Basketinside.com: guida alla stagione NBA 2012/2013

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Basketinside.com Guida alla stagione NBA 2012/2013


Indice Il mercato estivo in tre parti – di Davide Mamone – P. 3 Howard ai Lakers, Nets a Brooklyn – di Filippo Antonelli – P. 9 Lo scambio che ha portato Harden ai Rockets – di Filippo Antonelli – P. 11 Le Finals 2012 – di Filippo Antonelli – P. 12 La corsa all’oro di Team USA a Londra – di Luca Antonelli – P. 14 Race to the MVP – di Marco Conti – P. 16 Rookie Challenge, il Draft e la Classifica – di Niccolò Costanzo e Claudio Pavesi – P. 18 Power Rankings – di Filippo Antonelli – P. 25 Introduzione alla «guida musicale» – P. 26 Atlantic Division – P. 27 Boston Celtics – di Matteo Airoldi – P. 28 Brooklyn Nets – di Davide Mamone – P. 30 New York Knicks – di Gabriele Galluccio – P. 31 Philadelphia 76ers – di Luca Antonelli – P. 33 Toronto Raptors – di Niccolò Costanzo – P. 35

Northwest Division – P. 53 Denver Nuggets – di Davide Quaranta – P. 54 Minnesota Timberwolves – di Niccolò Costanzo – P. 55 Oklahoma City Thunder – di Angelo Lenoci – P. 56 Portland Trail Blazers – di Davide Quaranta – P. 58 Utah Jazz – di Marco Conti – P. 59 Pacific Division – P. 60 Golden State Warriors – di Fabio Trinchero – P. 61 Los Angeles Clippers – di Mattia Kolletzek – P. 62 Los Angeles Lakers – di Davide Mamone – P. 64 Phoenix Suns – di Fabio Trinchero – P. 65 Sacramento Kings – di Marco Conti – P. 66 Southwest Division – P. 67 Dallas Mavericks – di Marco Conti – P. 68 Houston Rockets – di Claudio Pavesi – P. 69 Memphis Grizzlies – di Gabriele Galluccio – P. 71 New Orleans Hornets – di Gabriele Galluccio – P. 73 San Antonio Spurs - di Mattia Kolletzek – P. 74 Il nostro tabellone dei Playoffs – P. 75 Ringraziamenti – P. 76

Central Division – P. 36 Chicago Bulls – di Luca Antonelli – P. 37 Cleveland Cavaliers – di Luca Antonelli – P. 39 Detroit Pistons – di Fabio Trinchero – P. 41 Indiana Pacers – di Marco Conti – P. 42 Milwaukee Bucks – di Luca Antonelli – P. 43 Southeast Division – P. 45 Atlanta Hawks – di Filippo Antonelli – P. 46 Charlotte Bobcats – di Eugenio Nardone – P. 47 Miami Heat – di Angelo Lenoci – P. 48 Orlando Magic – di Filippo Antonelli – P. 50 Washington Wizards – di Claudio Pavesi – P. 51


Il mercato estivo – prima parte Nei tre mesi più caldi del mercato NBA, tra trade, firme inaspettate, voci, tweet, idee ed ipotesi sono accadute tante cose. Noi proviamo a riassumere in tre tappe tutto ciò che è accaduto, analizzando i movimenti, i tentativi di scambi, le smentite e la risoluzione dell’infinito Dwightmare. Ma andiamo con ordine e raccontiamo la prima parte di quest’estate 2012. I Miami Heat, con la Gara-5 giocata il 22 giugno, si aggiudicano il secondo titolo NBA in sei anni; il primo sotto la gestione Spoelstra, il primo di LeBron James, il primo del progetto ‘Big Three’ partito due anni or sono. Ebbene, con la chiusura della stagione si apre ufficialmente la bollente sessione di mercato. Sin da fine giugno si rincorrono parecchie voci di corridoio sui destini dei principali protagonisti NBA, primo fra tutti Dwight Howard. Ma come sempre, i Big si fanno attendere ed è quindi tempo per movimenti minori. Ecco quindi che i Detroit Pistons ufficializzano la cessione di Ben Gordon a Charlotte in cambio di Corey Maggete, che facendo il percorso inverso si accaserà nel Michigan per l’ultima stagione del suo contratto, che scadrà proprio nell’estate del 2013. I primi colpi di scena, comunque, ci sono. Il giorno del suo 28esimo compleanno (26 giugno), Deron Williams rende noto di voler uscire dal contratto con i Brooklyn Nets per esplorare il mercato dei Free Agent. Stessa cosa avviene per Jameer Nelson, che a sorpresa entra nella Free Agency e non rinnova immediatamente con i Magic (lo farà poi successivamente). E mentre il 29 giugno i Memphis Grizzlies scaricano O.J. Mayo sfruttando l’Amnesty, i Boston Celtics mettono a segno il primo colpo estivo: rinnovo per Kevin Garnett, 36 anni suonati, triennale da 34$ milioni. Ma sul fronte Celtics, Ray Allen non segue immediatamente le orme del compagno di squadra ed inizia a guardarsi in giro: per lui disponibili Heat, Knicks e Nets. Inizia il mese di luglio e con esso avvengono altri prolungamenti di contratto: Blake Griffin appone la propria firma su un quinquennale da 95$ milioni con i Clippers, subito seguito da Deron Williams. Il play ex Jazz, nonostante i corteggiamenti di Dirk Nowitzki per convincerlo a firmare a Dallas, decide di rimanere ai Nets e firma il massimo salariale (100$ milioni in 5 anni). Brooklyn, scatenata, diventa la vera protagonista di questa parte di mercato: tenta di accaparrarsi Howard con un pressing sfrenato ai Magic, prolunga il contratto di Gerald

Davide Mamone

Il primo trasferimento di mercato dell’estate 2012 ha visto protagonisti la guardia Ben Gordon e l’ala Corey Maggette: il primo è passato dai Detroit Pistons ai Charlotte Bobcats, mentre il secondo ha percorso la strada opposta. Di certo non uno scambio in grado di spostare gli equilibri della lega.


Il mercato estivo – prima parte Wallace, chiude per Mirza Teletovic e firma in sign&trade Reggie Evans, alla cifra di 5$ milioni. L’europeo è quindi ora un rookie NBA. Ma non solo Nets. Ad inizio luglio i principali protagonisti sono playmaker ed esterni. I Celtics acquisiscono Jason Terry, Free Agent, mentre i Phoenix Suns dicono ufficialmente addio a Steve Nash, firmando Goran Dragic (triennale da 34$ milioni), che ritorna “a casa” dopo la parentesi texana. Dicevamo di Nash. Nonostante i suoi 38 anni, si trova decisamente al centro dell’attenzione di molte franchigie; dopo essere stato accostato prima ai Raptors, poi ai Knicks, il canadese però prende la sua decisione: i Los Angeles Lakers. La franchigia Californiana si scuote dall’anonimato dei primi giorni di mercato, utilizza la Trade Exception ottenuta con la cessione di Odom a gennaio e acquisisce il playmaker da sempre agognato, ma mai arrivato. La squadra gialloviola lascia così a piedi Ramon Sessions, che riuscirà poi ad ottenere un posto da titolare firmando per i Bobcats. L’altra sponda di Los Angeles, nel frattempo non sta certamente a guardare. I Clippers confermano Billups, firmano Crawford, ottengono Lamar Odom (anche per lui, un ritorno alla sua prima “casa”) e corteggiano Ray Allen. Il quale, però, il 7 luglio fa sapere che anche i suoi talenti vanno a finire in quel di South Beach, dove raggiunge i Big Three e dove ritrova un altro Free Agent di lusso: Rashard Lewis, anch’egli accaparrato dagli Heat dopo aver lasciato definitivamente gli Washington Wizards. La nostra prima rassegna si chiude qui, con due grosse notizie. Una riguarda un ritorno gradito, anzi graditissimo. Brandon Roy, talento cristallino che ai Blazers ha fatto innamorare tutta l’NBA, dopo gli enormi problemi alle ginocchia avuti negli ultimi due anni, trova una seconda opportunità e firma con i Minnesota T’Wolves. La seconda, invece, vede protagonista un vecchio volpone dell’NBA: Tim Duncan. Il Caraibico prolunga per altri tre anni con i San Antonio Spurs, 34$ i milioni di dollari che percepirà fino al 2015, quando avrà 39 anni. . E’ il 9 luglio, le squadre sono incomplete, il mercato è in fermento e rimane ancora l’enigma più grande: dove finirà Dwight Howard?

Davide Mamone

I Los Angeles Clippers continuano a puntare sull’esperienza per far rendere al meglio il gruppo. Oltre alla conferma di Chauncey Billups, la dirigenza ha scelto di firmare Lamar Odom, che aveva già giocato ai Clippers dal 1999 al 2003.


Il mercato estivo – seconda parte Il caos nel mercato NBA va in crescendo e si entra nella fase dove le Trade superano, a livello di importanza, quanto succede nella Free Agency. I giorni 9-10-11 luglio sembra che siano finalmente quelli buoni per veder concluso il Dwight Drama. Il pivot degli Orlando Magic, ambitissimo da più parti e da oltre 8 mesi al centro del mercato, insiste sul fatto che la sua prima volontà sia quella di raggiungere Deron Williams in quel di Brooklyn. I Nets continuano a fare pressioni sui Magic, che però vogliono scelte e un piano solido per la ricostruzione futura della franchigia. Ecco quindi la blockbuster trade, che vede protagoniste 4 squadre (Nets, Magic, Cavaliers e Clippers) e oltre 12 giocatori. Sembra fatta, ma qualcosa all’ultimo non va; Adrian Wojnarovski, celeberrimo insider NBA per Y! Sports, fa sapere tramite Twitter che finisce tutto in una bolla di sapone. Forse per colpa del GM dei Cavaliers che all’ultimo ha chiesto qualcosa di troppo, forse per un inserimento dei 76ers che ha infastidito gli accordi tra Nets e Clippers. Probabilmente non lo sapremo mai, fatto sta che la trade salta. I Nets escono ufficialmente dai giochi per Dwight Howard e rifirmano così Brook Lopez, con un quadriennale da 61$ milioni. Ma non finisce qui, perché Brooklyn quest’anno avrà grosse pressioni e la nuova proprietà russa non vuole sfigurare: il 12 luglio viene conclusa una trade con gli Atlanta Hawks, che vede Joe Johnson approdare ai Nets in cambio di DeShawn Stevenson, Johan Petro, Jordan Farmar, Jordan Williams e Anthony Morrow. I nuovi movimenti ufficializzati fioccano: Lowry trova un accordo con i Raptors, Lou Williams abbandonato dai 76ers va ad Atlanta, gli Hornets pareggiano l’offerta che Phoenix aveva fatto ad Eric Gordon e si tengono ben stretti il proprio punto di riferimento tra gli esterni. I Suns, sfumato Gordon firmano così Scola, che aveva subito l’Amnesty dagli Houston Rockets. I Denver Nuggets, invece, piazzano il colpo di mezza estate: Javale McGee viene confermato. Coach Karl lo adora e lo vuole porre al centro del progetto e così in Colorado viene raggiunto l’accordo: quinquennale da 50$ milioni. A fine luglio tutti attendono che Dwight Howard possa cambiare aria. Nessuno pensa che la questione possa protrarsi oltre l’inizio delle Olimpiadi, ma invece accade. I Lakers tentano un accordo con i Magic cedendo loro Andrew Bynum ma la trattativa sfuma. Per l’ennesima volta. Los Angeles torna ugualmente al centro del mercato: i Lakers firmano il veterano Antawn Jamison vincendo la concorrenza dei Bobcats, i Clippers invece convincono Grant Hill per un annuale al

Davide Mamone

Ottimo colpo per i Toronto Raptors, che si assicurano il playmaker Kyle Lowry, reduce da un’ottima stagione in Texas con i Rockets. L’altro grande movimento è quello che porta Joe Johnson a Brooklyn, dove troverà Deron Williams e Gerald Wallace. Johnson nelle ultime stagioni era stato il giocatore più pagato degli Hawks.


Il mercato estivo – seconda parte minimo salariale e completano il reparto lunghi con Ronny Turiaf. Ad ogni modo, gli ultimi colpi prima dell’inizio delle ostilità a Londra per le Olimpiadi ci sono. I Nets chiudono per Humpries terminando una sessione di mercato che li ha visti forse primi protagonisti per numero di movimenti; Dallas, sfumato Deron Williams a giugno, completa il roster con Kaman, Brand e Oj Mayo; Andreij Kirilenko torna in NBA dopo la parentesi europea accasandosi ai Minnesota TWolves; il nostro Marco Belinelli va a finire a Chicago, dove si gioca un bel pezzo del proprio futuro NBA. E Jeremy Lin? La Linsanity continua anche in Off-season, con i Rockets che riescono a vincere la concorrenza dei New York Knicks, i quali non pareggiano l’offerta della squadra Texana e lasciano andar via il proprio pupillo. Il ragazzo per metà originario del Taiwan e per l’altra della Cina, firma un triennale da 25$ milioni. A proposito di Houston; il primo giorno di luglio, i Rockets avevano offerto un pazzesco triennale da 25$ milioni a Omar Asik. Il 24, il front-office dei Chicago Bulls, detentori del giocatore nella passata stagione, rende noto di non voler pareggiare l’offerta.

Davide Mamone

I New York Knicks hanno deciso di lasciar andare Jeremy Lin, il fenomeno mediatico della scorsa stagione. Il play che ha frequentato Harvard si è così accasato ai Rockets, dove sostituirà Lowry. Marco Belinelli ha scelto invece di andare a ricoprire il ruolo di riserva di Richard Hamilton ai Bulls.


