalenza delle situazioni, dei comportamenti, delle

scelte. La realtà e le cause, i fenomeni che la determinano sono molto più articolati di quel che appare e di quanto viene messo in circolazione. La vita, le aspirazioni, le necessità di ogni persona sono SegnoPer n.3/2011


vita di Ac Nella misura in cui siamo capaci di andare oltre possiamo scoprire l’altro, gli altri, e imparare a costruire un noi arricchito da autentiche relazioni interpersonali e comunitarie; un noi all’insegna della civile convivenza, del bene comune, della pluralità culturale, religiosa, politica

ben più ampie degli spot pubblicitari ed elettorali. Il cuore dell’uomo non può essere appagato dai surrogati dell’amore e dai prodotti del materialismo, ha bisogno di autenticità e risorse spirituali. SegnoPer n.3/2011

Oltre l’apparenza c’è altro in ogni persona, c’è altro nella vita personale e comunitaria, nella società e nella storia che va conosciuto, compreso, accolto... che esige consapevolezza e competenza. Nella misura in cui siamo capaci di andare oltre possiamo scoprire l’altro, gli altri, e imparare a costruire un noi arricchito da autentiche relazioni interpersonali e comunitarie; un noi all’insegna della civile convivenza, del bene comune, della pluralità culturale, religiosa, politica. L’altro è ricchezza che non annulla, ma completa, fa crescere e chiama a responsabilità ed impegno. All’educazione cristianamente ispirata, inoltre, il compito di aiutare ad allargare gli orizzonti esistenziali per scoprire un Oltre in grado di appagare le inquietudini più profonde e un totalmente Altro che svela... pienamente l’uomo all’uomo e gli fa nota la sua altissima vocazione.


strumenti

L’Istituto Paolo VI è nato nel 1977 con il compito di raccogliere, ordinare e rendere disponibile per la ricerca storica la documentazione relativa all’Ac e al movimento cattolico in Italia

di Paolo Trionfini

Istituto per la storia dell’Azione cattolica e del movimento cattolico in Italia Paolo VI, costituitosi successivamente in Fondazione, è sorto nel 1977, con il compito di raccogliere, ordinare e rendere disponibile per la ricerca storica la documentazione relativa all’Azione cattolica e al movimento cattolico in Italia. L’intuizione è maturata come gesto di attenzione a papa Montini, antico assistente della Fuci, per offrirgli, in occasione del suo ottantesimo compleanno, un dono che mostrasse tangibilmente l’interesse e la passione per la storia da sempre mostrata. Al momento della fondazione, l’Istituto ha ricevuto in dotazione tutti i fondi archivistici della Presidenza nazionale e delle presidenze dei rami e dei movimenti dell’Azione cattolica italiana, e continua ancora oggi come archivio di deposito a ricevere periodicamente le carte prodotte dagli organismi, i settori e le articolazioni dell’associazione. Tra le finalità statutariamente dichiarate, l’Istituto ha il compito di individuare e acquisire nuclei archivistici di istitu-

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Tra memoria e futuro zioni o personalità legate all’Azione cattolica e più in generale al movimento cattolico italiano e internazionale. Nel corso degli anni, ai fondi originari si sono aggiunte nuove donazioni private, che hanno progressivamente arricchito il patrimonio documentario, fino ad arrivare a svilupparsi, come è attualmente, su circa 1.800 metri lineari. Il complesso archivistico è stato dichiarato di notevole interesse storico dalla Soprintendenza archivistica per il Lazio nel 1992. I fondi posseduti possono essere suddivisi tra istituzionali e personali: la prima sezione comprende gli archivi dei rami dell’Azione cattolica e della Presidenza generale fino all’unificazione (1969), gli archivi dei movimenti (Fuci, Laureati, Maestri) e i fondi successivi prodotti dagli organismi ridisegnati dal nuovo Statuto del 1969; alla seconda appartengono, tra gli altri, le Carte Pietro Costante Righini, Augusto Rovigatti, Emilio Guano, Carlo Santucci, Alfredo Cavagna, Luigi Pelloux, Antonio Zama, Armida Barelli e Luigi Gedda. Si conservano inoltre manifesti, fotografie, pellicole, tessere e distintivi SegnoPer n.3/2011


