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Azzurro Sport BIMESTRALE DI CULTURA SPORTIVA AERONAUTICA
VITTORIA DEL DUO CLAPCICH-CONTI CAMPIONATI EUROPEI DI VELA
ANNO 2 – N. 4
EDITORIALE
È
stata un’Estate ricca di eventi e di vittorie per lo Sport italiano e questo, naturalmente, ci rende molto felici. Non ci sono state competizioni o specialità in cui le compagini nazionali o i singoli atleti non abbiano messo in mostra capacità, grinta, prestazioni e stile, portando in giro per il mondo l’immagine di un Paese che è anche lontano dai tristi luoghi comuni con cui spesso è identificato, purtroppo alimentati dalla faccia peggiore della nostra società. Ancora una volta lo Sport si è dimostrato il più efficace dei “messaggeri” dando con fatti e risultati il segnale di un'Italia capace e seria. Lo Sport come cartina di tornasole sullo stato di un processo, inequivocabilmente intrapreso, che ci vede determinati, come collettività e come singoli, a percorrere quella strada che ci porterà fuori dal tunnel. È questo il segnale più importante che si può cogliere dalle tante competizioni che si sono succedute in questa ribalta estiva dove l’Italia, ripetiamo, con i suoi atleti ma anche con i suoi organizzatori e dirigenti sportivi ha fatto
la sua rilevante parte, imponenedo non solo risultati e performance ma anche uno stile che contraddistingue senza dubbi la nazione. Uno stile fatto di passione, risolutezza, talento, ma anche eleganza e garbo. E siccome è ormai universalmente riconosciuto come lo Sport sia un’indicatore importante sullo stato di salute di una collettività e anche un importante emanatore, “diffusore” di valori, ci si aspetta che i decisori politici sappiano cogliere bene tale valenza e sappiano anche fare i dovuti distinguo, riconoscendo in modo concreto la sua potente capacità di connettere i diversi strati della società, i Paesi e i popoli superando agevolmente barriere ideologiche e culturali. Consapevoli di questo, diventa più chiara e profonda la lettura dei risultati di questi mesi: dall’esaltante finale tutta italiana degli US Open femminili di tennis alle performance nel mondo della vela, della ginnastica, del bob, della scherma, dei tuffi, dell’equitazione, dove Sport, cultura e progresso sociale hanno camminato a braccetto senza preconcetti. IL DIRETTORE
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SOMMARIO 2 Azzurro Sport SET 2015
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Flavia Pennetta trionfa agli US Open nella finale tutta italiana contro Roberta Vinci.
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TORNA “A FIL DI SPADA”
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IL RUGGITO DELLE LEONESSE
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EQUITAZIONE “GLOBALE” A ROMA
28 EUROPEI DI VELA BENE CLAPCICH-CONTI
Grande vittoria per il duo italiano alla competizione di Oporto.
40 55° ANNIVERSARIO ”FRECCE TRICOLORI”
36 PSICOLOGIA DELLO SPORT Gli Arcieri dell’Aeronautica Militare centrano l’obiettivo.
45 SERGIO SCARIOLO
Nella due giorni di Rivolto tanto spazio per lo Sport.
L’allenatore bresciano con un passato nell’A.M. è salito di nuovo sul tetto d’Europa con la Spagna.
46 EUROPEI PATTINAGGIO A ROTELLE
48 CAMPIONATI EUROPEI DI BASKET
Una pioggia di Medaglie per gli Atleti Azzurri.
Periodico bimestrale di cultura sportiva aeronautica Iscritto al n. 292/2013 del Registro Stampa presso il Tribunale Civile di Roma Anno 2 – numero 4 – settembre 2015 Editore Associazione IDEAE in collaborazione con AVIATOR SRL via Gianfilippo Usellini, 434 00125 Roma Direttore Alessandro Cornacchini Direttore Responsabile Alessio Piano Redazione via Gianfilippo Usellini, 434 00125 Roma Fax. 06.89280466 - azzurrosport@yahoo.it Consiglio Tecnico Presidente: Alessandro Loiudice Membri: Marzia Caravelli, Giuseppe Carella, Andrea Colotti, Antonio D’Urso, Andrew Howe, Fabrizio Leoni, Dario Magagnini, Valentina Marchei, Elisa Santoni
© Proprietà letteraria, artistica e scientifica riservata. Per la riproduzione anche parziale di quanto pubblicato su Azzurro Sport occorre citare la fonte.
Stampa Arti Grafiche Celori - Terni
Finito di stampare nel mese di settembre 2015 Foto di copertina Fabio Taccola
Le “Furie Rosse” spagnole si aggiudicano la competizione.
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Pillole di Sport
GINNASTICA ARTISTICA
Tante Medaglie ai Campionati di Torino
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ttimi risultati anche ai Campionati italiani assoluti di Ginnastica Artistica, che lo scorso 26 e 27 settembre a Torino hanno visto trionfare, in più discipline, gli azzurri dell’Aeronautica Militare. Le vette più alte del podio sono state conquistate al Cavallo con Maniglie, in cui si sono aggiudicati primo e secondo posto rispettivamente il 1° Av. Sc. Alberto Busnari e il 1° Av. Paolo Principi; agli Anelli in cui sul gradino più alto è salito il 1° Av. Andrea Cingolani, se-
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guito al secondo posto dall'Av. Capo Paolo Ottavi; e infine alla Sbarra dove l’Oro è stato conquistato dal 1° Av. Sc. Enrico Pozzo, e il Bronzo dal 1° Av. Paolo Principi. Altri risultati degni di nota sono stati l’Argento del 1° Av. Sc. Enrico Pozzo nella disciplina del Corpo Libero, e i Bronzi del 1° Av. Andrea Cingolani, rispettivamente nel volteggio e nel concorso generale. Che dire… un ben fatto anche a tutti loro! Claudia Bacci
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PARTNERSHIP
Accordo Centro Sportivo A.M. – Damiani SPA aggiunto un importante accordo tra il Centro Sportivo dell’Aeronautica Militare e la società Damiani SPA. Il noto gruppo italiano sarà partner della squadra di equitazione dell’A.M. e svilupperà progetti per altre discipline sportive praticate dagli atleti del prestigioso Centro Sportivo di Vigna di Valle. La collaborazione tra due eccellenze nazionali come Damiani e Aeronautica Militare rappresenta un felice binomio per la valorizzazione del “Made in Italy” a livello internazionale.
