Balarm Magazine | Idee, personaggi e tendenze che muovono la Sicilia | numero 17

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Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in A.p. - D.L: 353/2003 (conv.n.46 art.1 comma 1 - SUD2 Palermo)

bimestrale gratuito | numero 17 agosto/settembre 2010

idee personaggi e tendenze che muovono la Sicilia

CINEMA

Roberta Torre ARTE

Premio Agenore Fabbri 2010 MUSICA

Giuseppe Milici libri

Daniele Billitteri SLOW FOOD

La Sicilia dei sapori sani



LE COSE DA FARE - VEDERE - SENTIRE - LEGGERE - INCONTRARE - SCOPRIRE - VISITARE - CONOSCERE - GUSTARE - SAPERE...

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Palermo Love: un’esposizione a Torino

Resterà aperta fino al 15 ottobre al Temporary Art Cafè di Torino (piazza Emanuele Filiberto 11) la mostra collettiva “Palermo Love”, che per la prima volta stabilisce un parallelismo fra due città lontane e in apparenza molto diverse. Curata da Tiziana Pantaleo, vedrà il lavoro di dieci artisti che «vivono, lasciano, amano ed odiano Palermo, la vivono con sentimenti e inclinazioni diversi e contrastanti, danno vita a discorsi unici, individuali, ma anche assoluti». Linguaggi diversi che si compenetrano e che testimoniano la nascita di una nuova generazione che riesce a superare quella sicilianità fatta di luoghi comuni, preconcetti, puro folklore. Che anzi sa elaborare il luogo comune e da esso trarre spunto e forza per un'espressione nuova e autentica. L'esposizione è a ingresso libero. 0 4 balarm | magazine

È stata una delle indiscusse protagoniste della pagina culturale della Sicilia. Con il marito Enzo ha scommesso sui libri in una terra dove le librerie spesso scarseggiano e le case editrici stentano a decollare. Elvira Sellerio, patron dell’omonima casa editrice, è morta a 74 anni nel primo pomeriggio del 3 agosto nella sua casa di via Siracusa. Insieme con il marito Enzo, negli anni Settanta ha fondato la casa editrice che conta tra i suoi autori Leonardo Sciascia e Gesualdo Bufalino. La casa editrice, conosciuta da tutti per la sua collana di libretti dalla caratteristica copertina blu, ha proposto, valorizzato e spesso ripubblicato, scrittori come Andrea Camilleri, Gianrico Carofiglio, Antonio Tabucchi, Carlo Lucarelli e Domenico Seminerio. L’orazione funebre della “Signora dell’editoria”, membro del cda della Rai, all’epoca dei “professori” tra il 1993 e 1994, è stata pronunciata dall’antropologo Antonino Buttitta, figlio del poeta Ignazio, che ha esaudito una delle volontà di "donna Elvira" leggendo alcuni brani del trentanovesimo capitolo del Siracide, contenuto nell’Antico Testamento. «Il miracolo di Elvira continuerà grazie a Enzo e ai figli Antonio e Olivia - ha detto Buttitta - Siamo qui per celebrare una donna che ha coltivato una cosa rara: l'amicizia». (di Adriana Falsone)

ph. Enzo Sellerio

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ADDIO ALLA "SIGNORA DELL'EDITORIA"

Cordepazze: in radio il singolo “La sinfonica sociale”

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Dopo quasi tremila copie vendute, migliaia di download gratuiti del primo disco e un centinaio di concerti in tutta Italia dal 2008 ad oggi, la band palermitana Cordepazze dà nuovamente alle stampe il disco d’esordio “I re quieti”, prodotto nel 2008. L’album sarà accompagnato dall’uscita del primo singolo in radio (a partire da fine settembre) dal titolo “La sinfonica sociale”, accompagnato dal videoclip e da un mini-tour nazionale. Nel singolo e nel videoclip (regia di Nicola Palmeri, con la partecipazione di attori di teatro come Fabrizio Giuliano, Tano Maratta e Daniela Padalino) la metafora della nota stonata è il mezzo attraverso il quale si vuole raccontare il disagio provato da chi viene costretto da dinamiche sociali «all’allineamento con il luogo comune, il gusto massificato». [ a cura di FABIO VENTO ]

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ph. Rita Cricchio

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05 Mercatini BIO: riprendono “Il Barattolo” e la “Fera Bio”

Acquistare prodotti sani e “a chilometri zero”, nel rispetto della natura e del lavoro umano: da settembre riprendono i mercati “Il Barattolo” e “A ‘Fera Bio”, rispettivamente ogni venerdì pomeriggio in piazzale Francia (per info http://ilbarattolo.noblogs.org/) e ogni terza domenica del mese dalle 9.30 alle 14.30 allo Steri (piazza Marina). Un contatto diretto fra produttore e consumatore per stimolare un acquisto consapevole e “solidale”. La maggior parte degli stand sono dedicati ai produttori biologici locali, che offrono degustazioni e vendita – fra gli altri - di pane, frutta, ortaggi, formaggi, olio e vino; non manca uno spazio riservato all’artigianato e agli alimenti equosolidali, ai Gruppi d’Acquisto Solidale e alle cooperative di turismo responsabile e solidarietà sociale.

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Michele Perriera: un saluto al maestro

Aveva 73 anni Michele Perriera, scrittore e drammaturgo palermitano. È morto all’ospedale Giglio di Cefalù, sconfitto dalla stanchezza di anni trascorsi a combattere contro la malattia di un corpo sempre più fragile. Ai funerali, nella camera ardente allestita in suo onore, una folla attonita ha reso omaggio a questo grande protagonista della vita culturale siciliana, nazionale ed europea. E veramente Perriera è stato un intellettuale europeo, fondatore del Gruppo ’63, avanguardia che diede una svolta al linguaggio e ai temi della letteratura, animatore instancabile di iniziative per il progresso civile, attraverso lo strumento a lui congeniale, la scrittura. La sua inconfondibile poetica lo ha reso una voce originale del ‘900, in grado di sollevare il pubblico nelle sfere più alte del pensiero e della riflessione. La vita di Perriera è stata ricca di soddisfazioni, riconoscimenti e premi. Ma anche di amarezze e delusioni, in cui sempre incorre chi decide di restare fedele alle proprie idee. Una su tutte, la fine della sua scuola di teatro, il Teatès, luogo di formazione umana e professionale per moltissimi attori. Soprattutto loro piangono la scomparsa del Maestro, capace di concepire l’insegnamento come servitù. Con essi, tutti noi soffriamo la perdita di un intellettuale dalla sensibilità visionaria, profetico come solo gli uomini dotati di genio, il cui sguardo trasversale sulla realtà gli ha permesso di vedere ciò che altri nemmeno intuiscono. (di Daniele Sorvillo)

progetti rinnovati e risultati di cinesicilia

Cinesicilia si rinnova: cambia i vertici e le metodologie. Stiamo parlando della società interamente partecipata della Regione Siciliana, nata nel 2007, che ha come finalità l’incentivo alla produzione, alle leggi, agli strumenti amministrativi e organismi tecnici capaci di realizzare politiche di promozione dei luoghi e delle innumerevoli professionalità tecniche e artistiche locali. Presieduta da qualche mese da Davide Rampello, il presidente della Triennale di Milano, che la città di Palermo conosce bene, Cinesicilia è lo strumento che in sinergia con l’Assessorato Sport, Turismo e Spettacolo, e la Sicilia Film Commission (al cui vertice da pochi mesi siede Franco Di Miceli), mira al consolidamento di un polo di sviluppo economico e culturale. Come esempio tangibile di questo impegno, che secondo le nuove politiche mira alla co-produzione cinematografica, Cinesicilia è stata presente alla 67° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, sostenendo tre film ufficialmente in programmazione nella rassegna e girati in Sicilia: “I baci mai dati” di Roberta Torre, “I Malavoglia” di Pasquale Scimeca (che Cinesicilia ha co-prodotto) e “Fughe e approdi” di Giovanna Taviani. Maggiori informazioni sul sito www.cinesicilia.eu.

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LE COSE DA FARE - VEDERE - SENTIRE - LEGGERE - INCONTRARE - SCOPRIRE - VISITARE - CONOSCERE - GUSTARE - SAPERE...

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Teatro Libero: la Stagione 2010/2011

Inizierà il 21 ottobre, con “Le jazz fait son Cirque et viceversa”, incontro tra jazz e circo, la 43° stagione del Teatro Libero Incontroazione di Palermo (Salita Partanna, 4), un cartellone di 13 spettacoli uniti dal tema "Sguardi trasversali". Dalla Francia all’isola di Giava, passando per la drammaturgia contemporanea inglese, senza tralasciare la giovane realtà italiana. I direttori artistici Lia Chiappara e Beno Mazzone si pongono l’obiettivo di unire la natura profonda ed eterea del teatro, attraverso passione ed empatia. Lo faranno con due spettacoli: “Riccardo III” di Shakespeare, adattamento e regia della Chiappara, sul desiderio di potere e di tradimento, sulla complessità dell’animo umano, vittima della seduzione del male; e “Riccardo III non s’ha da fare”, testo di Matéi Visniec, per la regia di Beno Mazzone, sulla censura politica e sull’autocensura, sulla vita di Mejerchol’d e sulla forza del teatro che spaventa i poteri totalitari. Per quanto attiene agli abbonamenti, la direzione del Teatro Libero ha previsto un abbonamento turno fisso (A il giovedì, B il venerdì e C il sabato) che prevede una spesa di 70 euro (50 euro per gli under 30) per 12 spettacoli. Per i giovani sotto i 30 anni è possibile anche un abbonamento promozionale che prevede tutte le 13 prime serali a 40 euro. Ancora, ci si può abbonare, pagando 80 euro, ad alcuni spettacoli a scelta per titolo e serata su tutti gli spettacoli serali della stagione e della rassegna “Presente|Futuro” (riduzione del 70% e del 30% per studenti universitari in collaborazione con ERSU). Infine, per quanto riguarda l’abbonamento alla stagione domenicale “Un’isola di Teatro”, l’abbonamento è a turno fisso e posto unico, per 8 spettacoli, al prezzo di 45 euro (turno 1, ore 17; turno 2, ore 19). Per ulteriori informazioni, è possibile rivolgersi allo 091.6174040 o al 339.6777284, oppure sul sito www.teatroliberopalermo.it. (di Daniele Sorvillo)

E’ il nuovo punto di riferimento per gli studenti stranieri a Palermo, ma anche per chi cerca nuove amicizie o progetta viaggi all’estero: è “Palermo Erasmus Life”, sito creato da Davide Rivituso e raggiungibile all’indirizzo www.palermoerasmuslife.net. Progetti internazionali di scambio, viaggi e servizi low-cost, stanze in affitto, feste, gite ed eventi, ricette e curiosità sulla gastronomia siciliana: a queste e altre informazioni, disponibili in tre lingue (italiano, inglese e spagnolo) si affianca un blog, con notizie su Palermo e sulla vita Erasmus. Il sito offre anche la possibilità di richiedere gratuitamente un “tutor” che aiuti lo studente nelle fasi iniziali della permanenza in città. “Palermo Erasmus Life” è anche su Facebook all’indirizzo www.facebook.com/palermoerasmuslife.

Nasce il Centro Commerciale Naturale di Monreale

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Dai bar ai panifici, dai pub ai negozi di abbigliamento, passando per librerie e oggettistica: sono più di un centinaio gli esercenti di Monreale che hanno deciso di far rete per rilanciare il turismo e l’economia della cittadina, ma anche per riqualificarne l'immagine e migliorare la vivibilità. Ne è nato il Centro Commerciale Naturale di Monreale. «La nostra Città - dichiara il comitato organizzatore - sconta una carente attenzione nei confronti delle singole realtà territoriali. Non siamo sempre stati nelle condizioni di programmare iniziative commerciali e turistiche a medio o a lungo termine, necessarie per uno sviluppo costante e coerente.» Molte le iniziative culturali e commerciali organizzate dal CCN per il prossimo futuro, per maggiori informazioni andare su www.ccnmonreale.it. 0 6 balarm | magazine

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1610_Caravaggio_2010: una serie di eventi per ricordare il grande pittore

In occasione del quarto centenario della morte di Michelangelo Merisi detto il Caravaggio, anche Palermo offre il suo tributo con l'iniziativa “1610_Caravaggio_2010”: una serie di eventi, organizzati da Extroart e dalla Fondazione Wanted, per rendere omaggio alla genialità dell'artista e alle opere realizzate nell'ultimo periodo di vita, che ebbe come sfondo tematico il territorio siciliano. Il primo appuntamento sarà il 15 ottobre a Palermo con un'intera giornata nella Sala gialla di Palazzo dei Normanni che ospiterà due conferenze dal titolo "Caravaggio all'ombra dell'ultimo sole" e “Wanted - Musei e siti archeologici: strategie per una cultura in sicurezza”. Il 16 ottobre, invece, nella sede di Extroart, nell'Oratorio di Santo Stefano Protomartire (di fronte l'ex Monte di Pietà), sarà inaugurata una esposizione della grande tela "Il martirio di Santa Caterina", la cui attribuzione al Caravaggio è ancora oggetto di dibattito fra gli studiosi. Per maggiori informazioni consultare il sito web www.extroart.org. (nella foto in alto l'opera "Il sacrificio di Isacco")

Scuola di musica Palermo Jazz: al via le iscrizioni ai corsi

Palermo Erasmus Life: un blog per gli studenti stranieri in città

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[ a cura di FABIO VENTO ]

11 “La vetrina dei progetti”: un concorso di idee per il turismo

Si rinnova anche quest’anno “La vetrina dei progetti”, iniziativa promossa dalla Logos Srl Comunicazione e Immagine. Destinatari sono i giovani tra i 18 e i 35 anni che dovranno presentare un progetto inerente il rafforzamento della competitività turistica dei territori o il miglioramento delle performance delle aziende che operano nei settori del turismo, della cultura o della tutela e gestione dell’ambiente. Le dieci idee migliori otterranno la massima visibilità in un workshop all'interno di “Travelexpo In”, salone dell’offerta turistica siciliana di eccellenza che si terrà dal 10 al 12 dicembre al San Paolo Palace di Palermo. Termine ultimo per la consegna delle domande di partecipazione è il 30 ottobre 2010, per il regolamento completo consultare il sito web www.travelexpoin.it.

La scuola internazionale di musica "Palermo Jazz" fondata da Toti Cannistraro e Giuseppe Urso nel 2009 riapre i suoi corsi di musica per tutti gli appassionati e per gli aspiranti professionisti del genere. Alle consuete lezioni di batteria, basso, elettrico, canto, chitarra, contrabbasso, musica, d'insieme, pianoforte, percussioni, sassofono, solfeggio, teoria ed ear training e tromba si affiancano quest'anno corsi di composizione jazz, ascolto guidato, storia del jazz, armonia complementare, arrangiamento, orchestra laboratorio, percussioni complementari, propedeutica alla musica per bambini e violino. Le iscrizioni sono già aperte, e l'attività didattica avrà inizio venerdì 1 ottobre. Per maggiori informazioni consultare il sito web www.palermojazz.com o telefonare al numero 091.5601861.

