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Traduzione Leonardo Favia Lettering e impaginazione Officine Bolzoni Book design dell’edizione originale Cary Grazzini Editor dell’edizione originale Diana Schutz Supervisione Michele Foschini Proofreading Francesco Savino
BAO Publishing Via Leopardi 8 – 20123 Milano chiedi@baopublishing.it – www.baopublishing.it Il logo di BAO Publishing è stato creato da Cliff Chiang. Titolo originale dell’opera: The Art of Bone The Art of Bone™ & copyright © 2007, 2014 Jeff Smith. All rights reserved. Dark Horse Comics® and the Dark Horse logo are trademarks of Dark Horse Comics, Inc., registered in various categories and countries. All rights reserved. Per l’edizione italiana: © 2014 BAO Publishing. Tutti i diritti riservati. ISBN: 978-88-6543-262-4
Cliff, il logo di BAO Publishing, interpretato da Jeff Smith.
P
ochi di noi in quarta elementare sapevano già cosa avrebbero voluto fare da grandi. Ancor meno hanno raggiunto gli obiettivi fissati a quell’età. Jeff Smith è un’eccezione. Ha immaginato e creato fumetti con i cugini Bone dall’età di nove anni. Al college, le tecniche di disegno e di narrazione erano migliorate, e a quell’epoca aveva già colto i vantaggi che un personaggio femminile bello, talentuoso e scaltro poteva apportare al suo universo cartoonesco. Una delle caratteristiche che ha immediatamente fatto spiccare Smith rispetto ad altri talentuosi ma poco innovativi disegnatori dell’epoca è stata proprio la consapevolezza, fin dall’inizio, che il medium fumetto poteva essere utilizzato per raccontare una storia con una morale. Poiché Smith sapeva di voler diventare un disegnatore, e leggeva fumetti sin dalla tenera età, è sempre stato molto aperto a imparare da chi ammirava. La maggior parte dei disegnatori imparano dai maestri. Quelli dotati di talento riescono ad andare oltre l’imitazione, costruiscono partendo dal lavoro degli altri per creare qualcosa di nuovo. Smith è sempre stato molto chiaro sulle proprie influenze. Per esempio, rende evidente il proprio debito nei confronti di Walt Kelly, non solo per lo stile artistico, ma anche per la giustapposizione di ambienti iperrealistici con personaggi fantastici. L’utilizzo della Caverna del Vecchio in Bone è analogo a quello della palude Okefenokee di Kelly in Pogo. Un’altra importante influenza di Smith è stato Will Eisner. Con un diretto riferimento alla profonda analisi sulla narrazione sequenziale di Eisner, il racconto di Bone sfrutta tutti quegli strumenti che l’illustrazione o la
prosa non hanno se presi singolarmente. Attraverso il linguaggio del corpo dei personaggi, le gag visive, le variazioni di velocità, i cambi di dimensioni delle vignette e delle prospettive, e l’uso di effetti sensoriali (come il suono) che influiscono sul coinvolgimento del lettore, Smith sfrutta ogni strumento a disposizione per raccontare la storia a modo proprio. Anche le tecniche di animazione hanno avuto una profonda influenza sulla maniera di disegnare di Smith. Da bambino, amava i cartoni animati televisivi, come anche i film di Walt Disney. Dopo il college, è stato a capo di un importante studio di animazione. Di nuovo, come Walt Kelly (che lavorò per Disney negli anni Quaranta), Smith ha trasferito le tecniche di animazione sulla carta stampata. Soprattutto nell’uso delle inquadrature, vediamo il regista all’opera. Le sequenze cominciano con una panoramica, per poi stringere mentre comincia la storia, fino al climax in cui siamo concentrati su un singolo personaggio che, a quel punto, è il motore della vicenda. Al contrario di altri autori, Smith dà per scontato che il proprio pubblico sia intelligente. Scherza sull’effetto soporifero di Moby Dick. Un cucciolo di creatura ratto viene chiamato Bartleby, un rimando per chi conosce l’opera di Melville. Non esita ad adattare il concetto aborigeno del Tempo del Sogno nel “Sogno” della sua narrativa. Kingdok, l’Incappucciato e il Signore delle Locuste sono spaventosi. Smith è un ottimo scrittore, è capace di generare un terrore appropriato al male incarnato nei propri cattivi. 11
Ci lascia con il fiato sospeso, ansiosi di voltare pagina per scoprire cosa succederà, di sapere se i personaggi cui teniamo se la caveranno. Senza cattivi forti e convincenti, la storia di Boneville sarebbe stata divertente, ma non coinvolgente. Bone è una storia multistrato accessibile ai lettori di tutte le età. Smith combina la tradizione dei fumetti con gli animaletti buffi e delle storie di avventura in una trama che ci trascina nella narrazione. Le parti divertenti ci fanno ridere, le parti spaventose sono terrificanti il giusto, e per tutta la durata, Thorn è una bella cercatrice circondata da amici fidati e familiari. Smith sintetizza le proprie esperienze e filosofie di vita nel disegno. Per esempio, i notevoli paesaggi delle Hocking Hills dell’Ohio hanno influenzato le ambientazioni della storia. I viaggi in India hanno dato forma all’architettura di Bone. Ma l’influenza più profonda è data dalla filosofia personale, secondo la quale la vita di ogni essere umano è segnata da scelte morali che hanno conseguenze reali. Ma, poiché Smith è un ottimo narratore, i lettori non si sentono mai catechizzati.