EQUITAZIONE
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Bicocchi imbattibile a La Bagnaia
rande prestazione del 1°Av.Sc. Emilio Bicocchi in occasione del Concorso Internazionale CSI*** di Salto Ostacoli che si è svolto a La Bagnaia, in provincia di Siena, dal 17 al 20 settembre. Il cavaliere toscano è stato l’indiscusso protagonista della manifestazione, aggiudicandosi le due categorie più prestigiose del concorso senese dove, sugli stessi campi, Bicocchi si era laureato Campione d’Italia nel 2009. Nella giornata di sabato, il cavaliere del Centro Sportivo
A.M. si è aggiudicato la spettacolare categoria “Derby, Memorial Guido Dominici”, sbaragliando la concorrenza in sella a Rockman de l’Abbaye, ripetendosi poi nella giornata di domenica aggiudicandosi l’ambito Gran Premio “La Nazione” in sella ad Ares. Ottima la prestazione nell’importante Gran Premio, valevole anche per il ranking internazionale, della giovane 1°Aviere Francesca Arioldi che, in sella a Sellia du Bessin, ha sfiorato il podio piazzandosi al quarto posto. SET 2015 Azzurro
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ATLETICA
Busnari entra nel Guinness dei primati
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ella splendida cornice dello stadio Primo Nebbiolo di Torino si sono svolti, dal 24 al 26 luglio scorso, i Campionati italiani su pista che hanno visto ottimi risultati per i nostri colori. L’atleta di punta del Centro Sportivo dell’Aeronautica Militare Marco Fassinotti è arrivato ad un soffio da un’impresa epica. A 48 ore dalla splendida vittoria in IAAF Diamond League a Londra, il torinese dell’Aeronautica salta 2,30 alla prima prova e mette in cassaforte il suo terzo titolo nazionale (il secondo outdoor). L’azzurro fa, quindi, posizionare l’asticella a 2,35, un centimetro sopra il record italiano assoluto che al momento detiene in comproprietà (con Gianmarco Tamberi). Alla seconda prova per Marco sembra fatta; Fassinotti è già di là, tutta la tribuna esulta, ma l’asticella all’improvviso cade come “rapita” da un impalpabile contatto. Peccato per il nostro Atleta ma la misura sembra avercela nelle gambe quindi l’appuntamento è solo rimandato. Bene anche il vicecampione europeo under 23 Mohad Abdikadar che a Torino fa il bis. Qui, come a Rovereto 2014, è sempre lui il campione assoluto dei 1.500. Inoltre, la giovane promessa dell’Aeronautica Militare conquista anche un buon Argento nei 3.000, subito dietro Jamel Chatbi dell’Atletica Riccardi Milano. Il capitolo mezzofondo ha visto l’Aviere Abdikadar tra i leader della specialità a dispetto della giovanissima età. Bene nei 400 la primatista nazionale Yadis Pedroso, l’atleta dell’Aeronautica è sempre più leader incontrastata del giro di pista con barriere. Claudia Bacci
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SCHERMA Campionati Italiani
ese di giugno molto impegnativo per la scherma. Ai Campionati italiani assoluti di Torino, svolti dall’11 al 15 giugno, l’Aeronautica Militare ha vinto il titolo italiano di Fioretto maschile a squadre, piazzandosi davanti a Carabinieri e Polizia. Il quartetto azzurro, composto dal 1° Aviere Scelto Andrea Baldini, dall’Aviere Capo Alessio Foconi, dall’Aviere Capo Lorenzo Nista e dall’Aviere Scelto Alessandro Paroli, ha battuto in finale i Carabinieri, già detentori del titolo italiano, col punteggio di 45-28. Ed è sempre un quartetto azzurro, composto dal Sergente Stefano Carozzo, dal 1° Aviere Scelto Matteo Tagliariol, dal 1° Aviere Andrea Vallosio e dall’Aviere Scelto Andrea Bino, ad aver conquistato l’Argento nella Spada Maschile a squadre. Nella stessa manifestazione sportiva il 1° Aviere Scelto Alessandra Lucchino ha portato a casa un Argento con la Sciabola Individuale femminile, mentre è arrivato il Bronzo per il Sergente Ilaria Salvatori nel Fioretto Individuale femminile e per il 1° Aviere Scelto Diego Occhiuzzi nella Sciabola Individuale maschile.
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SCHERMA
Agli Europei bene gli Atleti A.M.
erminata la Coppa del Mondo, per la grande Scherma internazionale il mese di giugno è stato molto impegnativo. In Svizzera, a Montreux, sono andati in scena gli Europei. L’Italia, come sempre, ha confermato il proprio monopolio, sfidando soprattutto i russi e gli atleti padroni di casa nella lotta per il medagliere. Come un anno fa a Strasburgo, l’Italia ha chiuso con 10 Medaglie primeggiando con 3 Ori al pari di Russia e Francia, 3 Argenti e 4 Bronzi. I successi di maggior prestigio sono arrivati tutti dal fioretto con Andrea Cassarà
ed Elisa Di Francisca nell’individuale, più quello del “Dream Team” delle ragazze a squadre. Anche gli atleti dell’Aeronautica Militare non si sono fatti attendere a questa importante kermesse: il 1° Aviere Scelto Bianca Del Carretto agguanta la medaglia di Bronzo nella Spada femminile a squadre. Agli stessi campionati arriva anche l’Argento a squadre per il 1° Aviere Scelto Diego Occhiuzzi nella Sciabola maschile.
Claudia Bacci
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GIOCHI EUROPEI DI BAKU
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i è chiusa domenica 28 giugno la 1ª edizione dei Giochi Europei, inaugurata a Baku in Azerbaigian il 12 giugno scorso. I Giochi Europei sono una manifestazione continentale multidisciplinare, nata sul modello dei Giochi Olimpici e degli altri giochi continentali, come i Giochi Panamericani. Portabandiera per l’Italia in questa prima edizione è stato l’Aviere Capo Alessio Foconi protagonista di vari successi durante questi Giochi. L’Italia ha chiuso al 6° posto nel medagliere generale tra le 40 nazioni partecipanti, con 47 medaglie conquistate di cui 10 d’Oro tra i quali brillano anche quelli guadagnati dagli atleti dell’Aeronautica Militare. Si comincia con il primo storico Oro italiano ai Giochi Europei, vinto nel tiro con l’arco dall’Aviere Capo Mauro Nespoli nel mixed team in coppia con Natalia Valeeva. Sempre la Valeeva si aggiudica il secondo alloro con la squadra femminile composta dall’Aviere Capo Elena Tonetta e dal 1º Aviere Guendalina Sartori. Il terzo gradino più alto del podio per l’Aeronautica Militare arriva dall’Aviere Capo Alessio Foconi nel Fioretto Maschile individuale battendo in finale il russo Arslanov per 15-11. Anche nel Fioretto Femminile individuale arriva una Medaglia per i nostri colori: il Sergente Valentina Cipriani sale sul podio guadagnando il Bronzo. Non è da meno il fioretto a squadre. Il team femminile battendo la Polonia 45 – 28 si aggiudica la Medaglia di Bronzo ed è quindi il secondo podio per la Sergente Valentina Cipriani che gareggia nella squadra azzurra. La squadra di Fioretto maschile, in cui gareggiano l’Aviere Capo Alessio Foconi, reduce dall’Oro individuale, e l’Aviere Capo Lorenzo Nista, arriva invece ad agguantare l’Argento ed infine, un ultimo Bronzo è arrivato dal 1° Aviere Gabriele Bino nella Spada maschile a squadre. Con nove Medaglie di cui quattro d’Oro, e con sette atleti medagliati, l’Aeronautica Militare che nel medagliere complessivo costituisce quasi un quinto delle Medaglie conquistate dall’Italia, torna a casa soddisfatta di quanto compiuto a Baku.
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SCHERMA Campionati Mondiali Due Ori per l’A.M.
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i Campionati Mondiali di Scherma di Mosca, svolti dal 13 al 19 luglio, l’Aeronautica Militare porta a casa 2 Medaglie d’Oro delle complessive 5 Medaglie vinte dall’Italia. La prima arriva dal 1° Aviere Scelto Diego Occhiuzzi nella Sciabola Maschile a squadre battendo per 45-36 la favorita Russia padrona di casa. Sempre la Russia viene battuta per 45-38 dai nostri schermidori nel Fioretto maschile a squadre, dove il 1°Aviere Scelto Andrea Baldini e compagni si aggiudicano l’Oro. Gli atleti hanno ricevuto il vivo compiacimento del Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, Generale di Squadra Aerea Pasquale Preziosa, e, venerdì 24 luglio scorso, sono stati ricevuti al Quirinale dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
BEACH VOLLEY
MENEGATTI E ORSI TOTH
VITTORIA STORICA
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Beach Volley da sogno a Sochi (Russia): Menegatti e Orsi Toth centrano la prima storica vittoria in una tappa del World Tour. A completare la festa il duo dell’Aeronautica Militare Lupo-Nicolai che nel maschile conquistano un eccellente terzo posto.
