Anno LXXXV 14 marzo 2022
Cooperativa Migros Ticino
G.A.A. Sant’Antonino
Settimanale di informazione e cultura
edizione
11
MONDO MIGROS
Pagine 4 – 5 – 8 ●
SOCIETÀ
TEMPO LIBERO
ATTUALITÀ
CULTURA
La gestione del bilancio famigliare richiede competenze finanziarie che molte persone non possiedono
Continua la serie di articoli attorno ai segreti della fotografia: in questa puntata parliamo di esposizione
L’aggressione dell’Ucraina si sta ritorcendo contro Vladimir Putin che adesso rischia grosso
L’arte come forma di resistenza nel libro di Annette Melot-Henry che ci racconta l’assedio di Leningrado
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Enrico Martino
In treno, sulle nevi della Norvegia
Enrico Martino
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Luigi e il suo cervello vanno in pensione Alessandro Zanoli
Non sono tempi da pensieri frivoli, ma, tra le varie cose che rimpiange un po’, Luigi ha un piccolo rimorso. Quello di non essersi fotografato il cervello. Nel corso di un esame radiografico approfondito, uno di quegli scandagli tecnologici inquietanti che ci capita di affrontare nella nostra condizione di umani fragili e deperibili, a Luigi è successo di poter osservare in uno schermo diagnostico l’interno della propria scatola cranica. L’istinto ormai pavlovizzato è scattato anche lì: l’impulso di immortalare quell’organo meraviglioso è partito, ma purtroppo il telefono era rimasto obbligatoriamente fuori dalla sala d’esame. Fotografarlo? Perché? chiederete. Intanto perché conforta l’idea di possederlo davvero. A Luigi, nei momenti di difficoltà della vita viene sempre in mente quell’immagine vista varie volte sui social che rappresenta la Tac cerebrale di Homer Simpson. Una enorme cavità nera con dentro un cervellino da topo, abbandonato nel vuoto. Si sente così, Luigi, a volte, di fronte alle richieste di performance dell’esistenza: come un autotreno col motore di una CV.
E poi, una volta appurato che lo si possiede, averne una visione d’insieme, nel gomitolo delle volute, delle cavità e canali, gli sembra riproduca visivamente le complessità stupenda del suo funzionare. È la centrale operativa, il processore, la scatola di comando da cui ogni parte del suo corpo è tenuta sotto controllo. Grande meraviglia. Lì dentro c’è tutto di Luigi: sogni ricordi sentimenti gioie dolori rimpianti soddisfazioni. Silente e coscienzioso (fatti salvi alcuni episodi di emicrania o qualche qualche vertigine pressoria) il cervello non si fa sentire, ma c’è. Non è come l’intestino, così invadente e perentorio, o come il cuore, così frettoloso e influenzabile; per non parlare dello stomaco, severo giudice delle nostre vicende e abitudini. Il cervello, in effetti, a volte pare piuttosto essere vittima degli altri organi, con la loro fisiologia che noi sappiamo così bene alterare. Luigi, neofita anziano, si rende conto che il prosieguo della sua futura carriera da pensionato dipenderà dal modo in cui sarà capace di prendersi cura del suo cervello. Dei buoni cibi ma soprat-
tutto dei buoni pensieri con cui lo nutrirà, delle corrette abitudini a cui lo abituerà, delle buone amicizie con cui lo metterà in contatto. Senza strafare e senza sovraccaricarla di aspettative, Luigi dovrà far funzionare bene la sua centrale operativa, evitare gli ingorghi di pensieri, garantire una buona idraulica dei sentimenti e delle emozioni. Questo significa, per cominciare, ad esempio, stare alla larga dai cattivi film, dalla musica roboante e inutile, dagli stress relazionali superflui. Praticare un’ecologia della mente che sia sostenibile per l’epoca della quiescenza. Sarà un lavoro di approfondimento e di ordinamento, immagina Luigi. Ci sono dunque da un lato tutti quei libri da leggere, quei DVD da vedere, quei CD da ascoltare che ha trascurato. Oltre a questo, c’è il desiderio di riprendere in mano tutti quei ritagli di giornale messi da parte, di ordinarli per poter finalmente realizzare la propria enciclopedia personale, quella che raccoglie interessi e curiosità di una vita. Sarà il momento per mettere i puntini sulle i, per arrivare a un quieto distacco dagli even-
ti, per lasciare da parte rancori e godere di un punto di vista sulle cose illuminato e bonario. Poi ci sono gli amici da andare a trovare, finalmente, con calma e tranquillità, senza assilli di tempo. Tutto questo sfolgorio di propositi nasce naturalmente come reazione al timore della noia e dell’abbandono. Da tempo gli amici più giovani lo prendono bonariamente in giro, prospettandogli un futuro da «umarell» che osserva i lavori in corso con le mani incrociate dietro la schiena… Mai e poi mai! Luigi non cederà mai al ricatto della noia, affronterà il futuro con grinta, sotto il motto avventuroso di «il meglio deve ancora venire!». Sono tutte idee che colgono Luigi nel momento di addormentarsi. O almeno è lui che crede di pensarle. In realtà è il suo cervello stesso che gli chiede sotto sotto di passare a un nuovo livello del videogame esistenziale. In fondo anche lui ha voglia di tenersi in movimento. Meglio: di trovare un nuovo modo per mettere in gioco la sua complessità. Alla guerra però, lo confessa, non aveva pensato.