AZZURRO SPORT 3-2020

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Azzurro Sport biMEstRALE di CULtURA sPORtiVA AEROnAUtiCA

AnnO 7 – nUMERO 3

FORZA ALEX!



EditoriAlE

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l’ora di ricominciare a parlare di Sport! Non è una cosa facile in questo momento poiché siamo ancora tutti scossi da questo nemico invisibile che, è bene ricordarlo, ancora non è svanito e per questo bisogna, come si dice nel pugilato tenere alta la guardia. Un nemico che ci ha posto di fronte alla fragilità dell’uomo, ma ci ha anche mostrato come tutto possa cambiare da un momento all’altro. Un abbraccio, una stretta di mano, una pacca sulla spalla che nella vita quotidiana così come sui campi sportivi erano gesti semplici e scontati ora sono diventati straordinari o addirittura vietati. Ma noi di Azzurro Sport vogliamo essere ottimisti e vedere quanto ci è stato di positivo in tutto questo. Un momento di sospensione e di stallo che ci ha fatto riflettere e riscoprire quei valori e quegli affetti tante volte dimenticati dal tram tram della vita di tutti i giorni. Si sono fortificati amicizie, amori, senso del dovere e patriottismo. Anche gli atleti, dai più famosi ai meno conosciuti, si sono fatti forza tra di loro e questo ci ha fatto vedere l’importanza di

essere Italiani. Adesso, con le dovute accortezze e le ferree regole, lo sport è ripartito e noi di Azzurro siamo pronti ad iniziare la “fase 2” e a raccontarvi nuovamente le gesta dei nostri beniamini, sicuri che il loro impegno, la loro fatica, il loro sudore ci daranno nuovamente gioie e, almeno per qualche attimo, ci faranno dimenticare tutto il brutto che abbiamo vissuto. In questo numero c’è tanto da leggere ma vogliamo soffermarci su due uomini diversi ma uniti per l’amore dello sport: il primo è Giuseppe Ottaviani, un atleta pluricentenario con un passato in Aeronautica e una passione per l’Arma Azzurra mai svanita, che purtroppo è scomparso all’eta di 104 anni, e l’altro è Alex Zanardi, un amico di Azzurro Sport, ma soprattutto un esempio di vita per tutti gli atleti del mondo. Un eroe che sta lottando ancora una volta e che per noi resta un esempio da imitare. Tutti noi di Azzurro Sport salutiamo con affetto Pippo Ottaviani e ci stringiamo forte intorno ad Alex Zanardi, con la speranza che vinca anche questa difficilissima sfida. Buona lettura tutti!

IL DIRETTORE

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8 Un ottimo terzo posto per l’Aviere Capo Emilio Bicocchi nella prima uscita dopo il lockdown

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Azzurro Sport periodico bimestrale di cultura sportiva aeronautica Iscritto al n. 292/2013 del Registro Stampa presso il Tribunale Civile di Roma Anno 7 – numero 3

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SarEmO ancOra più fOrTi

La nuOva Sfida di zanardi

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Editore AVIATOR SRL via Gianfilippo Usellini 434 00125 Roma direttore responsabile Alessio Piano redazione via Gianfilippo Usellini, 434 – 00125 Roma Fax. 06.89280466 - azzurrosport@yahoo.it consiglio Tecnico presidente: Alessandro Loiudice membri: Marzia Caravelli, Giuseppe Carella, Andrea Colotti, Andrew Howe, Fabrizio Leoni, Dario Magagnini, Elisa Santoni

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charLErOi 2006: La prima viTTOria dELLE azzurrE

20 aTLETica

28 pSicOLOgia

Ciao Campione! Il ricordo di Giuseppe Ottaviani

Prima o poi ognuno di noi trova lo sport che lo fa appassionare

32 OLimpiadi Tokyo 2021, le Olimpiadi si faranno?

© Proprietà letteraria, artistica e scientifica riservata. Per la riproduzione anche parziale di quanto pubblicato su Azzurro Sport occorre citare la fonte. Stampa Arti Grafiche Celori

Finito di stampare nel mese di giugno 2020 foto di copertina: Il Messaggero

34 BaSKET Quella volta che l’Italbasket sconfisse il Dream Team

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Pillole di SPort ATLETICA Mennea infinito: 200 m lunghi 40 anni Indimenticabile: martedì 28 luglio l’anniversario della Medaglia d’Oro alle Olimpiadi di Mosca 1980, una delle maggiori imprese dello Sport azzurro, capolavoro della Freccia del Sud

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er rivedere, non sono necessarie le immagini. Bastano le nove parole in crescendo di Paolo Rosi. «Recupera, recupera, recupera, recupera, recupera. Ha vinto, ha vinto». Le immagini sono insidiose perché dopo quarant’anni possono creare dubbi, interrogativi, piccoli terrori anche se quei passi tormentosi ed

estatici sono stati visti e rivisti: ce la farà? Sì, ce la fa, ce l’ha fatta anche stavolta. Un dito verso il cielo e finalmente un sorriso trasognato: Pietro Mennea Campione Olimpico dei 200. A 40 anni di distanza Mennea è ancora il primatista europeo dei 200 e l’esempio d’atleta che tutto il mondo

ci invidia. Pietro, non tutti lo sanno, è stato anche un Aviere dell’Aeronautica Militare ed ha gareggiato nei Campionati Militari con la maglia dell’Arma Azzurra. E dopo 40 anni da quel fantastico traguardo non possiamo che ricordarlo ancora. Grazie Mennea per essere esistito!

FABRI VINCE MA NON STUPISCE

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l meeting di Castiglione della Pescaia svoltosi lo scorso 26 Luglio, l’Aviere dell’Aeronautica Militare Leonardo Fabbri vince senza impressionare. Il primatista italiano indoor del peso non va oltre la misura di 20,37, con altri tre lanci a quelle “latitudini” (20,34, 20,23, 20,09). Poco, quindi, per chi ha lanciato 21,59 d’inverno e 21,15 non più di una decina di giorni fa a Savona, ma è anche questa una tappa che fa parte del percorso per diventare grandissimi. «Volevo il personale - dice Fabbri - perché in questa settimana avevamo lavorato molto bene. Purtroppo non ho ancora gli automatismi della stagione indoor e ho troppe cose a cui pensare in pedana, dal lato tecnico. Devo lanciare tanto perché venga naturale. Ma ho buone sensazioni e sono sicuro che a breve vi stupirò».

