Azione 4 del 25 gennaio 2021

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Cooperativa Migros Ticino

Società e Territorio La nuova sede di Pro Infirmis Ticino e Moesano a Bellinzona sarà una Casa della socialità

Ambiente e Benessere Con il dottor Sebastiano Franscella e il professor Pierpaolo Trimboli parliamo del diabete, una patologia complessa e comune

G.A.A. 6592 Sant’Antonino

Settimanale di informazione e cultura Anno LXXXIV 25 gennaio 2021

Azione 04 Politica e Economia Il governo Conte si salva, ma intanto la pandemia fa sprofondare l’Italia nella povertà

Cultura e Spettacoli La riflessione dello scrittore israeliano Yishai Sarid sul valore e sul ruolo della memoria

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L’America volta pagina

Keystone

di Federico Rampini pagina 19

Una sensazione di pericolo scampato di Peter Schiesser L’incubo, per i Democratici, è finito. Trump è partito per la Forida, Biden si è insediato alla Casa Bianca senza che una nuova, vasta e violenta insurrezione dei più fanatici sostenitori di Trump si materializzasse. Il sollievo è grande. Ma il pomposo cerimoniale ricco di pathos, i discorsi su un futuro luminoso, i fuochi d’artificio che hanno illuminato la notte di Washington e aperto la presidenza Biden, non possono nascondere un’altra faccia della realtà: le vie della capitale degli Stati Uniti occupate da militari e filo spinato, la vasta spianata davanti al Campidoglio, in queste occasioni solitamente gremita di gente, ricoperta da una vastità di bandiere, a ricordare anche quei 400mila cittadini periti nella pandemia. Un Inauguration Day di un paese posto sotto assedio, da un virus biologico venuto dall’esterno e da un virus ideologico coltivato al suo interno. La sensazione di scampato pericolo ha rafforzato la forza simbolica della cerimonia. E la fragilità insita nella democrazia, riecheggiata anche nelle parole degli oratori davanti al Campidoglio profanato solo due settimane prima, ha reso ancora più consapevoli i presenti

dell’importanza di battersi in sua difesa: «Abbiamo imparato che la democrazia è preziosa, che la democrazia è fragile. In questo momento la democrazia ha prevalso», ha detto Joseph Biden in uno dei suoi discorsi ispirati, schietti. La sua storia personale fa di lui un interprete autentico della volontà di riunire il paese attorno a valori condivisi, di costruire ponti, dopo quattro anni che hanno portato gli Stati Uniti sull’orlo di una frattura insanabile. Non sarà impresa facile, né risolvibile in soli quattro anni, ma Biden può dare un contributo iniziale importante, se da una parte e dall’altra degli schieramenti politici sarà condivisa questa urgenza di rappacificazione. D’altronde, va detto che l’assalto a Capitol Hill ha talmente scosso le coscienze che il sistema immunitario statunitense ha reagito immediatamente: Trump è stato tagliato fuori dai social, la sua arma di distrazione di massa; chi ha partecipato alla presa del Congresso viene perseguito penalmente; molti donatori hanno bloccato i contributi ai congressisti repubblicani che hanno rifiutato di certificare la vittoria di Biden. Lo stesso Trump, dopo aver aizzato i suoi sostenitori a riprendersi la vittoria (la sua), quindi a impedire al Congresso di certificare la vittoria di Biden, ha dapprima richiesto un «ritorno in

caserma» alle sue truppe e man mano che si avvicinava il 20 gennaio ha più volte invitato alla calma e alla pace, arrivando persino a dire, pochi minuti prima di salire sull’aereo per la Florida, che la prossima Amministrazione farà un ottimo lavoro e che deve essere sostenuta. Pur dignitoso, e un po’ patetico nel ricordare gli stupefacenti successi della sua presidenza, è parso un pugile suonato, incerto. «Torneremo, in una qualche forma», ha detto ai suoi, ma sa benissimo che a questo punto tutta la sua esistenza entra in un limbo, quella politica e quella privata. Politicamente, c’è la minaccia del secondo impeachment, che va avanti anche dopo la sua partenza dalla Casa Bianca, e che se trovasse l’assenso di un certo numero di senatori repubblicani gli impedirebbe di concorrere in futuro per una carica pubblica (e il leader dei Repubblicani al Senato Mitch McConnell mostra un certo desiderio di liberarsi di Trump). Privatamente, lo attendono numerose cause penali. E i suoi sostenitori più fanatici? I Proud Boys si sono sentiti traditi da Trump, che non ha difeso l’assalto al Campidoglio e nemmeno graziato il loro capo. Gli estremisti hanno perso la loro icona? Sarebbe già un vantaggio, perché smorzerebbe la tensione. Ma attenti a non farsi distrarre dai fuochi d’artificio.


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