Progetto grafico della copertina
LRNZ
Impaginazione
Officine Bolzoni
Supervisione
Michele Foschini
Proofreading
Leonardo Favia e Francesco Savino
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Gli Scarabocchi di Maicol & Mirco - ZZZ è © 2024 Michael Rocchetti.
Per l’edizione italiana: © 2024 BAO Publishing. Tutti i diritti riservati.
ISBN: 979-12-5621-081-7
PRIMA EDIZIONE
CEO Caterina Marietti CCO Michele Foschini
Redazione Leonardo Favia, Lorenzo Bolzoni, Francesco Savino, Sara Bottaini, Vanessa Nascimbene e Teresa de Pasquale Ufficio commerciale Alessandro Boggiani Ufficio stampa Daniela Odri Mazza e Chiara Calderone Contenuti digitali originali Giuditta Esposti Ufficio amministrativo Alessandro Virgara
“Questo libro non contiene bestemmie o atti di violenza ma solo loro rappresentazioni. Rappresentazioni messe in pratica non dagli autori-creatori ma dai loro personaggi, i quali godono di libero arbitrio. In caso voleste condannarli e incarcerarli, avvertiteci pure. Vi disegneremo una galera ad hoc.”
La
prefazione senza disegni
di Frank Matano
Chiunque tu sia, immagino uno/a/unni che si ritrova colposamente nella parte noiosa del libro. Questo è un libro di fumetti, penso che l’avrai capito anche se non giudichi un libro dalla copertina, ti sarà ben chiaro che questo tomo contiene disegni e ti pare che tu prendi un libro di disegni per rilassarti un po’ dagli altri libri pieni di frasi che leggi senza capirne il senso perché sei impegnato a pensare ai tuoi problemi e adesso che hai l’occasione di far uscire un po’ di aria dal naso e accennare sorrisi di pagina in pagina ti vai a leggere la prefazione che come già diceva il titolo è priva di disegni? Sei proprio scemo.
Visto che ormai io e te siamo qua, cercherò di rendere fruttuoso questo tempo che stai buttando dandoti delle informazioni vere e verificate sull’autore del libro e sui suoi disegni.
Scliccheccando su un sito di albero genealogico ancestrale punto org sono arrivato ai primi uomini (o donne certo) che hanno condiviso il DNA con il Sig. (signore non sigaro, sei scemo quindi specifico) Michael Rocchetti. Pensate che questi primitivi lontanissimi parenti di Maicol sono stati i primi a occuparsi di pittura rupestre umoristica. In alcune cave di San Benedetto del Tronto sono state rinvenute delle raffigurazioni sui muri che da oltre tre milioni di anni hanno fatto ridere chiunque si riparasse lì dentro dalla pioggia o da un mammut o un orso. Una di queste era proprio un disegnino (molto simile a quelli del libro) che raffigura un viandante riparato in una caverna (già c’era il meta) con scritto “Guarda che non c’è la porta, gli orsi entrano pure qui dentro”.
Oppure un altro al soffitto con due uomini con una lancia che dicono “Bella lancia, la fanno anche per australopitechi?”
In un altro ancora ci sono cinque omini intorno a un fuoco e uno dice “Mo’ se si spegne quello Gianfranco torna tra una settimana” (Alcuni archeologi hanno decifrato il fù-metto ipotizzando che Gianfranco fosse l’unico a saperlo accendere, pare sia la teoria più valida).
All’ingresso della caverna ce n’è uno esistenziale, è una tigre dai denti a sciabola che sentendo l’odore dell’estinzione dice “Non si chiava”.
Su alcune lastre di marmo di fronte al comune di Ascoli Piceno sono stati trovati dei disegni romanici fatti proprio da un certo Maicolus Rocchettus Buonissimas Freschissimas Levissimas, un altro meno lontano parente dell’autore.
Sopra c’erano altri piccoli disegni incisi nella pietra, una scritta “XVIIICEEEXXILLLAO” e un omino che dice “Que fallicos di numerus è sicuesto?”
Potrei andare avanti per ore a scrivere falsità sulla famiglia di Maicol, ma ci tengo che arriviate il prima possibile al sodo di questo libro.
Vedrete poche battute lapidarie e dei disegni essenziali, questi disegni Maicol li realizza con lo scarto di linee che ha trovato da disegni per bambini, schizzi di ingegneri, scarabocchi di chi non ascolta all’università, bigliettini di innamorati, pennebiccazioni sulle banconote, nomi sui banchi, Goku sui gessi del braccio rotto. Maicol ha preso tutte queste linee e le ha riposizionate per realizzare tutti i fumetti dandogli un nuovo, poetico significato (ha molto a cuore l’ambiente quindi non butta via niente).
In questi disegnini, che in un colpo di palpebra non sembrano niente e nel successivo rendono fortissimamente l’idea, vi rispecchierete e spesso da quel riflesso preferirete sparire. L’essenzialità dei disegni e del testo non permette alla disillusione di dominare per intero le pagine di questo libro. Maicol in fondo è un romantico, uomo che poggia il pennello sulla tela prima di pensare e il pennello giuro che non è una metafora per il suo pene beige, intendo proprio il pennello quello con i peli (di cinghiale?) e il manico (di legno?).
Molto spesso Maicol chiude i suoi fumetti con un FINE. Come se fosse la sua firma. Come se il suo desiderio fosse quello di definirsi uno che trova il senso alle cose, uno che le chiude, uno che riesce a trovare il finale. Sembra proprio che Maicol sia quel tipo di uomo che mentre sta sulle montagne russe pensa a cosa disegnerà la sera perché il fatto che le persone gridino sopra quel macchinario che emula stati di pre-morte gli ha dato un ottimo spunto per un fumetto.
Ah, tutti gli avi di Michael soffrivano di eiaculazione precoce e quando perdevano ai giochi si mettevano a piangere, c’era scritto sul sito.
FI NE