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Azzurro Sport BIMESTRALE DI CULTURA SPORTIVA AERONAUTICA

ANNO 5 – NUMERO 1

RECORD ITALIANO E MIGLIORE PRESTAZIONE DI SEMPRE PYEONGCHANG 2018 – MARCHEI-OTAREK

MOLTE MEDAGLIE PER GLI ATLETI A.M. CAMPIONATI ITALIANI ASSOLUTI INDOOR



EDITORIALE

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ccoci arrivati al primo numero dell’anno, pronti ad affrontare, insieme a tutti i nostri lettori, una nuova, esaltante stagione agonistica. Quello che andiamo ad “iniziare” è già il quinto anno di attività del nostro magazine: un periodo, certo, ancora breve, ma come avrete potuto constatare voi stessi, vissuto con la massima intensità, in termini di cronaca sportiva, ovviamente. Una nuova stagione, dicevamo, che vogliamo, come sempre, raccontarvi con la massima serietà e puntualità, perché se Azzurro Sport si è confermato come una rivista dinamica, attiva e attuale, è soprattutto grazie a voi lettori, che ci incoraggiate e ci sostenete in ogni occasione. E di occasioni per “vivere” al meglio lo Sport e gli sportivi anche quest’anno ce ne saranno moltissime e noi, ve lo assicuriamo, non vi deluderemo! In questo primo numero dell’anno abbiamo voluto includere i Giochi Olimpici Invernali di PyeongChang, con uno sguardo privilegiato ai nostri Atleti, vincitori di ben 10 Medaglie (3 Ori, 2 Argenti e 5 Bronzi) che hanno portato l’Italia in dodicesima posizione del Medagliere finale, dieci in meno rispetto all’edizione 2014 di Sochi. Tanti i protagonisti di casa nostra a queste Olimpiadi: di loro e delle loro performance abbiamo parlato approfonditamente in diversi reportage nelle prime pagine del magazine. Vogliamo, in questa sede, ci-

tarne soltanto due che, paradossalmente, in Corea non hanno vinto Medaglie: stiamo parlando della coppia di Pattinaggio Marchei–Otarek, alla quale abbiamo voluto dedicare la nostra copertina. Una coppia di atleti stupenda che ha lottato, battuto il recod italiano e fornito la migliore prestazione italiana di sempre nella propria disciplina. E poco importa se non è arrivata sul podio di PyeongChang. Parleremo anche dei Campionati Italiani Assoluti Indoor di Atletica Leggera che si sono svolti ad Ancona, in cui il Centro Sportivo dell’Aeronautica Militare ha fatto incetta di Medaglie, ben 11, dimostrando grande vitalità. Per il Beach femminile vi raccontiamo del Bronzo conquistato al World Tour australiano dal duo tutto nuovo Menegatti-Giombini, che proverà a far dimenticare le delusioni della passata stagione. Parleremo anche di Tennis grazie all’intramontabile Roger Federer che si impone all’Australian Open, conquistando il suo ventesimo Slam in carriera, e alle ottime performance della nazionale italiana in Coppa Davis, visto che ha raggiunto i quarti di finale. E poi di Usain Bolt, nei “panni” di calciatore provetto. Ci sarà spazio anche per la testimonianza di Matteo Simone che ha avuto l’opportunità di allenarsi e correre in Kenya con alcune leggende della Maratona. Questo e molto altro tutto per voi, tutto da leggere. Buona lettura! IL DIRETTORE

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Si spengono le luci sulle Olimpiadi Invernali. L’Italia, grazie soprattutto alle quote rosa, si piazza al dodicesimo posto nel Medagliere.

SOMMARIO Azzurro Sport 1/2018

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Azzurro Sport

Periodico bimestrale di cultura sportiva aeronautica Iscritto al n. 292/2013 del Registro Stampa presso il Tribunale Civile di Roma Anno 5 – numero 1 Editore AVIATOR SRL via Gianfilippo Usellini 434 00125 Roma Direttore Responsabile Alessio Piano

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10 MEDAGLIE PER L’ITALIA

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LA REGINA DELLE NEVI

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CAMPIONATI ITALIANI INDDOR: 11 MEDAGLIE PER L’A.M.

18 PATTINAGGIO

Marchei-Hotarek: spettacolo e record italiano in Corea

34 AUSTRALIAN OPEN IMMENSO FEDERER Roger Federer raggiunge il traguardo dei 20 Slam in carriera

48 USAIN BOLT

30 BEACH VOLLEY

Bronzo al World Tour per la coppia Menegatti-Giombini

44 ALLA SCOPERTA DEL KENYA

Redazione via Gianfilippo Usellini, 434 00125 Roma Fax. 06.89280466 - azzurrosport@yahoo.it Consiglio Tecnico Presidente: Alessandro Loiudice Membri: Marzia Caravelli, Giuseppe Carella, Andrea Colotti, Antonio D’Urso, Andrew Howe, Fabrizio Leoni, Dario Magagnini, Valentina Marchei, Elisa Santoni © Proprietà letteraria, artistica e scientifica riservata. Per la riproduzione anche parziale di quanto pubblicato su Azzurro Sport occorre citare la fonte. Stampa Arti Grafiche Celori – Terni

Finito di stampare nel mese di febbraio 2018

il racconto di un’esperienza sportiva nel Paese che ha dato i natali a molte leggende dell’Atletica

Il figlio del fulmine ha deciso di cambiare Sport; a fin di bene

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Pillole di SPORT

ATLETICA Mondiali Indoor Birmingham. Trost Bronzo da sogno

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he ritorno quello di Alessia Trost sulle pedane internazionali! L’azzurra vince un’inattesa Medaglia nella gara di apertura dei Mondiali Indoor di Birmingham e salva la faccia alla spedizione azzurra. La finanziera approfitta al meglio di una gara modesta e piazza un buon 1,93, personale stagionale, che le permette di salire sul podio. Davanti a lei la statunitense Vashti Cunningham (stesso 1.93, ma con un nullo in meno) che vince la Medaglia d’Argento e l’extraterrestre russa Maria Lasitskene (2.01), alla 38ª vittoria consecutiva. L’azzurra esce da un lungo tunnel, da stagioni difficili fatte anche di lutti che l’hanno toccata nell’intimo (dalla mamma, all’allenatore di sempre Gianfranco Chessa) e, da poco più di un anno affidata alle cure di Marco Tamberi, papà di Gimbo, torna a dimostrare che talento e classe non sono svaniti. L’Atletica azzurra, con lei, ritrova il sorriso. Diciamo la verità: non era una Medaglia attesa. La 25enne friulana era in gara solo perché ripescata grazie ai cosiddetti “target number”. Ma sfrutta al meglio l’occasione e torna ai vertici dopo tre anni: la sua ultima Medaglia importante, dopo la lunga serie giovanile, è stato l’Argento conquistato agli Euroindoor di Praga 2015. Miss Trost è di Bronzo e l’Atletica Leggera italiana può cominciare a pensare nuovamente positivo.

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SCHERMA Coppa del Mondo under 20 Due Medaglie nella Spada Femminile

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o scorso 4 febbrario si è svolta la tappa del circuito di Coppa del Mondo under20 di Spada Femminile, che ha visto lo straodominio del nostro giovane aviere Alessandra Bozza, che ha vinto il titolo individuale. Un’altra bella vittoria, quella della torinese in forza al Centro Sportivo di Vigna di Valle, che si aggiunge a quella già ottenuta in Lussemburgo. Le atlete dell’A.M., Av. Sc. Beatrice Cagnin, Av. Sc. Federica Isola e Av. Sc. Alessandra Bozza, hanno composto, inoltre, il quartetto italiano assieme all’azzurra Eleonora De Marchi, conquistando un ottimo secondo posto nella gara a squadre (ITA-USA 33-45), dopo aver battuto agli ottavi, ai quarti e in semifinale, rispettivamente, la Repubblica Ceca 45-28, Israele 44-40 e la Russia 45-37.

ATLETICA LEGGERA Morto Bannister, lo storico recordman sul miglio

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utto nel mondo dell’Atletica. È morto a Oxford, all’età di 88 anni, Roger Bannister, il primo uomo al mondo a scendere sotto la barriera dei 4 minuti nel miglio, impresa giudicata da tutti impossibile. Bannister dopo essersi ritirato dall’attività agonistica si era dato alla professione medica. L’impresa storica risale al 6 maggio del 1954 quando, sulla pista con fondo in cenere di Oxford, Bannister corse il miglio in 3’59”4 compiendo un’impresa che all’epoca era ritenuta impossibile. Pochi mesi dopo aveva battuto l’arcirivale australiano John Landy nella gara dei Giochi dell’Impero a Vancouver, quando ambedue erano andati sotto ai 4’: per questo, quella gara era stata ribattezzata il “Miglio dei Miracoli”.