dell’associazione. La biblioteca e l’emeroteca, sorte contestualmente alla nascita dell’Istituto, comprendono una sezione storica specialistica e la collezione delle pubblicazioni monografiche e dei periodici pubblicati dell’Azione cattolica. Il patrimonio conservato è a disposizione per le ricerche d’archivio, che interessano un numero in costante crescita di studiosi, cultori, appassionati. L’Istituto articola la sua attività culturale, che è vagliata da un Consiglio scientifico presieduto da Alberto Monticone, attraverso l’organizzazione di seminari e convegni. Tra le iniziative più recenti promosse si segnalano il convegno di Napoli su don Antonio Zama, assistente centrale della Fuci tra gli anni ’50 e ’60, prima di diventare vescovo ausiliare di Napoli e poi arcivescovo di Sorrento e Castellammare di Stabia (2007), il SegnoPer n.3/2011

strumenti

seminario di Viterbo su L’Azione cattolica nella storia e nella Chiesa locale, in occasione del 140° della fondazione dell’associazione, per valorizzare gli archivi delle realtà locali (2008), il momento di studio su Luigi Gedda, protagonista di rilievo della vicenda dell’Ac (2009), gli appuntamenti del 2010 dedicati alle figure di Carlo Carretto, don Luigi Sturzo, padre Enrico Mauri e Armida Barelli, che nel complesso hanno permesso di mettere a fuoco un tratto significativo della parabola storica del movimento cattolico del ‘900, e, infine, il convegno promosso congiuntamente alla Pontificia Università Lateranense su Il contributo dell’Azione cattolica alla costruzione della comunità nazionale, propiziato dal 150° dell’Unità d’Italia. I frutti di queste iniziative sono raccolti in volumi che vanno ad arricchire la collana “Ricerche e documenti”, ospitata dall’Editrice Ave, dove compaiono anche altri importanti titoli sulla storia del movimento cattolico. L’insieme di queste attività contribuisce sensibilmente a tenere viva la memoria dell’Azione cattolica. È un compito, per così dire, istituzionale, che l’Istituto Paolo VI ha assunto, nella consapevolezza che non può esserci futuro senza radicamento nel passato.


fede in cammino

L’accompagnatore spirituale si pone accanto in maniera non ingombrante e appellandosi alle Scritture suggerisce la direzione da prendere

di Ugo Ughi

somiglianza di Gesù, che lungo la strada fra Gerusalemme ed Emmaus si pose accanto ai due discepoli tristi e delusi (cf Lc 24,13-35), l’accompagnatore spirituale sa stare vicino e camminare con amore e pazienza con quanti si affidano al suo consiglio. La vicinanza fisica richiede ed esprime viva partecipazione alla vita, alle problematiche, alle domande, alle fatiche di chi è in ricerca di luce, di conferme, di incoraggiamento. Gesù entra subito in sintonia con i due discepoli dal volto triste: «Che cosa vi è accaduto?». In primo luogo il desiderio di capire e di condividere, per mettere a fuoco lo sconvolgimento interiore che agita Cleopa e il suo amico. L’accompagnatore non ha la risposta pronta per qualsiasi evenienza, tanto meno pretende di darla ancor prima della domanda. Forse non ce l’ha neppure dopo: anche lui deve cercare e porre e porsi domande per fare chiarezza, per non essere estraneo ai dubbi e alle sofferenze dell’altro. Non si meraviglia, tanto meno si scandalizza di fronte a persone

