Il discernimento

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Impaginazione digitale a cura di http://www.padreantonioguarino.com IL DISCERNIMENTO - Il discernimento personale è il primo discernimento, non è un carisma ma è un dono ordinario che hanno tutti i cristiani. - Il discernimento comunitario è analogo al discernimento comunitario, ed è il prodotto dei discernimenti personali. - Testi biblici sul discernimento: Rom 12, 2; Ef 5, 8-20; Fil 1, 9-11; Eb 5, 11-14; 1Cor 11-14. - Il discernimento comunitario Il discernimento comunitario è la ricerca della volontà di Dio insieme in un modo evangelico, cioè con verità, libertà, carità. Verità: che è ricerca del buono, del bene, di Dio. Libertà: occorre che i membri siano veramente liberi, cioè non condizionati né esternamente (pressioni o manipolazioni d’informazione, pressioni di correnti) né internamente (timori, paure, remore, dubbi, prevenzioni). Responsabilità: è importante essere coscienti del proprio ruolo, essere “adulto”, “maturo”. Carità: occorre agire con amore (perdonarsi, accettarsi), la carità rende possibile la verità e la libertà. - L’essere comunità è una condizione previa e indispensabile per il discernimento. A – LA RICERCA Scelta del tema - Non deve essere un tema né comandato, ne proibito, ma lecito. - Deve essere ambiguo, cioè non chiaro. - Deve essere pratico, cioè in ordine all’azione. - Deve interessare il gruppo. Il gruppo però deve avere informazioni sufficienti. - Deve essere capito in modo univoco da tutti. Metodologia d’informazione - Preghiera: occorre arrivare ala massima serenità sia spirituale che fisica, sforzandosi di attuare la presenza di dio in clima di preghiera. - Informazioni sul tema. - Prendere coscienza delle risonanze che il problema ha in me. Quali sentimenti suscita es. paura, gioia, desolazione, inquietudine, tristezza, perplessità… - Prendere nota di questi sentimenti anche se contraddittori, questo serve per chiarire se stessi. Esporli poi brevemente al gruppo. Senza discutere o giudicare, ma cercando di capire. Non è necessario dire tutto, ma quello che si dice deve essere la verità. - Tutti i membri del gruppo si concentrano in un clima di preghiera d’ascolto sui motivi "contro". Possibilmente, scrivere, aiuta la chiarezza Riunirsi in gruppo informando dei motivi "contro", e fare la sintesi. - Tutti, personalmente in un clima di preghiera d’ascolto sui motivi "pro". Possibilmente prendere note scritte. Informarne poi il gruppo riunito e fare la sintesi. Valutazione di questa metodologia Ragioni di quest’esercizio: - maggiore informazione, ciò comporta che tutti sono messi al corrente degli aspetti negativi e positivi, relativizza i motivi personali, dà una visione più completa delle difficoltà, e matura il desiderio di superarle insieme. - liberazione: rompe la mia "forma mentis", ci rende flessibili, vulnerabili alla verità, aiuta a crearci un criterio personale oggettivo.