Il mercato estivo – terza parte Il 27 luglio scattano le Olimpiadi di Londra, con la questione Dwight Howard ancora in sospeso. Dopo due settimane di totale silenzio, Adrian Wojnarovski riaccende i Rumors NBA il 9 agosto. L’insider di Y! Sports parla di una trade a quattro squadre, in via di definizione e molto vicina all’ufficialità. La sera italiana del 10, i quattro General Manager di Lakers, Magic, 76ers e Nuggets sono i protagonisti della multi-chiamata che chiude positivamente il complicato scambio. - Dwight Howard, l’ambitissimo e contesissimo centro degli ultimi mesi nella NBA vola da Orlando a Los Angeles, accasandosi ai Lakers assieme a Duhon e ad Earl Clark (dai Magic), seguendo così le orme di Shaquille O’Neal. - Gli Orlando Magic ottengono Aaron Afflalo e Al Harrington (dai Nuggets), Moe Harkless e Vucevic (dai 76ers), McRoberts ed Eyenga (dai Lakers) oltre che tre future prime scelte. - Andrew Bynum (dai Lakers) giocherà con i Philadelphia 76ers assieme a Jason Richardson (dai Magic). - Andre Iguodala, una vita a Philadelphia, raggiunge il nostro Danilo Gallinari nel reparto esterni dei Denver Nuggets. Ma ad L.A. il mercato non è ancora chiuso, perché manca un vice-Kobe: ecco quindi che il giorno dopo Mitch Kupchack, GM dei Lakers, firma Jodie Meeks, Free Agent ex 76ers. Con la trade che ha posto fine al Dwightmare, le acque nella Lega si calmano decisamente. Pochissime le firme da questo momento a fine settembre; i Phoenix Suns prendono Jermaine O’Neal, Carlos Delfino porta la sua esperienza agli Houston Rockets, mentre per Amundson e Leandro Barbosa i destini sono ancora in dubbio. Darko Milicic infine va a completare il nutrito repartolunghi dei Boston Celtics. Ma come tutti i grandi scenari americani, anche il mercato estivo dell’NBA termina con un botto. E si sa, quando si tratta di botti particolari, i New York Knicks sono sempre presenti; Rasheed Wallace (sì, quel Rasheed Wallace) trova un accordo annuale nella Big Apple, dopo che aveva dichiarato chiusa la sua carriera al termine dell’esperienza ai Boston Celtics nel 2010, dopo le Finals perse.

Davide Mamone

Le due operazioni di mercato principali hanno visto spostarsi due giocatori di grandissimo livello come Dwight Howard, passato dai Magic ai Lakers, e James Harden, trasferitosi dagli Oklahoma City Thunder agli Houston Rockets. Quanto inciderà il loro arrivo sull’andamento delle loro nuove franchigie?


Il mercato estivo – terza parte Ma le sorprese non sono ancora finite: con un colpo ad effetto gli Oklahoma City Thunder decidono di cedere James Harden, che passa agli Houston Rockets. In cambio OKC riceve Kevin Martin, Jeremy Lamb, due prime scelte e una seconda. Una menzione molto particolare, per concludere questo nostro resoconto, va a Tracy McGrady. Il ragazzo dal talento d’oro e dalla schiena a pezzi andrà a giocare in Cina, dopo aver fatto invano un paio di deludenti workout in NBA. McGrady, assieme ad Allen Iverson e a tanti altri, rappresenta quell’NBA magica di fine anni ’90/inizio anni 2000 che sta per scomparire e che non tornerà più. Un in bocca al lupo sentito e sincero per un talento speciale. Tracy McGrady ha lasciato ufficialmente la NBA per trasferirsi in Cina. L’ex stella dei Rockets aveva disputato l’ultima stagione americana con la maglia degli Atlanta Hawks senza trovare molto spazio. In Cina troverà un’altra stella dei primi anni 2000: l’ex playmaker dei Sixers Allen Iverson.

Davide Mamone


Howard ai Lakers, Nets a Brooklyn Una squadra che lascia la sua città di appartenenza e una stella che lascia la franchigia in cui è diventata splendente per provare a vincere da un’altra parte. Insomma, alla base dei temi principali dell’estate 2012 ci sono due trasferimenti. Epocali entrambi, perché il passaggio dei Nets dall’oscuro New Jersey alla fulgente Brooklyn aumenta e non di poco il prestigio della squadra, mentre l’approdo di Dwight Howard ai Los Angeles Lakers rende i gialloviola favoriti d’obbligo per il titolo NBA e porta Dwight sulle tracce di Shaquille O’Neal, che aveva percorso lo stesso sentiero da Orlando a Los Angeles sedici anni fa. I New Jersey Nets, nati nel 1967 come New Jersey Americans, ma già divenuti nel 1968 New York Nets, sono da sempre una squadra errante. Da Teaneck a Long Island, poi a Nassau County e a Uniondale fino al trasferimento più duraturo, quello a Newark, prima presso l’arena della Rutgers University, poi al Meadowlands Sport Complex di East Rutherford. I Nets sono sempre stati considerati, fin da quando erano ancora in ABA, un po’ i cugini meno prestigiosi dei New York Knicks, che hanno spesso e volentieri osteggiato l’avvicinamento dei rivali. Era proprio questo il motivo per cui, alla lunga, i Nets avevano ripiegato su Newark e sul New Jersey per definire il proprio bacino d’utenza. Dopo vent’anni altalenanti a East Rutherford, il nuovo proprietario Mikhail Prokhorov ha deciso di trovare una sede di maggior prestigio per la squadra che intende costruire: si torna per cui ad “invadere” l’area metropolitana di New York e i Nets sono la nuova squadra di Brooklyn. Questa nuova sede e la vicinanza alla squadra di alcune personalità importanti come il rapper Jay-Z concedono alla squadra un fascino enorme. Il progetto di ricostruzione era partito già l’anno scorso con Deron Williams, ma la dirigenza dei Nets ha aggiunto poi anche Gerald Wallace e quest’estate ha ceduto cinque giocatori per acquistare Joe Johnson, mettendo in piedi un reparto esterni da contender. A Brooklyn i Nets ritroveranno i fasti dei tempi di Julius Erving o di quelli del trio Jason Kidd-Vince Carter-Richard Jefferson?

Filippo Antonelli

Il nuovo progetto Nets, trasferiti a Brooklyn, presenta un roster interessante in grado di dare fastidio a un gran numero di avversarie. La stella della squadra è senza dubbio il playmaker Deron Williams, ma anche diversi suoi compagni, come l’ala Gerald Wallace, possono essere considerati di alto livello.


Howard ai Lakers, Nets a Brooklyn L’altro evento estivo giunge al termine di un’infinita telenovela. Tutto parte prima dell’inizio della stagione 2011/2012, quando Dwight Howard annuncia di voler lasciare gli Orlando Magic, esattamente come fece Shaquille O’Neal nell’estate del 1996, quando i Magic diedero l’impressione di scegliere Penny Hardaway come stella della squadra. Howard ha comunque disputato la stagione del lockout nella squadra della Florida, dal momento che i dirigenti hanno sperato fino all’ultimo di trattenerlo. Addirittura, a ridosso della trade deadline 2012, i Magic hanno addirittura convinto Howard a prolungare il contratto per un’altra stagione al fine di non perderlo da free-agent al termine dell’anno. Le trattative per riportare Howard lontano da Orlando sono ricominciate al termine della passata stagione e per qualche tempo si sono rincorse voci su quale squadra sarebbe riuscita nella difficile impresa di fornire un’adeguata contropartita tecnica affinché l’affare andasse in porto. Rockets, Mavericks, Nets, Hawks e Bulls sono state tutte in lizza per acquisire il centro nativo di Atlanta. Poi, finalmente, la svolta: a farsi avanti sono i Lakers che sperano di riuscire ad allestire una squadra ulteriormente competitiva dopo aver già firmato il free-agent Steve Nash. Uno scambio del genere è difficile da orchestrare e per questo c’è bisogno dell’ingresso nella trattativa di altre squadre: Lakers e Magic si accordano con Sixers e Nuggets. Ai Magic arrivano Arron Afflalo, Al Harrington, Nikola Vucevic, Moe Harkless, Josh McRoberts e Christian Eyenga; ai Lakers Dwight Howard, Chris Duhon e Earl Clark; ai Nuggets Andre Iguodala e ai Sixers Andrew Bynum e Jason Richardson. I Magic avrebbero avuto probabilmente la possibilità di ottenere Bynum da questo scambio, ma il centro non ha mai espresso la volontà di voler prolungare il proprio contratto qualora fosse stato ceduto ai Magic. Per i Lakers e soprattutto per Howard si apre una nuova era. Howard affiancherà Pau Gasol sotto canestro e potrà quindi ricevere gli illuminanti passaggi di compagni di squadra come lo stesso Gasol, Steve Nash e Kobe Bryant. I Lakers sono pronti per tornare a puntare di nuovo al titolo dopo due stagioni disastrose nei Playoffs, con le eliminazioni subite contro Mavericks e Thunder. Riuscirà il centro 26enne a dimostrarsi un giocatore centrale in un progetto vincente?

Filippo Antonelli

Shaq non ha mai avuto parole buone per Howard e anche di recente ha dichiarato che per lui il miglior centro della lega è Andrew Bynum. Tuttavia i due hanno avuto inizi di carriera simili: scelti dai Magic con la prima assoluta, hanno giocato e perso una finale NBA prima di passare ai Los Angeles Lakers. Shaq in carriera ha poi vinto 4 titoli, Howard riuscirà a fare lo stesso?


Lo scambio che ha portato Harden ai Rockets L’NBA per sua natura non si ferma mai e non smette mai di sorprendere. Quando alla prima contesa stagionale mancavano 48 ore circa, una notizia è rimbombata in tutto il mondo e ha sorpreso gli appassionati che si aspettavano che la stagione cominciasse senza ulteriori scossoni. James Harden, una delle tre meraviglie degli Oklahoma City Thunder finalisti nella passata stagione, è stato ceduto agli Houston Rockets. Alla base di questo scambio ci sarebbe la scelta del giocatore di non rinnovare il suo contratto, in scadenza nell’estate del 2013, a cifre basse per arrivare al massimo stipendio consentito in un’altra squadra. Per il giocatore si può considerare un passo indietro la scelta di spostarsi da una squadra sicura protagonista ad una compagine meno di livello, ma sicuramente denota la scelta di Harden di voler essere protagonista e non comprimario in una NBA che, invece, sempre di più tende ad accentrare i talenti in poche squadre.

Ma cos’è successo concretamente e chi altro si è mosso oltre ad Harden? Ebbene i Thunder hanno comunque mantenuto forte lo spot di guardia acquistando una guardia realizzatrice come Kevin Martin e un esterno molto promettente come il rookie Jeremy Lamb, scelto proprio dai Rockets nello scorso Draft. A Houston è andato anche il tiratore Daequan Cook, giocatore non fenomenale, ma comunque importante in uscita dai blocchi per i Thunder nelle stagioni passate; con Cook si sono spostati in Texas anche il lungo Cole Aldrich e l’ala Lazar Hayward. Non solo Martin e Lamb per i Thunder, che ricevono anche due prime scelte e una seconda scelta con cui ottenere dei buoni giovani giocatori nei Draft dei prossimi anni. Insomma, difficile dire ora chi ci abbia guadagnato maggiormente, ma comunque i Thunder, per un fenomeno che è partito, hanno acquisito giocatori solidi e scelte per il futuro, mentre i Rockets hanno puntato sul talento puro da affiancare ad altri giocatori arrivati in questa sessione di mercato come il playmaker Jeremy Lin e il centro turco Omer Asik. E chissà se i Thunder, nel primo incontro stagionale con i Rockets, saranno costretti ad aver paura della barba…

Filippo Antonelli

I due giocatori principali coinvolti nello scambio che ha sorpreso il mondo dell’NBA a pochi giorni dall’inizio della stagione. Harden, ai Thunder dal 2009 al 2012, ha tenuto nella scorsa stagione 16.8 punti, 4.1 rimbalzi e 3.7 assist di media; Martin, ai Rockets dal 2009 al 2012, ha viaggiato invece a 17.1 punti, 2.7 rimbalzi e 2.8 assist a partita.


Finals 2012 Ogni appassionato NBA aspetta un solo momento della stagione per provare le massime emozioni possibili: le Finals. Ecco, questa è una regola generale che però, ogni tanto, viene tradita. È il caso delle finali NBA 2012, una serie di cinque gare decisamente sottotono rispetto agli standard richiesti a questi livelli e rispetto alle due squadre che si sono sfidate. Miami Heat e Oklahoma City Thunder avevano nomi e roster in grado di mettere in scena uno spettacolo memorabile, ma la mancanza di gioco di squadra da entrambe le parti non ha permesso agli spettatori di assistere ad una serie finale dal livello qualitativamente alto. Eppure alla viglia di temi interessanti ce n’erano molti: LeBron contro Durant, Harden contro Wade, Bosh contro Ibaka, LBJ alla sua terza finale, i giovani Thunder ad un passo dall’anello e chi più ne ha più ne metta. La quasi totalità del pubblico NBA, però, è d’accordo nel ritenere le passate finali deludenti rispetto allo spettacolo che era lecito aspettarsi.

