Balarm Magazine | Idee, personaggi e tendenze che muovono la Sicilia | numero 14

Page 1

bimestrale gratuito di cultura, costume e società numero 14 febbraio/marzo 2010

Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in A.p. - D.L: 353/2003 (conv.n.46 art.1 comma 1 CSN/CBPA-SUD2 Palermo)

PINO CARUSO

“Ho dei pensieri che non condivido” SALVATORE BONAFEDE IL PAN DEL DIAVOLO FULVIO DI PIAZZA SKIP LA COMUNE SALVATORE CUSIMANO PIAZZA MARINA & DINTORNI SICILIA TURISMO 2011


SOMMARIO

www.balarm.it/magazine

10

RITAGLI 6_Pivviccì; Outsiders in Palermo; Catamiati; Trekking urbano; Tutti per uno; Sicilia home movies; Bmodel; Suggestioni di Sicilia; Green à porter

42

PRIMO PIANO 10_Pino Caruso

14

MUSICA 14_Salvatore Bonafede_16_Pan del Diavolo 17_RT guitar duo; Vincenzo Pomar; Brilliant at Breakfast_18_Officine Festival_20_Via Crucis 22_Trio Siciliano_23_Laura Lala e Sade Mangiaracina TEATRO 24_Gigi Borruso 26_Auditorium Teatro Dante 28_Giovanni Cangialosi

24

32

52

ARTE 32_Fulvio Di Piazza 34_Skip La Comune 35_Federico Lupo LIBRI 36_Salvatore Cusimano_38_Consigli letterari 41_Alessandro D’Avenia CINEMA 42_John Turturro_44_Ninnarò 45_PC... Panelle e Crocché COSTUME & SOCIETA’ 46_Piazza Marina & dintorni_48_Palermo per Palermo _50_Palermo sbarca su Twitter 51_Personal shopper, più stile per tutti

36

50

56

58

TURISMO 52_Sicilia Turismo 2011 CIBO 56_Cervello multitasking e polpette di ricotta SEGNI 58_ La primavera astrologica

balarm magazine bimestrale di cultura, costume e società anno IV n°14 febbraio/marzo 2010 registrazione al tribunale di palermo n° 32 del 21.10.2003 editore associazione culturale balarm partita iva 05226220829 direttore responsabile fabio ricotta coordinatrice sveva alagna redazione via nicolò garzilli 26 - 90141 palermo tel. 091.334780 / fax 091.7817486 redazione@balarm.it pubblicità tel. 091.334780 / mob. 328.5351236 pubblicita@balarm.it

articoli adriana falsone, gigi razete, giorgio flaccavento, irene leonardi, gjin schirò, federica sciacca, alessandra sciortino, giulio giallombardo, claudia brunetto, laura nobile, daniele sorvillo, laura francesca di trapani, giulia scalia, serenella di marco, sveva alagna, salvatore salviano miceli, manuela pagano, tommaso gambino, daniela genova, tony siino, letizia mirabile, giorgio aquilino, marco amato, fabio vento fotografie federico maria giammusso, jose florentino giuseppe sinatra, tullio puglia, domenico aronica, cristiano integuglielmi, luca lo cascio, davide currao, roberto panucci, davide grotta, davide molino, chiara chiaramonte, studio progresso, olimpio mazzorana, michele tomaiuoli, giuseppe cinà, salvatore prestifilippo, lavinia caminiti, antonino cottone grafica & impaginazione massimiliano della sala (grafishdesign.it) stampa artigiana grafica (palermo)

tiratura e distribuzione numero stampato in 12.000 copie e distribuito gratuitamente a palermo, monreale, mondello, bagheria e comprensorio in circa 200 punti di aggregazione culturale e mondana prossime uscite n°15 (aprile-maggio) n°16 (giugno-luglio) n°17 (agosto-settembre) abbonamenti per ricevere il magazine via posta in tutta italia è possibile abbonarsi online su www.balarm.it o da master dischi, in via xx settembre 38 a palermo l’associazione balarm è iscritta nel registro degli operatori di comunicazione al numero 18155 in copertina pino caruso (ph federico maria giammusso)

balarm magazine 3


AZIZA MUNNIZZA

INTRO

ph. Matilde Incorpora

Numero quattordici quattordici,, la luce

di FABIO RICOTTA

Cari lettori, siamo reduci da un inverno cupo e uggioso, tra pioggia incessante, vento, freddo e umore ai minimi storici. Ed ancora, mancanza di energia, difficoltà di risveglio mattutino, riduzione della produttività e tendenza al ritiro sociale. Lo sapevate che esiste una definizione medica statunitense che qualifica tutto questo in una parola? SAD, ovvero Seasonal Affective Disorder (disturbo dell’umore ad andamento stagionale). La causa principale? Mancanza o drastica riduzione della luce solare. D’altronde il tono dell’umore sembra diminuire quanto più ci si allontana dall’equatore per cui possiamo trovare un maggior numero di persone più tristi nelle regioni nordiche che nelle regioni meridionali e nello stesso modo un maggior buonumore d’estate che d’inverno. E Palermo? Ne vogliamo parlare? La città abituata alla luce del sole e alla bella stagione è piombata di colpo nell’oscurità metereologica. Per un momento mi è sembrata Milano e ho pensato: con tutti i problemi che ci sono si ci mette anche il sole? Forse sta arrivando quella punizione divina tanto auspicata da un mio professore all’Università? Di tanto in tanto tirava fuori una delle sue massime rigorosamente in dialetto palermitano: «ci fussi i pigghiari a Sicilia e affunnalla nnu mari cu tutti i cristiani…e poi ripigghialla arrieri». Che, tradotto, voleva dire: questa terra è così irredimibile che forse l’unico modo per cambiare le cose è adottare una soluzione radicale, e cioè affondare l’intera regione nel mare con tutti i suoi abitanti e dopo qualche giorno riportarla in superfice. Era una metafora ironica che in quel periodo, tra lo studio di Sant’Agostino e Tommaso D’Aquino, ci faceva sorridere e riflettere ma che ancora oggi è viva nei miei ricordi. E tra i miei pensieri è vivo anche il ricordo di Giorgio Li Bassi, l’attore palermitano che lo scorso 16 febbraio ci ha lasciati a causa di un malore improvviso. Dopo oltre quarant’anni di carriera se ne va un pezzo di storia del teatro cittadino. Giorgio amava definirsi un “vecchio emergente” perché negli ultimi anni aveva vissuto il suo personalissimo riscatto al fianco di alcuni giovani di talento della nostra città, come la regista Emma Dante. La redazione di Balarm gli rivolge l’ultimo saluto. In questo numero trovate un nuovo restyling grafico e in parte dei contenuti. È solo l’inizio di un nuovo percorso perché nei prossimi mesi ci saranno altre novità. Infine un ultimo pensiero: crediamo che la nostra crescita passi anche dall’interazione, dal coinvolgimento e dal confronto con i lettori. Per cui, chiunque volesse fare delle proposte o suggerire delle idee o argomenti per nuovi articoli, può farlo inviando una mail all’indirizzo redazione@balarm.it. E adesso non mi resta che augurarvi una buona lettura. balarm magazine 5


RITAGLI

PIVVICCÌ C CÌ,, IL RICICLO È DI

MODA Trasformare il rifiuto in qua lcosa di bello e utile: è que sto lo spir di “Pivviccì”, progetto deg iri riiito to li architetti palermitani Giu seppe Rogato e Francesco Lucia. Dal ricic lo di striscioni pubblicitari in PVC destinati alla discarica, i due han no ricavato borse, poltron e, accessori e oggetti di interior design. Un’iniziativa “sostenibile”, che alla chiara impronta ecologica affianc a un deciso supporto all’econ omia locale. La realizzazione dei prodot ti, infatti, vede coinvolte real tà produttive dell’artigianato palermitan o e siciliano. «Nonostante Pale rmo stia affrontando una drammatica emergenza rifiuti - commen tano Rogato e Lucia - è, però, un luogo tto privilegiato». Il catalogo che con l’arte e la creatività delle creazioni è disponibile ha un rapporonline su www.pivvicci.it (Fab io Vento)

PALERMO IN GOOGLE STREET VIEW

Da oggi è possibile “camminare” per Palermo stando comodamente seduti al pc: Google Street View si estende alla nostra città. Integrata in Google Maps (maps.google.it), questa innovativa applicazione consente di muoversi “virtualmente” per le strade cittadine, attraverso viste panoramiche a 360 gradi in orizzontale e a 270 in vertcale, a distanza di 10-20 metri l’una dall’altra. Introdotto il 25 maggio 2007, questo servizio si è gradualmente ampliato, fino ad abbracciare: Australia, Canada, Francia, Giappone, Portogallo, Repubblica Ceca, Regno Unito, Singapore, Spagna, Bassi, Paesi Zelanda, Nuova Messico, Italia, Stati Uniti, Svizzera e Taiwan. In Italia Google Street View è disponibile dal 29 ottobre 2008, quando urono inserite le città di Roma, Milano, Firenze e Como. (f.v.) fu fur furono

RITAGLI

CATAMIATI, TRA IMPRESA E CREATIVITÀ

a «Chi ha un’idea creativa o anche semplicemente il “desiderio” di realizzare una propria micro-impresa (sia essa un’attività commerciale, artigiana o professionale) incontra spesso difficoltà e vincoli difficili da superare»: promosso dal palermitano Laboratorio per l’Innovazione, “Catamìati” è un servizio di consulenza che sostiene chi ha un’idea imprenditoriale nel processo creativo che permette di immaginare come sarà la propria impresa, cosa produrrà, come e per chi. Aiuta il cliente a mettere a fuoco vincoli e potenzialità, ad analizzare il mercato e i potenziali concorrenti, e fornisce supporto sui canali di finanziamento e le possibili strategie di comunicazione. Per maggiori informazioni consultare il sito web www.laboratorioinnovazione.eu/catamiati o chiamare il numero 091.225971. (f.v.)

COOPERATIVA A.L.I. I G URBANO CON LA KIN KI TREKK TR una natura rinaturale di Capo Gallo, fra

Un’escursione nella riserva misteri dell’ane un tour alla scoperta dei gogliosa e incontaminata, te di “trekking pos pro e dell due Sono solo tica setta dei Beati Paoli. te Legalità Inbien (Am Cooperativa A.L.I. urbano” della locale Società te al rispetto lega vità atti di ione moz a pro tercultura), impegnata nell all’affermae lità lega a dell ne della cultura dell’ambiente, alla diffusio turismo responsabidi ta pos pro Alla ti. dirit zione dell’universalità dei di un’economia egno delle culture locali e le, che in un’ottica di sost ppi, si affianca gru i oli gi in Sicilia per picc della provincia. Per maggior sostenibile organizza viag o e naturale di Palermo e stic arti onio rim pat del ione infatti un’opera di promoz ) www.alicooperativa.com (f.v. informazioni consultare il sito

OUTSIDERS IN

PALERMO Una U na divertente serie sulla vita degli studenti fuori sede nella nostra città: è “Outsiders in Palermo”, sit-com ideata da Nicola Torregrossa e scen eggiata a quattro mani con Vittorio Canepa che, dopo un breve lancio in TV, approda ora al web. Tre i protagonist i: Andrea, interpretata da Katia Di Mariano, è una stud entessa DAMS, determinata a divenire attrice professionis ta; Peppe, al secolo Giuseppe Emanuele, è uno straluna to fuori-corso di Ingegneria; Ciccio, interpretato da Davide Ruggiano, è il proprietario dell’appartamento. Più che ai modelli della fiction italiana, la serie si rifà alla sit-com ame Sono previste varie guest-star ricana “Friends”. non soltanto italiane, mentre la musica è delle Cordepazze. Le L puntate sono distribuite sul sito www.outsidersinpalermo.it e sul sull blog bl g ww blo www w.ro .rossalio alio..it it (f.v.) balarm magazine 6

TUTTI PER UNO – LOTTERIA AMNESTY INTERNATIONAL

Parte anche quest’anno la lotteria “Tutti per uno” promossa dalla circoscrizione siciliana di di Amnesty International. Acquistando un biglietto al costo di 3 euro si potrà contribuire alla realizzazione delle attività di Amnesty nella nostra regione, ma anche in Italia e nel mondo. In palio 100 premi, tra cui uno scooter, una consolle portatile Psp Go, un corso di tango argentino. Testimonial dell’iniziativa, abbinata alla campagna “Io pretendo dignità” per il riconoscimento e la protezione dei diritti delle persone che vivono in povertà a Palermo, sono Stefania Petyx e il suo bassotto. L’estrazione dei biglietti vincenti avverrà il 23 giugno alle 20.30 al Kursaal Kalhesa, (Foro Umberto I, 21). Per l’elenco dei punti vendita e la lista ista completa dei premi consultare il sito web www.amnestysicilia.it (f.v.)

balarm magazine 7


RITAGLI

SICILIA HOME MOVIES nticatoio, testimonianze sui ffeee--

Raccogliere, sottraendole al dime la società siciliana nel secolo scor nomeni che hanno attraversato e Movies. Il NoveHom lia “Sici etto prog del o so: questo l’obiettiv iglia” promosso dalla Filmoteca cento nel film amatoriale e di fam prima” sono tutti quei filmati in Regionale Siciliana, e la “materia per raccontare piccoli e graniliare fam ito ocamere, venivano girati in amb vide delle nto ani, possono già avve dell’ a prim pellicola che, residenti in Sicilia o comunque sicili Possessori di pellicole amatoriali, , memorie di un ‘900 del lia “Sici tra mos di eventi, giorni di festa, viaggi. della e quelli più significativi saranno part i: lmat fi ri prop i re egna cons da ora o nel corso del 2010. lo” di Esperia Film, che avrà luog olo” sec se seco e il 091.982783. (f.v.) mar Per informazioni chia

RITAGLI

DA SOSTENIBILE GREEN À PORTER, LA MOnatu rali, riusati o ricicla-

con materiali b , borse, cappelli, gioielli fatti a mano Abiti A i locali del teatro Montevergini (via aprile 18 il zero: i metr ti, e soprattutto a chilo r“, un evento-sfilata “ecologico” a porte à n Montevergini 8) accoglieranno “Gree sponra di Bologna. La serata si propone di cura dell’associazione Impronta legge ssori per la moda acce e abiti zano realiz che i local i sorizzare piccoli artigiani e stilist to omy, della cultura del riuso, dell’acquis nel rispetto dei principi della green econ vento saranno curate dell’e ento inam coord il e ne rvisio critico e di qualità. La supe re, saiste siciliane e professionisti del setto da associazioni ecologiste e ambiental omazi infor iori magg Per ibile. re ecososten ranno presenti inoltre sponsor del setto (f.v.) 57. aree il numero 392.62754 amar cchiam ni chi ni

BMODEL,

A SCUOLA DI MODELLE Nasce a Palermo Bmodel, fash ion agency che si occupa della gestione di modelle e modelli, dell’organizzazio ne di casting, di shooting, di eventi legati alla moda ed al fashion. È anche una fashion school rivolta a chi desidera intraprendere la carriera da modello o modella o migliorare la prop ria performance in questo ambito, con corsi app ositamente studiati per l’inserim ento professionale nel mondo del fashion e del modeling industry. Non sono trascurate figure professionali come hostess, stew ard e promoter. Divisione di Bquadro Eventi e Comunicazione, Bmodel si avvale di importanti partners hip nel mondo della moda siciliana: Confcommercio terziario Donna, la Vie en Rose , Daniela Cocco, Roberta Lo Jacono e Fabiola Fern andes. Per maggiori informa zioni chiamare il numero 091.9820769. (f.v.)

“LIBERI TUTTI”, LA VOCE DEGLI STRANIERI

È stato da poco presentato il primo numero di “Liberi Tutti”: una rivista scritta dai ragaz ragazzi azzzi zi delle comunità straniere di Palermo e che si propone di raccontare storie di vita, disagi e problematiche di questi gruppi sociali. “Liberi Tutti” nasce per iniziativa dell’omonima associazione e con il contributo dell’Università di Palermo. «Oggi - dicono gli organizzatori - ci sono quasi 300 studenti della cosiddetta seconda generazione di stranieri iscritti all’Ateneo palermitano. A loro abbiamo demandato il compito di raccontare la città, la “loro città”. È anche una provocazione che abbiamo voluto lanciare per mettere in risalto il paradosso di un paese che considera ancora “straniera” una larghissima fetta di popolalaa zione italiana». Per maggiori informazioni chiamare il numero 333.9627743. (f.v.))