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CALCIO PAURA PER BRyAN CRISTANTE Momenti di terrore per il centrocampista della Roma

CALCIO IL NIkE FLIGhT SERIE A SARà IL PALLONE PER LA PROSSIMA STAGIONE

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l centrocampista della Roma Bryan Cristante è stato vittima di una tentata rapina. Il giocatore, mentre era a bordo della sua auto in zona Prati, nei pressi dello Stadio Olimpico di Roma, è stato affiancato da uno scooter con due uomini coperti dal casco integrale. I due malviventi lo hanno minacciato (si parla di una pistola, ma la notizia non è verificata) per rubargli l’orologio Rolex che aveva al polso: Cristante non si è spaventato, è sceso dalla macchina, si è difeso dai delinquenti ed riuscito a mettere in fuga le due persone anche chiedendo aiuto a voce alta.

a Lega di Serie A ha appena presentato il nuovo pallone per la prossima stagione di calcio. Si chiamerà Nike Flight Serie A e verrà utilizzato durante il 2020-2021 per tutte le partite del campionato maggiore e della Coppa Italia, oltre che per la Supercoppa italiana e per le competizioni Primavera. Ecco quanto si legge sul comunicato diramato dalla Lega di Serie A: «Nike Flight, il nuovo pallone Nike che affronta gli aspetti imprevedibili dell’aerodinamica attraverso un design rivoluzionario, è il risultato di otto anni di ricerca sul miglioramento della stabilità del volo del pallone da calcio da parte del Nike Equipment Innovation Lab. Nei test svolti dagli ingegneri del Lab sono stati coinvolti oltre 800 atleti professionisti che con le loro indicazioni sono stati fondamentali per arrivare al risultato finale. La nuova tecnologia aerodinamica Nike AerowSculpt, grazie ai solchi presenti sulla superficie del pallone, riduce le oscillazioni e garantisce una traiettoria più stabile del 30% rispetto al suo predecessore Nike. Il design presenta inoltre l’inchiostro 3D Nike ACC (All Conditions Control). Introdotto nel 2014, ACC aiuta a garantire un grip ottimale in condizioni di asciutto e bagnato».

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BASkET “MAMBA OUT”. ARRIVA LA DOCU-SERIE SU kOBE BRyANT: 8 EPISODI SU yOUTUBE

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PUGILATO CIAk SI GIRA! AL VIA LA STORIA DI MIkE TySON INTERPRETATO DALL’ATTORE JAMIE FOxx

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a vita dell’icona del pugilato degli ultimi trent’anni, Mike Tyson, sarà al centro di un biopic, dal titolo “Finding Mike”, che dovrebbe uscire in un prossimo futuro. La vita delle leggende dello sport a stelle e strisce continua ad appassionare gli sceneggiatori di hollywood che neglii ultimi anni si stanno concentrando sempre di più sul filone sport e sportivi, mettendo al centro delle imprese sportive il lato umano dei suoi protagonisti. A interpretare l’ex Campione del Mondo dei pesi massimi sarà il celeberrimo attore Jamie Foxx, il quale ne ha parlato durante una diretta Instagram “Catching Up with Mark Birnbaum”. Il 52enne statunitense, noto per aver recitato in tantissimi blockbuster, ha parlato di come si sta preparando per migliorare il suo fisico proprio per interpretare Mike Tyson: «Mi sto sottoponendo a una rigorosa routine in palestra per cambiare il fisico, io voglio che la gente mi veda in strada e mi chieda un autografo perché pensa che io sia Tyson. Peserò 97 kg e poi salirò a 102-104, sullo schermo sembreranno 113». Il film vuole mettere in mostra l’evoluzione dell’ex fuoriclasse: «Vogliamo mostrare a tutti che si evolve. Tutti vengono da un posto buono o cattivo, l’importante è il viaggio che si compie e come si diventa». Jamie Foxx racconta anche il suo rapporto con Mike Tyson: «L’ho conosciuto ormai trent’anni fa, ero su un palco e stavo per fare una battuta su di lui ma nessuno rideva o applaudiva perché lui era tra il pubblico!».

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opo “The Last Dance” gli appassionati di basket non dovranno aspettare tanto tempo per godere di un’altra docu-serie. Tra luglio e agosto, su youtube e Instagram arriva, infatti, il documentario in 8 puntate su kobe Bryant e i Lakers del 2010. Si chiama “Mamba Out”, una serie di 8 puntate dedicata a kobe e ai Lakers del 2010, a 10 anni dal 5° e ultimo titolo di Bryant e di Los Angeles. 8 episodi che usciranno a due a due tra luglio e agosto raccontando con riprese e interviste esclusive quell’annata trionfale in ricordo dei Lakers e di kobe, scomparso tragicamente con sua figlia Gianna lo scorso 26 gennaio. Nella serie prodotta da Clutchpoints ci saranno interventi di Pau Gasol, Metta World Peace, Derek Fisher ed altri ancora. E, notizia ancora più bella per gli appassionati, la serie sarà visibile a tutti su youtube e Instagram, sugli stessi canali di Clutchpoints. Se l’appuntamento per Michael Jordan e i Bulls era di lunedì, per kobe e i Lakers sarà di domenica.



equitazione

biCOCCHi!!! di Lucio FRATTA

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dopo la sosta forzata legata al COVid-19 bicocchi riparte alla grande con un terzo posto.