La serie parte con gara 1 ad Oklahoma City: lo scontro tra LeBron (30p) e Durant (36p) è serrato e tra le due squadre c’è un solo punto di scarto al termine del terzo quarto di gioco. Nell’ultimo periodo, però, Durant mostra di non avere nessuna paura nonostante la pressione sulle spalle e segna 17 punti, permettendo ai Thunder di guadagnare l’1-0 con il risultato di 105-94. Diversa musica in gara 2, quando gli Heat aggrediscono fin da subito e con le triple di Battier vanno sul 27-15 al 12’. I Thunder sono ancora sotto di 11 punti al 36’, ma con Durant e Westbrook parte una rimonta fenomenale: una tripla di Durant regala ai Thunder il -2 con 37” da giocare, ma è lo stesso Durant a sbagliare il tiro del pareggio 28 secondi più tardi, con il dubbio che avesse subito un contatto falloso. Gli Heat vincono 96-100; 32 punti sia per LeBron sia per Durant. Gli Heat rientrano a casa per gara 3 e la serie è, a questo punto, nettamente in discesa. La partita è per la verità combattuta, con il punteggio sull’86-85 a 1’ 30” dalla fine. Gli Heat mettono a segno cinque tiri liberi mentre i Thunder non riescono a trovare il fondo della retina; vittoria Miami per 91-85. In gara 4 Westbrook

Filippo Antonelli

Risultati Finals: Gara 1: Thunder 105-94 Heat Gara 2: Thunder 96-100 Heat Gara 3: Heat 91-85 Thunder Gara 4: Heat 104-98 Thunder Gara 5: Heat 121-106 Thunder


Finals 2012 mette in mostra tutto il suo arsenale offensivo (43 i punti messi a segno dal playmaker nell’arco della gara) e i Thunder si trovano sul +14 a fine primo quarto. Gli Heat ribaltano la situazione e trovano due possessi di vantaggio con 2’ sul cronometro; nel concitato finale è proprio Westbrook a commettere un’ingenuità, regalando due tiri liberi agli Heat. Miami vince la gara per 104-98. Gara 5 è la festa dei Miami Heat, che vanno sul +10 nel primo tempo e dilagano, vincendo partita e titolo NBA per 121-106. Le Finals 2012 rimarranno nella storia per diversi motivi, al di là dello spiacevole gioco espresso dalle due squadre. Per il trio Westbrook-Harden-Durant queste sono state le prime finali NBA: il bilancio dice che Durant si è ben comportato, mentre gli altri due sono stati rimandati. Westbrook ha giocato delle buone partite in fase offensiva, ma le sue conclusioni fuori da ogni logica e la sua volontà di apparire protagonista influiscono pesantemente in negativo sulla sua valutazione complessiva; Harden, dopo essere stato protagonista contro gli Spurs nelle finali di Conference, si è rivelato un autentico fantasma e non ha mai inciso nelle cinque partite. Per gli Heat dei Big Three, invece, le Finals 2012 sono state un pronto riscatto dopo la figuraccia delle finali 2011 perse senza appello contro i Dallas Mavericks di un incontrastabile Dirk Nowitzki. LeBron James, al terzo tentativo, ha conquistato il suo primo titolo NBA e ha scacciato così la fama di perdente. Non c’è dubbio che queste squadre hanno come obiettivo la ricomparsa a questi livelli nella stagione che sta per cominciare.

Filippo Antonelli

Kevin Durant non ha deluso a livello di Finals, riuscendo a tenere una media di 30.6ppg nelle cinque gare contro i Miami Heat poi campioni NBA. Molto meno incisivo è stato invece James Harden, l’altro grande atteso nelle file dei Thunder: il sesto uomo della stagione 2011/2012 si è limitato a segnare 12.4 punti a partita andando in doppia cifra solo due volte.


La corsa all’oro di Team USA a Londra Le Olimpiadi di Londra 2012 sono state il palcoscenico migliore per gli Stati Uniti per poter mostrare il loro strapotere e il loro dominio in campo cestistico. La lista dei preconvocati con tutte le stelle NBA presenti faceva già presagire quanto Team USA tenesse alla vittoria del secondo oro olimpico consecutivo, i 12 convocati hanno invece dato la certezza della potenza della squadra di coach K. Esclusi per infortunio Rose, Griffin e Howard in Inghilterra si sono presentati Chris Paul (Clippers), Deron Williams (Nets), Russell Westbrook (Thunder), James Harden (Thunder), Kobe Bryant (Lakers), Kevin Durant (Thunder), Andre Iguodala (Nuggets), Carmelo Anthony (Knicks), LeBron James (Heat), Anthony Davis (Hornets), Kevin Love (Timberwolves) e Tyson Chandler (Knicks). Appena ufficializzata la lista dei convocati è iniziato, da parte di tifosi e addetti ai lavori, il confronto tra questa nazionale e il famoso Dream Team del ’92 con Jordan, Bird e Magic Johnson. Nonostante sia praticamente impossibile confrontare squadre di due epoche diverse, la forza e la potenza di questo Team è probabilmente quanto di più simile alla squadra più forte di sempre nell’immaginario collettivo (proprio quella di Barcellona ’92). La formazione di Coach K è stata inserita ne girone A con Francia, Tunisia, Nigeria, Lituania e Argentina e ha iniziato la propria corsa verso l’oro proprio contro la nazionale transalpina. La Francia, una delle nazionali favorite per la medaglia, ha combattuto un quarto per poi soccombere sotto i colpi di Durant (22 punti + 9 rimbalzi) perdendo per 98 a 71. Nel secondo match Team USA ha asfaltato per 110 a 63 la Tunisia degli ottimi Ben Romdhane e Hadidane con 16 punti di Love ed Anthony e la prima doppia cifra del rookie Davis (12 punti). Anche per la Nigeria c’è stato poco da fare, Team USA ha dominato e ne ha segnati 156 (record per la nazionale a stelle e strisce). Il mattatore della serata è stato Carmelo Anthony con una serie incredibile di triple e 37 punti (record per un giocare USA alle Olimpiadi). Le ultime due sfide nel girone sono state contro due avversarie

Luca Antonelli

Statistiche: Kevin Durant 19.5p, 5.8r, 2.6a Carmelo Anthony 16.3p, 4.8r, 1.2a

LeBron James 13.3p, 5.6r, 5.6a Kobe Bryant 12.1p, 1.8r, 1.2 a Kevin Love 11.6p, 7.6r ,0.4a Deron Williams 9p, 1.5r, 4.6a Russell Westbrook 8.5p, 1.6r, 1.6a

Chris Paul 8.3p, 2.5r, 5.1a James Harden 5.5p, 0.6r, 0.7a Andre Iguodala 4.3p, 2.8r, 1.4a Tyson Chandler 4p, 4r, 0.4a Anthony Davis 3.7p, 2.7r, 0a


La corsa all’oro di Team USA a Londra di buon livello: Lituania e Argentina. Contro la Lituania del super Linas Kleiza (25 punti) Team USA ha sofferto come mai durante le Olimpiadi e solo grazie ai 20 punti di James ed Anthony è arrivata la vittoria per 99 a 94. Contro l’Argentina di Ginobili e Scola, in un antipasto della semifinale e nella rivincita della semifinale 2004 ad Atene, Durant con 28 punti e la coppia PaulJames hanno guidato gli States alla fuga nella ripresa e alla vittoria finale per 126 a 97. Il dominio nel girone concluso al primo posto ha accoppiato la formazione di Coach K ai quarti contro la modesta Australia. Ma la squadra di Andersen e Mills è rimasta in partita con il cuore fino a metà terzo periodo, poi però sono iniziate le Olimpiadi di Kobe Bryant (molto in ombra nel girone) che con 20 punti (insieme ai 18 di Deron e ai 17 di Melo) ha portato Team USA al successo netto per 119 a 86. In semifinale gli States hanno la possibilità di vendicarsi della Argentina e lo fanno dominando il secondo tempo col solito trio James-Anthony-Durant qualificandosi così per la finale per la seconda Olimpiade consecutiva (sempre contro la Spagna). La finale, come a Pechino, è stata uno spettacolo incredibile. Due squadre di livello mondiale con giocatori di livello assoluto. A vincere, grazie a un quarto quarto al limite della perfezione, sono stati gli Stati Uniti con un Durant mattatore della serata (30 punti) e con la coppia James-Bryant al limitedell’immarcabilità. Alla Spagna non sono bastati i 24 di Pau Gasol, i 17 di Marc e i 21 del “Re” Juan Carlos Navarro. Team USA ha così vinto il secondo oro olimpico consecutivo e ha dimostrato di essere decisamente la squadra più forte del Mondo con solo la Spagna (con un gran numero di giocatori NBA in rosa) a potergli tenere testa. Durante le Olimpiadi non è stato possibile capire se questo Dream Team 2012 è superiore al Dream Team 1992 ma, viste le prestazioni individuali e di squadra, di sicuro il paragone non è così blasfemo come poteva sembrare all’inizio.

Luca Antonelli

Il cammino di Team USA: USA-Francia 98-72 USA-Tunisia 110-63 USA-Nigeria 156-73 USA-Lituania 99-94 USA-Argentina 126-97 USA-Australia 119-86 USA-Argentina 109-83 USA-Spagna 107-100


Race to the MVP #10: Andrew Bynum. Dopo aver cambiato aria, sarà la stella di Philadelphia. Howard ai Lakers avrà meno responsabilità e Bynum dovrebbe avere la possibilità di diventare il big man con le migliori statistiche della lega. Almeno 20 punti di media sono un obiettivo realistico. Fisico permettendo. #9: Kobe Bryant (2008). Quotazioni in calo per la stella dei Lakers, che quest'anno sarà affiancato da tre attaccanti di prim'ordine. Per rendere immarcabile la sua squadra, Kobe deve imparare a (non) giocare da MVP. Meno possessi passano per lui, più possessi saranno giocati vicino a canestro dal duo Gasol-Howard. #8: Rajon Rondo. Allen se n'è andato, Pierce e Garnett restano, ma con un anno in più. Boston è sempre più la squadra di Rondo e si può scommettere che anche questa stagione saranno un problema per tutti. #7: Tony Parker. Per Parker e gli Spurs vale lo stesso discorso di Rondo e dei Celtics. Vecchi, sì, ma saranno sempre nelle posizioni che contano nelle rispettive Conference. E avere due play così non può far altro che aiutare (tanto). #6: Danny Granger. Discorso speciale per questo giocatore che è sempre stato ai margini dell'eccellenza e non è mai riuscito a fare l'ultimo passo. Vero che la carta d'identità dice già 29, ma i Pacers hanno bisogno di una stella per competere davvero con le più forti squadre della NBA e Granger è la stella che gli serve. Se Danny dovesse riuscire ad elevarsi un gradino sopra il suo abituale rendimento, lui e i Pacers possono andare lontanissimo. #5: Carmelo Anthony. Talento allo stato puro, sia Anthony che i Knicks. Quando la palla scotta, non esiste uomo migliore a cui affidarsi. Il problema è il gioco di squadra e l'aspetto mentale: l'arrivo di Kidd dovrebbe migliorare il primo punto debole, mentre il secondo potrebbe beneficiare dalla nuova chimica. New York è un punto interrogativo, ma attenzione: se ingranano, è dura per tutti.

#4: Chris Paul. Griffin avrà un anno di esperienza in più e il supporting cast del duo è in lieve crescita. Paul ha personalità e

Marco Conti

LeBron James ha vinto il titolo di MVP della regular season per tre volte: nel 2008, nel 2009 e nel 2012. Ha, quindi, portato a casa questo prestigioso riconoscimento individuale sia con la maglia dei Cleveland Cavaliers, sia con quella dei Miami Heat. Nella stagione 2011/2012 James è stato MVP della regular season e anche delle Finals.


Race to the MVP intelligenza cestistica da vendere ed è l'anima della sua squadra. La Western dovrebbe essere ipotecata dai Lakers e dai Thunder, ma Clippers e Spurs potrebbero essere due validissime outsider. #3: Kevin Love. Non c'è grande bisogno di presentazioni, sia per lui che per il podio intero: le statistiche dell'anno scorso, tanto a livello individuale quanto a livello di record con Love e senza Love, parlano da sé. Non sarà presente nell'inizio di stagione a causa di un infortunio alla mano, ma Minnesota è cresciuta molto e con Love ha ottime probabilità di tornare ai playoff dopo tanto tempo. #2: LeBron James (2009, 2010, 2012). Il tre volte MVP punta a cogliere il quarto trofeo della sua vita dopo essere riuscito a mettere le mani sul Larry O'Brien Trophy nel giugno scorso. Le carte in regola ci sono e la concorrenza sembra lievemente diminuita (vedi l'assenza di Nowitzki e Rose e il calo in classifica di Bryant). Resta soltanto un avversario, nella corsa alla statuina... #1: Kevin Durant. L'età avanza, l'esperienza anche. Considerando che lo stesso discorso vale per Westbrook, Ibaka, Harden e per gran parte dei Thunder, il momento buono potrebbe essere arrivato. Dal Draft è arrivato un ottimo giocatore come Perry Jones, che ha le potenzialità per essere della partita fin da subito: OKC è più pericolosa che mai e per Durant i tempi di prendere possesso del premio di MVP sono ormai maturi. Menzione d'onore: Josh Smith. Incredibilmente mai considerato nei 10-15 migliori giocatori della lega nonostante l'altissima dose di giocate spettacolari, Smith è uno dei più efficaci all-around del nostro tempo. Il fatto che non venga mai menzionato (e che non abbia mai partecipato a un All-Star Game!) è inspiegabile.

Marco Conti

Dirk Nowitzki e Steve Nash sono gli unici giocatori nonstatunitensi ad aver vinto il titolo di MVP. Nash ne ha vinti due, nel 2005 e nel 2006, mentre il tedesco ha ottenuto il titolo nel 2007. Prima di loro l’avevano vinto due americani nati però all’estero: Hakeem Olajuwon, nativo della Nigeria, nel 1994 e Tim Duncan, originario delle Isole Vergini, nel 2002 e nel 2003.


