EDITORIALE
Eccoci giunti al quinto numero di quest’anno. E� quasi tempo di fare i bilanci di dodici mesi che si stanno per chiudere; non a caso abbiamo deciso di aprire questa edizione con un approfondimento su un evento ormai simbolico per il mondo dello sport: la consegna dei Collari d’Oro al merito sportivo. Il riconoscimento viene consegnato agli atleti e alle persone che durante l’anno hanno avuto il merito e l’onore di rappresentare l’Italia nelle maggiori competizioni sportive. Il meglio dello sport presente e futuro che quest’anno ha visto alternarsi sul palco giovani promesse e “senatori” del movimento sportivo nazionale. Anche se, come detto, siamo in periodi di bilanci le competizioni sportive non si sono certo fermate. La copertina l’abbiamo voluta dedicare ai beacher italiani che a Tourqay (Australia), in un torneo di primo livello, si sono contesi la finale. Non era mai successo che due coppie italiane si contendessero la finale. In un torneo internazionale, quindi un’altra pagina storica scritta dai beacher dell’Aeronautica Militare. Dopo 40 minuti di bel gioco la
coppia degli Avieri Lupo-Rossi ha avuto la meglio sull’altro duo dell’Aeronautica quello formato da Rangieri-Carambula. A prescindere dalla coppia che si e�aggiudicata la vittoria abbiamo voluto onorare tutti e quattro; prendetelo come un augurio per il prossimo anno perché il 2023 ci regali ancora più�emozioni e successi di quanto abbia fatto il 2022. Uno slancio di ottimismo lo sappiamo ma negli ultimi anni i nostri atleti ci hanno regalato moltissimi trofei e tra- guardi veramente prestigiosi. Non a caso troverete un articolo dedicato a Bagnaia, che in sella ad una moto ita- liana ha conquistato il titolo di Campione del Mondo. E poi ancora tennis, curling e i mondiali di calcio che al di la�delle polemiche legate al Paese organizzatore ci hanno regalato belle storie di sport come quella del Marocco, prima squadra africana della storia a raggiungere la semifinale. Non poteva mancare un articolo sui 100 anni dell’Aeronautica Militare che proprio nel 2023 celebrerà questa importante ricorrenza con una serie di iniziative che riempiranno le piazze e le spiagge della nostra bellissima penisola. Non resta quindi che augurarvi una buona lettura!
IL DIRETTORE1923-2023. I primi cento anni dell’Aeronautica Militare.
Azzurro Sport 5/2022
SOMMARIO
Azzurro Sport
Periodico bimestrale di cultura sportiva aeronautica Iscritto al n. 292/2013 del Registro Stampa presso il Tribunale Civile di Roma
Anno 9 – numero 5
Editore AVIATOR SRL via Gianfilippo Usellini 434 00125 Roma
Direttore Responsabile
Alessio Piano Redazione via Gianfilippo Usellini, 434 – 00125 Roma Fax. 06.89280466 - azzurrosport@yahoo.it
© Proprietà letteraria, artistica e scientifica riservata. Per la riproduzione anche parziale di quanto pubblicato su Azzurro Sport occorre citare la fonte.
Stampa Arti Grafiche Celori Finito di stampare nel mese di Novembre 2022 foto di copertina: foto Federvolley
Pillole di SPORT
BEN 5 COMPETIZIONI MONDIALI NEL 2023
Il 2023 sarà un anno ricco di grande sport internazionale, a dispetto del fatto che solitamente gli anni dispari sono più avari di grandi appuntamenti, perché privi di Olimpiadi e delle grosse maifestazioni calcistiche. Il 2023 avrà una serie di appuntamenti imperdibili per gli appassionati, sia per gli sport individuali che per quelli di squadra. Saranno 5 le rassegne irididate di altrettante disipline che caratterizzerano l’anno in arrivo. Dal 6 al 19 febbraio è in programma la 47esima edizione dei Campionati mondiali di sci alpino, appuntamento clou della stagione del circo bianco. La rassegna si terrà in Francia, fra Courchevel e Méribel. Discesa libera, supergigante, slalom gigante, slalom speciale, combinata e slalom parallelo, tutte sia maschili sia femminili, e una
gara a squadre mista; insomma un menù ricco che vede l’Italia giocarsi le sue carte soprattutto in campo femminile con Sofia Goggia a caccia del primo oro mondiale. Dalle piste alle vasche con la XX edizione dei Campionati mondiali di nuoto che si svolgerà dal 14 al 30 luglio 2023 a Fukuoka, in Giappone. Al fianco delle gare classiche in vasca olimpica (50 metri) ci saranno anche gare di nuoto di fondo, sincronizzato, pallanuoto e tuffi. L’Italia sarà una delle principali favorite per il medagliere finale. Spazio poi ai Mondiali di atletica leggera, un grande classico di fine estate negli anni dispari. Giunti alla 19esima edizione, i Mondiali quest’anno sono in programma a Budapest dal 19 al 27 agosto, nel nuovo Centro nazionale di atletica leggera (Nem-
zeti Atlétikai Központ) costruito per l’occasione. Anche qui potrebbero esserci delle belle sorprese con i velocisti Marcell Jacobs e Filippo Tortu, il saltatore Gianmarco Tamberi e il marciatore Massimo Stano. Sempre in Giappone ci saranno i Mondiali di basket dal 25 agosto al 10 settembre. Sarà la terza edizione con la nuova denominazione Fiba World Cup e la seconda con 32 squadre partecipanti. A chiudere il rugby con la Coppa del Mondo. A ospitarla sarà la Francia, una delle patrie della palla ovale, dall’8 settembre al 21 ottobre. Venti le squadre qualificate, divise in quatro gironi da cinque con le prime due di ciascun girone che si qualificano ai quarti di finale. Un traguardo mai raggiunto dall’Italia, che si è sempre fermata al girone eliminatorio.
