Anno L n.12 (595) DICEMBRE 2014
Poste Italiane S.p.A. - Sped. Abb. Post. D.L. 353/2003 (conv. in L.27/2/2004 n. 46) - art. 1, comma 1 - LO/MI
SETTIMO COMANDAMENTO: RUBARE di Catone & Lorentz L’ABBIAMO IMPRESA IN QUEL POSTO di Dario Buzzolan I TRENI NELLA TERRA DEL MO TAV di Marco Esposito DICEMBRE 2014 € 4,90
SOMMARIO
ANNO L NUMERO 12 (595) DICEMBRE 2014 direttore responsabile Stefania Rumor red.linus@baldinicastoldi.it art director Mara Scanavino progetto grafico e impaginazione Francesca Invernizzi Alberto Lameri
hanno collaborato a questo numero ALE+ALE, Guido Baldoni, Diego Ceresa, Giancarlo Colombini, Fabio Magnasciutti, Roberto Mangosi, Danilo Maramotti, Maurizio Minoggio, Sergio Ponchione, Helga Rainer, Michele R. Serra, Stefano Travagli pubblicità Francesca Lupoli f.lupoli@baldinicastoldi.it
FUMETTI 4 Monty di Jim Meddick 12 Peanuts di Charles M. Schulz 24 Sopravvivere al lavoro con filosofia di Jul & Charles Pépin 32 Un mese vissuto dissidentemente di Riccardo Marassi 38 Dilbert di Scott Adams 53 Richard’s Poor Almanac di Richard Thompson 63 Perle ai porci di Stephan Pastis 72 Viaggio in Italia di Tuono Pettinato 76 Sesso, assenzio & false lepri di Walter Moers 86 WuMo di Wulff & Morgenthaler 92 Doonesbury di Garry B. Trudeau 100 Mr. Lowe di Mark Pett 108 Konrad & Paul - Stazione spaziale desiderio di Ralf König
SCRITTI 30 IL GAP DELLE ASPETTATIVE di Stefano Feltri 34 ADDIO AL 2014... E AL 1946 di Giorgio Galli 36 I COMPITI A CASA DI MARIO DRAGHI di Vladimiro Giacché 46 I TRENI NELLA TERRA DEL MO TAV di Marco Esposito 48 È GIÀ EXPO di Giorgio Scianna 58 LABORATORIO ESORDIENTI Bat Yam, Israele. Giovedì 12 marzo 2009 di Yigal Leykin
RUBRICHE 20 Cedo cane perché morto di Catone & Lorentz 22 Talk shock di Dario Buzzolan 50 L’officina della scienza di Pietro Greco 56 La sostenibile lentezza dell’essere di Bruno Contigiani 70 Fumetti di Michele R. Serra 74 I luoghi dell’anima di Piero Gelli Piccoli grandi di Bruna Miorelli 78 Cinema di Filippo Mazzarella 82 Musica di Riccardo Bertoncelli 84 Teatro - Guerrieri del sottosuolo di Diego Vincenti 106 La vita è tutta queer di Ennio Trinelli 117 Scherzi da Peres di Ennio Peres 120 Vestivamo in pigiamino di Bruno Ballardini 122 Cronocoppie di Marco Pastonesi
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Š JIM MEDDICK/Distr. by Universal Uclick. - ILPA Milano
MONTY di JIM MEDDICK
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© 1967 PEANUTS Worldwide LLC. Dist. by Universal Uclick/Ilpa
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PEANUTS
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di CHARLES M. SCHULZ
SOPRAVVIVERE AL LAVORO CON FILOSOFIA 3 PUNTATA A
di Jul e Charles Pépin
Platon La gaffe © DARGAUD 2013, by Jul, Charles Pépin - www.dargaud.com - All rights reserved
Riassunto: Il giovane Platone è stagista alla COGITOP, una “società a razionalità limitata” dove tutti i dipendenti sono celebri filosofi. Scoprirà poco alla volta come funzionano tutti gli ingranaggi che muovono un’impresa. Un mondo difficile da comprendere per Platone. Forse perché lavorare va contro il senso della storia?