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La storia di Bone può essere inclusa nella lunga tradizione della letteratura occidentale che colloca l’eroe o l’eroina in un contesto estraneo, con personaggi misteriosi coinvolti in una battaglia più grande tra Bene e Male; le scelte del singolo su come vivere e cosa fare, alla fine, incidono di più. Dal Valhalla a Giasone e il vello d’oro, il mito è stato lo strumento con il quale le civiltà hanno trasmesso i valori morali e fornito intrattenimento. In Bone, Smith esplicita il concetto che la scelta dell’individuo è la chiave per le scelte morali e filosofiche che effettuiamo. Ognuno di noi, come i cugini Bone, ha la possibilità di scegliere a cosa tiene, a chi credere, e cosa è importante. Il fatto che Jeff Smith abbia concepito questa storia e che ci abbia dedicato tredici anni della propria vita (o anche di più, se pensiamo ai personaggi inventati in quarta elementare!) è stupefacente. L’arte di Bone è solo l’adeguata celebrazione di questo traguardo. Lucy Shelton Caswell Professoressa e Curatrice della Ohio State University Cartoon Research Library
L
’arte del disegno è un’arte di riproduzione. Lo scopo 2004. Lungo la strada, ci sono state diverse ristampe come della pagina a fumetti è la stampa - in diverse copie anche ulteriori storie di Bone pubblicate da altri editori, come parte di una serie di pagine che raccontano una per lo più per scopi promozionali, ma in genere interconstoria, che sono distribuite nelle fumetterie specializzate e nessi con la storyline onnicomprensiva.3 A un certo punto, a metà degli anni Novanta, quando l’industria del fumetto vendute ai lettori nazionali ed esteri. Al contrario dell’artiera in una situazione complicata soprattutto per gli indista “raffinato”, il cui lavoro - a essere onesti - è ugualmenpendenti, Smith con saggezza protesse il proprio fumetto te soggetto a tutte le limitazioni che il commercio può per un periodo di sei albi legandolo a una casa editrice più causare, lo scopo ultimo dell’autore di fumetti non è un grande, Image Comics, artefatto unico esposto per evitare l’abisso fisu un muro di qualche IL FORMICOLIO! UNA SENSAZIONE nanziario che incontragalleria boho, destinaTERRIBILE CHE MI RENDE LA TESTA LEGrono invece molti altri. to a finire nello spazio GERA E LE GAMBE DEBOLI! È UN POTENTE ancor più limitato delle PRESAGIO DI COSE BRUTTE IN ARRIVO! Oltre agli albi, Bone è collezioni d’arte privastato raccolto anche te. Quando un autore in tomi: all’inizio, con di fumetti si siede per i volumi da tre albi disegnare una pagina, di The Complete Bone l’intento è di far arriAdventures. Nel 1995, vare quella pagina a Smith decise di ricoquanti più lettori possistruire la collezione in bili, e in questo senso base agli archi narral’effettivo pezzo artistitivi, così rilanciò con co terminato non è la BONE Volume One: Out pagina fisica in sé, ma From Boneville, in verla sua versione stamsione sia brossurata sia pata... o, almeno, una 1 cartonata, terminando sua forma riprodotta. Infatti, con l’arrivo dei con BONE Volume Nine: software di disegno, è Crown of Horns. Quello sempre più difficile destesso anno, Smith rifinire una “pagina originale di fumetto”, e in molti casi non voluzionò il mercato delle librerie pubblicando l’edizioesiste una versione fisica “adatta per essere incorniciata.”2 ne “mattone” BONE One-Volume di 1344 pagine, prima in edizione limitata cartonata, e poi in edizione brossurata, Bone, la passione fin da bambino dell’artista Jeff Smith, ha ristampata poi diverse volte fino a essere ripubblicata