Rookie Challenge – Il Draft Per chiunque scriva di sport (o quantomeno per chi ci prova, come il sottoscritto) mantenere i toni relativamente bassi aiuta a dare uno sguardo più attendibile e imparziale dell’argomento, partita o giocatore che si vuole commentare; questo metodo ha anche un altro grande vantaggio: evitare di prendere cantonate. Non dico che ci sia redattore che non le abbia mai prese, ma senz’altro la moderazione può essere una soluzione molto valida per diminuirne il numero. L’altra faccia della medaglia, però, è quella di rimanere troppo piatti, asciutti e ignavi, su un argomento chiave, facendo ancora più danni di quanti non se ne vogliano prevenire. Chi nel Draft del 2003, quello di LeBron, Wade, Bosh ed Anthony, tanto per citare i più forti, per paura di non prendere una cantonata non si è esposto dicendo che poteva rappresentare la svolta per i quindici anni successivi della NBA, ha senz’altro la coscienza sporca, o, più che altro, ha commesso un grossolano errore di valutazione, che io vorrei evitare. Non dico che ci troviamo di fronte ad un nuovo 2003, questo non si potrà sapere prima di almeno cinque stagioni, ma il potenziale del Draft 2012 è senz’altro il più alto dai tempi del 2008, quello di Derrick Rose, Kevin Love, Russel Westbrook e Danilo Gallinari, e per questo motivo non va assolutamente sottovalutato. Nella classe del 2012 sono presenti una quantità altissima di giocatori di talento, che fanno ben sperare per il ricambio generazionale della NBA, essendo la maggior parte dei giocatori nata negli anni Novanta, con i freshman, coloro che prima di dichiararsi hanno giocato solamente una stagione al college, nati addirittura nel 1993. Un freshman è il totem di questo Draft, Anthony Davis, che ha disputato una stagione da dominatore assoluto, trascinando i Kentucky Wildcats al titolo; scelto ovviamente alla numero uno, Davis è pronto a ridare entusiasmo ad una New Orleans orfana di Chris Paul. Dietro di lui è uno sfoggio di talento puro con Michael Kidd-Gilchrist, suo ex compagno a Kentucky, pedina fondamentale dei Wildacts, approdato nei derelitti Bobcats, e Bradley Beal, macchina da guerra e da punti proveniente da Florida, che potrà formare con John Wall uno dei backcourt più giovani ed entusiasmanti della Lega. Era proprio dal sopracitato 2008 che non venivano scelti tre Freshman nelle prime tre posizioni del Draft, a dimostrazione del grandissimo talento della classe di giocatori del ’93.

Niccolò Costanzo

I Kentucky Wildcats campioini NCAA 2012 hanno fornito al Draft NBA le prime due scelte: la stella Anthony Davis si è guadagnato la prima chiamata assoluta e si è così accasato ai New Orleans Hornets, mentre il suo compagno Michael KiddGilchrist è finito ai Bobcats con la numero due.


Rookie Challenge – Il Draft Dalla chiamata 4 alla 30, andrebbe fatto un elenco giocatore per giocatore, per far capire di che primo giro si è trattato, ma presenterò solo i giocatori più famosi o interessanti; dopo i tre moschettieri, e la scommessa di Cleveland, rappresentata da Dion Waiters, un Dwyane Wade in fasce, per gli ottimisti, è stato scelto Thomas Robinson, il giocatore più tifato della passata stagione NCAA, per via della sua storia difficile, e della dedizione mostrata in ogni gara sul parquet, che gli è valsa una finale del Torneo. La numero sei, invece, è una scommessa di Portland, in quanto Damian Lillard, playmaker esplosivo del 1990, è stato scelto da un college modesto come Weber State; al momento, però, sembra essere lui uno dei papabili contendenti al titolo di Rookie dell’anno, insieme a Davis, Beal ed Harrison Barnes, talento sopraffino da North Carolina, considerato un po’ troppo soft per gli standard della National Basketball Association dei nostri tempi. A completare una delle top ten più intriganti di sempre, ci sono Andre Drummond e Austin Rivers, altri due freshman, il primo in cerca di un gioco offensivo da affiancare ad un fisico statuario, il secondo, intervistato nella passata stagione da basketinside.com, di un posto in quintetto base nella New Orleans di Davis. Ma la vera credibilità di questo Draft si può misurare con i giocatori che sono stati esclusi dalla top ten, che in un qualsiasi altro anno, soprattutto nello scorso, avrebbero potuto attentare alle prime cinque posizioni: i vari Jeremy Lamb, Terrence Jones, Jared Sullinger, crollato alla 21 dopo qualche dubbio sulla sua statura reale, ma anche John Henson, Kendall Marshall, Marquis Teague e Perry Jones III, passato dall’essere una possibile numero uno nel 2011 alla chiamata numero 28 del 2012, operata dagli astutissimi Oklahoma Thunder, adesso ancora più pericolosi, grazie ad un giocatore dal talento indiscutibile. Di livello è stato anche il secondo giro dove, oltre i soliti Europei, scelti per non essere poi portati negli States, sono arrivate le chiamate per Draymond Green, Jae Crowder, Doron Lamb, Quincy Acy, Kim English e Quincy Miller; la storia di quest’ultimo è la più particolare. Considerato un giocatore molto simile a Kevin Durant, Miller, si è rotto il crociato nell’ultimo anno di Liceo, perdendo così il ruolo di leader nella classe del 1993. Dopo un solo anno a Baylor, Miller ha deciso, richiamato dai soldi facili della NBA, di dichiararsi per il Draft, rinunciando così ai possibili miglioramenti nel suo gioco. E’ arrivata la chiamata 38, troppo bassa per uno col suo talento, operata dai Denver Nuggets, che cercheranno di farlo crescere dietro Gallinari, Iguodala e Chandler. Giocherà mai quest’anno? Probabilmente no. Da seguire infine Valanciunas e Motiejunas, i due lituani approdati nella NBA dopo essere stati scelti nel 2011, e Pablo Prigioni e Nando De Colo, finiti in due piazze importanti come New York e San Antonio. Insomma, il Draft del 2012, ha tutte le carte in regola per diventare uno dei più importanti della storia recente della NBA.

Niccolò Costanzo

Diversa la provenienza delle scelte numero tre e quattro: con la terza chiamata i Washington Wizards hanno optato per il solido esterno Bradley Beal, proveniente da Florida. I Cavs hanno invece virato su Dion Waiters, sesto uomo di Syracuse nella scorsa stagione.


Rookie Challenge – La Classifica La seguente è una classifica dei dieci principali candidati al titolo di Rookie of the Year a cui seguiranno 5 outsiders, la classifica dunque non riguardano il valore assoluto del giocatore ma l’impatto che avrà, dal nostro punto di vista, nell’imminente stagione. 1. Anthony Davis: Ala Grande/Centro, New Orleans Hornets. Provenienza: Kentucky Prima scelta assoluta, campione NCAA con Kentucky e medaglia d’oro olimpica, un palmarés niente male per un giocatore di basket, qualcosa di strabiliante invece per un ragazzo di 19 anni. Sicuramente deve acquistare qualche chilo ma le abilità non sono in discussione: è uno stoppatore impressionante e un gran rimbalzista, anche la visione di gioco è notevole dato che Davis ha un passato da playmaker/guardia, durante il quarto anno di liceo infatti è passato da 198 a 208 centimetri, fatto che lo ha costretto a cambiar ruolo ma senza perdere l’esplosività e il playmaking acquisito negli anni. La convocazione nel Dream Team olimpico è la prova definitiva delle capacità di Davis, inoltre la totale assenza di rivalità da parte di pari ruolo negli Hornets dovrebbe garantirgli il minutaggio necessario per conquistare il titolo di Rookie of the Year. 2. Bradley Beal: Guardia, Washington Wizards. Provenienza: Florida Molti dicono che sia il nuovo Ray Allen con più abilità a rimbalzo ma Bradley Beal non vuole porsi limiti, restando comunque con i piedi per terra. L’ex stella dei Florida Gators ha chiuso l’unica annata al college con una media di 15 punti e 7 rimbalzi di media conditi da quasi 2 palle rubate, cifre che vuole provare a ripetere già dal primo anno in NBA, una missione quasi compiuta per quello che riguarda la preseason visti i suoi 14 punti, più di 3 rimbalzi e 3 assist. I due diretti “concorrenti” di Beal sono Jordan Crawford e Martell Webster, due buoni giocatori che stanno facendo molto bene in preseason ma, indipendentemente dai risultati, Beal dovrebbe avere la predilezione sul minutaggio dal momento che il futuro di Washington passa dal suo atletismo e dal suo tiro da tre punti. 3. Damian Lillard: Playmaker, Portland Trail Blazers. Provenienza: Weber State Il piccolo playmaker col diavolo in corpo proveniente da Weber State sta già facendo capire chi comanda durante questa preseason, al momento per lui 16 punti e quasi 6 assist a gara (leader dei Blazers in queste statistiche), oltre che ottime percentuali al tiro. Quando si viene da un piccolo college come Weber State sei abituato a fare tutto, ma proprio tutto, da solo, un sistema non accettabile in NBA, al momento infatti Lillard è ancora troppo affezionato al pallone tra le mani e talvolta pensa di avere di fronte giocatori di seconda fascia NCAA, cosa che gli costa qualche palla persa di troppo. La sua faccia tosta però è anche e soprattutto un punto di forza, anzi, sarà

Claudio Pavesi

Thomas Robinson, finalista NCAA con Kansas, è scivolato solo alla quinta scelta, selezionato dai Sacramento Kings. L’ala forte meritava forse una chiamata più alta. Sesta scelta Damian Lillard, play di Weber State, che finisce ai Trail Blazers.


Rookie Challenge – La Classifica proprio ciò che gli consentirà di prendere tra le mani fin da subito le redini di una squadra NBA 4. Harrison Barnes: Ala Piccola, Golden State Warriors. Provenienza: North Carolina L’ex North Carolina non è conosciuto solo per le sue eccellenti doti cestistiche ma anche per la sua incredibile etica del lavoro e per la sua maturità, proprio per questo ci si aspetta che Barnes faccia estremamente bene fin da subito a Golden State. La sua maturità gli permette di capire che i Warriors non si apettano il salvatore della patria da 30 punti a sera ma un giocatore che si adatti bene agli altri protagonisti della squadra e cioè Stephen Curry, Carl Landry e David Lee, senza ovviamente “rubare” tiri a Klay Thompson, scelta dell’anno scorso di cui ci si aspetta l’esplosione dal punto di vista realizzativo. Deve migliorare a rimbalzo ma le doti di tiro e di ball-handling associate alla presenza in una squadra discretamente competitiva, soprattutto considerando che ha avuto la settima scelta assoluta, fanno salire molto in alto le quotazioni di Barnes. 5. Michael Kidd-Gilchrist: Ala Piccola/Guardia, Charlotte Bobcats. Provenienza: Kentucky Il talento è di quelli rari e già da oggi è uno dei penetratori d’area più energici della NBA, allora perché “solo” il quinto posto? Come è noto i Bobcats non sono dotati propriamente di un sistema tattico eccezionale e ciò non può fare altro che limitare un giocatore che ha passato la sua ultima stagione in un gruppo vincente e ricco di giocatori ugualmente talentuosi. L’ex Kentucky dovrà anche condividere il campo con alcuni mangia-palloni di fama mondiale come Ben Gordon, Ramon Session e Gerald Henderson quindi sarà dura per lui, in assenza di un playmaker, mettere a referto molti punti portando avanti un gioco corale ma ci sono pochi dubbi sul suo ruolo in squadra: Kidd-Gilchrist è il futuro della squadra insieme a Kemba Walker e le responsabilità non tarderanno ad arrivare già in tempi brevi. 6. Terrence Jones: Ala Piccola, Houston Rockets. Provenienza: Kentucky All-arounder di altissimo livello, buon tiratore dalla media ma non così buono da lontano e buono stoppatore a cui aggiunge fisicità e abilità a rimbalzo davvero strabilianti considerando la sua stazza. L’ennesimo ex Kentucky del Draft pecca decisamente di etica del lavoro e di concentrazione, problemi che potrebbero influenzarlo non poco nella lunga distanza ma, al momento, nonostante sia il rookie scelto più tardi da Houston tra le sue tre scelte al primo giro, dovrebbe essere il più pronto a dare il suo apporto dalla prima partita nonostante la concorrenza spietata nel suo ruolo (Chandler Parsons e Royce White in primis). Le statistiche delle preseason sembrano dargli ragione al momento, per lui 11 punti, 5 rimbalzi (la metà dei quali offensivi) e 1 stoppata di media in 24 minuti.

Claudio Pavesi

Settima scelta per un altro giocatore attesissimo di questo Draft: i Golden State Warriors hanno preso Harrison Barnes, ala realizzatrice di North Carolina. Alla otto i Raptors, un po’ a sorpresa, vanno da Terrence Ross, esterno dell’università di Washington.


