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Poesie

LA PIOGGIA

Quando la pioggia cade scrocchia sulla ghiaia quando esci senza ombrello e ti bagni tutto quanto. Quando la pioggia cade il mondo è più triste.

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Dopo la pioggia l’arcobaleno rende il cielo più sereno.

Adelaide Cosma 1C – Poviglio

LaCasadeiPontieri

Sulle sponde del fiume Po, alle porte di Boretto, sorge la “Casa dei pontieri”, un piccolo museo dedicato ai ponti di barche e al mestiere dei pontieri. Il museo è stato fortemente voluto da Romano Gialdini, figlio dell’ultimo capo pontiere, Dino, a cui è intitolato. Al suo interno sono custoditi oggetti e immagini significative del ponte di barche con lo scopo di documentare le trasformazioni che hanno interessato le modalità di attraversamento del fiume, raccontare la vita e le abitudini prima della costruzione del ponte in cemento e tramandarne il ricordo alle generazioni future. Proprio il signor Romano ci ha accolto e fatto da guida quando, il 29 marzo scorso, la nostra classe è andata in visita al Museo al termine del progetto “Divento un Po Grande”, il cui obiettivo è di far scoprire il territorio del Grande Fiume alle nuove generazioni. Il signor Gialdini ci ha esposto la storia del ponte e dei suoi pontieri, insieme a quella della sua famiglia. Prima dell’edificazione dell’attuale ponte in cemento, realizzato nel 1967, le due sponde del fiume, quella reggiana e quella mantovana, erano collegate da un ponte galleggiante, detto anche ponte “in chiatte”, costituito da passerelle collegate tra di loro e sorrette da barche, edificato nel 1866. Le chiatte erano 92, suddivise in 46 coppie di barche, per una lunghezza di 920 metri, poi ridotti a 620 quando vennero realizzate le testate. Il ponte era sorvegliato giorno e notte e proprio di notte due pontieri di turno si alternavano e andavano a dormire in una casetta. Il ruolo del pontiere era fondamentale: doveva occuparsi della

Il Castello Di Torrechiara

Il 14 febbraio 2023 io e i miei compagni delle classi 1 A e 1 B della Scuola Secondaria di I Grado “A. Panizzi” di Brescello, dopo un’attività preparatoria, ci siamo recati in visita al castello di Torrechiara (PR), accompagnati da cinque docenti. Siamo partiti con il pullam scolastico alle ore 08:30 e intornoalleore09:45èiniziatalanostra visita guidata. L’incantevole maniero di Torrechiara fu ricostruito tra il 1448 e il 1460 da Pier Maria Rossi, in onore dell’amata Bianca Pellegrini ed esso conserva perfettamente la sua forma quadrata, compresa tra quattro torri e un’imponente cinta muraria. L’accesso alla corte interna avviene tramite una lunga entrata coperta che conduce al e d’onore, dove è collocata la San Nicomede, il cui borchiato con i monogrammi Bianca Pellegrini e Pier Maria Rossi. All’interno del castello di Torrechiara no visitabili: l’antica cucina, le stanze golato, dei Paesaggi, della Vittoria, degli Angeli, del Velario e degli Stemmi che presentano affreschi realizzati da Cesare Baglione. Al piano superiore si trova la sala dei tre giocolieri, decorata da artisti della scuola del Baglione e dal Paganino. La manutenzione del ponte, di regolare il traffico, controllando che non passassero contemporaneamente vetture troppo pesanti, e di “aprire” manualmente il ponte in caso di passaggio di imbarcazioni di grandi dimensioni, operazione che poteva durare anche diverse ore in base alla grandezza della nave che doveva passare. Il pontiere aveva anche il compito di svuotare le barche che sostenevano il ponte dall’acqua piovana: un lavoro molto faticoso che andava fatto con l’uso di pale e che poteva anche durare per giorni. Ancora oggi, di fronte all’ingresso del museo, è visibile il punto di inizio del ponte in chiatte, con a fianco una guardiola al cui interno è presente un cartello con i prezzi dei pedaggi. Le tariffe erano varie e andavano da un minimo di 0,05 lire per i pedoni, fino a un massimo di 3,00 lire per i carri funebri. La visita ci ha lasciato un bellissimo ricordo, il signor Gialdini, insieme alla storia del ponte di barche BorettoViadana, ci ha raccontato tanti aneddoti, ci ha trasmesso tutta la sua passione per questo importante pezzo del suo passato ed è sempre stato disponibile a rispondere alle nostre domande invitandoci a tornare con le nostre famiglie. salapiùimportanteèlaCameraD’Oro,il cui nome deriva dalle foglie di oro zecchino che un tempo rivestivano le formelle alle pareti. La stanza conserva ancora oggi un raro ciclo di affreschi

Indovinello: mi senti più volte e poi sono morte fino a quando mi chiami di nuovo. Che cosa sono?

Torrechiara perse le originarie funzioni militari e si trasformò in dimora, dalla

Giada Ronzullo 3C - Poviglio

Ritornano le Gite!

quale si ammira un panorama imperdibile su tutta la valle circostante. Ho trascorso una mattinata diversa dalle solite, sicuramente originale; l’uscita didattica, per me, è stata molto utile, perchè ho potuto capire dal vivo come si viveva al tempo dei castelli.

Anna Zanichelli - 1 A Brescello

attribuito a Benedetto Bembo, raffigurantescenedelrituale dell’amore cavalleresco e la celebrazione del legame tra Bianca e Pier Maria. Vi si riconoscono gli stemmi dei due amati, a testimonianza dell’eternità del loro amore. La Camera d’Oro si affaccia su un ampio loggiato realizzato a fine Quattrocento, quando il castello di

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