Emanuele Salvati

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TIRO CON L’ARCO Doppio Oro per il T.Col. Fabio Tomasulo

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TENNIS Fognini vince l’Open in Brasile, e dedica l’impresa ad Astori

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esto titolo in carriera per Fabio Fognini, andato a segno nel “Brasil Open”, torneo Atp World Tour 250, che si è svolto sulla terra rossa di San Paolo. In finale il 30enne di Arma di Taggia, numero 20 del ranking mondiale e seconda testa di serie, ha battuto in rimonta per 1-6, 6-1, 6-4 il cileno Nicolas Jarry, numero 73 Atp. Al termine dell’incontro il ligure ha voluto dedicare la vittoria a Davide Astori, il capitano della Fiorentina scomparso prematuramente. Grazie a questo successo da lunedì guadagnerà un’altra posizione andandosi a piazzare al 19° posto del Ranking Mondiale. Claudia Bacci

el weekend dello scorso 4 febbraio, circa 100 atleti si sono sfidati al PalaOreto di Palermo, in occasione dei Campionati Italiani Indoor di Categoria e Assoluti para-archery. Il T. Col. Fabio Tomasulo, in forza all’Aeronautica Militare, ha primeggiato in entrambe le competizioni. Nella prima giornata di gare, conquista il titolo di Campione Italiano di categoria e nella seconda, nella disciplina Arco Olimpico Maschile Open, vince il suo primo titolo Assoluto in carriera, prevalendo sul Campione Mondiale nel Mixed Team Stefano Trevisani, per 6-4.

ATLETICA LEGGERA - MONDIALI INDOOR BIRMINGHAM

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Nella 4X400 le azzurre Lukudo, Folorunso, Bazzoni, Spacca corrono il nuovo primato italiano con 3.31.55

i sono chiusi in bellezza i Mondiali Indoor di Atletica Leggera di Birminngham con uno storico 5° posto della squadra italiana della 4X400 femminile. Ma l’impresa, oltre al pregevole piazzamento, sta soprattutto nella conquista del record italiano. A realizzarlo un quartetto magico composto da Raphaela Lukudo, Ayomide Folorunso, Chiara Bazzoni e Maria Enrica Spacca. Le azzurre si piazzano quinte in finale con 3.31.55, quasi mezzo secondo in meno rispetto al precedente primato nazionale di 3.31.99 stabilito nel 2014 alla rassegna iridata di Sopot dalla formazione che comprendeva due delle titolari di oggi. Dopo il sesto posto sul traguardo, il quartetto italiano avanza per la squalifica della Giamaica. Gli Stati Uniti trionfano in 3.23.85 (secondo crono mondiale alltime per Quanera Hayes, Georganne Moline, Shakima Wimbley e Courtney Okolo) sulla Polonia (3.26.09), Bronzo alla Gran Bretagna (3:29.38) e quarta l’Ucraina (3.31.32). Luca Morelli

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TENNIS Quanto vale King Roger?

TIRO CON L’ARCO Berrutto nuovo direttore tecnico

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o scorso 29 gennaio al Salone d’Onore del CONI, la Federazione Italiana Tiro con l’Arco ha presentato il suo nuovo direttore tecnico Mauro Berruto. L’ex ct della Nazionale di pallavolo, con cui ha conquistato anche una Medaglia di Bronzo alle Olimpiadi di Londra 2012, inizia così ufficialmente la sua nuova avventura con il movimento dell’Arco azzurro. Berruto ha spiegato le motivazioni che lo hanno spinto ad accettare questo incarico: «Quando il Presidente e il Segretario Generale sono venuti a trovarmi hanno scoccato una freccia che ha fatto subito centro. Questa è una disciplina che rappresenta una perfetta sintesi tra discorsi tecnici, mentali e umani, per me è una sfida affascinante. Qui ci sono obiettivi chiari ed è una cosa fondamentale, il Centro Federale di Cantalupa sarà la nostra casa da cui partire per il lungo viaggio verso Tokyo».

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utti parlano delle sue imprese e del suo talento indiscusso, ma chi sa quanto vale economicamente King Roger? Molto, immaginiamo, ma non sappiamo bene quanto. Vi diciamo che, secondo uno studio del 2016 della London Marketing School, Roger è l’atleta più vendibile commercialmente nel mondo. Non solo. Forbes, nel 2017, ha inserito il suo brand, “RF”, al primo posto nel valore tra gli sportivi con 30 milioni di euro. Sempre secondo la rivista americana, lo scorso anno il tennista è stato il quarto sportivo più pagato, per un totale di 60 milioni di euro, dietro Cristiano Ronaldo (83) e LeBron James. Roger è, inoltre, sempre richiestissimo come testimonial. I marchi da lui pubblicizzati sono diventati 11, ultimo Barilla. Una somma non indifferente arriva dagli ingaggi per i tornei 250 e 500 e per le esibizioni (per averlo, bisogna pagare dal milione ai due milioni di euro per singolo evento). Il segreto del suo “impero” comunque risiede in un team unito e affiatatissimo e nell’oculatezza e intelligenza della moglie Mirka Vavrinec che gestisce l’agenda del marito e organizza tutte le trasferte. Una parte dei suoi introiti, Federer la utilizza per promuovere la sua Fondazione, nata nel 2003 e attiva in Zambia, Malawi, Botswana, Zimbabwe, Namibia e Sud Africa (il Paese d’origine della madre) e questo non può che fare onore ad un campione dal cuore d’oro!

ATLETICA LEGGERA Campionati italiani di Marcia su Strada, Tontodonati d’Argento

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ello scenario delle Terme di Caracalla, a Roma, lo scorso 4 Marzo, sono stati assegnati i titoli nazionali di Marcia 20 Km che sono andati rispettivamente a Massimo Stano e Valentina Trapletti. Tra gli uomini il 26enne delle Fiamme Oro è protagonista della gara con un progresso personale di oltre un minuto per chiudere in 1h21.02. Alle sue spalle ottimo il risultato per il nostro aviere torinese Federico Tontodonati che con 1h21.52, abbassa il suo minimo di quattro secondi. L’atleta del Centro Sportivo di Vigna di Valle è in uno stato di forma buono, confermato dalle prime prove stagionali che lo proiettano tra i migliori di questa specialità in Italia.

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di Emanuele Salvati

lla fine dei diciassette giorni di gare si sono spenti i riflettori sulla ventitreesima edizione dei Giochi Olimpici Invernali, ospitati nella regione sud coreana di PyeongChang. Prima ancora della cerimonia di inaugurazione, l’attesissimo evento era stato al centro delle cronache non tanto per i fatti legati alle discipline sportive ma più che altro per le tensioni politiche e diplomatiche tra le due Coree. La preoccupazione generale si è però timidamente trasformata in speranza quando dai due Paesi ha preso sempre più consistenza l’idea di presentarsi uniti ai Giochi. Un’Olimpiade portatrice di un messaggio di pace, un’opportunità che neanche il più ottimista tra gli organizzatori avrebbe mai immaginato alla vigilia. E, invece, è stato proprio così perché alla cerimonia di inaugurazione della kermesse con la numerosa delegazione di atleti del “Nord” e del “Sud” ha fatto seguito un incontro ufficiale tra i due Paesi. Beh, che dire, un inizio migliore non poteva proprio esserci. Ma torniamo alle

