SCOTT McCLOUD
Traduzione Serena Di Virgilio Lettering e impaginazione Officine Bolzoni con Andrea Petronio Supervisione Leonardo Favia Proofreading Francesco Savino
Via Leopardi 8 – 20123 Milano chiedi@baopublishing.it – www.baopublishing.it Il logo di BAO Publishing è stato creato da Cliff Chiang. Titolo originale dell’opera: Zot! ZOT! Copyright © 2008-2013 by Scott McCloud. Published by arrangement with HarperCollins Publishers. Per l’edizione italiana: © 2013 BAO Publishing. Tutti i diritti riservati. ISBN: 978-88-6543-160-3
Sulla Soglia dell’Età Adulta Sto facendo una cosa
pericolosa. Il mio libro Fare il fumetto, duecentocinquanta pagine che spiegano le tecniche di narrazione nel fumetto, è uscito da poco. Qualsiasi cosa possa disegnare dopo sarà posta senza pietà a confronto con quelle teorie. Ma addirittura ripubblicare cinquecento pagine di un’opera realizzata vent’anni fa, ben prima che io stesso scoprissi certe cose? Be’... diciamo che mi sento un po’ messo a nudo. Zot! è un racconto di formazione: i protagonisti adolescenti crescono molto nel corso delle vicende, ma anche per me è stato un periodo di mutamento, durante il quale mi sono confrontato con le mie aspettative sul fumetto e con i miei limiti come disegnatore e scrittore. I miei personaggi ed io eravamo giovani e ingenui e, avanzando a tentoni, cercavamo cosa volesse dire essere adulti, creando nel frattempo nuovi mondi dai nostri sogni. E per molti versi anche il fumetto americano si trovava in una fase simile nello stesso periodo, quello che va dal 1987 al 1991. Eravamo tutti sulla soglia dell’età adulta. Esplorare gli scaffali di un negozio di fumetti o sfogliare queste pagine era la ricerca di un diamante grezzo.
mia “scuola guida”, ma queste storie in bianco e nero erano state concepite per essere autonome e trovo che funzionino ancora come tali, anche dopo una ventina d’anni. Mi sono concesso il lusso di alcune piccole modifiche (elencate dopo l’introduzione), ma a parte queste avete in mano una capsula del tempo di quegli anni. Era un momento in cui la promessa che i fumetti potessero fare “qualsiasi cosa” cominciava a dare i suoi frutti nel mercato statunitense, e questo vale anche per una modesta testata di supereroi, indipendente e in bianco e nero, che iniziava ad andare oltre i confini delle proprie origini e diventando qualcosa di più.
Questo volume raccoglie tutti i racconti di Zot! in bianco e nero scritti e disegnati da me, incluse le quarantotto pagine di schizzi per “Arrivare a 99” su cui Chuck Austen si è basato per disegnare un fill-in di due numeri mentre io ero in luna di miele. C’era stata una prima serie a colori che mi piace chiamare la 3
Kurt dovette impegnarsi per sconfiggere i pregiudizi contro i fumetti che avevo all’epoca, e non so se qualcun altro avrebbe avuto la stessa pazienza. Per parecchi mesi, Kurt venne a casa mia quasi ogni giorno dopo la scuola per evitare suo padre, che cercava sempre di fargli fare lavoretti inutili. Giocava con me a scacchi, che a quei tempi erano la mia ossessione, in cambio di una partita sul tavolo da biliardo che avevamo nel seminterrato (Kurt era bravo con gli scacchi, ma il biliardo gli piaceva di più). Ogni volta si offriva di prestarmi qualcuno dei suoi fumetti. E io ogni volta rifiutavo.
Nerd ambiziosi Nel 1973 feci conoscenza con Kurt Busiek alla mensa della Diamond Junior High School a Lexington, nel Massachusetts: avevo 13 anni. Entrambi andavamo pazzi per la fantascienza, citare i Monty Python, guardare Star Trek e ascoltare vecchi programmi radiofonici come The Goon Show, che la famiglia di Kurt si godeva su di un mostruoso registratore a bobine. Per farla breve, eravamo dei nerd di prima categoria. Ma le credenziali di Kurt surclassavano le mie: infatti lui amava i i fumetti mentre io non li sopportavo.
Per fortuna, Kurt non era solo. La Route 128 di Boston negli anni Settanta, che includeva Lexington, era un po’ quello che negli anni Novanta sarebbe stata la Silicon Valley: una sorta di insediamento di ingegneri e informatici all’avanguardia nella tecnologia. Di conseguenza c’erano tanti ragazzini un po’ geek, e quindi tanti lettori di fumetti. Kurt viveva dall’altro lato della città, ma nella mia zona c’erano tre ragazzi che leggevano fumetti e addirittura ne creavano. Erano i fratelli Dewan, Ted e Brian, un po’ più piccoli di me,
Kurt e io eravamo in ottava classe. Le “scuole medie” del New England, istituite nella regione dal mio bisnonno Jack, comprendevano le classi settima, ottava e nona. L’approccio didattico del vecchio Jack prevedeva un percorso scolastico in cui Kurt e io, che vivevamo in quartieri molto lontani, ci trovammo a frequentare lo stesso edificio. Non posso fare a meno di domandarmi che scelte professionali e di vita avrei fatto se le cose fossero state diverse. In alto a sinistra: Sì, ero Presidente del Circolo di scacchi. Destra: Il giovane signor Busiek. Pagina a fronte: Una delle mie “creature agenda”, vendute per dieci centesimi l’una ai miei compagni delle superiori.
