Grazie a Silvia, sempre. Grazie a Beatrice, Giovanni e Teresa per il tempo che hanno regalato a questo libro. Grazie a Michele e Caterina per l’affetto e la stima di cui mi circondano. Grazie a Bibbiena e ai suoi abitanti per avermi preso così come ero.
Testo e disegni Sualzo Colori Stefania Aquaro e Pamela Poggiali, con la supervisione di Sualzo Coordinatori della collana Caterina Marietti e Leonardo Favia Design della collana Anna Iacaccia Lettering e impaginazione Officine Bolzoni con Cosimo Torsoli Supervisione Michele Foschini Proofreading Francesco Savino
Via Leopardi 8 – 20123 Milano chiedi@baopublishing.it – www.baopublishing.it Il logo di Bao Publishing è stato creato da Cliff Chiang. Fermo è © 2013 Antonio Vincenti. Per l’edizione italiana: © 2013 BAO Publishing. Tutti i diritti riservati. ISBN: 978-88-6543-158-0
va bene, giulia... non fa nulla...
proprio non ci riesco a passare, prima che tu parta. mi sono ricordata che oggi è l’ultimo giorno per iscriversi all’appello di geografia.
... ci sei?
devo assolutamente andare in facoltà. tanto non è così lontano... ci vediamo presto, no?
e quando pensi di tornare?
non so. prima mi sistemo con l’alloggio, il servizio e il resto...
sì... no, non è lontano, ci vediamo presto.
due o tre giorni, penso.
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è il 1996. Dal prossimo anno, la leva obbligatoria sarà ridotta e poi abolita definitivamente.
Io, ovviamente, sbaglio i conti con gli esami universitari e il mio rinvio non viene accettato dal distretto militare.
sono consapevole di non avere nessuna possibilitĂ di sopravvivere a dodici mesi in una caserma.
all’ultimo momento utile, riesco a fare domanda per il servizio civile.
di solito, poi, se sei studente, ti mandano presso un ente vicino e puoi continuare tranquillamente a dare i tuoi esami.
mi dico.
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ma di esami è quasi un anno che non ne preparo uno.
altrimenti non sarei in questa situazione...
in più, mio zio ha pensato bene di telefonare a quel suo compagno di classe che ora è deputato.
«per andare sul sicuro» ha detto. «che non sono mica obbligati a lasciarti a perugia».
bibbiena: comune di 14.000 abitanti sull’appennino tosco-romagnolo.
130 chilometri da perugia di cui 40 di curve. tempo di percorrenza almeno due ore.
non erano obbligati.
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ci siamo. andiamo a cavalcare un anno di scartoffie.
mi dico.
toc! toc!
assessore, ne è arrivato un altro.
avanti!
come stavo dicendo al suo collega vasco, il comune è piccolo, a regime sarete quattro obiettori.
buongiorno, si accomodi. lei è sebastiano, vero?
intanto cominciate voi due.
ciao.
sì... buongiorno.
‘ao...
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lei si sta laureando in lettere, vero?
uno è necessario subito per la biblioteca.
sĂŹ, mi mancano quattro esami
dobbiamo catalogare 10.000 libri di un fondo appena donato.
benissimo. e conosce il dewey, giusto?
dewey: sistema di classificazione decimale. utilizzato principalmente in ambito bibliotecario.
il...?
lei aspetti qui. la verrĂ a prendere la responsabile dei servizi sociali.
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ci ho fatto un corso appena tre mesi fa.
ottimo. allora lei venga con me, la presento subito alla direttrice della biblioteca.
ci sono famiglie con situazioni problematiche alle quali viene assegnato un servizio di qualche ora a settimana.
... e in cosa consiste il servizio domiciliare? oh, niente di difficile...
tu vai lĂ e cerchi di essere utile.
ma... che tipo di problematiche...
vedi se puoi fare qualcosa per loro.
ce ne sono diverse: familiari malati, adolescenti borderline... ma tu ti occuperai soprattutto di disagio psichico.
hai ragione... lo dico sempre che a forza di aver paura delle parole si finisce per non capirsi piĂš.
e, in un momento...
ti occuperai dei matti.
?
... vengo cacciato dal paradiso delle scartoffie.
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Com’è andata la mattinata? Io alla grande.
Ho appena scoperto che prima delle nove in biblioteca non c'è nessuno.
Basta che alla fine riusciamo a catalogare tutto il fondo.
E poi mi hanno detto di gestirmi gli orari da solo.
Figo, no?
Nemmeno la direttrice.
Senti, ma... non trovi che sia un po' strano?
Sicuro...
Che cosa?
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non ti senti a disagio? insomma, venire tutti i giorni all’ospedale... farci mangiare in questo posto...
mmmh... no, e perché?
voglio dire... è la mensa di un ospedale.
per venire qui si passa davanti ai reparti...
ah, sì? l’importante è non finirci dentro! ah! ah!
e poi il purè è buono. non lo finisci?
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ora ti porto dai Bilita, tu cerca di fare amicizia con francesco.
andate a fare una passeggiata, chiedi alla moglie se ha bisogno che lE facciate la spesa...
per il primo incontro limitiamoci a cose semplici, poi penseremo a qualche attività...
ma francesco... che cosa...
cioè, voglio dire...
senti...
sebastiano. sì, insomma che tipo di...
senti, sebastiano, non ti interessare di cosa hanno o non hanno le persone che dovrai incontrare in questo tempo.
sapere se sono ciclotimici depressivi, ossessivi compulsivi, schizofrenici o chissà che altro non ti aiuterà a capirli di più.
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o ad avere meno paura di loro.
cerca, se ci riesci, solo di volergli un po’ bene.
sì, ma se dovessi avere qualche problema che posso fare?
non ci saranno problemi, non ti affidiamo mica hannibal lecter!
e se non ci riesci, almeno impegnati per far respirare le loro famiglie due ore al giorno.
non siamo rincoglioniti fino a questo punto.
non ti preoccupare, è il primo giorno... domani sarà già diverso.
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no, certo, non volevo dire questo... è che io... potrei...