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competizioni, quelle che si sono disputate sui campi e sulle piste coreane dal 9 al 25 febbraio scorso. Il successo dal punto di vista organizzativo e di pubblico è stato evidente nonostante gli orari delle gare non fossero proprio “a portata” europea. Ed è proprio il Vecchio Continente a conquistare il tetto del medagliere finale assicurandosi i primi due posti; sul gradino più alto è salita la Norvegia con 39 Medaglie seguita dalla Germania con 31 Medaglie. Per il Paese scandinavo si è trattato di un risultato storico che è valso alche il record assoluto di piazzamenti in una Olimpiade Invernale (il precedente era di 37 Medaglie conquistate dagli Stati Uniti nel 2010 a Vancouver). Non da meno la prestazione degli atleti tedeschi che hanno conquistato gli stessi Ori della Norvegia. Al terzo posto il Canada con 29 piazzamenti e al quarto, fuori dal podio, gli Stati Uniti con 23 Medaglie. Per l’Italia il bilancio finale è più che positivo; dalla ventiduesima posizione registrata nell’edizione di Sochi del 2014 (8 Medaglie e nessun Oro) gli azzurri si sono spinti fino al dodicesimo posto con 10 titoli di cui tre Ori. Il risultato italiano è stato in gran parte dovuto alle quote rosa che hanno riportato i risultati più prestigiosi. Ottima la pre-


stazione anche per i padroni di casa che hanno stabilito il loro record di risultati chiudendo al settimo posto. Sempre per rimanere in tema di record, il Medagliere finale ci offre un ulteriore spunto: per la prima volta nella Storia sono 30 i Paesi che si sono fregiati di un titolo, un risultato che fa delle Olimpiadi Invernali sud coreane l’edizione più “democratica”. Ogni Olimpiade viene ricordata per i suoi eroi e i suoi momenti storici e, in questo senso, la XXIII edizione non è stata da meno. Il momento più significativo è stato, senza dubbio, quello della stretta di mano tra Kim Yo-jong, la sorella 30enne del dittatore nordcoreano Kim Jong-un, e il presidente sudcoreano Moon Jae-in, promotore del riavvicinamento con la Corea del Nord. Non era mai successo, infatti, che un membro della famiglia Kim mettesse piede in Corea del Sud dopo la storica separazione del Paese, tanto meno che stringesse la mano a un presidente sudcoreano. Il “personaggio” delle Olimpiadi è stato sicuramente il pattinatore artistico giapponese Yuzuru Hanyu che a 23 anni ha vinto il suo secondo Oro Olim-

pico diventando il primo ad ottenere due successi consecutivi negli ultimi 66 anni. Al rientro da un difficile infortunio, è stato costretto a rinunciare alle competizioni a squadre per concentrarsi sul singolo. A sostenere il pattinatore giapponese, tra i migliori della Storia, ci hanno pensato migliaia di fan che hanno letteralmente preso d’assalto la Gangneung Ice Arena riempiendola con migliaia di pupazzi di Winnie the Pooh, il portafortuna tanto caro al pattinatore nipponico. Le severe regole legate al merchandising avevano infatti vietato all’atleta di portare in pista il suo personaggio preferito. A colmare questa mancanza ci hanno pensato proprio i fan di Hanyu che, al termine di ogni esibizione, lanciavano in pista decine di orsetti della Disney. A lui va sicuramente il premio del pubblico. Il premio per la squadra rivelazione delle Olimpiadi va, invece, al

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team statunitense di Curling. Partiti come dei perfetti sconosciuti senza il favore nemmeno del loro Comitato Olimpico che, in virtù dei loro scarsi risultati, aveva deciso di tagliare i fondi per questa disciplina, i quattro dilettanti John Shuster, Matt Hamilton, John Landsteiner e Tyler George hanno portato a casa l’Oro. A dire il vero erano partiti nel peggiore dei modi con quattro sconfitte consecutive (una proprio contro l’Italia) nel girone di qualificazione. Poi è scoccata la scintilla che li ha portati, punto dopo punto, alla finale con gli svedesi, i campioni del mondo in carica. Alla fine si sono imposti per 10 a 7 portando a casa uno degli Ori più inaspettati di sempre. A guadagnarsi il titolo di “Regina dello Sci di Fondo” la norvegese Marit Bjørgen che, a 37 anni suonati, era arrivata in Corea del Sud con l’obiettivo di superare il connazionale Ole Einar Bjørndalen, l’atleta più vincente nella storia dei Giochi Olimpici Invernali con tredici Medaglie, di cui otto d’Oro, tutte conquistate nel biathlon. Missione riuscita per Bjørgen che, con due Bronzi, due Argenti e altrettanti Ori, ha raggiunto quota 15, entrando di fatto nell’elite degli atleti

Olimpici. L’Oro più bello per la norvegese è stato quello nella 30 chilometri di tecnica classica con partenza in linea dello Sci di Fondo; un risultato che ha riportato definitivamente la Norvegia al comando nel Medagliere finale dopo che la Germania con l’Oro e l’Argento vinti nel Bob-a-Quattro e poi con l’Argento nell’Hockey Maschile aveva temporaneamente preso il comando nella classifica generale. Il premio “giovani promesse” va alla pattinatrice di figura Alina Zagitova che, a 16 anni ancora da compiere, ha vinto l’Oro con l’incredibile punteggio finale di 239.57 sulla connazionale Evgenija Medvedeva (18 anni). Giovani promesse ma anche “vecchie glorie”, come “The Flying tomato”, lo snowboarder statunitense Shaun White dai capelli rossi che ha vinto all’età di 31 anni il suo terzo Oro Olimpico, (Torino 2006 e Vancouver 2010). Nonostante rientrasse da un brutto infortunio avuto poco più di tre mesi fa, è riuscito ad imporsi in una disciplina che è appannaggio dei più giovani, basti considerare che l’età media in Corea era di 21,9 anni. Sempre per rimanere nello snowboard una menzione speciale va alla ceca Ester Ledecka che ha vinto sia il Gigante parallelo dello Snowboard che il Supergigante dello Sci


Alpino. Mentre nella prima disciplina partiva favorita nella seconda si presentava come una perfetta sconosciuta tanto che si era fatta prestare gli sci fra quelli a disposizione della statunitense Mikaela Shiffrin. Superando di un centesimo l’austriaca Anna Veith, visibilmente infastidita dall’exploit della ceca, Ledecka è diventata la prima persona a vincere due Ori nello Sci Alpino e nello Snowboard e la terza nella storia delle Olimpiadi moderne a vincere due Ori in due diverse discipline ai Giochi Invernali. In questa classifica non poteva mancare il terzetto azzurro formato da Arianna Fontana, Sofia Goggia e Michela Moioli. Le tre atlete italiane hanno, infatti, conquistato le vittorie più prestigiose e significative in Corea del Sud, contribuendo con i loro Ori al dodicesimo posto nel Medagliere finale. Michela Moioli è riuscita a vincere la Medaglia d’Oro nello Snowboard Cross, la prima della storia italiana in questa disciplina, al termine di una prova

di forza che l’ha portata a tagliare il traguardo con un consistente vantaggio sulle avversarie. Arianna Fontana, portabandiera della delegazione italiana a PyeongChang, ha vinto tre medaglie nel Pattinaggio di velocità Short Track (Oro nei 500 metri, Argento nella staffetta e Bronzo nei 1.000 metri). Con i successi coreani è salita a quota otto Medaglie complessive in quattro edizioni delle Olimpiadi Invernali, la più vincente di sempre nel Pattinaggio Short Track olimpico di sempre. E, infine, Sofia Goggia che, con l’Oro nella Discesa Libera conquistato davanti alla norvegese Ragnhild Mowinckel e alla statunitense Lindsey Vonn, ha messo il suggello a un biennio di vittorie che l’ha resa una delle sciatrici più forti del mondo. Archiviata la XXIII edizione non ci resta che iniziare il conto alla rovescia per Pechino 2022, con la speranza che il trend di crescita degli atleti italiani sia n appena iniziato.

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10 MEDAGLIE PER L’ITALIA

Brillano le donne

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a fiamma Olimpica si è spenta. I 23esimi Giochi invernali di PyeongChang sono stati chiusi dal presidente del Comitato Olimpico Internazionale Thomas Bach che ha dato appuntamento al 2022 in Cina, a Pechino. Il numero uno dello Sport mondiale si è detto soddisfatto di come siano andate le cose in Corea del Sud, affermando, addirittura, che sono stati «i Giochi dei nuovi orizzonti», non solo per il record di Nazioni presenti (ben 92), ma anche e soprattutto per lo spirito sportivo e il fair play dimostrati da tutti gli atleti partecipanti. Bach ha ringraziato personalmente il presidente della Corea del Sud Moon Jaein, i volontari e il popolo coreano. «I Giochi di PyeongChang – ha dichiarato – hanno segnato un importante passo in avanti verso la riunificazione, seppur difficile e complicata, della penisola coreana. Significativo è stato l'aver schierato la squadra unificata nel torneo femminile di hockey della Corea con giocatrici della Corea del Nord e della Corea del Sud». Al termine della kermesse, ben trenta sono stati i Paesi che hanno ottenuto almeno una Medaglia. Non era mai accaduto prima: a Torino 2006, Vancouver 2010 e Sochi 2014, infatti, erano sempre state ventisei le delegazioni in grado di salire sul podio. La Norvegia conquista il primo posto nel medagliere stabilendo il record assoluto di Medaglie vinte, trentanove, superando le trentasette vinte dagli Stati Uniti a Vancouver nel 2010. La stessa Norvegia ha chiuso con quattordici Ori al pari della Germania, ed entrambe vanno così ad eguagliare il precedente record appartenente al Canada, che in Corea chiude con un onorevole