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he gioia! Non si può spiegare la sensazione di avere questa Medaglia d’Oro sul cuore», queste le parole a caldo del nostro aviere Marta Menegatti dopo aver conquistato il bramato Oro in una competizione importante. Finalmente una coppia italiana trionfa in un torneo del world tour femminile, anche se sicuramente l’impresa è stata agevolata dalla mancanza delle più forti del ranking. «Sì – come ci ha tenuto a precisare Marta – una Medaglia sul
di Emiliano Sole cuore», perché questo risultato è stato raggiunto proprio grazie alla tenacia e alla grinta delle nostre due brave giocatrici. «Come ho detto sin dalle prime interviste – ha continuato Marta – questa Medaglia non è sul petto, è sul cuore. Perché veramente io e Viki ci abbiamo messo tutta l’energia e tutta la forza possibili, anche di più. Ci siamo superate. Sono fiera di noi, del lavoro che abbiamo fatto in questi mesi con il nostro coach Lissandro. Nonostante le difficoltà che abbiamo dovuto affrontare – conclude l’Aviere Me-
negatti – siamo rimaste sempre unite. E questo ha fatto la differenza, secondo me, è stata proprio la nostra forza». In questa stagione erano riuscite a salire sul podio solo a fine maggio, sempre in Russia, nel Grande Slam di Mosca. Da allora solo qualche piazzamento giustificato anche da qualche problema fisico. Ma qui a Sochi si sono superate: un Torneo perfetto, quello delle nostre due beacher che hanno ceduto in totale un solo set alle avversarie in ben sette incontri, proprio nei quarti di finale, forse, nella partita più difSET 2015
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ficile con le statunitensi Summer-Carico. Non meno impegnativo, sul “cammino d’oro” delle nostre atlete e stato il sentitissimo derby con le brave e agguerrite Cicolari-Momoli. In finale le due azzurre hanno superato le svizzere Forrer-Vergé Dépré per 2-0 (21-19, 21-16) dopo aver dimostrato carattere nel primo parziale quando sono state chiamate a recuperare uno svantaggio pesante (5-10). In terra russa bene anche la coppia maschile dell’Aeronautica Militare, infatti, Lupo e Nicolai sono riusciti a salire sul gradino più basso del podio conquistando il primo piazzamento di rilievo della stagione. Insomma, il beach azzurro sta tornando ai
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livelli che gli competono speriamo che il futuro ci riserba altre soddisfazioni per i bravi atleti dell’Aeronautica Militare. «Contentissime e fierissime di noi e del nostro staff, delle persone che ci stanno sempre vicine – queste le parole di saluto di Marta Menegatti ancora incredula del risultato storico ottenuto – queste persone che ci hanno sempre supportato nei momenti belli e nei momenti meno belli. È una gioia immensa che vogliamo condividere con loro». Noi di Azzurro Sport non possiamo che fare un grande plauso alle nostre beacher augurandogli altre Medaglie magari proprio alle prossime Olimpiadi di Rio De n Janeiro.
«Questa Medaglia non è sul petto è sul cuore», le parole di Marta Menegatti dopo aver conquistato l’Oro a Sochi.
EQUITAZIONE
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Equitazione “GLOBALE” a Roma di Daniela Cursi
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Tre giorni di equitazione al massimo livello. Allestito per l’occasione lo Stadio dei Marmi “Pietro Mennea”.
Sullo sfondo, il vincitore del Longines Grand Prix, lo svedese Rolf-Goran Bengsston su Casall ASK. Nella pag. a fianco, a sinistra, la premiazione del Longines Grand Prix; a destra, l’ultimo arrivato al Centro Sportivo di Vigna di Valle, l’Aviere Lorenzo De Luca su Silverstros
er la prima volta la città di Roma ha ospitato una tappa del Longines Global Champions Tour (11/13 settembre), circuito rivolto al salto ostacoli di serie A, giunto alla sua decima edizione. Un’occasione che è stata ben accolta da CONI Servizi, al punto di mettere a disposizione un’arena del Foro Italico: lo Stadio dei Marmi “Pietro Mennea”, una location straordinaria, costruita tra il 1928 ed il 1932 e sottoposta a vincolo dal Ministero dei Beni Architettonici e Culturali. Sotto l’attento controllo del massimo ente sportivo, lo Stadio dei Marmi è stato convertito a sede di gara di un concorso ippico di massimo livello, grazie a un progetto ideato nel pieno rispetto della sua cornice, e volto ad accogliere logisticamente 240 cavalli e i migliori 30 binomi del mondo. L’evento, patrocinato da CONI, CIP, Roma Capitale, FISE e con il supporto organizzativo di CONI Servizi, totalmente autofinanziato dagli organizzatori del Longines Global Champions Tour, ha consentito l’accesso gratuito al pubblico italiano, arrivando ad accogliere fino a 10.000 persone (stimate nelle tre giornate). Quindici Tappe, in giro per il mondo. Tredici Paesi ospitanti e sedi prestigiose. Questo è il Longines Global
Champions Tour, circuito di salto ostacoli che segna la finalissima a Doha (Qatar, 12/14 novembre). Un circuito che vanta anche qualcosa di italiano. Marco Danese - Direttore Sportivo del Longines Global Champions Tour: “Nel nostro team ci sono alcune importantissime figure italiane che giocano un ruolo chiave, come il dottor Alessandro Centinaio e tutto il suo staff di veterinari che gestiscono la clinica mobile che ci segue in tutti gli eventi. Poi Uliano Vezzani, che è lo chef de piste per 9 delle nostre tappe. E ancora, Stefano Grasso, il nostro fotografo. Non dimentichiamo Eliana Pelucchi che coordina un team di operatori televisivi che, in collaborazione con Class Horse TV, gestisce tutta la nostra produzione televisiva e il nostro archivio mediatico. Infine, Frances Triulzi, capo degli steward. Insomma, tanti italiani. In Italia dovevamo esserci!”. La sfida tra i più importanti cavalieri, e amazzoni, del mondo, è cominciata venerdì, giorno in cui ha suonato l’inno britannico, in chiusura della prova di 1 metro e 45, in favore del fuoriclasse John Whitaker in sella a Castlefield Cristobal 21. Italia in terza piazza, con l’agente del Corpo Forestale Emanuele Bianchi, su Zycalin W. La prima giornata di gare è poi entrata SET 2015
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nel vivo con la categoria di 1 metro e 50. Prova vinta dal transalpino Simon Delestre in sella a Chesal. Ottima la prestazione dell’Agente del Corpo Forestale Emanuele Gaudiano, secondo con Admara 2, e di Lorenzo De Luca, da poco arruolato come atleta del Centro Sportivo dell’Aeronautica Militare, settimo su Silverstrass. Sabato 12 settembre è stata poi la volta della gara di 1 metro e 50, che si è conclusa con la vittoria elvetica, firmata da Pius Schwitzer. Sotto la sua sella, PSG Junior. Due gli azzurri nella top ten. E si tratta di due fratelli: l’Agente del Corpo Forestale Emanuele Bianchi, quinto su Zycalin W; e Matilde Bianchi, sesta con Una Bella HS. È poi arrivato il momento più atteso, il Gran Premio (altezza degli ostacoli 1 metro e 60), con 50 binomi in campo. Gara a due manches che si è conclusa, dopo un’emozionante barrage, con la vittoria del fuoriclasse svedese Rolf Goran Bengtsson, in sella a Casall Ask. Accanto a lui, sul podio in seconda posizione, la star del circuito, beniamina del pubblico, Luciana Diniz. L’amazzone portoghese ha conquistato il secondo gradino con Fit For Fun. A far loro compagnia, sul gradino numero 3, un’icona dell’equitazione mondiale, il tedesco Marcus Ehning. Il terzo posto lo ha conquistato con Comme il faut. La tappa Longines Global Champions Tour di Roma si è infine conclusa, domenica,
con il Piccolo Gran Premio (altezza degli ostacoli 1 metro e 55). Su tutti, ha avuto la meglio il francese Patrice Delaveau in sella a Lacrimoso 3 HDC. Questa competizione finale ha celebrato due piazzamenti azzurri. Le firme? Lorenzo De Luca, secondo con Silverstrass, e l’Agente del Corpo Forestale Emanuele Gaudiano, terzo con Caspar 232. Jan Tops, Patron del circuito, ha espresso il suo particolare apprezzamento nei confronti della tappa capitolina, coordinata da Eleonora di Giuseppe. “E’ difficile descrivere quanto sia bello questo scenario così unico e iconico. Tutto il team ha lavorato benissimo e sono particolarmente contento di aver visto un pubblico così numeroso e caloroso. Non me lo aspettavo come prima edizione. Ringrazio il CONI che ha creduto nel progetto e che ci ha messo a disposizione questo stadio. Sono certo che questa sia stata una bellissima esperienza sia per i cavalieri che per i cavalli, e questo anche grazie al fantastico lavoro svolto da Uliano Vezzani, che ha costruito percorsi perfetti. E restando in tema di sport, il Longines Global Champions Tour si sta avviando verso la fine dell’edizione 2015, ma i giochi sono ancora aperti. Sarà quindi avvincente la sfida sportiva che ci terrà n sulle spine fino all’ultimo”.
di Daniela Cursi
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ASSALTI ALL’OMBRA DEL COLOSSEO
LA IX EDIZIONE DELLA MANIFESTAZIONE DI SCHERMA AL CENTRO DELLA CAPITALE HA AVUTO UN GRANDE SEGUITO 18 Azzurro Sport SET 2015
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Nelle pagg. precedenti “A fil di Spada” è stata una grande festa di sport organizzata dalla scuola Musumeci Greco, antica e blasonata scuola d’armi. In queste pagg., sono state più di 24mila le persone che, nelle 8 ore di maratona, hanno assistito alle performance sulle pedane dei circa 300 atleti, tra olimpionici, paralimpici, bambini e senior.