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Camminava con loro che fanno fatica a credere e ad essere fedeli, che sono deluse per le più diverse ragioni, che hanno perduto la speranza. «Noi speravamo», esclamano sconsolati i due discepoli di Emmaus, «ma dall’accaduto sono passati tre giorni che sembrano un’eternità!». La testimonianza delle donne, andate al sepolcro, trovato aperto e vuoto, li ha sconvolti, «ma lui non l’hanno visto!». L’incertezza e lo sconforto restano: il cuore non si placa facilmente. Gesù, per aprire la mente e scaldare il cuore dei discepoli, si appella alle Scritture. Li aiuta ad entrarvi dentro, a rileggerle in maniera nuova, a scoprirvi la sua presenza. Bisogna ricostruire la propria storia, partendo anche da lontano, per scorgervi i fili, talora sottilissimi, che tengono uniti vicende e fatti apparentemente scollegati. Gesù usa anche parole forti: «Stolti e lenti di cuore», allo scopo di far vedere che la vita ha un senso e che la Parola di Dio, letta alla luce dello Spirito, contiene un mistero da scoprire e un dono da accogliere. L’accompagnatore non dà nulla per scontato; prende l’altro per mano così da potergli indicare con rispetto e delicaSegnoPer n.3/2011


fede in cammino

tezza la giusta direzione; non si appella soltanto alla propria esperienza o alla propria autorità (piuttosto deve essere autorevole!), ma si affida anche lui alla luce che viene dall’Alto, ricordando che il maestro interiore, la vera guida, di tutti e di ciascuno, è lo Spirito Santo: «Lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto» (Gv 14,26). Perciò l’accompagnatore deve essere umile, discreto e, insieme, coraggioso testimone: non presenza ingombrante. Perciò riprende con libertà il cammino che gli è richiesto dalla sua vocazione e missione, pur non abbandonando l’altro, ma seguendolo costantemente con l’affetto e la preghiera e garantendo la propria disponibilità. Quando poi gli occhi si aprono, sa farsi da parte, perché le persone vanno aiutate ad essere libere SegnoPer n.3/2011

e ad agire con libertà, a camminare con le proprie gambe, evitando qualsiasi forma di dipendenza. Dopo la rivelazione Gesù scompare, perché i due discepoli sono ormai in grado di prendere decisioni coraggiose e ricongiungersi con spirito nuovo ai fratelli, desiderosi e capaci di narrare «ciò che era accaduto lungo la via e come avevano riconosciuto il Signore», convinti della propria vocazione, consapevoli delle proprie risorse e potenzialità, pronti ad esercitare la propria responsabilità. Hanno compreso che è Gesù, il crocifisso risorto, che continua a comunicare con i suoi discepoli e a comunicarsi loro, a scaldare i cuori e a condividere il suo pane, perché sia mangiato insieme con altri che sono in attesa di nutrimento solido e di amore.

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assistenti in Ac

Come all’inizio anche ora è la testimonianza diretta a suscitare domande e cambiamenti di vita: non c’è altra strada per trasmettere la fede di generazione in generazione

di Giuseppe Masiero

a chiamata universale alla santità con la luce della fede stana i mediocri, i tiepidi, i cristiani che vivono di espedienti e di mezze misure. Dovrebbe scomparire il cristiano inadempiente ai doveri della sua elevazione a figlio di Dio, e fratello di Cristo, a membro della Chiesa. La mediocrità, l’infedeltà, l’intermittenza, l’incoerenza, l’ipocrisia dovrebbero essere tolte dalla figura, dalla tipologia del credente moderno. Una generazione pervasa di santità dovrebbe caratterizzare il nostro tempo (Paolo VI)

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In questo tempo pasquale animato festosamente anche dalla beatificazione di Giovanni Paolo II, sono i testimoni del Risorto a raccontarci l’esperienza trasformante della loro vita e l’evento decisivo dell’intera storia umana. Ci ritroviamo tutti in quel viaggio concitato, prima delle donne discepole e poi di Pietro e Giovanni, verso un sepolcro trovato con grande sorpresa vuoto. Ci appartiene ancora di più il ritorno accelerato al Cenacolo con l’incontro entusiasmante del Cristo vincitore del peccato e della morte, riconoscibile con i