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1 giugno 2020, il mondo dell’equitazione riparte dopo le lunghe settimane di lockdown e, a guardare il tabellino, sembra che non sia cambiato molto. La coppia Emilio Bicocchi ed Evita Sg Z, dopo aver conquistato la finale della Coppa del Mondo di Las Vegas (annullata proprio per il Covid-19), si è piazzata al terzo posto del primo appuntamento post pandemia, il Gran Premio dello CSI4* di Grimaud. Una prestazione molto convincente e di livello tanto che la terza piazza va un po’ stretta al cavaliere dell’Aeronautica Militare, come dimostrano le distanze con i primi due classificati: sei decimi esatti di distacco dal vincitore, l’olandese Maikel van der Vleuten su Dana Blue, e tre centesimi di secondo dalla piazza d’onore conquistata dal belga Jos Verlooy su Igor. Alla fine il 1° Aviere

Scelto Emilio Bicocchi ha completato il percorso con ostacoli da 1.55 metri con un netto in 26”60 e zero penalità al barrage. Convinvcente anche la prova degli altri italiani; nella stessa competizione di Bicocchi anche anche il Carabiniere Roberto Previtali che, in sella a Viceversa de la Roqu, ha chiuso all’11° posto con zero penalità e un complessivo 28.76 secondi. Buona la prestazione dell’amazzone dell’Aeronautica Militare Giulia Martinengo Marquet su E.Adore Joh nonostante la penalizzazione per l’errore. Da sottolineare, infatti, che il suo cavallo era al primo GP di alto livello. Lorenzo de Luca su Catwalk harry ha chiuso al 24° posto con un errore, Alberto Zorzi su Vauban du Trio al 30° con 5 penalità, Paolo Paini su konstop al 31° con 5, Filippo Bologni su Diplomat al 39° con 12, Emanuele Gaudiano n su Contento ritirato.

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beach volley

PAOLO niCOLAi: «sAREMO AnCORA Più FORti»

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di Arturo VIOLETTA

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’obiettivo è arrivare a Tokyo nel miglior modo possibile. L’Aviere Paolo Nicolai, 32enne campione di beach volley di Ortona, ci ha raccontato la sua quarantena, ma in particolare le sue ambizioni future ora che è stato dato il via libera a ripartire. Per lui e per il romano Daniele Lupo – da quasi dieci anni coppia al “top” della disciplina in azzurro – è soltanto rimandato l’appuntamento delle Olimpiadi in Giappone, la terza (dopo quelle di Londra 2012 e Rio de Janeiro 2016) di una carriera folgorante e condita da grandi successi. «La sabbia manca», dice Nicolai, che parla comunque, riferendosi alla competizione a cinque cerchi spostata al 2021, di un’opportunità per arrivarci con ancora più forza e determinazione, provando a migliorare il brillante Argento conquistato ai Giochi di Rio del 2016, con al seguito nel suo staff tecnico l’allenatore vastese Ettore Marco-

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vecchio. «Il primo mattoncino di questo lungo percorso lo abbiamo conquistato con la qualificazione. Abbiamo un anno in più per lavorare e dobbiamo approfittare di questa situazione per reagire psicologicamente a questo difficile periodo e migliorare sul campo». Sul rapporto con il suo compagno, l’altro big dell’Aeronautica Militare Daniele Lupo ha detto: «Siamo due che non si risparmiano, ci crediamo fino a quando l’ultima palla non ha toccato terra. Per Daniele il beach volley è passione pura, giocherebbe dalla mattina alla sera con chiunque, gioca spesso d’istinto e sull’imprevedibilità. Io sono più metodico, calmo e cerco di costruire il mio gioco. Questa diversità è la nostra forza». Sulla situazione legata al Coronavirus: «È stato un periodo complesso, c’era in ballo qualcosa di più importante, la salute». Fonda-

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mentale è stato tenersi in forma e le opportunità di farlo, anche in casa, per fortuna non sono mancate. E poi mi sono goduto il tempo libero, tra buone letture, la chitarra e la cucina». Infine Paolo ci parla della maglia azzurra: «È un orgoglio, anche se sei tu a giocare rappresenti qualcosa di più grande, senti il peso di qualcosa di molto più grande di te e alle Olimpiadi tutto questo vale ancora di più. Sensazioni bellissime, ancora ricordo i brividi, quelli veri, che ho provato alla finale di Rio». Ora è il momento di ricominciare; sono state ufficializzate le date dei prossimi Campionati Europei che si svolgeranno dal 16 al 20 settembre in Lettonia. Una prima, vera occasione per mostrare lo stato di forma del duo da sogni dell’Aeronautica Militare. E allora che dire a Paolo e Daniele? Continuate a farci sognare! n



il personaggio

LA nUOVA “sFidA” di ALEX di Emiliano SOLE

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di nuovo in un letto di ospedale, il plurimedagliato Alex Zanardi sta lottando aggrappato con le unghie e con i denti a quella vita che già una volta la sorte ha cercato di portargli via.

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bbiamo già scritto di lui perché è un campione e un eroe. Alex Zanardi è stato e sempre sarà un esempio per tutti noi, ma ora, più che mai, ha bisogno della vicinanza di chi lo segue, lo ama e lo stima per l’uomo e lo sportivo che ha dimostrato di essere. Già l’incidente del 2001, in Germania, durante una gara del campionato Champ Car al Lausitzring, aveva segnato drasticamente la sua vita lasciandogli solo un’alternativa: reinventarsi da capo, ridarsi nuovi obiettivi, nuove abitudini e rinnovate passioni… Ma ciò non l’aveva scoraggiato, anzi l’aveva invogliato a guardare avanti, senza rimpianti né rimorsi, con nuovi stimoli e diversi traguardi da raggiungere. Purtroppo questo secondo drammatico evento non ci voleva. Grinta, tenacia, voglia di rivalsa avevano alimentato la sua prima ripresa a tal punto da farlo diventare un idolo per tutti gli sportivi e non solo.