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[ di FABIO RICOTTA ]

Intro

La passione muove lo spirito verso nuovi orizzonti

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ulle note di una musica di Ludovico Einaudi rifletto su tutto il tempo trascorso, su tutto il lavoro svolto in questi anni con Balarm. Una dichiarazione d’amore, una scelta di cuore, per dare colore alla mia vita e alla terra in cui vivo. E continuo imperterrito, recidivo, a occuparmi di lei, mostrandone i lati più lucenti in un momento in cui di luce propria la mia terra non brilla quasi più. Sono testardo, caparbio. Continuo ad alimentare quella fiammella che giorno per giorno mi fa sperare in una città migliore, in un luogo diverso. Sono un inguaribile ottimista. E meno male! Prova ne è questo nuovo numero del magazine, ricco di argomenti, di volti e di iniziative che in tempi di fiacchezza culturale, fortunatamente, aumentano e prolificano. Come ad esempio il tango, che in pochi anni ha visto moltiplicarsi i suoi adepti in tutta l’isola, e a Palermo in particolar modo: sono nate associazioni, scuole, festival, seminari e persino pratiche di tango urbano clandestino come le Milongablitz. Si prosegue con l’ultimo film di Roberta Torre “I baci mai dati”, i progetti di sette siciliani presentati all’ultima Mostra del Cinema di Venezia e l’ultimo cortometraggio di Gaetano Di Lorenzo sulla vita del pugile palermitano Pino Leto. Ed ancora le bambole artigianali di Elisa Gallea e il Premio Agenore Fabbri in esclusiva a Palermo con l'unica tappa italiana della mostra "Posizioni attuali dell'arte italiana". Si parla anche di musica, dell’armonicista Giuseppe Milici e il suo disco tributo a Michael Jackson e del nuovo cd della band siciliana dei Marlowe. Un focus sull’ultima edizione di “Provincia in festa” e a seguire l’ultima fatica letteraria dello scrittore e giornalista Daniele Billitteri e altri consigli letterari relativi alle ultime uscite in libreria. Ed ancora la scuola di danza della Maestra Candida Amato, il ritorno sulla scena dei Travaglini, la compagnia di “teatro-politico” fondata negli anni ’60 da Salvo Licata, il gruppo teatrale emergente G273 produzioni, il festival MondelloGiovani e un ampio servizio sull’associazione Slow Food, che si batte per la conservazione dei prodotti tradizionali e per il mangiar sano e “lento”. Non potevamo che concludere con la rubrica “De gustibus: storie quotidiane tra cibo e letteratura” di Letizia Mirabile, la nuova rubrica di satira “Gli incricchiati: tutta cricca da sgranocchiare” di Gianpiero Caldarella e la classifica astrale di Marco Amato. Infine, un ultimo pensiero ricorrente: crediamo che la nostra crescita passi anche dall'interazione, dal coinvolgimento e dal confronto con i lettori, per cui, chiunque volesse fare delle proposte o suggerire delle idee o argomenti per nuovi servizi può farlo inviando una e-mail all'indirizzo redazione@balarm.it. Non mi resta che augurarvi una buona lettura.

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balarm magazine

idee personaggi e tendenze che muovono la sicilia bimestrale gratuito, anno IV n°17 agosto-settembre 2010 registrazione al tribunale di palermo n° 32 del 21.10.2003

editore

associazione culturale balarm partita iva 05226220829 iscritta al ROC, registro degli operatori di comunicazione, al numero 18155

direttore responsabile fabio ricotta

coordinatrice

sveva alagna

progetto grafico & impaginazione

massimiliano della sala (grafishdesign.it)

progetto web & webmaster

fabio pileri

stampa

officine grafiche riunite (palermo)

tiratura e distribuzione

numero stampato in 10.000 copie e distribuito gratuitamente in circa 150 punti di aggregazione culturale e mondana a palermo, monreale e bagheria

redazione

via nicolò garzilli 26 - 90141 palermo tel. 091.334780 - fax 091.7817486 redazione@balarm.it www.balarm.it

pubblicità

tel. 091.334780 - mob. 328.5351236 pubblicita@balarm.it

hanno collaborato

adriana falsone, chiara chiaramonte, claudia brunetto, cristina longo, daniela vaccaro, daniele sorvillo, fabio vento, gianpiero caldarella, gigi razete, giusi spica, laura nobile, letizia mirabile, manfredi lamartina, manuela pagano, marina giordano, marco amato, salviano miceli, sonia papuzza, sveva alagna

fotografi di redazione

alberto romano, federico maria giammusso

prossima uscite

n°18 (ottobre-novembre) n°19 (dicembre-gennaio) tutti i numeri sono scaricabili e sfogliabili in pdf all’indirizzo www.balarm.it/magazine

abbonamenti

per ricevere il magazine via posta ordinaria in tutta italia è possibile abbonarsi online su www.balarm.it o da master dischi, in via xx settembre 38 a palermo

in copertina

Sebastian Nieva y Silvana Nunez

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FLASH

brevi dalla società

INTRO

di fabio ricotta

A QUALCUNO PIACE...TANGO

il mondo del tango a palermo

I BACI MAI DATI DI ROBERTA

l'ultima fatica cinematografica della torre

7 SICILIANI A VENEZIA

i protagonisti di casa nostra al lido

MIRICANO

un corto sul pugile palermitano pino leto

UNA BAMBOLA è PER SEMPRE

le bambole preziose di elisa gallea

PREMIO AGENORE FABBRI

la mostra a palazzo ziino degli artisti in gara

UN'ARMONICA LIBERA

giuseppe milici: tributo a michael jackson

MARLOWE

il nuovo disco della band siciliana

PROVINCIA IN FESTA

un bilancio della XIII edizione

BILLITTERI: LE PAROLE IN BLUES il terzo giallo della serie f.b.a.i.

SCRIPTA MANENT

consigli per gli acquisti letterari

UNA VITA A PASSO DI DANZA

la scuola della maestra candida amato

LA RINASCITA DEI TRAVAGLINI torna in scena la storica compagnia

LA SFIDA DI G273 PRODUZIONI ritratto del gruppo teatrale emergente

MONDELLOGIOVANI FESTIVAL '10 reading, concerti e tavole tonde

SLOWFOOD

la sicilia dei sapori sani

DE GUSTIBUS

storie quotidiane tra cibo e letteratura

IL PAPA AL KALS'ART

la satira sulla cricca degli incricchiati

IL CIELO SOTTO LE STELLE l'oroscopo di marco amato

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[ di ADRIANA FALSONE e SVEVA ALAGNA ]

Una panoramica a tutto tondo sul mondo particolare del tango a Palermo; tra notizie, curiosità, aneddoti, approfondimenti e tendenze, ecco tutto ciò di cui avete bisogno per soddisfare la vostra voglia di tango...

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TANGO

A

ltro che “pensiero triste che si balla”. è sensualità, movimento, vita a due. Eleganza e passionalità, il tango è praticamente uno stile di vita, un modo di concepire lo spazio e lasciarsi trasportare dal corpo dell’altro. Una febbre che non riesce a passare. Nato in Argentina e Uruguay, nella regione del Rio de la Plata, come espressione tipicamente popolare, soltanto dopo è diventato una forma artistica, che comprende musica e danza, testi e canzoni, raccontando una storia inscindibile dalle realtà di Buenos Aires, Rosario e Montevideo. Il tango a Palermo è diventato una specie di istituzione. Anche perché, sfatato il preconcetto che “a lezione bisogna essere in coppia”, è diventato un modo per conoscere nuova gente e per “lasciarsi andare”, per mantenersi in forma e, ovviamente, divertirsi. Si va a lezione per i motivi più svariati, ma soprattutto perché si è alla ricerca di movimento. Difficile stabilire qual è la scuola più antica e in tanti vantano la paternità del tango a Palermo. Certamente, le istituzioni più longeve sono tre: la scuola di Diego Calarco, Colortango e Civitastango. Ma l’universo dei tangheri cittadini vanta un numero di affezionati e piccole scuole, per un totale di oltre quattrocento ballerini. Ricco il calendario delle milonghe. Quello dei festival è abbastanza struttu-

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Ogni settimana, basta cliccare sui siti delle varie scuole, ed è possibile conoscere le milonghe e i nuovi corsi pronti a partire ma, soprattutto, gli appuntamenti fissi rato ma non mancano le improvvisazioni clandestine come le “Milonga blitz”: viene voglia di ballare, si dà la propria disponibilità a partecipare tramite un blog e poi, con un messaggio via Facebook che si riceverà solo due ore prima dell’evento, si comunica il luogo esatto in cui si danzerà. Poco importa se l’amplificazione non è adatta. Basta anche un cellulare potente o un mp3. E poi via a ballare per strada. Lo strumento principale, utilizzato per le esecuzioni del tango, è il bandoneón, una sorta di fisarmonica di legno fornita di pulsanti, in grado di produrre note differenti a seconda che il mantice venga compresso o, piuttosto, dilatato. Il ritmo che scandisce è quello che seguono i ballerini che si abbracciano e, nello stesso tempo, si tengono a distanza. Pochissime regole, piuttosto semplici, dettano i limiti dell'improvvisazione corporea: ovviamente è l'uomo a guidare la danza, lui propone il movimento e, la donna, almeno in questo caso, segue. Ma così non avviene sempre e Palermo è diventata una delle scuole pioniere de “Il cambio di ruolo”: sempre più donne decidono di partecipare a lezioni e milonghe e il fatto che debbano aspettare di essere invitate da un uomo, come il galateo prescrive, ha cominciato a stare piuttosto stretto all’universo femminile. E così è nata l’idea di “interpretare l’uomo”, i suoi gesti e la sua guida, sfuggendo così alla differenza di ruoli. Ovviamente esistono dei corsi per imparare i movimenti del sesso maschile e può capitare di trovare, in alcune scuole palermitane, due donne ballare sinuosamente. Il galateo per invitare a ballare è sempre lo stesso: si porge la mano oppure con un movimento chiamato “cabezeo”, si fa un cenno con la testa. Mi1 4 balarm | magazine

longa blitz a parte, il tango è un mondo particolare e per questo sono nati siti e riviste specializzate. A Palermo esiste www.tangoapalermo.com, una panoramica completa di corsi, foto video e perfino radio tutte dedicate al tango. E così, se da una parte si susseguono blog come “Commentango: pensieri, emozioni, relazioni e contraddizioni”, una finestra interattiva su quest’argomento, dall’altra per ottenere maggiori informazioni sulle scuole, sui corsi o sull’abbigliamento basta navigare un po’ e si trova di tutto: dalle scarpe con i cuscinetti in gel incorporati, ai colorati abiti che, chi non balla, forse, indosserebbe solo a Capodanno. Una finestra sulle tendenze "più in" e sui nuovi volti è Tangomania, un periodico di cultura e società, edito a Catania ma facilmente consultabile attraverso Internet. Così, curiosando tra le varie pagine, si scopre ad esempio che proprio originaria di palermo è l’unica allieva donna del grande Astor Piazzolla, considerato uno dei maggiori compositori di bandoneón, tra i riformatori della cifra stilistica e musicale del tango. Il calendario dei festival è piuttosto ricco. Ogni settimana, basta cliccare sui siti delle varie scuole, ed è possibile conoscere le milonghe e i nuovi corsi pronti a partire ma, soprattutto, gli appuntamenti fissi. Innanzitutto, dal 27 settembre al 3 ottobre all'Avantgarden, in via Ventura 11 a Palermo, è prevista la "Terza settimana del tango" con balli, musica, cucina tipica e proiezioni di video. Ospite speciale della manifestazione sarà il ballerino ar-

gentino Maximiliano Diaz Jahnel. Dal 29 ottobre al 1 novembre tocca al “Tango Context 2010”, nato dal “Sicilia tango festival”, una nuova finestra sul modo di vivere il tango in Europa e nel mondo, dove il tango tradizionale, presente nei seminari e nelle serate, si contaminerà con altre forme d'arte come la contact improvisation, la danza contemporanea e il teatro d'improvvisazione. Ogni anno poi si svolgono diversi festival più o meno fissi: ad agosto un evento importante con il “Tango festival” a Catania mentre a giugno sono previsti il “Soffio di tango” a Erice, il “Summer tango” a Mondello e l’”International tango festival” a Siracusa. (di A.F.)

Ecco i volti più noti del tango a Palermo, ciascuno con la propria storia, la propria interpretazione stilistica e la propria attitudine didattica

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e, tanto per fare un esempio tra gli innumerevoli, è il tango il ballo scelto da Martin Brest per Al Pacino e Gabrielle Anwar in “Scent of woman” (del 1992, il noto remake made in Usa del film “Profumo di donna” di Dino Risi del 1974), ci sarà forse un motivo, o più di uno. Improvvisazione, stile, tradizione e soprattutto lei, passione. Di questa e con questa passione hanno fatto ragione di vita un buon numero di ballerini e maestri anche a Palermo.

«Del tango mi piace la sua irripetibilità, il suo non lasciare tracce, il suo andarsene con chi lo ha vissuto, nella carne, nell’anima, il suo essere hic et nunc, qui e adesso, senza una vera necessità di archiviazione»: così sostiene Maura Laudicina, un’icona del tango a Palermo. «Un pittore vede i suoi quadri, un musicista ascolta la sua musica, un ballerino no, non vede la sua danza, non la sente continua - La sua visione è sempre interna, intima, privata. Quando si pensa alla danza si nega il penbalarm | magazine 1 5


b_ tango siero. Eppure “la carne pensa” diceva Antonin Artaud». Maura Laudicina (in basso a sinistra) è performer, insegnante di tango e con Maurizio Maiorana direttrice artistica del “SiciliaTangoFestival” (che da quest’anno cambia volto e nome chiamandosi “Context 2010”, dal 29 ottobre all’1 novembre). Maura è però soprattutto l’anima di Colortango (che ha sede presso l’Avant Garden, via Ventura 11 - 091.626545), dove quest’anno lavorerà con Martin Gutierrez, Eugenia Parrilla, Yanick Wyler. Maura ama dedicarsi alla contaminazione tra il tango e altre forme di danza e arte. Negli ultimi anni si è specializzata nella Contact Improvvisation che insieme al teatro-danza e alla videoarte stanno entrando a fare parte del suo nuovo linguaggio. «Il tango è un fluido che, attraverso le orecchie, penetra nella mente, poi s’impossessa del cuore, infine delle gambe, muovendole»: questo il tango per Diego Walter Calarco (in basso a destra), che nasce a Buenos Aires nel 1974. Altra personalità di spicco nel contesto