LAV, SUL BLOG LA GUIDA AL

LE ADOZIONI Chi si appresta a comprare un animale domestico spes so ignora che a Palermo ci sono tanti privati che danno gratuita mente in adozione i propri cani e gatti, e ci sono anche tanti randagi, salvati dalle associaz ioni animaliste, che cercano una casa confortevole e lontana dai pericoli della strada. Fin dalla sua nascita, il blog della sede palermitana della LAV - Lega Anti Vivisezione, all’indirizzo http://lavpalermo.netsons.or g, dedica uno spazio agli annunc i di adozione inviati dagli uten ti. Unica condizione, che l’adozio ne sia gratuita, perché per la LAV gli animali non sono una “merce”. Sullo stesso blog c’è anche una pagina con i contatti Municipale e dei vari rifugi priv del Canile ati della città, che ospitano rand agi e trovatelli nella speranza vino presto una famiglia. (f.v. che tro)

SUGGESTIONI DI SICILIA

o a Internazionale del Turismo) di Milan È stato presentato da poco alla BIT (Bors no. Raccontare iman Cresc Laura alista giorn della ” il libro “Suggestioni di Sicilia eritinerari a tema, di viaggio come “scop il territorio siciliano in un percorso di che guida una in , ttivo to: questo è l’obie ta” al di fuori del turismo organizza , panorami, passeggiate, città, borghi, attraversa strade da percorrere in auto saspiagge segrete ed angoli di mare, musei, parchi naturali, isole minori, ività in alberghi di ricett della ione selez una e anch pori e prodotti tipici. Ma e, campi da golf, immersioni subaclusso, resort, B&B ed agriturismi di charm ia. Editore, il libro è già disponibile in librer quee. Pubblicato da Marcello Clausi icilia.it (f.v.) nidis estio .sugg www sito il e ultar iori informazioni cons giori magg Per mag

balarm magazine 8

balarm magazine 9


ph. Federico Maria Giammusso

PRIMO PIANO «Una città può essere visitata, desiderata, ammirata, sognata, persino detestata; Palermo, in più, può essere mangiata. Sono nato alla Vucciria, tra un vociare di pescivendoli, caldumai, carnezzieri, rosticcieri, caldarrostai, fruttivendoli e droghieri. Nascendo, urlai anch’io. Per annunciarmi. Ma l’urlo, in quel frastuono si sperse. Mi acquietai. E, più che le orecchie, presto assuefatte, misi in funzione il naso. Un afflusso di odori lo invase, lo stuzzicò, lo carezzò, lo nauseò. Non me ne stupii. Mi sembrava che quegli effluvi la vita li avesse di suo. Erano il sapore naturale dell’aria. Il cibo, a saperlo leggere, è un libro di memorie e se ci viene dalla terra in cui siamo nati, è anche un pezzo della nostra infanzia e della nostra storia». Pino Caruso a Palermo ci ha vissuto e ci vive ancora. E di Palermo porta dentro un bagaglio di esperienze, di odori e sapori ma, soprattutto, di vita. «Papà gestiva una bottega di merceria e filati e, per me, non aveva fatto nessun programma. Si fidava di me. Io non ho frequentato le scuole. Non c’erano tanti soldi. La quinta elementare l’ho presa a scuola serale. Ma ciò non toglie che i libri si possano leggere. Già allora ero molto curioso. E la curiosità è proprio la spinta più grande che si possa avere verso la conoscenza. Diciamo che ho dieci anni di ritardo sulla maturità rispetto ai miei coetanei. Bè .... spero che la morte ne tenga conto». Caruso scherza su tutto, ma sempre in maniera sottile e garbata. È un comico, che nasce come attore drammatico e, nella vita, ha fatto di tutto. Partendo dal basso: apprendista tipografo, garzone di bottega, di bar, di salumerie, strillone di giornali. «Un giorno ho letto su un quotidiano che a Palermo si apriva una scuola di recitazione. Decisi di presentarmi - racconta - mi chiesero le generalità (nome, cognome, eccetera). Quando appesero l’elenco delle persone ammesse io non c’ero. E mi infuriai. Pensai che fosse perché avevo la quinta elementare. Allora scrissi una lettera dove li accusavo di non avermi sottoposto a una prova d’attore e, pertanto, chiedevo in base a quale criterio mi avessero escluso. Passarono due mesi e

non ottenni nessuna risposta. Poi successe qualcosa. Mi contattarono dicendo che il direttore del teatro, Vincenzo Tieri mi voleva parlare. Cos’era successo? Il direttore di scena del teatro - che intendiamoci faceva di tutto, anche spazzare il palcoscenico - era inadeguato e serviva qualcuno per rimpiazzarlo e pensarono che quel ragazzo dalla lettera così infuocata magari potesse essere interessato. Mi dissi che quello poteva essere un modo per entrare e conoscere e scoprire questo mondo. E così fu». Il debutto sul palcoscenico Il 16 marzo del 1957 al Piccolo teatro di Palermo. Un piccolo ruolo ne “Il gioco delle parti” una commedia di Luigi Pirandello. «A Palermo rimasi tre anni. Capii che dovevo andare via». Dopo una parentesi a Roma, nel 1962 con la Compagnia Emma Gramatica, un piccolo ruolo ne “I sei personaggi in cerca d’autore”, viene scritturato dal Teatro Stabile di Catania dove impara e affina il mestiere. Nel 1965 si trasferisce nuovamente a Roma dove «Senza mezzi, senza molte conoscenze, ho fatto la fame, sino a quando non fui scritturato per lo spettacolo, “Il venditore di echi” di Dino Gaetani, nel quale interpretavo tredici ruoli diversi. Fu allora che venni notato da Luciano Cirri, giornalista del Borghese e fondatore insieme a Castellacci e Pingitore, Gianfranco Finali, Palombo, Dimitri Gribanowsky, del Bagaglino. Ne feci subito parte. Anzi, il bagaglino nasceva con me». Al Bagaglino, Caruso, è stato l’inventore della “terza parte”. «Iniziai a parlare con il pubblico che si fermava fino a tarda notte. E parlavo di tutto, ridendo. Il successo fu immediato. Nel 1968, arrivò la televisione». E perfino qualche esperienza di giornalismo. Con L’Unità, il Corriere della sera, La Sicilia, Il Secolo XIX, Paese sera e Il Mattino. Pino Caruso recentemente è salito sul palco del teatro Bellini per lo spettacolo, di cui è anche regista, “Mi chiamo Antonino Calderone” scritto da Dacia Maraini, liberamente tratto dal testo di Pino Arlacchi, “Gli uomini del disonore”. Una rappresentazione che, “per la sua asciuttezza - secondo una definizione di Pino Arlacchi stesso - è degno di una tragedia greca”.

i libri

PINO CARUSO

L’attore e regista palermitano, in libreria con una raccolta di aforismi ed una di versi, ci racconta alcuni aneddoti della sua vita dagli esordi teatrali, alla tv, al cinema, ad oggi di ADRIANA FALSONE balarm magazine 10

balarm magazine 11


PRIMO PIANO «Il Teatro Stabile di Palermo che ha prodotto lo spettacolo è uno dei più importanti teatri stabili d’Italia - sottolinea con orgoglio Caruso - e Pietro Carriglio, il suo direttore artistico, è considerato uno dei migliori registi di teatro in attività». Nel 1999 arriva il grande successo di “Ultimo” di Stefano Reali (otto milioni di ascoltatori) in cui Caruso interpreta un pentito di mafia; nel 2002, ”Carabinieri” nel ruolo del maresciallo Capello. Quindi “L’onore e il Rispetto” e poi “Agrodolce”. Caruso ha inoltre all’attivo oltre trenta film, tra cui uno come protagonista e regista “Sedotto e abbandonato”, tre girati in Francia: “Dupont Lajoie” per la regia di Yve Boisset, “La Main” con Natalie Delon, “Le Mur dell’Atlantique” di Marcel Camus. Tra gli altri da ricordare “La Donna della Domenica” di Luigi Comen-

li contiene tutti, intitolato “Ho dei pensieri che non condivido”, che è appena uscito e che sta andando a ruba: “Nasco improvvisamente a Palermo. Perché improvvisamente? Perché non me l’aspettavo”, “Chi non sa ridere non è una persona seria”, “Se dio c’è, Dio solo lo sa”, “Il regista in teatro: uno che disturba le prove”, “Con Dio preferisco parlare direttamente: gli intermediari pretendono la percentuale”, “Nascere è stata la cosa più sconvolgente della mia vita”, “Che animale buffo è l’uomo! Non sa dove va e ci va lo stesso”, “In Sicilia abbiamo tutto. Ci manca il resto”. Oppure ancora: “Di puntuale, in Sicilia, c’è solo il ritardo”, “Nessun ateo ha mai commesso delitti in nome del suo ateismo. Ma forse è perché gli atei non sono ancora organizzati così bene come i

cini; “Dimmi che fai tutto per me” con Jonny Dorelli. Lunghissimo, poi, l’elenco degli spettacoli. «Far ridere è difficile, perché non è come far piangere, per cui basta raccontare disgrazie e commentarle seriamente; l’umorismo ha bisogno di qualcosa che va oltre: volgere un fatto, un pensiero, in paradosso, e renderlo chiaro in una battuta. L’umorismo richiede uno sforzo di sintesi. Diciamo anche, in due frasi, che la tragedia esiste in natura, mentre l’umorismo è un’invenzione dell’uomo; non sta mai nelle cose e nelle persone ma negli occhi e nella mente di chi osserva». E di umorismo Caruso ne ha tanto. Basta curiosare tra i suoi aforismi (ben 470) sfogliando il libro che

credenti”. Senza dimenticare, ovviamente, un po’ di filosofia: “La vita è bellissima. Basta non averci a che fare”. Caruso è approdato in libreria anche con una raccolta di versi “Il silenzio dell’ultima notte”, edita da Flaccovio. «Non sono uno scrittore improvvisato - precisa - lavoro sulla scrittura da una vita. Almeno la serietà dell’impegno c’è. E non solo scrivo da una vita, ma leggo da una vita. La differenza, fra gli uomini, la fa la scrittura. Ho avuto successo, questo sì; è un dato di fatto a cui felicemente mi rassegno. Ma il successo non mi ha fatto perdere l’orientamento». E conclude con un altro aforisma: «Sono troppo ambizioso per montarmi la testa». balarm magazine 12


ph. Domenico Aronica

MUSICA

SALVATORE BONAFEDE

“Sicilian Opening” è il nuovo disco del pianista e compositore palermitano edito dall’etichetta locale Jazz Eyes

ph. Domenico Aronica

di GIGI RAZETE

Si ha un bel conoscere da sempre un musicista, in questo caso Salvatore Bonafede, averlo visto crescere, possederne i dischi e credere di saperne proprio tutto. Poi, un giorno, capita di andare a casa sua, di scrutarne il bozzolo del privato e all’improvviso, magari da piccoli particolari (un vecchio poster di Alain Delon, una vetrina stracolma di modellini di auto sportive), comincia a sorgere il dubbio che c’è ancora molto da scoprire. Forse anche più di quanto possa dirci il suo ultimo disco, “Sicilian Opening”, da poco edito dalla Jazz Eyes, etichetta che finora aveva ospitato solo big stranieri. Quando nel 1974 aveva preso a frequentare il Brass Group, Bonafede era un ragazzino appena dodicenne ma con un innato talento per il pianoforte e una grande curiosità per quei jazzisti leggendari che suonavano nella storica cantina di via Duca della Verdura. Oggi è uno dei pianisti e compositori più apprezzati in Italia e all’estero, incide assieme a celebrità americane, insegna al conservatorio di Trapani e, dopo otto anni trascorsi negli Stati Uniti a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta (Frida, la maggiore dei due figli, è nata a New York), è tornato a vivere a Palermo ed attualmente abita in un appartamento pieno di luce, nei pressi del Teatro Massimo. «Non sono un fan del celebre attore francese. - spiega Bonafede - Quello che mi ha affascinato del poster di Delon, trovato per strada, è stata la scritta in calce che evidenzia come il manifesto fosse allegato a Grand Hotel, una rivista di fotoromanzi appartenente alla generazione delle nostre nonne e mamme (nato nel 1946, Grand Hotel è uno dei più longevi rotocalchi italiani, ndr.). Circa i modellini, invece, da quando la musica è diventata professione la mia grande passione “altra” sono auto e moto. Il mio sogno sarebbe di gareggiare con auto sportive, ad esempio una Giulia Gta o una Lancia Hf: bolidi vintage, insomma. Con le moto sono sempre stato un “manico”. L’anno scorso mi sono tolto lo sfizio di scendere in pista, a Racalmuto, per una sessione di prove con professionisti ma mi sono reso conto che non ho più i numeri e che il tempo è ineluttabile. Da giovane, però, quando facevo il giro delle Madonie spesso davo la polvere a smanettoni più esperti di

balarm magazine 14

me. Tuttavia, rimango praticante e attualmente ho una Kawasaki 650 comprata l’anno scorso». Insomma, t’aspetti una persona misurata e riflessiva come appare dal tratto esteriore e dalla sua musica e scopri, invece, che sotto la cenere il fuoco è vivissimo; t’aspetti un artista ancorato al presente e proiettato al futuro, come lo sono le sue note, e scopri un uomo affascinato dal passato. Il primo ascolto di “Sicilian Opening” è proprio un bouquet fragrante di tradizione e novità, con quel suo echeggiare il lirismo melodico e la cantabilità dei primi trii di Keith Jarrett e certe innovative aperture che sembrano preludere ad una nuova fase artistica. «Già il titolo, “apertura siciliana” (che è anche una mossa della letteratura scacchistica), è una dichiarazione d’intenti - conferma il pianista - Pubblicato sia in cd che in doppio vinile (con tre brani in più), questo disco è nato dalla voglia di recuperare radici culturali e risorse artistiche e professionali della nostra terra. Il progetto è tutto siciliano, dall’etichetta ai miei compagni: il batterista palermitano Marcello Pellitteri ed il contrabbassista catanese Marco Panascia. È stato registrato a New York solo perché loro vivono lì da tempo ed è stato logico che mi spostassi solo io. E poi la Grande Mela, con la sua alta concentrazione di nostri conterranei, ha da sempre un’anima siciliana». Gli altri aspetti del recupero di identità che permea quest’ultima opera di Bonafede (www. salvatorebonafede.com), e che magicamente danno semmai maggior forza al respiro internazionale del suo linguaggio, riguardano l’ispirazione che ne sorregge le composizioni, alcune delle quali, come “La grande illusión”, “Appunti su Palermo” o “Torre Ligny” (dedicata a Trapani), compendiano le complesse stratificazioni culturali, dalla spagnola all’araba, che si sono sedimentate nella storia dell’Isola. «Non ho dimenticato le mie origini artistiche legate a Salvo Licata (“La ballata del sale”) ed a Rosa Balistreri o, per parlare del presente, la collaborazione con Mimmo Cuticchio. Adesso cerco di chiudere il cerchio e recuperare tutte le radici che mi appartengono per tradurle in jazz. C’è anche un’apertura al mondo del pop: per la prima volta, infatti, ho voluto interpretare alcune canzoni dei Beatles: “Blackbird”, “She’s leaving home” e “Strawberry fields forever”, quest’ultima solo su vinile». Scrive Bonafede nelle note di copertina: «Ho registrato quest’album in un momento in cui percepivo dentro una grande energia. Così, ho suonato la musica che sentivo più vicina a me, quella che si annidava nei miei pensieri, nelle mie intime confessioni, nelle mie ansie. Ognuno di questi brani racconta la propria magica verità». balarm magazine 15


MUSICA ph. Chiara Chiaramonte

ph. Luca Lo Cascio

MUSICA

IL PAN DEL DIAVOLO

Si intitola “Sono all’Osso” il primo disco del duo palermitano dai ritmi esplosivi e graffianti

“Solo le persone stupide sono brillanti a colazione”. È con questa frase di Oscar Wilde che i Brilliants at Breakfast amano presentarsi e presentare il loro primo album “Romy’s Garden”. Il cd, registrato per la Seahorse recordings di Paolo Messere (ex chitarrista degli Ulan Bator), contiene dieci brani di un buon post rock, pacato e lineare, e ha già ricevuto tante recensioni positive in tutta Italia. Il gruppo invece, nato nel 2007 dall’esigenza di sperimentare sul genere post rock indie, è formato da Alex Valenti alla voce e alla chitarra, Leo Vetrano alla chitarra e allo xilofono, Giuseppe D’Angelo al basso, Sergio Corrado alla chitarra e Mauro Cassarà alla batteria. Il quintetto palermitano sta già lavorando ai brani del secondo album che verrà registrato, sempre per la stessa etichetta, ad aprile. Per ascoltare alcune canzoni ed avere maggiori informazioni sulla band è possibile visitare il sito www.myspace.com/thebrilliantsatbreakfast (Irene Leonardi)

RT Guitar Duo, tra classico e moderno Nasce con l’incontro casuale di due chitarre l’RT Guitar Duo. Una classica e una acustica abilmente suonate l’una da Nicolò Renna e l’altra da Manfredi Tumminello. Un’avventura che unisce cosi il mondo classico, quello di Nicolò diplomato al conservatorio, e quello moderno di Manfredi diplomato all’Accademia di musica moderna e che ha portato così alla nascita del loro primo cd, che porta lo stesso nome del duo. L’album conta otto brani di cui cinque inediti e tre cover, tra cui un brano del chitarrista napoletano Antonio Forcione e due del brasiliano Celso Machado. Partecipa al cd anche il pianista Mauro Schiavone, che nell’ottavo brano “Waltz for Django” ha completamente improvvisato un assolo al pianoforte. L’album, registrato per l’etichetta On Air Records di Maurizio Curcio è disponibile al prezzo di 10 euro. Maggiori informazioni su www. myspace.com/rennatumminelloguitarduo (ire.le.)

di GIORGIO FLACCAVENTO

stiche, potenti e graffianti, e la voce di Pietro Alessandro Alosi trascinano in questa singolare dimensione creata da Il Pan del Diavolo (www.myspace.com/pandeldiavolo). Un sound bastardo, che risente di molteplici influenze. Loro si dichiarano grandi ammiratori di Fred Buscaglione e Luigi Tenco, dei quali troviamo sicuramente tracce, ma dopo aver sentito più volte queste canzoni risulta chiaro che questi due ragazzi hanno un enorme background musicale che in qualche modo emerge in questo viaggio musicale nel quale ci conducono. “Sono all’Osso” ha un’anima folk-rock che strizza l’occhio al punk ma include anche delle significative ballate e ha uno stile di canto che ricorda Buscaglione così come Rino Gaetano o Elvis Presley. In alcuni momenti ricordano persino i White Stripes. Un disco che non può essere etichettato, perché appena proviamo a collocarlo in un genere o in un sotto genere, le sue note e i suoi testi fuggono verso un’altra direzione. Bisogna godersi la potenza di “Farà cadere lei”, l’originalità de “Il centauro”, che sembra Rino Gaetano in versione punk, il blues di “Lux Interior”, fino alle delicate armonie di “Africa” e “Scarpette a punta”. Un album variegato negli stili ma abbastanza omogeneo nella qualità, grazie anche alla forza dei testi scritti da Pietro Alessandro Alosi, che raccontano originali e psicotiche storie.