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che disegnavano cose allegramente strane, e il nostro amico Chris Bing, che invece era un po’ più anziano di noi e voleva davvero sfondare nel mondo del fumetto. Questi atteggiamenti diversi mi fecero abbassare la guardia e infine dissi di sì a Kurt, che mi diede da leggere mucchi di albi di vecchi fumetti di supereroi Marvel, compresi Daredevil e gli X-Men originari.
quattro eventi del settore davanti ad un pubblico di fan tra il deliziato e il disgustato, ma per ovvie ragioni non potrà mai essere pubblicato. Il primo libro a fumetti che ci pubblicarono, e ancora oggi il più strambo, uscì quando eravamo ancora alle scuole superiori. Si trattava di un’edizione limitata fatta per l’inaugurazione della stagione della Boston Pops
Tutte le mattine mi svegliavo con radio WBCN di Boston e prima di andare a scuola ascoltavo “LP du Jour”, un nuovo disco suonato per intero, parte del programma di Charles Laquidara, “The Big Mattress”. Mentre gruppi come Supertramp, The Tubes e Roxy Music mi riempivano le orecchie, iniziai a riempirmi gli occhi e la testa con i fumetti. Ero un quattordicenne americano: che mi innamorassi dei supereroi era solo questione di tempo. Nel corso di quell’anno, i fumetti presero il posto degli scacchi, divennero la mia ossessione a tempo pieno, e decisi di diventare un fumettista di professione. Ero oramai un nerd a tutti gli effetti. Durante l’inverno in cui frequentai la decima classe, presi a disegnare supereroi per il nostro gioco di ruolo. L’anno successivo, Kurt e io lavorammo insieme a La battaglia di Lexington, in cui due gruppi di supereroi Marvel se le davano di santa ragione per motivi non meglio precisati, e intanto distruggevano la nostra scuola, la biblioteca e vari edifici storici dei tempi della Rivoluzione Americana. Sessanta pagine di disegni a matita su fogli per macchina da scrivere. Anni dopo, Kurt e io leggemmo quel fumetto proiettando delle diapositive durante
Orchestra, presso la Boston Symphony Hall. Venne proiettata su di un maxi schermo e accompagnata delle voci di alcune personalità radiofoniche locali (incluso Laquidara stesso, mi pare di ricordare). Questa stravaganza in bianco e nero si chiamava Pow! Biff! Pops! e fu il primo crossover autorizzato tra supereroi Marvel e DC (a cui va aggiunto il direttore d’orchestra Seiji Ozawa). 5
L’allora presidente della DC, Sol Harrison, si sedette al nostro tavolo. Kurt aveva scritto la sceneggiatura, disegnata da Chris. Io feci solo i layout, ma ebbi anche il compito di creare tre grossi murali, che vennero esposti nell’atrio e poi venduti ad un’asta di beneficenza. La madre di Chris fu il nostro biglietto d’ingresso (il mio primo incontro con il nepotismo), e anche se avevo solo 16 anni mi resi conto che la cosa aveva a che fare non tanto col talento quanto con l’arbitraria natura delle relazioni sociali. A ogni modo, fece la sua bella figura sul mio curriculum quando, qualche anno dopo, cercai lavoro per la prima volta. Le copie invendute del fumetto vennero bruciate. Avete capito, collezionisti?
A sinistra: Il primissimo schizzo dell’eroe retro futuristico che sarebbe poi diventato Zot. In basso a sinistra: Studio del volto.
Mentre Kurt e io ci apprestavamo ad andare all’università, due esperti di fumetto che vivevano in zona, Richard Howell e Carol Kalish, ci aiutarono ad affinare le nostre abilità e ampliare le nostre conoscenze. Andammo entrambi alla Syracuse University, dove lavorammo duro per sfondare nel fumetto, convinti che fosse solo questione di tempo. In effetti eravamo ancora all’università quando concludemmo un accordo per produrre un fumetto di supereroi intitolato Vanguard, ma l’editore fece una brutta fine prima che uscisse il primo albo. Un viaggio a New York durante il terzo anno di studi, sceneggiature e portfolio alla mano, fu altrettanto infruttuoso. Eravamo due fanboy molto frustrati.