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b_ tango del tango a Palermo, Diego, dopo studi approfonditi, nel 2002 si trasferisce a Palermo, dove crea la sua “Escuela de Tango Argentino”, che quest’anno riapre in collaborazione con la maestra argentina Dulce Cappiello con Salvo Leone come dell’associazione culturale Aires Porteños Tango Club, a Palazzo Pantelleria (piazza Giovanni Meli 5 - 329.4907812). In questi ultimi anni Diego Calarco ha istruito centinaia di neo tangueri e perfezionato tangueri di vecchia data, senza abbandonare la sua carriera di ballerino, coreografo e regista, nonché insegnante (oltre a Palermo ad Agrigento, a Catania ed a Dublino) introducendo le dinamiche del tango nuevo nel salon, ma anche nell’approfondimento del tango salon in tutte le sue accezioni. Altri danzatori professionisti di tango argentino sono Sylvina y Pablo ovvero Silvina Larrea e Pablo Pouchot (in alto a destra nella pagina a fianco), che danzano insieme come coppia di tango argentino dal 1995 e arrivano a Palermo da Buenos Aires nel 2001. Il cuore del

loro tango è l’abbraccio, base fondamentale per l’apprendimento della comunicazione nella coppia, così come lo studio delle figure tradizionali ed il loro sviluppo naturale. Dal 2006 organizzano il “Mondello Summer Tango”, e nel 2008 fondano l’associazione culturale Civitas Tango (via Rosolino Pilo 20/B - 091.9765716). Non solo una scuola di tango, ma un vero e proprio centro di cultura argentina. Semplicità, charme e sensualità: Simone y Alessia, ovvero Simone Forte e Alessia Russotto (nella foto al centro), ballerini professionisti ed insegnanti di tango argentino provenienti da studi di danza differenti, incontrano il tango e con la diversità dei loro studi creano un “linguaggio” personale, la cui caratteristica principale è l'improvvisazione. Aprono così la loro Accademia di Danza (via Domenico Trentacoste 36 - 091.9763230): nell'enorme salone parquettato nel quale, i professionisti oltre ad insegnare organizzano, con cadenza settimanale, la loro milonga: “Un tango y nada mas”. Tangofrecuencia, ovvero Antonio e Marcella (nella foto in basso) si incontrano nel tango nel 2005 ed entrano subito in sintonia praticando il cambio de roles come possibilità creativa. Nel 2009 formano Los tangofrecuencia proponendo un nuovo spaccato del ballo centrato, appunto, sulla possibilità del cambio dei ruoli, come espressione di libertà di impersonare il ruolo (uomo o donna) che ogni singolo pezzo ispira. «Il cambio de roles - spiegano - rappresenta una risorsa creativa che permette di esprimere la messa in scena di un altro modo di pensare al tango che si avvicina inevitabilmente alla performance teatrale. La scelta è oggi intesa come un nuovo movimento fisico che rispecchia la società contemporanea, una società dove il ruolo della donna non dipende più necessariamente da quello dell’uomo ma alla pari di questi può gestire autonomamente le proprie scelte». Proprio come succede nell’Accademia di tango di Buenos Aires: chi va lì per studiare, impara a ballare sia da uomo che da donna, si studia il tango, non con ruoli necessariamente predefiniti. I corsi di Tangofrecuencia (da quest’anno anche per ragazzi) si terranno presso la nuova sede di via Principe Lanza di balarm | magazine 1 7


b_ tango Tango”(ormai divenuto un testo di riferimento di molte scuole di tango italiane). «Il Tango inteso come danza dell’abbraccio in cui la comunicazione tra i ballerini coinvolge ogni parte del corpo», è invece l’assunto di Fiorella Giliberti (in basso a destra). Comincia a ballare tango nel dicembre del 2001 con Osvaldo Roldan e Monica Maria che la seguiranno in tutto il suo percorso di formazione, per poi studiare, sia in Italia che in Argentina, con maestri di fama internazionale ed accostarsi allo studio delle dinamiche del Tango Nuevo, che approfondisce con artisti del calibro di Gustavo Naveira e Giselle Anne, Fabian Salas e Carolina del Rivero, Mariano Frumboli e Eugenia Parilla. Nel 2005 inizia una collaborazione stabile con il teatro Lelio di Palermo, e dal 2000 insegna Tango Argentino presso il centro coreografico l’Espace (Via G.b.f. Basile 3 - 091.336855). Di formazione classica, Paola Violante inizia a studiare e a ballare il tango nel 2000 a Palermo. Negli anni 2006-

ph. Palermophotoworld

Scalea 386 (340.5968643 – 349.5320099 - tangofrecuencia@gmail.com, www.tangofrecuencia.com). «…Per chi riesce (e vuole) ancora a vivere il Tango attraverso l’emozione di un intimo abbraccio… lasciandosi sedurre, dall’eleganza, dal fascino e dalla sensibilità del partner… così da farsi trasportare, anche se per pochi istanti, da quelle brevi melodie che intrise dal dolore-mistero profondo della vita, fanno sì che i “silenzi” e i “misteri” di entrambi si uniscano in intese di controllata passione»: così dichiara Pietro Galioto (in basso a sinistra), presidente dell’associazione Aspra Tango (via Concordia Mediterranea 29 Aspra, Bagheria, 091.928058), attraverso cui tiene corsi ormai da tre anni nel territorio di Bagheria. Sulla base della tecnica e dell’impostazione originaria di Silvia Miano, Sara Toia e Giovanni Montana, innesta una sensibilità legata alla “complicità dei movimenti” da lui sviluppata e maturata direttamente nei suoi percorsi allo studio Dinzel di Buenos Aires, espressa e riportata nel suo “Avvolgersi in un

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2007 vive a Buenos Aires, dove perfeziona il suo stile e collabora con il grande maestro Miguel Angel Zotto, direttore della compagnia “Tango x 2”, viaggiando in Europa e negli Stati Uniti. Tornata a Palermo collabora nel 2009 come assistente del maestro Osvaldo Zotto (che a lungo ha collaborato con l’associazione Unitango di Francesco Sarcone), fino alla sua scomparsa. Salvo Lo Cacciato si avvicina al tango nel 2002 a Palermo, e negli anni approfondisce i suoi studi con maestri di fama internazionale in Italia e all’estero. Inizia ad insegnare a Roma nel 2007, e dal 2009 ancora a Palermo. I corsi di Salvo e Paola (nella foto a sinistra) sono in fase di attivazione. Per loro «Il tango è un modo di vivere, una maniera unica ed intensa di espressione e comunicazione con l’altro, attraverso la radice autentica di questa danza, l’abbraccio». Di certo moltissimi altri ballerini ed insegnanti avremo tralasciato… da Marzia Di Franco ad Agostino Caravello, da Gennaro Marino a Loredana Milito, da Giulia Zimei e Fernando Lores al Duo Johsha, fino ad Angel Coria (ballerino e assistente coreografo di Juan Carlos Copes nel film “Tango” di Carlos Saura ed assistente di direzione del balletto Nazionale della Repubblica Argentina, che da quest’anno terrà le lezioni a Palazzo Asmundo, di via Pietro Novelli 3, e La Compagnia della Danza, di via Emilia 44 ) esistono tante altre interessanti realtà. Non ce ne vogliano, ma mentre, come afferma il direttore d'orchestra, pianista e organista Wayne Marshall “Il tango è una possibilità infinita”, lo spazio è tiranno e dura il tempo di una cortina… (SVV) 2 0 balarm | magazine

ph. Paola Schillaci

Improvvisazione, stile, tradizione e soprattutto lei, passione. Di questa e con questa passione hanno fatto ragione di vita un buon numero di ballerini e maestri


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[ di SALVATORE SALVIANO MICELI ]

I BACI MAI DATI DI ROBERTA In anteprima dal Festival del Cinema di Venezia uno zoom sull'ultima fatica della regista, palermitana d'adozione, Roberta Torre

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ra il 1997 quando, proprio a Venezia, in una sezione collaterale ma da sempre tra le più interessanti della Mostra, la Settimana delle Critica, trovava vita la proiezione di “Tano Da morire”, rilettura in chiave pop ed anche piuttosto kitsch della mafia e dei suoi paradossali (ma anche ahimè fin troppo efficaci) rituali. Difficile ricordare un debutto nel lungometraggio più fortunato, tanto per pubblico quanto per critica. Roberta Torre, milanese di nascita ma attiva a Palermo già da parecchi anni nella produzione e realizzazione di corti e documentari, si rivela immediatamente come autrice eclettica – per quanto antipatico sia il termine – desiderosa di approcciare il cinema con una originalità che la porta ad una continua e proficua commistione di generi. «Diventa sempre più complicato immaginare di fare un film oggi in Italia […] I "no" sono giunti proprio da chi ha la precisa mission di farsi garante dello sviluppo del cinema in Italia […] Manca soprattutto il desiderio di ricerca e di sviluppo e la capacità di esplorare territori nuovi». Non stupiscono quindi, considerando il coraggio e l’attitudine a sperimentare della Torre, queste

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parole affidate ai giornalisti prima della presentazione del nuovo capitolo della sua filmografia, ancora una volta proiettato in anteprima sugli schermi festivalieri del Lido di Venezia, ma già sbarcato nelle sale di tutta Italia. Non è errato chiamare “favola post moderna” il film. Senza rinnegare la definizione, però, "I baci mai dati" ci ricorda di più i colori contrastanti ed i sapori contraddittori della realtà contemporanea. La Torre, dopo "Mare Dentro", torna ad un cinema che rispolvera i suoi esordi. Non siamo più a Palermo ma a Librino, quartiere periferico a sud ovest di Catania, costruito negli anni sessanta su progetto del grande architetto Kenzo Tange. Come spesso accade, prototipi di città satellite, che dovrebbero riformulare nuove idee di urbanistica e vita sociale, sprofondano nel degrado ed in un paesaggio surreale dove il cemento fa da cornice a grandi spazi deserti, nati come luoghi di aggregazione e finiti per rappresentare lucidi esempi di abbandono e solitudine. Ricordate, tanto per fare qualche esempio, il nostro Z.E.N o quella Scampia resa famosa da "Gomorra" di Matteo Garrone? «Ho scelto Librino perché in qualche modo aveva una sorta di apparenza molto metafisica e si

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Lo schermo è assalito con buona regolarità da frequenze oniriche, tipiche del cinema della Torre, tra saloni di bellezza dal pronunciato sapore retrò ed improbabili personaggi

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staccava, quindi, dalle connotazioni esclusivamente negative di ogni periferia» dice la Torre. Ed è in questo “ambiente lunare” che, lucida nella regia pur senza perdere il suo estro e la sua originalità, l’autrice racconta la storia di Manuela, tredicenne come tante, resa improvvisamente “Santa” dalla sua presunta capacità di compiere miracoli e parlare con la Madonna. Lo schermo è assalito con buona regolarità da frequenze oniriche, tipiche del cinema della Torre, tra saloni di bellezza dal pronunciato sapore retrò ed improbabili personaggi. Grandissime Piera Degli Esposti e la “nostra” Donatella Finocchiaro. Proprio quest’ultima veste i panni di una moglie insoddisfatta e di una madre abbastanza ignara del suo ruolo almeno sino all’epilogo quando, seppur in lontananza, si ravvisano i barlumi di una rinascita materna. Pur dovendo interpretare un personaggio assai sopra le righe, la Finocchiaro è splendida, perfetta nel fare da contraltare alla giovanissima e bravissima protagonista, Carla Marchese, che, alla sua prima prova da attrice, si trova davvero a reggere con il suo volto furbescamente infantile, continuamente indagato dalla macchina da presa della regista, lo sviluppo dell’intera vicenda.

«Tutto in questa storia è frullato attraverso il suo sguardo, le donne megere che vivono nel rosso negozio di parruccheria in fondo alla piazza, la madre maitresse che mette su in fretta una compravendita di miracoli […]» Il cinema di Roberta Torre sembra avere trovato una nuova maturità. Così, adesso, tutto sembra essere al posto giusto. Emozioni, suggestioni e sconfinamenti nel paradossale o nell’assurdo. Ne "I baci mai dati" (giusto ricordare anche la partecipazione di un annichilito, solo nel personaggio, Giuseppe Fiorello) la regista recupera in qualche modo quel gusto per il grottesco che aveva caratterizzato i primi capitoli della sua carriera (al già citato "Tano da morire" si affianca "Sud Side Stori - la storia vera di Romea e Giulietto") unendoli alla maggiore complessità di pellicole come "Angela" (debutto sul grande schermo per Donatella Finocchiaro) ed il noir "Mare Dentro". Di sicuro, tra le immagini dei suoi film e le parole che non risparmia in conferenza stampa, in Roberta non si è mai sopita la voglia di un cinema italiano in grado di uscire fuori dalle solite, e noiose aggiungiamo noi, catene narrative in cui è imprigionato.

ph. Stefano D'Amadio

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[ di SALVATORE SALVIANO MICELI ]

7 siciliani a Venezia

Nino Frassica

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Quest'anno tra attori, tecnici e registi il "Lido" è stato popolato di protagonisti siciliani: ecco un piccolo resoconto delle presenze più importanti alla 67° Mostra del Cinema di Venezia

Isabella Ragonese

Luigi Lo Cascio

a bene esser Madrina ma prima di tutto Isabella Ragonese, chiamata da Muller ad accompagnare questa 67° edizione della Mostra Internazionale D’Arte Cinematografica di Venezia, è attrice. Ed anche brava. Così non fosse, ad appena ventinove anni non sarebbe un volto riconoscibile ed apprezzato del nuovo (speriamo) cinema italiano. C’è quindi, tra gli impegni di rappresentanza improrogabili, anche tempo per presentare "Il primo incarico", di Giorgia Cecere, in cui la Ragonese è una giovane maestra salentina negli anni ’50 costretta ad allontanarsi dal proprio paese per ottenere il suo primo incarico.

04’ (cioé tre ore e ventiquattro minuti)! Tanto recitava il catalogo della Mostra sotto la voce "Noi Credevamo", bel film di Mario Martone sul Risorgimento italiano in cui Luigi Lo Cascio, bravo ed intenso come sempre, offre il proprio volto ad uno dei tre protagonisti. Senza lasciarsi ingannare dalla durata, comunque ragguardevole, il film incrocia le storie dei suoi personaggi raccontando probabilmente le radici più profonde dell’Italia che oggi conosciamo.

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Francesco Scianna

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el film che più di tutti quest’anno al Lido si è arricchito di polemiche (piuttosto sterili e qualunquiste aggiungiamo noi) c’è spazio anche per Francesco Scianna nei panni di Francis Turatello, prima nemesi e poi alleato del “Bel Renato” in "Vallanzasca - Gli angeli del male", ritratto del bandito milanese che terrorizzò il capoluogo lombardo e dintorni negli anni ’70. A metà tra poliziesco e documentario, il film di Placido convince e diverte. Scianna resta credibile, per quanto ben camuffato, nelle vesti e nei costumi tipici di un bandito sgargiante, specchio dell’Italia di quegli anni.

ph. Fondazione La Biennale di Venezia ASAC

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oveva essere Sofia Coppola, con il suo "Somewhere", a rendere conto della “cafoneria” cui è giunta la nostra italica televisione? Così pare… Ed il bravo (bravissimo per quanto ci riguarda) Nino Frassica diviene nel film della figlia del mitico Francis Ford un impacciato presentatore de “I Telegatti” tra stacchetti musicali animati da Valeria Marini, scambi di battute con la copresentatrice Simona Ventura e gli sguardi sbigottiti ed increduli della star americana di turno. La simpatia ed il talento di questo grande comico ed interprete sono fuori discussione. Ci piacerebbe vederlo in ruoli in grado di ben esaltare il suo estro e le sue capacità recitative.

Giuseppe Tornatore

Donatella Finocchiaro

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onatella Finocchiaro è coprotagonista, insieme alla giovanissima Carla Marchese, de "I baci mai dati" di Roberta Torre. Perfettamente a suo agio nei panni vividi e kitsch di una casalinga di periferia, insoddisfatta della propria vita e non proprio esemplare figura materna, l’attrice catanese, scoperta proprio dalla Torre nel 2002, offre una interpretazione giocata costantemente sull’eccesso senza però trasformarsi mai in una banale ed inopportuna macchietta.

Pasquale Scimeca

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opo "Rosso Malpelo", Pasquale Scimeca torna a Verga fornendo una sua personalissima e contemporanea rilettura de "I Malavoglia". Improponibile ed inopportuno il confronto con il capolavoro di Luchino Visconti (La terra trema), ma il film di Scimeca interessa per l’attualizzazione della vicenda, con il giovane protagonista ‘Ntoni che alla fine sembra risollevare le sorti della famiglia grazie ad una melodia hip hop vagamente improbabile. Coraggioso il tentativo e più che soddisfacente l’esito.