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terzo posto a quota undici. Il quarto posto va agli Stati Uniti, che, curiosamente, chiudono per la quarta volta consecutiva con nove ori all’attivo. Ma veniamo ai nostri atleti e alle 10 Medaglie che sono riusciti a conquistare. Iniziamo, ovviamente, dalla portabandiera della compagine azzurra Arianna Fontana per la quale quella appena conclusa è un’Olimpiade da ricordare: nella disciplina Short Track ha davvero dominato con un Oro (500 metri), un

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Argento (Staffetta, insieme a Martina Valcepina, Lucia Peretti e Cecilia Maffei) e un Bronzo (1.000 metri). Nell’ultima finale Arianna è finita alle spalle dell'olandese Schultin e della canadese Boutin. L’azzurra praticamente ha assistito alla volata tra Schultin e Boutin accontentandosi del terzo posto che completa il suo tris di Medaglie e la fa salire a quota 8 in carriera, superando Manuela Di Centa e mettendosi in scia di Stefania Belmondo,

l’italiana più medagliata della storia delle Olimpiadi invernali. Grazie proprio all’ultimo Bronzo di Arianna Fontana la spedizione azzurra raggiunge il traguardo delle 10 Medaglie auspicato alla vigilia. Un risultato non da poco che va a migliorare, per quantità ma anche per qualità, quello ottenuto all’edizione di Sochi 2014. La prima medaglia italiana a PyeongChang l'ha conquistata nella 10 km sprint di Biathlon l'altoatesino Dominik Windisch:


Bronzo per lui dietro al tedesco Peiffer e al ceco Krcmar, con un distacco di 7 secondi e 7 decimi dall’Oro, per un errore al tiro nel poligono che lo ha costretto al giro di penalità. Il 28enne di Brunico anche ai giochi di Sochi 2014 aveva vinto il Bronzo nella Staffetta mista. Per Federico Pellegrino, nella finale a tecnica classica nello Sprint di Fondo è riuscito ad ottenere l’Argento, tenendosi dietro per pochi centimetri il russo Bolshunov. L'Oro è andato al fuoriclasse norvegese Klaebo, decisamente imprendibile. La prima Medaglia dallo Sci alpino italiano a PyeongChang l’ha conquistata Federica Brignone che è salita sul terzo gradino del podio nel gigante femminile: l’Oro è andato alla statunitense Mikaela Shiffrin e l’Argento alla norvegese Mowinckel. Una gara che ha si è portata dietro un po’ di rammarico per il risultato finale, visto

che dopo la prima discesa in testa c'era Manuela Moelgg poi finita ottava, e terza era la giovanissima Marta Bassino, alla fine quinta. Un Bronzo non proprio tra i più attesi, invece, è arrivato nei 10.000 metri di pattinaggio da Nicola Tumolero che si è piazzato dietro al canadese Bloemen e all’olandese Bergsma. Tumolero, originario dell’Altopiano di Asiago, ha approfittato del calo di Kramer, il favorito per l’Oro, alla fine giunto in sesta posizione. La vittoria di Michela Moioli nello Snowboard Cross è stata straordinaria. Un successo annunciato, è vero, perché l'azzurra era tra le favorite ma, alla fine, complice anche la disciplina davvero spettacolare, assolutamente bello ed emozionante. La Moioli ha vinto davanti alla portoghese Pereira de Souza e alla ceca Samkova. Arriviamo ora al Bronzo della Staffetta mista del Biathlon con

Lisa Vittozzi, Dorothea Wierer, Lukas Hofer e Domink Windisch: un terzo posto da incorniciare, visto che gli azzurri sono giunti alle spalle della fortissima Francia e della Norvegia, tenendosi dietro dietro la Germania, dopo un arrivo strepitoso in volata. La Medaglia d'Oro nello Sci Alpino ai Giochi di PyeongChang è arrivata da Sofia Goggia, straordinaria nella Discesa Libera Femminile nella quale partiva da favorita insieme alla fuoriclasse statunitense Lindsey Vonn. La Goggia ha primeggiato con soli 9 centesimi di vantaggio sulla norvegese Mowinckel e 47 sulla stessa Vonn. Una prova, quella dell’atleta azzurra, esaltante, perfetta nella seconda parte, quando si è lasciata andare. L'Italia non saliva sul gradino più alto del podio olimpico in una delle prove dello n Sci Alpino da Vancouver 2010.

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MARCHEI-HOTAREK SPETTACOLO E RECORD

La coppia azzurra migliora ulteriormente il record italiano, decimo posto per Della Monica-Guarise. 18 Azzurro Sport 1/2018


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di Luca Morelli

alentina Marchei e Ondrej Hotarek ai Giochi invernali di PyeongChang hanno migliorato ulteriormente il record italiano, chiudendo al sesto posto nella finale olimpica delle coppie. All’Ice Arena di Gangneung, il duo azzurro ha ottenuto un complessivo 142.09 (73.94 di valutazione tecnica e 68.15 per i components). Un risultato davvero importante, il migliore della storia azzurra, alla vigilia non proprio dei più pronosticabili. I due allievi di Franca Bianconi hanno dato spettacolo, centrando il terzo programma perfetto dei “loro” Giochi, gara a squadre compresa, trascinando e coinvolgendo il pubblico dell’Ice Arena. Hanno spazzato via i propri record italiani di libero e totale con punteggi straordinari, 142.09 e 216.59, e alla fine si sono piazzati al sesto posto, a meno di due punti complessivi dalla coppia francese composta da Vanessa James e Morgan Cipres, in quinta posizione perché meglio valutata nel punteggio artistico. «Finalmente possiamo goderci l’ottimo momento – hanno dichiarato sorridenti Valentina e Ondrej – ora non siamo più solo in forma ma siamo anche molto forti. Eravamo un po’ stanchi, ma abbiamo affrontato la gara con serenità, manco fosse un allenamento, segno evidente che il duro lavoro dei mesi precedenti ai Giochi ha pagato al momento giusto. Esprimersi al meglio in una rassegna di questo livello è davvero importante, vale tantissimo. Ora ci concentreremo sui Mondiali di Milano e poi

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guarderemo al futuro». E pensare che la coppia si è formata molto tardi. Ma dove volete andare? Ma come si fa a imparare a gareggiare in coppia a quasi 30 anni? Questi gli interrogativi ricorrenti nei loro riguardi. E invece Valentina e Ondrej non se ne sono curati e hanno lavorato con grande determinazione e umiltà fino a raggiungere i risultati che oggi tutti conoscono. Record italiano battuto a ripetizione a PyeongChang, sesto posto finale e miglior gara di sempre nella specialità per il Pattinaggio di coppia azzurro. Valentina Marchei aveva completato il suo lungo inseguimento olimpico a Sochi ed era stata comunque protagonista: quarto posto nella gara a squadre con l’Italia e undicesima nel singolo donne. È dura emergere nella stessa

specialità di Carolina Kostner, anche per una lottatrice come Valentina. E dopo Sochi che fare? La risposta è arrivata pattinando per gioco con Ondrej Hotarek, fresco di ritiro dopo la sua carriera nelle coppie di artistico. Un gioco diventato un “perché no?” E poi una scommessa. Follia Valentina e Ondrej. Ecco dove volevano arrivare. Perfetti, ironici, ispirati. Con la leggerezza di chi pattina sulle nuvole. La gara della vita non ha un’età definita. I sogni prolungano la carriera. Molto bene anche Nicole Della Monica e Matteo Guarise che si erano posti come obiettivo proprio di arrivare nelle prime dieci posizioni e superare per la prima volta il tetto dei 200 punti nel totale. Un buon punto di partenza per un miglioramento che si preannunn cia assolutamente certo.