Il calendario 2023 dell’atletica leggera si preannuncia particolarmente ricco di impegni. Una sequela di eventi di primaria importanza ci terrà compagnia per i prossimi dodici mesi. Spiccano indubbiamente i Mondiali all’aperto, che andranno in scena a Budapest (Ungheria) dal 19 al 27 agosto: la rassegna iridata va in scena a un solo anno di distanza dalla kermesse di Eugene, a causa dallo sfalzamento provocato dall’emergenza sanitaria. L’altro appuntamento di rilievo è rappresentato dagli Europei indoor, previsti a Istanbul dal 2 al 5 marzo. La rassegna continentale sarà preceduta dalle consuete tappe del World Indoor Gold Tour. Non mancherà la Diamond League, con le sue tappe previste tra maggio e settembre (Finali il 16-17 settembre a Eugene, USA). Sempre nell’ambito della Diamond League è da segnalare il Golden Gala, previsto a Firenze il 2 giugno.
JUDO
BELLANDI, SPETTACOLARE TRIONFO A GERUSALEMME
Alice Bellandi ha vinto il Masters di Gerusalemme, il torneo di fine anno solare riservato ai migliori judoka in circolazione a livello mondiale. L’azzurra si è imposta nella categoria di peso fino a 78 kg, rendendosi protagonista di una splendida cavalcata: prima ha liquidato Patricia Sampaio, poi ha battuto Mayra Aguiar (numero 1 del ranking), Madeline Mlonga e Audrey Tcheumeo, issandosi così al terzo posto della graduatoria internazionale. La 24enne bresciana è diventata la prima italiana a trionfare nel Masters.
NUOTO ARTISTICO IL CIO APPROVA INTRODUZIONE GARE MASCHILI A PARIGI 2024
Ottime notizie per l’Italia del nuoto artistico: per la prima volta nella storia dei Giochi Olimpici, è stato dato il via libera alla partecipazione degli uomini alle gare di nuoto artistico. L’Italia in questo senso potrebbe contare sulla partecipazione, tra gli altri, di Giorgio Minisini, che nel corso dello scorso anno si è aggiudicato sia il titolo di Campione del mondo nel duo misto e di Campione europeo di solo maschile, ultimo titolo conquistato a Roma. Fino a Tokyo 2020 è sempre stato uno sport per sole donne, sebbene il nuoto artistico faccia parte nel programma Olimpico dal 1984: è probabile che tutto questo cambi a Parigi 2024, dove si prevede che 10 squadre si contenderanno la medaglia d’oro presso l’Olympic Aquatics Centre.
PER LO SPORT ITALIANO UN ANNO DA RECORD
Un 2022 da record. Mai, nella storia, lo sport italiano aveva vinto tanto a livello olimpico, mondiale e continentale. Ritrovarsi nuovamente sul podio dei Paesi più vincenti dopo un 2021 da incorniciare, con le 40 medaglie conquistate ai Giochi Olimpici di Tokyo, non era affatto scontato, ma i successi tricolori sono andati addirittura oltre le aspettative. La meritata festa dello sport italiano è stata celebrata nella palestra monumentale di Palazzo H, all’interno dell’Università degli Studi
del Foro Italico, sede della cerimonia di consegna dei Collari d’Oro. Sul palco il Presidente del CONI Giovanni Malagò, il presidente del Comitato Italiano Paralimpico Luca Pancalli e il Ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi, che ha consegnato la massima onorificenza dello sport italiano agli insigniti.
In apertura il Presidente del CONI Giovanni Malagò ha celebrato i successi di un 2022 aperto dai Giochi Olimpici Invernali di Pechino, edizione piena di soddisfazioni per l’Italia con 17 meda-
glie, secondo miglior risultato della storia dopo Lillehammer 1994 quando la spedizione azzurra conquistò 20 podi. «Sono contento - ha ammesso Malagò - e voglio ringraziare il professor Pigozzi, perché oggi celebriamo in questo luogo la massima onorificenza dello sport italiano. Il motivo è semplice: non saremmo entrati in nessun altro locale del CONI perché non abbiamo mai vinto così tanti titoli. È un record assoluto per il Comitato Olimpico Nazionale Italiano. Ogni mattina mi sveglio e controllo la posizione dell’Italia rispetto agli altri Comitati Olimpici. Nel 2021 abbiamo chiuso al secondo posto, dietro agli Stati Uniti d’America, nel conto delle medaglie conquistate ai Giochi Olimpici, ai Mondiali e alle manifestazione equiparate, alle rassegne continentali. Allora dissi che sarebbe stato molto difficile ripetersi, invece siamo ancora sul podio. L’Australia ci ha superato con gli ultimi titoli continentali ma credo che vincere una medaglia in Oceania sia più semplice che in Europa. Questo nuovo re-
cord ci riempie d’orgoglio. È merito degli atleti, dei tecnici, delle federazioni, delle istituzioni, dei gruppi civili e militari». Malagò ha rivolto un tributo particolare alla giovane nuotatrice pugliese Benedetta Pilato, campionessa mondiale ed europea, insignita del ruolo di “madrina e portabandiera dell’Italia ai Giochi del Mediterraneo di Taranto 2026”. Il Presidente del Coni ha infine ricordato l’importanza dei riconoscimenti alle società sportive, «le nostre fondamenta, la spina dorsale del sistema italiano. Non è pensabile slegare la base dal vertice, perché siamo tutti parte della stessa famiglia, legati dall’unico filo della storia» «C’è un organo del nostro corpo che indica alla perfezione lo stato della nostra salute: il cuore. Il mio oggi segnala emozioni forti», ha dichiarato il Ministro Abodi. «È un grande piacere rappresentare il Governo - ha proseguito - anche se per me è singolare sentirmi chiamare Ministro. In fondo siamo persone, è fondamentale tenere i piedi per terra e far parlare i fatti.
E, sopra i fatti, ciò che conta è il rispetto. Un anno fa Giovanni Malagò e Luca Pancalli mi consegnarono il Collare d’Oro in rappresentanza dell’Istituto per il Credito Sportivo: è come se fosse passato un giorno, ma la vita mi ha riservato la possibilità di un nuovo ruolo. Oggi, fuori dal cerimoniale, vorrei dare un Collare d’Oro ideale alla famiglia del volontariato, persone che garantiscono allo sport di essere ciò che è. E un altro riconoscimento ideale va alle oltre 100 mila associazioni e società sportive dilettantistiche senza le quali lo sport non sarebbe un fenomeno morale, sociale e civile, l’architettura sulla quale cerchiamo di costruire la qualità della nostra vita. Oggi, infine, celebriamo anche la sconfitta, perché la vittoria non si ottiene ad ogni costo, ma conta il modo. E anche la sconfitta può trasformarsi in un successo. Le mie non sono e non devono restare parole di una giornata, ma un impegno quotidiano che voglio portare avanti nel mio nuovo ruolo».