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In questi dieci anni grandi risultati hanno premiato il suo coraggio e la sua determinazione. Medaglie e riconoscimenti vari a tutti i livelli e in tutto il mondo l’hanno portato sulle pagine di giornali e riviste nazionali e internazionali. L’handbike, dopo il 2001, è diventata la sua seconda vita, nel vero senso della parola, ma oggi è stato proprio quel nuovo amore a “tradirlo”, riportandolo in un letto di ospedale a lottare tra la vita e la morte. È trascorso poco più di un mese dall’incidente di Pienza, avvenuto il 19 giugno, e le condizioni dell’atleta, seppur migliorate, ancora non lo danno fuori pericolo. Da qui la decisione dei dottori di dimettere Zanardi dall’ospedale di Santa Maria alle Scotte di Siena. Al policlinico senese Alex è stato tenuto in coma farmacologico e sottoposto a ben tre interventi chirurgici, prima che i dottori decidessero per la progressiva sospen-

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sione dei sedativi e la dimissione dalla terapia intensiva. In questi giorni il 53enne bolognese, sebbene non ancora sveglio, è stato trasferito presso un centro specializzato in neuro-riabilitazione nel lecchese. Ma qualche complicazione lo ha portato al San Raffaele di Milano. Non si sa come andrà a finire, ma quello di cui siamo certi è che Alex non mollerà fino alla fine, perché lui è l’uomo dalle mille risorse, l’uomo che ci ha insegnato che si può reagire a qualunque disgrazia arrivando addirittura a fare di un handicap un grande punto di forza. Seguito e conosciuto in tutto il mondo per i podi olimpici conquistati, Zanardi ha ora solo bisogno del nostro supporto, perché l’amore della sua famiglia, insieme al calore che i suoi follower gli dimostreranno sarà sicuramente il motore della sua nuova ripresa. Un grosso in bocca al lupo campione! n



ALis PROntA ALLA RiPREsA PER Un’itALiA in MOViMEntO Guido Grimaldi, Presidente di ALIS, ci può spiegare brevemente come il lavoro di ALIS sia stato determinante nella fase emergenziale da Covid-19? ALIS - Associazione Logistica dell’Intermodalità Sostenibile - è la realtà associativa di riferimento per tutto il popolo del trasporto e della logistica, rappresentando oltre 1.530 imprese associate, 178.000 lavoratori diretti e indiretti e 26 miliardi di euro di fatturato aggregato. Proprio in virtù di questa rappresentatività, e del profondo senso di spirito nazionale, durante il lockdown le aziende associate ad ALIS non si sono mai fermate, come tutto il comparto, e hanno contribuito a garantire la sopravvivenza del Paese, attraverso l’approvvigionamento di merci e beni di prima necessità (in primis, prodotti alimentari, farmaceutici, sanitari) a tutto il popolo italiano. Fin dal primo momento dell’emergenza, inoltre, ALIS si è fatta portavoce delle istanze dell’intero popolo del trasporto e della logistica, anche grazie ad una forte presenza mediatica ed un costante dialogo con le Istituzioni nazionali e regionali, così come l’invio di documenti tecnici contenenti misure concrete volte a contenere l’emergenza e a tutelare tutti quegli operatori del trasporto, che sono stati insieme al personale medico e sanitario i veri eroi di questa emergenza. In sintesi, quali misure avete proposto alle Istituzioni? Partiamo dal presupposto che il settore del trasporto e della logistica, pur non essendosi mai fermato nonostante i rischi sanitari e le molteplici criticità a livello organizzativo, ha riscontrato e sta tuttora fronteggiando notevoli criticità economico-finanziarie ed operative, criticità che fin da subito hanno riguardato soprattutto i temi della liquidità, della tassazione e dell’occupazione e che oggi rischiano di non far andare avanti il settore. Per questo, tra le varie misure stra-

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ordinarie ed immediate suggerite, ALIS aveva in particolare proposto: un credito di imposta a beneficio della filiera del trasporto e della logistica per il 2020, pari al 40% di un paniere di costi operativi che saranno effettivamente sostenuti nel 2020; una moratoria bancaria per le grandi imprese, attraverso l’estensione dell’art. 56 del DL Cura Italia anche alle imprese di grande dimensione per consentire di poter sospendere il pagamento, solo per la quota capitale, delle rate di debiti finanziari e così allungare il piano di ammortamento per il rimborso del capitale mutuato; decontribuzione e detassazione delle somme erogate dai datori di lavoro che mantengono i livelli occupazionali e delle somme eventualmente erogate a titolo di integrazione degli assegni di cassa integrazione; incentivi all’industria dell’Automotive, un settore strategico per l’industria nazionale, considerando anche l’indotto prodotto dalle industrie automobilistiche e di componentistica. Perché l’estensione della moratoria bancaria anche alle grandi aziende? Il discorso inerente le criticità del settore vale anche per le grandi aziende strutturate del Paese, che sono rimaste in continua attività nonostante i disagi che abbiamo descritto e che, però, non hanno beneficiato di quelle misure straordinarie, previste e stanziate invece dal Governo per le piccole e medie imprese. Non avendo ottenuto riscontri pratici nelle misure governative, ALIS si è dovuta muovere da sola per ottenere un risultato concreto nei confronti delle grandi aziende. Con ABI, l’Associazione bancaria italiana, abbiamo firmato un accordo volto ad estendere la moratoria del credito anche alle aziende di grandi dimensioni. Un passo importante a tutela di tutte quelle imprese, molte anche dell’autotrasporto, che avevano davvero bisogno di una boccata di ossigeno.

Ora è arrivata l’estate e la stagione turistica, partita in grande ritardo, sta cercando di riprendersi. Sul tema ALIS è intervenuta in riferimento ai correlati sistemi di trasporto. Può spiegarci meglio? Da quando è iniziata la fase 2, la nostra Associazione ha lanciato un messaggio chiaro e diretto: bisogna “salvare il salvabile” di una stagione turistica già fortemente compromessa. Siamo infatti preoccupati per i dati sui flussi turistici, perché ad oggi sembra proprio che la stagione turistica non sia ancora ripartita. Siamo altrettanto convinti che alcune misure adottate dal Governo siano utili per un comparto così vitale per il PIL italiano, quale è appunto quello del turismo, e così in difficoltà come nel momento attuale che sta attraversando. Allo stesso tempo, riteniamo che, per rilanciare davvero il settore del turismo, è oggi ancor più urgente attuare misure strutturali che guardino concretamente all’ottimizzazione dei correlati sistemi di trasporto e alla crescita socio-economica dei territori, dei cittadini e dei lavoratori. Per garantire la continuità territoriale marittima, ALIS propone l’adozione del cd. “modello spagnolo”. In cosa consiste? Il capitolo legato alla continuità territoriale marittima merita ulteriore attenzione e ALIS ha posto l’accento anche in relazione alle ripercussioni sul mercato e sulla libera concorrenza. Con il decreto Rilancio il Governo aveva inizialmente prorogato per un intero anno alla compagnia CIN-Tirrenia la convenzione sui servizi di trasporto marittimo svolti in continuità territoriale. Ora, con l’approvazione di uno specifico emendamento nell’iter di conversione in legge del DL Rilancio, apprendiamo che il periodo di proroga è stato ridotto fino al 28 febbraio 2021. Ciò significa decine di milioni di euro erogati dallo Stato. Una scelta per noi inspiegabile, soprattutto perché a