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di Stefano Colotti
uando si fondono insieme la bellezza dell’antichità di Roma con un sport nobile come la Scherma, il successo è garantito. Il 12 settembre in via dei Fori Imperiali si è svolta la IX edizione di “A Fil di Spada”, maratona di Scherma a ingresso libero, che ha visto esibirsi in pedana molteplici atleti della disciplina, tra olimpionici, paralimpici, bambini e senior. La manifestazione, come di consueto, è stata organizzata dalla Scuola “Musumeci Greco”, antica e blasonata scuola d’armi nata nel lontano 1878. A presentare Renzo Musumeci Greco e Novella Caligaris, prima donna italiana a vincere una Medaglia Olimpica nel nuoto e oggi conduttrice di Rainews 24. Complice una location suggestiva, con
il Colosseo che faceva da sfondo, l’evento ha avuto un successo notevole. Si è registrato, infatti, un afflusso di circa 24.000 persone in 8 ore, mentre la partecipazione tra schermidori iscritti, campioni, istituzioni, ospiti dello spettacolo e della cultura è stato di circa 300 persone. Sicuramente il miglior modo per diffondere e far conoscere la Scherma al pubblico romano e ai molti turisti di passaggio. A “capitanare” la presenza dell’Aereonautica Militare alla manifestazione sono stati il Sergente Ilaria Salvatori, Oro nel fioretto a squadre, e il Primo Aviere Scelto Diego Occhiuzzi, Argento individuale e Bronzo a squadre nella Sciabola a Londra 2012. Sempre nella Sciabola, l’Aviere Capo Lorenzo Romano si è esibito contro l’atleta paralimpico Andrea Pellegrini, Oro nella
Sciabola individuale ad Atene 2004, dando vita a un confronto dall’alto valore morale e sportivo. Ad arricchire la presenza della “Forza Azzurra” sono stati anche il Sergente Ilaria Bianco, il Primo Aviere Scelto Alessandra Lucchino, l’Allievo Sergente Cristiano Imparato, il Primo Aviere AntonGiulio Stella e gli Avieri Capo Alessio Foconi e Lorenzo Nista, con la Banda Musicale dell’Aeronautica Militare che faceva da splendido accompagnamento musicale anche in que-
sta edizione. Emozionante il collegamento video con Beatrice Vio, meglio nota come Bebe, atleta 18enne che, nonostante la mancanza di quatto arti, ha continuato a lottare per lo Sport fino a conquistare la Medaglia d’Oro agli europei paraolimpici del 2014. A intervenire sono stati anche diversi rappresentanti delle istituzioni sportive. Tra questi Il presidente del comitato Paraolimpico Luca Pancalli, l’Assessore alla Cultura e allo Sport Giovanna Marinelli,
l’Assessore al Patrimonio, Politiche UE, Comunicazione e Pari opportunità Alessandra Cattoi, il Presidente della Commissione Statuto e Sport Svetlana Celli, Presidente della Commissione Politiche Culturali di Roma Capitale. Non poteva mancare uno spazio dedicato alla candidatura di Roma 2024, con l’intervento del general coordinator Claudia Bugno. Del resto, per promuovere la candidatura della Capitale ai Giochi Olimpici non poteva esserci manifestazione migliore di questa, capace di fondere in un perfetto connubio tra la bellezza di Roma e la disciplina che da sempre ha portato ai colori italiani il n maggior numero di Medaglie. SET 2015
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L’INTERVISTA
Azzurro Sport ha avuto il piacere di incontrare il maestro Renzo Musumeci Greco, ideatore dell’evento che fa a capo all’omonima e prestigiosa accademia d’armi Musumeci Greco, considerata come il “tempio della scherma”. Fondata nel lontano 1878, la scuola, da cinque generazioni, ha fatto la fortuna della scherma italiana sfornando tantissimi atleti di livello. Il maestro Renzo è anche conosciuto nel mondo del teatro come docente di scherma scenica. Si deve a lui la realizzazione dei duelli in molteplici rappresentazioni teatrali, Quale è l’aspetto più gratificante nell’organizzare un evento come “A fil di spada”? Oltre al grande seguito tra gli addetti ai lavori, la più grande gratifica è stata l’affluenza delle persone, in particolare dei turisti che si fermavano a guardare le esibizioni degli atleti. In Italia e in particolare a Roma, abbiamo bellezze che difficilmente si trovano in altre parti del mondo, quindi è cosa buona e giusta sfruttarle nel modo migliore. Inoltre ci ha fatto piacere la diffusa presenza dei giovani, ogni movimento dovrebbe rivolgersi a loro con tutti i mezzi che ha. Parlando proprio di giovani, quanti iscritti ci sono nella sua accademia? Abbiamo circa 200 allievi nelle varie sedi, di cui il 50% under 10, senza dimenticare un nutrito gruppo di principianti over 60. Poi, c’è una folta schiera di studenti universitari che riprendono l’attività dopo aver interrotto l’agonismo per motivi di studio e lavorativi. Spesso, l’impegno che i giovani devono riservare allo studio, insieme al fatto che la scherma è una disciplina piuttosto costosa dal punto di vista economico, può essere un motivo di allontanamento.
Considerando proprio questo fatto, come vede la scelta degli schermidori di affiliarsi alle Forze Armate, in particolare all’Aereonautica Militare? Sicuramente in Italia è indispensabile e se non ci fossero Forze Armate come l’Aeronautica Militare oggi la metà degli atleti smetterebbe, soprattutto quando si arriva al punto di dover scegliere se puntare su una carriera sportiva o concentrare le proprie risorse su una laurea o un lavoro immediato. Sarebbe bello anche allargare il movimento, fornendo delle agevolazioni ai figli dei dipendenti delle Forze Armate.
La scherma in Italia, secondo lei, va cambiata o preservata cosi com’è? A livello di regolamento, forse, dovrebbe essere cambiato qualcosa
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per rendere l’assalto più spettacolare e più comprensibile al pubblico. La tecnologia ormai la fa da padrone e con i movimenti velocissimi degli schermidori in pedana chi segue dalla televisione questo sport, non essendo esperto, capisce ben poco. Se parliamo, invece, dei risultati olimpici dell’Italia non cambierei niente, la tradizione della nostra scuola è un tesoro che va custodito gelosamente. Da sempre la scherma è lo sport che porta più medaglie ai nostri colori durante i giochi.
Scendendo di più nel il lato tecnico, secondo lei la scelta tra le varie discipline della scherma dipende anche del carattere di una persona? Assolutamente, una persona riflessiva e temporeggiatrice è più adatta alla spada, mentre una persona più arrembante e impetuosa predilige la sciabola. Il fioretto è, invece, più delicato e complicato dal punto di vista tecnico, richiede maggiore studio e maggiore precisione, insieme a una buona dose di furbizia.
Per concludere, come vede Roma per la candidatura alle Olimpiadi 2024, e quali strutture immaginerebbe nella Capitale per ospitare la scherma? Sicuramente è un’occasione da non perdere e il modo migliore per rilanciare sia lo sport che l’economia del nostro Paese, anche se la competizione con città come Los Angeles non sarà facile. Immagino bene le eliminatorie in un palazzo dello sport, mentre per le finali sarebbe suggestivo attrezzarsi in location “antiche” nel centro della città. Pensate a quanto possa essere affascinante una finale al Campidoglio, con magari un drone che dall’alto riprende il pavimento di Michelangelo. Con a “Fil a di Spada” abbiamo sempre scelto location del genere, dai Mercati Traianei a Castel Sant’Angelo, per finire quest’anno ai Fori Imperiali. Non vi è alcun dubbio del successo che può offrire una formula di questo tipo, sia per la città che per lo sport.
Ginnastica ritmica
LEONESSE IL RUGGITO DELLE di Lucio Fratta
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Al 34° Campionato del Mondo di Ginnastica Ritmica di Stoccarda le italiane, capitanate dal 1° Aviere Marta Pagnini, sono state le uniche a tenere testa alla corazzata della Federazione di Mosca.