---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------balarm magazine 16

ph. Davide Grotta

----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------Se siete stanchi dei tanti gruppi proposti dalle etichette più importanti, che vogliono spesso spacciare una minestra riscaldata per un’innovazione, allora, per una volta, non avete bisogno di andare in altre nazioni per trovare un sound nuovo e di grande originalità. Partiamo dalla formazione, assolutamente inedita, visto che abbiamo tre strumenti e due musicisti, Pietro Alessandro Alosi e Gianluca Bartolo. Per suonare due strumenti contemporaneamente bisogna impiegare più arti e non è facile, soprattutto se uno dei due strumenti è una gran cassa di batteria; se poi consideriamo che oltre a suonare bisogna cantare, l’impresa è davvero ardua, ma il risultato è assolutamente lodevole. “Sono all’Osso”, primo album de Il Pan del Diavolo, palermitana è prodotto da La Tempesta, una delle più importanti etichette indipendenti italiane, che ha lanciato gruppi del calibro di Tre allegri ragazzi morti, Le luci della centrale elettrica e Il teatro degli orrori; ed è stato mixato con JD Foster, che ha lavorato con Vinicio Capossela e i Calexico. Il disco parte con grande energia, le prime tracce sono decisamente esplosive, a un primo ascolto non si direbbe che sono in due, si è propensi a immaginare una rock band che suona in acustico. Bisogna affinare l’orecchio per accorgersi che manca il basso e la batteria è composta solo da una gran cassa. Le due chitarre acu-

Il post rock dei Brilliants at Breakfast

ph. Davide Molino

“Il punto di vista” di Vincenzo Pomar Un romanzo, un audiolibro e un cd. È questo il frutto della nuova fatica del palermitano Vincenzo Pomar. “Il punto di vista” è un racconto autobiografico che, con un ritmo musicale, racconta tanti aneddoti di vita vissuta ed è accompagnato da un cd audio contenente la lettura dell’intero libro con la voce dello stesso autore. Ad integrare il romanzo anche “I bambini di ieri”, l’album del poliedrico artista, realizzato con l’aiuto del musicista Maurizio Curcio (con il quale ha anche messo in scena un omonimo spettacolo per quartetto acustico), che conta dodici brani inediti dai testi ottimisti, che invitano l’ascoltatore a rivolgersi alla vita con positività. Tra i brani anche “Palermo per Sempre” scritta da Vincenzo Pomar e Giovanni Ullu (autore, tra le altre, di “Pazza Idea”). Il romanzo è in vendita in tutte le librerie in un cofanetto contenente anche l’audiolibro e l’album al prezzo di 20 euro. Info su www.vincenzopomar.com (ire.le.) balarm magazine 17


ph. Davide Currao

MUSICA

Quelli di... Officine Festival

Dall’unione appassionata di cervelli e braccia nasce un progetto di giovani professionisti della cultura «Bisogna fare grandi sogni cosicché, disegnandoli, non si perdano di vista». Questa frase, scritta su un muro e letta per caso, rappresenta il punto di partenza da cui si è sviluppata una nuova realtà cittadina, una fucina, come è stata definita. Così, dall’unione appassionata di cervelli e braccia, come laboratori ed utensili, nasce la Cooperativa Officine Festival. Questa è di fatto un motore dinamico e ben strutturato in grado di immaginare e realizzare l’innovazione, di sensibilizzare il contesto, promuovere idee ed occuparsi della loro messa in opera con cura ed efficacia lungo l´intero iter organizzativo, fino agli applausi di chiusura. La Cooperativa nasce a giugno 2009 grazie all’unione di tre colleghi universitari di Scienze e Tecnologie dello Spettacolo di Palermo, Simone Vesco (in foto al centro) in primis, che inaugura il suo decimo anno di esperienza in ambito organizzativo, seguito da Manfredi Pillitteri (in foto a sinistra) e Federico Gatto (in foto a destra). Ecco un gruppo eterogeneo di giovani professionisti della cultura e di tutte le sue possibili declinazioni, una cooperativa votata alla diffusione reale e democratica dell’arte in ogni sua forma. «La cooperativa è una risposta a quell’opinione che già da troppi anni mette d’accordo un po’ tutti - spiega Simone - ovvero che la nostra città offre molto poco ai suoi abitanti.

di GJIN SCHIRÒ

Officine Festival è la dimostrazione che non è assolutamente così. Immaginiamo, realizziamo e proponiamo idee sempre nuove». Si passa dal tradizionale al postmoderno, dall´istituzionale al virale, senza perdere mai di vista il valore ludico ed essenziale della cultura né l´indispensabile rispetto che questa, in ogni sua espressione, deve riservare all´ambiente e all´epoca in cui è inserita. «Officine Festival è in continua crescita e già conta diversi collaboratori tra Castellammare del Golfo e Catania» - aggiunge Simone, con soddisfazione. Fino ad oggi lui & compagni hanno tenuto fede ai propri impegni organizzando difatti grandi eventi come il “Wintercase”, che quest’anno, per la quarta volta, così come nelle precedenti edizioni, ha portato e ha fatto conoscere le novità musicali della cultura dance floor europea ospitando grandi nomi, passando da dj Hype a dj Apparat, dai parigini Dirty Phonics ai tantissimi altri artisti che altrimenti avremmo conosciuto solo grazie ai supporti digitali e alla rete internet. Ma Officine Festival non si è fermata solo a questo, coordinando diversi workshop, seminari e laboratori, come la rassegna “WiLab”, generata dal desiderio di offrire al pubblico iniziative gratuite e di ampia rilevanza culturale, che si propone di affrontare alcuni temi riguardanti la produzione di musica elettronica e le arti multimediali. balarm magazine 18


MUSICA

“Via Crucis”: musica per l’anima

Il nuovo musical del compositore Martino Brancatello di FEDERICA SCIACCA è un viaggio spirituale di speranza e passione possiamo cambiare atteggiamento, magari l’eredità che lasceremo ai nostri figli sarà meno tragica di quella che ci appare adesso». Dunque un’opera per far riflettere, per rimettere in discussione se stessi, ma con un messaggio dotato di un’esplosiva spettacolarità: un’opera corposamente tecnologica, una scenografia ricca, dai ritmi concitati, dal fondale-scena affollato di immagini virtuali, in cui è abolito ogni vincolo spazialetemporale. “Via Crucis - Opera Musical”, (testi e liriche di Valeria Martorelli e Martino Lo Cascio, e consulenza teologica del testo di Don Salvo Priola) è anche on line, dove è possibile reperire maggiori informazioni al sito www.viacrucisoperamusical.it, o telefonare allo 091.7434775. Il costo del biglietto per lo spettacolo

Un’esperienza, la mia, che vuole essere testimonianza di riflessione e di ricerca introspettiva. Un monito per chi ancora attende delle risposte» - racconta l’autore, Martino Brancatello. E continua: «“Via Crucis” è stato per me lo spunto per creare un viaggio parallelo, per mettere sotto i riflettori gli errori di cui per tutto il ‘900 l’uomo si è macchiato. Il mio progetto nasce dalla considerazione che l’uomo ha smarrito se stesso in questo secolo, che non sa dove andare e cosa fare. E il messaggio finale, quello a cui vorrei pensassero gli spettatori tornando a casa è che la Resurrezione siamo ognuno di noi, che forse, se ci rendessimo conto che

va da 18 euro (tribuna libera) a 42 euro (posto numerato); sarà possibile acquistare le prevendite presso il curcuito Box office Sicilia a partire dalla metà di febbraio. Patrocini di “Via Crucis - Opera Musical” sono Ars Assemblea Regionale Siciliana, la Città di Bagheria, Caritas, e i Comuni di Messina, Pozzallo, Gela, Castelbuono, Comiso, Termini Imerese, S.Cristina Gela, Leonforte, Troina, Ganci e di Godrano. Inoltre in partnership con il musical è anche il marchio Trenitalia che garantirà uno sconto sulla corsa per gli spettatori che per vedere lo spettacolo dovranno spostarsi. Anche questa un’iniziativa senza precedenti.

ph. Antonino Cottone

Performer, ballerini, acrobati, colori scintillanti, sfarzi di luci, ritmi metropolitani e balli frenetici. Tutto, infarcito da una personalissima sinfonia rock dalla forte impronta autoriale e dalle sfumature blues, pop, cool jazz. È “Via Crucis – Opera Musical”, il nuovo lavoro del compositore siciliano Martino Brancatello, l’opera musicale che debutterà a Bagheria al Teatro della Nemone durante il periodo pasquale, e che poi darà vita ad una lunga tournée fino al 30 giugno. Un musical frutto di esperienza, passione, ma soprattutto esito di una riflessione intima, personale, maturata nel tempo: «Ecco che, all’età di 47 anni, trovo la mia verità nel sacrificio di Cristo ripartendo dalla sofferenza. Dalla fragilità dell’uomo. La via della croce è la via di salvezza.

balarm magazine 20


MUSICA MUSICA ph. Roberto Panucci

ph. Cristiano Interguglielmi

MUSICA

Trio Siciliano, omaggio a Piazzolla La dialettica tra colto e popolare, tra forma e contenuto nel nuovo disco del trio palermitano Concentrandosi su un autore già vivamente presente nel suo repertorio, il Trio Siciliano dedica ad Astor Piazzolla un sentito tributo con la prima fatica discografica (almeno in questa formazione), sebbene sia già un rodato e validissimo trio di professionisti. Acquistabile sul sito www.undici07.com e presso Talamo, l’album è anche il primo firmato dalla giovane casa discografica Undici07 di Maurizio Bignone che dà avvio così a una collana dedicata alla musica cosiddetta colta (anche se Piazzolla sembra esulare da questo incasellamento) ponendo l’attenzione verso le realtà d’eccellenza del territorio locale, con l’ambizione più grande di una risonanza nazionale. In punta di piedi, con estrema umiltà, Silviu Dima (violino), Giorgio Gasbarro (violoncello) e Fabio Piazza (pianoforte) si accostano alla rivoluzionaria opera dell’autore argentino. Non figurano infatti in copertina dove protagonista è il tango danzato sullo sfondo di un’accecante luce rosso fuoco, né sulle note di copertina che sono interamente riservate a Piazzolla, alla sua carriera musicale e all’innovativo linguaggio ritmico, drammatico e passionale. Erompono però violentemente all’ascolto dell’album in cui eseguono alcuni dei più celebri brani del compositore argentino nelle versioni per trio con pianoforte di José Bragato (“Oblivion”, “La muerte del angel”, “Primavera porteña”, “Verano porteño”,) e

di ALESSANDRA SCIORTINO

Ikumi Nakayama (“Adios nonino”, “Escualo”, “Libertango”). Le composizioni di Piazzolla nell’interpretazione del trio (www.triosiciliano.it), complici anche gli arrangiamenti, risentono molto della formazione classica dei tre musicisti che più di frequente si cimentano nel repertorio “colto” nelle vesti di cameristi, solisti, orchestrali. Lo stesso autore d’altronde, seppur radicato nella tradizione coi suoi colori e la sua viscerale materia motivica passionale, si ispira anche alle forme classiche, forte della formazione accademica che compenetra con elementi di carattere jazzistico. La trascinante tessitura ritmica lascia più spazio, rispetto agli arrangiamenti originali di Piazzola, alla suadente linea melodica, dilatata, strascicata e d’ampio respiro, rivelando tutta l’anima classica del celebre maestro del “nuovo tango”, senza oscurarne tuttavia l’aspetto argentino di tradizione. E la tensione emotiva su cui i brani sono spesso imperniati è giocata molto sull’allargamento e restringimento melodico come in un movimento a fisarmonica e su di un’analoga tensione agogica (un po’ meno dinamica) in un passaggio ora graduale ora repentino, dal lento all’animato, su di un impianto quasi rapsodico. La scarnificazione dell’organico è peraltro tutta a favore dell’impianto melodico e non mina affatto, neanche nella mutata veste timbrica, al senso ultimo dei brani. balarm magazine 22

Lala-Mangiaracina: jazz al femminile Un disco d’esordio dai brani raffinati e senza orpelli, per un jazz classico e asciutto Due rose bianche su fondo nero. Un copertina essenziale ed elegante, come la musica che nasconde all’interno. Questa è l’immagine che Laura Lala e Sade Mangiaracina hanno voluto regalare al loro disco d’esordio: “Pure Songs”. Musica “in purezza”, appunto, nata da un sodalizio sincero ed immediato, solo per il piacere di suonare insieme. La voce morbida ed intensa di Laura s’incontra con il fraseggio cristallino del pianoforte di Sade dando vita a brani raffinati e senza orpelli. Un jazz classico, asciutto, che si muove discreto in mezzo tanta musica “a progetto” senza colore. Canzoni che parlano, oltre che in inglese, anche in dialetto siciliano, la lingua delle radici di entrambe: Laura, palermitana, e Sade, di Castelvetrano. Il primo album del duo Lala-Mangiaracina, registrato a Roma in soli due giorni, è edito dall’etichetta indipendente Jazz Collection, a seguito del primo premio vinto dalle due artiste siciliane al Jazz Contest 2008. Tutti i testi delle pure songs sono stati scritti da Laura Lala (www. myspace.com/lauralalapa) che è autrice anche della metà delle musiche. L’altra metà porta invece la firma di Sade Mangiaracina (www.myspace.com/sademangiaracina). Il disco, inoltre, nasce sotto il “nume tutelare” di Salvatore Bonafede. Infatti, è proprio grazie al grande pianista siciliano che Laura e Sade si sono incontrate. Nell’album il musicista appare anche come special guest, in un

di GIULIO GIALLOMBARDO

brano (“Idda”), di cui è anche autore delle musiche. Nel disco suonano, inoltre, Diego Tarantino, al contrabbasso, Claudio Mastracci alla batteria, i sassofonisti Piero Delle Monache e Marco Spedaliere. Le due artiste, diverse per temperamento, sono speculari. Hanno intrapreso percorsi musicali differenti che, ad un certo punto, si sono incontrati nell’amore per il jazz. Laura Lala è cresciuta alla scuola del Brass Group di Palermo, dove ha studiato canto con Maria Pia De Vito dal 1997 al 2000, e piano jazz con Mauro Schiavone dal 2000 al 2001. Cinque anni dopo arriva anche la laurea al Dams di Palermo con una tesi su Billie Holiday. Dopo, tra seminari e laboratori, si trasferisce a Roma dove frequenta il Saint Louis College of Music, studiando canto con Cinzia Spata. Più giovane e d’impostazione classica invece Sade Mangiaracina. Inizia da bambina lo studio del pianoforte e a 16 anni si diploma al Conservatorio di Trapani. Dopo il diploma di maturità classica, si trasferisce a Roma per studiare jazz, sua grande passione fin da piccola, all’accademia Percentomusica, diretta da Massimo Moriconi. «Io e Sade siamo complementari, - spiega Laura Lala - siamo molto diverse e spesso litighiamo, come due sorelle, e questo ci dà forza. Ci aiuta ad essere varie nel nostro lavoro e ci da la certezza del confronto e del sostegno». balarm magazine 23