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Durante il corso di design del mio ultimo anno a Syracuse ci insegnarono a scrivere un curriculum. Dovemmo poi individuare almeno un’azienda a cui sottoporlo e io scelsi il reparto produzione della DC Comics. Tre settimane prima della laurea fui svegliato nella mia stanza al dormitorio da una telefonata. Era il capo della produzione della DC, Bob Rozakis, che mi chiedeva se mi andava di fare un colloquio. Per un attimo rimasi lì, incredulo, poi dissi sì... certo che vengo. Arrivai a Manhattan tre giorni dopo con il portfolio. Ebbi il lavoro e tornai a Syracuse così felice che quasi non toccavo terra. Fare il grande salto Lavorare nel reparto produzione della DC fu il primo impiego perfetto per me. Pagine originali venivano impilate continuamente sul mio tavolo da disegno. Su ognuno di quei grossi fogli rigidi, spesso coperti dai disegni dei professionisti che avevo amato alle scuole superiori, andavo a cercare segni di matita, tratti fuori dai bordi e modifiche dei supervisori. L’intero processo di produzione divenne chiaro ai miei occhi. Sapevo che avrei potuto creare i miei fumetti e non vedevo l’ora di farlo. Ma le cose si muovevano lentamente alla DC.
Capii che sarebbe potuto passare parecchio tempo prima di essere in una posizione tale da poter disegnare, men che meno scrivere e disegnare le mie storie. Intanto Kurt firmava il suo primo contratto da professionista e dava l’avvio alla sua scalata al successo (oggi è uno degli scrittori americani più acclamati e rispettati). Mi era chiaro che era già a un altro livello.
In questa pagina: Immagini dalla proposta originaria di Zot! con un Bellows che ricorda un po’ troppo Professor Fate di Jack Lemmon.
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Mi ero trasferito a Manhattan e avevo iniziato a lavorare alla DC da tre settimane quando, domenica 20 giugno 1982, andai a White Plains a casa di Will Eisner a far visita a quel grande del fumetto. L’incontro fu organizzato da Murray Tinkelman, mio professore a Syracuse e suo vecchio compagno di tennis. Will stette per un po’ a parlare con me delle cose che facevo e di quello che volevo dal fumetto. Guardò le tavole in stile Marvel/DC che avevo nel portfolio e poi anche le illustrazioni più inusuali che avevo portato con me. Indicò queste ultime e disse che gli sembravo più interessato a quelle che alle cose più convenzionali. Aveva ragione.
Bob Rozakis che avevo bisogno di un paio di giorni per tornare a casa per un funerale. Gli comunicai anche che per un po’ non avrei più fatto straordinari. Dovevo concentrarmi su una proposta per un fumetto tutto mio. L’anno dopo mandai a quattro editori indipendenti cento pagine di proposta per un fumetto intitolato Zot!. Le sottoposi anche ad Archie Goodwin alla Epic, sottoetichetta della Marvel creativamente più avventurosa, il quale la rifiutò, ma incoraggiandomi al tempo stesso a continuare. Le portai anche a Dick Giordano alla DC, il quale sembrò già più positivo, ma non poteva offrirmi tutti i diritti e il controllo che volevo. Gli editori indipendenti erano tutti e quattro più o meno interessati, ma due in particolare sembravano promettenti: la californiana Eclipse e la First di Chicago. Il contratto con la Eclipse mi piacque di più, e avrebbero potuto procedere alla pubblicazione qualche mese prima della First. Questo per me era importante perché, insomma, come avrei fatto se fosse arrivata una guerra nucleare e la fine del mondo senza che il mio fumetto fosse uscito? Non c’era tempo da perdere. Il primo albo arrivò nei negozi nel marzo 1984. Avevo ventitré anni. I disegnatori convinti di essere anche capaci di scrivere sono più comuni che il contrario, perché l’illusione non è altrettanto facile da distruggere con una semplice occhiata. Kurt per esempio era consapevole di non disegnare abbastanza bene. Al contrario, io iniziai a scrivere fumetti senza farmi problemi, trascurando tranquillamente il fatto che non avessi alcuna formazione come scrittore. La prima versione di Zot! fu una serie di dieci albi a colori pubblicati tra il 1984 e il 1985, e più che su di una storia era basata su di un espediente, una chiave preziosa che tutti cercavano, intorno a cui sviluppai un po’ tutte le mie idee di narrazione visuale.
La mattina dopo arrivò una telefonata da mia madre: mio padre era morto il giorno prima (guarda caso era la Festa del Papà). Prenotai un volo per tornare a casa quella sera stessa. Camminando verso sud lungo Central Park nella luce del primo mattino, andai alla DC pensando a mio padre, a come avesse reso importante ogni momento, senza sprecare neppure un’opportunità. Arrivato alla DC, dissi a 8
soli tre isolati dagli uffici DC al 75 di Rockefeller Plaza. Sapevo che al mondo non c’erano solo i supereroi. Chi sembrava non rendersene conto era il negozio di fumetti americano medio.
Funzionò anche abbastanza bene, ma era chiaro che mi stavo inventando tutto man a mano che andavo avanti. C’erano molte pagine in cui l’eroe e i suoi amici volavano in giro senza un perché. Invece con queste storie in bianco e nero, cominciate all’inizio del 1987 alla matura età di ventisei anni, cercai di sforzarmi per migliorare come scrittore, producendo storie più autonome che avessero almeno un po’ di sostanza dietro a fuochi d’artificio grafici.