B - LE PERSONE IN DISCERNIMENTO Attitudini al discernimento - Atteggiamento di maturità che è combinazione equilibrata di tre atteggiamenti: 1. senso dell'autorità, dell'ordine, della tradizione 2. senso della creatività, originalità, contestazione 3. senso della ponderatezza, equilibrio, sicurezza - Presenza della Parola di Dio che è il criterio oggettivo del discernimento - Non una Parola di Dio scritta, tagliata, strumentalizzata ma viva, intera e nella sua dimensione universale. - Questa Parola è una persona: Gesù. La presenza viva della Parola e la presenza di Gesù che abbraccia in sé la pienezza della storia. - Apertura allo Spirito: è grazie all'azione dello Spirito Santo che ci arriva viva la Parola di Dio, Gesù: starà con noi, c’insegnerà tutto, ci ricorderà tutto, ci guiderà alla verità tutta intera. Per conseguire queste disposizioni devo - Accettarmi come sono: riconoscendo i limiti, difetti, doti, qualità... attenzione a non crearsi complessi di colpa o d’inferiorità. Cercare di correggersi, accettando l'aiuto degli altri. Accettare me stesso è già relativizzare le mie opinioni. - Leggere la Parola di Dio (esempio beatitudini). - Affezionarmi alla persona di Gesù (l’uomo delle beatitudini). - Pregare es. il Padre nostro, lasciandoci penetrare dalle attitudini, esercitando la fede, la speranza, la carità. C - LA VOLONTÀ DI DIO, CHE COS'È? Non si tratta di risolvere il problema con un criterio meramente sociologico, storico, economico, psicologico… ma con un criterio cristiano. Questo criterio cristiano noi lo chiamiamo volontà di Dio, termine del quale si è abusato tanto da creare alienazione, irresponsabilità, passività. La volontà di Dio, secondo S. Paolo, può intendersi in modo generale e particolare - in generale: il piano, di Dio che:vuole salvare tutti gli uomini in Cristo - in particolare: il modo concretò con il quale noi dobbiamo inserirci in questo piano. Come possiamo conoscere la volontà di Dio? In due modi: 1. un modo statico tradizionale: in modo intellettuale, penetrare con l'intelligenza nel piano di Dio, lasciandoci possedere dalla visione di fede che ci offre la rivelazione e le sue applicazioni concrete al momento presente; 2. un modo storico-dinamico; che concepisce la storia come luogo dove si svolge la volontà di Dio: si tratta di illuminare con la fede-rivélazione il senso della storia che viviamo. D - PROCESSO DEL DISCERNIMENTO 1. Informazione - riguardo al soggetto: secondo i suoi diversi punti di vista: teologico, sociologico, economico, storico… - riguardo alla competenza del gruppo: competenza decisionale o consultiva. 2. Liberazione: disposizione interna d’ogni membro del gruppo per accettare la soluzione, che sia vera, senza pregiudizi, compromessi, ecc. Questa disposizione raramente avviene spontaneamente, si conquista. 2


3. Evangelizzazione: per poter giudicare dei dati dei quali disponiamo rettamente, è necessario che abbiamo una "mentalità evangelica": la Parola di Dio assimilata interiorizzata, per l’azione dello Spirito Santo. 4. Tentativo di discernimento: a livello personale e comunitario, prima di consolidare le nostre posizioni occorre andare adagio senza fissarsi, ciò esige pazienza. 4. 1. Discernimento personale: - Avere chiaro l'oggetto del nostro discernimento - Dobbiamo formarci un giudizio responsabile, ma che sia nello stesso tempo provvisorio, cioè il nostro giudizio non sarà definitivo. - Questo giudizio come si forma? Sembrare: apprezzamento di una idea (credo, mi sembra che sia così) Guardare: capire, conoscere internamente e considerare attentamente tutte le cose Sentire: sentire la voce del cuore, provare un sentimento Giudicare: dare un giudizio, formarsi un'opinione 4. 2. Discernimento comunitário: - Confrontare i pareri nella sessione di ascolto, che potrà essere completata con una sessione di domande e dichiarazioni. - Riflessione sopra l'esperienza che abbiamo ascoltato e sentito, per: vedere se sono cambiate le mie idee, durante questo esercizio, vedere come si sono evoluti i miei sentimenti, vedere dove credo essere arrivato: quale mi sembra sia la volontà di Dio. 4. 3. Atteggiamenti per approfittare del processo: - Apertura: per vedere, ascoltare, sentire - Vulnerabilità: lasciarmi influenzare, interrogare da quanto avviene in torno a me - Creatività: attiva e passiva: essere disposti all'imprevisto 5. Decisione: alla fine è necessario prendere una decisione. Questa decisione potrà prendersi in modo differente, in conformità alla comunità che discerne: - comunità consultiva: esporrà il suo parere definitivo (responsabile e provvisorio) all'autorità compatente. - comunità deliberativa (con voto deliberativo) risolverà per unanimità diretta: tutto il gruppo è della stessa opinione indiretta: quando il gruppo riconosce serenamente e pacificamente, che può avere un segno della volontà di Dio, che può essere: = giuridico: es. maggioranza dei voti = non giuridico: per mutuo accordo, votazione, ricorso a persone qualificate. 6. Conferma: un discernimento rimane sempre aperto alla conferma o alla rielaborazione. La conferma che chiede un certo tempo per vedere se andiamo per la retta strada. Tale conferma può essere: - interna: porta pace, consolazione, unione, allegria, vitalità al gruppo. - esterna: è 1‘approvazione dell'ultima autorità competente; cerchiamo la volontà di Dio non la nostra, qualunque sia la decisione, avendo riscoperto l'ascolto di Dio nel senso di Chiesa, anche gerarchica, i1 progetto ha una sua vitalità intrinseca. E – CONSIGLI PRATICI Consigli ad ogni membro di una comunità in discernimento 1. Cercare la volontà di Dio: come criterio fondamentale delle nostre decisioni, al di sopra delle convenienze sociologiche, economiche, opinione pubblica, tradizione ecc. Però, non come un "mistero" che dobbiamo scoprire, ma come una responsabilità assunta allegramente. 3