«È
stata una grande battaglia, ma soprattutto una grande vittoria. Le ragazze oggi hanno volato sulla pedana. Sono state determinate, delle vere campionesse. Hanno eseguito gli esercizi con una grande forza d’animo, perché volevano far vedere al mondo di che cosa sono capaci. Complimenti ragazze sono orgogliosa di voi!». Le parole dell’allenatrice Emanuela Maccarani riassumono in modo sintetico, ma preciso, il grande risultato delle ragazze della ginnastica ritmica. Le atlete italiane, che con gli ultimi risultati conquistati con le unghie e la caparbietà si stanno dimostrando sempre più delle leonesse, si sono imposte in un campionato mondiale che rischiava di essere dominato
dalle atlete russe. Ed è proprio a loro che nella specialità 5 nastri le ginnaste dell’Aeronautica Militare (l’Aviere Scelto Camilla Patriarca, il 1° Aviere Andreea Stefanescu, il 1° Aviere Marta Pagnini, Camilla Patriarca e Andreea Stefanescu con le compagne Sofia Lodi, Alessia Maurelli e l’esordiente Martina Centofanti) hanno letteralmente strappato l’Oro superando nel tabellone di 0,05 centesimi di punto. La classifica finale fotografa perfettamente quello che si è visto sulla pedana: all’ottima performance delle russe hanno risposto in maniera superba e impeccabile le ragazze allenate dalla Maccarani, che riescono a superare le colleghe per 0,05 totalizzando un punteggio di 17,900. Sul terzo gradino è salita la squadra giapponese, staccata di mezzo punto dalla
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seconda piazza. L’Oro delle “Leonesse Azzurre” è arrivato dopo l’errore nella giornata precedente che ha, di fatto, tagliato fuori le italiane del podio all-round. Il gradino più alto è stato, quindi, una sorta di rivincita, uno scatto di orgoglio, che ha dato vita ad una prova senza nessuna sbavatura. Le note dell’Inno di Mameli hanno così risuonato nella Porsche Arena, rompendo l’egemonia russa che su otto titoli in palio è riuscita a riportarne a casa ben sette. Il giorno dopo le Leonesse hanno sfiorato l’impresa nella finale con 6 clavette e 2 cerchi. Le avversarie da battere, neanche a dirlo, erano le russe che hanno superato le italiane per 0,25 centesimi di punto. A scen-
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dere in pedane le stesse cinque atlete del giorno precedente capitanate dal 1° Aviere Marta Pagnini, che hanno strappato ai giudici uno straordinario 18,100 che è valso l’Argento. Al terzo gradino le bulgare che non sono mai sembrate in grado di concorrere con le prime due pretendenti. Il bilancio dei Mondiali di Stoccarda è comunque ottimo e conferma lo straordinario stato di salute della Ginnastica Ritmica italiana che, negli ultimi 10 anni, è riuscita a portare a casa tanti successi nei campionati mondiali. Il palmares della FIG (Federazione Italiana Ginnastica) si arricchisce così di due Medaglie che portano a 24 il medagliere (7 Ori, 14 n Argenti e 3 Bronzi).
Nelle pagg. precedenti, le “Leonesse Azzurre” sono state le uniche in grado di fermare il predominio delle russe che su otto titoli ne hanno portati a casa sette. Sopra, la superba prova con i nastri ha regalato alle azzurre il gradino più alto del podio.
VELA
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CLAPCICH-CONTI EUROPEI DI VELA OPORTO
vittoria di carattere
Nelle acque portoghesi di Oporto, si sono svolti dal 6 all’11 luglio scorso i Campionati Europei di Vela che hanno visto l’atleta del Centro Sportivo di Vigna di Valle Francesca Clapcich, insieme con l’amica e compagna Giulia Conti, vincere l’ambito titolo continentale.
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di Claudia Bacci foto Fabio Taccola
a Vela azzurra torna finalmente a conquistare un titolo importante, in questo caso Europeo, lì dove conta, ovvero nelle classi olimpiche. A prendersi il merito sono state le mai dome Francesca Clapcich (Aeronautica Militare) e Giulia Conti nella classe FX. Tutto questo è successo nella splendida cornice di Oporto, sede dei Campionati Europei di vela. Una Medal Race entusiasmante, una prova di forza eccezionale e una Medaglia d’Oro dal sapore molto dolce; questo è il film di una difficile ma sicuramente appagante gara per il duo affiatato Conti-Clapcich. Nelle tre prove disputate in oceano, infatti, le azzurre avevano ottenuto un 3-39 che le faceva scendere in quarta posizione all’inizio della Medal Finale a punteggio doppio. La Medal Race conclusiva è stata disputata nel campo di regata all’interno dell’estuario del fiume Duero ed è stata ovviamente corsa in diverse e complesse condizioni di vento e corrente. Giulia Conti e Francesca Clapcich sono riuscite a concludere al terzo posto, davanti agli equipaggi che le precedevano in classifica, andando quindi a impattare al primo posto della classifica a 57 punti con le danesi Hansen-Iversen. Il miglior piazzamento delle italiane in
Medal ha concesso loro il titolo continentale. L’equipaggio azzurro del doppio olimpico 49er FX finalmente riesce a conquistare il gradino più alto del podio in una competizione che conta, dopo gli sfortunati epiloghi passati, ricordiamo il ritiro proprio lo scorso anno ad Helsinky per un brutto infortunio per l’atleta del Centro Sportivo dell’Aeronautica Militare Francesca Clapcich. Proprio la nostra velista alla fine della competizione, ha dichiarato: «Sicuramente questo titolo, dopo l’anno scorso, è una bella rivincita, abbiamo dato prova di essere forti e di non mollare mai. Quali sono i nostri punti di forza? La determinazione e la tenacia». Questa prestazione, come ha anche detto Gianfranco Sibello, Tecnico federale della classe 49er FX, è un grande risultato che ci fa ben sperare per il futuro. E, quindi, che dire, grande speranze per le Olimpiadi di Rio per le stelle sempre più brillanti della Squadra Nazionale di Vela diretta da Michele Marchesini, anche se siamo consapevoli che la bravura non basta, ma servono un insieme di coincidenze favorevoli per raggiungere le vette più ambite. Ci auguriamo allora che a questo appuntamento la fortuna, che nelle precedenti competizioni ha un po’ voltato le spalle, sorrida all’ombra del Corcovado. n SET 2015
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L’INTERVISTA
A TU PER TU CON LA CLAPCICH
Abbiamo incontrato la nostra campionessa di Vela Francesca Clapcich che, in esclusiva per Azzurro Sport, ci ha svelato i segreti del successo e, con le dita incrociate, le speranze per il futuro. Cosa vuol dire partecipare e vincere un Campionato Europeo, soprattutto pensando al brutto ricordo dell’europeo di Helsinky? Doversi ritirare da un Europeo è stato duro da digerire, soprattutto perché eravamo seconde e con la paura di non recuperare in tempo per il fondamentale Mondiale di Santander (inaspettatamente terze classificate, nda) dove dovevamo qualificare l’Italia per le Olimpiadi di Rio. È stata una rivincita, un sogno realizzato e anche una liberazione. Essere le migliori d’Europa nella stagione precedente a Rio 2016, dà molta energia e motivazione per preparaci al meglio! In ogni competizione di rilievo (Mondiali, Europei) partite spesso con qualche difficoltà, vedasi infortuni vari quindi c’è bisogno sempre di dare qualcosa in più. Quanta determinazione ci vuole per reagire a questi inconvenienti e poi rimanere sempre al top in queste importanti manifestazioni? Siamo riuscite a trovare sempre la forza di ripartire, anche quando le cose andavano male. Purtroppo a causa dei tanti infortuni non riuscivamo mai a trovare la continuità giusta negli allenamenti e, quindi, in regata pagavamo molto le poche ore passate in barca. La nostra forza è la capacità di non mollare mai… anche quando le cose sembrano ormai a pezzi riusciamo a trovare quel qualcosa in più che, alla lunga, fa la differenza. Avete incanalato una serie molto fitta di risultati utili consecutivi. Quali sono i vostri punti di forza, o potremmo dire i “segreti del successo”? Ci divertiamo, e penso questa sia la cosa fondamentale… allenarci, regatare, viaggiare non ci pesa perché siamo un bel team, riusciamo a rendere leggere anche le ore di allenamento più dure. In barca siamo entrambe molto motivate e non molliamo mai, ci arrabbiamo anche, se perdiamo le regatine di allenamento e questo è un bel stimolo! Siamo appoggiate da realtà importantissime e anche questo ci dà tranquillità. Personalmente faccio parte del gruppo sportivo ormai da otto anni e per me è un onore poter portare i colori dell’Italia e dell’A.M. intorno al mondo. Sono orgogliosa di farne parte e gli sforzi dei ragazzi della segreteria del Centro Sportivo, che lavorano dietro le quinte, sono fondamentali e sono una pedina vincente del nostro team! Dobbiamo anche ringraziare il nostro allenatore federale, Gianfranco Sibello, che ci aiuta tutti i giorni e, soprattutto, ci sopporta!
