7 minute read
BLACK MAMBA
gia del solito e quindi devi imparare a gestirla bene e indirizzarla nel verso giusto». Quali sono i tuoi pensieri? Pensare a quello che si è investito in termini di allenamenti e preparazione atletica? «Di solito cerco sempre di pensare solo a quello che sto facendo o a come devo usare il mio corpo per far sì che un esercizio riesca al meglio». Dietro l’atleta c’è sempre un mondo di persone fatto di famiglia, amici, staff, squadra che supportano, sostengono, fanno il team. Nella mente dell’atleta ci sono sempre competizioni da preparare, viaggi da fare, allenamenti, trasferte, gare più o meno importanti. Cosa e quali persone hanno contribuito al tuo benessere nello sport o alla tua performance? «La mia famiglia che mi ha sempre sostenuto in tutto sin dall'inizio della mia carriera e qualche amico stretto che ha fatto lo stesso nel mio percorso. Poi chiaramente ci sono le strutture, intese come palestre attrezzate che ti permettono di prepararti al meglio e la stessa Aereonautica Militare che con il suo continuo supporto ci permette di fare la vita che facciamo, fatta di allena30 Azzurro Sport6/2021
menti, trasferte e gare». Familiari e amici cosa dicono circa il tuo sport? «Fortunatamente mi hanno sempre aiutato e supportato nello sport che faccio». Come hai gestito eventuali crisi, sconfitte, infortuni? «Con pazienza e con l 'aiuto di persone care che mi sono state vicine». Lo sport permette di sperimentare prima di tutto benessere e apprendimento e poi se c’è talento, passione, impegno, motivazione, determinazione anche performance cercando di prendere direzioni che portano a raggiungere mete e obiettivi sfidanti e anche trasformare songi in realtà come la partecipazione a una Olimpiade, se poi le partecipazioni sono 4 significa che il talento è elevato la fiducia in sé anche e quindi si tratta di spingere ancora un po’ per andare a medaglia. La gara della tua vita dove hai sperimentato le emozioni più belle? «La finale olimpica al cavallo con maniglie fatta il 5 agosto 2012, indubbiamente la gara più bella della mia vita». Un’esperienza che ti può dare la sicurezza di potercela fare nello sport o nella vita? «Fortunatamente ci sono stati diversi momenti all'interno della mia carriera sportiva che mi hanno fatto capire di avercela fatta a fare lo sport che faccio, per esempio in occasione delle mie quattro partecipazioni olimpiche». Sogni realizzati e da realizzare? «Sogni realizzati la partecipazione a quattro Giochi Olimpici, sogni da realizzare magari farne anche un’altra e perché no, vincere anche una medaglia!». Molte volte la componente mentale diventa una marcia in più sia per il benessere che per la performance nell’atleta, una figura di supporto e di allenamento mentale può aiutare a sviluppare consapevolezza di capacità, possibilità e risorse nascoste; può aiutare a essere più sereni e focalizzati sia in allenamento che in gara, può sviluppare più fiducia in sé; può aiutare ad accettare, gestire, affrontare cambiamenti e a essere più resilienti. Quali meccanismi psicologici ritieni ti aiutano nello sport? «Lavoro da qualche anno con una mental coach e di sicuro è un’esperienza che mi ha aiutato molto nella prestazione sportiva. Il metodo di lavoro che utilizziamo si chiama metodo SFERA». Se c’è impegno costante, se c’è passione,
Advertisement
se c’è talento, ci si può presentare al momento della gara abbastanza sicuri di sé con la consapevolezza di aver fatto i compiti a casa, di possedere le caratteristiche, capacità, risorse per far bene come si è sempre dimostrato in passato anche se ci sono imprevisti che potrebbero mettere a rischio la prestazione. Un episodio curioso della tua attività sportiva? «Una volta in una gara di coppa del mondo in Scozia, causa problemi tecnici l'aereo che ci doveva portare ha fatto uno scalo tecnico ad Amsterdam e da lì non è più ripartito fino alla mattina dopo. In pratica dovevamo arrivare il pomeriggio prima della gara invece siamo arrivati a Glasgow il giorno stesso della gara, e dall'aeroporto siamo andati direttamente al palazzetto per gareggiare... fortunatamente la gara poi è andata bene!». La tua gara più difficile? «La finale al campionato del mondo al cavallo con