Rookie Challenge – La Classifica 7. Thomas Robinson: Ala Grande, Sacramento Kings. Provenienza: Kansas Solo il settimo posto per il giocatore statisticamente più dominante dell’intera NCAA? Ebbene sì, nonostante ci sia la convinzione che il talento di T-Rob sia più unico che raro e che sceglierlo alla quinta chiamata sia stato un furto eccezionale, bisogna ammettere che essere approdato ai Kings potrebbe non essere stata la migliore delle opzioni per l’ex numero 0 di Kansas. Tra i lunghi troviamo giocatori solidi come DeMarcus Cousins, Chuck Hayes e Jason Thompson, inoltre in squadra abbondano realizzatori del calibro di Marcus Thornton e John Salmons, per non parlare della situazione in regia dove il sempre più scontento Tyreke Evans si divide il posto con il piccolo Isaiah Thomas e il neo arrivo Aaron Brooks, tutte costante che rendono i Kings una squadra interessante ma al tempo stesso una polveriera pronta a esplodere e le statistiche di Robinson ovviamente risentono di questa situazione (in preseason per lui solo 6 punti e 5 rimbalzi). Anche se quasi certamente avrà un futuro radioso gli serve solo maggior tempo per imporsi come leader in campo e fuori. 8. Meyers Leonard: Centro, Portland Trail Blazers. Provenienza: Illinois Lungo e atletico, il nuovo centro di Portland è ancora un giocatore piuttosto grezzo dal punto di vista offensivo ma proprio per questo motivo è difficile trovare una squadra più adatta dei Blazers per l’ex Illinois. La sua presenza come rimbalzista e stoppatore non può fare altro che bene a LaMarcus Aldridge e a J.J. Hickson che potranno così dedicarsi alla fase che prediligono maggiormente e cioè quella offensiva. Da parte loro Aldridge e Hickson si impegneranno a insegnare qualche segreto in attacco a Leonard il quale, nel frattempo, si impegnerà a sbarrare la strada a chiunque voglia entrare nell’area della franchigia dell’Oregon. 9. Jeremy Lamb: Guardia, OKC Thunder. Provenienza: Connecticut Si ritorna a Houston con l’effettiva prima scelta dei Rockets di quest’anno, o almeno lo era visto che a circa due giorni dall’inizio della stagione è stato spedito ai Thunder nell’affare Harden. Lamb è una guardia con grande tiro, buon ball-handling, personalità da leader e abilità a rimbalzo sopra la media considerando fisico e ruolo: in poche parole dovrebbe rappresentare il dopoHarden ad OKC. Lamb dovrà dividersi il minutaggio con Kevin Martin, suo compagno anche a Houston, ma le vere battaglie dovrà combatterle per il numero di palloni da gestire: l’ex UConn infatti mostra il suo meglio con la palla tra le mane, opzione che non si verificherà molto spesso se in campo ci sono Kevin Durant, Russell Westbrook, Kevin Martin o Serge Ibaka. 10. Donatas Motiejunas: Ala Grande/Centro, Houston Rockets. Provenienza: Asseco Prokom (Draft 2011) 213 centimetri di talento direttamente dalla Lituania in ci però possiamo trovare un po’ di Italia, fondamentale infatti per la sua crescita il periodo nella

Claudio Pavesi

Alla nona scelta i Detroit Pistons vanno a Connecticut per pescare il centrone Andre Drummond, gran prospetto ancora da sgrezzare. Un figlio d’arte per la decima scelta: Austin Rivers di Duke, figlio di coach Doc Rivers, raggiunge Anthony Davis agli Hornets.


Rookie Challenge – La Classifica Benetton Treviso dal 2009 al 2011. Il terzo Rocket di questa classifica è probabilmente il più atteso del gruppo in quanto è rimasto un anno in più in Europa a maturare, anno in cui ha tenuto una media di quasi 13 punti e 8 rimbalzi in 31 minuti, alla luce di queste prestazioni infatti Houston ha deciso di affidarsi quasi totalmente a lui nel reparto lunghi cedendo Scola, Dalembert e Camby. Motiejunas gioca a livello professionistico in Europa da quando ha 17 anni con esperienze anche in competizioni continentali, oltretutto vincendo parecchio sia a livello di club che di nazionale giovanile. Insomma a 22 anni Motiejunas è già un “usato sicuro” capace di dare il meglio di sé in ogni campionato d’Europa e la consacrazione anche oltreoceano non dovrebbe tardare ad arrivare. Proseguiamo ora la classifica elencando cinque outsiders e cioè cinque rookies che potrebbero stupire chiunque sconvolgendo la corsa a rookie dell’anno. 1. Tyler Zeller: Centro/Ala Grande, Cleveland Cavaliers. Provenienza: North Carolina Solido, tecnico e preciso l’ex Tar Heel potrebbe fare comodo a gran parte delle franchigie NBA e non ci sono dubbi che a Cleveland riuscirà a mettere in mostra le sue doti. L’unico motivo per cui non è in Top 10 è la presenza in squadra di Varejao e Tristan Thompson, rispettivamente un contratto importante e una quarta scelta assoluta al Draft, in altre parole due motivi per cui Zeller verrà impiegato meno del previsto. 2. Dion Waiters: Guardia, Cleveland Cavaliers. Provenienza: Syracuse Restiamo nell’Ohio, restiamo a Cleveland, questa volta per parlare di Waiters, il giocatore che a sorpresa di tutti è stato selezionato addirittura con la quarta chiamata assoluta. Nonostante una scelta così alta l’ex Syracuse si ritrova tra gli outsiders perché probabilmente è stato leggermente sopravvalutato dalla dirigenza dei Cavs e necessità di ulteriore maturazione. Waiters resta comunque un giocatore interessante e una bomba ad orologeria pronta ad esplodere quindi non stupitevi se lo vedrete alternare periodi di magra a periodi di onnipotenza cestistica. 3. Austin Rivers: Guardia/Playmaker, New Orleans Hornets. Provenienza: Duke Il figlio di Doc Rivers, coach dei Celtics, è una guardia dalla grandissima personalità, nel suo unico anno a Duke infatti ha dimostrato un’incredibile leadership nonostante fosse un freshman e ha dimostrato le sue abilità realizzando più di un buzzer beater. Rivers avrà poca rivalità tra le guardie ma è anche vero che l’idea degli Hornets vorrebbe vedere spesso l’ex Duke in regia, ambito in cui necessita di migliorare non poco come dimostra la media di 1.6 assist mantenuti durante la preseason, molti meno del meno conosciuto Brian Roberts, rookie proveniente dal Brose Baskets in Germania

Claudio Pavesi

Undicesima scelta per i Blazers, che affiancano a Damian Lillard il centro di Illinois Meyers Leonard. Alla dodicesima si torna a Connecticut: i Rockets scelgono Jeremy Lamb, guardia che giocava in NCAA in squadra con Drummond.


Rookie Challenge – La Classifica dopo una carriera universitaria a Dayton. 4. Jared Sullinger: Ala Grande/Centro, Boston Celtics. Provenienza: Ohio State Da quella del piccolo Rivers passiamo alla squadra del padre Doc, i Celtics infatti si sono resi protagonisti della serata del Draft selezionando Jared Sullinger con la scelta numero 21 realizzando un vero e proprio furto. Sullinger era considerato un talento da prime cinque chiamate già al Draft 2011 ma il mancato miglioramento statistico nell’anno da sophomore aggiunto a numerosi problemi alla schiena avuti nella medesima stagione hanno portato al crollo delle quotazioni dell’ex stella dei Buckeyes. Le sue doti restano fuori discussione, al punto che coach Rivers dovrebbe concedergli il quintetto base in stagione regolare o comunque un largo minutaggio. Nel frattempo le statistiche prestagionali sembrano dare ragione al talento di Columbus, per lui al momento ci sono 11 punti e 7 rimbalzi di media con il 56% dal campo e l’84% dalla lunetta. 5. Perry Jones III: Ala Piccola/Ala Grande, Oklahoma City Thunder. Provenienza: Baylor Un Draft di questo livello meriterebbe di avere praticamente ogni giocatore in classifica ma purtroppo non è possibile, l’ultimo posto lo conquista Perry Jones III, il talento da prime dieci chiamate scivolato alla numero 28 per via del mancato miglioramento statistico al secondo anno di college ma soprattutto per la sua difficile gestione a livello umano oltre che per alcuni dubbi sulla durata delle sue ginocchia. Jones è un’ala di 211 centimetri in grado di giocare bene sia fronte a canestro che in post, oltretutto essere stato scelto da OKC potrebbe limitare il suo minutaggio ma allo stesso tempo potrebbe farlo brillare più che in ogni altra squadra, inoltre la vicinanza con giocatori come Kevin Durant non può fare altro che giovargli, non solo dal punto di vista tecnico. Nel frattempo i suoi 11 punti e 3.3 rimbalzi di media in prestagione con il 65% al tiro non fanno altro che dar ragione alla scelta dei Thunder.

Claudio Pavesi

Per le scelte numero 13 e 14 i Suns e i Bucks pescano a North Carolina. A Phoenix, proprio nell’anno dell’addio di Nash, arriva dai Tar Heels Kendall Marshall, playmaker vecchio stampo. Milwaukee invece opta per il lungo atletico John Henson.


Power Rankings 2012/2013 1. Los Angeles Lakers 2. Miami Heat 3. Oklahoma City Thunder 4. Boston Celtics 5. San Antonio Spurs 6. Los Angeles Clippers 7. Indiana Pacers 8. Brooklyn Nets 9. New York Knicks 10. Chicago Bulls 11. Memphis Grizzlies 12. Denver Nuggets 13. Philadelphia 76ers 14. Milwaukee Bucks 15. Minnesota Timberwolves 16. Atlanta Hawks 17. Dallas Mavericks 18. Portland Trail Blazers 19. Golden State Warriors 20. Sacramento Kings 21. Cleveland Cavaliers 22. Utah Jazz 23. New Orleans Hornets 24. Phoenix Suns 25. Houston Rockets 26. Detroit Pistons 27. Toronto Raptors 28. Washington Wizards 29. Orlando Magic 30. Charlotte Bobcats

Filippo Antonelli


Introduzione alla «guida musicale» La stagione NBA è alle porte e avrà finalmente inizio, dopo una lunga estate di attesa, martedì 30 ottobre. Basketinside non poteva lasciarvi soli e anche quest’anno presenta la guida che vi porterà all’interno delle trenta franchigie NBA con informazioni sulle squadre e pronostici. Quest’anno abbiamo dato un taglio musicale alla nostra guida, associando ad ogni squadra una canzone che possa rappresentarla. C’è, ovviamente, molto rap/hip-hop, ma anche pop, rock e una traccia symphonic metal (A New Saga Begins dei Rhapsody of Fire). Cliccando sul titolo della canzone è possibile accedere al video su YouTube per ascoltare la traccia mentre si legge la presentazione della squadra associata. Come già successo nella passata stagione, Basketinside vi accompagnerà nel corso dell’anno con le cronache quotidiane delle partite, le notizie di mercato e le tre rubriche settimanali già presentate per la stagione 2011/2012 (Power Rankings, Race to the MVP e Rookie Rankings). Con la speranza che la lettura di questa guida sia per voi piacevole, vi invitiamo a continuare a leggerci nella stagione 2012/2013 e a seguirci anche sui social network! Buona lettura!

Basket Inside

@basketinside360

NBA News (Basketinside)

@BasketinsideNBA La Redazione


Atlantic Division

Boston Celtics It’s My Life – Bon Jovi

P. 28

Brooklyn Nets Empire State of Mind – Jay-Z ft. Alicia Keys

New York Knicks Drop the World – Lil Wayne ft. Eminem

P. 30

P. 31

Philadelphia 76ers A New Saga Begins – Rhapsody of P. 33 Fire

Toronto Raptors Don Quixote – Gordon Lightfoot

P. 35

Classifica scorsa stagione: Boston Celtics 39-27 New York Knicks 36-30 Philadelphia 76ers 35-31 Toronto Raptors 23-43 New Jersey Nets 22-44


Boston Celtics Arrivi: Jared Sullinger, Fab Melo e Kris Joseph (Draft); Jason Collins (FA, Hawks), Darko Milicic (FA, T’Wolves), Rob Kurz (FA), Jason Terry (FA, Mavericks) e Courtney Lee (trade, Rockets). Partenze: Ray Allen (FA, Heat), Marquis Daniels (FA, Bucks), Ryan Hollins (FA, Clippers), Greg Stiemsma (FA, T’Wolves), JaJuan Johnson (trade, Rockets), E’Twaun Moore (trade, Rockets), Sasha Pavlovic (trade, Blazers) e Sean Williams (trade, Rockets); Keyon Dooling (ritiro). Quintetto: Rajon Rondo, Avery Bradley, Paul Pierce, Brandon Bass, Kevin Garnett. I Boston Celtics si presentano ai blocchi di partenza della nuova stagione con l'ossatura portante della squadra – fatta eccezione per la partenza di Allen – sostanzialmente invariata. Inoltre, il mercato e il draft hanno portato in dote ai 'trifogli' importanti nuovi innesti che sicuramente aumenteranno la competitività del roster guidato dal corteggiatissimo Doc Rivers (in estate, dopo l'addio alla panchina della nazionale USA annunciato da Mike Krzyzewski, Rivers era stato cercato dai vertici della federazione americana per timonare il futuro Team USA). Rajon Rondo, in cabina di regia, dovrà confermare quanto di buono fatto lo scorso anno - chiuso a oltre 11 punti e 11 assist per gara - e cercare di entrare definitivamente nell'Olimpo dei migliori playmaker del Mondo. Spetterà invece all'ex Dallas Mavericks Jason Terry il non facile compito di sostituire - anche nei cuori dei tifosi - Ray Allen, finito ai rivali Miami Heat. La guardia di Seattle, rispetto al suo predecessore, ha forse meno punti nelle mani e una minor percentuale media (in carriera) dalla lunga distanza, ma possiede maggior visione di gioco e ball handling. A dargli man forte ci sarà il colpo di mercato last minute Leandro Barbosa, esterno brasiliano arrivato in Massachusetts dopo un'annata discreta in cui ha militato nei Toronto Raptors e negli Indiana Pacers (12 punti di media con il 43% dal campo). Paul Pierce, che insieme a Garnett e Rondo è uno dei reduci del team che vinse l'anello nel 2008, cerca un altro titolo e per ottenerlo metterà al servizio della causa Celtics punti ed esperienza.