VALENTINA MARCHEI

DATA DI NASCITA: 23/05/1986 LUOGO DI NASCITA: Milano ALTEZZA X PESO: 1,61 x 55 SPECIALITÀ: Team Event, artistico coppia SOCIETÀ: Aeronautica Militare TECNICO: Franca Bianconi, Rosanna Murante HOBBY: Lettura, film

PALMARES

Giochi Olimpici / Olympic Games 2014 Sochi (Rus) 4ª squadra - 11ª singolo 2018 PyeongChang (Kor) 4ª squadra - 6ª coppie artistico

Campionati Mondiali / World Championships 2004 Dortmund (Ger) - 23ª (sing) 2006 Calgary (Can) - 23ª (sing) 2007 Tokyo (Jpn) - 11ª (sing) 2008 Göteborg (Swe) - 13ª (sing) 2012 Nizza (Fra) - 8ª (sing) 2013 Londra (Gbr) - 18ª (sing) 2014 Saitama (Jpn) - 16ª (sing) 2015 Shanghai (Chn) - 11ª 2016 Boston (Usa) - 14ª 2017 Helsinki (Fin) - 9ª Campionati Europei / European Championships 2008 Zagabria (Cro) - 6ª (sing) 2010 Tallinn (Est) - 8ª (sing) 2011 Berna (Svi) - 10ª (sing) 2012 Sheffield (Gbr) - 8ª (sing) 2013 Zagabria (Cro) - 4ª (sing) 2014 Budapest (Hun) - 6ª (sing) 2015 Stoccolma (Swe) - 4ª 2016 Bratislava (Svk) - 5ª 2017 Ostrava (Cze) - 6ª 2018 Mosca (Rus) - 5ª ISU Grand Prix 2017-2018 4ª - Rostelecom Cup, Mosca (Rus) 5ª - Cup of China, Pechino (Chn)

Migliori Punteggi / Personal Best Score Totale: 216.59 / 15.02.2018 / Giochi Olimpici PyeongChang 2018 Short Program: 74.50 / 14.02.2018 / Giochi Olimpici PyeongChang 2018 Free Skating: 142.09 / 15.02.2018 / Giochi Olimpici PyeongChang 2018

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il personaggio

SOFIA GOGGIA, la Regina delle nevi

La 25enne bergamasca, al termine di un’ottima gara, si è piazzata davanti alla norvegese Ragnhild Mowinckel e alla statunitense Lindsey Vonn, in un ideale passaggio di consegne tra regine della velocitĂ

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opo che Sofia Goggia ha conquistato la Medaglia d’Oro nella Discesa Libera alle Olimpiadi in Corea del Sud, in Italia è scoppiata una vera e propria “Goggiamania”. La 25enne bergamasca è diventata la “regina dei social”, tanto che in poche ore ha visto lievitare la sua popolarità sul web. Agli oltre 16mila follower di Twitter si sono aggiunti quelli di Instagram (quasi 200 mila) e quelli di Facebook (120mila). E lei? Come ha reagito a questa popolarità? Beh, oltre alla soddisfazione personale, la campionessa olimpica non ha fatto mancare ai suoi nuovi fan tweet, foto e post. Uno di questi è stato particolarmente “cliccato” e condiviso. «Cosa scrivevo quando non avevo ancora dieci anni compiuti…?» e una foto di un vecchio questionario compilato dalla stessa Goggia sono bastati per renderla una sorta di “eroina”. Per capirne il motivo bisogna guardare con attenzione il questionario e leggere tra le righe. Alla domanda «il sogno della mia carriera agonistica è?» la ri-

sposta è stata «vincere le Olimpiadi di Discesa Libera». La ragazza che, con grinta e tenacia, ha trasformato i suoi sogni in realtà ha emozionato gli utenti di tutte le età. Del resto quella conquistata a PyeongChang è stata per l’Italia «una Medaglia che pesa in modo diverso», utilizzando le parole del presidente del CONI Giovanni Malagò. «Ho realizzato il sogno di quando ero bambina, ancora non ci credo; di solito sono una pasticciona, ma stavolta sono stata una samurai, ho fatto la discesa perfetta», ha dichiarato l’azzurra ancora commossa dopo aver portato all’Italia il primo Oro femminile in Discesa Libera. A rendere ancora più simpatica la sciatrice lombarda il fatto che, nonostante avesse al collo una Medaglia “pesante”, non riusciva a prendersi troppo sul serio. «Non sarò mai la sciatrice che scende con classe, quando passo io faccio rumore come se suonassero mille chitarre. Ma sono così, e questo Oro non mi cambierà. Resto Sofia, con la gente che mi avrebbe continuato a voler bene, ad amarmi anche se non avessi vinto questa Medaglia». La festa e la commozione per lo storico risultato non hanno risparmiato la famiglia che ha seguito la discesa dall’Italia. «Meditavo di non vedere la gara – ha dichiarato Ezio, il papà di Sofia – di vestirmi e andare a fare un giro dei colli; poi mi sono detto: ma se lei viene giù a 120 all’ora, con quei salti, io non devo essere all’altezza di vederla sciare?. Così mi sono imposto di vederla, ma il cuore non mi è mai battuto così tanto...». La mamma, invece, l’ha esortata per tutta la gara: «Stai bene sugli appoggi, stai bella centrale, stai andando benissimo, vai bene così!’ Mio figlio l’aveva vista contratta, io invece avevo fiducia. Speravo andasse a prendere questa Medaglia che si è davvero meritata». Per Sofia, siamo sicuri, la Medaglia olimpica rappresenta soltanto un altro passo di una carriera n sfavillante.

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campionati indoor

CAMPIONATI ITALIANI ASSOLUTI INDOOR

Le 11 Medaglie conquistate ai Campionati Italiani Assoluti Indoor portano il Centro Sportivo dell’Aeronautica Militare al secondo posto nella classifica generale 24 Azzurro Sport 1/2018

di Luca Morelli foto FIDAL


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Campionati Italiani Assoluti Indoor che si sono svolti nel weekend del 17-18 febbraio scorso hanno sorriso agli atleti del Centro Sportivo dell’Aeronautica Militare che sono riusciti a portarsi a casa un ricco bottino; sono state 11 le Medaglie che i ragazzi di Vigna di Valle hanno messo al collo (1 Oro, 8 Argenti e 2 Bronzi), a dimostrazione della capacità di questo gruppo di “sfornare” atleti di spessore. La tappa marchigiana, oltre alla sua importanza a livello nazionale, è stata particolarmente interessante per testare in generale lo stato di salute dell’intero movimento italiano in vista degli Europei di Berlino che si svolgeranno in primavera. A guidare la compagine dell’Aeronautica la brillante prestazione dell’Av. Sc. Fabbri Leonardo che nel Getto del Peso ha confermato il suo stato di forma con un ottimo 19.17 mt. (2 centimetri in più rispetto a Sebastiano Bianchetti, detentore del titolo giovani promesse), prestazione che gli ha consentito di salire sul gradino più alto del Podio e di vincere il suo primo titolo nazionale. Nelle gare di velocità sono arrivati quattro Argenti, il primo conquistato dal 1° Av. Galbieri Giovanni nei 60 mt con un tempo di 6” e 70’ mentre nella prova a ostacoli ci ha

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pensato il parigrado Perini Lorenzo a classificarsi al secondo posto. Brillante la prova dell’Av.Ca. Abdikadar Sheik Ali Mohad che ha messo a segno una doppietta d’Argento nei 1.500 mt con il tempo di 3’ 44”.33 e nei 3.000 mt con il tempo di 8’18”.25. Dalle gare del Salto sono arrivate le soddisfazioni più grandi per gli atleti del Centro Sportivo di Vigna di Valle. Nel Salto in Alto il 1°Av.Sc. Marco Fassinotti si è fermato all’altezza di 2.24 mt, piazzandosi al secondo posto come la sua collega Av.Ca. Dariya Derkach, seconda classificata con la lunghezza di 13.36 mt. nel Salto Triplo. Il Salto in Lungo ha, invece, riservato agli atleti dell’Aeronautica Militare una doppietta con il 1°Av.Sc. Stefano Tremigliozzi, secondo classificato con la lunghezza di 7.71 mt e il 1°Av.Ca Andrew Howe, terzo a 7.70 mt. Un risultato sicuramente positivo per i due saltatori del Centro Sportivo A.M. che però viene “macchiato” dall’infortunio di Tremigliozzi. Dopo essere stato in testa con 7,71, Antonio Trio passa al comando con un salto che si ferma sui 7,88. L’atleta

dell’Aeronautica Militare prova a riprendersi, ma al quinto salto qualcosa non va per il verso giusto, lo si capisce nello stacco. Tremigliozzi finisce dolorante sulla sabbia ed è costretto ad uscire in barella. Un infortunio che ha interessato il piede destro, quello di stacco, dove sono “andati” il malleolo, il tendine d’Achille e il legamento deltoideo; un brutto colpo per l’atleta campano che chiude così la sua stagione. Completa il palmares dell’Aeronautica Militare il Bronzo dell’Av. Lama, che nel Salto con l’Asta si ferma a 5,20 metri. Una menzione particolare va fatta all’“eterno” Fabrizio Donato che, all’età di 41 anni e con al collo l’Argento europeo, è riuscito a saltare 16,94, confermandosi tra i dieci atleti migliori al Mondo. Con quello conquistato ad Ancona sale a 23 il numero di titoli nazionali ottenuti. Per Donato, reduce da un anno ricco di soddisfazioni e trionfi, il tempo sembra essersi fermato, tanto che più di qualcuno è convinto che abbia bevuto l’elisir n della giovinezza.





