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Quanto pesa davvero la popolazione immigrata sullo stato sociale del nostro Paese?

Economia ◆ L’apporto dei lavoratori stranieri è positivo soprattutto per l’AVS, diverso il discorso per chi è disoccupato o in assistenza

Anche nel 2022 l’immigrazione in Svizzera è proseguita a ritmi elevati, portando il livello degli stranieri residenti a oltre il 25% della popolazione. Il numero dei lavoratori stranieri è pure aumentato del 26%. E il saldo migratorio (arrivi meno partenze) ha superato le 81’000 persone.

Sono in molti a ritenere che una parte degli stranieri arrivi da noi per poi portarsi in patria la rendita già percepita in Svizzera: timori eccessivi

Una delle critiche che vengono mosse alla forte immigrazione in Svizzera (che volutamente abbiamo tralasciato nell’articolo del 13.2.23) riguarda anche il nostro sistema di protezione sociale. Molte persone pensano che una parte degli immigrati vengono in Svizzera per approfittare del nostro sistema sociale e spesso tornano in patria portandosi dietro la rendita già percepita in Svizzera. La tendenza sembra essersi rinforzata con l’introduzione della libera circolazione delle persone con l’Unione europea. È pro- prio da qui che proviene la maggior parte dei lavoratori immigrati, fra l’altro, negli ultimi anni, con un tasso di formazione accademica superiore a quello degli stessi svizzeri.

Un’attenta analisi delle cifre e dei fatti non conferma però questi timori. Va premesso che non è sempre facile fare confronti in questo campo, il rischio di errore può esse- re importante. Per quanto concerne però le statistiche del nostro pilastro più importante di protezione sociale, cioè l’Assicurazione vecchiaia e superstiti (AVS), si può disporre dei bilanci, ma non dei particolari, per esempio delle rendite di vecchiaia pagate all’estero. Possiamo così sapere che l’AVS paga circa 47 miliardi di franchi all’anno a 2’471’000 milioni di persone di cui 1’687’000 residenti in Svizzera e 784’000 residenti all’estero. Molti di questi residenti all’estero, ma non tutti, sono persone che hanno lavorato in Svizzera e pagato i contributi per le assicurazioni sociali.

Si può dire che l’immigrato (generalmente giovane e in buona salute) contribuisce alla solidità del nostro sistema di protezione vecchiaia

L’AVS dice che la rendita media dei beneficiari è di 1876 franchi mensili. Se utilizziamo lo stesso parametro per i residenti all’estero (fra cui parecchi svizzeri emigrati al momento del pensionamento) otteniamo una cifra di circa 31,8 miliardi di franchi versati in Svizzera e 14,8 miliardi versati all’estero. Questo senza tenere conto di parecchie variabili, tra cui il fatto che il beneficiario all’estero può anche tenere un conto in Svizzera e che altre prestazioni (per esempio prestazioni complementari) non vengono versate ai residenti all’estero. Per l’AVS – come detto –la rendita è determinata dai contributi versati dal beneficiario che ha lavorato in Svizzera e dal suo datore di lavoro.

In conclusione si può dire che l’immigrato (generalmente giovane e in buona salute) contribuisce alla solidità del nostro sistema di protezione vecchiaia. Secondo i calcoli del Segretariato di Stato per l’Economia (SECO, dati del 2019), gli immigrati dall’UE/AELS hanno contribuito nella misura del 27% al finanziamento dell’AVS, mentre hanno percepito il 15,2% della somma globale di rendite versate. Biso- gna infine tener conto del fatto che gli immigrati, in generale, non hanno contribuito per tutta la loro vita lavorativa all’AVS, per cui la loro rendita non è completa.

Per l’assicurazione contro l’invalidità (AI) si temeva che la libera circolazione delle persone potesse far aumentare il numero di stranieri al beneficio di una rendita. Anche qui il timore non si è però concretizzato. Secondo il SECO, nel 2021 sono state pagate in totale 248’200 rendite complete. Ne hanno beneficiato il 73% di svizzeri contro il 19% di stranieri dell’UE/AELS e l’8% di altri paesi. Negli ultimi anni i beneficiari totali di rendite AI sono diminuiti. Nel 2007 erano ancora 290’000. La quota di stranieri UE/ AELS era allora del 24% e quella di altri Paesi dell’11%. Tra il 2010 e il 2019 la diminuzione è stata del 23% per i cittadini UE/AELS e del 6% per gli altri Paesi.

Anche per le assicurazioni malattia, lo straniero che lavora in Svizzera paga i premi e – giovane e in buona salute – non utilizza molto le casse malati. Se, al pensionamento, lascia la Svizzera, deve integrarsi nel sistema del proprio Paese. Tutto sommato, alle casse malati costa meno di quanto paga.

La situazione cambia per l’assicurazione contro la disoccupazione. Nel 2020 gli immigrati dai paesi UE/AELS hanno pagato il 25,5% dei contributi, ma percepito il 32,8% delle prestazioni. Per gli altri Paesi, si costata il 5,5% dei contributi contro il 14,3% delle prestazioni. Per l’assicurazione contro la disoccupazione molto dipende dal tipo di lavoro. Fra gli stranieri si costata un numero superiore alla media di persone non o poco qualificate. In caso di perdita del posto di lavoro difficilmente riescono a trovarne un altro. A questo gruppo vengono aggregati anche i profughi, alla fine del periodo di cinque anni o da quando gli oneri vengono trasferiti ai cantoni. I profughi dall’Ucraina godono dello statuto speciale.

Analogo il risultato per gli aiuti sociali: li percepisce il 2,1% degli svizzeri, ma il 6,2% degli stranieri. Anche in questo caso si vedono grandi differenze tra i tipi di stranieri. Quelli provenienti dai Paesi UE/AELS che chiedono aiuti sociali sono solo il 2,7%. Tra loro i tedeschi per l’1,6%, ma spagnoli e portoghesi per il 4,6% e rispettivamente il 3,4%. Da altri Paesi la percentuale sale al 12,1%.

Difficile rispondere alla domanda se gli stranieri pesino meno sul sistema svizzero di protezione sociale. All’inizio l’apporto dei lavoratori è positivo soprattutto per l’AVS. Molto dipende però dalla scelta dell’immigrato di lasciare o meno la Svizzera al momento del pensionamento, nonché dalla quantità e dalla qualità dell’immigrazione. Il giudizio può essere diverso per le prestazioni per cui non si paga un premio. Per questo gli aiuti sociali o non vengono versati all’estero, o la loro percezione in Svizzera va chiaramente definita. Secondo alcuni esperti del problema non vi sono soluzioni adeguate se non la naturalizzazione o un dosaggio dell’immigrazione.

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