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Ormai tu e Giulia Conti siete una squadra molto affiatata, descrivici in poche parole la tua fedele “compagna di viaggio”? Giulia è molto talentuosa e i suoi risultati parlano da soli. È una persona disponibile ad aiutarti sempre, anche quando altri potrebbero lasciar perdere. È molto esigente ma lo è anche con se stessa, quindi è un rapporto abbastanza alla pari. Da romana qual è, ha il sangue caldo e magari si arrabbia facilmente ma, in cambio, io sono abbastanza tranquilla e quindi ci compensiamo bene! La conosco da anni ormai e, anche al di fuori della “barca”, siamo molto amiche, posso confidarmi con lei e so che c’è sempre, sia nei momenti belli che in quelli più difficili. Come vedi in prospettiva olimpica e non solo l’importante partnership che coinvolge l’Aeronautica Militare, il Circolo Aniene e la Federazione Italiana Vela? Penso che il rapporto tra queste tre grandi realtà sia ottimo, ognuno si impegna al 110% per far in modo che tutto funzioni al meglio. Devo veramente ringraziare l’A.M. perché mi dà la tranquillità di lavorare quasi esclusivamente sulla “barca” e focalizzarmi al massimo nell’attività agonistica. L’Aeronautica ci ha aiutate tantissimo con il materiale, e i ragazzi del Centro Sportivo lavorano in modo impeccabile per fare in modo che tutto funzioni al meglio! Non vengono mai nominati e, quindi, colgo l’occasione per ringraziarli qui, grazie a tutti ragazzi!! La Federazione logisticamente ha un ruolo fondamentale e si coordina al meglio con l’Aniene e l’A.M. per farci fare le regate al meglio. Penso che i pochi dubbi iniziali, sul progetto ora siano completamente scomparsi, perchè il team sta funzionando al meglio e riusciamo veramente a lavorare serene. Quali sono le aspettative per le prossime olimpiadi di Rio, un posto che sappiamo ti piace molto e dove hai trovato sempre le condizioni ideali? Per scaramanzia non si dice nulla…. ma sicuramente partiamo con dei buoni proposti. Le regate olimpiche sono sempre di difficile lettura… la pressione, il fatto di essere sotto agli occhi del mondo per una settimana crea un’aspettativa che va gestita al meglio. Ma stiamo lavorando per questo, ore e ore di preparazione per sei giorni di regata tra 300 giorni! Le condizioni meteo di Rio sono molto varie e difficili da gestire, una cosa che ci piace e ci motiva a cercare di migliorare in tutte le condizioni!
FLAVIA PENNETTA
LA REGINA DELLA GRANDE MELA
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di Claudia Bacci
S Open 2015: impresa eccezionale per le nostre tenniste, in finale Flavia Pennetta vince contro la rivale e amica Roberta Vinci, tingendo di azzurro il cielo di New York. Durante i festeggiamenti, però, la Pennetta coglie tutti in contropiede e annuncia il suo ritiro dell’attività agonistica. Una finale all’insegna del Tricolore italiano, quella che è stata disputata lo scorso 12 settembre a New York. Un derby giocato fuori casa che ha visto duellare le due ragazze pugliesi sino all’ultima palla. Davanti agli occhi dei 23mila spettatori dell’Arthur Ashe Stadium, le due tenniste, amiche da una vita, si sono contese il titolo di regina dell’US Open 2015 giocando due set mozzafiato finiti 7-6 6-2: il primo tirato fino alla fine il secondo più rapido soprattutto perché la Vinci, sopraffatta dalla stanchezza, è andata in affanno e ha mollato la presa… e con un ultimo attacco di dritto sul lungolinea la Pennetta ha conquistato la vittoria. Quell’ultimo colpo probabilmente rimarrà, per tutta la vita, nella memoria della giovane 33enne Brindisina: una palla, che in realtà, ha suggellato un duplice trionfo, la sua prima vittoria in un torneo dello Slam e l’ottava posizione nel ranking mondiale del tennis. «Non credevo di vincere, finché non ho segnato l’ultimo punto», ha confessato Flavia. Le due giovani pugliesi si conoscono da quando erano bambine, le loro racchette si sono incrociate per la prima volta a 9 anni. Da adolescenti hanno anche giocato in coppia vincendo nel 1998 il torneo di doppio dell’Avvenire di Milano, la coppa del Mondo juniores under 18 e, nel 1999, il torneo di doppio Roland Garros junior. Una passione che le ha sempre accomunate e grazie alla quale sono diventate tanto amiche: «Siamo quasi sorelle – ha raccontato la Pennetta – abbiamo dormito quattro anni in camera insieme a Roma». Insomma, una partita SET 2015
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del tutto speciale, carica non solo delle comuni aspettative che le giocatrici e gli spettatori potevano avere durante una finale del Grande Slam, ma anche delle emozioni e dei sentimenti di due bambine cresciute con lo stesso sogno nel cassetto. Una finale e una vittoria che per Flavia avrà per sempre un sapore dolce dal retrogusto amaro per l’annuncio inaspettato che la tennista ha deciso di fare proprio durante il post partita: «Questo è il mio addio al tennis – ha detto davanti a tutto il mondo la campionessa – voglio concludere così, è il modo migliore per lasciare un sogno che è diventato realtà!». Al termine della stagione, infatti, Flavia Pennetta, ad oggi una delle migliori giocatrici nella storia del tennis italiano e del mondo, ha deciso di appendere al chiodo la racchetta, e pare che la decisione sia ir-
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revocabile: «A Toronto qualche giorno fa ho capito che non sarei tornata indietro sulla mia scelta – ha confessato – durante l’ultimo Roland Garros ho avuto voglia di abbandonare il torneo e questo per me è stato un campanello di allarme, perché non mi era mai successo». La 33enne brindisina sembra avere le idee chiare, e se la determinazione con cui ha preso questa difficile decisione è la stessa che l’ha portata così in alto nella sua carriera sportiva, è davvero difficile che qualcuno riuscirà a farla tornare sui suoi passi. «Il tennis ti chiede e ti brucia – ci ha tenuto a spiegare davanti ai giornalisti – se non sei pronto ad accettare i suoi ricatti agonistici, che sono il sale di questo sport, allora vuol dire che è arrivato il momento di porsi delle domande». Cosa farà da grande in realtà se lo sta chiedendo anche lei...
Per ora ha una sola certezza: l’ultimo suo obiettivo è partecipare al Masters Femminile di Roma che inizierà il prossimo 25 ottobre; per farlo Flavia dovrà accumulare più punti possibili in modo da mantenersi un posto tra le prime otto della Race. Per raggiungere questo suo ultimo traguardo parteciperà al torneo di Pechino che inizierà il 5 ottobre e ha chiesto di prendere parte al torneo di Tianujin in Cina che inizierà il prossimo 12 ottobre. Insomma, non resta che dire Brava Flavia e farle un grosso in bocca al lupo per il suo futuro, magari sarà una delle prossime concorrenti di “Ballando con le Stelle” e forse l’attrice di un fiction o magari mamma a tempo pieno… e chi lo sa, ma qualsiasi cosa farà nessuna potrà mai dimenticare questo storico traguardo a n “Stelle e Strisce”.
PSICOLOGIA dello SPORT
foto Paolo Caruana
GLI ARCIERI DELL’A.M.
L’OBIETTIVO
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«Impegnatevi per ottenere ciò di cui avete bisogno, e quando non riuscite a ottenerlo, ebbene, sorridete e tentate ancora, in un modo diverso».