Matteo Airoldi

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It’s My Life Bon Jovi Crush 0.00

3.46

Ft. Kevin Garnett

«It is now or never, I ain’t gonna live forever», questo potrebbe essere il motto di Kevin Garnett. La campanella dei 36 anni è suonata il 19 maggio e viene difficile pensare, nonostante le sue mostruose prestazioni nei Playoffs 2012, che la sua carriera ai massimi livelli possa durare ancora a lungo. Per questo motivo i Celtics devono sfruttare questa stagione, che potrebbe essere l’ultima o quasi per KG tra le migliori ali della intera NBA. Roster: Barbosa G, Bass F, Bradley G, J. Collins C, Downs G-F, Garnett F-C, J. Green F, Joseph F, Kurz F, Lee G-F, Melo C, Milicic C, Pierce F, Rondo G, Sullinger F, Terry G, Wilcox F-C.


Boston Celtics Kevin Garnett, fresco di rinnovo triennale (percepirà oltre 11 milioni di dollari all'anno), ha scelto di restare a Boston fino alla fine di una sfavillante carriera che lo ha visto assoluto protagonista, negli ultimi 17 anni, del basket a stelle e strisce. La sua classe, la sua mole e la sua astuzia tattica saranno armi determinanti per tentare nuovamente di salire sul tetto della pallacanestro mondiale. Direttamente dall'ultimo draft, è giunto al Boston Garden – tana dei Celtics – Jared Sullinger. Ventunesima chiamata del primo giro, classe '92, 206 centimetri per 118 chili, l'ala di Columbus – nel suo ultimo anno di college trascorso ad Ohio State University – viaggiava a 17.2 punti e 9.2 rimbalzi di media a gara. Sullinger, almeno inizialmente, sarà il cambio di quel Brandon Bass che nel 2011-12 ben si comportò con addosso la 'canotta' della franchigia del New England (12.5 punti e 6.2 rimbalzi medi). Sotto le plance bisognerà prestare grande attenzione anche ai 213 centrimetri per 124 chili di Darko Milicic. Il pivot serbo, in NBA dal 2003, deve riscattare una non esaltante stagione passata nelle fila dei Minnesota Timberwolves (soli 4.6 punti e 3.3 rimbalzi di media). Giocatori come Fab Melo, Chris Wilcox e lo scafato Jeff Green sono gregari di lusso e possibili mine vaganti a disposizione di coach Doc Rivers. I punti di forza di questa squadra sono l'esperienza e l'affiatamento di un gruppo che lavora da tempo assieme. Questi fattori, mixati al fosforo e all'atletismo dei nuovi arrivati, potrebbero portare la banda di Doc Rivers a raggiungere dei buoni traguardi. Se tutto girerà per il verso giusto, infatti, i Celtics avranno l’opportunità di candidarsi al ruolo di principali antagonisti dei campioni in carica: i Miami Heat di Lebron James. Ad Est, i primissimi posti in graduatoria sono assolutamente alla portata dei trifogli. Tuttavia, l'età media del roster è forse un po' troppo elevata e questo, in una stagione che può prevedere fino a 82 partite, potrebbe rappresentare un' ostacolo per i Celtics. Non sarà facile recuperare fisicamente e mentalmente da impegni così ravvicinati. La missione di Rivers e dei suoi ragazzi, quindi, sarà ardua ma non impossibile. Pronostico: 55/60W.

Matteo Airoldi

1 di 30

I Boston Celtics sono la squadra che ha vinto più titoli nella storia dell’NBA: 17 contro i 16 degli storici rivali, i Los Angeles Lakers. Il giocatore che ha vinto più titoli è Bill Russell con 11, mentre il miglior marcatore della storia della squadra è John Havlicek, davanti a Paul Pierce e Larry Bird.


Brooklyn Nets Arrivi: Tornike Shengelia e Tyshawn Taylor (Draft); Jerry Stackhouse (FA, Hawks), Mirza Teletovic (FA), C.J. Watson (FA, Bulls), Andray Blatche (FA, Wizards), Josh Childress (FA, Suns), Joe Johnson (trade, Hawks) e Reggie Evans (trade, Clippers). Partenze: Gerald Green (FA, Pacers), Damion James (FA, Hawks), Sundiata Gaines (FA, Pacers), Armon Johnson (FA, Magic), Shelden Williams (FA), DeShawn Stevenson (trade, Hawks), Johan Petro (trade, Hawks), Anthony Morrow (trade, Hawks), Jordan Farmar (trade, Hawks) e Jordan Williams (trade, Hawks).

2 di 30

Empire State of Mind Jay-Z ft. Alicia Keys The Blueprint 3 0.00

4.37

Ft. Deron Williams

Quintetto: Deron Williams, Joe Johnson , Gerald Wallace, Kris Humphries, Brook Lopez. L’approdo in una nuova città. Un mercato ottimo, con tantissimi movimenti e con molte novità. Il rinnovo di Deron Williams. L’arrivo, sfumato, di Dwight Howard. Dunque, ora che la stagione sta per partire, possiamo tirare le fila e possiamo dire che per i nuovi Brooklyn Nets l’estate è stata movimentatissima. Avery Johnson, ex coach dei Mavs, oggi ha a disposizione un roster esplosi vo, con tanta qualità tra gli esterni e molta quantità sotto le plance. Un playmaker di lusso come Williams, finalmente, potrà gestire i ritmi di un quintetto di livello e capace di star dietro al suo modo di giocare. Questa squadra piace un po’ a tutti, tra gli addetti ai lavori, perché si tratta di un interessante mix di qualità, atletismo e talento. Certamente centrale, inoltre, è la nuova location più vicina alla New York dei Knicks e più lontana dalla fioca luce del New Jersey. Brooklyn, in sede di preview, si presenta come la squadra più imprevedibile dell’NBA. Ma quel che è certo è che la base per fare bene, visto anche l’entusiasmo crescente attorno a questo roster, c’è. Specialmente considerando che ci troviamo ad Est, in una Conference che per di più vedrà un grandissimo assente, Derrick Rose. Insomma, è tutto pronto per sorprendere: i Nets si presenteranno all’appello?

Pronostico: 50/55W.

Davide Mamone

«Yeah, I’ma up at Brooklyn», così cantava Jay-Z già nel 2009. Una sorta di profezia. La sua squadra adesso si è trasferita dal New Jersey ed è realmente a Brooklyn. Deron adesso è la stella di una squadra che gioca in una città cool e che ha appetibilità anche dal punto di vista dell’ubicazione. I Nets sognano in grande perché, citando sempre JayZ, «There’s nothing you can’t do, now you’re in New York. These streets will make you feel brand you, big lights will inspire you». Roster: Blatche F, Bogans G, Brooks G, Childress F, Dennis G, Evans F, Humphries F, J. Johnson G, Lopez C, Mays F, C. Scott F, Shengelia F, Stackhouse F, Taylor G, Teletovic F, Wallace F, Watson G, D. Williams G.


New York Knicks Arrivi: Ronnie Brewer (FA, Bulls), Chris Copeland (FA), Jason Kidd (FA, Mavericks), Pablo Prigioni (FA), John Shurna (FA), Henry Sims (FA), Mychel Thompson (FA), Rasheed Wallace (FA), James White (FA), Marcus Camby (trade, Rockets), Raymond Felton (trade, Blazers) e Kurt Thomas (trade, Blazers). Partenze: Landry Fields (FA, Raptors), Jeremy Lin (FA, Rockets), Toney Douglas (trade, Rockets), Jerome Jordan (trade, Rockets), Dan Gadzuric (trade, Blazers), Josh Harrellson (trade, Rockets) e Jared Jeffries (trade, Blazers).

3 di 30

Drop the World Lil Wayne ft. Eminem Rebirth 0.00

3.49

Ft. Carmelo Anthony

Quintetto: Jason Kidd, Iman Shumpert, Carmelo Anthony, Amar’e Stoudemire, Tyson Chandler. Per i Knicks è stata un’estate di grandi cambiamenti e c’è grande attesa da parte dei fan sul nuovo roster. Inoltre, con i Nets che si sono nettamente rinforzati, gli uomini di coach Mike Woodson non si possono permettere di deludere le attese, se vogliono mantenere la supremazia nella Grande Mela. Il passaggio della Linsanity a Houston sembra essere stato ben digerito dagli spettatori del Madison Square Garden, che ritengono la squadra più forte di quella che nella scorsa stagione ha chiuso al settimo posto dell’East Conference: fanno ben sperare gli innesti di un santone della NBA come Jason Kidd, di Raymond Felton e Marcus Camby, e le conferme di J.R. Smith e Steve Novak, importantissimi in uscita dalla panchina. L’obiettivo non dichiarato di questi Knicks è di vincere almeno 50 partite: compito tutt’altro che facile, visto che è più di un decennio che questa squadra non colleziona così tante vittorie. Tuttavia, il record di 18-6 fatto registrare con Woodson in panchina fa ben sperare, anche in considerazione del fatto che i giocatori hanno avuto tutta l’estate per assimilare i suoi schemi. Inoltre, sembra esserci una certa stabilità all’interno della franchigia, con ruoli ben definiti, che potrebbe sicuramente contribuire al miglioramento delle prestazioni di squadra.

Gabriele Galluccio

Ogni anno per i Knicks è un po’ la stagione della verità. Tutti si aspettano tantissimo da una squadra che può schierare una front-line composta da Anthony, Stoudemire e Chandler. Per l’edizione 2012/2013 della squadra la dirigenza ha puntato sui veterani e sull’esperienza, firmando giocatori come Jason Kidd e come Rasheed Wallace. È arrivato il momento di fare bene, altrimenti i giudizi critici sui Knicks potrebbero diventare incontestabili. Roster: C. Anthony F, Bellfield G, R. Brewer G, Camby C, Chandler C, Copeland F, Felton G, Kidd G, Novak F, Prigioni G, Shumpert G, Shurna F, Sims C, J. Smith G, Stoudemire F-C, K. Thomas F, M. Thompson F, R. Wallace F-C, J. White G-F.


New York Knicks Pronosticare il cammino dei Knicks nella prossima stagione non è facile. Di sicuro c’è che il loro attacco sarà uno dei più pericolosi (97,8 i punti di media a partita segnati l’anno scorso): non dimentichiamoci che ci sono sempre Amar’e Stoudemire e Carmelo Anthony, uno dei primi della classe in NBA, che è in grado di segnare in qualunque situazione e di vincere le partite da solo. Oltre alle mine vaganti Novak e Smith, in questa stagione i Knicks potranno contare sulla sconfinata intelligenza cestistica di Kidd, sulla difesa di Tyson Chandler e sull’esperienza di Marcus Camby e Kurt Thomas. Secondo gli addetti ai lavori, i Knicks hanno tutte le qualità per dominare l’Atlantic Division ed evitare gli Heat al primo turno dei playoffs: battere squadre come i Celtics, i Bulls ed i Nets non sarà affatto facile, ma i Knicks possono sperare nella finale di Conference. Pronostico: 55/60 W, Semifinali Playoffs.

Gabriele Galluccio

3 di 30

La coppia AnthonyStoudemire non è la prima che ha fatto discutere nella storia dei Knicks. Nel ‘71, con già in rosa Walt Frazier, i Knicks acquistarono Earl Monroe. Molti sostenevano che i due non potessero giocare assieme, ma i Knicks riuscirono con questo duo a tornare alla vittoria del titolo NBA:


Philadelphia 76ers Arrivi: Arnett Moultrie e Moe Harkless (Draft); Dorell Wright (trade, Warriors), Nick Young (FA, Clippers), Kwame Brown (FA, Warriors), Royal Ivey (FA, Thunder), Maalik Wayns (FA), Andrew Bynum (trade, Lakers), Jason Richardson (trade, Magic), Mikki Moore (FA), Damien Wilkins (FA, Pistons). Partenze: Elton Brand (FA, Mavericks), Louis Williams (FA, Hawks), Craig Brackins (FA), Andre Iguodala (trade, Nuggets), Nikola Vucevic (trade, Magic), Moe Harkless (trade, Magic), Jodie Meeks (FA, Lakers), Sam Young (FA, Pacers). Quintetto: Jrue Holiday, Evan Turner, Thaddeus Young, Spencer Hawes, Andrew Bynum. Nella passata stagione i Sixers di Iguodala, Brand e Williams con 35 vittorie e 31 sconfitte si sono qualificati come ottavi ai Playoffs nella Eastern Conference. Nella serie contro i Bulls, complice il grave infortunio accorso a Rose in Gara 1, hanno sovvertito ogni pronostico vincendo per 4-2 perdendo poi con onore (4-3) la Semifinale di Conference contro i Boston Celtics di Rajon Rondo. Nonostante i positivi Playoffs a Philadelphia si è deciso di cambiare radicalmente il roster prima non rinnovando Williams (uno dei migliori sesti uomini della lega), poi “amnistiando” il contrattone di Elton Brand. Inoltre i Sixers hanno scelto di tradare (nel maxi scambio che ha portato Howard ai Lakers) la stella Andre Iguodala, il rookie Harkless e il giovane Vucevic per arrivare ad uno dei centri più forti dell’intera NBA: Andrew Bynum. Oltre ai giocatori già citati hanno abbandonato Philadelphia anche Sam Young e il tiratore Jodie Meeks. Per creare un roster competitivo intorno a Bynum, oltre alle conferme di Holiday, Hawes, Turner e T.Young, sono arrivati J.Richardson (a dire il vero molto in ombra nella sua esperienza in maglia Magic), Dorell Wright dagli Warriors, la talentuosa guardia ex Clippers Nick Young, la promettente ala grande da Mississipi State Arnett Moultrie (scelto con la 27° al primo giro dai Miami Heat e poi girato ai Sixers) e, infine, giocatori di

Luca Antonelli

4 di 30

A New Saga Begins Rhapsody of Fire Triumph or Agony 0.00

4.18

Ft. Andrew Bynum

Gigantesca rivoluzione in casa Sixers con i tre giocatori più rappresentativi (Williams, Brand e Iguodala) che sono stati mandati via per far spazio alla nuova stella della squadra: Andrew Bynum. Starà all’ex Lakers dimostrare di essere maturato e di poter supportare il peso offensivo dei Sixers sulle sue spalle portandoli ai Playoffs. Roster: L. Allen C-F, K. Brown C, Bynum C, Hawes F-C, Holiday G, Ivey G, Moultrie F, J. Richardson G, Searcy F, Turner G-F, Wayns G, Wilkins G-F, D. Wright F-G, N. Young G, T. Young F.