Il presidente del CIP Luca Pancalli ha poi ricordato gli eccezionali risultati ottenuti dal movimento paralimpico nel 2022: «Ancora una volta siamo qui insieme per celebrare i nostri campioni, la splendida famiglia dello sport italiano unita dalla passione, dall'amore, due facce della stessa medaglia. Siamo consapevoli di quanto fatto finora e sappiamo cosa bisogna fare verso Parigi 2024 ma anche per l’appuntamento di Milano-Cortina. Guardiamo avanti sempre con l’obiettivo di mostrare come lo sport italiano possa essere un pezzo delle politiche pubbliche del Paese». In chiusura, il Ministro Abodi ha espresso «l’auspicio che lo spirito odierno ci accompagni non soltanto nelle giornate speciali, ma anche in quelle normali. Credo molto nell’armonia e nel rispetto dei ruoli, valori che mi auguro possano caratterizzare questa mia stagione. Da parte del Governo ci sarà il massimo impegno all’ascolto: potremo dimostrare la capacità di fare squadra non solo nelle celebrazioni». n
Daniele Lupo ed Enrico Rossi vincono lo storico Challenge di Torquay aggiudicandosi (20) il primo derby della storia in finale di un torneo di primo livello contro Ranghieri-Carambula. C’erano mille storie dietro a questo match tra i quattro protagonisti e si sono viste tutte nei 40 minuti di partita caratterizzati da tensione e qualche errore di troppo. Alla fine il muro di Enrico Rossi ha avuto la meglio su quello di Ranghieri ma l’impressione è che, con tanto lavoro in più sulle gambe, sulle braccia e sulla tecnica, queste due coppie possano regalarsi ancora tante soddisfazioni. Si tratta del secondo successo azzurro in stagione in un torneo di primo livello, dopo la vittoria Nicolai-Cottafava nell’Elite 16 di Jurmala. Per Daniele Lupo è la quarta vittoria il un torneo del World Tour e stupisce il fatto che l’ultima era arrivata sei anni fa (poco prima di conquistare l’argento olimpico con Paolo Nicolai) sulla sabbia di Sochi. Secondo trionfo nel circuito mondiale per Enrico Rossi. Nel primo set per tre volte LupoRossi tentano la fuga. Prima sull’8-5 e vengono ripresi da Ranghieri-Carambula sul 10-10, poi sul 12-10 ma ancora una volta vengono ripresi sul 13-13 e poi, grazie ad un doppio errore di Ranghieri sul 16-13 ma questa volta gli avversari non riescono più a colmare il gap, nonostante un paio di errori di Lupo (in attacco e in bagher) e si chiude il primo set con il punteggio di 21-17 per la coppia allenata da Lequaglie. Cambia totalmente lo scenario in avvio di secondo set con Ranghieri che giganteggia a muro e porta la sua coppia avanti 6-2. Lupo-Rossi non si fanno prendere dal panico e ritornano sotto fino al 9-9, poi sale in cattedra Rossi con il muro che regala un vantaggio importante alla coppia allenata da Lequaglie (16-13). Ancora il muro di Rossi su Carambula porta a +4 LupoRossi (18-14). Il servizio di Ranghieri e l’errore di Lupo regalano l’ultimo sussulto al match (19-18) ma ci pensa Lupo con due attacchi vincenti a regalarsi il successo al debutto di coppia (21-18). Terzo gradino del podio per l’Australia con la
coppia vincitrice del torneo dei Giochi del Commonwealth McHugh-Burnett che riescono a battere 2-0 (21-18, 21-15) la coppia portoghese Pedrosa-Campos conquistando così il secondo podio stagionale nel World Tour. Le favole esistono e ogni tanto, da qualche parte del mondo, c’è qualche mano fatata che le scrive e fa in modo che diventino realtà. Mai due coppie italiane avevano disputato una finale del World Tour. È accaduto sulla sabbia di Torquay, un posto lontanissimo dall’Italia ma che per un’ora ha parlato solo la nostra lingua grazie a quattro ragazzi che arrivano da una stagione
non facile, che hanno dovuto prendere decisioni non facili e che si sono presi una bella soddisfazione all’inizio di una nuova avventura: Alex Ranghieri, Adrian Carambula, Danile Lupo e Enrico Rossi. Fino a qualche tempo fa la eventuale finale sarebbe stata Ranghieri-Lupo contro Rossi-Carambula e invece lo scenario è cambiato proprio qualche settimana fa e, guardando i risultati, si potrebbe dire in meglio perché in finale ci sono le nuove coppie Ranghieri-Carambula e Lupo-Rossi. Meglio che nelle favole. Ranghieri-Carambula hanno vinto una bella semifinale 2-0 contro i gio-
vani portoghesi Pedrosa-Campos che hanno impegnato a fondo gli italiani nel primo set, vinto da Ranghieri-Carambula 27-25 e poi hanno ceduto di schianto nella seconda parte del secondo parziale che gli azzurri hanno vinto 21-13. Lupo-Rossi, invece, hanno spento il sogno dell’unica coppia di casa rimasta in gioco, McHugh-Burnett. Gli azzurri hanno vinto un equilibrato primo set 21-18, poi hanno ceduto 17-21 il secondo set e nel tie-break sono partiti meglio, si sono portati avanti 10-7 ed hanno resistito al tentativo di rimonta dei padroni di casa nel finale vincendo 15-13.
BRONZO PER L’ITALIA MASCHILE EUROPEI DI SVEZIA
A Östersund, in Svezia, l’Italia si mette al collo una meritata Medaglia di Bronzo. Joel Retornaz (Fiamme Oro), Amos Mosaner (Aeronautica Militare), Sebastiano Arman (Aeronautica Militare) e Mattia Giovanella (Fiamme Oro) hanno superato 10-7 i padroni di casa nella finalina per il terzo posto, regalando al movimento azzurro la quarta top 3 al maschile della storia.
