Azione 26 del 28 giugno 2021

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Cooperativa Migros Ticino

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G.A.A. 6592 Sant’Antonino

Settimanale di informazione e cultura Anno LXXXIV 28 giugno 2021

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Cultura e Spettacoli Ad Ascona un’importante restrospettiva dell’opera di Michelangelo Pistoletto

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Foto Ma.Ma.

In vettura: il turismo riparte

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Pandemia, svolta decisiva di Peter Schiesser La pandemia è finita? No, non ancora, soprattutto non nella gran parte del mondo in cui la popolazione non ha accesso ai vaccini, o a vaccini efficaci, o nei quali la strategia di somministrazione è sbagliata (una sola dose, abolizione delle restrizioni prima che la seconda dose protegga in modo efficace). Ma in Svizzera possiamo dire che siamo ad una svolta decisiva: il Consiglio federale ha puntato sui vaccini migliori, Pfizer e Moderna, ha garantito una doppia dose, dapprima alle persone anziani, poi a quelle più fragili, quindi man mano a tutti (siamo ancora nella fase di stabilizzazione, ma gli effetti sul sistema ospedaliero, sulla riduzione della mortalità sono evidenti), con le riaperture è stato cauto abbastanza da non compromettere i progressi che si ottenevano, senza dimenticare che i massicci aiuti all’economia e alle persone hanno permesso di minimizzare i danni. Diciamolo: possiamo essere contenti di vivere in Svizzera, se ci paragoniamo agli altri paesi. Oggi si può quindi osare ancora di più, sulla scia di quanto fatto nei mesi scorsi in fatto di riaperture, abolizione delle restrizioni, quando tutt’attorno in

Europa la popolazione continuava a soffrire delle limitazioni alle libertà personali. Le ultime decisioni prese dal Consiglio federale, entrate in vigore sabato scorso, sono quindi coraggiose e giuste al contempo. Chi sottolinea che gli allentamenti decisi l’estate scorsa avevano poi portato ad una seconda ondata, ancora più letale della prima, dimentica che oggi ci sono dei vaccini efficaci, che entro pochi mesi tutti coloro che lo vorranno potranno essere vaccinati, la situazione di oggi non è quindi paragonabile a quella di un anno fa. Certo, varianti del virus più pericolose e/o infettive non sono da escludere, ma per ora i vaccini di Pfizer e Moderna sono altamente efficaci anche contro la variante al momento più pericolosa, la «Delta» venuta dall’India che sta dando filo da torcere alla Gran Bretagna (dove però la strategia è stata di inoculare una sola dose, e di Astra Zeneca per di più, segnatamente meno efficace contro questa variante). Possiamo quindi tornare a riassaporare la maggior parte delle antiche libertà, resta quasi solo l’obbligo della mascherina in luoghi chiusi (ciò che ha senso, visto che sempre più si capisce che i contagi avvengono via aerosol al chiuso). A dire il vero, delle libertà ritrovate può

godere soprattutto chi ha deciso di farsi vaccinare, o chi è guarito dal Covid. Si crea quindi un vantaggio per loro, rispetto a chi preferisce non farsi vaccinare. Tuttavia, anche costoro possono tornare a una vita normale, frequentare grandi eventi, ristoranti, cinema eccetera (laddove vengano introdotte delle limitazioni) a patto che abbiano un «passaporto vaccinale» che certifichi che dispongono di un test negativo valido 48 ore. C’è chi lamenta che in questo modo si impone in modo subdolo la vaccinazione, in realtà le decisioni del Consiglio federale rappresentano soprattutto una motivazione a vaccinarsi. Certo, non è escluso che in autunno ci sia una nuova ondata di contagi, ma saranno coloro che hanno deciso di non vaccinarsi a farne le spese (Berset è stato chiaro: prima o poi chi non si fa vaccinare andrà incontro ad un contagio). E se pure dovessimo affrontare una nuova ondata, il Governo è fortemente intenzionato a non reintrodurre limitazioni per tutta la popolazione, bensì soltanto per coloro che non vogliono il vaccino. Possono essere liberi di non farsi vaccinare, ma non si può pretendere che la loro libertà comporti una limitazione della libertà per chi invece ha deciso di proteggersi e al contempo di contribuire a far superare la pandemia a tutta la collettività.


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