Scacciavento

Page 1


Illustrato da Amarilla Sara Nencini

se desiderate esplorare un mondo nuovo, vi consiglio di seguire quella stradina di ciottoli bianchi che vi condurrà direttamente all’ingresso della Fattoria Scacciavento.

Lì, proprio accanto all’acciottolato, scorre un fiumiciattolo. Non è uno di quei fiumi imponenti e pigri, né uno di quelli piccoli e impetuosi, ma un piccolo ruscello d’acqua che scorre placido e costante verso valle. Le dolci sponde sono adornate dai fiori rosa di quadrifoglio che si allungano quasi a sfiorare il pelo dell’acqua stando ben attenti a non bagnarsi. In mezzo a loro un cartello indisturbato reca la scritta: “PERICOLO, l’acqua di questo fiume è infetta!” Sebbene sia ormai inutile, nessuno si è mai preso la briga di rimuoverlo. Anni fa una spaventosa epidemia si diffuse tra la popolazione, facendola scomparire dalla faccia della Terra in un

solo attimo. Così il mondo, liberato dalla dominazione degli uomini, è cambiato rapidamente e gli animali, immuni al virus, hanno finito per riprenderne il possesso.

La cosa strana? Quella stessa acqua contaminata che da un giorno all’altro aveva fatto svanire nel nulla ogni essere umano, aveva reso gli animali intelligenti, chi più chi meno, dotandoli della parola. Se ciò sia un bene o un male per il nostro pianeta, spetterà a voi giudicarlo continuando a leggere di questo strano mondo.

Come dicevamo, procedendo sul sentiero lungo il corso del fiumiciattolo, caro Viaggiatore, arriverete fino al cancello della proprietà. È socchiuso perché a quanto pare sembra che nessun animale abbia trovato la voglia di chiuderlo. A dire il vero, gli animali spesso dimenticano di chiuderlo anche di notte dato che, per quanto siano intelligenti, non hanno ancora acquisito del tutto il concetto di proprietà privata.

La Fattoria Scacciavento è una piccola e prospera proprietà di 23 ettari. Oltre alla casa padronale a un solo piano, vanta un fienile, un mulino (infestato dai ratti), una serra di vetro per la coltivazione delle verdure, un laghetto di carpe arcobaleno e un boschetto di faggi perfetto per la crescita di pregiati tartufi bianchi. Sebbene la fattoria non sia tra le più grandi della zona, la cura attenta degli uomini che l’abitavano precedentemente ha trasformato

questa proprietà in una della più belle. Ciò che la distingue dalle altre fattorie sono le condizioni confortevoli in cui gli animali vivono: solo pochi la popolano e il problema della sovrappopolazione, comune a molte strutture limitrofe, è un concetto estraneo a Scacciavento.

La casa padronale è un robusto edificio in pietra con un tetto di tegole rosse arrostite dal sole e gremito da grosse lucertole di giorno e da agili gechi di notte. L’ingresso è appena rialzato e vi si accede attraverso pochi ma robusti gradini di pietra. Se mi concedete l’onore di entrare, noterete subito un grande salone arredato alla buona con al centro un caminetto rustico sormontato da un’imponente trave in legno che sembra bilanciarsi quasi per miracolo. A quest’ora del giorno il caminetto è spento, ma non è raro che venga acceso alla sera, quando gli animali si radunano davanti al fuoco per chiacchierare su un grande tappeto consunto. Sulla destra invece si trova la cucina, ben fornita di ogni ingrediente. Poiché gli animali non sono molto inclini alle pulizie domestiche, agli angoli delle pareti pendono soffici ragnatele che sembrano fatte di zucchero filato. Di fronte alla sala si apre un corridoio che conduce alle camere da letto e al bagno scarsamente illuminato.

Vi chiederete forse il motivo del silenzio che avvolge la casa e l’aia circostante in questo preciso momento.