Vincitore del premio “Dante Cappelletti”, l’attore palermitano si racconta e presenta “Fuori campo”, un progetto che nasce per strada

ph. Michele Tomaiuoli

GIGI BORRUSO di CLAUDIA BRUNETTO

ph. Olimpio Mazzorana

Tutte le sue energie adesso sono concentrate sulla produzione e la promozione dello spettacolo “Fuori campo”. Uno studio teatrale vincitore del premio Tuttoteatro.com alle arti sceniche, “Dante Cappelletti”, perché, come motiva la giuria, «È un viaggio sospeso e di impossibile equilibrio, alla ricerca di una compiuta drammaturgia che viva di associazioni, indignazioni e colpi di teatro struggenti». Ma Gigi Borruso, attore, autore e regista palermitano, classe 1962, alle spalle ha un percorso artistico molto ricco fatto di studio, di didattica teatrale e di numerosi spettacoli. Come il recente “Luigi che sempre ti penza”, dedicato al mondo dell’emigrazione siciliana di cui è autore e interprete, segnalato al “Cappelletti” 2006 e finalista al premio “Ugo Betti” nel 2008. La conclusione piena di sentimento di una lettera inviata da un emigrato alla famiglia d’origine, diventa il titolo dello spettacolo, per fissare l’attenzione sugli aspetti personali della vicenda e sulle implicazioni relazionali che comporta. Un contadino siciliano giunto in Germania negli anni Sessanta diventa in terra straniera un gastarbaiter, parola dispregiativa con cui venivano indicati allora gli italiani. Il testo, però, prende le distanze dai risvolti squisitamente storico-sociali per perdersi nella fantasia. Anche nel progetto “Fuori campo”, Borruso, parte dalla realtà, per farne un’elaborazione legata all’attualità, ma anche ai sentimenti, alla memoria e alle emozioni. «Sono felice di questo premio - dice Borruso - sostenuto anche dall’Eti e dal Teatro di Roma. Stiamo lavorando molto. L’idea nasce

dall’esigenza di raccontare ciò che in questo momento è escluso dalla comunicazione mediatica. Tutto ciò che sta ai margini insomma. Il progetto, infatti, è nato per la strada. E trae ispirazione dalle interviste realizzate in Sicilia dal sociologo Danilo Dolci, e da alcune audio interviste registrate fra operai, immigrati, senza fissa dimora e rom che ho incontrato personalmente. Un testo vivo, dunque, e una visione delle cose essenziale. Legata alle esigenze quotidiane, all’emarginazione, alla marginalità». Dall’attualità alla memoria, dunque, attraverso un’articolata riflessione sul teatro. «Il linguaggio del teatro - continua Borruso - riesce ad avere un contatto con la realtà che va oltre i pregiudizi e i luoghi comuni. In questo modo nasce una lettura delle cose molto diversa che forse può suggerire allo spettatore una visione nuova. Il testo dello spettacolo sarà come disintegrato, come una sorta di grammelot di regionalità diverse. Anche questo, contribuisce a formare un’interpretazione della realtà che va oltre il messaggio immediato e diretto». Sulla scena di “Fuori campo”, accanto a Gigi Borruso, ci saranno Ludovico Caldarera, Serena Rispoli e i cari “fantocci” di Elisabetta Giaconea cui l’attore-regista ci ha abituati. Lo spettacolo sarà in giro per festival quest’estate e in cartellone per la prossima stagione teatrale. Dopo la formazione alla scuola di teatro di Michele Perriera, Gigi Borruso, entra a far parte della compagnia del Teatés come protagonista fra gli anni Ottanta e Novanta degli spettacoli di Perriera. Negli stessi anni coltiva una profonda passione per la formazione teatrale seguendo classi di giovani attori. Nel 2005,

infatti, fonda la scuola di Teatro comunale di Gibellina tradizioni del teatro. Gioco molto con la tradizione italiana che dirigerà per un biennio. «Il contatto con gli allievi - grazie alla continua ironia di cui mi nutro». E grazie anche racconta Borruso - ha nutrito molto il mio percorso di alla forza di non mollare mai un mestiere per definizione artista. È una crescita continua e una contaminazione “precario”. «Forse - continua l’attore palermitano - sta molto utile per andare avanti. anche in questo la sua bellezza. In teatro, poi, non bisogna Nella necessità di ricominciare «Il linguaggio del teatro sempre da capo. Come fosse mai fermarsi, si lavora su se riesce ad avere un contatto stessi e sul proprio linguaggio una dimensione vitale. Ma con la realtà che va oltre i il teatro va anche sostenuto continuamente». Intensa pregiudizi e i luoghi comuni, anche la collaborazione con dalle istituzioni, spesso miopi che va oltre il messaggio di fronte al fermento artistico il Teatro Biondo Stabile di immediato e diretto» Palermo, sotto la direzione di che si respira in questa città e che altrove, invece, Roberto Guicciardini. Il percorso che lo caratterizza, però, rimane quello di una è riconosciuto. In questo periodo sono in una fase di ricerca personale nel teatro che inizia già alla fine degli totale rivoluzione e ripensamento di modi e luoghi in cui anni Novanta con la Compagnia dell’Elica. «Sono attratto continuare a fare il mio teatro. Anche in questa Palermo - racconta Gigi Borruso - dal rapporto dialettico con le che amo e che è spesso è davvero dura».

balarm magazine 24

balarm magazine 25


TEATRO

AUDITORIUM TEATRO DANTE Morgan, Cristicchi, Piovani: tanti gli appuntamenti in programma nel nuovo spazio polivalente di piazza Lolli

Un teatro che riapre per accogliere un nuovo progetto artistico: il cinema Dante di piazza Lolli cambia pelle e diventa Auditorium Teatro Dante. Lo spazio è e resta di proprietà del Dopolavoro delle Ferrovie, ma il gruppo Siviglia che lo gestisce come cinema (almeno fino al 2019) ha affidato per cinque anni la direzione artistica a Francesco Calabria, musicista e operatore del settore. Un progetto artistico dedicato a tutte le arti performative, chiamato provocatoriamente “Viola”, che nasce sulla base di un “cartellone condivi-

so”, tra associazioni e realtà culturali e che si dipana in due parti, tra marzo-maggio 2010 e novembredicembre 2010 (con le produzioni dell’Auditorium Teatro Dante e ZL-Zone Al Limite sugli spettacoli di Roberto Saviano, Ascanio Celestini e Ricci/Forte). Il cinema Dante nasceva, nel 1939 per ospitare nella piazza Lolli, contigua all’omonima stazione ferroviaria dismessa, il Dopolavoro delle Ferrovie che disponeva di una Filodrammatica, già attiva nel 1925, intitolata al principe di Piemonte. Ultimata nel 1940, con un’impostazione funzionale che si rifaceva ai criteri imperanti del regime fascista, la sala era dotata di 900 posti e di un grande palcoscenico. Venuta a cessare nel dopoguerra la funzione a cui era stato destinato, il Dante era diventato alla fine degli anni ’70 sala per film a luci rosse. Ma al tempo stesso cominciavano qui anche le stagioni dell’operetta del teatro Al Massimo di Aldo Morgante. Oggi, l’associazione Musiche di Maurilio Prestia, in collaborazione con

di LAURA NOBILE

Catania Jazz, propone il concerto di Morgan (15 marzo), il chitarrista Nguyen Le (7 aprile), il duo Ferruccio Spinetti & Petra Magoni (14 aprile), Ben Sidran (22 aprile), Sarah Gillespie, (5 maggio) e Rita Marcotulli (15 maggio). “Musica e Suoni” di Catania propone i concerti di Nicola Piovani (8 aprile) e Simone Cristicchi (29 aprile). Kasba Comunicazione di Fabio Bagnasco proporrà giovedì 15 aprile anche il concerto di Pippo Pollina con la Piccola Orchestra Altamarea. Da spartiacque farà la giornata “No Closed-primo maggio” prodotta e sostenuta da un consorzio di associazioni tra cui ZL-Zone Al Limite, Musiche, Flying Devil, Sole XP, Navarra Editore, che vedrà la partecipazione di numerosi artisti del territorio e non. “Il suono intorno le parole” è il titolo di una rassegna sulla musica d’autore delle nuove generazioni in collaborazione con la casa Editrice Zona e il Premio Tenco, in collaborazione con gli artisti Dente, Luci Della Centrale Elettrica, Paolo Benvegnù e la presentazione

del “Premio Dante”, concorso aperto ai nuovi poeti musicali siciliani. “Arti Visive” e “Teatro non convenzionale” daranno luogo ad una serie di performance ed esposizioni durante tutto il corso dell’anno e saranno curate da Alessandro Reina, Silvia Di Blasi e Francesco Paolo Catalano. «L’idea è quella trasformare il Dante in centro di produzione teatrale e musicale - aggiunge Calabria - ma vogliamo anche riaccendere i riflettori sull’intera piazza, così bella eppure quasi dimenticata della nostra città». balarm magazine 26


ph. Studio Progresso

TEATRO

Giovanni Cangialosi, ‘a Famigghia Il comico palermitano si cimenta in una nuove serie TV, remake della Famiglia Addams La famiglia Addams in salsa siciliana: questa la nuova sfida che vedrà impegnato, fino ad aprile, Giovanni Cangialosi (nella foto col sigaro in mano), volto noto del panorama palermitano, comico che ha saputo trasforma la balbuzie in un punto di forza, costruendo intorno ad essa una fortunata carriera. Molti lo ricorderanno per i suoi personaggi più famosi: la nonna, Libero Ingrata, il poliziotto, il cantante Morgan. In ognuno di essi, Cangialosi ha riversato una comicità disarticolata e surreale, spassosa e coinvolgente. Nato a Palermo nel 1966, il suo esordio è legato al duo di cabaret Caino&Abele. Da qui, Cangialosi ha iniziato la sua scalata, partecipando al “Karaoke” o a “La sai l’ultima”. Nel 2001 il programma da lui condotto e ideato, “Tipi Tochi”, ottiene un ottimo successo. La notorietà gli permette così la partecipazione a “Zelig” e a “Domenica In”. Ormai affermato, è stato ospite del “Maurizio Costanzo Show” e di “Insieme” su Antenna Sicilia. A suo agio in tv, Cangialosi non rinuncia al teatro dimostrando le sue capacità di artista poliedrico e sperimentatore, dotato di un umorismo definibile attraverso la sua fisicità. Tutto ciò gli ha fruttato, nel 2007, la partecipazione al film “Il 7 e l’8” di Ficarra & Picone. E oggi ecco “A Famigghia”, sei puntate per una rilettura parodica del telefim “La famiglia Addams”,

di DANIELE SORVILLO

genere che gli è congeniale (ricordiamo “Distratto di polizia”, presa in giro della fiction di Canale 5). L’idea è nata dalla somiglianza tra persone della sua vita e i personaggi della serie TV: l’amico identico a Zio Fester, la nipotina a Mercoledì. Da qui questo format, in bianco e nero, le cui riprese, opera di Salvo Amato (che ha curato il montaggio) si sono svolte nell’agriturismo “L’antica Masseria”, nel bosco Tumminia, location perfetta per la sovrapponibilità delle sue stanze con quelle di casa Addams. In ognuna Calgialosi ha collocato oggetti scelti con cura. La fiction è in onda dal 18 gennaio su molte reti locali e Sky ed è Cangialosi stesso a tracciarne un primo positivo bilancio:«La fiction ha già avuto un buon successo e la gente che mi ferma per strada mi fa spesso i complimenti, cosa che più di tutto mi riempie di soddisfazione». I temi sono quelli della vita quotidiana e i personaggi avranno i nomi tradizionali, ma in versione siciliana: Manuzza (Benny Riolo), Fangomez (Giovanni Cangialosi), Murtizza (Claudia Sardina), Ziu Faustu (Antonio Pandolfo), Stigghiolerch (Giuseppe Luparello), Jachinu e Santina (Giogo Seidita e Giulietta Cangialosi). Concluso il primo ciclo, le repliche torneranno quest’estate. Uscirà poi un DVD con le puntate e il backstage, in edicola o su Facebook. Per informazioni è possibile consultare il sito www.giovannicangialosi.it balarm magazine 28



ARTE

A Palazzo Ziino la personale pittorica dell’artista palermitano, tra paesaggi naturali e cromie emozionali, in mostra fino al 13 aprile

di LAURA FRANCESCA DI TRAPANI Un forte odore di pittura, tele sparse, oggetti, mi accolgono nell’atelier di Fulvio Di Piazza. Un Albero bizantino si sta sviluppando tra le sue mani, piccoli tocchi pittorici, gesti che appaiono assolutamente naturali, come se tutti fossimo in grado di raggiungere un tale risultato, ma poi il fermarsi ad osservare ti fa capire che non è affatto così. Mi ritrovo in un luogo sacro dove la pittura è la regina e i pensieri, le riflessioni si librano nell’aria aspettando di trovare il proprio posto. È un incontro per sentire raccontare l’arte da chi l’arte la fa, anzi da chi l’arte l’ha scelta come modus vivendi. L’incipit di questa cronaca è il nuovo appuntamento a Palazzo Ziino (via Dante 53, Palermo), che inaugurerà il 13 marzo e vedrà Fulvio protagonista di una personale fino al 13 aprile (dal mar. al sab. dalle 9 alle 19.30, dom. dalle 9 alle 13, lun. chiuso; ingresso libero). Spogliatosi

da quei barocchismi che tanto sono stati caratterizzanti, oggi definisce paesaggi drammatici, più tetri, sempre comunque con quel tocco di apparente ironia che ha la capacità di arrivare all’occhio dell’osservatore con più leggerezza. Sono paesaggi che si aprono sulle visioni della sua anima, sulle riflessioni sulla natura, su tutti gli accadimenti che si sono susseguiti nella sua vita. Fulvio presenta dei lavori più sintetici sul piano formale, ma più profondi, dove l’idea è sempre la stessa: fuggire verso un’altra dimensione. Più racconta questo suo universo

ph. Federico Maria Giammusso

FULVIO DI PIAZZA

pittorico, più hai la percezione di un flusso che dalla sua mente passa direttamente sulla tela per trasformarsi in un paesaggio, dove le cromie giocano in quella contrapposizione di freddi grigi e rosso fuoco della lava. Un forte coinvolgimento emotivo, e nessun significato pregresso, è la sua maniera di immergersi nello spazio pittorico. Può trattarsi di un piccolo oggetto, o anche semplicemente di una lamella di luce che si infrange su un piano: «Il potere evocativo delle immagini è importante. Non vi è consapevolezza di significato, sono immagini che scelgo per quello che mi comunicano a livello formale», racconta. E così questo luogo sacro diviene luogo personale, dentro cui metti tutte le paure, i tutti pensieri, tutto ciò che eri e tutto ciò che sei diventato. Questi nuovi lavori segnano un’evoluzione, un essere andato avanti nella propria ricerca artistica, nell’intenzione di trovare nuove parole da esprimere col colore, nel desiderio di assecondare alla fine una necessità che l’artista ha. Riflessioni sulla natura, mortificata dall’essere umano che dovrebbe invece solo rispettarla come qualcosa di sacro, piuttosto che sottoporla a incondizionati sfruttamenti. Ma vi è dentro anche dell’altro, qualcosa che appartiene più alla sfera emozionale. Il tema della morte, non facilmente percepibile a primo sguardo. Un leitmotiv ricorrente, che guarda a quella drammaticità delle tele di Francis Bacon e che esplode in una raffigurazione di una natura di fiera presenza, con l’unico intento di volerla assolutamente esorcizzare. Una paura atavica, che cerca e trova la chiave dell’ironia, alleggerendo così

nell’immagine stessa l’impatto estetico. Osservando at- fisicamente nella dimensione immaginaria. Ma la mutentamente, tra un racconto ed una riflessione, il dipin- sica in particolare è legata a tutto il suo mondo, si sente gere di Fulvio, emerge con quale amore dà vita ai suoi risuonare nelle sue opere. È stata la sua grande passione soggetti, con quale cura li genera, con quale perfezione antecedente la pittura. I suoi anni ’90 erano al suono di li definisce. La perfezione nel hardcore punk, e proprio dalla suo lavoro è ossessione, nella musica si è originata la con«Il potere evocativo delle sapevolezza di riuscire a far creazione dei piani, nel rispetimmagini è importante. Non vi to delle regole prospettiche, diventare la pittura mestiere è consapevolezza di significato, di vita. Proprio da alcuni boznello studio della luce che si sono immagini che scelgo per infrange, nell’attenzione verso zetti realizzati per il cd del suo quello che mi comunicano a gruppo, dove la raffigurazione il colore. La sua pittura mostra la sua anima, il suo vissuto, il fumettistica tradiva quel talivello formale» glio pittorico all’insegna della suo mondo privato. Racconta anche una sonorità, il suo percorso deriva anche da perfezione di Fulvio, che hanno avuto grande successo questo. La musica, così come il cinema o la fotografia, tra alcuni galleristi. Questo è il mondo di Fulvio Di Piazza, sono legate alla sua arte, sono il desiderio di voler oltre- un universo fatto di segno e colore, in un linguaggio anpassare quella bidimensionalità della pittura, di entrare cestrale che racconta l’uomo e l’artista.