nel visto molte incarnazioni su carta stampata. Dopo le pri2006 con una nuova copertina. me versioni dei personaggi e della storia - una delle quali, riprodotta qui interamente, è stata realizzata all’età di Nel 2005, Scholastic Books creò la linea Graphix apposta dieci anni - questa epica moderna, come la conoscono i per pubblicare le versioni a colori dei nove volumi di Bone lettori, è nata nel luglio 1991, quando il primo albo del in un formato più piccolo e portatile. Collaboratore digifumetto, di cinquantacinque, fu auto-pubblicato dalla casa tale di vecchia data di Smith, Steve Hamaker si occupò dei editrice di Jeff Smith, Cartoon Books. L’ultimo, cinquantacolori di ogni singolo volume, lavorando spalla a spalla cinquesimo albo fu stampato tredici anni dopo, nel giugno con l’autore, seguendo i suoi precisi consigli. 13
Jeff Smith è uno dei pochi autori che, sebbene realizzi i fumetti all’antica, disegnando sulle pagine cartacee, non vende le proprie tavole... o non l’ha ancora fatto, per la maggior parte. Quindi, scegliendo i disegni per questo volume, io e il designer Cary Grazzini siamo stati abbastanza fortunati da poterci avvalere delle tavole originali. Il problema è stato più che altro decidere quale versione di una pagina dovesse far parte de L’arte di Bone. Era l’oggetto fisico originale, con i tratteggi a matita blu, il lettering incollato a mano, i segni cancellati degli errori (o, potremmo dire, degli approcci riconsiderati) e le note di dialogo scarabocchiate dell’autore al margine di pagina? O la pagina finale, il disegno in bianco e nero per la riproduzione, senza alcun segno visibile della lavorazione? O la versione più recente del disegno, arricchita ormai del colore digitale? La risposta, credo - e questo volume lo mostra ampiamente - comprende tutte e tre. Mentre il processo artistico è intrinsecamente interessante e poco noto anche al fan più appassionato della saga, il disegno poi pubblicato trova la propria dignità nell’essere ritenuto il pezzo “finito”, e anche la versione a colori offre un’ulteriore dimensione estetica che merita di essere considerata. Di conseguenza, L’arte di Bone presenta una selezione delle pagine di Smith in varie forme e stadi di lavorazione - oltre a disegni rari
(o mai pubblicati) - realizzate per motivi più vari e spiegati di seguito. In ogni caso, il lavoro è indicato sempre nella propria prima edizione, nella sua versione in bianco e nero. Molte persone hanno fornito un aiuto indispensabile per la realizzazione di questo libro. In primo luogo Jeff Smith e l’intera squadra Cartoon Books: Kathleen Glosan, Steve Hamaker e Vijaya Iyer. C’è però una persona senza la quale questo volume non sarebbe potuto esistere: il designer Cary Grazzini. Questo libro mi preoccupava molto, poiché volevo ricambiare la fiducia concessa da Jeff Smith a Dark Horse; ma è stato quando Cary ha accettato di trovare un po’ di tempo libero nella sua pienissima agenda da capo della produzione Dark Horse per mettersi all’opera sul design de L’arte di Bone che sono stata sicura che avremmo reso Jeff orgoglioso del nostro lavoro. E, quando nelle prime fasi di lavorazione, ho ricevuto una mail di Cary in cui affermava di aver sognato draghi rossi e di avere la mia stessa sensazione, ho avuto la certezza che il progetto fosse in ottime mani! Diana Schutz Portland, Oregon 14 marzo 2007
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Questo perché, nella maggior parte dei casi, le tavole originali di fumetto realizzate tra anni Quaranta e Sessanta venivano ciclicamente distrutte dagli editori.