Dando seguito agli ottimi risultati raggiunti nell’ultimo periodo, segno tangibile di una crescita sostanziale a livello internazionale, gli azzurri allenati dal direttore tecnico Claudio Pescia si confermano nel primo, importante appuntamento della stagione salendo sul podio per la terza volta consecutiva tra Europei e Mondiali. Dopo aver ottenuto il record di otto vittorie consecutive nel round robn il team italiano si è dovuto arrendere alla Scozia, accontentandosi della finale terzo e quarto posto. Una finale che i nostri ragazzi hanno giocato proprio contro la nazione organizzatrice, la Svezia sfoderando una prestazione davvero super. Avanti 3-0 al primo end, prima dell’intervallo gli azzurri hanno risposto colpo su colpo a Eriksson e compagni marcando un punto nel terzo dopo
quello svedese del secondo e due nel quinto dopo i due a marca scandinava nel quarto. La seconda frazione di gioco è risultata aperta, con due punti avversari e, dopo la marcatura azzurra nel settimo, altri due nella ottava mano, nella quale l’Italia, raggiunta sul pareggio, ha mantenuto i nervi saldi portandosi sul 9-7 per poi rubare la mano nell’ultimo end e fissare il punteggio sul definitivo 10-7, confermando il piazzamento ottenuto nel 2021 a Lillehammer. Non benissimo, invece, l’Italia femminile della coach Violetta Caldart, che si è arresa ad un’agguerrita Scozia per 9-5, valida sempre per l’ultimo gradino del podio, nella finale per il terzo posto. Una medaglia mancata, se vogliamo, che però poco toglie al buon Europeo delle azzurre, soprattutto considerando la scarsa esperienza internazionale e la giovane età media della squadra. n
tennis COPPA DAVIS L’INSALATIERA SFUMA IN SEMIFINALE
di Stefano COLOTTINelle final eight di Malaga i ragazzi capitanati da Filippo Volandri vedono soffiarsi il punto decisivo nel doppio contro il Canada, trionfatore poi in finale contro l’Australia.
Ha provato a ribellarsi in tutti i modi l’Italtennis al destino avverso, agli infortuni, trovando risorse inaspettate quando sembravano non esserci, ma anche quest’anno la Coppa Davis purtroppo non torna nello stivale, dove manca dal lontano 1976. Dopo aver superato il girone di qualificazione al primo posto con Argentina, Svezia e Croazia, tutto il movimento pregustava un ruolo da protagonista alle Final Eight di Malaga. Ma a placare subito gli animi ci hanno pensato gli infortuni dei due nostri giocatori di punta. Prima quello già annunciato da mesi di Matteo Berrettini, poi quello a poche settimane dalla partenza di Jannick Sinner.
Delle brutte tegole per il capitano Filippo Volandri che ha dovuto affidarsi ai due Lorenzo, Sonego e Musetti, rispettivamente numero 23 e 45 della classifica ATP, più i veterani doppisti Fabio Fognini e Simone Bolelli. Nell’incontro dei quarti di finale gli azzurri si trovano davanti gli Stati Uniti, che schierano come singolaristi il fresco top ten Taylor Fritz e Francis Tiafoe, numero 19 del mondo in grande forma. Ad incrociarsi nei due singolari sono i giocatori con i rispettivi ranking più alti in squadra. Lorenzo Sonego si scontra quindi con Tiafoe, riuscendo a prevalere con un pizzico di sorpresa con il punteggio di 6-3 7-6, conquistando il prezioso primo punto per Italia dopo un combattutissimo tie-break vinto per 9 punti a
7. Il tennista torinese vincendo contro pronostico riscatta così la sconfitta in coppa Davis dello scorso anno contro la Croazia, dove si arrese al numero 279 del mondo Borna Gojo, influenzando enormemente l’eliminazione dell’Italia. Nel secondo singolare Musetti affronta Fritz, forse uno dei peggiori avversari che potesse capitare in questo momento e fresco partecipante con ruolo da protagonista alle ultime Atp Finals. Lorenzo lotta alla pari nel primo set, riuscendo a portare l’americano al tie-break concluso con un lottatissimo parziale di 10 punti a 8. Il secondo set è tutto a stelle e strisce e la squadra capitanata da Mardy Fish porta la sfida in parità. A decidere tutto è quindi il doppio. Volandri si affida all’esperta coppia Fognini-Bolelli, mentre gli Usa schierano il grande servitore Jack Sock, ex top ten ora alla 112.ma posizione mondiale, e Tommy Paul, altro promettente e valido tennista che ricopre il 30.mo gradino del ranking. Ma nel doppio coesione e affiatamento fanno la differenza, e proprio questa ha premiato la coppia azzurra che con i suoi schemi collau-
dati si è imposta per 6-4 6-4, guadagnandosi il posto per la semifinale. Ad aspettare gli azzurri c’è il Canada guidato dal talentuoso classe 2000 Felix Auger-Aliassime, uno dei tennisti migliori e maggiormente in crescita in questo 2022, arrivato a ricoprire la sesta posizione mondiale e di Dennis Shapovalov, classe 1999 numero 18 del ranking ATP. Nel primo incontro Sonego ribalta nuovamente i pronostici con Shapovalov, compiendo un’eroica prestazione e strappando il primo preziosissimo punto dopo una battaglia di quasi 3 ore conclusa con il punteggio di 7-6 6-7 6-4. Nel singolare successivo Musetti è chiamato all’impresa contro Aliassime. Durante il match non c’è mai la sensazione che l’azzurro possa impensierire il canadese che si aggiudica in pieno controllo il match per 6-3 6-4. A decidere tutto è nuovamente il doppio. Qui arriva la sorpresa dalle scelte di Volandri. Bolelli accusa un risentimento muscolare al polpaccio e la scelta del coach italiano ricade a sorpresa su Matteo Berrettini, di gran lunga il giocatore migliore su cui può contare ma fermo da quasi 2 mesi
per un infortunio. I colpi potenti del tennista romano si fanno sentire, ma a mancare è un po’ di reattività nei pressi della rete insieme ai meccanismi ben oliati con il compagno Fognini. Il Canada schiera nuovamente Aliassime in coppia con il veterano Pospisil, numero 99 del ranking. Nonostante i canadesi non siano una coppia collaudata, gli azzurri non riescono mai a prendere il largo, sprecando un break di vantaggio in entrambi i set, finiti purtroppo con l’equilibrato punteggio di 7-6(2) 7-5. Un grande rammarico per la nostra squadra, soprattutto considerando che nella finale contro L’Australia i canadesi hanno avuto poi vita facile, dominando i due incontri di singolare senza perdere un set e chiudendo subito la pratica.