vantaggio di un unico operatore marittimo, peraltro già insolvente nei confronti dello Stato. Come ALIS siamo da sempre convinti che il modello più giusto sia quello cd. “spagnolo”. L’esempio positivo arriva proprio dalla Spagna dove, grazie a questo modello, non si è creata concorrenza sleale ma i flussi di traffico dei passeggeri verso le isole Baleari e Canarie, e di conseguenza anche l’intero settore turistico, hanno avuto una crescita esponenziale. In estrema sintesi, il passeggero o l’autotrasportatore può scegliere liberamente la compagnia marittima che preferisce, senza dover essere vincolato ad un unico operatore. Questa soluzione creerebbe un sistema più efficiente e competitivo. Oltretutto insieme alle nostre aziende associate ALIS ha continuato e sta continuando ancora oggi a garantire i trasporti con le Isole, nonostante ripercussioni economiche pesanti per le compagnie e le aziende coinvolte, le quali hanno bisogno di iniziative e misure strutturate per tutelare tanto il trasporto quanto il turismo. Sempre nel settore marittimo, con riferimento alle operazioni portuali ALIS ha difeso il diritto all’autoproduzione. Può spiegarci cosa è successo però con gli emendamenti al DL Rilancio? Certo. La preoccupazione espressa da ALIS anche in un comunicato stampa, è riferita ad un emendamento al disegno di legge di conversione del Decreto Rilancio in materia di trasporto marittimo, che è stato approvato in Commissione e che, introducendo l’articolo 199-bis rubricato “Norme in materia di operazioni portuali”, va di fatto a modificare l’articolo 16 della Legge 84/94 introducendo specifiche autorizzazioni per l’esercizio delle operazioni portuali, da effettuarsi all’arrivo o alla partenza delle navi. Eravamo e restiamo contrari a queste modifiche in quanto riteniamo che non tutelino il diritto all’autoproduzione - garantito dall’ar-

ticolo 9 della legislazione antitrust, la legge n. 287/1990, agli operatori economici e quindi anche agli armatori nel settore marittimo - ma, anzi, rappresentino un vero passo indietro di trent’anni per l’intera portualità italiana. I nuovi requisiti approvati rappresentano veri e propri ostacoli all’istituto dell’autoproduzione, soprattutto per le navi impegnate nelle Autostrade del Mare con frequenze elevate. Tutto questo comporta a nostro avviso una profonda lesione della competitività del settore marittimo nonché l’aumento dei costi per le compagnie armatoriali, dal momento che ora si ritroveranno a non poter più disporre del proprio personale. Restiamo convinti che tale scelta sia dannosa sia sul piano organizzativo che su quello economico, provocando gravi ripercussioni sui volumi dei traffici lungo le direttrici marittime, sull’occupazione nel settore e sull’utilizzo della conversione modale e delle Autostrade del Mare, modalità di trasporto promosse con convinzione non solo dalla nostra Associazione, ma anche e soprattutto dall’Unione Europea.

delle disposizioni vigenti e dei protocolli di sicurezza. Due giorni organizzati nella splendida cornice della penisola sorrentina, due giorni interamente dedicati alle istanze del popolo del trasporto e della logistica e alla strategia per la ripartenza del comparto. Insieme al popolo del trasporto, presenti prestigiosi ospiti: Istituzioni nazionali e locali, imprenditori, associazioni, giornalisti, accademici, centri di ricerca, studenti e stakeholder dell’intera filiera logistica e di tutti i settori produttivi. L’obiettivo principale è discutere tanto delle problematiche che il nostro Paese sta affrontando quanto delle opportunità che possono nascere da un momento così difficile e che devono essere colte positivamente dai nostri imprenditori e lavoratori, veri protagonisti della ripartenza del sistema produttivo nazionale. ALIS, grazie anche ad iniziative come “La due giorni” a Sorrento, non si ferma ed è pronta per la ripresa di un’Italia in movimento.

Il 16 e il 17 luglio a Sorrento “La due giorni di ALIS. La ripresa per un’Italia in movimento”: con quali obiettivi ALIS ha organizzato questo evento? L’evento “La due giorni di ALIS. La ripresa per un’Italia in movimento” rappresenta un segnale concreto e positivo al rilancio effettivo dell’Italia non solo sul piano nazionale, ma anche nei mercati europei ed internazionali. Abbiamo infatti scelto di ripartire insieme con un grande evento, a testimonianza della necessità di tornare pian piano alla normalità, ovviamente nel pieno rispetto

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il personaggio

CiAO CAMPiOnE il 20 luglio scorso, presso la chiesa di sant’ippolito di Pesaro e Urbino, l’ultimo saluto a Giuseppe Ottaviani, l’atleta marchigiano ultracentenario con l’Aeronautica nel cuore. 20 Azzurro Sport 3/2020


di Arturo VIOLETTA

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n’icona dello sport italiano e, in particolare, dell’atletica leggera, Giuseppe Ottaviani, nato a Sant’Ippolito in provincia di Pesaro e Urbino, nel 1916, ci ha salutato lo scorso 19 luglio, alla veneranda età di 104 anni. Ottaviani, già protagonista delle pagine del nostro magazine, lo ricordiamo per la voglia di vivere, di mantenersi in forma, di darsi sempre nuovi obiettivi, soprattutto in campo sportivo. Peppe, come lo chiamavano gli amici, è entrato nel guinness dei primati per essere stato il primo e l’unico, ad oggi, centenario al mondo a fare il salto triplo della categoria M100, praticando 11 diverse specialità dell’atletica leggera. Specializzato nelle gare master, grazie agli importanti traguardi raggiunti negli ultimi 10 anni è stato nominato Commendatore della Repubblica per alti meriti sportivi. Un campione che si è scoperto tale a 60-70 anni, dopo una vita trascorsa a imbastire e cucire vestiti da uomo. È stato Aviere dell’Aereonautica Militare durante la Seconda Guerra Mondiale e la sorte ha voluto che, grazie ai suoi numerosi podi conquistati, proprio il Capo di Stato Maggiore della