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Né, ormai, ne esiste una versione stampata fisica, visto che molti fumetti vengono creati digitalmente per la distribuzione diretta online.
Smith ha pubblicato due miniserie spinoff di Bone: Racconti intorno al fuoco, testi di Tom Sniegoski e disegni di Jeff Smith; e La principessa Rose, testi di Jeff Smith e disegni di Charles Vess.
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I sogni sono finestre sul Mondo degli Spiriti...
“... un mondo dal quale veniamo tutti... e al quale tutti torneremo, un giorno.�
quando ero
un ringraziamento personale a
in quarta elementare, trasmisero uno speciale animato di pogo in televisione. il giorno dopo, una ragazza di nome tammy portò un volume di pogo di suo padre
di jeff smith
a scuola. me lo diede perché sapeva che mi piacevano i cartoni. fino a quel momento, non avevo mai notato pogo...
... ma fu qualcosa di mai visto prima, per me! per cominciare, era il più grande fumetto meglio disegnato di sempre! si chiamava prehysterical pogo.
incantevole. lo lessi tutto di un fiato.
avevo solo nove anni ma, quando finii quel libro, sapevo cosa avrei fatto per il resto della mia vita.
Pogo art by Walt Kelly © 2007 Okefenokee Glee & Perloo, Inc. Used with permission.
era assolutamente
Le influenze artistiche di Jeff Smith cominciano qui, con il creatore di Pogo, Walt Kelly. Questo tributo fu pubblicato originariamente nel 2001, in Spark Generators, un’antologia a favore del Cartoon Art Museum di San Francisco. 16
ho imparato a suggerire l'idea che i personaggi pensino
da allora,
e parlino con una
walt kelly è diventato
voce unica.
il mio maestro.
ho imparato anche a
ho imparato a inchiostrare le linee più o meno spesse, per farne sembrare una più lontana di un'altra.
ragionare su me stesso! per comprendere ogni tipo di comportamento umano, dalla cupidigia alla compassione, dalla politica alle chiacchiere da salotto.
ma la lezione più importante che ho imparato da kelly è stata che un bravo disegnatore ama la verità più di ogni altra cosa.
walt è morto quando avevo dodici anni.
e anche se adesso ne ho quarantuno, ritengo che il disegnatore che è in me abbia ancora nove anni.
... ogni volta che penso che la mia passione per il fumetto stia scemando, recupero un libro di pogo e mi rendo conto delle meraviglie che si possono realizzare.
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Un giovane Jeff Smith (a sinistra) e il fratello minore Randy nel 1965. In questo periodo Smith creò il personaggio di Fone Bone.
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Pagine 19-21: Una delle primissime storie di Bone scritta e disegnata da Jeff Smith intorno agli anni Settanta, quando l’autore aveva dieci anni. Questo “taccuino-fumetto” è stato realizzato con una penna a sfera blu e misura 7x12 cm. Quando ero bambino, disegnavo fumetti su piccoli taccuini. Facevo molta attenzione a non rovinare la colla della rilegatura per non far staccare le pagine, perché altrimenti i miei lavori non sarebbero stati un vero “libro”. Le prime versioni dei cugini Bone vivevano in un mondo simile a quello cartoonesco della Paperopoli di Carl Barks, dove Phoncible P. Bone, il più ricco Bone di Boneville, reclutava in continuazione i cugini Fone Bone e Smiley Bone per aiutarlo ad ampliare la sua già vasta fortuna. “La gemma” è la tipica storia che mi piaceva disegnare all’epoca, piena di urla, cadute, condotti, scoli, trappole mortali e un sacco di acqua... a dire il vero, assomiglia molto alle storie che mi piace disegnare adesso... – Jeff Smith
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tranquilla,
Fone bone! Phoney bone! Oggi tocca a voi fare
thorn! non ce ne siamo
il bucato!
sai cosa c'è di fantastico nel vivere in
sì,
è magica!
fone bone:
e ne siamo
niente!
circondati!
una foresta magica?
ma cresci!