Per il Canada è la prima Coppa Davis della sua storia e considerando la giovanissima età dei suoi giocatori, probabilmente non sarà nemmeno l’ultima. Per l’Italia invece appuntamento rimandato al prossimo anno, con la speranza di poter contare su tutti i giocatori al completo e in un buono stato di forma.
Nonostante la pioggia, per due giorni Udine si è mossa a ritmo di corsa e di solidarietà. 540 le squadre in pista, per un totale di quasi 15mila atleti impegnati considerando anche gli studenti della Staffetta Giovani
La voglia di correre per la solidarietà e per sostenere la Fondazione Telethon è stata più forte della pioggia: successo per la 24esima Staffetta Telethon 24 che, dalle 15 di sabato 3 alla stessa ora di domenica 4 dicembre, ha fatto muovere il cuore di Udine a passo di corsa e solidarietà. Sono state 540 le squadre che, per due giorni, hanno animato il centro città, per un totale di quasi 15mila persone, contando anche gli oltre 1.500 ragazzi della Staffetta Giovani che ha aperto il weekend, sabato mattina, con l’evento dedicato ai ragazzi delle scuole, dalle elementari alle superiori. Presenze record che, nonostante il meteo poco clemente, fanno ben sperare il Comitato Udinese Staffette Telethon, guidato da Marco de Eccher, di poter eguagliare la cifra raccolta nel 2019 e interamente devoluta per sostenere la lotta contro le malattie genetiche rare. Come sempre ci sarà ancora un po’ di tempo a disposizione per ultimare le donazioni, sempre attraverso i canali di Bnl, prima di poter ufficialmente calcolare il ricavato di questa edizione, sommando anche le squadre e i singoli corridori che hanno partecipato “da remoto” usando l’applicazione realizzata da 3Technology. In tanti, infatti, hanno organizzato delle piccole staffette per poter essere presenti anche a distanza all’abbraccio di Telethon. E grandissima è stata anche la condivisione sui social di foto e video con l’hashtag #telethonudine
LA TESTIMONIAL.
Ad aprire la 24 ore è stata la testimonial Katia Aere, campionessa friulana di handbike che, al suo attivo, vanta un bronzo olimpico ai Giochi di Tokio ed è pronta a rilanciare alle prossime Olimpiadi di Parigi 2024. È stata lei a percorrere il primo giro del percorso, dando ufficialmente il via alla manifestazione. «Io stessa sono affetta da una patologia rara che
mi ha colpita, sconvolgendomi la vita nel 2003. In questi anni la ricerca ha fatto davvero molto e so che se all’esordio della mia malattia la ricerca fosse stata avanti come lo è ora forse avrei avuto delle conseguenze meno drastiche. Per questo credo sia importante che tutti facciano la propria parte per sostenere la ricerca scientifica e sono orgogliosa di poter scendere in pista per Telethon». Ma sono stati tanti gli sportivi amici della Staffetta impegnati nel fine settimana, dal basket con l’Apu Udine all’Udinese Calcio, passando all’Itas Martignacco che milita nel campionato di A2 di volley.
GLI IRONMAN DELLA STAFFETTA.
Menzione d’obbligo per i nostri “Ironman”, i podisti che hanno affrontato, da soli, l’intera 24 ore. Sono stati ben 18 i protagonisti speciali: accanto alla mitica Silvia Furlani, affetta da sclerosi multipla, c’erano Lodovico Tuzzi, Massimo Tomasettig, Giovanna Del Gobbo, Gianni Molaro, Gianluca Pagazzi, Daniele Clarotto, Daniele Drago, Domenico La Sorte, Luigi Chirivì, Fabiano Picco, Maco Sommer, Gianfranco Scardigli, Dorotea Lo Cascio e Raffaella Petris.
CLASSIFICHE.
Anche se la Staffetta non è una corsa agonistica e lo spirito è quello di partecipare nel segno della solidarietà, va dato il giusto merito alle squadre che, nell’arco delle 24 ore, sono riuscite a completare più giri. La speciale classifica dei più veloci vede in testa in testa con ampio margine la Staffetta di Venzone, con 245 giri, pari a oltre 360 chilometri, seguita da Azzano Runners, Atletica Buja, Atletica Monfalcone, Onoranze Funebri Sarto, Bersaglieri, Chei di Colugne, Mostrorunner, Avis Casarsa e Modine Top Runners. Un grazie speciale va anche ai responsabili delle squadre più numerose, ovvero chi si è fatto carico di coordinare diversi team. Anche qui il primato va, per distacco, alla Carnia, che ha
schierato ben 30 formazioni, per un totale di 720 persone. Un grazie speciale anche all’Afds, con 19 team al via, all’Ateneo di Udine che ne ha schierati 12 e allo Sweet Team Aniad Fvg che ha visto scendere in campo dieci squadre.
PIAZZA I MAGGIO CUORE PULSANTE. Il percorso, omologato da Fiasp – Aps di Udine, si è snodato per 1.500 metri lungo un anello da piazza I Maggio (fronte PromoturismoFvg), viale della Vittoria, Parco della Rimembranza, via Sant’Agostino, largo delle Grazie, piazza I Maggio (lato liceo classico Stellini) e arrivo nuovamente sotto il Castello. In Giardin Grande festa nel “Villaggio Telethon”, con i vari spazi per animatissimi tendoni, camper e gazebo.
ANIMAZIONE.