A partire dalla fine degli anni Settanta c’era stata una lenta ma costante crescita del numero di rivenditori specializzati, ovvero di fumetterie che offrivano una scelta di titoli ben più vasta di quella che Kurt e io eravamo soliti trovare negli espositori girevoli nei mini-market della nostra zona. The Million Year Picnic a Cambridge fu uno dei primi di questo genere di negozi, e uno dei migliori. Quando Kurt e io lo scoprimmo, pensammo di essere arrivati in paradiso. Purtroppo, molti dei negozi che seguirono l’esempio del Picnic non erano neppure lontanamente così eclettici o approfonditi nelle loro scelte. Inoltre tutte le fumetterie, compresa Picnic, facevano affidamento sui fan di supereroi per pagare l’affitto.
I dolori della crescita: il fumetto americano negli anni Ottanta Nei primi anni Ottanta la mia visione del fumetto era già stata ampliata grazie all’underground americano, al fumetto d’avanguardia, agli albi europei e ai fumetti giapponesi o “manga”. Questi ultimi erano particolarmente interessanti. Studiai centinaia di volumi in lingua originale alla Books Kinokuniya, la libreria giapponese più grande di Manhattan, a
A fronte: Zot sulla copertina del bollettino di Comics & Comix, leggendaria fumetteria di Berkeley. In alto: Il mio tentativo di disintossicazione per mezzo della parodia; l’albo singolo Destroy!!! non era altro che una immensa scena di lotta in formato gigante, proposto come “Il fumetto più chiassoso dell’universo”.
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Lavorando su Zot! mi accodavo a quel movimento indipendente che predicava creatività e originalità, senza però allontanarsi dal genere supereroistico. In altre parole, non correvo rischi. Nel frattempo autori come Will Eisner, Art Spiegelman, i fratelli Hernandez e Harvey Pekar stavano creando qualcosa di completamente nuovo, affrontando tematiche che non avevano niente a che vedere con i supereroi mainstream. Nel fare questo si erano posti ben distanti dal mercato. Il mercato, dal canto suo, ricambiò e si tenne altrettanto alla larga da loro. Nel 1986, il Dark Knight di Frank Miller e Watchmen di Alan Moore e Dave Gibbons divennero il nuovo punto di riferimento per il futuro della produzione americana, cementando nel pubblico l’idea che un fumetto migliore era un fumetto di supereroi migliore
(e più tetro). Il premio Pulitzer ad Art Spiegelman non sarebbe arrivato che sei anni dopo. In quel periodo Zot! ritornava, piccolino tra quei giganti, ma apparentemente con lo stesso obiettivo, quello di dare una rinfrescata a un genere vecchio di cinquant’anni. In realtà avevo in testa un’idea del fumetto più ampia. Come un cucciolo di canguro, la mia opera se ne stava nel caldo marsupio nel genere che l’aveva prodotta, ma aveva l’intenzione di saltare in una direzione diversa. Zot! in bianco e nero Questa raccolta si divide in due parti. “Eroi e criminali” raccoglie i primi diciassette albi ed è la mia versione personale del fumetto d’azione di supereroi, ma si concentra anche
Sopra: Ripensando Butch per la nuova serie in bianco e nero. Sotto: Primi schizzi dei nuovi personaggi secondari: Ronnie, Brandy, Spike e Terry.
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molto sulla storia realistica ed emotiva di Jenny, terrestre e pessimista. Molto del mio immaginario era debitore del crescente interesse per i manga, come pure per autori alternativi come i fratelli Hernandez. La seconda parte, “Storie sulla Terra”, raccoglie gli ultimi nove albi, ambientati completamente nel nostro mondo e quasi del tutto privi di elementi supereroistici: sono storie di gente comune che fa una vita normale, ma raccontate attraverso gli occhi di un visitatore d’eccezione. Zot! era un fumetto sul cambiamento. La serie in bianco e nero segnava già una grossa differenza di stile e contenuti rispetto alla serie a colori. Il mutamento da “Eroi e criminali” a “Storie sulla Terra” può addirittura dare l’impressione di star passando da un fumetto a un altro. Nel corso della produzione di Zot! il mio stile di disegno e scrittura continuava ad evolversi. Il modo in cui disegnavo i personaggi cambiava nel cercare di renderli più espressivi, nel fare i conti con i miei limiti come disegnatore, nel tentativo di mostrare la loro crescita fisica nel corso della storia.
Gli sconvolgimenti più tumultuosi in Zot!, però, hanno forse avuto luogo nella mente dell’autore. Cercavo di rispondere a domande importanti come cosa volessi dal fumetto, cosa volessi dire con le mie storie, e se Zot! fosse il posto giusto per dirle. In questo senso, le trasformazioni di Zot! nel corso di queste cinquecento pagine erano le stesse che stavano per avvenire nel fumetto americano in quanto forma espressiva, settore produttivo e comunità creativa che cercava di uscire dal suo guscio e svilupparsi per diventare il ben più vario, acculturato e formalmente ambizioso medium che stiamo cominciando a vedere in questo secolo.