2. Pregare: che non è soltanto chiedere lumi, forza ecc. Ma ascoltare e assimilare la Parola di Dio e reagire con tutto il cuore (fede-speranza–carità). 3. Essere responsabile e provvisorio nei miei giudizi: unendo la serietà ben fondata delle mie opinioni (non semplici sensazioni o imitazioni) e la capacità di cambiare queste opinioni, ascoltando gli altri. 4. Farmi vulnerabile alla verità: capacità di ascoltare di comprendere gli altri punti di vista e di integrarli ragionevolmente con la mia pria visione delle cose. 5. Cercare le strade dell'unità: anche se non devo temere la singolarità della mia opinione sincera, debbo orientarmi a cercare i punti di convergenza teorica e di azione pratica, senza rompere l'unità. 6. Essere umile e paziente nella ricerca della verità: che non può trovarsi in un momento, ma esige tempo, sacrificio, oscurità. Il nostro cammino passa per il deserto. 7. Sperare nella risposta di Dio, rimanendo vigile rispetto all’evoluzione delle mie idee e dei miei sentimenti: perché Dio ci parla per mezzo di luci interne. Consigli alle comunità che discernono 1. Essere consapevoli senza complessi sulla propria competenza: informativa e decisionale, a seconda che si tratta di una comunità deliberativa o consultiva. 2. Creare un clima di rispetto e fraternità indispensabile per stimolare 1’incontro con la verità, la responsabilità individuale e la libertà. 3. Appoggiarsi reciprocamente nella ricerca della verità: essendo un cammino difficile e lungo, dobbiamo sentirci confortati dai fratèlli, fomentando la speranza e l’allegria. 4. Camminare uniti: che suppone un "odos" (via) e di conseguenza un "metodos'' (modo di procedere); la stanchezza si verifica tante volte perché non si conosce un "metodo" atto ad evitare la perdita di tempo e per prevenire le difficoltà. 5. Pregare insieme: non si tratta solo di un tempo di preghiera comunitaria ma di celebrare le nostre riunioni in un ambiente di preghiera = di ascolto, perché sappiamo che Dio ci parla attraverso i fratelli. 6. Superare la schiavitù delle strutture: il gruppo tende spontaneamente a perdere agilità per il peso delle strutture, della tradizione, delle difficoltà di comunicazione … bisogna prestare attenzione a non lasciarsi incatenare: “Vieni, o Spirito creativo”. 7. Conservare l’unità con il vincolo della carità: disposizione d’incontrare una soluzione finale, nella quale, nonostante la varietà, sacrifici, che ognuno ha con sé, non si rompa l’unione della carità (anche se possono rompersi altre unioni). Consigli per il Superiore di una comunità che discerne 1. Aiutare affinché la comunità sia adulta: capace di discernere. 2. Approvare ed informare sinceramente sopra l’oggetto del discernimento: sopra il quale non si conosce la volontà di Dio. 3. Essere uno degli altri durante il processo: penò allo stesso tempo… 4. Essere testimonio dell’unità della comunità, soprattutto nel senso storico, esistenziale, nell’evoluzione della comunità. 5. Procurare un osservatore al gruppo: se non può assolvere questo compito. 6. Dare testimonianza che il processo s i è svolto “conferme allo Spirito". 7. Assumersi le responsabilità: che competono secondo le costituzioni del proprio Istituto nel prendere le decisioni. 4


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