Yaxin - Il fauno Gabriel Preview

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IL FAUNO GABRIEL CANTO I

Da un’idea di Man Arenas



il fauno gabriel canto i

Da un’idea di Man Arenas


 Le nuvole, gli alberi e le stondate colline, per quanto bello, tutto sembra freddo e strano come in un sogno che ho sognato tanto tempo fa, e che ora è ricominciato. 

John Keats


il fauno gabriel canto i

Sceneggiatura Dimitri Vey e Man Arenas Disegni e colori Man Arenas



C’è un luogo.

Un luogo in cui le colline sono alte come giganti addormentati.

E dove gli alberi e i ruscelli cantano l’eterno ritorno delle albe del mondo.

Un luogo dove le antiche forze della natura regnano ancora senza riserve.


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È un’isola dai contorni incerti.

Circondata da foreste, popolata di ninfe e di fate, e di fauni dai mantelli ornati di gemme di rugiada.

È una chimera nata dall’Innocenza.

Per raggiungerla, bisogna andare lontano.

Oltre il mormorio dei venti e delle maree. Più lontano delle remote rive dei nostri pensieri.

Nel cuore di una foresta così immensa che ci vorrebbero anni per attraversarla.

Su queste colline e in queste valli hanno passeggiato i nostri piedi bambini.

Ma mai vi hanno lasciato delle impronte, nemmeno sulla terra di questo sentiero.

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Perché l’infanzia,

come la sabbia tra le nostre mani,

si disperde nel corso degli Inverni e delle Primavere. E quest’isola

dalle forme sognate dall’Innocenza ogni giorno ci sfugge un po’ di più.

Come un ricordo nascosto. Come i frammenti di un sogno

Senza poterlo mai davvero dimenticare.

Alla curva di un sentiero abbandonato, nella carezza di un sole tranquillo.

che talvolta riesce ancora a sfiorarci.

Nella bellezza di un momento immemorabile.


E i sentieri in cui si sono persi i nostri sogni di bambini.

Allora le rivediamo, queste rive familiari.

Rivediamo queste belle colline e le verdi vallate.

Scopriamo allora che è la vita a non essere che un sogno.

E che quest’isola dai contorni immutati,

quest’isola, circondata da foreste, popolata di ninfe e di fate, È lei la nostra verità.

Per sempre e ancora.

e di fauni dai capelli intrecciati di scettri boscosi,

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C’è un luogo.

Un luogo in cui gli alberi e i ruscelli cantano l’eterno ritorno delle albe del mondo.

Sogno dopo sogno, dopo sogno,

come onde che si accavallano,

le rive che si allontanano.

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Su quest’isola viveva un mago.

Era il piĂš anziano dei maghi, e il piĂš bravo fra loro. Il suo vero nome non poteva che essere pronunciato nella lingua perduta dei draghi.

Che non sono ormai piĂš che pietre, ceneri e leggende.

Quando il mondo era giovane

e il cielo colmo di stelle cadenti,

egli aveva visto sorgere dagli Abissi del Tempo gli antichi continenti. Aveva visto i fiumi e i ruscelli scaturire dagli oceani.

Aveva visto le montagne elevarsi fino alle nuvole e nascondere il sole.



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