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Il San Rocco con le dieci sale della comunità riunite in ‘Teatri in rete’ per creare più cultura

Tra le dieci sale dell’Acec (Associazione cattolica esercenti cinema) che hanno dato vita al progetto “Teatri in rete”, c’è anche il teatro San Rocco. Un’alleanza per rilanciare lo spettacolo nelle sale della comunità della diocesi di Milano, una rete che rafforza e coinvolge realtà uniche sul territorio in una stagione diffusa per rilanciare il patrimonio artistico unendo competenze ed esperienze.

Il progetto “Teatri in rete” è il culmine di un percorso condiviso maturato negli anni e che si era rafforzato durante i due anni di pandemia. Una svolta radicale e al tempo stesso un nuovo inizio, ciò perché la tradizione pluridecennale delle sale della comunità ha portato ad esperienze sui territori di appartenenza che rappresenta un unicum a livello nazionale per profondità e per radicamento storico.

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Lo storico taglio del nastro del progetto è avvenuto nella mattinata di martedì 18 ottobre, nella curia arcivescovile di Milano di piazza Fontana. Un progetto sostenuto dal supporto economico della Fondazione Cariplo. Erano presenti don Gianluca Bernardini, referente teatro e cinema della diocesi, presidente nazionale Acec e Acec Milano; Angelo Chirico, coordinatore del progetto; Giovanni Vernazza, membro del comitato di presidenza insieme a Guglielmo Mitta dell’Anet (Associazione nazionale esercenti teatrali) in seno ad Agis, Tiziana Borgo e Andrée Ruth Shammah, direttrice artistica l’una, regista del teatro Franco Parenti di Milano l’altra, oltre ai dieci responsabili delle sale di Arcore (Nuovo), Brugherio (san Giuseppe), Cesano M. (Excelsior), Concorezzo (San Luigi), Seregno (San Rocco), Casatenovo (Auditorium), Cesano B. (Cristallo), Gallarate (delle Arti), Gorgonzola (Argentina), Magenta (Nuovo).

“Il progetto ‘Teatri in rete’ha detto Angelo Chirico - è il teatro vissuto nei territori che ricostruisce oggi più che mai le nostre comunità. Nello scoprire le molte cose in comune rafforziamo le nostre identità e guardiamo insieme al futuro in modo più consapevole e forte. Crediamo che alle difficoltà che il settore culturale sta attraversando si possa rispondere solo unendoci, comunicando insieme e progettando in sinergia”.

Il coordinamento si è proposto di rendere ancora più visibile al pubblico, alla società e alle istituzioni l’unicità dell’esperienza comune. Uno degli obiettivi di ‘Teatri in rete’ è quello di offrire un supporto qualitativo e la messa a disposizione delle competenze reci- proche, per elevare sempre di più l’offerta per gli spettatori, ampliando il bacino e offrendo uno strumento per supportare gli elevati budget economici sostenuti.

‘Teatri in rete’ è sorto per essere un nuovo interlocutore istituzionale, un organismo che rappresenta le dieci sale che insieme contano più di 500 tra operatori culturali, professionisti e volontari, che rendono possibile la continuazione di stagioni storiche. Il coordinamento opera per ottimizzare il circuito degli spettacoli, offrendo alle compagnie teatrali un bacino di pubblico più ampio e una continuità nella programmazione. Il logo di “Teatri in rete” è composto da tanti palcoscenici che convergono verso un unico centro e accompagna tutte le iniziative comuni.

“Il progetto è nato quando ci siamo sentiti più persi, durante i lunghi mesi di stop dovuti al lockdown - ha detto don Bernardini - la missione delle sale della comunità non è di abbattersi, ma di affermare che la cultura è un bisogno essenziale del nostro vivere. Noi ci siamo, ci siamo sempre stati, e ora siamo ancora più presenti per lo spettacolo dal vivo. Le nostre sale sono tutte polivalenti, sono sale della comunità, anzi, meglio è una comunità di sale. L’orizzonte comune non intende limitarsi ai dieci fondatori, ma vuole, con il tempo, andare ad abbracciare altre sale della comunità per costruire una rete di teatri dalle maglie sempre più intrecciate, solide e in grado di avvincere il pubblico”.

La regista Andrée Ruth Shammah, madrina di “Teatri in rete”, dal canto suo ha affermato: “E’ una iniziativa importante e molto bella che premia la dedizione di tanti volontari come ci sono nelle sale della comunità, all’interno delle quali ci sono persone legate da tanta passione e dalla convinzione di operare per creare e far crescere cultura. Persone che aprono e chiudono il cancello del teatro come me da oltre 50 anni. Tutti noi, gente di teatro, abbiamo il desiderio di vedere la sala esaurita, un’ambizione che non dovrebbe avere limiti, ma per far sì che ciò si verifichi ci vogliono i nomi, anche se quello che funziona di più è il passa parola. Spesso lo spettatore viene a teatro e si limita all’applauso, mentre sarebbe utile che condividesse i contenuti della commedia a cui ha assistito. Auguro a ‘Teatri in rete’ di unire sempre più realtà e far sì che frequentare questi teatri sia qualcosa di diverso. Lo dico perché sono una attenta sostenitrice della creatività applicata all’impresa culturale.

Paolo Volonterio

Febbraio 2023

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