balarm magazine 32

balarm magazine 33


ARTE

di GIULIA SCALIA Cosa hanno in comune arte e capelli? Secondo Francesco Valguarnera, in arte Skip, «Il parrucchiere non può fare l’artista ma l’artista può fare il parrucchiere». Il connubio tra arte e capelli non è per Skip un espediente per fare pubblicità alla sua omonima parruccheria, ma la passione per la manualità è un modo per vivere l’arte a tutto tondo. Skip è infatti un writer, un cantante e un parrucchiere, che ha fatto del suo negozio un luogo di incontro, di circolazione di idee dove è possibile, tra uno shampoo e un taglio, ammirare i lavori di giovani artisti italiani ed europei. Le origini di Skip La Comune (via Sampolo 135, Palermo) risalgono a circa quattordici

anni fa quando, nell’appartamento della fotografa palermitana Matilde Incorpora, si instaura una vera e propria “comune”, una sorta di “Factory” alla Andy Warhol. L’appartamento di via Sampolo diventa così luogo di ritrovo, di divertimento, di creatività libera per un gruppo piuttosto ampio di artisti e giovani palermitani. Come ci racconta Skip, la voglia di fare e di creare qualcosa di nuovo era tanta e anche adesso che La comune si è sciolta e ogni componente ha preso la sua direzione, c’è un grande spirito di iniziativa che nasce dall’interazione di persone diverse e dalla voglia di mettere in compartecipazione le capacità di ogni singolo individuo. Da circa quattro anni Skip, insieme al fratello Antonio e a un gruppo di collaboratori affiatati (Marika Caiola, Eliana e Fabio, Gaetano Pusanti) realizza un evento al mese: sfilate di moda, set fotografici, mostre nate nello spirito underground, fuori dal sistema del mercato ufficiale ma guidate da una grande voglia di divertirsi. Quest’anno prenderà il via la terza edizione del progetto “Cosmoflesh”, realizzato in collaborazione con l’associazione no profit “Punta Comune” e sovvenzionato dall’ Università di Palermo, votato alla sperimentazione artistica e a progetti espositivi giovani artisti italiani ed europei. Sono state esposte le opere di Giusto Lo Bocchiaro, Daniele Messineo, Pietro D’Angelo, Oze Tajada, Karin Olesen. Il tema del riuso, del riciclaggio di materiali di scarto è quello che viene maggiormente affrontato nelle mostre e nelle sfilate di moda di Skip La Comune. Infatti l’“Antimoda” è un’occasione per sovvertire criteri estetici e strategie di mercato del giorno d’oggi. Morti bianche, icone e miti, intolleranza, libertà d’espressione e visioni oniriche sono alcuni dei temi affrontati. I capi d’abbigliamento vengono realizzati anche con materiali riciclabili, vecchie stoffe e accessori di qualsiasi genere. L’idea che sta alla base della filosofia di Skip è dunque quella di dare valore alle idee, agli artisti e alla creatività del sud che si può definire come “anti-arte” o “anti-moda”, contrapponendosi alla produzione standardizzata del nord Italia. Per la sua unicità l’esperienza di Skip La Comune è stata al centro pochi anni fa di un vivace servizio della trasmissione tv Nonsolomoda. Skip ha inoltre collaborato con le produzioni cinematografiche di vari film, tra cui Il Divo di Paolo Sorrentino, e ha lavorato nel backstage della performance di Vanessa Beecroft realizzata alla chiesa dello Spasimo. balarm magazine 34

ARTE

FEDERICO LUPO

Pittore, video-maker, scultore, promotore e gallerista: ritratto di un giovane emergente di SERENELLA DI MARCO Andiamo a trovare Federico Lupo (Palermo, 1984) alla Galleria Zelle, in via Matteo Bonello, un tardo sabato pomeriggio. Lo spazio espositivo (www.zelle.it), culla del lavoro dell’artista come curatore, fondato proprio da Lupo qualche anno fa e motore di diverse iniziative culturali in città, ci ospita questa volta in una chiave inedita. Il pittore-videomaker-scultore (e anche gallerista) si racconta tra queste pareti che ne documentano la multiforme attività, nella doppia veste in cui riesce pienamente a esprimersi e a far conciliare, pacificamente e sapientemente, i due volti della propria personalità artistica: quella del creatore di forme, di faber, e quella del promotore di altri artisti, in quel sistema dell’arte che scandisce e regola norme, rapporti, successi, così ancora poco aperto a Palermo e di difficile gestione e organizzazione. Ci accoglie sereno, di ritorno dall’inaugurazione, della sua personale milanese “La prima neve. L’inquietudine e la perdita dell’innocenza...”, un racconto di immagini pittoriche e di micro-sculture che arrestano nel dettaglio formale il divenire del tempo. Questa è stata da poco preceduta, a Modena, da “120 Before the last snow”, a cura di Guillaume von Holden, progetto che rappresenta un’altra tappa importante per Lupo, in un momento di grande attenzione e di interesse da parte di pubblico e critica, rivolti alla sua duttile e multidisciplinare produzione artistica e che va di pari passo con la crescita professionale. Le parole, prima contenute e timide, poi fluide e rilassate, cominciano a dipingere il ritratto del promettente autore palermitano. Interessato all’indagine dei segni della memoria e della sedimentazione del tempo, che connota e determina lo spazio, esplora vari media artistici, dimostrando capacità di adattamento e di spostamento tra le tecniche che di volta in volta si rivelano funzionali alla propria ricerca formale. Questo sconfinamento costituisce un’ulteriore affermazione della flessibilità artistica di Lupo, che non pone limiti alla trasformazione della materia estetica, alla manipolazione dei suoi elementi strutturali: dalla pittura alle videoinstallazioni, dalla scultura alla grafica. Affonda le radici del proprio

lavoro nella ritrattistica nobiliare siciliana dell’ ‘800 e nel recupero di un supporto storicizzato e povero come la carta. Tesse una rete di esperienze che vengono permeate da una poetica intimista e discreta, distinta da un’attenzione nostalgica per i dettagli e per i piccoli formati, soprattutto nelle opere pittoriche. Il rapporto col passato e con i suoi simboli configura la sua irreversibile minaccia di perdita, nella relazione tra microcosmi narrativi artificiali e immaginari. Lupo cerca di rilevare frammenti di verità e di energie nascoste o sotterrate e liberarle nell’interrogazione visiva del presente. Con grande abilità, conserva la propria dimensione creativa nel continuo confronto con gli artisti, italiani e non, che ospita nella sua galleria o che incontra nelle collettive a cui partecipa, raccoglie i migliori frutti della giustapposizione di tali testimonianze e ne rintraccia gli stimoli e i suggerimenti formali, per nuovi sviluppi e sperimentazioni individuali: la maturazione estetica e contenutistica della sua opera sta tutta nella concentrazione ed estensione di questo dialogo, tra disaccordi e corrispondenze.

balarm magazine 35


ph. Federico Maria Giammusso

LIBRI

SALVATORE CUSIMANO

Il direttore della sede siciliana Rai si racconta e presenta il libro e Dvd “L’Isola in onda” In una parola? Entusiasmo. Entusiasmo di una carriera soddisfacente. Di quanto vissuto e quanto ancora da vivere: Salvatore Cusimano non poteva che fare il giornalista, e lo sa. L’incontro con il direttore della Sede siciliana della Rai avviene in occasione della presentazione del libro, “L’Isola in onda - storia della Rai in Sicilia, dalla Liberazione ai nuovi orizzonti mediterranei”, curato con Gian Mauro Costa, scrittore e giornalista Rai. Parole, voci, suoni e immagini per raccontare, secondo la nostra vocazione, la storia che abbiamo vissuto e che stiamo vivendo: accanto alla passione di informare, la volontà di non lasciar cadere nell’oblio la storia. Quest’ultima, non solo si è raccontata, ma si è compiuta. Come spesso accade, la Storia è alimentata dalla storia. «La memoria personale, nel contesto Rai - spiega Salvatore Cusimano - non può che essere la memoria

di SVEVA ALAGNA

collettiva. Il progetto “L’Isola in onda” è volto dunque al recupero della nostra memoria storica, dal dopoguerra fino agli orizzonti più avanzati (come “Mediterraneo”, “Riva Sud”, Rai Med)». Era il 1981 quando Salvatore Cusimano, dottore in Filosofia con il massimo dei voti, risultò uno dei trenta vincitori nazionali delle borse di studio per la formazione giornali-stica indette dalla Rai: «Erano gli anni ’80, gli anni dei fatti di mafia; quest’ultima stava esplodendo come tema nazionale. Io provenivo da una famiglia tradizionale e fino al giorno prima studiavo metafisica. Ma gli anni in cui ero borsista a Torino erano un mare sconfinato per un cronista, e io scelsi di immergermi completamente». Piano il giornalista iniziò a cimentarsi, divenendo prima corrispondente di Gr1 e Tg1, poi cronista di nera e giudiziaria al Giornale di Sicilia fra l’83 e l’85, occupandosi insieme a Franco Nicastro e Anselmo balarm magazine 36

Calaciura del 1° maxiprocesso alla mafia. «Era il 22 febbraio del 1986 - racconta - quando fu arrestato Michele Greco. Io scoprii che il suo avvocato era al cinema Jolly. Mi presentai lì e cercai, amabilmente, di cavarne informazioni. Il giorno dopo uscii con una pagina intera sul Giornale di Sicilia. Fu qualche mese dopo che fui assunto in Rai. A raccontare tutto mi sembra di aver vissuto una storia fantastica». In Rai, prima a Catania e poi a Palermo ma anche come invitato o corrispondente, si è occupato degli avvenimenti clou che hanno segnato l’isola negli ultimi 25 anni. «Andavo spesso a trovare Giovanni Falcone; non violava mai il segreto istruttorio, ma mi aggiustava il tiro sulle notizie. Erano anni terribili, la città e la politica erano spaccate in due, per un cronista era tutto una sfida, un tipo di giornalismo che oggi esiste sempre meno». Nel 2000 è stato nominato caporedattore della redazione giornalistica siciliana, curando anche la rubrica internazionale “Mediterraneo”. Dal 2007 è direttore della sede siciliana della Rai, e a lui si deve oggi anche la fervida attività dell’Auditorium Rai. La sua professione, nata “d’assalto”, si è andata dunque via via incanalando. «L’idea del volume - ci rivela a proposito de “L’Isola in onda”, che si presenta come un’antologia di testimonianze - risale circa al 2007. Mi resi conto che noi per primi, sapevamo pochissimo di noi stessi. Così è iniziato un lavoro da “cronisti”, ricostruendo attraverso la memoria collettiva questa storia». Per dirla tutta, la storia della Rai in Sicilia è la Storia. Le vicende vissute e trasmesse hanno inevitabilmente, nel bene e nel male, avuto una posizione centrale nella storia dell’Italia. Non solo le grandi memorie, ma anche i piccoli eroismi quotidiani: «Era il 19 luglio del 1992 - racconta Cusimano - quando al boato proveniente da via D’amelio, ancora prima di sapere cosa fosse successo, il collega Giovanni Campolmi abbranca la sua telecamera amatoriale e con Salvatore Scimè inforcano la Vespa. Una corsa a zig zag fra il traffico, che anticipa la tragedia con la sua paralisi. Le «ENTRO UN ANNO SARÀ immagini realizzate in FRUIBILE SUL PORTALE RAI quell’occasione, in cui non era disponibile UNA TECA VIRTUALE CHE una troupe immeRACCOGLIE IL MATERIALE diata, hanno fatto il giro del mondo». SalPIÙ PREZIOSO» vatore Cusimano ha cura delle testimonianze raccolte, del passato, così come del futuro. Il direttore schiaccia l’occhio alla tecnologia, e sul futuro ha le idee ben chiare: «Se nel 2012 dovrà essere completato il processo del Digitale Terrestre dobbiamo preparare un adeguato palinsesto regionale, orientandoci ad un panorama glocal, tra globale e locale, considerando la nostra posizione geografica, così rivolta al Mediterraneo».

Un libro e un dvd, entrambi realizzati con il sostegno della Fondazione Banco di Sicilia, ci rendono testimoni della Storia attraverso la storia della Rai. Circa 300 pagine (Costo € 25,00), 5 capitoli e un corredo di foto d’archivio, per ricostruire e testimoniare la collana di collaborazioni preziose: Franco Nicastro, Aldo Scimè, Aurelio Bruno, Candido Cannavò, Puccio Corona, Luigi Tripisciano, Placido Ventura, Rita Calapso, Michele Perriera, Gregorio Napoli, Bianca Cordaro e molti altri ancora. Dall’inaugurazione della stagione radiofonica di Palermo nel 1931 al ruolo strategico della radio nella liberazione della Sicilia nel 1944 fino alle nuove trasmissioni di successo del dopoguerra, come “Il calabrone”o “Il ficodindia”; la nascita del Gazzettino di Sicilia e dell’informazione regionale nel 1958, i reportage sul terremoto del Belice nel 1968 e l’avvio, nel 1979, della grande stagione dei programmi regionali, fino alla sua conclusione nel 1992 con la chiusura delle Sezione programmi di Palermo; il maxiprocesso a Cosa Nostra e le grandi manifestazioni anitimafia, ma anche i fatti della cronaca quotidiana: da piazza Bellini a via Cerda fino a viale Strasburgo, l’isola è in onda. Non solo tramite il tg, ma anche le trasmissioni radiofoniche, come il rotocalco “Domenica con noi”, curato da Mario Giusti. E ancora reportage, rubriche, inchieste. (svv) balarm magazine 37


LIBRI

LIBRI

Salvo Palazzolo / I PEZZI MANCANTI.../ 304 pagg / € 16 / Editori Laterza

Ferdinando Maurici / ITINERARI FEDERICIANI IN SICILIA / 88 pagg / € 19 / Kalòs

Dove sono finiti gli appunti di Peppino Impastato, l’agenda del commissario Ninni Cassarà, le videocassette di Mauro Rostagno, le relazioni dell’agente Nino Agostino, i file di Giovanni Falcone, l’agenda di Paolo Borsellino e tutte le altre prove trafugate dagli infedeli servitori dello Stato? Sono 24 gli oggetti scomparsi dopo i delitti eccellenti di Cosa nostra, dal 1977 a oggi. Salvo Palazzolo ripercorre i pezzi mancanti della storia della mafia, i segreti che costituiscono la vera forza dei padrini in carcere. Un libro promemoria, il diario che i cronisti di Palermo tengono a mente. - scrive - Vi sono annotate le tante domande finite nel nulla, i silenzi e le risposte fin troppo vaghe di chi avrebbe dovuto invece rendere conto con chiarezza. L’inchiesta prosegue su www.ipezzimancanti.it (Adriana Falsone)

Ferdinando Maurici ha curato questo interessante tour attraverso la Sicilia di Federico II. Nell’isola, la figura e l’agire storico di questo imperatore sono stati spesso trasfigurati nel mito. L’età di Federico II ha lasciato in Sicilia tracce splendide, soprattutto nel campo dell’architettura fortificata, il segno più forte inciso dall’agire dell’imperatore. Le testimonianze dell’età federiciana si concentrano soprattutto in Sicilia orientale. A Milazzo, a Messina con il distrutto castello Matagrifone, a Lentini al Castellaccio, al castello Ursino di Catania, e poi ancora ad Augusta, a Gela e a Siracusa. L’autore è professore di Archeologia cristiana e medievale all’Università di Bologna. Le sue ricerche sono dedicate in particolare alla storia degli insediamenti e all’architettura fortificata nella Sicilia medievale. (a.f.)

F. Viviano e A. Ziniti / MORTI E SILENZI... / 105 pagg / € 11.90 / Aliberti editore

Gian Mauro Costa / IL LIBRO DI LEGNO / 288 pagg / € 13 / Sellerio

Una prova inconfutabile: il tragico diario di Emanuele Patanè, giovane ricercatore della facoltà di Farmacia di Catania che prima di morire di cancro ai polmoni, ha lasciato un “testamento”. Il diario, insieme con una lunga lista di morti e di ammalati, è finito ora agli atti di un’inchiesta. Docenti, ricercatori, studenti, dipendenti che per motivi di studio o di lavoro hanno frequentato il laboratorio di Farmacia: respiravano veleno e lo sapevano. L’avevano denunciato con lettere, con appelli e denunce. Ma nessuno, per anni, li ha voluti mai ascoltare. C’erano relazioni tecniche che denunciavano livelli di inquinamento più alti addirittura di quelli industriali. In questo libro, un’inchiesta di Francesco Viviano e Alessandra Ziniti, alcuni documenti inediti confermano le responsabilità di chi doveva intervenire e non lo ha fatto. (a.f.)

Un grosso intrigo, un delitto e un boss latitante. Quello che sembrava un incarico piuttosto semplice si trasforma in un affare che mette a rischio perfino la vita. Il detective Enzo Baiamonte è il protagonista del nuovo romanzo di Gian Mauro Costa, “Il libro di legno”, fino ad ora si era occupato di piccoli casi di infedeltà coniugale, al massimo qualche furto domestico. Un giorno una giovane e distinta signora gli affida uno strano incarico: il recupero di cinque libri che il padre di lei, un defunto professore bibliofilo, ha dato in prestito. Il vecchio studioso si era fatto costruire da un falegname dei volumi perfettamente sagomati e quando prestava un libro lo sostituiva subito con una copia in legno, segnandovi sopra il nome e cognome della persona cui veniva affidato. (a.f.)