Beh, la risposta è semplice: gli animali hanno appena intrapreso una delle loro consuete incursioni nei boschi, lasciando temporaneamente la fattoria. Questi animali, dovete sapere, sono diversi da quelli che potreste immaginare; ognuno di loro ha la sua particolarità, un carattere distintivo, punti di forza, passioni e, naturalmente, le proprie fragilità. Alla Fattoria Scacciavento l’amicizia è un bene prezioso, un valore coltivato con cura nel corso degli anni dagli animali che la popolano e che si aiutano reciprocamente, affrontando insieme piccoli e grandi pericoli e vivendo numerose avventure. Se me lo concedeste, vorrei narrarvene qualcuna… Ma, prima, permettetemi di presentarvi gli animali che popolano la fattoria.

Il porcellino geniale

Tra gli animali che vivono alla Fattoria Scacciavento si annovera un maiale davvero intelligente che non solo conosce tutte le tabelline a memoria, ma si diletta di storia e arte, fuma il sigaro e scrive poesie in rima.

Oreste Ravanello nacque il 17 ottobre di sette anni fa sotto una buona stella. Pochi giorni dopo la sua nascita

il contadino e la moglie, dopo aver completato un corso online di nutrizione, decisero di diventare vegetariani, ponendo così fine alla mattanza dei maiali che si ripeteva ogni anno poco prima di Natale. Privato dello scopo originale, ovvero diventare un prosciutto, Oreste divenne il maiale da compagnia della famiglia tanto che seguiva sempre il padrone alle fiere contadine. Ai tempi si narrava che toccare il grugno di Oreste portasse buona fortuna. Fu così che, nella sua splendida grassezza, fu notato da un imprenditore che decise di farne una star diventando così un “maiale per bambini”: venne trasferito in un’altra

fattoria e cominciò a partecipare a feste di compleanno per bambini benestanti. Due volte l’anno veniva portato alle sagre di paese dove quasi sempre, grazie al fisico tornito e alla codina arricciolata, veniva votato come maiale dell’anno. Fu proprio in una di queste sagre che la fortuna di Oreste Ravanello giunse al termine.

Era sdraiato alla romana, masticava pastura e si guardava intorno con il suo solito sorriso, quando un altro maiale invidioso gli schiacciò lo zampino sinistro.

Oreste con un acuto grugnito scatenò il caos, facendo ruzzolare una bambina a testa in giù. Il trambusto che ne seguì e lo spavento dei genitori fecero condannare il povero maiale al destino più crudele. Oreste si ritrovò all’improvviso chiuso in un camion, al buio e al freddo, stretto tra altri maiali che grugnivano disperatamente. Dopo un viaggio di un’ora o più, Oreste si trovò confinato in una stalla angusta e le sue preziose zampette affondavano in una fanghiglia fredda e viscida anziché nella soffice erbetta. Si trovava proprio in un allevamento di maiali destinati al macello.

Non passò molto prima che il maiale capisse il suo destino: diventare pancetta, salsicce, prosciutto e chissà quali altre leccornie prelibate. Intelligente e determinato, Oreste escogitò subito un piano di fuga. Un giorno, tra gli scarti di cibo, trovò una buccia di banana. La

sera, quando il sorvegliante passò a controllare uno per uno gli animali aprendo ciascuna gabbia, Oreste fece scivolare abilmente la buccia di banana sotto i piedi del povero inserviente che ruzzolò a terra. Quel giorno il maiale fuggì via più veloce che poteva e senza mai fermarsi a riprendere fiato. Imboccata la porta del capannone, seguì la fioca luce del giorno che ormai volgeva al termine e corse finché le sue grasse cosce non si torsero dal dolore e dalla fatica.