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Gridare il Vangelo con la vita segni indelebili della crocifissione: le mani forate e il costato aperto, quale alfabeto universale dell’amore sconfinato di Dio sul corpo glorioso di suo Figlio. La strada, il Cenacolo, habitat della comunità nuova nata con l’Eucaristia e la lavanda dei piedi, la spiaggia del lago di Genezaret in Galilea dove è avvenuta la prima chiamata da pescatori ad apostoli, sono i luoghi scelti da Gesù per incontrare e inviare i suoi a trasmettere a tutti la bella e buona notizia della Pasqua. Fin dall’inizio è la testimonianza diretta e personale ad accompagnare l’annuncio coraggioso che «questo Gesù Dio lo ha risuscitato e noi tutti ne siamo testimoni» (At 2,32). L’effetto fu immediato: «all’udire queste cose si sentirono trafiggere il cuore e dissero a Pietro e agli altri apostoli che cosa dobbiamo fare fratelli?» (At 2,37). Una buona, autentica e credibile testimonianza colpisce e convince nel profondo, suscita domande, sprigiona energia interiore per un cambiamento significativo della vita. Avvertono la stessa rilevanza della testiSegnoPer n.3/2011


monianza i nostri vescovi nel proporci gli Orientamenti pastorali di questo decennio, che ampiamente gravitano sul tema educativo: Educare alla vita buona del Vangelo. Nella consapevolezza – a quarant’anni dal Documento base sul rinnovamento conciliare della catechesi – che tutta la comunità cristiana deve diventare sempre più adulta nella fede, i nostri pastori evidenziano la fecondità evangelica del servizio educativo con l’affidabilità della testimonianza: «La passione educativa è una vocazione, che si manifesta come un’arte sapienziale acquisita nel tempo attraverso un’esperienza maturata alla scuola di altri maestri. Nessun testo e nessuna teoria, per quanto illuminanti, potranno sostituire l’apprendistato sul campo» (Educare alla vita buona del Vangelo, n. 29). È opportuno collegare quest’autorevole e stimolante prospettiva spirituale e pastorale all’incisiva affermazione di Paolo VI nella Lettera apostolica sull’evangelizzazione in pieno post-Concilio vaticano II, SegnoPer n.3/2011

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Evangelii Nuntiandi: «Il mondo ascolta ed accoglie molto maggiormente i testimoni che i maestri ed apprezza questi ultimi a condizioni che parli la credibilità e l’affidabilità della loro vita». Non è fuori luogo ricordare questo grande Papa, che ha saputo proprio con lo stile autentico dell’educare, animare ed accompagnare il suo impegnativo magistero lungo le traiettorie del dialogo, all’interno e all’esterno della Chiesa, percorrendo con passi coraggiosi i sentieri della civiltà dell’amore. Con questo cammino compiuto con tutto il Popolo di Dio ha incoraggiato i laici a vivere e testimoniare insieme nel mondo la missione evangelizzatrice della Chiesa. Su questa lunghezza d’onda gli Orientamenti pastorali sempre al n. 29 ci ricordano che «ogni adulto è chiamato a prendersi cura delle nuove generazioni, e diventa educatore quando ne assume i compiti relativi con la dovuta preparazione e con senso di responsabilità». Questo passaggio delle consegne e del testimone alle nuove generazioni è certamente avvenuto tra la Chiesa servita e guidata da papa Montini nella attraversata del rinnovamento conciliare e quella accolta e ulteriormente sospinta con il soffio dolce ed energico dello Spirito dal Beato Giovanni Paolo II. Nella diversità degli stili e nei contesti profondamente mutati dell’agire ecclesiale è certamente lo spessore e l’intensità della testimonianza che accomuna i due grandi successori di Pietro nella nostra epoca, approdando sempre più ad una santità di vita già riconosciuta dalla Chiesa per papa Wojtyla,

