Traduzione Leonardo Favia Lettering e impaginazione Officine Bolzoni con Andrea Petronio Supervisione Michele Foschini Proofreading Francesco Savino, Paolo Scotto Di Vetta
Via Leopardi 8 – 20123 Milano chiedi@baopublishing.it – www.baopublishing.it Il logo di Bao Publishing è stato creato da Cliff Chiang. Titolo originale dell’opera: Rachel Rising - Fear no Malus © 2013 Terry Moore. Translation by BAO Publishing. Per l’edizione italiana: © 2013 BAO Publishing. Tutti i diritti riservati. ISBN: 978-88-6543-137-5
la morte non è un gioco che finisce in fretta. la morte è un vuoto che non puoi vedere, e quando il vento ci soffia attraverso, non fa alcun suono. – tom stoppard
ricordi
la
neve
sorella
“e loro cadranno come neve.�
come sto andando?
morte. sta parlando della morte.
gente, che muore. che cade come...
mi scusi.
salve, mi dispiace disturbarla, sono il detective corpell, polizia di manson. è un brutto momento?
sto cercando la stanza di johnny woodall.
ma non è colpa sua. sÏ.
una vertebra schiacciata, una gamba in frantumi, un braccio rotto e un trauma interno... sarà una lunga convalescenza.
come sta?
lei è rachel beck, la nipote?
be’, l’ho letto nel rapporto, ma si vede dai suoi occhi che ha subito un trauma. ha delle brutte escoriazioni sul collo. sono dovute anche quelle all’incidente?
sì.
anche lei è rimasta coinvolta nell’incidente.
è così evidente?
credo di sì. perché sta indagando sull’incidente?
conosceva la defunta? uh... clara james adams?
jet. uH?
è la procedura standard, quando c’è un decesso.
odiava quel nome.
la chiamavamo tutti jet.
quindi eravate amiche?
sì. siamo cresciute insieme.
se può essere di qualche conforto, l’anatomopatologo ha detto che è morta all’impatto. quindi...
no... era viva dopo lo schianto.
mi dispiace. mi ha parlato.
poi è morta...
... tra le mie braccia.
sa, nello shock di un incidente – specialmente uno brutto come il vostro – la mente può giocare strani scherzi...
sì, signora. ma lei non avrebbe mai potuto rispondere. aveva il collo rotto.
era morta prima ancora di toccare l’asfalto.
le ho parlato.
le voglio solo far capire che non ha sofferto.
la bambina che era in macchina con noi, come sta?
e invece lo ha fatto.
come sta la ragazza?
nessuno l’ha menzionata prima.
non c’è nulla, nel rapporto...
come si chiama?
era seduta accanto a me, sul sedile posteriore.
quale ragazza?
non lo so.
è una parente o...?
può descriverla?
no, no... l’abbiamo trovata che si nascondeva in un vicolo dietro il blue note. era spaventata – non parlava – così la stavamo portando alla stazione di polizia.
vi ha detto il suo nome o l’indirizzo?
nove o dieci anni. lunghe treccine, capelli scuri, jeans e scarpe da ginnastica.
bene. forse è sotto shock ed è ancora in giro dall’incidente. la gente lo fa, a volte. diffonderò l’informazione, la troveremo.
caucasica? sì. potrebbe avere ancora addosso la mia giacca di pelle.
no, nulla.
per questo la stavamo portando alla polizia. riesce a ricordare altro?
bene, mi chiami, in caso contrario. si riposi, signorina beck. ne ha bisogno.
no.
è morto sul posto.
i testimoni dicono che abbia sterzato per evitare una donna sulla strada.
ora devo parlare con la vedova. mi dispiace. ma non è colpa sua, no?
detective, come sta l’autista del tir? sta bene?
aww...
jet...
{sigh} cosa hai fatto?
guarda il tuo bel corpo...
aperto in due.
hmm...
jet...
mi dispiace non aver avuto il coraggio di dirtelo prima, ma...
ti amo.
... non ti posso lasciare andare sottoterra senza dirti una cosa.
avevo questo sogno, in cui io e te...
so di non essere un bell’uomo, jet...
ma avrei dedicato la mia vita a renderti felice...
... e al sicuro.
il mondo è un posto orribile.
e tu eri la sua cosa migliore... e guarda cosa ti ha fatto.