Vincenzo Ceruso / IL LIBRO CHE... / 288 pagg / € 14.90 / Newton compton

Anna Mauro / STRACCHIOLITUDINE / 128 pagg / € 12 / Edizioni La Zisa

La mafia non è criminalità comune e non è la manifestazione di un popolo arretrato e barbaro. Tribunali, redazioni di giornali, aule parlamentari, sagrestie e salotti della borghesia: questi sono i luoghi in cui si è formato questo sistema. Qui è nato il suo livello politico-culturale, un’organizzazione non solo di assassini che fa della segretezza uno dei suoi principi basilari. Nel tempo si è consolidata un’organica ideologia mafiosa che costituisce uno dei tratti distintivi della mafia siciliana rispetto alle altre organizzazioni criminali e che si avvale del contributo di intellettuali e professionisti oltre, ovviamente, a quello degli stessi uomini d’onore. È servita a garantire la loro compattezza e a guadagnare una forma di consenso trasversale. Il libro di Vincenzo Ceruso cerca di smascherare gli inganni della seduzione mafiosa. (a.f.)

Franca ai margini della società non ci vuole stare manco scannata morta. Al pari di politici, assassini e presentatori televisivi, decide di iniziare a scrivere. C’è un solo, piccolo, inconveniente: Franca è semianalfabeta. Anna Mauro alternando dissertazioni sulla grammatica a riflessioni sulla vita, fa sorridere: Una mattina mi alzai e dissi.. Qua fanno tutti gli scrittori e guadagnano un sacco di soldi. Le madri che ammazzano i figli, scrivono. Scrivono quelli che presentano alla televisione, scrivono quelli che fanno incazzare i cristiani nelle trasmissioni dove ci sono le porte, scrivono le veline. Scrivono e guadagnano un sacco di soldi. Mi feci la croce e mi dissi.. scrivono tutti e non devo scrivere io. Qua ci vorrebbe un punto interrogativo ma non mi ricordo come si fa. (a.f.)

Edoardo Montolli / IL CASO GENCHI... / 983 pagg / € 19.90 / Aliberti editore

Alessia Cannizzaro / BUTTANA DI LUSSO... / 80 pagg / € 9.90 / Edizioni La Zisa

In Why Not avevo trovato le stesse persone sulle quali indagavo per la strage di via D’Amelio. L’unica altra indagine della mia vita che non fu possibile finire. Questo è l’incipit del dialogo tra Gioacchino Genchi e Edoardo Montolli. Per la prima volta viene raccontato quello che Silvio Berlusconi ha definito «il più grande scandalo della Repubblica», il cosiddetto “archivio Genchi”. Nomi e cognomi che riscrivono gli ultimi vent’anni d’Italia: da Tangentopoli alle scalate bancarie, dai grandi crac ai processi clamorosi. Fino alle stragi, dalle agende di Falcone agli ultimi due giorni di vita di Borsellino. Marco Travaglio nella prefazione scrive: La storia sconvolgente che spiega perché tanti potenti hanno paura del contenuto dell’archivio Genchi. (a.f.)

Si fa chiamare Chiara. È una escort palermitana che da anni lavora in questa città. Il suo è un mestiere particolare. Vende sesso, a pagamento. Nel suo appartamento ma anche in trasferta, utilizzando appartamenti di lusso come alcove, oppure hotel, magari un po’ fuori mano. Nella lista dei suoi clienti si contano politici, avvocati, professionisti in genere, ovvero tutta gente della “Palermo bene”. Alessia Cannizzaro intervista Chiara che racconta, senza falsi pudori, vizi e virtù di una città sommersa, conditi da particolari piccanti e non sempre prevedibili. Un libro a metà tra storia e confessione. Una città a luci rosse annidata tra le pieghe di un perbenismo di facciata. Palermo, come tutte le altre città, d’Italia, in fondo, è anche questo. (a.f.)

balarm magazine 38

balarm magazine 39


LIBRI

LIBRI

Melo Minnella / BAMBINI…. / 80 pagg / 19.90 / Ernesto Di Lorenzo editore Edito da Ernesto Di Lorenzo questo libro è un omaggio del grande fotoreporter siciliano Melo Minnella che ha immortalato i bambini del sud del mondo. Dallo Yemen alla Cina , dall’India alla Birmania, dal Marocco al Messico, dall’Armenia al Laos. E poi ancora Iran, Nepal, Vietnam, Cambogia, Turchia. Partendo, ovviamente, dalla Sicilia. Un lungo viaggio per esplorare quel patrimonio di diversità culturali di cui i bambini – nel gioco, nello studio, nella religione – sono gli interpreti più spontanei. Questi bambini rappresentando la loro identità etnica, esprimono la loro fragilità, la vitalità, la leggerezza dell’età. E suggeriscono l’intangibile sacralità dell’infanzia. Il libro sostiene la campagna del Ciss, Cooperazione internazionale Sud Sud, “Studiare, giocare, crescere” per la tutela dell’infanzia. (a.f.)

Alessia Fiorentino / SITAEL / 864 pagg / € 22 / Dario Flaccovio Etenn ha quattordici anni e sembra essersi arreso al suo triste e noioso destino da scudiero. Ma succede qualcosa: trova il Sitael, scoprendo di possedere un potere che fino a quel momento gli era stato nascosto. Ed ecco che la sua vita muta improvvisamente in una ricerca del proprio passato, trasformandolo nel protagonista di una storia fantastica, fatta di buio e di luce. Etenn sarà catapultato in un viaggio che lo porterà a Oreah, attraverso un’eterna guerra tra il bene e il male. Una storia di amicizia, avventura e magia che lo aiuterà a crescere e a diventare un vero e coraggioso guerriero. Una bella fiaba, non solo per bambini. Alessia Fiorentino ha scritto “Sitael” a quattordici anni e sta scrivendo il seguito di questo romanzo per farne una trilogia. (a.f.) Vincenzo Pasqua / IL SIGNOR LEO VALNIES... / 232 pagg / € 15 / Moby Dick Era il 31 dicembre 1999, alla Biblioteca di Vicolo de’ Monaci, senza numero civico. E tutto era pronto. Sono “storie di storie” in una ragnatela di protagonisti e comparse. Vincenzo Pasqua ha scritto un romanzo mozzafiato che cavalca due millenni e alcuni capolavori della letteratura di ogni tempo. Una matrioska di sogni dove con flebile ma invincibile lume il lettore è guidato da lui, il signor Leo Valnies, bibliotecario, che mai si dimentica del suo importante incarico e che è capace di volare oltre il tempo che finisce. Attraverso le sue parole e le sue azioni si riscoprono pagine intramontabili della letteratura classica e non solo. L’autore, siciliano d’origine, da anni vive a Parma. Nel 2000 ha esordito come scrittore con la raccolta ”La ricerca del labirinto”. (a.f.)

ALESSANDRO D’AVENIA

Esordio letterario del giovane palermitano che racconta un’adolescenza diversa di CLAUDIO LIVECCHI

Sergio Cataldi / A PASSI RAPIDI / 144 pagg / 12 € / Navarra editore Un protagonista senza nome, in balia dei propri istinti. Odia il mondo intero, quel mondo al quale non sente di appartenere, ma che non riesce a fare a meno di osservare e reinterpretare. Cerca di sfuggirlo e di entrarci in contatto il meno possibile. Unico ricovero sicuro: la sua passione ossessiva per la musica. Si isola acusticamente nella speranza di fuggire la realtà. Eppure, a suo modo, cerca di comprenderla, compiendo un’esperienza surreale, attraverso una città buia e piena di voci. L’autore, Sergio Cataldi è uno dei più stimati deejay della scena underground di Palermo. Nel suo romanzo d’esordio la musica elettronica, brani manifesto della new wave inglese dei primi anni Ottanta e le melodie cupe dei Joy Division fanno da colonna sonora onnipresente all’esperienza surreale del protagonista. (a.f.) balarm magazine 40

“Bianca come il latte rossa come il sangue” (Mondadori), esordio letterario dello scrittore palermitano Alessandro D’Avenia, è di quei romanzi che si leggono d’un fiato, che quando si conclude un paragrafo, la curiosità e il desiderio di sapere come vada a finire spingono il lettore a passare al successivo, fino a leggerli tutti senza posa. Se come il protagonista Leo volessimo catalogare il libro con un colore, l’impresa apparirebbe ardua, una sola variante cromatica risulterebbe troppo riduttiva. Il racconto possiede al suo interno una miriade di colori e sensazioni, espressi tutti in modo esemplare,

sfruttando di ciascuno ogni sfumatura. Il romanzo parla di Leo, un adolescente come tanti, che trascorre le sue giornate tra le partite alla play station e il torneo di calcetto, gli “sfidoni” in motorino col compagno Niko e le interminabili chiacchierate con l’ amica del cuore Silvia. Come gran parte dei suoi coetanei, il protagonista detesta la scuola e il tempo speso sui libri, ritiene i professori degli sfigati, distanti anni luce dagli studenti, e come tale si appresta ad accogliere il nuovo supplente di filosofia. Questi però risulta diverso dagli altri docenti, non è il solito insegnante dedito ad impartire fredda dottrina, ma un entusiasta amante del proprio lavoro, un “sognatore”, che stimola gli studenti ad aprire la mente e a dedicare anima e corpo ai propri sogni, a inseguirli e viverli. Leo sa d’avere un sogno, il suo nome è Beatrice, una coetanea che frequenta il suo stesso liceo. Beatrice è passione, amore, tumulto, desiderio. Beatrice è il rosso, colore che riempie e contrasta il bianco, il colore del vuoto, del silenzio, del nulla, della solitudine. La malattia di Beatrice è il bianco. La scoperta del male rischia di trascinare con se anche Leo, di sconvolgere i suoi desideri, la sua speranza. Ma proprio quando il protagonista sta per abbandonarsi allo sconforto e alla sfiducia, la voglia di avvolgere d’amore Beatrice e la scoperta di un dialogo col mondo degli adulti, non più universo distante ma realtà vicina nella quale trovare consiglio, fanno sbocciare in Leo una maturità ancora solo covata. Alessandro D’Avenia racconta, anche grazie all’esperienza maturata come insegnante, di un’adolescenza diversa da quella vuota e abulica che gli strumenti di comunicazione di massa trasmettono, lontana dalle etichette di alienazione e disagio perenne che spesso le vengono addossate. Dimostra che i ragazzi hanno tanto da trasmettere, sensibilità sconosciute e valori puri, aspettano soltanto che arrivi qualcuno, un professore, un genitore, un amico, dal lontano pianeta dei grandi che sappia e voglia ascoltarli. Esprime tutto questo con una scrittura emozionante, semplice ma di rara efficacia, che sa far piangere, sorridere, riflettere e soprattutto sperare. Ad ispirare l’autore, come lui stesso ci racconta, la sue radici palermitane: «Ho imparato che l’originalità ha dentro la parola origini. Solo chi conosce bene le proprie origini e rimane ancorato ad esse trova la propria voce personale. Sono siciliano nel DNA, con tutto quello che comporta nei termini di passione, calore, ironia e permalosità. Sono un siciliano shakerato lungo la penisola e questo mi ha fatto crescere moltissimo, ma l’essenza rimane quella. E non si cambia». balarm magazine 41


CINEMA

La Sicilia di John Turturro “Prove per una Tragedia Siciliana” è il film documentario diretto dal regista e attore italo-americano insieme a Roman Paska di SALVATORE SALVIANO MICELI

spettatori del luogo, consuete, per lui, italo-americano, oggetti di racconti filtrati dalla voce dei nonni materni originari di Palermo e di Aragona. Il viaggio compiuto dall’attore-regista, volto tra i più particolari del cinema

contemporaneo statunitense, interprete di personaggi spesso esasperati da uno schizofrenico rapporto con la realtà (impossibile non citare lo straordinario Jesus Quintana, maschera geniale cui Turturro presta il volto nel 1998 ne “Il grande Lebowski” di Joel e Ethan Coen), è, quindi, un percorso di (ri)scoperta, la soddisfazione di un bisogno tanto naturale quanto prepotente, che risponde alla necessità di trovare forma, colori e tonalità alle proprie radici. Nella voce, impastata e resa calda dalla nicotina, di Andrea Camilleri, tra le parole di Gioacchino Lanza Tomasi, nella gentilezza delle forme e dello sguardo di Donatella Finocchiaro o, ancora, attraverso la fisicità prepotente di Vincenzo Pirrotta e “l’arroganza” artistica e geniale del Maestro Puparo Mimmo Cuticchio, Turturro scova brandelli della storia, tanto antica quanto attuale, della Sicilia e di Palermo che, inevitabilmente, finiscono per diventare brandelli della sua storia, passata e odierna. In tutto questo, tra pupi che si litigano l’amore di Angelica, provini a cielo aperto, angoli di Palermo che mostrano quel senso “tragico”, tante volte citato con troppa facilità, Turturro ha gli occhi di chi osserva luoghi e riti per la prima volta. Lui, già stato in Sicilia nel 1987 per recitare le parti del bandito Pisciotta ne “Il Siciliano” di Michael Cimino, adesso, a distanza di più di venti anni, torna con sguardo innocente e a volte smarrito. Fa sorridere vederlo girare tra i luoghi simbolo di una città che avverte appartenergli e con cui cerca una relazione, masticare un dialetto invaso dalla lingua inglese, o assistere come un timido apprendista

alle lezioni (pre)potenti di un Mimmo Cuticchio che lo memorie cinematografiche, scorga nel mare il vero scuote con forza e lo manovra come uno dei tanti pupi protagonista. Quello stesso mare, luogo principe di che passano tra le sue mani. Ma la tragedia siciliana del migrazioni, di andate consumate, spesso prive dei titolo sta anche nella musica dolce e amara di Giovanni ritorni. Si ha come l’impressione che il film non sia altro Sollima che accompagna il “peregrinare” del nostro che un grande regalo che Turturro abbia voluto fare a protagonista e ne sottolinea se stesso. La spontaneità che si avverte da un passaggio più di una volta le tante Un percorso di (ri)scoperta, mutazioni degli innumerevoli narrativo all’altro, la libertà, la soddisfazione di un bisogno sprigionata già dall’idea che stati d’animo che si rincorrono tanto naturale quanto nascosti tra le immagini. fornisce le fondamenta del prepotente, per trovare forma, film, tramite cui il cinema Non c’è ansia di raccontare, dicevamo all’inizio, perché la colori e tonalità alle proprie radici. gioca con se stesso e con il proprio linguaggio, fanno di storia procede secondo uno sviluppo naturale, assecondando ricordi e scoperte “Prove per una Tragedia Siciliana” il ritratto, privo di di Turturro, ponendolo come davanti uno schermo presunzione, di un ritorno a casa. Che poi questa casa in cui parallelamente passano attimi del passato e sia la nostra Sicilia ci permette di vivere questo ritorno momenti del presente. Non è un caso, poi, che il con una partecipazione assai prossima a quella di John, lungo finale, che si diverte ad echeggiare lontane o meglio, Giovanni Turturro.

balarm magazine 42

balarm magazine 43

ph. Salvatore Prestifilippo

ph. Salvatore Prestifilippo

L’ansia del raccontare non appartiene al John Turturro, regista al fianco di Roman Paska (a sinistra nella foto in basso), sceneggiatore ed interprete di “Prove per una Tragedia Siciliana”. Quello che doveva essere un diario di ricerca, fatto di sopralluoghi e suggestioni da metabolizzare ed ordinare, per la realizzazione di un film da tempo nei pensieri di Turturro, si compie nel suo divenire, diventa esso stesso oggetto cinematografico. Tanti i modi per raccontare Palermo e la Sicilia. Ci ha provato Wim Wenders, ultimamente, con il suo “Palermo Shooting”. Qui siamo, però, su un territorio completamente diverso, distanti dalla perfezione fotografica, un po’ povera di vita forse, del maestro tedesco. Turturro, grazie al sostegno di Sicilia Film Commission e Cinesicilia, ci porta in giro a riscoprire luoghi e tradizioni per noi,