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opo "Baarìa", Giuseppe Tornatore torna al Lido, fuori concorso, per rendere omaggio, con un bel documentario, a Goffredo Lombardo, produttore tra i più importanti ed illuminati della storia del cinema italiano, figlio di Gustavo Lombardo padre della storica Titanus. Tra immagini di repertorio e testimonianze, datate e non, il film rispolvera fasti antichi della nostra storia e nasconde quella leggera malinconia in cui Tornatore, da sempre, si sente a suo agio. balarm | magazine 2 7


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Miricano

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Un corto sulla vita del pugile palermitano Pino Leto

on è facile crescere negli anni ‘60 alla Vucciria, nel pieno centro storico di Palermo dove alle tracce sfarzose del passato si contrappone il degrado del presente. Non è facile soprattutto se si è l’ultimo di cinque figli, nati da una giovanissima coppia fuiuta che vive nella miseria. È la storia di Pino Leto, fatta di stenti e violenze fuori e dentro casa, comune a quella di tanti ragazzi difficili, ma con risvolti tanto significativi da diventare un film documentario. La pellicola, intitolata "Miricano, dalla strada al ring", diretta dal palermitano Gaetano Di Lorenzo e realizzata da Paolo Iraci con la produzione della Herman film, ripercorre le tappe più significative della vita del pugile palermitano Giuseppe Leto, conosciuto con il soprannome di miricano, per via dei tratti che ricordavano quelli degli attori d’oltreoceano. Con un’infanzia e un’adolescenza caratterizzate da violenza, povertà e delinquenza, il futuro sembra inevitabilmente segnato. Invece l’incontro tra Leto e il maestro Cardella, un tipo schivo che insegna boxe in una palestra, è per lui il momento del riscatto. Il pugilato si trasforma nell’unico obiettivo di questo giovane forte e caparbio che, nel giro di pochi anni, diventa uno dei migliori boxeur italiani affermandosi anche come Campione Europeo dei Pesi Superwelter. Eppure all’i2 8 balarm | magazine

nevitabile appuntamento col destino non si scappa nemmeno quando si è campioni. Un’intensa narrazione cinematografica che alterna immagini di repertorio della sua carriera sportiva, interviste recenti al pugile e ai suoi “ragazzi”, testimonianze di chi ha vissuto con lui gli anni del cambiamento e minuziose ricostruzioni grafiche: la storia del miricano, scritta da Guido Farinella e musicata da Giuseppe Milici (la fotografia a cura di Paolo Iraci, le riprese e il montaggio di Igor D'India), è approdata al grande schermo con il contributo di Ministero dell’Economia, Assessorato Beni Culturali e Turismo, Sport e Spettacolo Regione Siciliana, Sicilia Film Commission, MIBAC, Sensi Contemporanei. «L’intento - spiega il regista Gaetano Di Lorenzo - è dare un contributo alla lotta al bullismo e all’indifferenza e riqualificare il degrado culturale e sportivo dei quartieri a rischio partendo dai giovani e rendendoli protagonisti della propria vita». Viste le finalità sociali, il documentario, vincitore dell’Oscar dello sport, sarà proiettato in molte scuole e palestre dei quartieri più disagiati della città proprio per far sì che diventi una testimonianza tangibile di riscatto per altri giovani apparentemente segnati da un drammatico destino. Pino Leto, con la sua storia, dimostra che cambiare si può.

ph. Soraya Gullifa

[ di MANUELA PAGANO ]


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[ di SONIA PAPUZZA ]

UNA BAMBOLA E PER SEMPRE L'artista palermitana Elisa Gallea realizza interamente a mano bambole preziose e da collezione, confezionate con materiali e perizia d'alto livello, apprezzate specialmente in America e in Russia

ph. Alberto Romano

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i guardano con un'espressione severa, a volte magari più serena ma sempre seria, mentre stringono al petto la propria bambolina o uno specchio d'argento. Sono bellissime eppure inquietanti nel loro essere realistiche: le bambole di Elisa Gallea, trentenne artista palermitana, parteciperanno a ottobre, insieme a pochissimi altri prodotti italiani, a tre mostre internazionali, due a Mosca e una in Massachusetts. Quelle di Elisa, come avrete capito, non sono bambole comuni, di quelle che si trovano nei negozi di giocattoli e con cui le bambine possono giocare a fare la mamma cambiandone i vestiti ogni volta che ne hanno voglia: fatte interamente a mano, dalle fattezze fisiche ai vestiti, sono opere d'arte per collezionisti disposti a pagare anche diecimila euro per possederne una. Tutto è ricercato e della più alta qualità in questi lavori che arrivano fino a 80 cm d'altezza: il viso e le membra sono di una ceramica sintetica dipinta con colori alchilici, che riproducono fedelmente il colorito umano e non scoloriscono nel tempo; il busto è un'armatura ricoperta di stoffa; i capelli sono realizzati con parrucche di capelli veri

o di mohair, una fibra animale simile alla seta; gli occhi sono di vetro e provengono, come le parrucche, dalla Germania o dalla Svizzera; le scarpe sono rigorosamente in pelle made in Italy, comprate da un'azienda vicino ad Ascoli Piceno. Insomma, le bambole di Elisa sono opere d'arte da tutti i punti di vista. E dire che la sua attività è cominciata quasi per caso, con una collezione di bambole che oggi arriva a contare quasi 400 pezzi: «Ho sempre avuto la passione per le collezioni e per quelle di bambole in particolare racconta l'artista - a vent'anni ho cominciato a realizzare pupazzi in stoffa, poi ho scoperto il cernit (una porcellana sintetica, ndr) e mi sono lanciata. All'inizio ne venivano fuori solo dei mostriciattoli, ma poi, provando e riprovando, sono riuscita a dare ai miei lavori delle espressioni realistiche. Anche grazie all'aiuto di papà e mamma che mi hanno sempre appoggiato e ai consigli di mia madre che è insegnante di Arte e sa scoprire con un colpo d'occhio cosa non va in un viso o nelle altre parti del corpo». Sì, perché l'artista palermitana (www.elisagallea. com) non ha mai fatto studi artistici: è laureata in Scienze della comunicazione e l'unico libro sulle

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I soggetti raffigurati da Elisa sono per lo più bambine di 7-8 anni in abiti romantici e vestite a festa

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bambole che ha studiato è una pubblicazione sul cernit. Da cinque anni a questa parte poi la passione è diventata un lavoro a tempo pieno ed Elisa è riuscita ad aprire un laboratorio tutto suo a Palermo, dove il caos creativo lascia solo lo spazio necessario a fare sedere in bell'ordine le sue “Ooak”, acronimo che sta per “One of a kind”, cioè “pezzo unico”. I soggetti raffigurati da Elisa sono per lo più bambine di 7-8 anni in abiti romantici, vestite a festa, e pochi bebè. «Prima facevo più bebè, sono anche più facili, poi ho capito che le bambine mi davano più soddisfazione perché potevo giocare sulle espressioni, sui capelli e molto anche sui vestiti. Qualche bebè lo faccio ancora, ma solo su commissione. Molti mi dicono che le mie bambole sono tristi, ma non è così: sono riflessive, sognanti, con un'espressione ambigua che cambia a seconda dell'umore di chi le guarda». E chissà cosa vedrà uno spettatore negli occhi di Alice che stringe la chiave d'argento del Paese delle meraviglie o in quelli di una piccola Maria Antonietta seduta su un minuscolo trono di legno e velluto ros-

so. Le creazioni in pizzo Sangallo e crinoline sono apprezzate per lo più all'estero, dall'altra parte dell'oceano o in Russia, poco in Europa e ancora meno in Italia, dove gli artisti del genere si contano sulle dita di una mano. È infatti in America e nell'ex Paese sovietico che Elisa vende le proprie bambole e partecipa a mostre e fiere. «In Russia sono sempre accolta con grande affetto - dice - mi è capitato persino che qualcuno di commuovesse davanti alle bambole e mi dicesse che sembravano vere». Lì c'è ancora la cultura di questo tipo di creazioni, hanno riviste e pubblicazioni varie interamente dedicate all'argomento. In America invece la moda delle bambole è arrivata prima e sta passando per lasciare posto a quella dei bebè e delle bambole articolate, che cioè si possono muovere in modo da cambiarne la postura. Nonostante questo però è ancora un mercato abbastanza vivo in cui le gallerie organizzano diverse mostre di alto livello». Mostre a cui Elisa ha partecipato e a cui parteciperà anche quest'anno, a ottobre.


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PREMIO AGENORE FABBRI

[ di MARINA GIORDANO ]

In esclusiva a Palermo, a Palazzo Ziino, dall'8 ottobre al 28 novembre, l'unica tappa italiana della mostra "Posizioni attuali dell'arte italiana" che offre una visone sistematica degli artisti selezionati in gara per il Premio Agenore Fabbri 2010

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hi era Agenore Fabbri? È presto detto. Era uno scultore nato in provincia di Pistoia nel 1911 e morto a Savona nel 1998, autore di opere dagli accenti drammatici, venati di un esasperato espressionismo. Perché parliamo di lui? Perché alla sua memoria è dedicato un premio che, dal 2003, viene assegnato a un giovane artista italiano dalla Fondazione VAF, il cui fautore è il collezionista tedesco Volker W. Feierabend, grande appassionato di arte della nostra penisola. Al premio si accompagna una mostra, “Posizioni attuali dell’arte italiana”, che offre una visione sistematica delle opere degli artisti selezionati che gareggiano per il premio (un assegno di 20.000 euro). Quest’anno, per l’edizione 2009-2010, l’esposizione avrà come unica tappa italiana Palermo e come sede Palazzo Ziino, dopo essere stata allestita in primavera nel nord della Germania, presso la Stadtgalerie di Kiel.

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Quindici gli artisti partecipanti all’evento, visitabile dall’8 ottobre al 28 novembre e curato da Feierabend stesso e da Klaus Wolbert, presidente della Fondazione; tra loro anche tre siciliani: i palermitani Andrea Buglisi e Stefania Romano, pittore e fotografa, e il pittore e disegnatore di Gela Giovanni Iudice. La mostra offre un variegato spaccato dello scenario artistico italiano, promuovendone la conoscenza al di là dei confini nazionali. A un comitato scientifico e a una giuria di prestigio, nei mesi dedicati alla lunga gestazione di ogni edizione, spetta il compito di "battere" il territorio italiano recandosi negli studi degli artisti, parlando con loro, alla ricerca dei nomi da selezionare che corrispondano a quei parametri di attualità, originalità, particolarità, maturità formale che guidano l’operato della Fondazione. Per la mostra di quest’anno, così come per quella del 2007

(vinta dal pittore ragusano Francesco Lauretta), ho avuto il privilegio di seguire da vicino il comitato curatoriale organizzando un fitto calendario di incontri con artisti palermitani. Abbiamo visitato insieme decine di atelier e sono state sottoposte alla "delegazione tedesca" centinaia di opere, dal video alla pittura, dal disegno alla fotografia, dalla scultura all’installazione. Per ogni autore non è mai venuta meno la curiosità, la voglia di conoscere e di capire, fino alla selezione finale, che vedrà Romano, Buglisi e Iudice accanto a Gabriele Aruzzo (romano, vive a Pesaro), autore di pitture ad acrilico e smalto dai soggetti surreali e dai toni fumettistico-grotteschi, e alle installazioni di oggetti del quotidiano coperti da ragnatele di filo di Antonella Bersani, milanese, legate a tematiche relative al femminile e all’organico. Il trentino Stefano Cagol indaga sui rapporti tra politica-società-natura e cultura, attraverso un uso concettuale delle

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ph. Vincenzo Lauretta

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ph. Federico Maria Giammusso

ANDREA BUGLISI Dissacranti, spiazzanti, surreali, sardonici: i dipinti più recenti di Andrea Buglisi (Palermo, 1974), della serie Escatology, divertono e fanno pensare, due qualità raramente presenti nella pittura contemporanea, più tendente all’intimismo, alla mera cronaca o al totale disimpegno. Il titolo, che evoca l’escatologia, quell’insieme di concezioni filosofiche che s’interrogano sul destino ultimo dell’essere umano e dell’universo, attraverso un gioco linguistico, elemento spesso riscontrabile nelle opere di Buglisi, richiama anche la "scatola", vera protagonista dei dipinti di questa serie. Quest’oggetto misterioso che ha ormai invaso le nostre case, piene di packing package della miriade di cose, spesso anche inutili, che costellano la nostra quotidianità, sembra assumere nuova vita, svelarci il non-senso del mondo, spalancare nuovi mondi fatti di animali (topo in gabbia, lumache, formiche…), case, arti, teschi…Simboli ricorrenti nella vanitas antica si propongono spavaldi facendo da ironico contraltare alla presenza di un bambino che dialoga con loro, li sfida, li prende in giro, ne amplifica le caratteristiche, come un banditore, un imbonitore…forse il suo sguardo semplice può spiegarci queste strane presenze e dirci ancora una volta che il re è nudo. M.G.

ph. Jurij Gallegra

SOPRA DA SINISTRA - Escatologia, Andrea Buglisi; San Giuseppe #2, Stefania Romano. IN BASSO NELLA PAGINA A FIANCO - Strada di Palermo, Giovanni Iudice.

STEFANIA ROMANO Il "micromondo" poetico di Stefania Romano (Palermo, 1975) prende vita stavolta non con i suoi ben noti personaggi sognanti, equilibristi e Ofelie, Pierrot e Alici nel paese delle meraviglie, clown e spose, volti usciti da un racconto fantastico o da un dramma shakespeariano, ma attraverso un interessante slittamento retorico, quello della sineddoche. Offrendoci la parte per il tutto, Romano fotografa arnesi e macchinari da fabbro, ma poi ci rivela, dal titolo delle foto, che si tratta di un ritratto di San Giuseppe, così come fa per Sant’Omobono, commerciante in lana, di cui ci restituisce l’immagine attraverso gli attrezzi del suo mestiere. Come Van Gogh che dipinse la sua sedia e quella dell’amico Gauguin, proponendo un ritratto dell’assenza’, Romano fa parlare gli oggetti trasformandoli in presenze reali, palpitanti, misteriose, che come epifanie si fanno strada nel buio, sfumati come fantasmi, emozionanti come ricordi riemersi da un lontano passato, da una storia tramandata nella memoria collettiva, da una leggenda popolare. M.G.

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GIOVANNI IUDICE Un reportage dei nostri tempi trasfigurato attraverso il lirismo della pittura. Si può sintetizzare così il lavoro del pittore e disegnatore Giovanni Iudice, nato nel 1970 a Gela, dove vive e lavora. L’artista ha alle spalle una formazione da autodidatta; un talento naturale, dunque, guida la sua mano verso il virtuosismo del segno e del colore, da cui scaturiscono immagini caratterizzate da un’estrema somiglianza con la realtà, oli che sembrano fotografie o collage, pur con quella morbidezza di sfumature, di toni, luci e ombre dettate dall’impianto saldamente pittorico delle scene. Se una solarità calda sfuma un brano di tranche de vie di bagnanti sulla spiaggia, proiettandolo nella lontananza della memoria, del vissuto, del ricordo, appaiono, invece, in tutta la loro disarmante e bruciante chiarezza e verità quelle immagini di ordinaria crudeltà riguardanti gli sbarchi dei clandestini a Lampedusa, le carrette del mare e i gommoni brulicanti di corpi, gli sguardi disperati e smarriti, l’indifferenza dei natanti al mare, gli arresti della polizia. M.G.

immagini, delle scritte e del video, mentre Francesco Carone (Siena) contamina con la sua passione per la letteratura e la scienza la realizzazione di oggetti destituiti dalla loro funzione originale. Elisabeth Hölz (Merano) blocca nella fissità dell’immagine fotografica la caducità del tempo e il suo trascorrere silenzioso sulle cose e sullo spazio. Nelle opere di Hubert Kostner (Bressanone) è imprescindibile il riferimento al paesaggio, alla cultura e all’ambiente altoatesini, mentre nelle sue installazioni/performance e nei disegni Dacia Manto (Milano/Bologna) esprime la sua predilezione per le dottrine segrete dell’alchimia e per le pratiche esoteriche di una scienza prerazionale che si muove sulle tracce della vita (K. Wolbert, in Catalogo edizioni Silvana

Editoriale). Colpiscono i volti dipinti con virtuosismo iperrealista del pratese Andrea Martinelli, di cui ogni ruga sembra racchiudere un dramma, così come le fotografie e il video di un’identità smarrita, di un corpo metafora di un travaglio dell’anima di Fabrizio Sacchetti (Pescara). Spiazzanti le “sculture del futuribile” di Peter Senoner (Bolzano), esseri ibridi accompagnati da disegni e proiezioni video, così come le foto di Davide Tranchina (Bologna), disorientanti nella resa di scenari metropolitani, mentre il video di Devis Venturelli (faentino residente a Milano) rivisita con ironia cestini dei rifiuti e altri elementi di arredo urbano, con una riflessione dolce-amara sulla città contemporanea.