beach volley

Bronzo per la coppia Menegatti-Giombini di Luca Morelli

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ono passati ben due anni e mezzo dall’ultimo podio femminile dell’Italia in un torneo World Tour di Beach Volley. All’epoca a conquistare il terzo posto era stato il duo Menegatti-Orsi Toth, oggi, invece, nel torneo 1 Stella di Shepparton, in Australia, il Bronzo va al collo di una coppia nata da poco, siamo solo alla sua seconda uscita ufficiale, formata da Marta Menegatti e Laura Giombini. Sebbene il livello del torneo australiano non fosse proprio dei più alti, il traguardo raggiunto dalle beacher dell’Aeronautica Militare costituisce una necessaria iniezione di fiducia in tutto l’ambiente, abbastanza dimesso dopo i risultati poco esaltanti della scorsa stagione. Le ragazze azzurre tornano a casa con due importanti affermazioni: una sulla coppia PataMatauatu, fino a poco tempo fa in bella mostra nei tornei più prestigiosi del circuito mondiale, e una sulle neozelandesi PolleyWills, coppia che nella stagione precedente ha ottenuto piazzamenti di tutto rispetto. Le azzurre, dopo essere state sconfitte in semifinale per 2-0 dalle statunitensi Pardon e Ledoux (21-19, 21-16), giunte seconde, si sono imposte sulle neozelandesi per 2-0 (23-21, 21-15). La vittoria finale della rassegna australiana è andata all’altra coppia statunitense Dowdy-Pollock che ha battuto le proprie n connazionali per 2-1.



il personaggio

Addio a CRISTIANO SPEROTTO, fondatore di Cristiano di Thiene

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i è spento domenica 18 febbraio scorso, circondato dai suoi cari, Cristiano Sperotto, fondatore dell’Azienda Cristiano di Thiene SpA, oggi licenziataria del marchio Aeronautica Militare per l’abbigliamento. Cristiano Sperotto iniziò giovanissimo la sua carriera di sarto, nel 1942, ma fu solo nel 1960 che si trasferì a Thiene, sede che tutt’oggi ospita l’azienda da lui fondata, per dedicarsi alla realizzazione di capi in pelle e montone shearling. Nel 1979, con l’entrata in azienda dei figli Paolo e Armando Pio, la Cristiano di

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di Luca Morelli

Thiene da artigianale si trasformò in industria, diventando S.p.A. Da allora, l’omonimo marchio “Cristiano di Thiene” divenne noto in tutto il mondo per i suoi prodotti di altissima qualità. Nel 2004 Cristiano di Thiene SpA ottenne in esclusiva dallo Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare una convenzione pluriennale per la commercializzazione di abbigliamento e accessori personalizzati con gli stemmi e i loghi dell’Aeronautica Militare e delle “Frecce Tricolori”. Da allora, l’Azienda crea e commercializza collezioni total look per Uomo, Donna e Bambino, riscuotendo un crescente ap-

prezzamento a livello internazionale. Cristiano di Thiene SpA in questi anni è cresciuta a livello mondiale e distribuisce il marchio “Aeronautica Militare” attraverso una rete vendita di 40 monomarca e oltre 1.000 multimarca in tutto il mondo. Attraverso l’utilizzo di stemmi ispirati ai loghi storici ed originali della Forza Armata, Cristiano di Thiene ha il privilegio di raccontare la storia vera ed autentica dell’Aeronautica Militare. Con i suoi prodotti, l’Azienda porta la passione per il volo in tutto il mondo e permette ai suoi clienti di “indossare” l’emozione di ven stire come un vero pilota.



tennis

AUSTRALIAN OPEN 2018 VENTI VOLTE ROGER FEDERER

Il Campione svizzero trionfa a Melbourne e raggiunge il traguardo dei 20 Slam in carriera.

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di Stefano Colotti

n altro sussulto, un altro sigillo, un altro timbro indelebile che rimarrà irraggiungibile chissà per quanto tempo ancora negli annali del Tennis. Roger Federer, all’età di 36 anni e mezzo, conquista per la sesta volta gli Australian Open e mette in bacheca il ventesimo Slam, record che lo consolida ancora di più come il più vincente nella storia di questo Sport, allungando nella speciale classifica che dopo di lui vede Rafael Nadal(16) e Pete Sampras (14). Un torneo praticamente perfetto il suo, un percorso netto senza perdere nemmeno un set fino alla finale, dove a mancare l’appuntamento è stato Rafael Nadal. Lo spagnolo non è riuscito a regalarsi la possibilità di prendersi la rivincita della memorabile finale dell’anno precedente, ritirandosi per infortunio nel corso dell’ultimo set nella semifinale con Marin Cilic, lasciando così il pass per l’atto decisivo al giocatore croato. Tuttavia il numero 3 del mondo non ha per niente sfigurato; con i suoi ace e il suo potente dritto ha portato Federer a giocarsi il titolo fino al quinto

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set, cedendo con il punteggio finale di 6-2 6-7 6-3 3-6 6-1. Nel femminile a contendersi la finale e il primo posto della classifica mondiale sono state la danese Caroline Wozniaki e la romena Simona Halep. A spuntarla è stata la nordica in una battaglia durata quasi tre ore di gioco con il punteggio finale di 7-6 3-6 -6-4. Dopo tanti anni la Wozniaki sfata il suo personale tabù con le prove del grande Slam, riuscendo finalmente a conquistare il suo primo Major in carriera e scippando la vetta del ranking proprio alla rivale Halep. Chissà se nel corso della stagione i protagonisti principali rimarranno invariati, se si continuerà a parlare di rivalità Federer-Nadal nel maschile e Halep-Wozniaki nel femminile, o se ci saranno nuovi “disturbatori” dalle retrovie. n

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AUSTRALIA

dolce per gli azzurri di Stefano Colotti

ognini e Seppi raggiungono gli ottavi di finale: erano 42 anni che il Tennis maschile italiano non centrava questo obiettivo. Di solito, il primo Slam nel calendario è sempre quello più complicato per i tennisti italiani. Sarà stato il fuso orario o il fatto che si giocasse sul cemento – non proprio la superficie preferita degli azzurri – ma se guardiamo indietro nel tempo, agli Australian Open, il Tennis italiano, sia maschile che femminile, ha sempre faticato notevolmente, portando pochi risultati positivi. Ma è proprio nell’emisfero australe che si è rotto l’incantesimo: era infatti dal Roland Garros 1976, quando calcavano i campi Adriano Panatta e Corrado Barazzutti, che due tennisti italiani non centravano insieme gli ottavi di finale di uno Slam. Con molto sudore e impegno ci sono riusciti Fabio Fognini e Andreas Seppi. Il tennista ligure ha sconfitto l’argentino Horacio Zeballos in tre set, il russo Egveny Donskoi in quattro set al turno successivo, per poi battagliare fino al quinto set contro l’esperto francese Julienne Benneteau. Agli ottavi ha trovato però lo scoglio Thomas Berdych, una delle sue bestie nere, uscendo sconfitto per 6-1 6-4 6-4. L’altoatesino Seppi ha invece superato al primo turno il francese Courentin Moutet in 4 set, il giapponese Yoshnito Toshika in 4, per poi regalarci un’epica battaglia contro il gigante croato Ivo Karlovic, sfida conclusa 9-7 al quinto set, dopo che erano stati giocati ben tre lottati tie-break nel corso del match. Altra notizia positiva e ben augurante è stata la qualificazione al tabellone principale di Salvatore Caruso, tennista siciliano classe 1992 originario di Avola. Un ottimo risultato considerando che attualmente occupa la posizione 182 del ranking e che ha quasi sfiorato l’impresa di passare il primo turno contro il turco Malej Jaziri, uscendo sconfitto solo al quinto set. Sfortunato, invece, Thomas Fabbiano a pescare il futuro campione Alexander Zverez, così come Paolo Lorenzi che ha ceduto al quinto set all’ostico Damir Dzumhur. Torneo povero di soddisfazioni nel femminile. Unica italiana a essere presente in tabellone è stata Camilla Giorgi. Dopo aver superato al primo turno la russa Anna Kalysnskaia, la giocatrice marchigiana è stata fermata al secondo turno dall’australiana Ashley Barty. Speriamo che le ragazze azzurre tornino presto a regalarci n gli ottimi risultati del passato.