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L'Altro Zot Questo libro è venuto lungo 576 pagine, quindi abbiamo preferito limitarci alla serie completa in bianco e nero scritta e disegnata da me, ma ci sono altre due versioni importanti di Zot! che bisogna ricordare. Una è rappresentata dalle tavole di Chuck Austen per il fill-in in due parti “Arrivare a 99”, di cui abbiamo già parlato.
si prese una pausa, Matt e io lavorammo insieme a un breve minicomic chiamato Zot! 10 1/2. La Eclipse volle partecipare, e la loro edizione finì col vendere ventimila copie (per quel che vale, uno dei minicomic più venduti di tutti i tempi). Matt continua a far fumetto a Hamtramck, Michigan, dove sua moglie Karen fa il sindaco.
L’altra era una pagina extra in fondo a ogni albo creata da Matt Feazell, re dello scarabocchio e dei minicomic. Nel corso della pubblicazione, da una pagina si passò a sei e ci fu anche un albo extra intitolato Zot! 14 1/2. Ero un grande fan dei fumetti-scarabocchio di Matt degli anni Ottanta, con eroi come Cynicalman e Antisocial Man. Quando Zot!
Va da sé che ci sarebbe piaciuto molto includere in questo volume sia le tavole di Chuck che quelle di Matt, ma con queste aggiunte le pagine sarebbero diventate più di settecento e ci è sembrato esagerato. Speriamo di poterle ristampare entrambe in un futuro non troppo lontano.
Sopra: Zot, Jenny e Butch ballano nell’albo speciale di Matt. A sinistra: Matt a Hamtramck. La mia famiglia e io l’andammo a trovare nel corso di un tour statunitense che durò un anno.
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Note alle modifiche I lettori della serie originaria potranno notare alcune modifiche ai disegni e alla storia in alcune delle pagine. Perlopiù, queste mantengono i disegni e i dialoghi originali degli anni Ottanta, con tutti i loro difetti, ma oltre a qualche revisione dell’ortografia mi sono concesso il lusso di correggere alcuni degli errori più evidenti e dei passi falsi stilistici che avrei tanto voluto mettere a posto negli albi originali, ovvero: I capelli di Jenny da pagina 17 a pagina 138 Quando ripresi a disegnare la serie usai un pennarello a china per i capelli di Jenny. La resa era buona sulle tavole originali, ma in stampa non veniva bene, quindi dopo cinque albi lasciai perdere. In questo volume ho rifatto a pennello le linee a pennarello per uniformarle agli albi successivi. Le parolacce di Dougie da pagina 501 a pagina 507 Il bullo dell’albo 34 che minaccia Woody, originariamente si produceva in una sfilza di parolacce così forti che alcuni lettori le trovarono eccessive, fastidiose e non in linea con il tono della serie. Dopo tutti questi anni, mi sono detto d’accordo e ho deciso di abbassare i toni. Sono sempre parole forti, e ho lasciato la parolaccia lì dove l'ho ritenuto opportuno (per esempio, è ancora lì il “mucchio di merda” di Dekko nella prima pagina a lui dedicata, che venne confuso con “testa di merda” nel lettering originale) ma trovo che la nuova versione di queste pagine sia nell’insieme più appropriata. Nessuno pensi che l’editore mi abbia costretto a lavare la bocca di Dougie col sapone, sappiate che si è trattato di una mia idea. Volti e figure Sono riuscito a reprimere la voglia di ridisegnare tutte e cinquecento le pagine, ma ogni tanto c’erano una faccia o una figura così irritanti che mi sono permesso di sostituirle con qualcosa di più accettabile. Per coerenza, le ho ridisegnate non con lo stile attuale, ma come le avrei fatte vent’anni fa se quel giorno non fossi stato distratto. Tante facce e tanti corpi rimangono maldestri, ma spero che la situazione generale sia migliorata un pochino.
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Parte prima
EROI E CRIMINALI
Pianeta Terra Pubblicato per la prima volta in Zot! n.11-12 Editor dell'edizione originale: Cat Yronwode
Nota: Come detto nell'introduzione, c'era stata una prima serie a colori di Zot!, ma l'albo #11 in bianco e nero segnava un autentico nuovo inizio. Siamo stati tentati di intitolarlo "Nuovo numero uno!" ma a quei tempi sarebbe stato fastidiosamente di moda.
OGNi NOTTE VENGO QUi FUORi, AD ASPETTARE...
LO SO CHE LUi NON È LASSù... NON PROPRiO... MA È L'UNiCO POSTO VERSO CUi GUARDARE...
E LO SO CHE NON È PASSATO TANTO TEMPO...
EPPURE...
Mi SEMBRA Di ASPETTARE DA SEMPRE...
CONOSCO UN RAGAZZO...
SAi...
ViENE DA UN POSTO...
... iNCREDiBiLE.
È DAVVERO UNiCO...
P I A N E T A
QUESTO POSTO Si CHiAMA "TERRA", COME LA NOSTRA.
iL MiO AMiCO Si CHiAMA...
T E R R A PARTE PRiMA
di Supervisione
PREPARATi A MORiRE! BENE, L'HO FATTO USCiRE ALLO SCOPERTO!
E ORA?!
MiSERABiLE
iNSETTO! FERMATi CHE Ti
SCHiACCiO!