Anche quest’anno il palco di piazza I Maggio è stato animato dalla musica. Ad aprire ufficialmente la Staffetta, come ormai tradizione, la Fanfara della Brigata Alpina Julia, che ha scandito il primo “conto alla rovescia” prima dello start “sparato” da un drappello di moschettieri del Gruppo storico di Palmanova. Ma nell’arco delle 24 ore, molte altre band e gruppi musicali hanno dato il ritmo ai corridori: i Blues Metropolitano e l’omaggio Pino Daniele, i Cantori del Friuli, con i canti popolari in lingua friulana, musica sacra e polifonica, i Dallanima e il loro omaggio a
Lucio Dalla, gli Heaven’s Gate Mass S*, giovane gruppo udinese, i Power Flower e la discomusic anni ‘70 e ‘80, i Rudynats, con un repertorio rock, blues and soul, Sara Simondi 4tet che ci ha fatto viaggiare tra pop, rock e fusion e i Vanilla Boulevard che hanno spaziato dall’Indie Rock al funk, pop, post-punk e rock anni ‘70. UN PROGETTO SPECIALE. Quella di Udine, numeri alla mano, è da tempo la manifestazione più importante nel panorama della “Maratona Telethon”. Negli ultimi cinque anni, nonostante il Covid, la manifestazione, grazie alla solidarietà di tantissimi friulani, ha raccolto e devoluto interamente alla Fondazione Telethon oltre un milione di euro. Quest’anno alla manifestazione udinese è abbinata una ricerca molto particolare. A fine 2021, infatti, abbiamo conosciuto la storia di Martina (nome di fantasia, per tutelare la sua privacy), una ragazza udinese di 15 anni che aveva da pochi mesi scoperto di essere affetta da una rara malattia neurologica degenerativa, la Lafora. Mentre Martina si stava preparando ad affrontare con entusiasmo le sfide della vita, questa patologia l’ha bloccata. E ha stravolto la vita della sua famiglia. La Lafora, infatti, al momento non ha una cura e la sua rapida evoluzione in termini di deterioramento cognitivo, psichico e fisico, offre un’aspettativa di vita molto ridotta. I suoi
genitori si sono rivolti al nostro Comitato, per poter trovare aiuto. E, grazie alla Fondazione Telethon, sono stati individuati due progetti di ricerca che potranno dare una speranza a questa giovane friulana e alla sua famiglia. Studi che saranno sostenuti proprio grazie alla solidarietà di quanti parteciperanno alla Staffetta udinese. BNL. Bnl Bnp Paribas è da 31 anni partner della Fondazione Telethon per la raccolta fondi a favore della ricerca scientifica sulle malattie genetiche rare, a testimoniare, con risultati concreti, la fiducia nella scienza e il valore della professionalità e qualità di 1.676 ricercatori. Ogni anno l’impegno per Telethon coinvolge in modo volontario oltre 17mila dipendenti di Bnp Paribas in tutta Italia e rappresenta uno dei più importanti progetti di Fund Raising a livello europeo. In questi anni sono stati raccolti oltre 320 milioni di euro che hanno finanziato 2.804 progetti di ricerca sulle malattie genetiche rare; un risultato che fra pochi giorni aumenterà con il via alla consueta Maratona televisiva sulle reti Rai. Importante, poi, la collaborazione della Fiasp provinciale, la Federazione italiana amatori sport per tutti, che lega la manifestazione udinese a un ente di promozione sportiva nazionale.
fianco del Comitato Udinese Staffette Telethon ci saranno anche i media partener Radio Company e Interlaced. n
In molti lo hanno criticato prima ancora che si svolgesse. E qualche motivo per farlo, in realtà, sebbene non direttamente imputabile alla manifestazione sportiva in sé, diciamo che ci fosse. Ma nessuno può negare che il Mondiale di Doha è stato sotto molti punti di vista atipico e diverso dagli altri. Diverso perché, in primo luogo, si è svolto tra novembre e dicembre, con tutto quello che ciò ha comportato. Siamo da sempre abituati a “vivere” quella che è considerata la manifestazione calcistica per eccellenza d’Estate, quando i campionati nazionali sono terminati e tutti non vedono
l’ora di andarsene in vacanza, al mare. Atipico perché ha riservato non poche sorprese fin dal primo turno, con molte squadre “outsider” che hanno dato filo da torcere, per usare un eufemismo, a quelle che da sempre sono considerate le big del Calcio che conta. Ma questa, che oggi sembra una “piacevole” novità, azzardiamo, potrebbe diventare una costante visto che il divario tecnico-tattico e, soprattutto, fisico tra le più blasonate Nazionali e quelle, per così dire, emergenti, si è notevolmente assottigliato. Basti semplicemente e, aggiungiamo noi, tristemente, constatare la duplice, consecutiva esclusione dell’Italia dalle fasi finali dei Mondiali. E forse, per noi nostalgici amanti di questo sport, quella del Qatar è stata una rassegna diversa anche per questo.
