Abbiamo perso la guerra ma non la battaglia Preview

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Grazie a Shoko Komori, Miguel Ian Raya e Raffi Adlan.

Traduzione Michele Foschini Lettering e impaginazione Cosimo Torsoli con Officine Bolzoni Supervisione Leonardo Favia Proofreading Francesco Savino

Via Leopardi 8 – 20123 Milano chiedi@baopublishing.it – www.baopublishing.it Il logo di Bao Publishing è stato creato da Cliff Chiang. Titolo originale dell’opera: We Lost the War But Not the Battle © Michel Gondry, 2008, all rights reserved www.michelgondry.com Per l’edizione italiana: © 2013 BAO Publishing. Tutti i diritti riservati. ISBN: 978-88-6543-157-3


In Francia, nel 1982, il servizio militare era ancora obbligatorio. Poco dopo l'esercito è diventato di soli professionisti di carriera, ma all'epoca la maggior parte dei miei amici era traumatizzata dalla prospettiva di sprecare un anno prezioso di vita ad applicare principi poco etici in un ambiente umiliante. Per me, l'idea più terrificante era di condividere una stanza – puzzolente e probabilmente buia – con altri venti maschi. Tutta la mia giovinezza è stata lievemente inquinata da questo pensiero. Quindi, quando il fatidico momento della "visita dei tre giorni" per l'orientamento militare è arrivato, ci siamo dimostrati tutti molto creativi, nel tentativo di essere riformati. Per molto tempo abbiamo vissuto con l'incubo che le nostre bugie fossero smascherate e di essere costretti ad andare in prigione, immaginando il braccio che esce dall'acqua alla fine di UN TRANQUILLO WEEKEND DI PAURA. Michel Gondry



All’inizio del 21esimo secolo, in seguito a conflitti interni irrisolti, la Francia si è divisa in due settori: da un lato l’Ile de France, che include Parigi e la sua periferia, e dall’altro i distretti adiacenti, ovvero il resto della Francia. Spiacenti, non abbiamo abbastanza sedie. Ma veniamo subito al punto.

Voi siete gli ultimi quattro ad aver evitato la leva prima dell’avvento dell’esercito dei professionisti.

Siete stati esentati per qualche cavillo, quindi immagino che siate piuttosto furbi.

Vi starete chiedendo come ci siano finiti quattro ex studenti di arte nell’ufficio del Presidente all’Eliseo.

Ma sig. Presidente, è stato 25 anni fa.

Come al solito, Simon non sapeva tacere al momento opportuno. 5


Il Presidente aveva ragione: avevamo spudoratamente mentito per non perdere un anno delle nostre vite. Sylvain si era finto autistico.

Momo finse di aver tentato più volte il suicidio.

giuro che ti farò parlare!

Non lavorerai mai in un ufficio postale!

Quanto a me, digiunai una settimana prima dei test e mi dissi dipendente dal Mogadon.

Il dottore controllò in un librone rosso e poi...

Simon faceva il piscialletto.

Ora siamo quarantenni. Mi chiamo Bruno BATON . Sono un architetto.

Sopravvivo disegnando piccole case per piccole persone. Cerco ancora di infondere ai miei progetti quel che resta delle mie ambizioni artistiche.

Mi chiamavano Baton merdeux*. Magari lo fossi stato. Avrei più personalità. *Caratteraccio, NdT.

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La preferisco così.

Questa parte non serve, Jules.

Concordo. Più semplice è, meglio è.

E ho imparato a inghiottire compitamente i rospi.

Ora preparo mio figlio a risparmiarsi le delusioni della vita.

Il problema del mio carattere è che non ne ho affatto.

Potreste obiettare che il problema sia l’autore. Il fatto è che l’autore sono io.

E ne avrete prova in questa storia, visto che il mio volto cambia di continuo.

Nasconditi!

Mentre i suoi figli, due piccoli geni, passano il tempo a evitare le lezioni.

Sylvain vive in campagna. Ha un trattore, uno stagno, un’anatra e un computer con il quale registra jingle per la radio locale.

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Momo dipinge fiamme sulle moto.

Ha tre figlie e due ex mogli.

E Simon è morto.

Era un pittore straordinario, ma si faceva di eroina e condivideva gli aghi, così ha preso l’AIDS prima di finire il dipinto d’esordio.

Ho un’idea per un’auto a forma di lumaca.

Non c’ero, nei suoi ultimi istanti. Ancora me ne vergogno.

Una bella ragazza gli aveva preso la verginità e offerto la sua prima dose allo stesso tempo.

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Fu un trauma, essere reclutati dall’esercito venticinque anni dopo.

A tutti arrivò la stessa lettera, lo stesso giorno.

Dobbiamo andare, sarebbe diserzione. Sai cosa fanno ai disertori?

Vogliono che ci presentiamo in quattro. Se ne manca uno, pagheremo tutti.

Tutti e quattro? Ma Simon è morto da quindici anni. Non l’accetteranno, come scusa, perché abbiamo già mentito.

Presi da improvvisa paranoia, ci incontrammo in un luogo segreto. In pratica, se uno di noi non si fosse presentato, gli altri tre sarebbero stati responsabili per lui e avrebbero dovuto sopportare l’umiliazione dell’impedimento che aveva simulato per evitare il servizio. A rendere le cose più difficili, l’esercito aveva deciso di scambiare le nostre scuse.

Quindi io avrei dovuto bagnare il letto, Momo non avrebbe più parlato con nessuno e Sylvain si sarebbe dovuto suicidare. Quanto a Simon, avrebbe dovuto prendere un sacco di droghe, cosa che avrebbe fatto comunque...

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Un certificato di morte non è una scusa accettabile, per loro.

Ho bisogno di parlare.

Sono stati molto chiari.

Simon è morto davvero, Cristo! Non facciamo finta, stavolta.

A loro non importa. Io non voglio uccidermi. Non c’era scelta: disseppellimmo Simon. Avremmo portato il suo corpo, o quel che ne restava, all’appuntamento... Notte terrificante...

E io non posso bagnare il letto alla mia età...

Ehi, addio, fidanzatine. Divertente, no? Ops, scusa.

E non era che l’inizio. Ma con nostra grande sorpresa...

Avevamo tre giorni per presentarci alla convocazione del Caporale Kapozy, il nuovo reclutatore e istruttore: un giovane opportunista di destra che aveva inventato tutte quelle regole punitive perverse. Stronzo.

Ma che c...?

Ciao, ragazzi, dovete tirarmi fuori di qui. Mi trattano di merda, in quest’ospedale.

SIMON!

GLPS!

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Mi domando se siano arrivate le mie ultime analisi.

Nostro figlio

Ma tanto mi sento bene. Andiamo! Nessuno osava dirgli che era morto. E poi così era più facile per noi: non dovevamo portarlo, se camminava.

Ma il Caporale Kapozy non c’era, così incontrammo il Presidente della Repubblica.

All’Eliseo, per favore.

Siete in ritardo.

Siamo tutti occupati con la nuova portaerei “Castoro”. Può trasportare tutto l’esercito francese in una volta, compresi equipaggiamento e barche. Riuscite a crederci?

Sì: Johnny Hallyday. È così che è andata. Siamo tornati all’inizio della storia, nel caso non ve ne foste accorti. Spiacente, il signor Kapozy non ce l’ha fatta: comanda il contingente francese alla dimostrazione del nuovo ordine internazionale nel Golfo del Messico. 11


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