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ma che potrebbe avere prossimamente lo stesso esito anche per Paolo VI. Ci troveremo così con i due polmoni del respiro universale della Chiesa lungo i tornanti di un secolo che finisce e di un altro che è appena iniziato. Al termine del grande Giubileo dell’anno 2000, nella lettera apostolica Tertio Millennio Ineunte, c’è un invito a continuare la conversione spirituale e pastorale come testimoni dell’Amore: «Da questo sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri» (Gv 13,35). «Se abbiamo veramente contemplato il volto di Cristo carissimi fratelli e sorelle, la nostra programmazione pastorale, non potrà non ispirarsi al comandamento nuovo che Egli ci ha dato: “Come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri” (Gv 13,34). È realizzando questo cammino di amore che la Chiesa si manifesta come sacramento, ossia segno e strumento dell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano» (Nmi, 42). Questa testimonianza di comunione che faceva dire a Santa Teresa di Lisieaux: «Solo l’amore fa agire le membra della Chiesa e racchiude ogni vocazione, perché l’amore è tutto», permette all’educatore di impegnarsi a servire nella gratuità, ricordando che «Dio ama chi dona con gioia» (2Cor 9,7). Molti adulti, specialmente nell’impegno familiare e professionale, nella vita associativa e nella corresponsabilità pastorale, interpretano la loro esperien-

za di vita come un dono, un’eredità da affidare alle nuove generazioni; altri invece, ripiegati sul presente e prigionieri del mito di una perenne giovinezza, trascorrono il loro tempo nella paura di venire derubati del futuro, mancando al patto educativo con chi deve entrare in campo, per giocare nuove partite nel torneo delle generazioni. Sarebbe sufficiente che, lasciato il ruolo di giocatori nei vari ambiti della società, si prestassero generosamente al prezioso ed interessato servizio di allenatori. Ci ricordano ancora i nostri vescovi: «Nessuno è padrone di ciò che ha ricevuto, ma ne è custode e amministratore, chiamato a edificare un mondo migliore più ospitale. Ciò vale pure per i genitori, chiamati non soltanto a dare la vita ma anche ad aiutare i figli ad intraprendere la loro personale avventura» (Educare alla vita buona del Vangelo, 29). Non c’è alternativa alla trasmissione della fede di generazione in generazione, all’accoglienza di un buon e bell’Annuncio, se non quella di mostrare concretamente e quotidianamente la forza liberante e umanizzante del Vangelo. Urge presentare il modello vivibile dell’esperienza cristiana, come buona notizia di una vita nuova, interiormente bella riuscita, libera e gioiosa. Si rivela sempre più attuale l’intuizione di Charles di Foucault e interpretata esemplarmente da Carlo Carretto a Spello: «Occorre gridare il Vangelo con la vita». SegnoPer n.3/2011


di Federica Cifelli

Casa San Girolamo, a Spello, la sede scelta per la Giornata di fraternità per i sacerdoti del Collegio assistenti, dalla sera di domenica 5 fino a lunedì 6 giugno. Ripartono quindi dal luogo segnato dalla testimonianza di Carlo Carretto gli appuntamenti del mese di giugno, con i quali si apre la “stagione estiva” dell’Azione cattolica. Venerdì 17 invece si torna a Roma per il seminario di studio organizzato dall’Istituto Vittorio Bachelet, l’organismo di studio e ricerca che l’associazione si è data da 23 anni a questa parte per l’approfondimento sui temi della cultura politica e sulla dottrina sociale della Chiesa, intitolato alla memoria del presidente ucciso dalle Brigate rosse il 12 febbraio 1980. Il giorno dopo, sabato 18, prendono il via altri due appuntamenti: il Consiglio nazionale, che si svolge nella Sala Bernini della Domus Pacis fino a domenica 19, e sempre a Roma ma alla Domus Mariae il Consiglio nazionale del Meic. Ancora, per la tre giorni che va da venerdì 24 a domenica 26 giugno il settore Adulti dell’associazione propone, di nuovo a Roma, un modulo per la presentazione e l’approfondimento della proposta annuale del percorso formativo.