Philadelphia 76ers complemento come Ivey, Brown e Mikki Moore. Il gioco della squadra di Collins si baserà moltissimo sul potenziale offensivo di Bynum e sulla prepotente crescita di Evan Turner e Jrue Holiday. Una grande stagione di questi tre giocatori sarebbe sinonimo di Playoffs per i Philadelphia 76ers. Quest’anno i Sixers possono contare su Bynum che è, probabilmente, il miglior centro della lega dopo Howard e da primo terminale offensivo potrebbe veramente esaltarsi. Holiday sta maturando ed è in grado di giocarsela contro qualsiasi pari ruolo e Turner nei Playoffs ha fatto intravedere ottime cose. Il quintetto base in teoria può garantire il giusto mix di atletismo e qualità per rimanere oltre il 50% di vittorie. La panchina, soprattutto nel reparto piccoli, può far uscire giocatori utilissimi come Nick Young, J-Rich e Dorell Wright. Non ci sono solo fattori positivi però: la difesa, gli infortuni e le letture sono i punti deboli di Bynum e nel reparto lunghi la coperta non sembra essere lunghissima. Perdere i tre leader della franchigia in un colpo solo può dover portare a un periodo di adattamento più o meno lungo. Hawes da 4, nonostante sia bravo a giocare anche lontano da canestro, è una scommessa dal punto di vista difensivo e la coppia Bynum-Hawes rischia di chiudere molte linee di penetrazione (e, quindi, Bynum dovrà essere bravo a scaricare bene la palla fuori dall’area creando spazio per i tiri da 3). Pronostico: 45W.

Luca Antonelli

I Sixers hanno vinto tre titoli nella loro storia: il primo come Syracuse Nationals nel ‘55, il secondo con Chamberlain nel ‘67 e il terzo con Julius Erving e Moses Malone nell’83. I due sono citati anche nella canzone Basketball di Kurtis Blow, presente nella colonna sonora di NBA 2k12: «Just like I’m the king on the microphone, so is Dr. J and Moses Malone».


Toronto Raptors Arrivi: Quincy Acy, Tomislav Zubcic, Terrence Ross e Jonas Valanciunas (Draft); Landry Fields (FA, Knicks), John Lucas III (FA, Bulls), Dominic McGuire (FA, Warriors), Chris Wright (FA, Warriors) e Kyle Lowry (trade, Rockets).

Don Quixote

Partenze: Jerryd Bayless (FA, Grizzlies), Ben Uzoh (FA, Nuggets), Gary Forbes (trade, Rockets) e James Johnson (trade, Kings).

Gordon Lightfoot Don Quixote

Quintetto: Kyle Lowry, DeMar DeRozan, Landry Fields, Andrea Bargnani, Jonas Valanciunas. Il 2012/2013 sarà un anno fondamentale per i Toronto Raptors. La franchigia canadese, infatti, viene da stagioni assolutamente deludenti, appesantite dal tradimento di Chris Bosh, approdato nella soleggiata, e ormai vincente, Miami. Dietro l’uomo franchigia, Andrea Bargnani, atteso ad una stagione importante, avendo ormai raggiunto la piena maturità come giocatore, Colangelo ha deciso, finalmente, di affiancare un giocatore dalla personalità debordante come Kyle Lowry, reduce da un’annata strepitosa ai Rockets, molto più adatto a dirigere una squadra NBA rispetto al bravo ma poco decisivo José Calderon, in attesa di sistemazione. Oltre a Lowry è arrivato Landy Fields, che potrebbe rivelarsi uno dei migliori colpi della offseason, in quanto giocatore di squadra se ce n’è uno, tanto da essere definito già da tutti i compagni di squadra, “glue guy”, collante; altri colpi importanti sono stati effettuati in sede di Draft; Terrence Ross, da Washington, è un giocatore talentuosissimo dotato di una combinazione di fisico e tecnica notevole, Quincy Acy, per i tanti anni trascorsi a Baylor, potrà dare da subito una mano alla squadra di Dwane Casey, per non parlare di Jonas Valanciunas, lungo lituano scelto (nel 2011) per sfruttare finalmente le potenzialità di Bargnani nel ruolo di ala grande. Il lituano a livello di nome non convince, ma Lowry si dice entusiasta di poter giocare con lui per via delle potenzialità che esprime in allenamento. Insomma, difesa e punti con Lowry e Fields, talento e atletismo con Ross e Valanciunas; ma le cose interessanti non passano solo attraverso il mercato. Ed Davis e DeMar DeRozan, i diamanti allo stato grezzo di Toronto sono chiamati all’anno della verità; attraverso i loro miglioramenti, Davis a livello di contributo sul parquet, DeRozan per quanto riguarda la leadership nei momenti caldi delle partite, si potrà capire se Toronto può fare sul serio, o se manca ancora qualcosa per tornare ad alti livelli. Pronostico: Best Case 42W – Worst Case 30W.

Niccolò Costanzo

5 di 30

0.00

3.41

Ft. Andrea Bargnani

Dopo l’addio di Chris Bosh, i Toronto Raptors sono chiamati alla terza stagione di probabile transizione. Andrea Bargnani è sempre la stella della sua squadra, ma quest’anno troverà un buon contributo dai suoi compagni o continuerà a combattere contro i mulini a vento? I progressi di DeMar DeRozan e l’approdo in Canada di Fields e di Lowry fanno ben sperare. Roster: Acy F, A. Anderson F-G, Bargnani F-C. Calderon G, E. Davis F, DeRozan G, Fields G, Gray C, A. Johnson C-F, Kleiza F-G, Lowry G, Lucas III G, Magloire C, McGuire F, McNeal G, Ross G, Valanciunas C, C. Wright F, Zubcic F.


Central Division

Chicago Bulls Without Me – Eminem

Cleveland Cavaliers Kick Ass (We Are Young) – Mika

Detroit Pistons Beautiful – Eminem

Indiana Pacers My Time – Fabolous ft. Jeremih

P. 37

P. 39

P. 41

P. 42

Milwaukee Bucks Mas Que Nada – Sergio Mendes ft. P. 43 Black Eyed Peas

Classifica scorsa stagione: Chicago Bulls 50-16 Indiana Pacers 42-24 Milwaukee Bucks 31-35 Detroit Pistons 25-41 Cleveland Cavaliers 21-25


Chicago Bulls Arrivi: Marquis Teague (Draft); Kirk Hinrich (FA, Hawks), Vladimir Radmanovic (FA, Hawks), Marco Belinelli (FA, Hornets), Nazr Mohammed (FA, Thunder), Nate Robinson (FA, Warriors).

6 di 30

Without Me Eminem The Eminem Show

Partenze: C.J Watson (FA, Nets), Ronnie Brewer (FA, Knicks), Kyle Korver (trade, Hawks), John Lucas III (FA, Raptors), Omer Asik (FA, Rockets); Brian Scalabrine (ritiro). 0.00

Quintetto: Derrick Rose, Richard Hamilton, Luol Deng, Carlos Boozer, Joakim Noah. I Chicago Bulls edizione 2012/2013 si presentano ai nastri di partenza profondamente rivoluzionati per quanto riguarda le riserve nel roster, ma il quintetto base (almeno quando rientrerà Rose) è lo stesso della passata stagione in cui la squadra di Thibodeau (fresco di rinnovo quadriennale) aveva concluso al primo posto assoluto la regular season (50W-16L). Rose, dopo essersi rotto il ginocchio in gara 1 dei Playoffs 2012 contro i Sixers, rientrerà probabilmente verso fine stagione e il problema più grande rimane quello della sua sostituzione in campo. L’anno scorso il numero 1 rossonero è stato ben sostituito nel corso della regular season da Watson e Lucas (bravi nelle vittorie contro gli Heat), ma durante i Playoffs i due play non sono riusciti a sopperire all’assenza della stella. Quest’anno nel ruolo di play, fino al rientro di Rose, giocheranno Hinrich (al ritorno ai Bulls), Nate Robinson e il rookie Marquis Teague (l’anno scorso in NCAA a Kentucky). La guardia titolare sarà ancora Hamilton (poco positivo l’anno scorso) e la sua riserva è l’italiano Marco Belinelli, chiamato alla consacrazione in una squadra di alto livello dopo la buona annata in maglia Hornets. Nello spot di ala piccola c’è l’all star Luol Deng (alle prese ancora con acciacchi dalla scorsa stagione), mentre sotto canestro faranno coppia Carlos Boozer (mai decisivo in maglia Bulls) e Joachim Noah, con Gibson pronto a subentrare dalla panchina. Rispetto all’anno passato i Bulls hanno perso nel reparto piccoli giocatori

Luca Antonelli

4.52

Ft. Derrick Rose

La stella anche quest’anno è Derrick Rose, nonostante la lunghissima assenza per infortunio. La canzone per i Bulls non può che essere Without Me. Ce la faranno i rossoneri a sopperire all’assenza di Rose vincendo un buon numero di partite? Difficile, quasi impossibile. «It feels so empty without me»… Roster: Belinelli G, Boozer F, J. Butler G-F, Deng F, T. Gibson F, Hamilton G, Hinrich G, Mohammed C, Noah C, Radmanovic F, N. Robinson G, Rose G, M. Teague G.


Chicago Bulls importanti come Korver, Lucas, Watson e Brewer, sostituendoli però in maniera più o meno discreta. Invece più grave sarà l’assenza di Omer Asik, preso dai Rockets come restricted free agent, fondamentale per il suo apporto difensivo nel sistema Thibodeau e sicuramente non sostituibile da Mohammed. Il problema principale, ovviamente, non risiede nella sostituzione dei partenti ma nell’infortunio di Rose. Se il playmaker rientrerà per la seconda metà di stagione in condizioni accettabili (difficilissimo) i Bulls potrebbero ambire a una bella posizione ad Est, se Rose invece rientrerà a fine stagione per i Bulls sarà anche dura arrivare tra le prime otto. Senza Rose ci sarà spazio per il rookie Marquis Teague e Luol Deng sarà ancora più responsabilizzato nel ruolo di leader della squadra. Tom Thibodeau e il suo sistema sono una certezza per i Bulls e i lunghi Gibson e Noah sono tra i migliori della lega per impatto difensivo. Al rientro di Rose, se avverrà in tempi non lunghissimi, i Bulls potranno schierare uno dei primi 10 giocatori del Mondo e un playmaker in grado di rendere praticamente da solo la squadra tra le migliori della NBA. D’altro canto Hamilton e Boozer non sono stati in grado di prendere per mano la squadra nel momento importante degli scorsi Playoffs e sembrano in fase calante dal punto di vista fisico. Hinrich e Belinelli potrebbero trovare molte difficoltà nel sistema di Thibodeau e il rookie Teague senza tanti attaccanti di qualità attorno fatica parecchio. Con Rose fuori non c’è praticamente nessuno in rotazione capace di creare pericoli dal palleggio e come go to guy. Pronostico: 55W (con Rose da metà stagione), 35W (senza Rose).

Luca Antonelli

I giocatori più rappresentativi della storia dei Bulls sono naturalmente Michael Jordan e i suoi compagni dei due three-peat, ma anche giocatori come Artis Gilmore e Bob Love meritano una menzione. Gilmore è il miglior stoppatore della storia della squadra, mentre Bob Love è il terzo miglior marcatore dietro alle leggende Michael Jordan e Scottie Pippen.


Cleveland Cavaliers Arrivi: Dion Waiters e Tyler Zeller (Draft); Jon Leuer (FA, Bucks), Jeremy Pargo (trade, Grizzlies) e CJ Miles (FA, Jazz).

7 di 30

Kick Ass (We Are Young) Partenze: Antawn Jamison (FA, Lakers), Manny Harris (FA), Semih Erden (FA), D.J Kennedy (trade, Grizzlies); Anthony Parker (ritiro). Quintetto: Kyrie Irving, C.J. Miles, Alonzo Gee, Tristan Thompson, Anderson Varejao. I Cleveland Cavaliers, 21-45 nella passata stagione, entrano nella terza stagione dall’addio di Lebron James. L’anno scorso Cleveland, prima di perdere Irving per infortunio, non aveva mal figurato salvo poi crollare senza la propria stella. In questa stagione i Cavs hanno la grande ambizione di far crescere i numerosi giovani a roster in modo da creare un gruppo coeso e futuribile in grado negli anni futuri di raggiungere i Playoffs con continuità. La stella sarà ancora una volta Kyrie Irving che è chiamato a confermare le strepitose medie dell’anno passato, mentre sotto canestro insieme all’esperto brasiliano Varejao dovrà migliorare (avendo anche più minuti in campo per l’addio di Jamison) il sophomore Tristan Thompson. Dalla panchina a sostituire i due lunghi possono subentrare il rookie Tyler Zeller (giocatore molto tecnico ed interessante) e i solidi Samuels e Harangody. Nel reparto piccoli, invece, sono stati aggiunti la discreta guardia/ala CJ Miles, il play da Memphis Jeremy Pargo e il rookie da Syracuse Dion Waiters. Proprio Waiters, scelto a sorpresa con la numero 4, sarà il maggiore osservato di questo inizio di stagione in quanto le buone prestazioni da sesto uomo al college non sembrano attualmente giustificare una chiamata così alta al Draft. A completare il reparto sono stati confermati il tiratore Gibson, Alonzo Gee e Omri Casspi. Le fortune dei Cavs passeranno, ovviamente, ancora da Irving ma le premesse in questa stagione sono probabilmente migliori rispetto alla scorsa (anche se per i Playoffs sembra mancare ancora qualcosa).