Certo è che alla, fine, anche coloro che lo hanno aspramente criticato non possono non ammettere che sia stato un Mondiale avvincente, soprattutto sotto il profilo tecnico, visto l’alto livello che ogni sfida ha regalato. Ed è stata una bella sorpresa, visto che anche il Calcio, complice il tatticismo esagerato, sembrava destinato ad un “appiattimento” e non più in grado di regalare emozioni come quelle, esaltanti, viste in finale. Ed è stato, finalmente, il Mondiale di Leo Messi e della sua Argentina. Diciamo finalmente perché chi ama il calcio ha potuto “godere” di prestazioni esaltanti della Pulce e dei suoi compagni di squadra, le stesse che mancavano al sette volte Pallone d’Oro per coronare una
carriera strepitosa e avvicinarsi, con le dovute “precauzioni”, al più grande giocatore di tutti i tempi: Diego Armando Maradona. Ciò in cui anche questo Mondiale non è stato affatto diverso dagli altri, invece, è quella straordinaria atmosfera festante e gioiosa, a tratti folcloristica, che la città di Doha ha regalato a tutti. Tifosi e appassionati di ogni nazionalità insieme, con il sorriso e l’entusiasmo che dovrebbero sempre accompagnare una partita di calcio. Questo è uno degli aspetti che ci piace di più! Ci auguriamo, allora, che il prossimo Mondiale, diviso tra Stati Uniti, Canada e Messico, possa ancor di più esaltare il gioco del calcio, regalando spettacolo ed emozioni. In questo modo vinceranno tutti. n
Qatar 2022: una Task Force italiana a protezione del Mondiale
La Task Force C-UAS (Counter-Unmanned Aerial Anti-drone System) dell’Aeronautica Militare, su base 16° Stormo Protezione delle Forze di Martina Franca, ha fornito il proprio contributo nell’ambito dell’operazione “Orice”, la missione bilaterale di supporto alle Forze Armate del Qatar per garantire la sicurezza dei Mondiali di Calcio che si sono svolti nell’emirato del Golfo tra il 20 novembre e il 18 dicembre scorsi. La Task Force C-UAS, guidata dal Col. Massimo Gallo, ha concorso alla difesa dello spazio aereo per contrastare l’eventuale impiego non autorizzato di mini e micro droni, mediante l’impiego di un dispositivo C-UAS costituito da jammer portatili e dal sistema antidrone stanziale ACUS (AMI Counter UAS). Il risultato, che giunge al termine di un’intensa attività addestrativa effettuata sia in patria che all’atto dello schieramento dell’unità in Qatar, ha consentito ai militari dell’Arma Azzurra di implementare l’interoperabilità con gli assetti EOD (Explosive Ordnance Disposal), CBRN (da minaccia chimica, biologica, radiologica e nucleare) e Cinofili della Task Force Land dell’Esercito Italiano e con i sistemi di difesa qatarioti e statunitensi. I militari dell’Aeronautica Militare hanno operato all’interno del dispositivo nazionale interforze a guida Brigata Sassari, comandato dal Generale di Brigata Giuseppe Bossa, del quale hanno fatto parte anche la Task Force REMUS della Marina Militare, che ha contribuito alla sicurezza delle acque in prossimità della costa mediante il veicolo subacqueo a guida autonoma REMUS 100, e dell’Arma dei Carabinieri, che ha svolto attività di consulenza alle forze di sicurezza e alle forze speciali del Qatar e compiti di polizia militare per garantire l’ordine e la sicurezza dei militari del contingente n
Era dal 1972 che un pilota italiano non vinceva il massimo campionato motociclistico su una moto del nostro Paese, quando il grande Giacomo Agostini vinse in sella alla Mv Augusta, storica scuderia fondata a Varese, il suo settimo titolo consecutivo, sancendo in pista un’egemonia tutta tricolore a cavallo degli anni 60-70’.
Era invece dal 2007 con l’australiano Casey Stoner che la Ducati non portava al trionfo un pilota della sua scuderia, ed era dal 2009, ultimo successo di Valentino Rossi, che un pilota italiano non vinceva in Moto Gp. Questa sviolinata di “ultime volte” servono a far capire che la stagione 2022 sarà veramente da ricordare per gli appassionati delle due ruote. Francesco Bagnania, detto “Pecco”, vince il motomondiale all’ultimo gran premio di Valencia, potendo gestire un comodo vantaggio sul principale rivale di stagione, il francese Fabio Quartararo che aveva come unica speranza di arrivare primo e sperare in un ritiro del pilota italiano. Mancava solo la matematica per sancire una meritata vittoria costruita e conquistata nei precedenti 19 circuiti del campionato. Una stagione non partita proprio bene per il pilota torinese, che nella
prima gara in Qatar aveva esordito con un deludente ritiro. Inizio stagione continuato in salita per Bagnaia che ha chiuso solo quindicesimo nel Gp di Indonesia, passando per l’ottava piazza nel quinto gran premio in Portogallo. Ma la svolta, la scintilla, arriva finalmente nella successiva pista in calendario in Spagna. A Jerez conquista la sua prima vittoria stagionale che nel bene o nel male, sarà il momento cruciale della stagione. Nel male perché nei successivi quattro gran premi arrivano 3 ritiri e una sola vittoria (al Mugello davanti al pubblico di casa). Ma è come se in quella parte di stagione Pecco avesse capito che bisognava tirare di più il gas e prendersi più rischi se si voleva puntare veramente in alto e fare di più del secondo posto finale della passata stagione. Così dopo aver preso maggiore confidenza sulla sua Desmo 16, arrivano quattro prepotenti vittorie consecutive passando da Hassen in Olanda al primo gradino del podio a Misano, nella pista intitolata al compianto Marco Simoncelli. Bagnaia in questa gara in particolare ha meravigliato per le sue doti tecniche alla guida confermando di avere una delle migliori “staccate” in curva in circolazione. Da quel momento da bravo stratega e sfruttando
le altalenanti prestazioni del principale avversario Quartararo, il pilota della Ducati capisce che bisogna limitare i rischi e portare punti preziosi ad ogni gara. Nei successivi quattro circuiti Bagnaia va per tre volte a podio, patendo la sfortuna solo nella pista di Motegi in Giappone. Ed infine nel penultimo Gran Premio della Malesia, Pecco mette in cassaforte il titolo piloti vincendo la gara davanti all’inseguitore francese che finisce solo terzo. La pista di Valencia si colora quindi di rosso Ducati e di bandiere tricolore, uno spettacolo che non vorresti mai smettere di vedere. E grazie anche al terzo posto in classifica piloti del compagno di scuderia Enea Bastianini, la Ducati vince anche il titolo costruttori con 448 punti, staccando di tante lunghezze la giapponese Yamaha, ferma a 256. In effetti quest’anno la Desmo 16 si è confermata essere nettamente superiore per prestazioni alle moto rivali giapponesi. Questo è il terzo titolo costruttori consecutivo dal 2020, a dimostrazione del grande lavoro che la scuderia di Borgo Panigale stia facendo negli ultimi anni. E con dei piloti giovani ma soprattutto già con esperienza da vincenti, si può pensare veramente in grande nelle prossime stagioni. n
Tantissimi atleti, ben 73, provenienti da tutta Italia si sono sfidati sui campi del CRDD di Roma. Il Comando Aeronautica Militare (COMAER), su delega dello Stato Maggiore Aeronautica, ha organizzato dal 28 novembre al 2 dicembre 2022 la competizione che quest’anno ha visto ben quattro tabelloni: Open e Amatoriale maschile, Open femminile e Open doppio misto. Dopo il successo della prime due edizioni gli appassionati di questo sport, che negli ultimi anni ha avuto una grande diffusione, hanno potuto rimettersi in gioco e ritentare la conquista del podio.
