Cooperativa Migros Ticino
Società e Territorio Un libro di Raffaele Gaito ci insegna come essere perseveranti in un mondo frenetico
Ambiente e Benessere A ritroso nel tempo, nelle terre dell’Etruria, fra Toscana, Umbria e Lazio
G.A.A. 6592 Sant’Antonino
Settimanale di informazione e cultura Anno LXXXIV 10 maggio 2021
Azione 19 pagina 15
Politica e Economia Una guerra per Taiwan? Cina e Usa mirano all’isola, leader nella produzione di semiconduttori
pagina 2
Cultura e Spettacoli Sul filo della memoria: Giorgio Rambelli, sopravvissuto alla strage di Marzabotto
pagina 25
di Francesca Marino pagina 23
Keystone
India, tragedia annunciata
pagina 37
Vaccini, la svolta americana di Peter Schiesser Sospendere la protezione dei brevetti dei vaccini contro il Covid fino a pandemia conclusa: l’appello di mercoledì scorso dell’Amministrazione Biden all’indirizzo della World Trade Organization ha colto tutti di sorpresa. «Questa è una crisi globale e le circostanze straordinarie della pandemia richiedono misure straordinarie» ha spiegato la Rappresentante per il commercio USA Katherine Tai. Sospendendo i brevetti si intende dare uno stimolo alla produzione dei vaccini in molti paesi e superare la pandemia prima che nuove potenti varianti del virus ne sminuiscano l’efficacia. Su pressione internazionale ma anche interna (100 congressisti democratici hanno firmato un appello a Biden in tal senso, fra cui Bernie Sanders ed Elizabeth Warren), il neo-presidente statunitense ha dunque deciso di rompere con la tradizione mettendosi contro l’industria farmaceutica. Gli Stati uniti vanno così incontro alle richieste avanzate da Sudafrica e India al WTO in ottobre, che Trump, l’Unione europea e la Gran Bretagna respinsero. La posizione americana ha un peso rilevante, ma non è scontato
che si riesca a trovare un accordo su scala mondiale, considerato che simili decisioni al WTO si prendono all’unanimità. Dopo una prima discussione (accesa) all’interno dell’organizzazione, la Segretaria generale Ngozi Okonjo-Iweala ha invitato i membri a procedere speditamente con i negoziati sul nuovo testo che India e Sudafrica stanno preparando. La prima reazione del settore farmaceutico americano all’annuncio di Katherine Tai è stata di chiusura: sospendere i brevetti non aiuta a stimolare la produzione dei vaccini, poiché servono specialisti che la maggior parte dei paesi non ha, particolari materie prime e una catena logistica complessa (Pfizer per esempio produce i suoi vaccini con 280 componenti da 86 fornitori in 19 Paesi); inoltre, da un lato si aprirebbe la via alle contraffazioni, dall’altra le grandi farmaceutiche perderebbero interesse a produrre vaccini – ne risentirebbe la ricerca scientifica, che in questa pandemia ha generato i vaccini di nuova generazione mRna. Tuttavia, un compromesso non è impossibile: Moderna per esempio si è già detta pronta in ottobre a condividere la proprietà intellettuale del suo vaccino. Ovviamente, dovrà essere trovata una soluzione che tenga conto degli interessi dei gruppi farmaceutici, poiché non si può fare
a meno dei loro specialisti per implementare la produzione su scala mondiale e per creare adeguate strutture logistiche. Se pensiamo anche solo al fatto che in India persino le bombole di ossigeno sono una rarità (vedi foto), non hanno tutti in torti. Gli Stati uniti dell’era Biden danno ad ogni modo un esempio di alta statura morale. Non solo hanno aderito all’iniziativa Covax che mette a disposizione gratuitamente dei Paesi più poveri una parte della produzione dei vaccini (destinati però solo ad una bassa percentuale di abitanti), ora mostrano di porre il valore universale della salute della popolazione mondiale al di sopra di importanti interessi economici. In questo si distinguono da Russia e Cina, che forniscono i loro vaccini (molto meno affidabili) solo a Paesi in sintonia con i loro interessi geopolitici. La Cina per esempio li distribuisce ai Paesi che fanno parte della Belt and Road Initiative. Resta da vedere se l’Unione europea e la Gran Bretagna (con Astra Zeneca) si allineeranno alla posizione americana e soprattutto se collaboreranno attivamente. E quanto sul serio le multinazionali farmaceutiche prendono l’impegno delle partnership fra pubblico e privato, fra governi e aziende, in un’ottica di salute, e quindi sviluppo, mondiale.