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sua Forza Armata, nel 2014, l’onorasse dell’iscrizione al Centro Sportivo dell’Aeronautica Militare. Un riconoscimento che forse per qualcuno non avrebbe significato molto, ma che per lui ha avuto grande valore, tanto che due anni dopo, proprio con indosso la tuta dell’Arma Azzurra, è salito sul palco dell’Aritston, ospite al Festival di Sanremo. Un uomo energico che ha voluto sempre mettersi alla prova. Per lui ogni sfida vinta aveva un duplice sapore: quello di un traguardo raggiunto, ma soprattutto quello di un nuovo obiettivo da prefissarsi. Ottaviani non sapeva proprio cosa voleva dire “punto di arrivo”, conosceva solo il significato dell’espressione “punto di partenza”, perché per lui c’era sempre un nuovo inizio, una nuova prova da superare, un nuovo limite da oltrepassare. Questo lo teneva in vita, questo lo teneva giovane, nel fisico, ma anche nell’animo e nella testa. Mosso da tale volontà ha sempre continuato a guardare avanti, oltre l’orizzonte, oltre il

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visibile. Nel 2013 si è iscritto all’Università per la terza età a Fossombrone, e con lo stesso spirito al suo 95°compleanno si è fatto regalare un computer e ha iniziato a navigare su internet. Plurimedagliato anche in competizioni di livello europeo e mondiale, Ottaviani è stato protagonista delle rassegne sportive nazionali e internazionali degli ultimi 30 anni. Per i suoi enormi successi e l’esemplarità è stato ricevuto nel 2016 da Papa Francesco e nel 2017 dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Tutta l’atletica è triste per questa scomparsa e lo saluta attraverso le parole pronunciate del Presidente della Fidal, Alfio Giomi: «L’atletica italiana saluta Peppe Ottaviani, un uomo sempre sorridente, ispirazione per gli sportivi di ogni età. La sua passione l’ha portato a correre, saltare e divertirsi con noi fino a oltre 100 anni e per questo sarà per sempre un esempio da seguire». Quindi che dire, se non «grazie Peppe, e un san luto anche da Azzurro Sport».



tennis

CHARLEROi 2006: LA PRiMA VittORiA dELLE AZZURRE di Stefano COLOTTI

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Riviviamo l’inizio dell’era d’Oro delle tenniste italiane che ci regalarono molteplici trionfi in Federation Cup.

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l 2006 viene ricordato da tutti gli sportivi dello Stivale come l’anno della vittoria dei Mondiali in Germania, ma quell’anno non è entrato negli annali solamente per il mondo del calcio. Nel settembre lo sport italiano gioì per il primo, storico successo del tennis femminile nel campionato a squadre, la Federation CUP. Quella coppa fu particolarmente importante perché fece da vera e propria miccia per l’esplosione di un intero movimento che portò le ragazze azzurre guidate da Corrado Barazzutti a stare con regolarità ai vertici delle classifiche negli anni a venire e a collezionare altre 3 Federation Cup nel 2009, 2010 e 2013. Ma tra tutti quei successi quello del 2006 è sicuramente quello più meritato e di valore, dal momento che le azzurre nel loro percorso sconfissero la Francia dell’allora numero 1 al mondo Amelie Mauresmo e il Belgio della numero tre Justin

henin, entrambe assolute campionesse di quegli anni. Inoltre, nel tabellone finale il team composto da Francesca Schiavone, Flavia Pennetta, Roberta Vinci e Mara Santangelo giocò tutte le partite in trasferta, un grande svantaggio che le azzurre riuscirono a ribaltare. Ma ripercorriamo l’entusiasmante percorso delle ragazze di coach Barazzutti. I quarti di finale contro il team francese si giocano sulla terra indoor di Nancy. La Schiavone sconfigge velocemente nel primo incontro Natalie Dechy, ma la Mauresmo pareggia i conti liquidando nettamente la Pennetta. Nel terzo singolare si incrociano quindi le giocatrici di punta delle due nazioni ed è chiaro che l’incontro rappresenterà l’ago della bilancia. La milanese è situata alla 15esima posizione mondiale ma non ha per niente l’intenzione di fare la comparsa contro la transalpina. Nel primo set l’azzurra gioca con molta concentrazione ma è l’avversaria a

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portarsi a casa il parziale con un pizzico di esperienza in più. Il secondo set è ancora più lottato del primo, si arriva al tiebreak, ma è la Schiavone a dare una scossa in più al gioco pareggiando il conteggio. E, a grande sorpresa di tutti, nel terzo set l’azzurra recupera uno svantaggio iniziale chiudendo l’incontro per 6-4. Nel quarto singolare la Pennetta in quasi due ore di gioco prevale in due set sulla Dechy, portando l’Italia al passaggio del turno contro ogni pronostico. In semifinale le azzurre volano a Saragozza per affrontare la Spagna di Anabel Medina Garines, allora numero 27 al mondo, e Lourdes Dominguez Lino, 57 al mondo, non due giocatrici di prima fascia ma comunque specialiste sulla terra rossa che non regalano niente. Ma le azzurre cominciano subito forte e si portano sul 2-0 dopo i primi incontri di singolare, la Pennetta sconfigge velocemente la Guarrines mentre la Schiavone supera in due set un po’ più combattuti la Dominguez Lino. Nel terzo singolare la Guarrines riaccende le speranze iberiche sorprendendo la Schiavone, ma la Pennetta nel match successivo ammutolisce il pubblico di casa, non lasciando scampo al muro di-