MUORi, HO DETTO!
MUORi!
AH! AH! SEi PAZZO!
Mi PiACE QUESTO TiPO! Ci Si METTE PROPRiO D'iMPEGNO!
DiMMi, PEABODY! E ORA CHE FACCiO?!
LO TENGA OCCUPATO, ZACHARY! LA SUA SCORTA Di ARMi È LiMiTATA!
STiA ATTENTO, ZACHARY. Si STA APPROSSiMANDO TROPPO AGLi EDiFiCi.
VERO... EHi, TESTA Di RAPA! Ci VUOi DiRE CHi SEi?!
iO SONO
iL POTERE!
AH! AH! AH! CHE PRESENTAZiONE. iL TUO NOME, SCEMO! COME Ti CHiAMi?
PiCCOLO iNSOLENTE! SONO iL DOTTOR iGNATiUS
RUMBAULT BELLOWS!
E SONO LA FiNE Di TUTTi i TECNOCRATi FiCCANASO DEL TUO MONDO!
È PER QUESTO CHE VOLEVi DiSTRUGGERE iL MUSEO DELLA SCiENZA, BELLOWS?
Sì!
PROiETTiLE VAGANTE iN DiREZiONE DEL PLAZA, ZACHARY!
FiUU! GRAZiE, ZOT!
PERCHÉ SPiEGARLO A TE? MA COS'HAi CONTRO i TECNO, DOC?
SARAi MORTO NON APPENA iL MiO iNARRESTABiLE PORTENTO VOLANTE FARÀ iL SUO LAVORO! "iNARRESTABiLE PORTENTO VOLANTE"? MAMMA MiA! iN QUANTi Ti HANNO AiUTATO A COSTRUiRLO?
CRETiNO! È TUTTA OPERA
MiA! È MOLTO CARiNO!
BAH! NEL MiO MONDO HANNO RiSO Di ME! MA ORA VEDRANNO! iL MiO GENiO NON TEME RiVALi!
GiÀ!
E QUELLO È iL PANNELLO Di CONTROLLO DELLE ARMi?
Sì!
OH-OH! QUELLA SEMBRA UNA BOMBA.
RiTORNERÒ!
SEGUi iL "GENiO", PEABODY.
GiÀ... A VOLTE ZOT È UN PO' SFRONTATO. FORSE PERCHÉ LE COSE GLi VENGONO COSì FACiLi...
MA È UN EROE...
SE MAi DOVESSE SACRiFiCARSi PER SALVARE LA ViTA di QUALCUNo...
... SO CHE NON Ci PENSEREBBE DUE VOLTE.
NON CHE GLi SiA MAi SUCCESSO.
LA NOSTRA PREDA Ci È SFUGGiTA, ZACHARY.
VA BENE COSì!
È COMUNQUE UNA
BELLA GiORNATA!
ZOT... Mi MANCHi.
Mi MANCHi...
EHi, JENNY! SETTEMBRE È FiNiTO. iL TUO RAGAZZO Si È FATTO PiÙ ViVO?
NON È iL "MiO RAGAZZO"!
... CHiSSÀ POi DA DOVE, ViSTO CHE ANCORA NON ME L'HAi DETTO.
OKAY, NON È iL "TUO RAGAZZO". PERÒ STAi SEMPRE A PARLARE Di LUi, A DiRE CHE È FANTASTiCO, CHE ViENE DA UN POSTO FiGHiSSiMO...
SCUSA, TERRY. È TUTTO UN PO' STRANO. E LUi NON È Di QUESTE PARTi...
MA È UN PiGMEO? E ALLORA? EHi, TU ViENi DALLA CALiFORNiA, È GiÀ ABBASTANZA ESOTiCO PER...
EHi, JENNY! OGGi Si RiUNiSCE iL GRUPPO Di FRANCESE. ViE... ViENi?
Ci SARÀ DA MANGiARE... OOOPS!
OH-OH. ALLARME NERD.
ALLARME NERD.
CO...? OH, NO... Di NUOVO!
BE', VA BENE, ALLORA LA PROSSiMA...
ASCOLTA, CRETiNO! NON LE iNTERESSi, OKAY? SE NON Ci ARRiVi...
AH, CiAO TERESA.
MAGARi UN'ALTRA VOLTA, WOODY.
SCUSA, JENNY... iO... ALLORA Ti LASCiO iN PACE...
WOODY, ASPETTA. NON FRAiNTENDERE. NON Ti TROVO COSì MALE! è che...
TERRY, NO! NON HO DETTO QUESTO!
DAVVERO? MA ALLORA Ti PiACCiO? AH... CERTO CHE Mi PiACi, SUVViA!
WOW, GRAZiE! ANCHE TU Mi PiACi!
BE'... ALLORA Ci Si VEDE, EH? CiAO, PER ORA!
Ci PROVERÀ ANCORA, VERO?
CE NE METTi AD iMPARARE,
JENNY WEAVER.
... Mi DiSPiACE CHE iL MiSTERiOSO "ZOT" NON ABBiA RiSPETTATO LA PROMESSA. SO COME Ci Si SENTE...