è una mappa
non siamo
del tesoro!
stati portati
ancora non credi nella magia?
alla mappa dai leziosi poteri della magia!
eccolo! Lo sapevo che la mia fiducia nel potere del
c'è una pala!
capitalismo mi avrebbe reso ricco!
Gioielli della corona? Cosa? Cosa?!
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mucchio di vestiti sporchi.
subito!
hmmf! ci che
più potenti
cos'è?
della magia!
siamo stati portati provvidenza assoluta! Questa, mio caro, è opera
che la
forza,
forza sia
seguiamo
con te!
la mappa!
del CAPITALISMO!
è il mio giorno fortunato! Grazie, poteri soprannaturali!
credi davvero che il capitalismo sia un potere soprannaturale?
anzi, è un
dimenticati!
sono forze
a questa mappa dalla
Presto! Aprilo! Che cos'è? Oro?
no, signora! ci pensiamo
cosa?
sono i tuoi vestiti sporchi!
credici, fone bone! È una forza cosmica bella e buona!
credi che thorn stia cercando di dirci qualcosa?
ehi! Ho colpito qualcosa!
be', o è così o i poteri soprannaturali vogliono che facciamo il bucato!
sono stanco di fantasticare su thorn! che ci sarebbe di male se mi voltassi di scatto e la baciassi?
sto bene! sto bene! quanti inning mi sono persa? era un fuoricampo?
io... mi
cavoli! mi
dispiace, thorn! ti ho colpita con il
il tuo... naso?
ehi, forse
ha preso
c'è un
in pieno
medico in
un treno!
paese che può fare qualcosa
naso!
per la tua faccia.
sai perché thorn non ti nota mai, fone bone? perché non hai il senso della moda! ecco,
useremo un po' di fango per darti un aspetto trasandato... hmm. ci servono degli occhiali da sole.
tutti i tipi macho indossano orecchini, ma visto che non hai orecchie, te lo metto
smettila di aiutarmi! ingrato!
in testa!
metti questi!
alla larga
e bo n e fo n thorn m a a tti u t e san n o! lo
no! non è vero!!! di' a tutti che non è vero! non sono innamorato di thorn!
va bene! lo va bene! le dirò cosa hai detto!
ammetto! sono innamorato di
dire a nessuno cosa?
thorn! ma non dirlo a nessuno!
Smith ricevette una borsa di studio al Columbus College of Art and Design. Una volta lì, però, scoprì che gli studenti si dividevano in due categorie: artisti commerciali e artisti “alti”. L’amore di Smith per l’animazione e i cartoon lo rese un pesce fuor d’acqua, così passò all’Ohio State University nel 1982, soprattutto per disegnare una striscia a fumetti per The Lantern, il quotidiano dell’università. Fu alla OSU che incontrò Vijaya, la sua musa per Thorn e infine moglie ed editore. Infatti, Smith diede il titolo di Thorn alla striscia che fece per il foglio del campus. Sopra: Nel 1986, Smith tentò di rendere adatte al Syndicate le strisce per il giornale del college, senza successo. Queste tre strisce furono poi scartate. Accanto: Pubblicata originariamente nel magazine umoristico della OSU, The Sundial, questa storia da una pagina divenne la base per la storia di otto pagine Poteri soprannaturali, pubblicata otto anni dopo in Disney Adventures Magazine. La storia definitiva è presente nella sua interezza da pagina 50. 23
non ci riesco! ci siamo persi!
andremo lì dove nessun bone è mai andato prima!
azzittisciti, testa di cavolo!
Dopo sei anni come comproprietario di Character Builders, uno studio di animazione di successo, Smith lanciò la propria casa editrice, Cartoon Books, nel 1991. Nel luglio di quell’anno Bone fece il suo debutto come fumetto in bianco e nero. Sopra: I tre cugini Bone - da sinistra: Fone Bone, Phoney Bone e Smiley Bone - hanno personalità molto diverse. Questa vignetta da Bone #1, pagina 4, indica immediatamente le caratteristiche individuali attraverso il dialogo, il linguaggio del corpo e soprattutto le espressioni facciali: l’innocente Fone, l’impaziente e scaltro Phoney, e il comicissimo Smiley, o, secondo l’interpretazione freudiana, ego, es e superego. Accanto: La copertina di Bone #1, disegni e colori ad aerografo di Jeff Smith. 25