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tennis

COPPA DAVIS

L’ITALIA SUPERA IL GIAPPONE E CENTRA I QUARTI DI FINALE I ragazzi di Barazzutti superano la compagine nipponica per 3-1 e aspettano la sfida con la Francia

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issione compiuta. Gli azzurri del Tennis maschile superano l’insidiosa trasferta in Giappone giocata dal 2 al 4 febbraio scorso alla Takaia Arena di Morioka. Il coach Corrado Barazzutti ha mandato in campo la formazione migliore schierando Fabio Fognini e Andreas Seppi come singolaristi e dando fiducia all’affidabile coppia formata da Simone Bolelli e dallo stesso Fognini nel doppio. Dall’altro lato, il team giapponese ha patito l’assenza del suo top player Key Nishikori, numero 27 del mondo ed ex top 5. La prima giornata è stata molto combattuta, visto che i due match di

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di Stefano Colotti

singolare si sono chiusi entrambi al quinto set. A portare il primo punto all’Italia è stato Fognini che l’ha spuntata su Taro Daniel, mentre Andreas Seppi ha ceduto all’ultimo a Yuichi Sugita. Nella seconda giornata è la volta del doppio, e la coppia Bolelli-Fognini non delude. Il tennista bolognese e quello ligure superano in quattro combattuti set il duo composto da Ben Mchlacan e Yasutaka Uchiyama, confermando di essere dei doppisti affiatati e al tempo stesso esperti. Nell’ultima giornata a portare il punto decisivo della vittoria è stato ancora Fognini che è riuscito a “vendicare” Seppi. Un altro incontro combattutissimo fino

al quinto set, nel quale Fabio se l’è vista brutta. Dopo essere andato sotto 2 - 1 è riuscito ad “allungare” l’incontro tanto da “strappare” il quarto set al tiebreak e salvando anche un match point. Nel quinto set sulle ali dell’entusiasmo il ligure è riuscito a dare lo strappo finale chiudendo l’incontro sul 7 a 5 e regalando all’Italia la qualificazione. Il prossimo aprile gli azzurri di Barazzutti se la vedranno ai quarti di finale contro la Francia, team che può contare su una vastissima scelta di giocatori. Tuttavia, dopo questa prestazione molto convincente, sia dal pnto di vista fisico che mentale, sognare neln l’impresa è lecito.



attualità

L’ITALIA DEI TRASPORTI CON ALIS

All’Assemblea Generale dell’Associazione Logistica le aziende italiane rappresentate per la prima volta in un Sistema Paese.

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l popolo dei trasporti si è riunito oggi per l’Assemblea Generale di ALIS. A un anno dalla costituzione dell’Associazione Logistica della Intermodalità Sostenibile numerosi delegati delle realtà coinvolte nel mondo della logistica e del popolo del trasporto si sono dati appuntamento presso l’Auditorium Parco della Musica per confrontarsi sullo sviluppo del settore. Tra loro imprese di trasporto via terra e via mare, soggetti pubblici quali porti ed aeroporti e numerose autorità politico istituzionali. «In questo seppur breve periodo di attività, abbiamo saputo riportare all’attenzione dell’opinione pubblica ed all’ordine del giorno

dell’agenda politica nazionale il problema dello sviluppo dei trasporti e della logistica sostenibile in Italia” ha dichiarato il Presidente di ALIS Guido Grimaldi. “Ritengo che siano stati conseguiti i primi fondamentali risultati – ha proseguito – in particolare abbiamo aperto un dialogo costante e concreto tra i numerosi soggetti del settore traporti che ALIS rappresenta e il mondo politico ed istituzionale, non solo a livello nazionale. Per farlo abbiamo aggregato intorno ad un progetto condiviso importanti esponenti del panorama logistico italiano ed europeo, permettendo loro di avere una piattaforma associativa comune».


La tavola rotonda “Il ruolo del trasporto sostenibile per il rilancio del Sistema Paese”, moderata da Bruno Vespa, è stata il centro dell’evento. Aperta dal Presidente dell’Associazione, ha visto alternarsi negli interventi autorevoli relatori: Antonio Gentile, sottosegretario di Stato del Ministero dello Sviluppo Economico, Gabriele Toccafondi, sottosegretario al Ministero dell’Istruzione dell’Università della Ricerca, Barbara Degani, sottosegretario al Ministero dell’Ambiente, Mario Mattioli, Presidente Confitarma, Bernardo Mattarella, AD della Banca del Mezzogiorno – Medio Credito Centrale e Roberto Nardella, Presidente Confimea, la Confederazione Italiana dell’Impresa. L’Assemblea Generale è stata anche l’occasione per presentare alla folta rappresentanza imprenditoriale intervenuta CONFALIS. Nata dalla sinergia di A.L.I.S. e Federazione Imprese, è una nuova realtà creata per rispondere alle esigenze delle imprese di essere maggiormente rappresentate e cogliere i benefici dell’intermodalità, a prescindere dal settore di appartenenza. CONFALIS – che rappresenta ad oggi 33.000 aziende per un numero complessivo di 320.000 addetti – aggrega le Associazioni e Federazioni che hanno più a cuore il benessere dell’impresa italiana, rispettandone e valorizzandone nello stesso tempo l’autonomia. A.L.I.S. è infatti una forma di associazionismo innovativo che, nella condivisione di obiettivi comuni dei diversi soggetti, pone comunque al centro del proprio programma l’imprenditore e il suo lavoro. Questo primo anno di attività è stato finalizzato innanzitutto alla promozione della sostenibilità, sempre più attuale e urgente. Lo sviluppo dell’intermodalità sostenibile infatti è un obiettivo ambizioso che l’Associazione Logistica persegue non solo tramite il suo ruolo politicoassociativo, ma anche grazie ai singoli pro-


cessi decisionali che gli associati – condividendo i princìpi ispiratori – pongono in essere quotidianamente nelle scelte strategiche delle loro imprese. La riduzione dell’impatto ambientale provocato dal trasporto delle merci via terra, e quindi la combinazione di diverse modalità di trasporto – dall’autotrasporto ai collegamenti ferroviari e marittimi – consente infatti il controllo delle emissioni di Co2 e di polveri sottili inquinanti, con una significativa diminuzione stimabile tra il 40% e il 60%. Le aziende che hanno deciso di far parte di ALIS dimostrano da tempo quanto hanno a cuore questa tematica. Oggi infatti gli associati, avvalendosi di servizi marittimi offerti con navi di nuova generazione, contribuiscono ad una forte riduzione delle emissioni di Co2,

così come altre imprese associate, attraverso investimenti in nuovi trattori ad LNG ed in futuro in camion elettrici, abbatteranno ulteriormente tali emissioni. Altro macro obiettivo dell’Associazione Logistica è l’internazionalizzazione dei traporti, per migliorare la competitività del nostro Paese in ambito internazionale. In questo senso A.L.I.S. si è impegnata fin dall’inizio della sua costituzione a sostegno del potenziamento dei corridoi intermodali europei che interessano l’Italia. A.L.I.S. pone anche una particolare attenzione alla continuità territoriale per la Sicilia e la Sardegna, perché continui a rappresentare un punto cardine del sistema della politica dei Trasporti del nostro Paese. «Ma occorre che le regole del mercato vengano rispettate e non ci

siano alterazioni della concorrenza – ha precisato Il Presidente Guido Grimaldi – per quanto riguarda l’abbattimento del gap tra Nord e Sud, altro nostro obiettivo primario, siamo convinti che quanta più distanza economica ci sarà tra domanda, offerta e costo del trasporto, tanto più aumenteranno le distanze geografiche tra le aeree più e meno sviluppate del Paese, riducendo le interazioni tra i vari mercati e dunque la possibilità per il nostro Paese di rendere più competitivi gli scambi commerciali». Riguardo all’immediato futuro, per ALIS si può esprimere con una solo parola: efficienza. Una grande aspirazione che dovrà portare tutto il settore verso importanti e concreti traguardi: la digitalizzazione, la decarbonizzazione e la n competitività.



l’intervista

Alla scoperta del Kenya, la culla dei campioni

Matteo Simone racconta la sua recente esperienza in Kenya dove ha avuto l’onore di correre e allenarsi con alcune leggende della Maratona