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di Matteo Simone
William Hart
Psicologo clinico e dello sport, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
i Campionati Mondiali che si sono svolti a Copenaghen (DAN) dal 27 luglio al 2 agosto 2015, il 1° Aviere Scelto Michele Frangilli, l’Aviere Capo Mauro Nespoli e David Pasqualucci non riescono nell’impresa di battere la Corea del Sud nella finalissima dell’arco olimpico maschile. Per gli azzurri arriva un brillante Argento e, alla fine, possono solo fare i complimenti agli avversari. Da segnalare per l’Aeronautica Militare anche la qualificazione olimpica di Frangilli e Nespoli, come squadra maschile e quella individuale femminile per il 1° Aviere Guendalina Sartori. Di seguito le dichiarazioni di alcuni atleti. Michele Frangilli: «Nel complesso un Mondiale ottimo; siamo venuti per la qualificazione olimpica, era l’obiettivo principale e l’abbiamo centrato. Siamo riusciti ad arrivare anche in finale e sono veramente contento perché la prima medaglia d’Argento al Mondiale l’avevo vinta venti anni fa: dopo tutto questo tempo essere ancora a questi livelli e salire sul podio è davvero
tanta roba. La finale? Ho tirato anche bene, ma nelle prime frecce ho avuto un po’ di problemi nel regolare il mirino. Ringrazio i miei compagni di squadra, Mauro e David, per come siamo arrivati fino a qui, hanno tirato forte e hanno tenuto duro. David è un po’ arrabbiato per come è finita la finale, lo capisco, ma era la sua prima esperienza mondiale e gli auguro di fare una lunga carriera come la mia e come quella che sta facendo Mauro». Mauro Nespoli: «L’obiettivo primario era la qualificazione olimpica ed è stata raggiunta. C’è un po’ di rammarico per la medaglia d’Oro mancata, ma abbiamo comunque vinto un Argento. Credo che i punti realizzati con la Corea non rendano giustizia al modo con cui sono state tirate le frecce. Purtroppo sono sempre meno le frecce da tirare nelle competizioni e si ha poco tempo per analizzare e recuperare gli errori. Bisogna affidarsi a se stessi, alla squadra e vedere
foto Paolo Caruana
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Il vero campione è quello che riesce ad uscire fuori dalle sconfitte con più voglia di riscattarsi, di fare meglio, di migliorare gli aspetti e le aree in cui ha mostrato carenze.
foto Paolo Caruana
cosa succede sul bersaglio. In questa occasione abbiamo commesso alcune imprecisioni che contro una squadra come quella coreana paghi a caro prezzo». L’atleta può considerare il non raggiungimento di un obiettivo prefissato come una sconfitta personale. Ma nello sport si mettono in conto le sconfitte, servono a farti fermare, riflettere, fare il punto della situazione, osservare, valutare, capire cosa c’è stato di utile, di importante nella prestazione eseguita e su cosa, invece, bisogna lavorare, cosa si può migliorare. Quindi, tutto sommato, la sconfitta potrebbe servire per fare una valutazione delle proprie risorse, punti di forza e, al contempo, delle criticità. Importante, in caso di prestazione percepita come sconfitta, è la motivazione. Se un atleta è fortemente motivato nel voler praticare il suo sport, che comporta lavoro, sacrifici, rinunce, affronterà le sconfitte a testa alta, complimentandosi sia con se stesso, per quello di buono che è riuscito a fare finora, sia con l’avversario, per la bravura
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dimostrata in quell’occasione, anche perché prima o poi lo trovi uno più forte o che comunque riesce a batterti; in questo caso un aspetto importante del vero campione è la resilienza, ossia: “mi piego ma non mi spezzo”, che sta a significare che il vero campione esce fuori dalle sconfitte con più voglia riscattarsi, di far meglio, di migliorare gli aspetti e le aree in cui ha mostrato carenze; il concetto di resilienza è presente anche nelle persone che subiscono traumi, quelli che possiedono questa caratteristica non vanno incontro a stress acuti, o disturbi post traumatici di stress, ma ne escono più forti, con un valore aggiunto. Lo sportivo non è solo, è circondato dall’allenatore, che dovrebbe conoscere le sue potenzialità, i suoi punti di forza e di debolezza, dovrebbe costruire con l’atleta un progetto di obiettivi raggiungibili, stimolanti, da rivalutare all’occasione, dare feedback adeguati, spiegare le sedute di allenamento, l’importanza del gesto sportivo, il significato, raccontare aneddoti, far parte della storia sportiva dell’atleta,
condividere momenti di gioia e sofferenza, di vittorie e di sconfitte, essere disposto ad ammettere di aver fatto un errore, di aver preteso, di aver sottovalutato, di non aver considerato. Diversamente accade per i campioni che hanno estremo bisogno, estrema necessità di confermarsi campioni, quando si raggiunge una notorietà molto elevata, eccessiva, si rischia di attrarre l’interesse non solo della vita sportiva dell’atleta ma dell’intera vita privata, e questo, se all’inizio può essere piacevole per il piacere di essere riconosciuti può produrre stress, nervosismo, deconcentrazione, fino alla distrazione disfunzionale dall’attività sportiva praticata. L’atleta è tentato a rilassarsi troppo, a non investire proficuamente nello sport a discapito della performance che richiede un investimento notevole. In questi casi l’atleta campione è tentato a distrarsi perché cambia la motivazione, conosce il piacere della notorietà senza faticare, e ciò può portare a una n reale fine carriera.
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foto Paolo Caruana
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di Lucio Fratta
foto Aeronautica Militare
domenica; i due giorni precedenti non sono stati certo caratterizzati dal buon tempo. Ma adesso non importa perché sui prati di Rivolto ci sono più di 450mila persone che dalle prime ore del giorno, hanno iniziato a “girare”, curiosare nei numerosi spazi espositivi messi a disposizione del pubblico. Non è mancato lo spettacolo perché i velivoli e le numerose pattuglie che sono arrivate a Rivolto per festeggiare la PAN si sono intervallati per regalare un’esebizione mozzafiato. Una grande occasione che era stata preparata per tempo e che non ha lascato niente al caso: dagli aeroplani in mostra statica a quelli in volo, dalle
aree tematiche alla zona dedicata ai “più piccoli”. Insomma ce n’era per tutti i gusti. Non poteva mancare lo Sport, quello di eccellenza, quello del Centro Sportivo di Vigna di Valle. A Rivolto c’era tutta l’Aeronautica Militare, rappresentata dagli uomini e le donne che hanno dato prova di tutte le capacità della Forza Armata. Accanto agli assetti per la meteorologia, per il biocontenimento e per la Difesa Aerea, l’Aeronautica Militare ha messo in mostra un’altra eccellenza. A rappresentarla gli atleti dell’Aeronautica Militare che sono arrivati a Rivolto con una grande missione: avvicinare il pubblico che affollava la base di Rivolto allo Sport. Ecco allora che, su una
Più di 450mila persone hanno affollato l’evento di Rivolto per festeggiare, insieme all’Aeronautica Militare, i 55 anni delle “Frecce Tricolori”. Una giornata caratterizzata dal volo e non solo perché insieme ai molti velivoli presenti c’erano gli atleti dell’Aeronautica Militare che hanno “intrattenuto”, all’insegna dello sport, il folto pubblico.
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pedana appositamente realizzata gli schermidori dell’A.M. hanno incrociato le spade e i fioretti per dare una dimostrazione della disciplina. Solo una dimostrazione perché, poi, sulla pedana sono saliti tutti, ma proprio tutti: uomini e donne, grandi e bambini. Un’occasione per sperimentare e per sentirsi, anche solo per un momento, schermidori azzurri. Non solo Scherma, perché il Centro Sportivo di Vigna di Valle era presente anche con le “Farfalle Azzurre”, il team che ha meravigliato e continua a farlo migliaia di persone in tutto il mondo. Quando i nastri e le clavette hanno iniziato a roteare, il pubblico si è subito stretto intorno alle “Farfalle”. Alla grazia e all’armonia che le Frecce Tricolori hanno “espresso” nel cielo hanno fatto da contraltare le figure e le evoluzioni delle Farfalle che, per usare un termine prettamente aeronautico, sono
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sembrate “più leggere dell’aria”. Il Centro Sportivo dell’Aeronautica Militare opera per la tutela del patrimonio sportivo nazionale e, grazie al contributo del suo personale tecnico-specialista, opera un’attenta ricerca dei migliori talenti e contribuisce allo sviluppo tecnico-teorico delle dinamiche sportive. Da sempre però la parte più ampia dell’attività agonistica di alto livello è stata svolta da scherma, atletica leggera, pallacanestro, vela ed equitazione a cui si sono poi aggiunte nel tempo altre importanti discipline che hanno portato il centro di Vigna di Valle ad essere una realtà di primo piano nel settore sportivo. Ed è proprio tornando sull’affollato prato di Rivolto per raccolgiere quei sorrisi e quelle strette di mano con il pubblico con gli atleti dell’A.M. che capiamo che, ancora una volta, hanno n fatto “centro”.