maniglie del 2013. Arrivavo da un primo posto nelle qualificazioni, quindi l'avvicinamento alla finale è stato difficile, poi però fortunatamente la gara è andata bene». È importante essere integri, presentarsi agli allenamenti e alle gare in salute e corretti e tornare sempre a casa con la coscienza a posto portando dietro di sé sempre un’esperienza che arricchisce qualsiasi risultato si abbia ottenuto per non inquinare se stessi, corpo e mente. Hai rischiato di incorrere nel doping nella tua carriera sportiva? Un messaggio per sconsigliarne l’uso? «No, mai avuto casi di doping in carriera. Consiglio semplicemente di provare a dare il meglio di se stessi tutti i giorni, dagli allenamenti alle gare, per quello che si ha dentro, e che si diventi un campione o meno l'importante è essere consapevoli di aver dato tutto quello che si ha, così qualsiasi risultato positivo o negativo che si ottiene lo si prende e lo si porta a casa senza che ci siano mai dei rimpianti». È importante essere sempre pronti a cavalcare l’onda del cambiamento con le risorse residue, rimodulando i propri obiettivi momentaneamente, con fiducia e riprendendo un passo alla volta senza fretta. Hai mai rischiato per infortuni o altro di smettere di essere atleta? «Sì, due anni fa quando mi sono strappato un adduttore in gara ai Campionati del Mondo. È stato un brutto infortunio e arrivato comunque già a 36 anni, all'inizio non è stato facile poi fortunatamente mi sono rimesso in piedi e sono andato avanti nella mia attività». Potrebbe essere utile lo psicologo dello sport? In quali fasi? «Sono seguito da una mental coach e la trovo un’esperienza utile. Ogni fase è diversa e importante allo stesso tempo». Lo sport è un’opportunità per tutti, grandi e piccoli, soprattutto per i ragazzi è un addestramento alla vita, una possibilità per apprendere la conoscenza del proprio corpo, un modo per aggregarsi agli altri, per condividere movimento, fatica, gioie e soddisfazioni, per apprendere dall’esperienza. Quale messaggio vuoi rivolgere ai ragazzi per farli avvicinare a questo sport? «In generale fare sport fa bene, ti aiuta a crescere meglio e con dei valori importanti che poi ti puoi ritrovare anche nella vita normale. E in più si possono fare esperienze bellissime come girare il mondo o conoscere persone nuove e magari crearsi delle amicizie che possono durare anche tutta una vita». n
il personaggio
CI MANCHI BLACK MAMBA
Il 26 gennaio del 2020 il mondo dello sport perdeva un uomo straordinario. In un tragico incidente con il suo elicottero moriva Kobe Bryant. Sono trascorsi due anni da allora ma Black Mamba ci manca terribilmente.
Esono due! Due lunghi anni senza Kobe, senza il gigante buono dal cuore italiano, che ha entusiasmato tutti, in modo trasversale,al di la di ogni credo o convinzione sportiva. In quel tragico incidente con lui se ne andò anche sua figlia Gianna ed altre sette persone. Pensate un po’, stavano andando tutti ad una partita di Pallacanestro, uno dei grandi amori della sua vita, attraverso il quale ha incantato e regalato emozioni. L’ex stella dei Los Angeles Lakers ha lasciato un segno indelebile nello Sport mondiale. Nei suoi venti anni di militanza con la casacca giallo-viola ha praticamente conquistato tutto ciò che poteva conquistare: cinque titoli NBA (2000-2001-2002 e 20092010), un premio di MVP della stagione, 2 volte miglior giocatore delle Finals, 18 convocazioni all'All Star Game. E ancora gli Ori Olimpici (2) conquistati con Team USA: Pechino 2008 e Londra 2012, quest'ultima la rappresentativa a stelle e strisce che più si avvicinò per l'immaginario collettivo al Dream Team del 1992 di Michael Jordan. Ma il suo nome e la sua incredibile storia sono legati anche all’Italia, dove trascorse la sua infanzia al seguito di papà Joe, approdato nel nostro campionato di Pallacanestro, e dove tornerà in seguito sempre volentieri. Dove ha effettuato i primi tiri a canestro, ha tifato Milan e si è innamorato degli italiani. Un personaggio così non può essere dimenticato, e non solo da chi ama lo Sport. «Mamba out» disse nel suo ultimo incontro disputato con i Lakers per congedarsi dal suo pubblico... oggi quel saluto ci rattrista ancora di più. Onore a te grande Kobe! n