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VIA CON LA VENDITA Il mestiere del commerciale
’artigiano può definire con facilità il suo mestiere: può costruire comodini, per esempio, o preparare baguette. Per lui è semplice spiegare agli altri in che cosa consiste il suo lavoro. E per sapere quanto vale, gli basta osservare l’oggetto che ha prodotto. Il riconoscimento che otterrà si manifesta nell’oggetto che produce e sottopone allo sguardo altrui. Se l’oggetto viene apprezzato, e soprattutto acquistato, è il valore dell’artigiano a essere riconosciuto. Per farla breve, l’artigiano ha un “mestiere”.
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Per i quadri aziendali non esiste questa possibilità. Lavorano con gli altri, intermediari tra gli intermediari, coinvolti in una successione di compiti all’interno dei quali è difficile ricostruire il ruolo di ciascuno. Contribuiscono a un risultato globale e, nella stragrande maggioranza dei casi, non c’è nessun oggetto preciso tramite il quale si materializzi il lavoro degli uni o il talento degli altri. Per loro è difficile sapere qual è la loro opera. Spiegare a un esterno in che cosa consiste il loro lavoro è molto spesso una sfida, e può dare luogo a scene comiche. Ne nascono svariati problemi: malinconia, la sensazione di non essere riconosciuti, l’interrogazione sul senso stesso del proprio lavoro, demotivazione. I commerciali sfuggono a questa triste sorte. La loro opera è il fatturato. Ogni commerciale si crea il proprio, che alla fine del mese dà la misura oggettiva del suo talento e della sua combattività. Il mestiere del commerciale è chiaro, e chiunque può comprenderlo: vendere. Il commerciale sa perché combatte; non combatte la guerra sbagliata. L’aspra competizione tra Voltaire e Rousseau non ha dunque nulla di sorprendente. Ogni volta che un commerciale perde un affare, un po’ del suo valore si sgretola. La loro disputa quindi fa loro onore. Nessuno dei due vuol mollare l’affare, come ieri quelli che, malgrado tutte le differen-
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ze, si battevano insieme per il trionfo dei Lumi sull’oscurantismo, per il trionfo della Ragione su tutti i fanatismi. In fondo non sono cambiati, ed è questa la loro grandezza. Sono riusciti a diventare dipendenti di un’azienda restando fedeli a se stessi, e in particolare a quello spirito del XVIII secolo che incarnano così bene: lo spirito della disputa illuminata. Si può essere in disaccordo, e anche in disaccordo radicale, perché si è d’accordo sull’essenziale: il disaccordo ha il diritto di esprimersi, e deve farlo nel linguaggio della Ragione. È questo il senso della celebre frase di Voltaire, che d’altra parte forse non ha mai nemmeno pronunciato: “Combatterò fino alla morte per le mie idee, ma sono pronto a dare la vita perché possiate esprimere le vostre”. Voltaire, Rousseau, d’Alembert e Diderot hanno discusso pressoché su tutto: la schiavitù e il lusso, la Provvidenza e il ruolo delle arti, la concezione dello Stato e della natura umana... Ma era come se ogni differenza finisse per rafforzare la concordia assoluta sul concetto che stava alla base di tutto: il potere illimitato della Ragione. È proprio questo a rendere Nietzsche pazzo di rabbia: per lui, la Ragione è un idolo come gli altri. Non ha più valore di Dio o della Storia. Esiste un fanatismo della Ragione così come esiste un fanatismo della fede. Osservate bene Nietzsche nella pagina successiva: “Grrr, questi francesi!” Il suo sogno è di sbarazzarsi di questi illuministi usciti dritti dritti dal XVIII secolo, è solo l’occasione che gli manca. La sua rabbia non diminuisce: “Solo questi stupidi dei francesi possono voler mettere la Ragione al posto di Dio. Non capiranno mai niente del mestiere di filosofo!”
DILBERT di SCOTT ADAMS
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© RICHARD THOMPSON. inc./Distr. by Universal Uclick - ILPA Milano
RICHARD'S POOR ALMANAC di RICHARD THOMPSON
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WUMO di WULFF & MORGENTHALER
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