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No, Giuseppe Milici non può essere un suonatore di armonica, non ne rispetta affatto lo stereotipo. è giovane, aitante, occhi cerulei che esprimono serenità e certezza di percorso, per sapere l’ora non ha bisogno di guardare la posizione del sole ma solo di gettare uno sguardo ad una delle esclusive macchine del tempo di cui ama cingersi il polso (al momento un bellissimo Hamilton di foggia triangolare) e si sposta con una favolosa Jaguar XK8 cabrio (che ha da poco sostituito una Saab, sempre cabrio). Ecco, forse quella del viaggiare nel vento e a cielo aperto sembra giusto l’unica concessione ad un’immagine di vita libera, errante in spazi sconfinati e compatibile con lo stereotipo di suonatore di armonica. «Eppure, sono davvero un armonicista - ribatte Milici - ed anche se non ne posseggo i tratti esteriori o il sofferto vissuto esistenziale adoro il blues, quello semplice, povero e ruspante, quello di Sonny Terry e Brownie McGhee, ad esempio, o di James Cotton. E poi, a dirla tutta, nel mio intimo c’è grande propensione alla malinconia, alle note blu. Quando suono spesso mi capita di commuovermi e talvolta anche di piangere. Il blues è una condizione interiore nella quale può riconoscersi anche chi, come me, è nato a Palermo». Pian piano vengono fuori altri elementi che di questo musicista di successo, apprezzato a livello internazionale, mettono meglio a fuoco la sensibilità dell’artista e le incertezze dell’uomo. «Ad esempio

[ di GIGI RAZETE ]

UN'ARMONICA LIBERA

U

n suonatore di armonica non può che rimandare ad assolati campi di cotone, a vagabondaggi clandestini su vecchi carri ferroviari, a sperdute anse del Mississippi, a fuochi notturni che scaldano meno del brillio delle stelle, a incontri casuali con amici di un solo attimo, a occhi scuri come il buio della solitudine, a spalle curve di fatica ed a rughe macerate dal sudore e dalla nostalgia, a ricordi malinconici che evaporano in cieli troppo grandi.

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ph. Giuseppe Sinatra / Erika Venturella

Tutto il talento di Giuseppe Milici, musicista a tutto tondo, diviso tra jazz e blues. Il suo nuovo disco è un tributo a Michael Jackson

«Quando suono mi capita di commuovermi e talvolta anche di piangere. Il blues è una condizione interiore nella quale può riconoscersi anche chi è nato a Palermo» - prosegue Milici - potrà sembrare strano per uno che da oltre un quarto di secolo si esibisce in pubblico ma sono molto timido, davvero. Da ragazzo lo ero in modo esagerato, al punto che ho cominciato a frequentare lo psicologo ad appena dieci anni e tuttora vi ricorro spesso. Forse per questo adoro Woody Allen. Per scaricare la tensione della timidezza ho trovato un'ottima valvola di sfogo nel pugilato che pratico regolarmente. Però non sono affatto un violento, anzi». Gli crediamo senz’altro, sia perché la boxe rientra nello stereotipo del bluesman (come Champion Jack Dupree)

sia perché il tratto personale di questo giovanotto prossimo ai 46 anni è gentile, raffinato e seducente come il suono della sua armonica. «Il mio primo strumento è stato l’armonica diatonica, cioè quella blues; poi, quando ho scoperto il jazz, sono passato alla cromatica. Conoscevo già il jazz ma a indurmi a suonarlo è stata la folgorazione per Toots Thielemans, il più grande armonicista che il jazz abbia mai avuto. Due suoi dischi sono stati fondamentali: "harmonica jazz", che mi ha rivelato la possibilità di fare jazz con questo strumento povero, e "Slow motion", che ha rimosso

Giuseppe Milici Quartet Michael Jackson jazz tribute Autoprodotto, 2010 Quello di Milici per Michael Jackson è amore tutt’altro che recente o, peggio, ruffiano, come i troppi omaggi fioriti dopo la sua scomparsa. «Da sempre la sua musica - conferma Milici - è una delle mie passioni e penso che negli anni Ottanta Jackson abbia rappresentato un discrimine fondamentale sia nella musica che nel ballo». L’armonicista traduce in jazz il pop purissimo di Jacko con freschezza d’ispirazione e grande raffinatezza melodica e ciò traspare fin dal bel disegno di copertina eseguito tempo fa da Giuseppe Mazzola, designer e fotografo che ha lavorato per l’unico fan club ufficiale di Jackson il quale, vedendo il ritratto, ebbe ad esclamare “hai fatto la Gioconda”. Fondamentale il sostegno degli eccellenti compagni: Mauro Schiavone, tastiere, Igor Ciotta, basso, Giuseppe Madonia, batteria e dal vivo con la danze di Elisa Parrinello (Nella foto in alto). balarm | magazine 3 9


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«Milici ha il giusto feeling e dimostra di aver capito tutto in fatto di jazz» Martial Solal

ogni mia esitazione sul voler fare della musica la mia professione». Proprio col grande musicista belga Milici ha avuto la possibilità di suonare assieme nel 1997, ricevendone ampi elogi. Consenso prestigioso che si unisce a quello espresso in precedenza dal celebre pianista francese Martial Solal: «Milici ha il giusto feeling e dimostra di aver capito tutto in fatto di jazz». Dopo blues e jazz, era inevitabile che il talento di Milici, musicista a tutto tondo, finisse per essere apprezzato anche in altri ambiti, come pop, classica, canzone d’autore e colonne sonore per piccolo e grande schermo. La sua armonica è stata a fianco di Gino Paoli, Gianni Morandi, Gigi D’Alessio, Dirotta su Cuba ed ha commentato film come "Il Mago", con Anthony Quinn, "Vaniglia e Cioccolato", con Maria Grazia Cucinotta, e serial televisivi come "Avvocato Porta", con Gigi Proietti. Di segno contrastante i ricordi legati alle nove puntate della popolare trasmissione televisiva “Serata d’onore” (1989) con Pippo Baudo. «Quella occasione mi ha regalato la notorietà e mi ha cambiato la vita. Però, ho ancora vivo il terrore che mi prese alle prove nella mitica “sala B” di via Asiago, al cospetto di una così grande orchestra: all’attacco rimasi muto per tre volte di seguito. Poi, in onda dal Teatro Verdi di Montecatini, per fortuna mi sbloccai ma quella paura, la stessa di quando prendo l’aereo (e che ho vinto grazie ad un corso speciale presso una Usl di Palermo), me la ricordo ancora». Ed è proprio con Pippo Baudo, suo grande estimatore, che Milici torna in tv, ospite delle puntate di "Novecento" in onda su Rai Tre ogni lunedì alle 21 fino alla fine di ottobre.

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Il nuovo disco della band siciliana vede la partecipazione di Angela Baraldi, attrice protagonista di “Quo vadis, baby?” di Gabriele Salvatores

MA RLO WE

FIU ME DIN ISI

Marlowe

Q

uattro anni di apparente silenzio artistico sono più che sufficienti per tracciare traiettorie, raccontare storie, consolidare il proprio percorso. E scoprire che c'è ancora voglia di cambiare le regole del gioco. «In effetti è passato tanto tempo dall'uscita di “Mai perdonati” - racconta Salvo Ladduca, cantante e chitarrista dei Marlowe ma non vuol dire che dal 2006 a oggi siamo stati fermi. Avevamo pronto un album che aveva più o meno lo stesso stile dei precedenti. Solo che nel frattempo siamo cambiati. Abbiamo ascoltato tantissima musica. I Marlowe sono altre persone». Così ecco “Fiumedinisi”, in uscita per la Seahorse Recordings. Un lavoro fatto di atmosfere sature e decadenti, che riconsegna alla Sicilia e all'Italia indipendente una band rinnovata. La canzone che ha anticipato l'uscita del disco, “Dei tuoi miracoli”, è il biglietto da visita scelto dal quartetto come grimaldello per scardinare i “vecchi” Marlowe e creare quelli nuovi. «Il cd si muove tra shoegaze e new wave - spiega Ladduca - ricollegandosi un po' alla scena svedese, Fever Ray in primis. Tutto questo è figlio del diverso approccio in sala prove. Prima ero io a portare i brani al resto della band. Questa volta invece la composizione è stata corale». Ad ac4 2 balarm | magazine

compagnare i Marlowe in sala prove è stato Paolo Messere dei Blessed Child Opera, in passato membro degli Ulan Bator. «All'inizio dovevamo registrare ad Arezzo - dice Ladduca - poi Paolo venne in Sicilia per occuparsi del mixaggio di un gruppo di Messina. Così siamo andati a Fiumedinisi, un paese fuori dal mondo, isolato, silenzioso. Un luogo magico che ci ha dato l'ispirazione per il titolo dell'album». Questo quarto cd dei Marlowe, che è stato masterizzato a Chicago da Carl Saff (già con Blake e/e/e, Bonnie Prince Billy, Xiu Xiu e tanti altri), vede la partecipazione di Angela Baraldi, attrice già vista in “Quo vadis, baby?” di Gabriele Salvatores. «Ad Angela era piaciuto “Mai perdonati”, che aveva ascoltato grazie a un amico in comune. Così l'abbiamo contattata ed è nata questa collaborazione per il brano “In fondo alla gola”. Ne è uscito un bel duetto». Qualche tempo fa, durante le registrazioni del disco, i Marlowe (www.myspace.com/marloweband) hanno pubblicato su YouTube una cover di “Senza fine” di Gino Paoli. La band ha stravolto note e arrangiamento della canzone, donandole una sbalorditiva - e bellissima - prospettiva dream pop. «Alla fine è venuto fuori un pezzo nostro però col testo di “Senza fine”», racconta sorridendo Ladduca. Non poteva esserci omaggio migliore.

ph. Valentina Capitano

[ di MANFREDI LAMARTINA ]


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PROVINCIA IN FESTA:

TUTTO ESAURITO Chiusa la XIII edizione della rassegna: nata all'insegna della sobrietà, anche quest'anno non ha tradito le attese

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re rassegne musicali, quattro mostre, una sfilata di moda, un corteo storico, visite nelle riserve naturali, spettacoli negli 82 comuni della Provincia; la tredicesima edizione di “Provincia in Festa” si chiude, portandosi dietro un mese di appuntamenti, dal 6 agosto al 5 settembre, per un pubblico di tutte le età. Nata all’insegna della sobrietà, la rassegna non ha tradito le attese ed ha allietato l’estate dei tanti palermitani rimasti in città. «I numeri finali e la grande partecipazione di pubblico – dice Giovanni Avanti, Presidente della Provincia Regionale di Palermo – confermano che Provincia in Festa è diventata un appuntamento importante per la gente e per il territorio, grazie ad una cartellone eterogeneo che unisce la cultura, l’arte, l’intrattenimento popolare e la musica. Il Corteo storico degli 82 comuni lungo una via Libertà gremita, ha rappresentato la sintesi perfetta del progetto ormai annuale, che si è confermato come un momento di aggregazione e un’oc4 4 balarm | magazine

SOPRA DA SINISTRA - Il Corteo storico lungo via Libertà; La manifestazione "Provincia in Moda" ai giardini della Zisa.

IN ALTO - Il Presidente della Provincia Giovanni Avanti consegna la benemerenza civica a Giuseppe Ayala. SOTTO - Uno scorcio della mostra presso Palazzo Sant'Elia "Fab Five - Vintage e design" curata da Ninni Arcuri.

casione di crescita sociale ed economica». Se il Corteo storico, con i suoi 21 Comuni coinvolti in una parata di personaggi, artisti di strada e musicisti, ha rappresentato un bagno di folla, la comicità di Nino Frassica con i Los Plaggers ha aperto la rassegna, e grande successo per la mostra “Fab Five – Vintage e design”, curata da Ninni Arcuri al terzo piano di Palazzo Sant’Elia. Il viaggio nella “vita” di oggetti datati dai ‘60 al 2000, ha registrato una media di 150 visitatori giornalieri, per un totale di 20.000 visitatori, che hanno potuto curiosare tra i circa 4000 pezzi dell’esposizione. Ma Palazzo Sant’Elia ci ha regalato anche la mostra storico documentaria “Unum – 150 anni d’Italia” a ricordo del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, impreziosita dai documenti della collezione privata di Guglielmo Moncada di Monforte, e come non ricordare l’esposizione “Passaggio” di Piero Maniscalco al Loggiato San Bartolomeo e la personale di Elide Triolo a palazzo Jung. Tra le protagoniste dell’iniziativa, le tre rassegne musicali hanno registrato il tutto esaurito, consentendo un’ampia scelta; dal jazz nel giardino di palazzo Jung a cura di Lino Pellerito con interpreti di primo piano e con il concerto del trio Gomez-Bonafede-Hart, momento clou, alla rassegna di musica classica nell’atrio di palazzo S.Elia,

a “Xona Tech”, la manifestazione di musica elettronica che ha radunato a piazza Spinuzza i migliori esponenti del genere. La moda è tornata nello scenario dei giardini della Zisa con “Provincia in moda” dedicata agli stilisti palermitani e alle nuove collezioni della stagione autunno-inverno 2010/2011. Dalla moda alla legalità, la “Carovana dei diritti e della legalità”, voluta dal vice Presidente Pietro Alongi, che ha interessato Palermo in due occasioni: l’intitolazione della sala mostre di palazzo Jung a Paolo Borsellino e l’inaugurazione di un immobile confiscato alla mafia in via Principe di Belmonte destinato ad ospitare iniziative contro il racket e l’usura. Tra gli appuntamenti istituzionali, il 2 settembre, giorno del 149° anniversario dell’istituzione della Provincia, è stato dedicato all’assegnazione delle benemerenze civiche nel giardino di palazzo Jung; molti i premiati, dal magistrato Giuseppe Ayala, a Giovanni Tedesco bandiera della formazione rosanero, a Claudio Lo Cascio, a Luigi Tripisciano, e alla memoria dei giornalisti Bent Parodi e Gregorio Napoli, dell’avvocato Vincenzo Fragalà, del vicequestore Mario Bignone, capo degli agenti della squadra catturandi della Questura, e dello studioso e critico d’arte Francesco Carbone. balarm | magazine 4 5


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b_ libri «Da una borgata così non te lo aspetti proprio. Mondello è la Copacabana dei palermitani dove tutto sembra dolce e morbido: le colline, i promontori, i giardini, la spiaggia, i culi che l'affollano per non meno di sei mesi l'anno»

[ di ADRIANA FALSONE ]

BILLITTERI: LE PAROLE IN "BLUES" Investigazioni sullo sfondo di una magnifica Mondello: l'apprezzato giornalista e scrittore torna in libreria con il terzo giallo della serie F.B.A.I.

