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Proteggere la salute del pancreas
e ormoni. La cura del cancro fa notevoli progressi
Maria Grazia Buletti
«Con la diagnosi della mia malattia ho scoperto che il tumore endocrino del pancreas (perché di questo si tratta) è molto raro ed è quello di Steve Jobs, notizia non rassicurante. Non avevo altri riferimenti (…). E poi c’è Gianluca Vialli, con il quale sono riuscito a parlare il giorno dopo e mi ha aiutato (…)». Sono le parole del cantante italiano Fedez all’indomani della scoperta casuale di questa malattia piuttosto rara, ma della quale all’apparenza si sente parlare sempre un po’ di più, al punto che abbiamo indagato sull’evoluzione della sua incidenza e sugli strumenti di cui oggi la medicina dispone per farvi fronte.
I nuovi approcci combinati di chirurgia e terapie permettono di guardare al futuro con maggiore ottimismo
«L’impressione è che in Ticino ne vediamo più di prima; potrebbe essere che meno pazienti si recano oltre San Gottardo come un tempo, unitamente all’evidenza che questo tumore sia effettivamente in aumento». A parlare è il professor Pietro Majno-Hurst, primario di chirurgia viscerale all’Ospedale Regionale di Lugano, cui fa eco la caposervizio dottoressa Alessandra Cristaudi a suffragio di questo aumento dei casi «riscontrato ad esempio anche in Francia da diverse équipe». Di fatto, i dati riportati dalla Lega svizzera contro il cancro indicano che ogni anno nel nostro Paese si ammalano di tumore al pancreas circa 1600 persone («In Ticino si registrano circa 70 casi all’anno»).
Il pancreas è un’importante ghiandola che si trova in profondità nell’addome, dietro allo stomaco e a fianco dell’intestino, ed è responsabile della produzione di ormoni (come l’insulina) e di enzimi digestivi (sostanze che aiutano l’assorbimento dei cibi).
Il tumore che può interessarlo, illustra la dottoressa Cristaudi, «si sviluppa di solito dai suoi dotti, dove la sua crescita può generare un’alterata funzione dell’organo o la distruzione del dotto che conduce la bile dal fegato verso il duodeno, dando la tipica colorazione gialla della pelle (ittero).
Nel tempo, crescendo, potrà invadere i vasi sanguigni circostanti, i nervi e i linfonodi, favorendo così la migrazione delle cellule cancerose verso altri organi e generando le cosiddette metastasi».
Majno definisce ancora oscure le cause: «Tra i fattori di rischio possiamo annoverare il fumo, il sovrappeso associato a una dieta troppo ricca di grassi animali e la predisposizione genetica famigliare (vi sono famiglie dove questa patologia è più frequente), così come il diabete mellito». Le sue caratteristiche particolarmente aggressive («anche quando è di piccole dimensioni può creare velocemente azione Settimanale edito da Migros Ticino
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Giornalismo, che passione Forum elle ◆ A colloquio con Rachele Bianchi Porro
metastasi nei linfonodi o nel fegato») e la sua natura silenziosa («una vera e propria profilassi si può fare solo ad alcuni pazienti») la rendono una malattia temibile.
Lo confermano i nostri interlocutori che fra i pochi strumenti di prevenzione ne distinguono uno «alla larga» e uno «alla stretta»: «Occuparsi dei fattori di rischio patologici come diabete di tipo 2, obesità, sedentarietà e fumo permette di agire “alla larga”. La prevenzione “stretta” riguarda la sorveglianza di alcuni pazienti che presentano delle cisti del pancreas, trovate per altre ragioni, che potrebbero col tempo trasformarsi in neoplasia. Ad ogni modo, la migliore prognosi deriva dal riuscire a scoprirlo in fase precoce (per avere una migliore sopravvivenza, in termini di quantità e di qualità di vita), coadiuvata dall’innovativa presa a carico multidisciplinare di cui oggi disponiamo». Scoperta sovente casuale come conferma l’emblematica testimonianza del noto personaggio pubblico: Fra i pochi strumenti di prevenzione disponibili, Majno-Hurst e Cristaldi ne distinguono uno «alla larga» e uno «alla stretta»
«Sono stato fortunato: l’ho scoperto per caso con un esame di controllo (la TAC ai polmoni per un pregresso problema respiratorio ha evidenziato qualcosa che non andava al pancreas) al quale è seguito un iter di esami che non hanno trovato metastasi né linfonodi intaccati (…). L’operazione è
Redazione Carlo Silini (redattore responsabile)
Simona Sala Barbara Manzoni stata importante e devo assumere farmaci ogni giorno, stare attento all’alimentazione e gestire i problemi di digestione che spero passeranno col tempo. Ma sono stato fortunato perché il tumore è stato trovato, e operato, in una fase precocissima».