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agenda

Aperti per ferie L’appuntamento, per animatori, responsabili e assistenti dei gruppi adulti è alla Domus Mariae, per una riflessione ad ampio spettro sul tema Educare: l’impegno degli adulti, lo stile di Ac. Con il mese di luglio torna anche l’invito per diocesi, parrocchie e gruppi a riscoprire la ricchezza dei sentieri Frassati disseminati per l’Italia. In particolare, domenica 10 luglio è in programma l’inaugurazione del sentiero Frassati del Trentino, presso il santuario della Madonna di Deggia (Trento). La proposta è quella di una giornata da vivere camminando tra le bellezze del creato, che a partire da un gruppo può coinvolgere i membri delle associazioni locali di Ac, i membri delle altre associazioni intitolate a Pier Giorgio Frassati e non solo. Alla fine di luglio poi prendono il via i primi campi scuola nazionali del nuovo triennio. Si comincia con i giovani, che da sabato 23 a mercoledì 27 luglio si ritrovano a Fognano, in provincia di Ravenna, con i vice presidenti di settore, i consiglieri diocesani, i membri d’equipe, gli incaricati regionali, gli assistenti diocesani e regionali. Un appuntamento da non mancare.


segnalazioni

di Matteo Scirè

Alla ricerca del bene comune da vedere L’appassionante storia di Tiziano Terzani in un film dai lunghi silenzi da leggere Parole come sobrietà e comunità per un libro che parla alla felicità personale, mentre Dominique Lapierre ci porta a spasso per l’India da ascoltare Precario è il mondo: è il suono e la voce di Daniele Silvestri nel suo nuovo album di canzoni da cliccare Referendum sull’acqua e sul nucleare: per saperne di più

VEDERE

La fine è il mio inizio opo aver vissuto in Oriente per molti anni Tiziano Terzani (Bruno Ganz), corrispondente di molte testate giornalistiche occidentali, decide di ritornare in Italia, tra i boschi della sua Toscana per affrontare la malattia, un cancro, che gli farà vivere l’ultima avventura possibile. Prima di andare via Terzani sente l’esigenza di raccontare la storia della sua vita al figlio Folco (Elio Germano), venuto da New York per trascorrere gli ultimi giorni col padre. Da quelle conversazioni nascerà il libro La fine è il mio inizio, che raccoglie aneddoti di vita vissuta, la sua critica al consumismo e le riflessioni sulla pace, la nonviolenza, i diritti e le libertà. La narrazione nasce dal bisogno del protagonista di ricostruire il senso della propria esistenza e di trasmetterlo al figlio attraverso il filo della storia che lega le generazioni. Per questo film non serve solo l’attenzione degli occhi, ma soprattutto delle orecchie. I dialoghi, le parole, le pause, le atmosfere rappresentano il cuore dell’opera del regista Jo Baier, la cifra stilistica di un lavoro artistico che si contrappone al frastuono della cinematografia di massa e che richiama lo spettatore a una riflessione profonda sul valore di una vita vissuta in modo pieno e autentico.

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SegnoPer n.3/2011


LEGGERE

La sobrietà felice coprire il senso del limite e del desiderio per raggiungere una sobrietà che fa stare bene la persona e fa bene alla comunità. È la sobrietà felice che a partire dalla semplicità consente di riscoprire il valore autentico delle relazioni con il mondo circostante. Il libro di Sara Marconi e Francesco Mele, edito dalla Casa editrice “la Meridiana”, propone un percorso di otto incontri in cui i ragazzi imparano attraverso il gioco e la partecipazione attiva a rispettare se stessi e gli altri, a valutare l’importanza dei propri sogni e a tradurli in progetti, togliendo le cose inutili e puntando sulle relazioni. “La sobrietà felice” si rivolge a insegnanti, animatori, genitori, catechisti... educatori a qualsiasi titolo e livello, e rappresenta un utile strumento di educazione alla decrescita e alla socialità.

