Cooperativa Migros Ticino
Società e Territorio Adolescenti e internet: la nuova commedia di Sky Genitori vs influencer fa riflettere al Caffè delle mamme
Ambiente e Benessere La «Graphic medicine» si sta rivelando particolarmente efficace nell’informazione medica rivolta al pubblico, anche in tempi di pandemia
G.A.A. 6592 Sant’Antonino
Settimanale di informazione e cultura Anno LXXXIV 26 aprile 2021
Azione 17 Politica e economia Il progetto della Superlega europea di calcio per ora è fallito. Ha peccato di superbia
Cultura e Spettacoli La Kunsthaus di Zurigo celebra Gerhard Richter, artista fuori dagli schemi
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enrico Martino
Sulle orme dei Chachapoyas
di Enrico Martino pagina 17
Un «liberi tutti» selettivo di Peter Schiesser Dopo la sorprendente decisione di riaprire teatri, cinema, terrazze di ristoranti e bar e altro ancora, entrata in vigore il 19 aprile, mentre tuttora la curva dei contagi e delle ospedalizzazioni resta alta, mercoledì scorso il Consiglio federale ha chiarito la sua strategia per portare il paese oltre la pandemia, presentando delle prospettive concrete: da agosto, quando chiunque lo abbia richiesto avrà potuto essere vaccinato e il grado di vaccinazione nella popolazione avrà raggiunto il 40-50 per cento, le misure restrittive saranno levate. Se dovesse esserci in seguito una recrudescenza della pandemia, le nuove misure restrittive varrebbero però solo per chi non è vaccinato, non è nella categoria guariti, non presenta un test negativo. E questa è una decisione che fa e farà discutere, solleva quesiti etici e legali, poiché si introdurrebbe una discriminazione nei confronti dei vaccino-scettici, i quali si sono immediatamente sentiti sotto ricatto. Diverrebbero cittadini di serie B, ciò che potrebbe radicalizzare ulteriormente i più fanatici. Il Consiglio federale per contro vede nei vaccini la porta d’uscita dalla pandemia, l’unica percorribile
(lasciare libero corso al virus sarebbe fatale), per cui vuole aumentare il più possibile il tasso di vaccinazione nella popolazione; offrire dei vantaggi in termini di libertà è sicuramente un incentivo potente. E poi, dice Berset, vaccinarsi è un atto di solidarietà collettivo. Per cui, completiamo il ragionamento: chi non è solidale, non si aspetti troppa comprensione qualora gli ospedali tornassero a riempirsi. Il Consiglio federale ha tracciato la via strutturandola in tre tappe. Quella attuale, detta di «protezione», che dovrebbe durare fino a fine maggio, in cui l’obiettivo è vaccinare tutte le persone a rischio che lo vogliano; in questa prima fase non sono previsti altri allentamenti, anzi nuove limitazioni se venissero superati i limiti (innalzati) definiti per il numero di contagi (450 per 100mila abitanti), ospedalizzazioni (120 al giorno), posti in cure intense occupati da pazienti Covid (300), indice di riproduzione R a 1,15. Poi da giugno fino a fine luglio è prevista la tappa di «stabilizzazione», nella quale si conta di vaccinare tutti quelli che lo vogliono, e se non verranno superati i nuovi limiti sono immaginabili ulteriori allentamenti. Infine, come detto, da agosto ci sarà una sorta di «liberi tutti», o quasi. Andrà così? Lo stesso Consiglio federale riconosce che la situazione
resta delicata, che si corrono rischi con le nuove aperture, sa che i ritardi nella consegna di vaccini sono all’ordine del giorno e potrebbero rallentare la corsa verso la fine della pandemia. Eppure non mostra tentennamenti, ha deciso di osare, ormai il limite di sopportazione della popolazione e dell’economia è superato e lo si vede a occhio nudo. Così il governo svizzero imbocca una via opposta a quella dei paesi vicini, momentaneamente rassicurato che il numero dei casi di contagio dichiarati e delle ospedalizzazioni per la cosiddetta terza ondata è attualmente stabile, dopo essere raddoppiato rispetto a febbraio. Ma gli scettici non mancano, inoltre alcuni esperti rammentano che possono sorgere nuove e più pericolose varianti del virus, contro cui i vaccini attuali potrebbero essere impotenti, tantomeno è oggi chiaro quanto siano ancora infettive le persone vaccinate. D’altronde in questa pandemia nessuno è nato imparato e ogni decisione comporta sempre dei rischi, enormi è chiaro. E per i virologi è pure chiaro che di questo Coronavirus non riusciremo a liberarci completamente, ci saranno sempre delle sacche di contagio (come ci sono per moltissime altre malattie infettive: si muore persino ancora di peste, oggigiorno!), ma non sarà più pandemia.