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ph. Alberto Romano

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’è l’ “Homo Panormitanus. Cronaca di un'estinzione impossibile”, un po’ orso nei rapporti e bizzarro nelle sue manifestazioni di affetto, e c’è la “Femina Panormitana” e la sua arte del matriarcato occulto, una donna che a dispetto dell’aria fintamente casalinga, ha sempre il polso della situazione e, su tutto, il controllo del marito. Poi ancora c’è un detective che con la sua Franco Butera Amato Investigazioni, l’agenzia F.B.A.I., è pronto a risolvere i casi più improbabili, senza morti ammazzati o delitti di mafia. La girandola di personaggi, nei libri di Billitteri, è molteplice e diversa. Adesso, il giornalista torna in libreria con “Valdesi Blues”, edito da Vittorietti, terzo giallo della serie F.B.A.I., e il suo investigatore questa volta è alle prese con una banda che gestisce traffici di droga, rischiando di far chiudere il lido mondellano Valdesi Blues. Coadiuvato dai suoi soliti aiutanti, la segretaria Giusy e l'astuto Maometto, Butera Amato trascinerà il lettore. «Questa saga nasce per raccontare la storia di un cittadino come tanti, un ex poliziotto, che a un certo punto decide di mettersi in proprio e risolvere i piccoli misteri di ogni gior-

no - racconta Billitteri - Poi certamente racconto la città. I miei libri sono ambientati a Palermo, parlano di Palermo e sono scritti esattamente come parlerebbe un palermitano: in italiano nelle parti senza virgolette, in palermitano tra le virgolette. Ma attenzione, non è certo il siciliano di Camilleri. E’ quel dialetto che usa anche il palermitano colto che, magari, rispondendo al citofono, dice “scendo subito” oppure parla di “tovaglia” intendendo, invece, un “asciugamano”». Nei libri di Billitteri ampio spazio alle descrizioni, ovviamente, della città, che non è più “una cartolina di carta”: «Da una borgata così non te lo aspetti proprio. Mondello è la Copacabana dei palermitani dove tutto sembra dolce e morbido: le colline, i promontori, i giardini, la spiaggia, i culi che l'affollano per non meno di sei mesi l'anno. "Accattativi u spincionello, ciambelle". "Acqua, birra, cocacuela". "Coccobello". "Acqua minerale, birra agghiacciata". Storico abbannio da litorale che paga il dazio delle modernità coi coreani che girano proponendo massaggi o tatuaggi. La conca del golfo va dal curvone dell'Addaura fino alla Torre, un promontorio appena sopra il pelo dell'acqua che fa da separé tra la spiaggia e un altro piccolo golfo

scosceso che si ferma sotto gli strapiombi di Capo Gallo. Come se quelle insenature scogliose ci tenessero a separarsi da quella spiaggia vanitosa, orgogliosi della propria asperità. La conca è come la mano di un cercatore del Klondike che ha trovato un mucchio di polvere d'oro e, tra la polvere, pure una pepita, lo Stabilimento (…) Trionfo del Liberty, ex sede del Charleston, che fu il ristorante dei ricchi. E c'è il paese che pare un gregge di pecore che stanno tutte ammassate l'una a l'altra governate dal cane di mannara e si inerpicano su per le collinette a cercare erba. Sul porticciolo ci sono i vicoli delle case povere, quelle che, chissà quando, furono case di pescatori. Ma su per le collinette, a brucare l'erba più grassa, ci sono le ville dei ricchi, quelle che, malgrado l'età hanno pudore a mostrarsi e si ammantano di rampicanti: bouganville, gelsomini». Palermo, con le sue storture e incon-

gruenze, sembra comunque il luogo adatto per creare storie e immagini e diventa il pretesto per raccontare ciò che non va. «Pizzo Sella è una montagna con la faccia tagliata e nella ferita ci hanno messo una poco di case che sembrano tanti babbaluci che si arrampicano sopra le balate - racconta Billitteri - Babbaluci abusivi, case tirate su dalla sera alla mattina, grande vista su Palermo con Montepellegrino a mano manca e Monte Cuccio a mano dritta. Una montagna piena di case. Una montagna piena di carte. Bollate. Sequestri, confische, puntunieri, carabinieri, finanzieri». Billitteri, 59 anni il 9 dicembre, ha iniziato a lavorare a L’Ora nel 1970. Poi è approdato al Giornale di Sicilia nel 1979 dove adesso ricopre il ruolo di capo servizio “Fatti e notizie”: «Ovviamente è un tipo di scrittura totalmente diversa, ma ho iniziato a scrivere perché sentivo la necessità di farlo».

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b_ libri

b_ libri

Scripta manent [ a cura di ADRIANA FALSONE ]

Daniele Billitteri VALDESI BLUES 312 pagg / 15 € Pietro Vittorietti Edizioni La serata è magnifica e riempie tutti i viali disponibili: quelli di Mondello, quelli della Favorita, la galleria lunga della Panoramica di Montepellegrino e le cabine della Italo-Belga. L'aria è profumata. Un cocktail dal misterioso equilibrio fatto dell'aspro di oleandro, di un'aggiunta di resina di pino, di un po' di bouganville. Il tutto con uno spruzzo di salsedine. Il mare è calmo e la risacca quasi del tutto inesistente. Non c'è la luna e in lontananza si vede il gran pavese delle barchette uscite a totani con la lampara e il "traditore", l'amo a grappolo che si usa per pescarli. A mezzanotte il Valdesi Blues è stracolmo. Decine di ragazzi si muovono sulla spiaggia mentre DJ Fantastic, al centro del gazebo, manovra i tasti del Juke Box che è tale solo all'esterno ma che in realtà è un'aggiornatissima consolle da discoteca. (...)

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Matteo Collura IL GIOCO DELLE PARTI 354 pagg / 16,80 € Longanesi

Giuseppe Bonaviri L’ENORME TEMPO 212 pagg / 12 € Sellerio

Pippo Russo SICULOSPIRINA 192 pagg / 12 € Dario Flaccovio

G. Porcasi e S. Vitale LA GENTE, LA TERRA, LA STORIA 168 pagg / 25 € P. Vittorietti Edizioni

Jole Calapso LA VEGLIA 100 pagg / 9 € Sellerio

Piero Macaluso IL MIO NOME È CARDUCCI E LAVORAVO IN FIAT 48 pagg / 4,90 € Edizioni La Zisa

Come riporta il sottotitolo, è la “Vita straordinaria di Luigi Pirandello”, la biografia del contraddittorio drammaturgo. Il giornalista del Corriere della sera e scrittore di origini agrigentine, Matteo Collura, traccia un profilo di Pirandello raccontando, in particolare, le conseguenze dell’incontro con Marta Abba sulla produzione teatrale pirandelliana. Matteo Collura, autore della biografia di Sciascia “Il maestro di Regalpetra”, ambienta la storia del grande scrittore in una Sicilia a metà tra Medioevo e Far West. Poi ancora l’epoca del fascismo e il suo controverso rapporto con Pirandello, la vera storia del rapporto con la moglie pazza e con i figli. Le opere di Pirandello sono spiegate, passo passo, dal racconto della stessa vita dell'autore, ma anche nella loro grande attualità.

Il suo primo libro, “Il sarto della strada lunga” piacque così tanto a Vittorini, che lo pubblicò nei “Gettoni”. Adesso, Sellerio pubblica “L’enorme tempo”, dello scrittore scomparso ormai un anno fa, Giuseppe Bonaviri. Questo romanzo - diario racconta gli anni dell’apprendistato medico dello scrittore a Mineo, suo paese natale, offrendo un ritratto impietoso della Sicilia del 1950, in cui la denutrizione è la malattia dominante. In Sicilia, infatti, si muore ancora per miseria, per le acque infette, per l’assenza di farmaci, per le epidemie favorite dalla promiscuità tra uomini e bestie. Diventato ufficiale sanitario, cerca così di battersi contro l’arretratezza per rendere l’acqua potabile, per la raccolta dell’immondizia, la vaccinazione dei bambini. Ma, ormai, sembra troppo tardi: il paese si va svuotando e l’emigrazione è “come un fiume dalle sorgenti inesauribili”.

In “Quarantacinque compresse di purissimo siciliano”, Pippo Russo spiega alcune espressioni tipiche del dialetto siciliano. Ironico e pungente, nella sua trattazione non tralascia i costumi e le tradizioni legate alle origini dei detti più bizzarri. In pochi, infatti, conoscono l’espressione “comprare un bambino” per non parlare di tutte le diverse sfumature di “duci” e “salìto”, dall’uso del verbo “canziàrsi” al termine “facciòlu”: tutte espressioni che, in fondo, non hanno corrispettivi in nessun'altra lingua. Il libro “Siculospirina” diventa una gustosa scusa per parlare anche di attualità, parlando del passato e spiegando il perché si è arrivati ai giorni nostri. La maggior parte dei testi, apparsi sul quotidiano “La Repubblica Palermo”, sono scritti umoristici, legati alle parole e alle espressioni siciliane, non solo palermitane, più diffuse o curiose.

Un catalogo delle opere del pittore siciliano Gaetano Porcasi, una guida del Museo della Legalità che la città di Corleone ha recentemente inaugurato nella casa che fu il covo del boss Provenzano. Porcasi racconta la Sicilia in tutti i suoi molteplici risvolti di luci, ombre, colori, visi, case, vegetazione, reperti storici. Al fianco delle pitture, la parte storica-editoriale è curata dal professore Salvo Vitale con alcuni interventi dello storico Carlo Marino. Sfogliando il libro troviamo I colori della terra in cui siamo nati, le espressioni dei volti, il percorso tortuoso di quanto è accaduto, sono la nostra unità di misura rispetto a ciò che è esterno, sono una parte integrante del nostro essere, il patrimonio che ci accompagna attraverso il tempo della nostra storia, la vegetazione della nostra complessa e intricata foresta della memoria.

La giornalista Jole Calapso ha pubblicato diversi libri incentrati su figure femminili, colte in momenti di debolezza, spiate con lucidità. Nel racconto il “Viaggio” descrive il senso di disagio e inadeguatezza provato da due coppie che si ritrovano a Tunisi non riuscendo a interpretare e decifrare un paese diverso. In “Clelia” la decadenza del corpo e l’incalzare degli anni si mescolano alle perplessità su un rapporto di coppia che nasconde qualcosa mentre in “Follia” la persecuzione assume la forma di un sussurro. In “Giulia”, il racconto più dichiaratamente autobiografico, quattro amiche dagli anni del liceo si ritrovano a parlare di laicità, libertà e scelte della vita. Infine, ne “La veglia” il momento del commiato e del lutto diventa l’occasione per riflettere sui rapporti di famiglia, luogo del conflitto e della passione.

“Ma che vuol dire diritto al lavoro?” si chiede Carducci ad un’assemblea in cui si denunciano le nuove forme di sfruttamento operaio legate alla progressiva macchinizzazione del processo produttivo? Prova a spiegarlo Piero Macaluso, attore, regista e autore di teatro originario di Termini Imerese. Nonostante i moderni metodi di produzione - si legge nella postfazione - abbiano reso possibile la pace e la sicurezza per tutti, noi abbiamo preferito continuare a far lavorare le persone allo stesso modo, continuando a sprecare tanta energia quanta ne era necessaria prima dei progressi tecnologici. In questo modo abbiamo creato una situazione per cui chi lavora continua a lavorare troppo, mentre troppe persone non conoscono altro che il precariato e la disoccupazione.

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b_ danza

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«So bene che la scuola è considerata rigida ma solo con il rigore si salvaguarda l’allievo e si assicura un lavoro tecnico corretto, fisico e mentale, che lo contraddistinguerà nella vita»

[ di CRISTINA LONGO ]

UNA VITA A PASSO DI DANZA L'Associazione Danza diretta dalla Maestra Candida Amato è un connubio perfetto tra professionalità, rigore, disciplina e interesse per tutto ciò che nella danza rappresenta la novità

IN ALTO DA SINISTRA - Vittoria Valerio ballerina all'Opera di Vienna, diplomanda 2006, e Gaetano La Mantia del Teatro Massimo di Palermo, ex-allievo; la Maestra Candida Amato durante una lezione con l'allieva Elisabetta Di Chiara. NELLA PAGINA A FIANCO IN ALTO - Allieve della Scuola durante il saggio "Paquita", 2008. SOTTO - Marta Giaimi, ottavo corso e solista della Scuola.

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ph. Fulco Studio Fotografico

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’è una storia illustrata sulle pareti dei locali della scuola “Aurino & Beltrame” oggi “Associazione Danza”, in via Torricelli 20/26 a Palermo (telefono 091.6811371), che dal salotto all’entrata conduce alle sale spaziose, vere e proprie classi di studio. Affiche di teatro, premi e fotografie si soffermano sui volti dei danzatori dalle belle linee e raccontano tutta la forza del repertorio classico, insieme alle storie dei diretti protagonisti. Tanti i giovani danzatori passati da qui e oggi promesse della danza classica, da Francesca Bellone e Pietro Chiappara del Teatro Massimo, a Guido Badalamenti e Pamela Monreale della Compagnia Rotterdam, a Giulia D’Antoni e Vittoria Valerio, quest'ultima prima ballerina all’Opera di Vienna, tutti formati da una maestra d’eccezione, Candida Amato, direttrice e immagine perfetta della scuola così appassionata, energica, rigorosa. Era il 1973 quando Ermanno Aurino e Jacques Beltrame, primi

ballerini del Teatro Massimo di Palermo, la fondarono ed era già avviata quando la affidarono all'attuale direttrice nel 2001. «La scuola segue ancora l’impostazione dei miei maestri - dice Candida - e per me è un segno di rispetto. In essa confluisce anche il mio bagaglio di esperienze, davvero tante». Candida Amato è direttrice, maestra, coreografa e ballerina specializzatasi all’Accademia Vaganova di San Pietroburgo e alla Scala di Milano; ha lavorato come prima ballerina nei maggiori teatri nazionali, dal Bellini di Catania all'Arena di Verona, è stata ospite di diversi Galà in Italia e, non ultimo, ha fondato la sua compagnia di danza contemporanea. Lezioni a porte chiuse, classi piccole di 18 allievi, borse di studio, è così che “Associazione danza” affronta l’insegnamento in maniera professionale e segue la struttura delle grandi accademie con un programma di studio completo dal 1° all’8° livello di corso, che si conclude con il rilascio di un attestato accettato come documento valido in tutti i teatri. Dai 18 anni gli allievi accedono al 9° livello di perfezionamento e i più meritevoli vengono selezionati per partecipare ai concorsi e alle audizioni o indirizzati i verso i grandi teatri e le compagnie europee. L’insegnamento del balletto classico, metodo “Vaganova” di San Pietroburgo , è la grande bandiera della scuola, ma “Associazione Danza” si identifica anche col balletto contemporaneo, che gli

allievi studiano a partire dai 13 anni insieme alla “danza di carattere”, e affiancano al repertorio classico, al pas a deux, alle lezioni di tecnica maschile, per i soli uomini, o ai programmi appositi di preparazione per le audizioni e gli esami di accesso nelle accademie. Nelle scuola, crescere professionalmente è sapersi esibire nei saggi di fine anno in presenza di giudici esterni e invitati ad esprimere il loro giudizio o in occasione degli stage, tenuti da professionisti per portare in sala il confronto con altre metodologie. Un'atmosfera, questa, di grande apertura, ma anche di rigore professionale: «so bene che la scuola è considerata rigida - conclude Candida - ma solo con il rigore si salvaguarda l’allievo e si assicura un lavoro tecnico corretto, fisico e mentale, che lo contraddistinguerà nella vita». Candida Amato è il volto della scuola e un punto di riferimento per gli allievi, ma la continuità con quel passato importante si avverte nella presenza costante dei fondatori, coinvolti nelle attività. È lei però a curare ogni cosa nei minimi dettagli, dalla scelta dei maestri, alla messa a punto delle produzioni; pone particolare attenzione agli aspetti tecnici come ha cura dei suoi allievi, di cui alimenta la passione, mentre insegna lo spirito di sacrificio e la disciplina. Intanto raccoglie le soddisfazioni di vederli danzare nei più grandi teatri. Sito internet della scuola: www.assodanzacandidaamato.it balarm | magazine 5 1


b_ reunion [ di LAURA NOBILE ]

Ritorna sulle scene, con una nuova formazione, lo storico gruppo di "teatro politico" fondato negli anni '60 da Salvo Licata

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el ’66 e per circa un decennio segnò il debutto di un nuovo “teatro-giornale”, un cabaret politico che raccontava conflitti, speranze e contraddizioni di Palermo.Tra il sacco edilizio e il profumo di zagara a pochi passi dal mare, tra bellezza e vergogna di una città già sfregiata dalla mafia degli appalti . Erano i “Travaglini”, l’esperimento di teatro politico, nato in una cantina umida di via XX Settembre, 40 grazie all’intuizione del giornalista e drammaturgo Salvo Licata, che mise insieme le energie di Antonio Marsala, Luan Rexha, Pietro Petrucci e poi via via chiamò gli attori che caratterizzarono quell’esperienza: Giorgio Li Bassi, innanzitutto, che avrebbe indossato la casacca di Peppe Schiera cucitagli addosso da Licata e non l’avrebbe più tolta. E poi Luisa Fornaciari, Enzo Fontana, Piergiorgio Siino, Ginni Albeggiani, Elsa Di Girolamo- tutti protagonisti del primo spettacolo del ‘67, “Il contauno”- fino a Gigi Burruano, che cominciò a frequentare i Travaglini a 17 anni. Le musiche, invece, erano scritte ed eseguite da Ignazio Garsia. «Nel seminterrato di quel palazzo liberty, nell’inverno del ’66, nacque il primo cabaret paler-