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fensivo alzato dalla Lino. Per la prima volta nella storia le azzurre sono in finale e ad attenderle c’è il Belgio della campionessa Justin henin, tennista che unisce velocità, tecnica e intelligenza tattica come nessun’altra giocatrice al mondo. Le azzurre sanno che sarà proibitivo sconfiggere la henin e che non potranno sbagliare nei singolari contro kirsten Flipkens, giocatrice che ruota fuori dalla 100esima posizione mondiale, per poi giocarsi tutto nell’incontro di doppio finale. La Schiavone rispetta i pronostici contro la Flipkens e la henin, seppur con qualche occasione concessa, prevale in due set sia sulla Pennetta che sulla stessa “Leonessa”. Qui però accade un imprevisto, con le azzurre sotto 2 incontri a 1 Flavia Pennetta si infortuna e al suo posto coach Barazzutti deve schierare Mara Santangelo. La tennista di Latina entra in campo un po’ contratta e perde il primo set al tiebreak. Ma con un po’ di brividi riesce a raddrizzare le sorti della sfida facendo valere la sua maggiore cifra tecnica sulla Flipkens. Si decice quindi tutto nel doppio. Il coach belga è obbligato a scegliere il duo henin-Flipkens, mentre Barazzutti affianca alla Schiavone la

specialista doppista Roberta Vinci. Le padrone di casa vanno avanti di un set, ma le azzurre nonostante il tifo incessante del pubblico belga riescono a mantenere la calma aggiudicandosi il secondo set. Nel terzo parziale si portano avanti per due game a zero, ma purtroppo non riescono a conquistarsi fino all’ultimo il successo in campo perché la henin, costretta agli straordinari, deve ritirarsi per un problema al ginocchio. Ma ciò non toglie i meriti del team azzurro che nel complesso può contare in una squadra più completa di quella belga, a sua volta troppo dipendente dalla 9 volte vincitrice di una prova dello Slam. La festa è grande. Quello del 2006 fu solo l’inizio del decennio d’oro del tennis rosa italiano. Negli anni a seguire arrivarono altre tre vittorie in Fed Cup. Al ritiro della Santangelo subentrò Sara Errani che formò in doppio una coppia imbattibile con Roberta Vinci, fino a raggiungere il primo posto al mondo nella disciplina. E come non citare il trionfo al Roland Garros della Schiavone, come quello agli US Open di Flavia Pennetta. Per più di dieci anni queste ragazze ci hanno regalato tanti n sorrisi e le ringraziamo per questo.



psicologia

nella vita prima o poi lo trovi uno sport che fa appassionare di Matteo SIMONE psicologo e psicoterapeuta

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ella vita prima o poi lo trovi uno Sport che fa appassionare, fa mettere in gioco, fa sperimentare benessere e performance. Lo sport permette di far parte di una squadra che segue obiettivi condivisi, fa condividere allenamenti e gare, trasferte e viaggi. Non c’è un’età per iniziare o per cambiare uno sport, importante è quello che si sperimenta e a volte le sensazioni e le emozioni sono ricche e intense. Lo sport è una palestra di vita, una modalità per sperimentarsi e mettersi alla prova, un’opportunità per apprendere dall’esperienza e portare a casa sempre insegnamenti. Lo sport permette di sperimentare tanto, dalla fatica negli allenamenti e nelle gare alle soddisfazioni per essere riuscito a raggiungere propri obiettivi. Si impara a conoscere la vita come ciclica, tensione e rilassamento, fatica e gioia, sconfitte e vittorie, seguendo proprie direzioni che portano a mete e a raggiungere obiettivi difficili e sfidanti ma raggiungibili, cer-

cando di trasformare sogni in realtà. Sali in carrozza, la carrozza dello Sport, fatti trasportare e coinvolgere, contribuisci a spingere la carrozza con la tua volontà e le tue forze, segui un coach o un atleta più esperto o diventa il coach di te stesso, non aspettare il momento migliore, non rimandare, è ora il momento. All’inizio può bastare anche un solo minuto al giorno, il resto viene da sé, sperimentando sempre più benessere e performance. Lo sport diventerà la tua vera zona di comfort, fidati. È importante lavorare su obiettivi, sul superare errori e sconfitte, si impara da tutto ciò che succede e si può fare meglio in futuro come individui e come squadra conoscendosi meglio. Si impara sempre dall’esperienza, l’importante è mettersi in gioco, uscire dalla zona di comfort, solo mettendosi in gioco e facendo esperienza ci possono essere i presupposti per far meglio e conoscersi meglio, la prossima volta si potrà fare diversamente, migliorando. Solo chi fa sa. Lo sport che vogliamo è

competitivo ma non aggressivo; uno sport dove si rispetta sé stessi e gli altri, dove si può sperimentare uno spirito di squadra accogliente e rispettoso dove c’è posto per tutti e ognuno apporta il proprio importante contributo; uno sport dove la fatica e l’impegno vengono ripagati con riconoscimenti e attestati di stima e di rispetto. Lo sport che vogliamo è lo sport che ci permette di metterci in gioco apprendendo dall’esperienza; uno sport dove si sperimentano sensazioni ed emozioni; uno sport che fa ritornare a casa soddisfatti e contenti. Lo sport è un mondo dove si può scaricare tensione, dove ci si può mettere alla prova, dove puoi sentire il tuo corpo, dove ti puoi testare, dove c’è un percorso, un inizio e una fine, come nella vita, dove trovi tanti compagni di viaggio lungo percorsi sconosciuti, un mondo dove si attraversano ansie, tensioni, paure, stanchezza, incredulità, gioia, precarietà: niente è stabile, niente è n per sempre.

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olimpiadi

OLiMPiAdi tOkYO 2021 si FARAnnO? nella conferenza stampa dello scorso 17 luglio il Presidente del comitato organizzatore Yoshiro Mori ha affermato che «il Vaccino sarà decisivo per far cominciare i Giochi» di Emiliano SOLE 1/2020 32 38 Azzurro Sport 3/2020