La fuga durò diversi giorni tanto che al maiale stava oramai passando la paura di essere trovato e riacciuffato, ma in quel terreno brullo tra rovi e ortiche, in pieno inverno, non riusciva a trovare niente da mangiare. L’unico suo sostentamento era l’acqua di un misero ruscello che dopo giorni e giorni di cammino era riuscito a scovare. Durante quel periodo di magra, Oreste, un maiale decisamente fuori dal comune, si rese conto di possedere il dono dell’estraniazione. Provato dalla solitudine e dalla fame, si dissociò piano piano dal suo corpo rallentando le sue funzioni vitali ed entrando in una specie di letargo dove la necessità del cibo venne ridotta al minimo. Dormì per giorni e resistette grazie al suo spirito soltanto bevendo l’acqua di quel piccolo ruscello. Quando finalmente si svegliò dal lungo letargo, il mondo era cambiato: gli uomini avevano abbandonato la Terra e ogni

struttura da loro costruita giaceva in disuso e consumata dalle piante. Gli animali, in passato sotto il dominio dell’uomo, avevano sviluppato una certa intelligenza e, diventando ogni giorno più scaltri, avevano conquistato il posto dei loro vecchi padroni. Anche Oreste si sentiva diverso: bere l’acqua di quel ruscello lo aveva cambiato e in quel momento si rese conto di saper comporre poesie e discorrere per ore su temi filosofici.

Il maiale cominciò a vagare in quel mondo diverso e non più ostile fino a che un giorno si ritrovò davanti a un bivio dove un cartello scritto a mano con della vernice blu recitava: Fattoria Scacciavento, 1 Km.

Oreste imboccò la stradina sulla destra.

li di cucina della libreria di casa. Recentemente ha persino seguito un corso di cucina giapponese e ha iniziato a preparare squisiti rotolini di pesce crudo per tutti. E’ un gatto piuttosto rotondo, con un corpo paffuto avvolto da una folta pelliccia arancione. Il suo appetito vorace contribuisce in modo sostanziale al mantenimento della sua forma di gattone decisamente fuori misura. Il pregio di essere un cuoco bravissimo viene compensato in parte da un carattere piuttosto emotivo: qualsiasi piccola disavventura può far cadere il gatto grasso in uno stato di irrimediabile tristezza a causa della sua propensione al dramma e alla disperazione spesso per un nonnulla. Sofisticato nelle maniere e teatrale nei modi, Jambon ha come migliore amico Achille, un gatto randagio che gironzola per le campagne intorno a Scacciavento. Vederli insieme è uno spettacolo singolare: mentre il primo risulta sempre impeccabile con il suo pelo spazzolato e improfumato di talco, il secondo, magro e affusolato, pecca un tantino di trasandatezza.

I modi sofisticati di Jambon sono spesso bersaglio di battute da parte della gazza Malva che si accontenta di qualunque pettegolezzo e diceria pur di stare col becco aperto. La sua propensione all’esuberanza e al furto non la rendono l’animale più amato della fattoria. Infatti, Malva ha spesso trafugato oggetti preziosi ai suoi

Liberi dall’oppressione dell’uomo e resi più intelligenti da un’acqua contaminata, gli animali della fattoria Scacciavento conducono una vita straordinaria. Qui troverete un maiale portentoso che si diletta in filosofia, un cane da caccia amico di una volpe credulona, un enigmatico maialino d’India, un gatto chef e una gazza ladra appassionata di pettegolezzi. Tra spiriti maligni, tempeste implacabili, guerre di conquista, serate di baldoria e incontri alieni, gli amici affronteranno insieme il susseguirsi degli eventi, dimostrando che l’amicizia è il tesoro più grande di questa magica fattoria.

VALORI IMPLICITI:

Attraverso queste pagine, si sottolinea l’importanza del rispetto verso gli animali e la natura, esaltando al contempo i valori dell’amicizia e della cooperazione. Le storie narrate intendono mostrare ai giovani lettori come le peculiarità individuali possano diventare la vera forza per superare le avversità, promuovendo la crescita della fiducia in sé stessi.

Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.