Il tasso di mortalità per questa diagnosi è ancora alto. Tuttavia, i progressi nelle cure e i nuovi approcci combinati di chirurgia e terapie permettono sempre più di migliorare le prospettive di sopravvivenza e, concordano gli specialisti, consentono di guardare al futuro con più ottimismo.
«La qualità delle cure è migliorata da un nuovo approccio comprendente una prima fase di chemioterapia che costituisce, insieme alla chirurgia che la seguirà, la principale arma per combattere questa patologia», afferma il professor Majno che, comunque, sottolinea il ruolo chiave dell’intervento chirurgico, anch’esso evoluto con tecniche derivate dalla chirurgia dei trapianti: «Il modo migliore per affrontare la situazione sta nella collaborazione delle équipe mediche multidisciplinari: oncologi, chirurghi, gastroenterologi, endoscopisti, radiologi, radioterapisti, anestesisti, diabetologi, terapisti del dolore, nutrizionisti e psicologi collaborano sotto lo stesso tetto per accompagnare il paziente in un percorso il più possibile su misura».
Allora: «L’impiego della chemioterapia prima della chirurgia mira a neutralizzare le micrometastasi e permette di circoscrivere il più possibile la massa che sarà operata in modo più radicale. Potrebbe seguire un’ulteriore chemioterapia, e certamente una sor- veglianza nutrizionale». Monitoraggio, spiega Cristaudi, «essenziale alla ripresa delle abitudini alimentari, dove si richiedono pasti più piccoli e frequenti, una masticazione lenta ed efficace unita a un supplemento di enzimi per favorire la digestione nella nuova condizione».
Infine, un breve cenno del chirurgo alla «pre-abilitazione»: «Rispetto a riabilitare il paziente dopo l’intervento, significa poter preparare il suo organismo e la sua mente, e invertire in tal modo il processo di indebolimento nel quale si trova al momento della dianosi». Una scelta che lo coinvolge come protagonista nel trattamento: «D’altra parte, gli proponiamo di parlarci di sé, scrivendoci una breve biografia da condividere con tutti i curanti, così da offrirgli un sostegno adattato alle sue attese: una via che ci pone nell’accettazione del ruolo di “custodi della sua identità” in un momento dove egli la vede minacciata, e ci sembra che questo aiuti lui e la sua famiglia ad affrontare ancora meglio un percorso non certo semplice, ma sempre più favorevole».
Conferenza
Giovedì 2 marzo, alle 18.30, avrà luogo la conferenza pubblica webinar: «Tumore del pancreas: nuove prospettive» sotto l’egida dell’EOC Dipartimento di chirurgia vascolare.
Relatori: Pietro Majno-Hurst (Primario chirurgia vascolare ORL) e Alessandra Cristaudi (caposervizio). Per partecipare seguire il link: https://bit.ly/3DWFrhU
L’organizzazione femminile Forum elle invita tutte le persone interessate a un incontro con Rachele Bianchi Porro, giornalista da molti anni e dal 2015 conduttrice della fortunata trasmissione della RSI LA1 Storie. L’appuntamento è per giovedì 9 marzo 2023 all’Hotel&SPA Internazionale di Bellinzona (ore 17.30).
Informazioni
Iscrizioni entro il 1. marzo 2023; contattare Simona Guenzani, simona.guenzani@forum-elle.ch, Tel. 091 92382 02.
Un filo che unisce
AvaEva ◆ I casi della vita alla Filanda
Fausta Pezzoli-Vedova, autrice di Il Filo Spezzato: Un viaggio dentro la malattia (Dadò Editore) sarà presente alla Filanda di Mendrisio lunedì 13 marzo (ore 14.00-16.00) per parlare del suo percorso umano e sanitario e condividere con il pubblico una serie di riflessioni sulla malattia e la vita più in generale. L’appuntamento è organizzato dal Movimento AvaEva, associazione che promuove reti di contatto per le donne della generazione delle nonne e dà voce ai temi che le concernono.
Iscrizioni info@avaeva.ch