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Come era articolata la tua giornata in terra keniana? Raccontacela nel dettaglio. La sera prima ci si organizzava per il giorno successivo; in genere appuntamento alle 6.30 con i pacer keniani per un allenamento a piccoli gruppi in base a distanza e velocità, si correva in genere dai 12 ai 20 km, con ritmi dai più veloci e in progressioni per gli atleti più forti, mentre più lenti per me e altri e anche alcune donne che andavamo più piano. Si tornava, stretching, colazione e poi liberi a bordo piscina oppure passeggiate. Era previsto uno spuntino sia nella mattinata che nel pomeriggio. Nel pomeriggio, inoltre, erano previste a volte sessioni di addominali a cura di Timo Limo o Richard, molto dure e faticose, soprattutto il motto di Richard era: «No pain no gain». Comunque, insieme ci divertivamo ed erano presenti tanti campioni lì con noi. Altri pomeriggi facevamo tecnica di corsa e andature a cura di Timo Limo sulla pista in tartan di Lorna Kiplagat, oppure visite a scuole, incontri con allenatori, incontri e allenamenti con atleti di livello mondiale come Wilson Kipsang, che abbiamo

incontrato nella palestra e ci ha chiesto se l’indomani mattina ci allenavamo insieme, e così è stato: 5 minuti di ritardo, ma alle 6.35 si è presentato lui che ha 2h03’13” in Maratona, con un altro atleta che ha di personale 2h07’. Inoltre erano previsti allenamenti nella pista di Tambach a 12 km di distanza dal nostro centro, una pista in terra battuta “calpestata” da tanti fenomeni keniani, e noi insieme a loro. Poi c’era il fartlek del giovedì mattina alle 9.00: si partiva tutti insieme, eravamo centinaia, ma loro erano fortissimi, variazioni di ritmo sotto i 3’ al km. Erano anche previste visite a ospedali, artigianato locale, altri camp di atletica poveri e meno poveri. Cosa ti ha più interessato del popolo keniano? Ciò che più mi ha interessato e che mi è rimasto nel cuore sono stati la loro semplicità e solarità, i loro sguardi, il loro contatto, i loro saluti: loro, quando ti incontrano, ti guardano, ti salutano, ti danno la mano; da noi è diverso, tutti sono intenti, me compreso, a fissare il cellulare, si cammina senza guardare chi incrociamo, siamo soli con noi stessi.

Inoltre mi ha interessato la povertà, ma una povertà umile e gentile, una non ricchezza che non guasta, una povertà fiera. Mi hanno interessato i tanti bambini e ragazzi che incontravano, che andavano a scuola per tanta strada e quando ti vedevano correre si univano a te, oppure chiedevano: «Come stai? How are you? Habari, Jambo». Secondo il dott. Enrico Arcelli esistono più fattori che determinano il successo keniano in Atletica Leggera (motivazioni, altura in cui vivono, favorevole rapporto peso-altezza, scarsa tendenza a infortunarsi, elasticità muscolare, stile di vita, ecc. Confermi? Cosa ne pensi? Credo che sono tutti fattori che contribuiscono alla loro performance, ma non i soli; fondamentale è il loro modo di allenarsi insieme, formano treni di allenamento, li vedi passare come mandrie, tra i tanti poi emerge il più forte, viene visto, osservato, corteggiato e portato a gareggiare nel mondo. Inoltre loro curano tanti aspetti, non solo la corsa, ma anche gli addominali, la palestra, la sauna, la fisioterapia, almeno quelli che se lo possono permettere. Le loro 4 regole sono: alle-

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narsi, mangiare, dormire e poi socializzare. L’allenamento, oltre i lavori in pista, è fondamentalmente il fartlek che gli dà il ritmo di corsa, l’entusiasmo, la voglia di competere con tutto il mondo. Poi, oltre l’altezza di 2˙400 m. s.l.m., i percorsi sono molto impegnativi, sterrato su percorsi collinari, loro cercano tanti stimoli. Altro aspetto è il confrontarsi con i più forti, è lì che vanno i più forti atleti ad allenarsi e i più competenti allenatori ad allenare, più ti confronti con gli atleti del mondo e più apprendi. Il mangiare è fondamentale, i prodotti della terra sono genuini e nutrienti, la frutta ricchissima di vit. C e minerali, tanta papaya, mango, ananas, banane. Campioni si nasce o si diventa? Bisogna prima nascere campione e poi diventarlo, ci vogliono i geni giusti, ma non basta, non tutti coloro che hanno il corredo per diventare campioni poi riescono, c’è bisogno del contesto che ti coinvolge, che crede in te, e poi bisogna essere motivati, crederci, trovare stimoli giusti, essere resilienti, sapere aspettare il momento giusto, essere persistenti, essere amichevoli, sapersi allenare da soli e anche con gli altri, saper ascoltare e saper chiedere. Resilienti si nasce o si diventa? Per essere resilienti basta respirare all’inizio, non ci vogliono tante doti, e poi devi saper seguire treni giusti, devi capire cosa apprendere dagli educatori, devi prendere e dare, devi soffrire un po’ ma non troppo, devi saper costruire la tua personalità, le tue mete e i tuoi obiettivi, avere piano B e piano C, essere amichevole, aiutare e farsi aiutare, fidarsi

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e affidarsi. Melanie Joy nel suo libro “Perché amiamo i cani, mangiamo i maiali e indossiamo le mucche”, ha stigmatizzato l’ambiguo rapporto uomo-animali in Occidente. Lì in Africa è la stessa cosa? La gente ha il tempo di andare al circo, allo zoo, all’acquario, ove certo gli animali non vivono in condizioni naturali? Indossano piumini e pellicce, pur sempre frutto di violenza a danno di esseri senzienti? Lì tutto ciò non esiste, non esistono circo, zoo, acquario, è bello vedere gli animali per strada, vedere gli artigiani che lavorano per strada il legname, che aggiustano attrezzi, che vendono frutta colorata e profumata, sono coperti ma di vestiti semplici e colorati. Che tipo di alimentazione segue il keniano medio? Più che altro cereali, verdure e frutta, poca carne, l’ugali è sempre presente, una sorta di polenta, inoltre buonissimi i centrifugati di verdura allo zenzero, buonissime le diverse patate e frutta a volontà. Tuoi prossimi impegni sportivi ed esistenziali? Ho già fatto la Corsa di Miguel, di ritorno da Iten e ho fatto una prestazione migliore di circa 2’ rispetto a prima di partire: andavo leggero, agile e in progressione con tanto entusiasmo. Prossimi impegni le gare con la società La Sbarra e I Grilli Runners e poi sto aspettando la mia 50a maratona/ultra, mi piacerebbe fare la 6 ore della Reggia, e anche 12 e 24 ore, mi piacerebbe fare quella di Torino, e poi non escluderei la Nove Colli Running 202,4 km, anche qualche gara in bicicletta con il Gruppo di ciclismo di Podistica Solidarietà e non si sa mai riprovare un Ironman se riprendo a nuotare, attualmente faccio anche Tai chi e yoga. E la cosa importante è che adesso faccio parte del team Kenya Italia e volerò spesso in Kenya come accompagnatore e mental coach di gruppi italiani. Inoltre continuo a scrivere articoli e libri sulla psicologia dello Sport. L’ultimo uscito è “Sport, benessere e performance”. n



il personaggio

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BOLT

“SCENDERA’” IN CAMPO

he Bolt fosse un appassionato di Calcio era noto a tutti; l’uomo più veloce del pianeta” lo aveva in più occasioni detto e dimostrato. Una volta fece decollare in ritardo un aereo perché doveva assistere alle fasi finali di un derby tra il Manchester United e il City, finito poi 4 a 3. Poco tempo fa un tweet dell’atleta giamaicano aveva annunciato che a breve avrebbe firmato per una squadra di Calcio, voce che in realtà circolava già da tempo, tanto che il suo nome era stato accostato prima alla Premier League poi a squadre come il Borussia Dortmund e i sudafricani

48 Azzurro Sport 1/2018

del Mamelodi Sundowns F.C., squadra con la quale si era allenato dopo il suo ritiro dalle gare di velocità. In molti però non hanno dato troppo peso a queste notizie considerate sia l’età dell’atleta (31 anni) che la sua inesperienza nel Calcio professionistico. Proprio per questo, il “cinguettio” di Bolt ha riacceso i riflettori sul suo, possibile, futuro da calciatore. Alla fine c’è stato l’annuncio ufficiale; chi si aspettava l’ingaggio in un club professionistico è rimasto deluso perché la nuova “squadra” del velocista sarà quella dell’Unicef. Il prossimo 10 giugno a Manchester, nell’ambito della Soccer Aid World XI, ci sarà

un match tra le leggende mondiali del Calcio e le celebrità di Oltremanica. Bolt, sempre su twitter, dopo aver annunciato che il suo numero di maglia sarà il 9.58, il suo record del mondo sui 100 metri, ha lanciato anche un simpatico avvertimento ad uno dei suoi prossimi avversari, il cantante dei Take That Robbie Williams che giocherà nell’altra squadra. Una notizia che ha lasciato tutti ai “blocchi di partenza” come spesso ha fatto l’atleta giamaicano durante la sua carriera. Una strategia che però ha avuto il merito di creare la giusta attenzione intorno ad un evento nobile n come quello a cui prenderà parte.




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