CINEMA

ph. Giuseppe Sinatra

CINEMA

Ninnarò, il presepe raccontato Un film documentario per la regia di Vincenzo Pirrotta e un cast quasi interamente siciliano C’erano una volta in Sicilia i sunatura, cantastorie che, spostandosi di piazza in piazza, raccontavano di antichi avvenimenti veri o immaginari. Dal 1995, nel suggestivo teatro Ditirammu dello storico quartiere palermitano della Kalsa, la tradizione musicale dei cantastorie rivive grazie a Vito Parrinello e Rosa Mistretta che ogni Natale mettono in scena “Ninnarò, il presepe raccontato”. Da questa rappresentazione di delicata poesia popolare, ispirata al Vangelo secondo Luca, è nato un film documentario per la regia di Vincenzo Pirrotta, protagonista della prima versione teatrale diretta da Mimmo Cuticchio. Prodotto dall’associazione Piccoli Teatri del puparo Enzo Mancuso - con il sostegno dell’APQ Sensi Contemporanei - “Ninnarò, il presepe raccontato” vanta un cast quasi interamente siciliano: dallo stesso Pirrotta, al suo debutto cinematografico come regista, a Peppino Sciortino, organizzatore generale, a Giuseppe Milici, autore della colonna sonora. Il film girato con la RED, macchina digitale che garantisce immagini di alta qualità, non è una semplice trasposizione cinematografica, ma una scrittura originale liberamente ispirata alla versione teatrale. «“Ninnarò” si snoda su diversi binari che si intersecano l’uno con l’altro. - spiega Pirrotta - Alla dimensione antropologica, che si basa su testimonianze di studiosi come Nino Buttitta, fa da contraltare una dimensione narrativa che amo definire di incantesimo. Mi riferisco alla magia nata dall’incontro tra Rosa Mistretta e Vito Parrinello che han-

di MANUELA PAGANO

no trasformato in teatro una grotta incantata, nascosta in uno dei più antichi quartieri della città”». In particolare il film ripercorre una delle storie iscritte con maggiore nitidezza nell’immaginario collettivo popolare: il momento della Novena, ovvero i nove giorni che precedono la nascita di Gesù. A ripercorrere le “Parti” del cosiddetto viaggiu dulurusu di Giuseppe e Maria c’è Filippo Luna nel ruolo di Turidduzzu, sacrestano cantastorie che si ispira a un personaggio realmente esistito e conosciuto dallo stesso Pirrotta. Sulla scena accanto agli artisti Vito e Rosa anche i figli Elisa (cantante e scenografa), e Giovanni (musicista), la nipotina di Vito, Noa Flandina al suo debutto e l’Orchestra del Teatro Ditirammu. Guest star del film è il vero Turidduzzu, montanaro di Bisacquino, dall’ingenuità disarmante, definito da Pirrotta l’incarnazione della poesia. «Il film inoltre racconta - aggiunge il regista - la crisi di identità vissuta dall’attore Filippo Luna nel momento in cui si confronta con il personaggio reale cui per anni ha prestato il volto, senza averlo mai incontrato». Per descrivere in definitiva il messaggio del film, caratterizzato da un così ricco impianto narrativo, Pirrotta si affida all’immagine della piccola Noa, paragonata ad “Alice nel Paese delle meraviglie”, che rappresenta lo scorrere del tempo e custodisce le fondamenta di un futuro siciliano «che guarda alle tradizioni, intese non come folklore fine a se stesso ma come radici profonde su cui è possibile costruire qualcosa di solido». balarm magazine 44

PC... Panelle e Crocché

La vita è tutto un fritto: un morso alla prima web sit-commedy tutta made in Sicily A tutto il popolo di cybernauti, teledipendenti non abbonati, fancazzisti a tempo indeterminato, precari obbligati, universitari in pausa, principianti della rete, casalinghe non disperate e a chi odia gli inglesismi di internet e Facebook: benvenuti alla visio-interazione di “PC…Panelle e Crocchè”; la prima web situation commedy che porta per il mondo la Sicilia che diverte. Non la solita aria fritta degli stereotipi isolani, ma gli odori di una vera “friggitoria”, eletto luogo di democrazia, che per portata economica e di gusto rende pari tutti: dal povero ammanigliato di debiti al potentato zeppo di piccioli. Al bando termini come pay tv e pay per view ed agli altri “azzanni di cervello” satellitari; perché il mondo non è solo “parabola”, ma la vita che vi si muove dentro ridendo, sì. Prendetevi un attimo di pausa, dunque, e ogni martedì pomeriggio, collegati in rete (www. blogsicilia.it, www.livesicilia.it e www.panellecrocche. it) o anche per telefonino, con il QR code della puntata, sbalordite voi stessi in presa diretta. Avete capito bene: voi stessi. La location non è nei soliti studi televisivi, ma presso l’Antica Focacceria San Francesco dei fratelli Conticello a Palermo e, forse, per le future puntate - e con qualche vip di passaggio - anche nella sede milanese. E allora se siete creativi in cerca di emozioni o talentuosi in erba vogliosi di crescere o mal celate l’estro surreale e comico in un mondo di lupi questo è il momento di proporvi non solo da attori (facendovi selezionare in uno dei

di TOMMASO GAMBINO

casting tour nell’isola), ma anche da sceneggiatori (cioè postando idee, soggetti e commenti nel forum aperto su BlogSicilia). Infatti “PC... Panelle e Crocché”, oltre all’originalità mediatica, è un grande gioco di ruolo interattivo dove personaggi sono tutti: dal cast di ruolo alle comparse estemporanee in Focacceria (queste riprese in diretta fra gli avventori della succulenta muffoletta), dalla troupe mobile ai neo-sceneggiatori del laboratorio creativo virtuale, che coralmente - prima, durante e dopo ogni puntata - invia nuove gag, bozze di dialoghi e commenti real-time su temi d’attualità da dissacrare. Fabiana D’Urso, regista (insieme a Davide Vallone) nonché sceneggiatrice-leader e ideatrice del progetto prodotto da Server, Serverstudio e Novantacento, ha dato l’imprinting a questa creatura. «Non m’aspettavo s’ingigantisse a tal punto. - confida - L’idea m’è venuta proprio nei momenti di pausa pranzo, davanti al mio PC e al panino di Panelle e Crocchè di cui vado ghiotta. Cosa c’è di meglio d’una sceneggiatura scritta coralmente e per l’allestimento di una situation commedy (in una friggitoria), che si guarda nello spazio d’un panino attraverso internet?». Nel cast d’attori si ricordano Marcello Mordino, Gino Carista, Rosalba Bologna, Simona Pace, Veronica Pecoraino, Domenico Verona, Salvatore Romanotto, Alberto Molonia, Antonio Ribisi La Spina e molti altri. In sigla poi le Three Arancine, con l’interrogativo: ti senti Panella o Crocchè? balarm magazine 45


SOCIETA’

Piazza Marina & dintorni Un centro commerciale naturale, un organismo di piccole e medie imprese, associazioni no-profit, organizzazioni religiose e sportive

di DANIELA GENOVA

ph. Lavinia Caminiti

«Ho visto piazza Marina e le immediate vicinanze come un grande teatro a cielo aperto dove si esibivano musicisti di grandissimo talento. Peccato, però, che ciascuno suonava una propria musica e nessuno aveva la capacità di udire quella del vicino». Nasce così nella mente di Maria Giambruno, titolare del B&B Alla Kala, l’idea di un’identità corale di nome “Piazza Marina & Dintorni”. Un’orchestra unica, uno spazio comune dove discutere, esibirsi, conoscersi, crescere insieme. Un’idea diventata immediatamente concreta con la costituzione, lo scorso 3 dicembre, dell’omonimo Centro Commerciale Naturale (CCN). Una nuova invenzione normativa, che ha lo scopo di riunire in un unico organismo piccole e medie imprese,

mondo delle associazioni no-profit, organizzazioni religiose e sportive. Una sfida interessante nella consapevolezza che è dall’azione congiunta di tutti gli attori del territorio che può svilupparsi un progetto di riqualificazione e recupero. “Piazza Marina & dintorni” riunisce al momento circa 70 soci, tra operatori turistici, esercizi commerciali, associazioni e fondazioni, che con entusiasmo hanno deciso di mettersi in rete per restituire ad una parte della città antica, quella

dove per primo sorse l’insediamento di Palermo, una propria dignità e un’unica identità, capace di testimoniarne l’eredità storica e valorizzarne il patrimonio culturale e artistico esistente. «L’idea fondante - racconta Maria Giambruno - è quella di trattare il territorio nella propria interezza come un marchio sul quale operare con le tecniche di marketing. Cosa ci si chiede quando occorre lanciare un prodotto? Qual è il mio prodotto, a cosa serve, come può incidere nella vita delle persone?». Uno sviluppo intelligente del prodotto “Piazza Marina & dintorni” può senz’altro determinare un incremento del reddito degli operatori, il recupero di interesse agli investimenti in nuove aziende, e il conseguente aumento del tasso di competitività e vivibilità. Ebbene “Piazza Marina & dintorni” è un prodotto di altissima qualità che racchiude eccellenze in materia di arte, cultura, gastronomia, musei, giardini storici. Per citarne alcuni, la Fondazione Brass Group, Il Museo Regionale Abatellis, Il Museo Internazionale delle Marionette, Palazzo Steri, La Chiesa della Gancia, Palazzo Mirto e il meraviglioso quartiere della Kalsa, custode di grandi tesori. Ciò di cui forte si sente il bisogno è allora la creazione, attraverso questa rete relazionale, di iniziative che se in sinergia fra loro, con il giusto anticipo, diventerebbero i contenuti ideali di un nuovo prodotto Palermo. E un primo percorso il consorzio lo ha già tracciato, costituendo periodicamente differenti tavoli tematici, uno dei quali ha portato alla realizzazione di una prima balarm magazine 46

ph. Lavinia Caminiti

iniziativa in occasione dell’Epifania (nella foto). Una grande festa ricca di appuntamenti culturali, che ha trovato un coinvolgimento in analoghe e contemporanee iniziative promosse dall’amministrazione comunale, ultimamente impegnata proprio nella riqualificazione del centro storico della città, nella figura dell’assessore Maurizio Carta. «Il Consorzio - ci ha infatti informato Carta - fa parte del tavolo tecnico sulla qualità degli spazi pubblici e la mobilità, istituito lo scorso anno. Oggi il ruolo dell’amministrazione non può più essere quello dell’attore, ma del regista che ascolta e compartecipa ad alcune iniziative promosse in questo caso dai CCN, elementi questi fondamentali nella strategia di riqualificazione di un territorio, avviata infatti con successo in molte città d’Italia. I CCN inoltre non rappresentano soltanto un antidoto ai comuni Centri Commerciali, ma consentono alle attività che vi fanno parte di considerare la propria realtà come un tassello di una visione complessiva,

che consente di associare all’ottica, legittima, dei commercianti quella dell’intero tessuto sociale, al fine di creare qualità urbana». “Piazza Marina & dintorni” rappresenta un’area importante della città, sulla quale è già stato avviato un processo di riqualificazione, quasi completato, di edifici storici e residenze. «Quello che serve adesso - continua l’assessore - è un forte slancio del decoro urbano insieme alla creazione di un’immagine coordinata, necessaria a rendere riconoscibile un’identità forte come quella racchiusa tra Piazza Marina e l’ampia area circostante, che da via Roma giunge al mare». Definire un’appartenenza comune, con la creazione di un brand, a cui ricondurre tutte le attività aderenti al consorzio e di un portale che promuova servizi ed iniziative turistico-culturali sarà dunque il prossimo obiettivo del consorzio, che ha deciso di condividere la realizzazione del proprio logo deliberando un bando pubblico. Un concorso che sarà presto promosso a livello internazionale. balarm magazine 47


SOCIETÀ’

PALERMO PER PALERMO

Da un’idea dell’imprenditore Tommaso Dragotto nasce un movimento apartitico per la rinascita di una Palermo migliore Lavoro, mercato, credito, rendita, profitto, capitale. Queste sono le categorie che più spesso sono state utilizzate per afferrare i caratteri dello sviluppo economico. Vi è però un soggetto - l’imprenditore - che non è una “categoria” ma ha a che fare con la spinta propulsiva dello sviluppo. Ed è questo che fa di Tommaso Dragotto, l’imprenditore che si distingue da tutti gli altri. Il suo, è il primo nome per la candidatura alla presidenza degli industriali. Decisione che nasce anche

dall’analisi di una Confindustria poco attenta a mettere in contatto diretto l’imprenditore con le istituzioni su argomenti importanti, quali lo sviluppo del territorio e delle piccole e medie imprese. L’attività imprenditoriale di Dragotto, inizia nel 1963 con quattro macchine. Oggi di vetture ce ne sono seimila e l’azienda mette assieme 450 lavoratori con sedi in tutto il mondo. Per questo motivo, il brand utilizzato dall’azienda è AutoEuropa.

Da qualche mese ha fondato il blog “Movimento Palermo per Palermo”, raggiungibile all’indirizzo internet www.palermoperpalermo.com. Obiettivi? Fare informazione e conoscere idee per migliorare la città, muovere il senso civico di chi legge e creare aggregazione consapevole che alla città di Palermo manchi un collegamento ed un mezzo di comunicazione adeguato, che permetta di dare suggerimenti e comunicare idee e progetti alle istituzioni, per migliorare la qualità di vita della città. «Durante gli ultimi cinque anni mi sono chiesto, continuamente, come migliorare la città di Palermo. I miei progetti sono stati molto difficili da realizzare - afferma Dragotto - ed a rendere tutto ancora più ostico, è stata l’impossibilità di interloquire con le istituzioni, affinché i consigli e le idee dei palermitani potessero essere utili per migliorare la nostra città. E’ molto semplice comprendere, che è quasi impossibile essere ricevuti da chi ci governa ; tramite il movimento Palermo per Palermo, cercheremo di dare voce e potere ai palermitani che intendono, con le loro idee e i loro progetti, dare aiuto alle istituzioni per creare una città migliore di quella attuale». Palermo per Palermo, blog assolutamente apartitico, vuole essere questo anello mancante della catena,lo strumento che i cittadini avranno in più per dare buone idee al governo cittadino. L’importante è essere propositivi, non basta lamentarsi e stare fermi. «Abbiamo diversi progetti che vorremmo vedere realizzati – afferma l’imprenditore - Certamente si è capito che un desiderio condiviso è quello di vedere totalmente pedonalizzata la piazza di Mondello, progetto di cui si può vedere una ricostruzione proprio sul sito Palermo per Palermo». E, a proposito di progetti, il Movimento ha indetto un concorso di idee, senza data di scadenza e senza limite al numero di partecipanti e vincitori: si possono presentare idee che riguardino una delle aree tematiche indicate nella sezione “bandi” per lo sviluppo del capoluogo siciliano. I progetti che saranno ritenuti meritevoli di particolare interesse, verranno premiati con mille euro. Il primo incontro cittadino con tutti i sostenitori del movimento, è previsto per il 18 aprile. «La politica è arrivata al capolinea - conclude Dragotto - adesso è necessario cambiare le cose». balarm magazine 48


COSTUME

Dopo Facebook, le voci di piazza del cyberspazio palermitano arrivano sul noto social network Non accenna a diminuire il successo di Twitter (www. twitter.com), servizio per microblog ormai disponibile anche in italiano (ho fatto parte del gruppo che lo ha tradotto) che dà la possibilità di riportare in 140 caratteri che cosa si sta facendo. Persino Facebook ha ricalcato la logica per gli aggiornamenti di status (con la domanda «A cosa stai pensando?»). Alle fine del 2009 gli iscritti erano 18 milioni e potrebbero diventare 26 milioni entro l’anno (dati eMarketer). Utilizzato da star della musica come Britney Spears e Natalie Imbruglia, da giornalisti come Gianni Riotta e Beppe Severgnini, da aziende come Nokia e Alitalia e finanche da Barack Obama, Twitter è un canale che aggiorna

di TONY SIINO

palermer) e che raccoglie collegamenti ai post del blog, a post dalle altre fonti di informazione e ritwitta (cioè ripropone grazie a una apposita funzionalità) altri twit di palermitani e su Palermo. Tra le persone sono degne di interesse una fashion addicted come Simona Melani (twitter.com/simonamelani), Maria Adele Cipolla che parla di arte per i creativi dello spettacolo (twitter. com/arteinscena), il gruppetto di vignettisti Luigi Alfieri (twitter.com/vadelfio), Giuseppe Lo Bocchiaro (twitter. com/lobocchiaro) e Alberto Turturici (twitter.com/albo), l’onnipresente Vincenzo Stira (twitter.com/smashkins) che spesso documenta eventi e inaugurazioni. Sono presenti anche parecchi deejay e produttori, da Charlie

ph. Jose Florentino

Palermo sbarca su Twitter

COSTUME

Personal shopper, più stile per tutti Anche Palermo ha una consulente d’immagine a cui affidarsi: l’esperta Cecilia Sutera

sulle persone e le cose ma è stato fondamentale, soprattutto all’estero, per la copertura di eventi in tempo reale come è accaduto per l’uragano Katrina, il terremoto di Haiti e le coraggiose proteste dei giovani iraniani contro il regime. È possibile seguire un twitter ed essere seguiti, senza la reciprocità che caratterizza Facebook. Anche a Palermo gli utilizzatori sono in crescita e abbiamo dato un’occhiata agli account attivi. Spicca per il numero di follower (coloro che seguono; ne ha quasi 12 mila e dovrebbe essere tra i più seguiti anche in Italia) Valerio Villari (twitter. com/valeriovillari) che scrive di tecnologia e di web. Il blog Rosalio ha optato per un servizio connotato come twitter della città che si chiama Palermer (twitter.com/

Brown (twitter.com/charliebrowndj) a Emanuele Lo Giudice (twitter.com/djlogema). Su Twitter Diego Cammarata c’è (twitter.com/diegocammarata) ed è stato probabilmente il primo sindaco in Italia e uno dei primi politici; purtroppo l’account è abbandonato da aprile dello scorso anno… Da Palazzo delle Aquile twitta però l’assessore al Centro storico Maurizio Carta (twitter.com/mauriziocarta). Mancano probabilmente gli account delle istituzioni, altrove presenti e attivi, e andrebbe sperimentata una copertura più attenta degli avvenimenti. Infine vi segnalo il mio twitter personale (twitter.com/deeario) e il twitter di Balarm.it (twitter. com/balarmit) che raccoglie ogni giorno i collegamenti agli articoli pubblicati su Balarm.it balarm magazine 50