Di SiCURO avrà UN BUON MOTiVO...
CiAO, SGORBiO!
SEMPRE iNSiEME AGLi STRANiERi... HAH! CAPiTO? STRANiERi! STA' ZiTTO, BUTCH.
A DOMANi, JEN. NON Ti DEPRiMERE TROPPO, OKAY? CHiUNQUE SiA QUESTO ZOT, PROBABiLMENTE NON NE VALE LA PENA. TERRY, ASPETTA! NON ABBANDONARMi CON iL VERME!
ADiOS!
AH, GiÀ, È VERO. NON SiAMO PiÙ A LOS ANGELES. EH! EH!
HA CHiAMATO PAPÀ, Si FERMA A CHiCAGO ANCORA UN PAiO Di GiORNi... LA MAMMA RiENTRA VERSO LE OTTO, COME SEMPRE.
POSSO FARE GLi SPAGHETTi, SE VUOi... O CHiAMARE "DA TONY"...
CiAO ANCHE A TE...
CHE BELLO! COS'È CHE FA?
È UNA RADiOBUSSOLA. Mi GUiDERÀ DRiTTO DA TE QUANDO ARRiVERÒ SULLA TUA TERRA.
RESTO UN PO' SU SiRiO iV, MA VENGO A TROVARTi PRiMA DELLA FiNE Di SETTEMBRE.
Ci CONTO!
EHi!
OH, CRiBBiO... SCUSA, JENNY!
CARA! CHE SUCCEDE?
POTEVi ANCHE CHiAMARE, SAi!!!
OH, NiENTE, MAMMA! Mi È PARSO Di VEDERE UN SERPENTE!
NO, ANZi... UN MOSCERiNO!
TORNO DOMANi... SCUSA...
AAAH, NON SONO ARRABBiATA, ZOT... Mi HAi SOLO FATTO PAURA... Ci VEDiAMO SUL RETRO TRA DiECi MiNUTi, OKAY? SONO FELiCE CHE TU SiA TORNATO...
VA TUTTO BENE!
Ci SEi, DiG?
QUASi! Ehi, HACKER, FORZA! SONO QUA!
ECCO, ECCO.
FATTO! ADESSO È PRONTA!
JENNY, QUESTi SONO i MiEi CARi AMiCi JOSH HACKER E DiCK DiGGER!
EHi, LA CONOSCO QUELL'AUTO!
CiAO.
PEABODY LO CONOSCi GiÀ...
CiAO. BUONA SERA, MiSS WEAVER.
ALLORA HACK, CHE NE pensi? LA RAGAZZA Di ZACH È CARiNA COME DiCE LUi?
NON SONO LA SUA RAGAZZA.
NON È LA MiA--
BE', SE Ci SiAMO TUTTi, ALLORA MUOViAMOCi!
MMMH...
FORZA! NON SiAMO--
EH? iN QUEL COSO? MA È UN ROTTAME! MANCANO PURE LE RUOTE!
BE', EFFETTiVAMENTE iL FONDO Si È STACCATO NEL GiRO Di PROVA, MA L'HO SiSTEMATO.
ZACHARY, LE LEGGi CONTRO L'iNTRODUZiONE Di NUOVE TECNOLOGiE iN MONDi NON MEMBRi SONO MOLTO PRECiSE. iN QUANTO iNDiGENA, JENNiFER NON PUÒ...
NEL NOSTRO MONDO, MA QUESTO È iL SUO MONDO E...
E LE RUOTE... DiG SA ATTERRARE BENE ANCHE SENZA.
... LA LEGGE PROiBiSCE... {clic} TUTTO OKAY! L'HO SPENTO.
DAAAi, PEABODY! JENNY HA GiÀ ViSTO una ROBA DEL GENERE!
ASPETTA! NON POSSiAMO LASCiARLO QUi, COSì!
SAi, Di NOTTE SEMBRA QUASi LA NEW YORK DEL MiO UNiVERSO!
FORZA, ZOTTO! ANDiAMO.
OH, TERR, NON È UNO SBALLO?
TUTTO iLLUMiNATO.
TRANQUiLLO, AMiCO. QUANDO TORNiAMO LO RiATTiViAMO.
EHi, QUELLO LAGGiÙ DEV'ESSERE iL CORSO!
ZOT, PASSiAMO A PRENDERE UNA MiA AMiCA?
TERZA CASA A DESTRA, DiG... QUELLA... CERTO, JEN.
LA VEDO DALLA FiNESTRA.
EHi, TERRY!
AH, ZOT... QUESTA NON Mi PARE UNA ZONA MOLTO TRANQUiLLA DELLA CiTTÀ...
AH! AH! AH! NON TEMERE, JEN. Ti PROTEGGO iO!
JEN-NYY! COSA Ci
CiaMOO
FAC
QUi???
DAVVERO, JEN! ViVi QUi DA SEMPRE, E NON SEMBRi APPREZZARE AFFATTO iL TUO MONDO!
DAi, ZOT! QUESTO POSTO NON FA PER NOi! ANDiAMO ViA! PER FAVORE!