segnalazioni

S

India mon amour opo aver raccontato la vicenda dell’apartheid in Sudafrica in Un arcobaleno nella notte, Dominique Lapierre ci presenta l’appassionante storia del suo viaggio alla scoperta dell’India in India mon amour, edito dalla casa editrice Il Saggiatore. Al volante di una vecchia Rolls-Royce Silver Cloud e in compagnia di Larry Collins nei primi anni ‘70 Lapierre percorre in lungo e in largo il territorio indiano. Qui vive avventure straordinarie, incontra e intervista gli assassini del Mahatma Gandhi, scopre Madre Teresa di Calcutta e collabora con organizzazioni umanitarie che curano i malati e assistono i poveri. La narrazione travolgente di Lapierre presenta le mille contraddizioni di un paese-continente attraversato da profonde differenze, dove la bellezza e la bruttura, la ricchezza e la povertà convivono a pochi passi l’una dall’altra. Un posto denso di un’umanità che ha dato vita a grandi esempi di solidarietà e di impegno per la pace e la libertà.

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ASCOLTARE

S.C.O.T.C.H. o s.c.o.t.c.h. è la metafora che il cantautore romano Daniele Silvestri utilizza nel suo ultimo album, edito dalla Sony Music, per raccontare una realtà molto complessa e frammentata, tenuta insieme grazie ai rattoppi che l’uomo mette di volta in volta per dare senso alla storia. Una condizione che l’autore rappresenta molto bene nel brano Precario è il mondo, in cui affronta il tema della precarietà lavorativa ed esistenziale nella quale sono costretti a vivere migliaia di giovani e meno giovani. Ma è anche la condizione di una comunità nazionale, quella fotografata in Questo Paese, alla deriva che sta perdendo pezzi di quel patrimonio storico e culturale che l’ha fatta grande. È la storia piena di buchi neri delle stragi di mafia e della morte del giudice Paolo Borsellino raccontata in L’appello, un pezzo sarcastico che chiama in causa le responsabilità di chi sa e non vuole dire la verità. Ogni canzone, quindici in tutto, fa parte di un ritratto a chiazze, ironico e divertente, dai tratti armoniosi e ritmati, che invita l’ascoltatore a esercitare il proprio senso critico.

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SegnoPer n.3/2011


CLICCARE

segnalazioni

www.acquabenecomune.org a gestione del servizio idrico è il primo dei quesiti, insieme al nucleare e al legittimo impedimento, su cui i cittadini saranno chiamati ad esprimersi col referendum che si terrà il 12 e il 13 giugno prossimi. Il sito web presenta l’attività e le ragioni delle associazioni e dei comitati civici che hanno raccolto più di un milione di firme e animato il dibattito sull’acqua pubblica. Uno strumento prezioso dove l’utente può farsi un’opinione chiara e netta nei confronti di un tema così importante ed esercitare, quindi, la propria responsabilità di cittadino in modo consapevole. Il sito, inoltre, contiene materiali di sensibilizzazione e iniziative che invitano i cittadini a farsi protagonisti attivi della campagna referendaria.

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www.fermiamoilnucleare.it l sito web del comitato promotore del referendum sul nucleare è un utile strumento di informazione in vista del voto che si terrà il 12 e il 13 giugno di quest’anno. Esso contiene documenti di approfondimento sul tema, una piantina dell’Italia per trovare il comitato più vicino, link per scaricare materiali di promozione della campagna referendaria, le “istruzioni per l’uso” per la campagna elettorale e per andare a votare. E poi ancora le testimonianze di adesione dei personaggi del mondo della cultura, dell’arte, dello spettacolo che sostengono l’iniziativa.

I

SegnoPer n.3/2011


Speciale assistenti

+ Dialoghi +Segno a 30,00â‚Ź In OMAGGIO Il pane della domenica


ÂŤNoi non dobbiamo mai vivacchiare ma vivere, perchĂŠ anche attraverso ogni disillusione dobbiamo ricordarci che... abbiamo una fede da sostenere, una speranza da raggiungere: la nostra patriaÂť (Pier Giorgio Frassati)


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