Trentotto anni, palermitana, visetto allegro e cordiale, stilosissima. Professione: personal shopper. Anzi no, meglio, consulente d’immagine. Sì, perché Cecilia Sutera, tra le prime personal shopper della città, dell’immagine a tutto tondo ne ha fatto la sua missione di vita. Ha studiato e lavorato a Roma per tanti anni, poi è arrivata l’Accademia del lusso, e da qui l’idea: «Vedevo che mi piaceva sempre di più questo lavoro, così ho pensato: perché non proporre anche qui in città quella figura professionale che ormai si va imponendo in tutta Italia? Sempre più richiesta non solo da star e vip che con l’immagine devono farci i conti ogni giorno, ma anche da noi, persone comuni, i very normal people». Con buone maniere e tanta pacatezza, senza presunzione né snobismo, ci racconta: «Si pensa che la personal shopper sia opportuna solo per un certo tipo di persone e di un certo livello, anche dal punto di vista economico. Io invece, mi propongo più come un’amica, che consiglia e orienta la persona che mi si affida per far uscire il meglio di quello che nasconde». Una fatina, insomma, che da anatroccoli trasforma in cigni, dalla magia presto detta però: con lei infatti c’è tutta un’équipe di esperti, dai make-up artists, agli hair stylists, ma anche un personal trainer, e dottori specialisti nel caso in cui occorra. «Il mio servizio è un vestito cucito addosso alla persona:

di FEDERICA SCIACCA

parto da lei, dai suoi gusti, dal suo stile di vita, da come vorrebbe apparire, dai suoi punti di forza e da quelli di debolezza, per valorizzare e perfezionare le cose belle e nascondere o camuffare le imperfezioni». Così, comincia tutto con un incontro conoscitivo, che serve alla consulente d’immagine per orientarsi nelle scelte future, su come “costruire la nuova immagine di noi”, e poi si spulcia il guardaroba che si ha in casa, per capire gusti e tendenze, solo dopo, nell’assoluto rispetto di questi, si procede alla trasformazione, lenta e graduale, ma senza rimpianti. «Non importa che il vestito sia per forza griffato, o l’immagine trandy, può andar benissimo anche la roba da mercatino, se è in armonia con la nostra figura». Così, Cecilia, armata di senso estetico e tanta esperienza, con colori, spazzole e vestiti fa venir fuori il meglio di noi. «Con i clienti poi il rapporto si fidelizza. È una cosa che mi rende molto felice, vedere i miei “clienti” che cambiano, si trasformano e si cominciano a piacere». Tra i servizi offerti, infatti, si va dall’acquisto di regali su commissione all’organizzazione di eventi. I costi dei servizi sono alla portata di tutti ed esistono anche dei pacchetti personalizzati. Per contattare Cecilia Sutera è possibile scrivere alla e-mail cecilii@alice.it, oppure telefonare al numero 327.8888347. balarm magazine 51


di Palermo e “Palermo Hotels”, il consorzio albreghiero presieduto da Nicola Farruggio (nella foto il secondo da sinistra) grazie al quale i titolari di buoni-vacanze che sceglieranno le strutture ricettive del circuito usufruiranno di uno sconto ulteriore, ovvero il 10% in più sul contributo erogato dallo Stato. E ancora per gli ospiti beneficiari del contributo pubblico, che per esaurimento dei fondi o per altri motivi non hanno ricevuto il bonus, l’accordo prevede uno sconto del 20% sulle spese complessive di alloggio, praticato anche nei mesi di luglio e agosto, che in questa prima fase di lancio sono esclusi dalle agevolazioni statali. Si è parlato poi della II edizione di Travelexpo In, la prima manifestazione in Sicilia dedicata interamente al settore dell’incoming, che l’agenzia “Logos - Comunicazione e immagine”, guidata da Toti Piscopo (nella foto il terzo da destra) organizzerà per il secondo anno a Palermo dal 10 al 12 dicembre, con il sostegno di Palazzo Comitini. Ma resta Provincia in Festa, la kermesse estiva nata per celebrare la fondazione dell’Ente, quest’anno alla XIII e di zi one , i l f i ore all’occhiello della programmazione provinciale, che vede protagonisti tutti gli 82 Comuni del territorio. Tornerà il 4 settembre la Notte in Festa, con un ricco cartellone di appuntamenti sparsi in suggestive location del capoluogo, Palazzo Jung con il jazz, Palazzo Sant’Elia con la musica classica, i ritmi etno-folk tra i vicoli del centro storico, spettacoli pomeridiani per i più piccoli, itinerari tra i siti monumentali di Palermo, una manifestazione dedicata alla gastronomia di strada e i concerti in piazza Politeama, con gli artisti più in voga del pop italiano. «Provincia in Festa - ha dichiarato il Presidente Avanti - vuole ancora una volta presentare il territorio con tutte le sue peculiarità e risorse, valorizzare i talenti, le suggestioni e i sapori, rivolgendosi in particolare ai numerosi turisti che visitano la città e la sua provincia durante i mesi di agosto e settembre». In scena anche ph. Tullio Puglia

Puglia ph. Tullio

TURISMO

di DANIELA

GENOVA

o presentat1 a h o m is 1 ur nale del T agonista fino al 20 io z a n r e t t In ranno pro lla Borsa La Sicilia a iziative che la ved eventi e in

iniziativa, Week-end di primavera, paghi uno e prendi due tutti i fine-settimana fino al 21 giugno. Le 24 strutture del circuito offriranno agli ospiti la possibilità di una camera doppia al prezzo di una singola insieme a dei ticket speciali per ricevere riduzioni nei ristoranti, nei musei, nei teatri e nei negozi consorziati. La seconda iniziativa si inserisce invece nell’ambito del progetto lanciato dal Governo nazionale con i bonus-vacanze, che vede ancora un accordo tra la Provincia regionale balarm magazine 52

balarm magazine 53


TURISMO

ph. Tullio Puglia

quest’anno il corteo storico, che tra tradizioni e leggende vedrà sfilare gli 82 comuni lungo via Libertà. Non mancherà l’appuntamento con i fashion-designer palermitani, Notte di moda, che nei giardini del castello della Zisa presenteranno in passerella le loro prestigiose collezioni, più di 100 pezzi che sembrano opere d’arte. Interessante anche il programma di appuntamenti regionale presentato dall’assessorato al turismo, sport e spettacoli nella sala gialla allestita al padiglione 7, dove Sicilia ed isole minori esponevano folklore e novità in un grande e vivace stand. Sul palco l’assessore regionale al Turismo Nino Strano che in più incontri ha presentato alla stampa gli eventi culturali e sportivi che animeranno la Sicilia fino a tutto il 2011. In pole position Il Circuito del Mito, che NEL GENNAIO 2011 nato da un’idea del maestro Franco Zeffirelli continuerà a portare tra luoghi mitici e di infinita bellezza note opere ed artisti di fama RITORNA DAGLI USA LA internazionale. Simbolo della Regione alla Bit quest’anno è stata la VENERE DI MORGANTINA, “Venere di Morgantina”, una statua alta 2 metri e 20 del V secolo a.C. che farà ritorno in Sicilia dagli Usa nel gennaio 2011 e troverà UNA STATUA DI 2 METRI E casa ad Aidone. Ad inaugurare l’ologramma insieme all’assessore 20 DEL V SECOLO A.C. Strano il presidente della Regione Raffaele Lombardo (nella foto al centro, insieme a Giovanni Avanti, a destra, e Titti Bufardeci, a sinistra) con il quale ha poi illustrato la politica del settore del governo regionale, dall’avvio dei distretti turistici fino alla pianificazione degli investimenti. In vetrina infine tutte quelle manifestazioni turistico-culturali ormai note in Sicilia, da Taormina Arte, alle rappresentazioni classiche di Siracusa e di Segesta, alle Orestiadi di Gibellina, agli eventi enogastronomici, fra i quali il super applaudito resta il Cous Cous Fest di San Vito Lo Capo. Lungo sguardo anche agli eventi sportivi che vedranno la Sicilia teatro dei Campionati mondiali di Scherma 2011, del girone del secondo turno dei mondiali di Pallavolo, dalla finale nazionale del master Sand volley 4x4 serie A femminile alla finale mondiale di Powerboat e dei Sicilia Open Golf. E si è parlato tanto anche di Cinema. Tra gli obiettivi, si punta finalmente a far diventare i cantieri culturali della Zisa di Palermo, sede del Centro sperimentale di cinematografia diretta da Francesco Alberoni, la nostra Cinecittà.

balarm magazine 54


CIBO

L’ABBINAMENTO IL VINO di GIORGIO AQUILINO Buon senso ed osservanza delle regole esortano ad esprimersi sul merito alla fine della rappresentazione, non prima. Ciò, se è valido nel teatro quanto nel cinema, lo è anche quando la messa in scena sia un piatto da gustare e dover abbinare. Ed in effetti, sono tante le volte in cui un piatto, sebbene poco appetibile alla vista, dimostri inaspettate qualità a livello gustativo. Frequente poi è anche il contrario: la scenografica presentazione che esalta la vista ma delude al palato. Nel nostro caso, la rotonda armonia delle nostre polpette si estrinseca, a livello gustativo, con alcune decisive caratteristiche: tendenza dolce, aromaticità, untuosità, grassezza. L’insieme di queste risultanze suggerisce di orientare la scelta verso un Etna bianco superiore, un vino DOC la cui produzione è consentita nella provincia di Catania. È composto per lo più dal Carricante, vitigno autoctono di antiche origini. Il nome pare gli sia stato attribuito dai viticoltori di Viagrande (Catania) che lo hanno individuato e selezionato alcune centinaia di anni fa: il significato del termine si farebbe risalire all’abbondante produzione che era in grado di dare. In passato, fu introdotto in altre zone dell’Isola ma non ha mai trovato significativa diffusione al di fuori del Catanese, divenendone proprio una sua particolarità.

Cervello multitasking e polpette di ricotta

Tra faccende domestiche e lavorative, l’inventiva effervescente delle donne passa anche dai fornelli Una delle caratteristiche femminili, che sembra essere congenita, o con i secoli lo è diventata, è il cervello in funzionalità multitasking. Le donne lo hanno per dotazione. Con questa definizione si intende la capacità di svolgere più azioni contemporaneamente: consolare l’amica inferocita contro il datore di lavoro, che ha sbagliato una circolare e l’ha relegata a un’angusta biblioteca a piano terra; rimescolare il sugo; svuotare la lavatrice; salvare il pargolo, che sta tentando lo sgozzamento fra le sbarre del balcone; togliere la mezzaluna con cui il primogenito minaccia la sorellina e consigliare al marito la cravatta da abbinare al completo, per la riunione pomeridiana. Tutto questo dopo una mattina al lavoro, la spesa, il ritiro della prole dalla scuola. Insomma ancora con i tacchi, truccate e trafelate, le signore cercano di prendere fiato, giusto per non bruciare il pranzo. Uno dei grossi problemi quotidiani contro cui si scontrano gli angeli, che non sono più solo del focolare, è inventare qualcosa di diverso da ammannire ai familiari,

di LETIZIA MIRABILE

sia per proteggere la propria incolumità, sia per evitare il cannibalismo. Non parliamo, poi, di situazioni particolari come le festività pasquali. Alcuni vogliono lo stesso menù in secula seculorum, in modo da rispettare la tradizione; altri vogliono cambiare ogni anno, pur rispettando le ascendenze gastronomiche. Si avvicina la Pasqua. A parte agnello, carciofi e favette fresche, la classica cassata, stigghiole e ‘nni stuoiammu u mussu, cosa fare? Il cervello multitsking aziona la sua funzione special e in background comincia a scandagliare gli anfratti della memoria per trovare qualcosa di appetitoso, che zittisca tutti nei minuti in cui masticano. Davanti a uno stizzoso operatore sportello delle poste, fra una bolletta e una multa per sosta vietata, si illumina lo sguardo. Ecco! Le polpette di ricotta, delizia non troppo conosciuta, di sicura riuscita, che sfrutta un prodotto stagionale. La ricetta è semplice, non richiede eccessiva preparazione ed è di facile trasportabilità, qualora si decidesse, all’ultimo momento, di accettare l’invito di uno o

dell’altro cognato. Ci sono varie versioni. La più semplice modo che la frittura sia veloce e risulti leggera. Una volta prevede l’ultilizzo della ricotta ben scolata, impastata pronte non solo possono diventare un contorno o un ancon uova, pecorino grattuggiato e salsiccia pasquarola tipasto succulento, ma possono rendere ancora più ricco tagliata a pezzettini. Un’altra unisce i finocchietti lessati e il ragù. L’unico pericolo è l’assalto al vassoio durante la tritati alla ricotta, alle uova e al caciocavallo grattuggiato. frittura, come per le patate fritte la tentazione è insidioNulla osta a sostituire la suddetta verdura con i giritelli sa! Ma il cervello multitasking ha pensato anche a questo di montagna, con spinaci, con e si ritaglia un momento di solitudine durante l’evacuazione borraggine, con cavolfiori. La Ci sono varie versioni. La più dalla cucina: o fantasia in questo tipo di risemplice prevede l’ultilizzo della obbligatoria durante la notte, o spedendo cette è libera di sbizzarrirsi. Il ricotta ben scolata, impastata il marito e i figli a salutare i procedimento è il medesimo: si amalgama la ricotta con le con uova, pecorino grattuggiato nonni e a ritirare le uova di e salsiccia pasquarola tagliata cioccolato e le pecorelle di paverdure ben strizzate e tritasta di mandorle, o a comprare te. Si uniscono le uova, o in a pezzettini. i dolci, fondamentali per la alternativa le patate bollite, il formaggio grattuggiato, si può unire la pasta di salsiccia, buona riuscita della festa. È necessario avere una dose di il salame, il prosciutto, la provola, dei tocchetti di morta- inventiva effervescente, che mascheri la necessità di sodella: tutto ciò che il proprio gusto suggerisce. Si fanno litudine e di quiete e che non urti la sensibilità di nessuno. le polpette e si immergono in abbondante olio caldo, in E le donne sono le maghe della posizione cuscinetto!

balarm magazine 56

balarm magazine 57


SEGNI

La primavera astrologica Le previsioni del “Paolo Fox” palermitano: le influenze astrali segno per segno

di MARCO AMATO

Dopo l’equinozio di primavera inizia l’anno astrologico…un nuovo ciclo ed una nuova stagione illuminano i segni zodiacali. L’Ariete, che inaugura lo zodiaco, farà i conti con un rigoroso Saturno, che in opposizione li obbligherà a fare un consuntivo delle loro vite sentimentali, e decidere quali rapporti sono veramente validi o meno. L’altro fuoco dello zodiaco si trova in Leone, i nativi saranno rinfrancati da novità lavorative, del resto non sono stati troppo calmi negli ultimi mesi e dopo aver fatto le spese di poca misura nelle cose riusciranno a risalire la china egregiamente. I Sagittario, invece, si trastullano e vagheranno sempre alla ricerca di nuove terre e di nuovi titoli che li perfezionano e li rendono più competitivi che mai, disposti a fermarsi solo per amore! La terra zodiacale esplode di rigogliosa vitalità nel Toro che rifiorisce nei sentimenti e nelle questioni familiari, dopo un periodo di confusione; novità lavorative sembrano premiarlo per la costanza con la quale ha portato avanti i suoi impegni. Decisamente meno premiati dagli astri i Vergine che hanno finalmente imparato a vivere tutto a cuor leggero, ma che ancora fanno i conti con il passato…poco socievoli per tradizione i Capricorno che sorprendentemente si sentono agitati da pulsioni creative e poco razionali, colpa di Plutone che li bombarda di stimoli e di Giove, che farà scherzetti economici o legali. L’aria zodiacale impazza di simpatia nei Gemelli che tornano al centro della scena sociale: hanno fatto i compiti a casa e per questo verranno promossi a pieni voti nel lavoro, mentre in amore saranno letteralmente irresistibili! La Bilancia smette i panni seriosi, ed inizia un alleggerimento della sua personalità che porterà i nativi ad essere più felici nonostante le responsabilità. Camaleontici e trasgressivi come sempre gli Acquario, in una primavera decisamente movimentata che si calmerà di botto non appena la passione troverà requie nell’amore, dopo l’esaurirsi della fastidiosa opposizione di Marte a maggio. I Cancro raccolgono finalmente i frutti del lavoro svolto, e nell’amore finalmente iniziano ad essere più sereni e disponibili in barba anche ad un certo romanticismo, ormai fuori moda anche per loro. Strepitose novità lavorative per lo Scorpione, che riesce a trovare dopo tanto peregrinare la dimensione creativa, gli stimoli saranno copiosi ed abbondanti, mentre l’amore e la passione trionfano e le finanze si risanano…più di così! Ma saranno i Pesci, segno dell’anno baciato dal pianeta della fortuna Giove, pienamente appagati su tutti i fronti: sarà proprio la primavera a deliziarli e a renderli protagonisti assoluti in amore, nel lavoro e nel sociale! Buona primavera a tutti! balarm magazine 58



Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.