Il Padel è un’attività di squadra che sviluppa lo spirito di corpo, di cooperazione. Dover coordinare il gioco con un compagno, sia dal punto di vista tattico che emotivo, aiuta a migliorare le capacità individuali di interazione con sé stessi, ma anche e soprattutto con gli altri. Nell’ambiente militare, si è quasi sempre chiamati ad operare in team e ciò richiede disciplina capacità di autocontrollo, di collaborazione e di leader-
ship, tutti elementi condivisi con la realtà sportiva. Ed è proprio in quest’ottica che l’Aeronautica promuove questi eventi sportivi cercando di coinvolgere più personale possibile.
Grandi “battaglie” sportive si sono viste sui campi a cominciare da quella dell’Open maschile che vedeva nella finalissima i quattro migliori giocatori dell’Aeronautica Militare: da una parte il Luogotenente Sandro Baroni in coppia con il Luogotenente Vincenzo Ragusa già due volte vincitori del torneo che si trovavano a fronteggiare nuovamente il Magg. Piervincenzo Petrera ed il 1° Grad. Fabrizio Avantaggiato. L’edizione 2022 ha visto finalmente la vittoria della coppia del 36° Stormo di Gioia del Colle formata da Petrera ed Avantaggiato che dopo due finali perse sono riusciti a salire sul gradino più alto del podio in una finale avvincente. A dir poco avvincente se non vogliamo dire al cardiopalma la finale anche dell’open misto che ha visto trionfare la coppia formata dal Serg. Magg. Raffaele Cenname e dal Serg. Daniela Palmisano in un tie-break combattutissimo vinto per 14-12. Novità assoluta di quest’anno il Doppio Open femminile alla sua
prima edizione, segno evidente di come il Padel si stia diffondendo. Hanno trionfato tra le donne il T.Col Claudia Bacci in coppia con il T.Col Elisa Cuscini. Nell’Amatoriale maschile sono risultati primi il 1° Lgt. Angelo Mpscatelli ed il 1° Lgt Flavio Malatesta. A sigillare tutto l’evento è stata la cerimonia di premiazione finale, presenziata dal Generale di Brigata Massimo Cicerone, Comandante del Comando Supporti Enti di Vertice (COMSEV). Il Gen. Cicerone ha voluto nel suo indirizzo di saluto rimarcare come la manifestazione sia stata caratterizzata nella sua interezza da fair play e sportività a testimonianza dello spiccato senso di appartenenza che caratterizza gli atleti amatoriali appartenenti all’Arma Azzurra sottolineando inoltre il grande valore che la medesima manifestazione ha avuto quale strumento di incontro e amalgama tra personale della Forza Armata che, per sedi geografiche ed esperienze professionali spesso differenziate, non avrebbe avuto altro modo di venire in contatto. Dopo la consegna dei trofei ai vincitori è seguita la tradizionale foto di gruppo, un gruppo sempre più numeroso, competitivo e performante che ci auguriamo continui a crescere per il bene dello sport dell’Aeronautica Militare. n
eventi
di Arturo VIOLETTA
l 28 marzo 2023 ricorrerà il centesimo anniversario della costituzione dell’Aeronautica Militare. Un compleanno d’eccezione che, guardando al passato, rappresenta per la Forza Armata “azzurra” un traguardo significativo di cui andare fiera ma, allo stesso tempo, è anche una tappa importante per il suo futuro. Motivo per cui verrà festeggiato adeguatamente, con tutta una serie di eventi ed iniziative che si svolgeranno nel corso dell’intero anno e che, molto sinteticamente e citando i più significativi, proviamo ad elencarvi. Si partirà il 15 febbraio con un simposio storico
all’Istituto di Scienze Militari Aeronautiche di Firenze che toccherà le peculiari tematiche relative al volo. Dal 24 al 29 marzo a Piazza del Popolo a Roma verrà allestito il villaggio aeronautico “Air Force Experience” che consentirà al grande pubblico di conoscere più da vicino l’Aeronautica Militare, con velivoli in mostra statica percorsi esperienziali, incontri informativi e di intrattenimento, stand promozionali, simulatori ludici e chi più ne ha più ne metta. In particolare, nella giornata del 28 marzo, sulla terrazza del Pincio si svolgerà una cerimonia militare con un sorvolo aereo sulla città di
Roma. Un Mostra itinerante si snoderà lungo tutta la penisola, partendo il 25 marzo dall’Altare della Patria e “visitando” via via le principali città italiane. IL 18 aprile verrà riaperto al pubblico il Museo Storico A.M. di Vigna di Valle, dopo una lunga chiusura per un’accurata revisione dell’intero apparato espositivo. Il 12 e 13 maggio sarà la volta dell’Aerospace Power Conference alla Nuvola di Fuksas, a Roma, un evento internazionale per uno sguardo al futuro dell’Aerospazio. Il 17 e 18 giugno, sulla base aerea di Pratica di Mare si svolgerà l’immancabile air show, durante il quale si potranno ammirare in volo gli aeroplani di ieri e di oggi dell’Aeronautica Militare. Assolutamente da non perdere. A corredo di questi appuntamenti, sono state previste tantissime altre iniziative: dall’emissione di due monete celebrative da due e cinque euro alla pubblicazione di due volumi in un cofanetto di pregio sulla storia e sull’attualità dell’A.M., dall’album di figurine Panini ad una collana di fumetti, da una fiction con Beppe Fiorello e da diversi documentari all’emissione filatelica di francobolli celebrativi. Insomma, sarà un Centenario tutto da vivere. Non poteva mancare un nuovo sito, moderno e agile come l’Aeronautica Militare dove poter trovare tutti i dettagli e le news di questo anno da ricordare. n