SALVO PIPARO Per Salvo Piparo, che adesso raccoglie l’eredità di Giorgio Li Bassi e del “suo” Peppe Schiera, l’investitura da parte dei Travaglini rappresenta «una grande responsabilità, perché sono cresciuto col teatro di Licata, Li Bassi e Burruano e devo loro un grande rispetto». «Con Giorgio c’era un rapporto strano - racconta l’attore - io lo “corteggiavo” continuamente, chiedendogli di insegnarmi i segreti di quelle strofanelle sgangherate del poeta antifascista e lui mi mandava a quel paese, e rispondeva:‘U viri tu, sì un curnutu, ti metti a chiuviddu…Insomma, sembrava la sciarra di due pagliacci, fino a quando Costanza, a maggio, mi chiese di provare a recitarle per l’omaggio a suo padre in scena al Biondo. Ma io non mi sentivo all’altezza: in quell’occasione fu Giacomo Civiletti a spingermi ad andare in scena». Ora però, che anche Antonio Marsala l’ha voluto per i Travaglini, la soddisfazione è grande: «Ma sia chiaro. Io sarò sempre il “secondo” Peppe Schiera, a inventarlo è stato Giorgio. E così, ogni volta che lo recito, alla fine dello spettacolo guardo in cielo e dico: Giorgio, chi dici, 'u fici buono?».

ph. Alberto Romano

LA RINASCITA DEI TRAVAGLINI

mitano- scriveva Salvo Licata nell’introduzione al volume “Teatro popolare a Palermo”, curato da Alessandro Guardione- Questa sorta di maniera “palermitana” di far ridere, di inventare nuovi comici nacque lì. Il primo in assoluto fu Li Bassi a cui affidai “il tipo” di Giuseppe Schiera…». Quel teatro malinconico e dissacrante al tempo stesso, figlio di un’epoca ben precisa, da qualche mese è tornato in scena a Palermo, perché Antonio Marsala, il figlio Giuseppe e Costanza Licata, la figlia cantante del giornalista scomparso nel 2000, hanno deciso di riprendere parole e musica, frammenti di spettacoli, reading e ballate dei Travaglini per il nuovo spettacolo che si chiama appunto “Al tempo dei Travaglini, pezzi, ballate e altro da un teatro politico”. E le canzoni dei Travaglini diventeranno anche un disco, che è già in cantiere. La nuova formazione completa prevede la presenza di Salvo Piparo che ha ripreso alla sua maniera la maschera di Peppe Schiera, mentre Marcello Alaimo all’organetto e Marcello Mandreucci (voce e chitarra) eseguono le musiche di Garsia, Norino Buogo e Massimo Melodia. A custodire la memoria storica di quel pezzo di teatro palermitano è l’architetto Antonio Marsala, che per 13 anni ha scritto i testi con Licata,per 3 anni ha firmato con lui le regie, e poi ha continuato da solo per altri dieci anni l’esperienza

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b_ reunion

dei Travaglini. «Allora l’occasione di un pezzo di teatro veniva spesso dalla cronaca che Salvo seguiva per “L’Ora- racconta Antonio, che per il nuovo progetto è tornato ancora una volta alla scrittura dei testi – poi il punto di vista si modificava, diventava fortemente critico, comico o sarcastico. E gli argomenti erano quelli delle storie e del costume cittadini, in cui magari personaggi “scudocrociati” venivano messi alla berlina, ma erano tratti anche dalla cronaca nazionale di giornata, con Fanfani, Kennedy e Kruscev, oppure le mode, la dieta, il caro-vita. Salvo però lasciò verso il Settanta, convinto che questo nostro cabaret era un teatro borghese, io invece andai avanti fino agli inizi degli anni Ottanta, l’ultimo spettacolo fu “Grazie Mille” e prendeva in giro l’intera impresa garibaldina». Costanza Licata racconta invece che i nuovi Travaglini le hanno dato l’opportunità di conoscere quella parte preziosa del repertorio del padre, di cui aveva perso le tracce. «Alla morte di mio padre cercai quei testi ma nulla, aveva lasciato tutto in ordine ma quella parte dei suoi scritti non esisteva più. C’erano solo i ricordi di mia madre e Francesco La Licata, al quale chiedevo di cantarmi quelle canzoni che mio padre in scena eseguiva

con la chitarra. Poi il primo marzo di quest’anno Antonio e Giuseppe mi hanno invitato a eseguire “Suk el balarà”, in occasione dell’omaggio a Nisticò allo Steri. Così ho riascoltato per la prima volta quelle canzoni, e adesso le riportiamo in scena, cantate e recitate da me». Giuseppe Marsala, l’altro “figlio d’arte”, adesso si occupa della scrittura scenica, e sottolinea che «il nuovo progetto nasce dal desiderio comune di recuperare il materiale di quel teatro povero ed essenziale, ma ancora efficace, perché il linguaggio è diretto, asciutto e va dritto alla storia, oggi come allora. Anche se, certo, aggiornare quel linguaggio alla cronaca e all’attualità è la scommessa del nuovo progetto». Ed ecco allora i nuovi testi di Antonio Marsala, che confluiranno nel repertorio dello spettacolo, sulle nuove forme di corruzione del potere politico, o sull’incapacità da parte dello stato di gestire l’emergenza dopo i grandi disastri ambientali. «Un teatro povero ed essenziale, in tempo di crisi, capace di vivere con nulla- chiosa Antonio Marsala- Ma necessario, in una città che oggi come allora, necessita ancora di essere raccontata e risvegliata».

«Ricordo che ero ancora uno studente di pianoforte, e un giorno vennero a trovarmi a Mondello Salvo Licata, Gaetano Testa e Michele Perriera. Salvo mi parlò del suo progetto di un teatro politico, cercava un musicista che scrivesse per i suoi testi. La nostra collaborazione cominciò così, e anche la mia avventura con la composizione». Ignazio Garsia, fondatore del Brass group, ricorda l’esperienza con i Travaglini con i quali adesso tornerà a suonare tutte le volte che gli sarà possibile. «Il teatro di Salvo era cronaca pura - continua - accadeva un fatto di cronaca che toccava le sue corde e lui subito immaginava un testo. Ci mettevamo al lavoro sulle musiche e dopo un paio di giorni il pezzo per lo spettacolo del fine settimana era pronto». Poi però Garsia viene nominato dal direttore Ottavio Zino per la cattedra di pianoforte al Conservatorio e di lì a poco nel ’74 sarebbe nato il Brass. «E così lasciai i Travaglini...».

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ph. Bebo Cammarata

IGNAZIO GARSIA


b_ teatro [ di CLAUDIA BRUNETTO ]

LA SFIDA DI G273 PRODUZIONI Dopo l'esperienza romana ritorna sulle scene locali il gruppo teatrale che si è affermato con lo studio de "Il Principe" SOPRA - La Compagnia teatrale G273. NELLA PAGINA A FIANCO - Il Principe, foto di scena, Teatro di Verdura, Biblioteca di via Senato, Milano.

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ph. Nicola Gabriele Lipani

ph. Thérèse Pecora

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cegliere di fare teatro a Palermo, dopo anni di vita romana, per loro non ha il sapore della follia. A quasi due anni di attività nel capoluogo siciliano, il bilancio certo riporta alcune difficoltà. Prima di tutto la mancanza di spazi in cui provare, e di occasioni per fare conoscere il proprio lavoro. Ma la voglia di andare avanti è più grande di ogni ostacolo. E anche il desiderio di fare rete con altri attori e registi siciliani, e non solo. G273 Produzioni, gruppo made in Palermo, come già il nome sottolinea, va avanti sul territorio con grinta, costanza e buona volontà. Fino adesso ha prodotto spettacoli con le proprie risorse o avvalendosi di piccole co-produzioni. Portando a casa un buon riscontro di pubblico e di critica e qualche premio interessante. Il gruppo ha vinto con “Ritorno alla Normalità” il premio del pubblico alla manifestazione “Il teatro che verrà - in ricordo di Vincent Schiavelli” e lo “Shownoprofit 2008”. Collabora

attivamente con il Centro Delle Arti Teatrali dirigendo presso lo stesso Centro un corso di recitazione cine-televisiva. Ha realizzato il video di teleteatro “Angeli” per la regia di Landi Sacco e il videoclip musicale “Un Giorno Ancora” del gruppo palermitano “Malaparte”. Nel percorso artistico c’è lo spettacolo “Vorremmo non averne più bisogno”, tratto dai testi di Giorgio Gaber, messo in scena per la rassegna “Estate a Cappello 2008” e la rassegna “Indovina chi viene a (S)Cena” realizzata all’associazione culturale “I Candelai” di Palermo. Ma è con lo studio de “Il Principe”, che partecipa al festival internazionale di regia “Fantasio Piccoli” e che diventa uno spettacolo prima per la rassegna “Presente/Futuro” del Teatro Libero di Palermo e poi per l’ultima stagione del Teatro Stabile di Innovazione di piazza Marina, che il gruppo si impone nella realtà siciliana e nazionale. Matteo Contino e Cristiano Pasca, trentenni fondatori del gruppo, si sono diplomati all’Accademia D’Arte Drammatica “Silvio D’Amico” di Roma. «Il nostro progetto - racconta Pasca - è nato proprio in una stanzetta romana. Io e Matteo siamo amici da venti anni, quando abbiamo pensato di fondare un gruppo siamo partiti dal nostro rapporto e dalle nostre aspirazioni artistiche. Lo chiamiamo gruppo per il continuo ricambio di persone e per il fertile scambio artistico e umano che

contraddistingue i nostri rapporti di lavoro. Dopo numerose esperienze romane ci siamo accorti che nella capitale non c’è spazio per nessuno e che qui la voglia di aggregazione è più forte». Si sono fatti avanti nel deserto stimolante della realtà palermitana e hanno già vinto una piccola sfida grazie alla qualità delle loro produzioni. Accanto al teatro hanno in cantiere anche alcune proposte cinematografiche. «Vogliamo investire nella formazione di giovani attori e registi - continua Pasca - Non è giusto che chi vuole fare teatro e vive a Palermo, sia costretto ad andare fuori. Porteremo qui maestri riconosciuti a livello internazionale e anche noi proveremo a formare i giovani con la nostra esperienza». Le loro produzioni seguono la strada del teatro di impegno politico e quella della riproposizione di testi classici rivolte alle nuove generazioni. Ultimamente c’è anche la danza nei loro spettacoli con la presenza nel gruppo di Roberto Galbo, attore e danzatore con una formazione da atleta. «Abbiamo iniziato - spiega Galbo - una transcodificazione dei testi con il teatro danza. La sfida rimane quella legata a noi stessi e ai nostri limiti, anche all’interno del gruppo dove si incontrano personalità molto diverse. Partiamo da noi stessi per portare avanti la realtà del teatro in cui crediamo, questo può influire anche su un modello di società possibile». balarm | magazine 5 7


b_ young

b_ young «Quest'anno abbiamo scelto di evidenziare come le differenze e le diversità, nelle loro tante espressioni, possano costituire occasione di crescita e stimolo per elaborazioni della realtà originali e fuori dal coro»

[ di DANIELE SORVILLO ]

MONDELLO GIOVANI FESTIVAL '10 Si rinnova anche quest'anno l'appuntamento con il festival dedicato ai giovani organizzato dalla Fondazione Banco di Sicilia. Reading, concerti e tavole rotonde a Palermo il 28 e 29 ottobre

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n epoca di internet e comunicazione veloce, di miti usa e getta, esiste ancora una galassia giovanile che trova nella letteratura un punto di riferimento per la propria vita, un modo per manifestare la propria interiorità, il proprio punto di vista originale sulla realtà e sulla vita. La letteratura ha infatti il potere senza tempo di influenzare le menti, favorendo lo sviluppo del pensiero e il progresso civile. Su questo convincimento si muove il MondelloGiovani, festival della letteratura giovane che si affianca, per il terzo anno, al prestigioso Premio Mondello. Tema della rassegna di quest’anno, le diversità: attraverso questa peculiare lente di ingrandimento, l’universo giovanile verrà profondamente scandagliato nelle sue diverse espressioni. A questo proposito, Giovanni Puglisi, presidente della Fondazione Banco di Sicilia, ha sottolineato come «un filo rosso lega il Premio Letterario Internazionale Mondello e il MondelloGiovani. Quest’anno, quale tema del festival, abbiamo scelto le diversità, sia per ribadire l’attenzione del Mondello verso il confronto fra la cultura letteraria italiana e gli stimoli provenienti dalle altre esperienze culturali, sia per sottolineare

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IN ALTO A SINISTRA - Il Presidente Giovanni Puglisi. SOTTO - La scrittrice Michela Murgia. NELLA PAGINA A FIANCO - L'attrice e cabarettista Teresa Mannino.

come le differenze e le diversità, nelle loro tante espressioni, possano costituire occasione di crescita e stimolo per elaborazioni della realtà originali e, perché no, fuori dal coro». Tra il 28 e il 29 ottobre, quindi, a Palermo, presso il Kalhesa, la libreria Feltrinelli e il Teatro Biondo, si alterneranno giovanissimi autori siciliani e scrittori già affermati. Sono previsti, inoltre, reading, concerti, tavole rotonde e occasioni di confronto fra gli autori ed i giovani lettori, oltre a concerti e spazi di intrattenimento. Madrina d’eccezione sarà l’attrice palermitana Teresa Mannino, mentre ospite speciale della serata finale sarà la giovane scrittrice sarda Michela

Murgia, vincitrice del SuperMondello 2010 e del Premio Campiello 2010 con il romanzo Accabadora. Obiettivo della manifestazione è quello di offrire ai nuovi talenti un’occasione unica d’incontro e di confronto con editori e scrittori che raccontano le strade per arrivare alla pubblicazione, scambio che generi un processo osmotico di crescita collettiva. Proprio in virtù di questa vocazione del festival alla realtà giovanile, alle nuove tendenze e ai nuovi linguaggi, anche per l’edizione 2010 è stata rinnovata la partnership con Vodafone Italia, grazie alla quale è stato realizzato il concorso ApertaMente, volto a coinvolgere e stimolare la creatività dei più giovani. Per partecipare al concorso occorre inviare al numero 340.4399439, fino al 10 ottobre, un SMS, che non superi gli 800 caratteri (e che contenga nome, anno di nascita e sigla della provincia

dell’autore) o MMS con didascalia, rigorosamente inediti, sul tema della diversità, nelle sue varie sfaccettature. I primi classificati nelle due categorie riceveranno un Apple I-Phone e un buono spesa di 100 euro spendibile presso alcune librerie. A presiedere la giuria sono stati scelti tre giovani studiosi dell’Università IULM: i critici letterari Fabio Vittorini e Andrea Chiurato e Simona Pezzano esperta in filmografia e immagini digitali. Anche il pubblico potrà esprimere le proprie preferenze, grazie a un’apposita pagina web (dove è possibile anche consultare il regolamento), raggiungibile dai siti www.vodafone.it e www.fondazionebancodisicilia.it. Gli autori risultati più votati dalla giuria popolare nelle due categorie riceveranno in premio una Vodafone Super Internet Key e un buono libri del valore di 50 euro.