MA GUARDALO, È AFFASCiNANTE!
NON LO SAi DOVE SiAMO?
HAi DA VENDERE?
EHi, PUPE...
MA NON CAPiSCi? QUi È DiVERSO. ZOT, ASPETTA!
WOW! GUARDA!
PERSi Di ViSTA... OH, BE'...
MA QUi Ti LASCiANO DiPiNGERE i MURi!
EHi, JEN, COME Li CHiAMi...?
DiGGER, È MEGLiO RiTROVARE ZOT. NON VOGLiO CHE Si METTA NEi GUAi...
LE LUCi, LA MUSiCA, BALLARE...
AAAH, Di CHE Ti PREOCCUPi? ZACH SE LA SA CAVARE.
BELLA ARMA!
È UNA CALCOLATRiCE, CAPO...
JEN, NON ESSERE iN ANSiA PER LUi! STAi iN ANSiA PER NOi!
QUANTA ViTA...
"NON CAPiSCO PERCHÉ JENNY SiA A DiSAGiO QUi." SAi COSA DEVi FARE, QUiNDi VAi!
ECCO PERCHÉ È DiFFiCiLE, COGLiONE! PAURA?
POi SAi DOVE TROVARCi...
eh... eh... HAi SENTiTO, STRONZO?
COSì PARE!
MEEERDA!
NON HO PAURA! LO FACCiO.
MA ROOK, C’È TROPPA GENTE iN GiRO!
PANE 1,05$, FORMAGGiO 1,49$, LATTE 1,29$, UOVA 0,89...
HAH!
QUANTO FA? 4.00$... 4,50$... FORSE CON LE OFFERTE...
Sì! È FACiLE!
ODDiO, PROPRiO ORA?
AiUTO! QUALCUNO Mi AiUTi!
QUESTA VECCHiA SEMBRA FACiLE!
AH! AH! 'FANCULO, VECCHiA PULCiOSA!
TE L'AVEVO DETTO CHE LO FACEVA. GUARDALO... GLi PiACE!
AH! AH!
GiÀ, È... EHi! CHi È QUELLO DiETRO Di LUi?
SCUSA!
BELLO, NO? È iL MiO NUOVO POTERE! Si CHiAMA EFFETTO ANTi GRAViTÀ! CON LE AUTO Si FA DA UN PO'...
Ci HAi FATTO CASO?
... MA iO HO iL PROTOTiPO COMPATTO!
VA SOLO PER CONTATTO, PERÒ. ECCO PERCHÉ ORA STAi CADENDO!
L'HA CREATO MiO ZiO. NON È...
SCUSA!!! SCUSA!!! NON LO farò MAi
PiÙ!
FARE COSA? AH, LA COSA CON LA BORSA?
Sì, È STATO POCO CARiNO... DOVEVO FARLO! LORO... LORO... OH, NO, ROOK! FERMO!
CO-EHi, TU...
NON È GiUSTO!
MA SEi PAZZO? E DAi, ROOK! C’È GENTE CHE GUARDA!
ANDiAMO ViA Di QUi!!!
CHE GUARDA? ma scusate, perché NON FAte NULLA?
CHE GUARDA?
Mi STAVA SOLO AiUTANDO, POVERETTO. NEANCHE SO CHi È. PERCHÉ...?
FATEMi PASSARE, DANNAZiONE!
ODDiO, TERRY, SANGUiNA.
FATEMi PASSARE!
RAGAZZO, STA' FERMO. HO CHiAMATO L'AMBULANZA.
A QUALCUNO È CADUTA LA BORSA?
NO, È TUTTO OKAY, SiGNORA. STO... STO BENE...
OKAY, NON È FERiTO. SUBiTO, BENE! SONO FELi- TERR. CE! E ORA TORNiAMO A CASA? Ti PREEEGO...
ADDiO AL TUO CURRiCULUM iMPECCABiLE. MEGLiO NON DiRLO iN GiRO. AH! AH! GiÀ...
EHi, PUPE...
C’È UNA PRiMA VOLTA PER TUTTO, ZOTTO!
SiCURO Di NON ESSERE FERiTO, ZOT?
CASA DOLCE CASA...
STO BENE, DAVVERO! ADESSO DiG Vi ACCOMPAGNA A CASA...
EHi, ZACH! A DOMANi, COME AL SOLiTO?
Ti CHiAMO DOMANi DOPO LA SCUOLA...
Ci CONTO!
CERTO, DiG! Ci VEDiAMO AL PAViLLiON! LA STRADA LA SAPETE!
EPPURE NON È COSì BRUTTO. È UN PO' DA SiSTEMARE QUi E Lì... JEN DOVREBBE CREDERE Di PiÙ NEL PROSSiMO.
POVERA JENNY...
È COME LA GENTE DELLA MiA TERRA. VOGLiONO FAR DEL BENE. VOGLiONO AiUTARE.
CRESCERE iN UN MONDO CHE NON Ti PiACE.
OKAY...
FORSE C'È MOLTO DA SiSTEMARE...
FORSE...
... FORSE HO PARECCHiO DA iMPARARE...
VENDETTA!!!