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enza un vaccino o un medicinale contro il Coronavirus sarà impossibile organizzare le Olimpiadi di Tokyo, già rinviate di un anno a causa della pandemia». Lo ha detto il Presidente del Comitato organizzatore yoshiro Mori che ha aggiunto: «il primo step sarà lo sviluppo di un vaccino o di un farmaco», la dichiarazione al gruppo televisivo giapponese Nhk. «Se la situazione continua così com’è al momento, non saremo in grado di organizzare i Giochi». Tanti se e tanti ma intorno a queste Olimpiadi che sarebbero dovute iniziare venerdì 24 luglio e che invece non c’è neanche la certezza che si riusciranno a svolgere nel 2021, con le date già fissate dal 23 luglio all’8 agosto. La pandemia sarà cessata o sotto controllo nel 2021? Impossibile prevederlo. Il vaccino sarà l’antidoto anche contro l’annullamento definitivo? Il pubblico

potrà assistere alle gare o avremo una triste edizione a porte chiuse? Tanti interrogativi ma una certezza assoluta: le Olimpiadi a porte chiuse al momento non sono contemplate: l’obiettivo sono Giochi non blindati. Ma su questo intento planano varie sfumature di pessimismo. Ad esempio, un recente sondaggio dice che il 77% dei giapponesi crede che i Giochi non possano essere disputati nemmeno nel 2021, mentre il 51,7% dei cittadini di Tokyo vorrebbe un’ulteriore dilazione o la cancellazione definitiva dell’Olimpiade. Tra l’altro, sullo sport nipponico è appena caduta una tegola che non giova all’immagine: una relazione di chi si occupa di diritti umani ha denunciato che 800 ragazzini di 50 discipline sono stati vittime di abusi verbali, fisici e perfino sessuali. Il CIO, però, tiene duro e il Presidente Thomas Bach, intenzionato a ricandidarsi per un altro quadriennio, rilancia: «Sarebbe stato più semplice annullare ma

siamo qui per organizzare i Giochi, non per cancellarli. Dobbiamo vincere una sfida completamente nuova». Lo sarà anche sul fronte del contenimento dei costi (alberghi, trasporti e impianti da ridurre nelle capienze sono in cima alla spending review), dando una versione ancora più sobria a Giochi che già si ripromettevano di non essere sfarzosi. Se nell’edizione del 1964 Tokyo era l’emblema di un Paese in crescita impetuosa dopo le rovine del Secondo Conflitto Mondiale, oggi la metropoli punta a un modello «verde» (le medaglie arriveranno da materiali riciclati come telefoni e cellulari usati; così pure l’abbigliamento sarà ricavato da 30 mila abiti vecchi), a nuovi concetti di mobilità e a un progetto educativo che coinvolge quasi 18 mila scuole. È anche per questa ragione che si incrociano le dita: sarebbe un peccato stendere un velo su Giochi che hanno il senso del futuro. n

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basket

QUELLA VOLtA CHE L’itALbAskEt sCOnFissE iL dREAM tEAM. di Stefano COLOTTI

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nel 2004 la nazionale guidata da Carlo Recalcati rifilò alle stelle dell’nbA 17 punti di distacco, una vittoria che fece da trampolino per la conquista della Medaglia d’Argento ai Giochi Olimpici di Atene.

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esta tutt’ora una delle soddisfazioni più grandi mai avute dalla pallacanestro italiana quanto una delle peggiori sconfitte per la nazionale americana, soprattutto se si pensa alle enormi differenze che ci sono oggi, tecniche ed economiche, tra i due mondi. L’8 agosto 2004 a Colonia, seppur in un’amichevole preparatoria al Torneo Olimpico di Atene, gli azzurri guidati da Giacomo Galanda, Gianluca Basile e Gianmarco Pozzecco rifilarono un’inaspettata quanto severa lezione di basket ai campioni NBA rappresentati da Allen Iverson e Tim Duncan. Per comprendere meglio la portata di tale impresa, si disse che i nostri cestisti negli spogliatoi pre gara scherzando e sicuramente sottovalutandosi troppo, pronosticarono una sconfitta con 60 punti di differenza. Ma le cose andarono decisamente nel senso opposto. Sotto la sapiente regia di coach Recalcati, applicando un’attenta difesa con alternanza di marcatura a uomo e zona, i nostri fin dal primo quarto mettono in crisi le maggiori individualità degli americani, i

quali devono fare i conti anche con molti fischi di infrazione per passi. Si gioca in Europa e qui gli arbitri, a differenza di quelli NBA, badano di più alle regole che allo spettacolo. Il talento su cui può contare il Dream Team sembra però non avere fine. Oltre a Duncan e Iverson, ci sono gli allora giovani Le Bron James, Dwyane Wade e Carmelo Antonhy, giocatori che saranno assoluti protagonisti e dominatori nei 10 anni di NBA a venire. Ma lo stesso James non riesce a tenere a bada uno scatenato Basile, che infila tiri da tre punti a ripetizione, così come Galanda che riceve lo scarico dalle penetrazioni di Pozzecco e Bulleri e ripetutamente punisce dall’arco gli americani. Mentre sotto canestro uno stoico Denis Marconato lotta a rimbalzo contro i giganti NBA, non sfigurando affatto. A completare il quadro perfetto, la prestazione difensiva di Matteo Soragna, la precisione dentro il pitturato di Roberto Chacig e lo stato di forma del “tuttofare” Alex Righetti. Quando l’Italia raggiunge il massimo vantaggio a + 21, l’incredulo coach americano Larry Brown, fresco vincitore dell’anello

con i Detroit Pistons, chiama un time out cercando nel disperato tentativo di scuotere i suoi giocatori. Gli assi NBA cercano di rimontare spaventando i nostri, ma l’apoteosi arriva con Pozzecco che penetra, finge lo scarico, poi segna e subisce fallo da Iverson. Gioco da tre punti e inchino verso il pubblico a prevalenza stelle e strisce ma ormai in delirio per l’Italia. È la nostra notte più grande, finisce 95-78, la peggior sconfitta della Nazionale Usa fino a quel momento (la 2a di sempre). «Oggi ho imparato una lezione, in Europa ci sono giocatori super, che non dobbiamo sottovalutare se vogliamo vincere alle Olimpiadi», dichiarò Brown a fine partita. Cattivo presagio che si avverò per l’allenatore americano. In Grecia il Dream Team deluse perdendo in semifinale con l’Argentina di Mario Ginobili e Luis Scola, scoglio su cui si infranse anche l’Italia in finale, dopo una grandissima cavalcata nella quale gli azzurri sconfissero Portorico ai quarti e la Lituania in semifinale. Arrivò comunque una storica Medaglia d’Argento, uno dei migliori risultati di sempre per la pallacanestro italiana. n

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