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b_ slow

b_ slow

[ di GIUSI SPICA ]

SLOW FOOD: LA SICILIA DEI SAPORI SANI In epoca di "mordi e fuggi" l'associazione Slow Food porta avanti anche a Palermo un programma di protezione per i cibi sani e tradizionali rilanciati attraverso una sapiente opera di promotion marketing

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anna della Madonie, maiorchino messinese, aglio rosso di Nubbia, fragolina di Ribera e Cuddrireddra di Gela. Nomi da scandire lentamente. Perché lentezza significa memoria. Anche a tavola. La filosofia è quella di Slow Food, l'associazione che si batte per la conservazione dei prodotti tradizionali e per il mangiar sano e "lento" contro l'anglosassone sveltezza delle multinazionali della gastronomia mordi e fuggi. In epoca di Ogm, di viti transgeniche e di mucche pazze, il movimento fondato da Carlo Petrini porta avanti il vessillo della biodiversità in un Paese ormai senza papille gustative. E incorona la Sicilia come culla dei sapori dimenticati: sono 32 i prodotti entrati nello speciale programma di protezione dell'associazione. Più che in tutte le altre regioni. Slow Food sbarca nell'Isola 23 anni fa. La prima “condotta” - così si chiamano i nuclei territoriali - nasce a Catania nel 1987. Oggi siamo già a quota 21, per un totale di quasi 1500 soci. Produttori e consumatori si impegnano a promuovere i “presìdi” formati da imprenditori che producono un prodotto a rischio di scomparsa: razze in via d'estinzione e cibi autoctoni quasi dimenticati, rilanciati attraverso una sapiente opera di “marketing”. Conoscenza e comunicazione sono le parole d'ordine. Sono tre le regole auree a cui un prodotto deve rispondere per entrare a far parte dell'arca della memoria: essere buono,

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b_ slow

b_ slow A sostegno delle imprese che si impegnano a continuare a produrli, Slow Food ha lanciato una serie di iniziative

pulito e giusto. «In sostanza - spiega Pippo Privitera, presidente regionale del movimento - deve essere eccellente al gusto, biosostenibile e remunerativo per chi lo produce». L'obiettivo del “guadagno equo” è uno dei punti centrali: «La grande distribuzione - continua Privitera - polverizza il costo e prende per la gola i produttori». I prodotti in via d'estinzione hanno costi di produzione altissimi e un mercato limitato. A sostegno delle imprese che si impegnano a continuare a produrli, Slow Food ha lanciato una serie di iniziative. Dagli accordi con cuochi di fama internazionale, che si impegnano a usare in cucina i “presìdi”, ai mercati itineranti in tutta l'isola, con degustazioni, campagne d'acquisto e sconti speciali per tutti i soci. In Sicilia sono più di 20 i ristoranti convenzionati e centinaia le aziende agricole e zootecniche impegnate sul fronte del recupero di sapori e animali dimenticati. L'appuntamento più atteso è il Salone del Gusto, una manifestazione a cadenza biennale che si svolge a Torino dal 21 al 25 ottobre. Una grande fiera dei sapori tradizionale all'interno della quale verranno allestiti stand di tutte le regioni d'Italia. E non solo: spazio anche alla cucina mondiale, con imprenditori che arrivano da tutte le parti del pianeta. Sono i tantissimi i produttori siciliani che hanno chiesto un proprio stand all'interno della fiera. Non tutti ci riusciranno. Gli esclusi si consoleranno con Terra Madre itinerante, un'intera giornata dedicata al mangiar bene, programmata come ogni anno per il 10 dicembre. Tutte le condotte dell'isola porteranno in piazza i prodotti a marchio Slow Food. Ci sarà anche la possibilità di ospitare stand di contadini e pastori di tutto il mondo. Sarà la festa delle contaminazioni. In pieno stile siciliano. L'occasione per rilanciare un patrimonio di razze animali, varietà vegetali e preparazioni

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IN ALTO DA SINISTRA - Masculina da magghia della zona etnea; Maiorchino di Messina; Cuddrireddra nissena; Manna delle Madonie; Capperi di Salina. NELLA PAGINA A FIANCO DALL'ALTO - Caciocavallo ragusano; Aglio rosso di Nubia; Mandorle di Noto.

artigianali - dai pani ai dolci ai cibi di strada - così ricco da disorientare anche i più esperti. A ogni provincia la sua bandiera. La manna delle Madonie a Palermo, un ottimo dolcificante ricavato dagli alberi di frassino, a rischio d'estinzione dopo l'invasione dei dolcificanti chimici: oggi sono una decina le aziende di Pollina e Castelbuono che continuano a produrla. A Messina il maiorchino, un formaggio raro soppiantato dal più diffuso pecorino, prodotto solo da tre aziende nell'area dei peloritani. In territorio etneo, la masculina da magghia, le alici in rete pescate in un lembo di mare tra Capo Mulini a Capo Santa Croce, nella Riserva naturale marina delle Isole Ciclopi, solcata ogni giorno dalle piccole barche dei pescatori del golfo. A Ragusa il caciocavallo di razza modicana, soppiantato dalla frisana. A Siracusa la mandorla romana di Noto. Tutti salvati grazie all'opera di rilancio di Slow Food contro l'omologazione dei sapori, la globalizzazione dei gusti, a dispetto delle leggi ipergieniste e della grande distribuzione alimentare. Agli amanti della buona cucina, la casa editrice dell'associazione propone anche un'enciclopedia del gusto che passa in rassegna imprese e i ristoranti che hanno sposato il progetto.

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b_ satira [ a cura di LETIZIA MIRABILE ]

[ a cura di GIANPIERO CALDARELLA ]

De gustibus

Gli incricchiati Tutta cricca da sgranocchiare

Storie quotidiane tra cibo e letteratura

Fusion ante litteram: l'orata al sesamo Dalla Sicilia al Giappone 'u cimino la fa da padrone

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ella metropoli della moda e da qualche tempo anche nel nostro capoluogo spopola una nuova tendenza, la cucina giapponese, che senza dubbio ha molte virtù, anche se di lei vengono preparati pochi piatti, rispetto all’enorme varietà. Pesce crudo, alghe: ingredienti dimenticati, che nella nostra tradizione sono presenti, mutatis mutandis, da secoli. In Sicilia molte pietanze di pesce si cucinavano con un'alga, che cresceva nei porti, somigliante alla cosiddetta lattuga nostrale; anche noi usiamo semi e semini, tanto per dirne uno: 'u cimino! Abituati a vederlo nel pane, o nei torroni, viene poco sfruttato nelle pietanze e non se ne conoscono le straordinarie proprietà. E proprio qui, nell'utilizzo, sta la differenza con i paesi orientali. Ci sono però delle somiglianze sorprendenti, come la salsa al sesamo molto utilizzata in Giappone. Infatti a Tokyo troverete il tonno con la salsa al sesamo, da noi trovate l'orata con la salsa al sesamo. È ovvio che non utilizzeremo il sakè, né l'aceto di riso, ma l'aceto

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di vino e i nostri odori. La preparazione è veloce e semplicissima. La cosa fondamentale è la scelta della materia prima: una bella orata, possibilmente di mare. Dopo averla pulita e squamata, la si cucina in un tegame con poca acqua salata, stando attenti a non farla scuocere, la si adagia su un vassoio, spinandola e si condiscono i filetti con una salsa, preparata nel mortaio - che permette la fuoriuscita del profumo e degli umori, senza immettere aria, come succederebbe con il

frullatore -, a base di prezzemolo, menta, mollica di pane impregnata di aceto, sale, olio e due cucchiaini di semi di sesamo. È consigliabile servirla subito. Il sapore è eccezionale! La delicatezza e la morbidezza delle carni di questo pesce vengono esaltate dal profumo delle erbe. Mentre veniamo tempestati da venti centrifughi, che ci vogliono divisi, qualcosa, di molto piacevole, sottolinea non solo le vicinanze, ma ci riporta a una condivione ancora da scoprire...

Il Papa al Kals'art Palermo scalpita. Benedetto XVI Politeamerà. I pellegrini febbricitano. I palazzinari delle Aquile razzolano. Urbi et sordi. Tanti

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er favore, non fate sapere al Signor Sindaco che il Papa dal 3 ottobre sarà a Palermo. Sì, perché senno rischiamo di fare mala figura. In Sicilia Benedetto XVI ci viene a gratis, non come in Inghilterra, dove il biglietto d'ingresso è costato 10 sterline per la veglia di preghiera del 18 settembre ad Hyde Park e 25 sterline il giorno dopo per la cerimonia di beatificazione del cardinale John Henry Newman. Che questo beato signore da noi non lo conosce nessuno, ma in patria sarà una star. Sicuramente si tratterà di qualche antenato di Paul Newman visto che la cerimonia costa quanto un concerto di Piero Pelù. Anzi no, i Litfiba meglio non nominarli dopo gli slogan infelici a Campofelice contro la mafia e il governo. Metti che la storia si ripete a Palermo, chi è che si prende la responsabilità di dire al Papa che in Sicilia non sarà più invitato? Philippe Daverio? Non babbiamo, per cortesia. Noi rispettosi siamo. Qui da noi manco ai piani alti del Comune sarebbero capaci di fare business con il viaggio del Pontefice. E però, visto che tutto è organizzato

Uno dei gadget ufficiali del tour

(immagine di Leonardo Vaccaro)

a ingresso libero, la tentazione di ramazzare qualche euro non è che sarebbe proprio diabolica. Qualche consulente in più da pagare ci sarà per questo eventissimo. E pure gli straordinari per i vigili urbani e il traffico, il traffico, il traffico che diventa un mostro come quelli descritti da Pepi nella Divina Commedia di Sicilia. Però riscuotere il pizzo dal Papa sarebbe uno schifìo. Se i papa-boys fossero operai della Fiat o insegnanti precari allora sì che si potrebbe esigere una bella tassa sul corteo. Ma qua

si tratta di una manifestazione religiosa, con tanto di quell'incenso buttato per strada che diventerà impossibile pure vedere il Signor Sindaco. Così se Diego dovesse mancare all'appuntamento, almeno per una volta avrebbe la scusa pronta. Al massimo si può fare come quando il Palermo andò in serie A, che a vedere i manifesti attaccati sugli autobus dell'Amat pareva che era stato promosso il Comune. Vuoi vedere che stavolta ci viene l'idea di inserire il tour di Benedetto XVI nel programma del Kals’art? balarm | magazine 6 5


b_ oroscopo [ a cura di MARCO AMATO ]

Il cielo sotto le stelle

Si ricomincia: segno per segno, la classifica astrale di mezza stagione

8_Sagittario

7_Gemelli

Il vostro cielo vi bersaglia un po', obbligandovi a chiarire i vostri sentimenti con un partner che gioca al tiro alla fune, e che genera comunque in voi una certa insicurezza. Per chi non è in coppia, siate più morbidi ed evitate ogni scontro, il vostro cielo non dovrà assolutamente essere caricato di ulteriori strali, sarà una prova di resistenza, ma vincerete sicuramente se opporrete una distaccata calma.

Un'ottima ripresa per voi che vi siete spogliati sotto il sole della vostra prima pelle che vi vestiva in maniera incerta; la vostra nuova tenuta adamitica esalta le vostre forme e le mette in evidenza suscitando il desiderio di molti…riscoprite il gioco erotico partendo da voi stessi, non vi mancheranno occasioni in amore, ma ciò che sembra un miracolo è la voglia ritrovata di lavorare più motivati che mai… dal 23/7 al 22/8

dal 21/4 al 21/5

11_Toro

10_Acquario

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Avete fatto il pieno di sole e di divertimento…ora la vostra vocazione ad occuparvi del vostro mondo interiore, nonché dei mali del mondo, del disagio ecologico, delle crociate animaliste, tornano di moda per la collezione di rovelli autunno-inverno per cui sfilate, con tale filosofia da far irritare gli spiriti più serafici, figuratevi quello di chi sta vicino e tentano disperatamente di amarvi semplicemente.

Con gli astri così dichiaratamente dalla vostra parte sarete potenti e capaci; certo non sarà un periodo particolarmente euforico, ordine ed equilibrio sono i tratti fondamentali di questo periodo, ma quando sono i pianeti di maggiore spessore a gestire le fila del destino, non è certo in scaramucce da poco conto che vi impegnerete, vincete sicuramente il primo premio per concretezza e solidità… dal 22/6 al 22/7

dal 22/11 al 21/12

dal 22/1 al 19/2

Correte subito ai ripari! Se avete lasciato qualcosa in sospeso sentimentalmente, aggiustatela! Se rilevate una certa curiosità non sollazzatevi narcisisticamente, sopratutto per non incappare in pasticci amorosi trattati con troppa leggerezza. Piuttosto se sarete tempestivi riuscirete a salvare capra e cavoli. Intanto il lavoro e la carriera procedono stabili e sicuri dando ad ognuno ciò che merita!

La vostra vacanza finisce tardivamente. Dopo un'estate così nevrotica finalmente godete di una presenza di spirito tale da muovervi in completa disinvoltura, e tuffarvi di nuovo con energia anche nel lavoro vi farà sentire paradossalmente in ferie dalle incombenze; ottima la sfera sentimentale ed erotica…non siate i soliti arcigni però ed evitate rancori sentimentali…

6_Cancro

dal 22/12 al 21/1

dal 22/5 al 21/6

Solidi i sostegni planetari che faranno marciare a regime ciò che avete messo in moto, sereni e sicuri andrete come dei treni in ambito pratico, stranamente un po' meno agili in quella che è la vostra specialità: il sociale. Dovrete infatti riflettere e valutare un po' tutto, magari eliminando i pesi morti o le noiosissime compagnie che vi offrono creatività…siate diplomatici, dite solo “non posso”…

dal 23/9 al 22/10

9_Leone

Meravigliosi gli accordi planetari che riguardano l'amore, vi sentirete scissi e travolti da sentimenti contrastanti ma stupendamente intensi. Per una volta tanto non sarete preda dell'ansia o della totale confusione che in genere vi contraddistingue, anzi, troverete in voi anche la volontà di mantenere un discreto equilibrio per tutto ciò che riguarda il lavoro e gli impegni pratici… e guardatevi!

5_Capricorno

4_Pesci

dal 20/2 al 20/3

Era da molto che non vi trovavate in posizione così favorevole: gli astri vi liberano dalle catene, vi rendono meno tesi e spigolosi; sotto un cielo sgombro di nubi risplenderà il sole su una storia nuova, e nonostante quel famoso irrisolto del passato che sembrava avervi incantato, scioglierete l' incantesimo.. Coraggio le stelle sono dalla vostra, piuttosto nel lavoro è tempo di riscuotere arretrati…

3_Bilancia

dal 23/8 al 22/9

Alti e bassi tra dovere ed amore scuotono le vostre volontà, sempre alle prese con la quotidianità dovrete riorganizzare le vostre priorità. Il vostro cielo non sembra affatto presentarsi semplice per tutto ciò che riguarda i rapporti sentimentali ed amicali, ma vi darà materia su cui concentrarvi: sarà possibile manifestare una certa affidabilità in senso pratico che vi fa riguadagnare dei punti. dal 21/3 al 20/4

12_Ariete

Primo meritatissimo posto per voi che dopo tanto patire tornate sulla scena con un trucco rifatto e più composto, meno aggressivo e decisamente più scevro da trasgressioni ed ossessi fatui ed inconsistenti; novità dal lavoro che sembra proporvi un piano d'azione all'altezza delle vostre fameliche ambizioni; in amore appetiti nuovi, ma chi vuole riesce a correggere il sapore di "minestre riscaldate".

2_Vergine

1_Scorpione

dal 23/10 al 21/11

Saturno ha cominciato a crearvi delle difficoltà, vi impedirà per un po' delle azioni veloci ed immediate, non siate eccessivi con il partner, rischiate di dare vita ad un match senza posa che potrebbe deflagrare in maniera distruttiva. Il vostro stato emotivo si rifiuta di assecondare questo periodo che non sembra adatto a fare carburare tutto ciò che vi aspettiate si possa muovere…



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