Personaggi FAMOSI
SERGIO SCARIOLO Un’altra vittoria per l’allenatore bresciano con un passato nell’Aeronautica Militare sempre più uno dei punti di riferimento del basket internazionale.
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di Arturo Violetta
uando lo scorso 20 settembre la Spagna ha battuto la Lituania per 80 a 63, i giornali, e un po’ tutti, hanno attribuito questo ennesimo successo degli iberici a due nomi in particolare: Gasol e Scariolo. Il primo ha trascinato la squadra con una serie di prestazioni da vero campione, il secondo è stato il regista, neanche tanto occulto, di una squadra capace di salire per la terza volta nelle ultime quattro edizioni sul gradino più alto del podio. Per Sergio Scariolo è l’ennesimo successo di una lunga carriera che parte da lontano perché non tutti sanno che i primi successi l’allenatore bresciano classe 1954 li ottiene proprio con l’Aeronautica Militare. Correva l’anno 1984 quando Scariolo, dopo aver guidato la Victoria Liberta Pesaro e aver ricoperto incarichi federali, “sbarca” al Centro Sportivo dell’Aeronautica Militare. A lui viene affidata la guida della nazionale militare di basket con un preciso obiettivo: i Mondiali militari del 1985. La squadra conta su molti giovani di buona speranza; la volontà non manca e neanche il talento. La guida sapiente, nonostante la giovane età, fanno il resto ed ecco che i cestisti con le stellette centrano il risultato più ambito: l’Oro. Una parentesi, quella vissuta con l’Aeronautica Militare, molto positiva sia dal punto di vista umano che professionale che per l’allenatore bresciano ha rappresentato una tappa di un cammino costellato di prestigiose vittorie. Da allora il palmares dell’allenatore italiano si è arricchito di vittorie prestigiose. Al campionato italiano della stagione 1989-1990 con la Victoria Libertas Pesaro, si sono aggiunti i due campionati spagnoli e altrettante Copa del Rey. È proprio in terra spagnola che arriva la sua consacrazione; ed è alla guida della nazionale iberica che Scariolo dà il meglio di sé. Tre Ori negli ultimi quattro edizioni degli Europei e un Argento nelle Olimpiadi di Londra del 2012 sono il bottino della sua esperienza n con le “Furie Rosse”. SET 2015
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CAMPIONATI EUROPEI
PIOGGIA DI MEDAGLIE PER GLI AZZURRI di Claudia Bacci foto FIHP
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In queste pagg., alcuni momenti delle vittoriose prestazioni della nazionale italiana capace di dimostrare, ancora una volta, di essere la squadra da battere.
lla fine degli Europei il medagliere parla da sè: 36 titoli di cui 14 Ori, 14 Argenti e 8 Bronzi nelle prove su strada, mentre su pista 40 Medaglie di cui 19 Ori, 10 Argenti e 11 Bronzi. Un vero e proprio dominio che giorno dopo giorno ha consolidato la leadership dell’Italia all’edizione 2015 dei Campionati Europei che si sono tenuti in Austria a Worgl Innsbruck. A tenere testa all’Italia solo la Francia che nel medagliere si è piazzata seconda. A grande distanza il Belgio che chiude sul terzo gradino con un enorme distacco. Un dominio che è iniziato sin dalle prime gare dove gli atleti con il Tricolore sono saliti in cattedra senza mai scendere. Giovanissimi e “vecchie” glorie, non c’è stata differenza perché il risultato finale è sempre lo stesso: le note dell’Inno di Mameli. Le piste e le strade austriache di Worgl e Innsbruck hanno visto una squadra solida, compatta che il ct Massimiliano Presti ha preparato alla perfezione. Accanto alle “vecchie glorie” hanno ben figurato i giovani in particolare Giorgia Bormida e Veronica Luciani (Junior B) efficaci sia sulle distanza sprint che di resistenza, che sono valse ben 21 allori ovvero 10 Ori, 5 Argenti e 6 Bronzi.
Un dato confortante perché il numero consistente di medaglie arrivate dai settori giovanili fanno ben sperare sul futuro della disciplina. Al fianco delle nuove leve i “vecchi senatori”, vere e proprie certezze su cui ha poggiato il successo della squadra guidata da Massimiliano Presti. Primo fra tutti Francesca Lollobrigida; l’Aviere Scelto del Centro Sportivo di Vigna di Valle tornata a casa con un bottino di tutto rispetto. Una prestazione che ha fatto di lei la più medagliata dell’edizione 2015 di questo europeo. Certo non è una novità per la pattinatrice dell’Aeronautica Militare che ci ha abituato a questi successi da copertina. Molti hanno ancora in mente la foto che la ritraeva con sei medaglie al collo (quattro Ori, un Argento e un Bronzo) agli scorsi europei in Germania. Allora fu un successo straordinario ma Francesca in questa edizione è andata oltre riportando a casa ben 6 Ori e contribuendo in modo decisivo anche nelle vittorie nelle staffette. Avere in squadra un nome come quello dell’Aviere Scelto Lollobrigida è una certezza per tutti, dai tifosi all’allenatore, è una pietra miliare su cui continuare a costruire i successi della n nazionale italiana. SET 2015
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FURIE ROSSE LARGO ALLE
on un secco 80 a 63 la Spagna liquida la pratica Lituania in una partita che non è mai sembrata in discussione. Già nel primo quarto gli spagnoli mettono a segno un divario di 11 lunghezze che poi gestiscono senza problemi fino al fischio finale. Per la squadra di Sergio Scariolo è il terzo titolo europeo nelle ultime quattro edizioni, una striscia vincente interrotta dalla Francia nel 2013. A trascinare gli iberici una prestazione del solito Gasol; l’ala grande dei Chicago Bulls, con 25 punti, 12 rimbalzi e 4 assist, sfodera l’ennesima prestazione da campione consacrandosi come vero e proprio leader di questa squadra. Per i lituani si tratta della seconda finale consecutiva persa, nonostante la nazionale del ct Kazlauskas
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di Lucio Fratta
abbia cercato fino alla fine la strada per la vittoria. Per il terzo posto la Francia supera l’agguerrita Serbia che, partita fortissimo nelle prime fasi dell’europeo, ha via via perso il livore delle prime prestazioni. E l’Italia? In tanti si sono chiesti se l’esperienza francese possa considerarsi positiva o un fallimento. Dipende se si vuole vedere il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. La vittoria con la Repubblica Ceca, superata con un secco 85 a 70, ha portato alla qualificazione al torneo preolimpico che deciderà sulla nostra partecipazione a Rio 2016: il vero traguardo di questa Nazionale, il risultato minimo che non poteva mancare. La nazionale di Pianigiani si è presentata in Francia con un organico di tutto rispetto, Bargnani e Gallinari in “primis”. Il passaggio nel girone
di qualificazione (Turchia, Spagna, Germania e Serbia) aveva messo in luce il carattere e le potenzialità del gruppo azzurro mentre la sconfitta con la Lituania, ancorché di misura e con il rimpianto di una vittoria sfiorata fino all’ultima azione, ha mostrato anche i limiti di questa squadra. I campioni ci sono e la loro forza è un dato di fatto, ma evidentemente non sono sufficienti per arrivare nei piazzamenti che contano. Il quinto posto è quindi un dato di fatto da cui partire e la qualificazione al torneo preolimpico per Rio 2016 del prossimo luglio, rappresentano oggi l’obiettivo della nazionale. Un obiettivo alla portata degli azzurri che hanno davanti poco meno di un anno per fare quadrato e staccare il pass per il n Brasile.