Luca Antonelli

Mika Kick Ass: Music from the Motion Picture 0.00

3.12

Ft. Kyrie Irving

La canzone, soprattutto per il ritornello «We are young, we are strong», si adatta molto bene alla terza edizione dei Cavs post LeBron. La stella è il sophomore Irving e, oltre a lui, sono in roster i rookie Waiters e Zeller e i sophomore Thompson e Pargo. Sono giovani e hanno voglia di far bene. Roster: Miles G-F, D. Gibson G, Irving G, Waiters G, K. Jones F, Je. Pargo G, T. Thompson F, Sloan G, Varejao F-C, Samuels C, Leuer F, Walton F, Gee G, Casspi F, Zeller C, Harangody F.


Cleveland Cavaliers Irving è un fenomeno e avrà tante responsabilità. Varejao è un ottimo lungo e può aiutare la crescita di Thompson e Zeller. Waiters (anche se alla quarta scelta è decisamente un azzardo) può migliorare senza numerosi pressioni vista la probabile mancanza di ambizioni di classifica. I giovani, però, sono ancora molto acerbi per poter ambire ai Playoffs, la panchina è sinceramente corta e con poca qualità e in attacco non sembrano esserci valide alternative al Irving. Pronostico: 25/30W.

Non solo LeBron James nella storia dei Cavaliers: fondamentali per i Cavs sono stati anche World B. Free e Zydrunas Ilgauskas. Il primo, negli anni ‘80, ha riportato l’entusiasmo per i Cavs e ha evitato che la franchigia si spostasse da Cleveland; il secondo è dietro solo allo stesso LeBron James nella classifica marcatori della squadra.

Luca Antonelli


Detroit Pistons Arrivi: Andre Drummond, Kris Middleton, Kim English e Kyle Singler (Draft); Jonny Flynn (FA, Blazers), Vyacheslav Kravtsov (FA), Corey Maggette (trade, Bobcats) e Terrence Williams (trade, Kings).

8 di 30

Beautiful Eminem Relapse

Partenze: Vernon Macklin (FA), Walker Russell (FA, Thunder), Damien Wilkins (FA, Sixers) e Ben Gordon (trade, Bobcats).

Quintetto: Brandon Knight, Rodney Stuckey, Tayshaun Prince, Jason Maxiell, Greg Monroe. Il ritorno dall’infortunio di Jonas Jerebko può essere la notizia più positiva per i nuovi Detroit Pistons, lo svedese potrebbe essere una pedina molto importante sia da ala grande che da ala piccola con Tayshawn Prince e Jason Maxiell davanti a lui in entrambe le rotazioni. Dopo le ultime stagioni di buio assoluto in Michigan queste potrebbe comunque considerarsi una stagione di possibile rinascita viste le scelte al draft dei promettenti Andre Drummond e Kim English. Pronostico: 30/35 W.

0.00

6.32

Ft. Greg Monroe

Un rapper di Detroit e una canzone con video girato a Detroit per i Pistons. La stella di questa squadra giovane e futuribile è ormai il centro Greg Monroe, protagonista di una grandiosa stagione un anno fa. Anche se questa stagione non dovesse essere di successo, i Pistons hanno bel materiale per poter sperare in qualcosa nel futuro. Roster: Bynum G, Daye F, Drummond F-C, English G, Flynn G, Jerebko F, B. Knight G, Kravtsov C, Maggette F, Maxiell F, Middleton F, Monroe C, Prince F, Singler F, Stuckey G, Villanueva F, T. Williams G-F.

Fabio Trinchero


Indiana Pacers Arrivi: Miles Plumlee e Orlando Johnson (Draft); D.J. Augustin (FA, Bobcats), Sam Young (FA, Sixers), Sundiata Gaines (FA, Nets), Gerald Green (FA, Nets), Blake Ahearn (FA, Jazz) e Ian Mahinmi (trade, Mavericks).

9 di 30

My Time Fabolous ft. Jeremih Loso’s Way

Partenze: Louis Amundson (FA, T’Wolves), Kyrylo Fesenko (FA, Bulls), A.J. Price (FA, Jazz), Darren Collison (trade, Mavericks) e Dahntay Jones (trade, Mavericks). 0.00

Quintetto: George Hill, Paul George, Danny Granger, David West, Roy Hibbert. Indiana è probabilmente una delle squadre dal gioco più omogeneo della NBA, grazie al variegato insieme di giocatori che compongono il roster e alla profondità della panchina. Le opzioni offensive sono molte: Granger sarà come sempre il principale terminale offensivo, anche se Hibbert, West e George dovrebbero togliergli molte responsabilità. Dalla panchina D.J. Augustin può portare un altro buon apporto a livello realizzativo, mentre Gerald Green avrà una buona occasione per mostrare tutto il proprio talento. Per quanto riguarda i lunghi, entreranno a partita iniziata Ian Mahinmi, Miles Plumlee e Tyler Hansbrough, che potranno assicurare un gran numero di energia e rimbalzi. Tirando le somme, non c'è ragione per pensare che i Pacers non possano migliorare i risultati dell'anno scorso, se si considera il buon lavoro estivo svolto e la crescita di giovani come Roy Hibbert - che si potrebbe consacrare definitivamente come uno dei centri più forti della lega - e Paul George. Dando per scontata la supremazia di Miami nella Eastern, Indiana potrebbe sfruttare l'assenza di Derrick Rose per conquistare il secondo posto nella Conference, anche se la concorrenza sarà molto agguerrita. Pronostico: 55/60W, Conference Finals.

Marco Conti

4.00

Ft. Roy Hibbert

Dopo l’ottimo campionato condotto dalla squadra di Frank Vogel nella scorsa stagione, per i Pacers questa può essere un’annata divertente. La squadra, giovane e talentuosissima, matura anno dopo anno e dà sempre più fastidi alle compagini rivali. Roy Hibbert è cresciuto fino ad essere considerato uno dei migliori centri della lega. Il tempo dei Pacers è arrivato. Roster: Augustin G, George G-F, Granger F, G. Green G-F, T. Hansbrough F-C, B. Hansbrough G, Hibbert C, G. Hill G, O. Johnson G, Mahinmi C, Pendergraph F-C, Plumlee F, Stephenson G, D. West F, S. Young F-G.


Milwaukee Bucks Arrivi: Doron Lamb e John Henson (Draft); Alando Tucker (FA), Joel Przybilla (FA, Blazers), Samuel Dalembert (trade, Rockets) e Marquis Daniels (FA, Celtics). Partenze: Jon Brockman (trade, Rockets), Jon Leuer (trade, Rockets), Shaun Livingston (trade, Rockets), Carlos Delfino (FA, Rockets) e Kwame Brown (FA, Sixers).

Quintetto: Brandon Jennings, Monta Ellis, Luc Mbah a Moute, Ersan Ilyasova, Drew Gooden. I Milwaukee Bucks si presentano ai nastri di partenza della stagione 2012/2013 come una squadra molto ambiziosa e volenterosa di tornare a disputare i Playoff dopo averli solamente sfiorati nella passata stagione. Infatti l’anno passato la formazione di Skiles, dopo aver aggiunto al roster la stella Monta Ellis in cambio del centro infortunato Andrew Bogut, ha combattuto fino alla fine della regular season per riuscire ad entrare ai Playoff contro Sixers e Knicks non riuscendo però nell’impresa (record 31W-35L e nono posto nella Eastern Conference). Per riuscire a raggiungere l’ottava piazza ad Est, obiettivo assolutamente raggiungibile visti i roster delle rivali, i Bucks hanno deciso di aggiungere peso e centimetri sotto canestro con l’arrivo di Dalembert e Przybilla dal mercato dei free agent (al posto del partente Kwame Brown) e dell’ala grande John Henson dal draft NBA 2012 (14° scelta assoluta, proveniente da North Carolina). Nel reparto piccoli, partito Carlos Delfino, sono arrivati a riempire la panchina Alando Tucker e Marquis Daniels e a dare minuti di riposo alla coppia Ellis-Jennings è stato preso il rookie da Kentucky Doron Lamb (42° scelta). Ma il successo più importante per i Bucks è stato sicuramente quello relativo alla conferma del turco Ersan Ilyasova, che ha rinnovato con Milwaukee per altre 5 stagioni. Sarà quindi lui, insieme alle due stelle Jennings-Ellis, a guidare i Bucks verso le prime otto posizioni. Rispetto alla passata stagione il roster sembra maggiormente equilibrato, ci sono

Luca Antonelli

10 di 30

Mas Que Nada Sergio Mendes ft. Black Eyed Peas Timeless 0.00

4.22

Ft. Brandon Jennings

I Bucks, con un roster di buona qualità, si affidano alle due stele Jennings ed Ellis per tornare ai Playoffs. A Milwaukee hanno visto grandi squadre e grandi giocatori in grado di vincere il titolo, ma anche contesti di bassissimo livello. Quindi con Ellis, Jennings e questo roster non si può sognare ma sicuramente «Mas Que Nada»… Roster: Dalembert C, M. Daniels GF, Dunleavy G-F, Ellis G, Farrakhan G, Gill G, Gooden C-F, Greene G, T. Harris F, Henson F, Ilyasova F, Jennings G, D. Lamb G, Mbah a Moute F, Przybilla C, Sanders F-C, Tucker F, Udoh C, Udrih G.


Milwaukee Bucks giocatori di alto livello e i rookie possono già dare una importante mano a Skiles. I successi della franchigia passeranno ovviamente dalla forma fisica di Ellis e Jennings, giocatori letali in attacco e capaci di scambiarsi nel corso della partita i ruoli di playmaker e guardia. Ellis e Jennings sono, infatti, un lusso offensivamente per una squadra che lotta per l’ottavo posto, Ilyasova può fare sempre più la differenza e i rookie sono di buon livello. Sotto canestro i nuovi arrivi portano peso, centimetri e difesa e Gooden è sempre in grado di fornire un buon apporto. Inoltre Skiles è uno dei migliori allenatori in circolazione. Di contro Ellis, Jennings e Lamb potrebbero soffrire in difesa contro avversari più fisici. Manca un tiratore puro dall’arco. Tra i lunghi l’unico con gioco perimetrale è Ilyasova (il quale però giocherà e parecchio anche da 3). La coppia Gooden-Dalembert rischia di chiudere troppo spazio sotto canestro per le penetrazioni di Monta e Brandon. Pronostico: 35/40W, ottavo/nono posto a Est.

Luca Antonelli

Kareem Abdul-Jabbar non è solo il miglior marcatore della storia della squadra, ma anche dell’intera NBA. Al secondo posto della graduatoria dei Bucks troviamo l’ala con grandi doti offensive Glenn Robinson, capoclassifica anche per palle perse. Quarta piazza nei punti segnati per Michael Redd, stella dei Bucks ad inizio anni 2000.


Southeast Division

Atlanta Hawks Leaves That Are Green – Simon & Garfunkel

Charlotte Bobcats Get Back – The Beatles

P. 46

P. 47

Miami Heat Lift Off – Jay-Z & Kanye West ft. Beyoncé

P. 48

Orlando Magic Boulevard of Broken Dreams – Green Day

P. 50

Washington Wizards Another Brick in the Wall – Pink Floyd

P. 51

Classifica scorsa stagione: Miami Heat 46-20 Atlanta Hawks 40-26 Orlando Magic 37-29 Washington Wizards 20-46 Charlotte Bobcats 7-59


Atlanta Hawks Arrivi: John Jenkins e Mike Scott (Draft); Anthony Tolliver (FA, T’Wolves), Louis Williams (FA, Sixers), Devin Harris (trade, Jazz), Kyle Korver (trade, Bulls), Anthony Morrow (trade, Nets), Johan Petro (trade, Nets) e DeShawn Stevenson (trade, Nets). Partenze: Jason Collins (FA, Celtics), Kirk Hinrich (FA, Bulls), Vladimir Radmanovic (FA, Bulls), Jerry Stackhouse (FA, Nets), Jannero Pargo (FA, Wizards), Willie Green (trade, Clippers), Joe Johnson (trade, Nets) e Marvin Williams (trade, Jazz); Jordan Farmar e Jordan Williams (free-agent). Quintetto: Devin Harris, DeShawn Stevenson, Kyle Korver, Josh Smith, Al Horford. Questa nuova edizione degli Atlanta Hawks vede grandi novità di organico con di fatto i soli Josh Smith e Al Horford a rappresentare ancora il vecchio progetto. Joe Johnson e Marvin Williams hanno lasciato Atlanta: per il primo gli Hawks hanno acquisito un pacchetto di quattro giocatori da Brooklyn, mentre in cambio del secondo è arrivato Devin Harris, che dividerà i suoi minuti con Jeff Teague. Anche se Joe Johnson ha lasciato la squadra, nel reparto guardie gli Hawks possono schierare DeShawn Stevenson e, soprattutto, il secondo miglior sesto uomo della passata stagione, Lou Williams. Nel reparto ali ci sarà qualche difficoltà in più: Josh Smith è un giocatore di grande livello, ma al suo fianco gli Hawks saranno costretti ad alternare Kyle Korver, Ivan Johnson ed Anthony Tolliver. Sotto canestro ci si affiderà ai già collaudati Al Horford, nella speranza che possa non incorrere in problemi fisici, e Zaza Pachulia. Con questa squadra gli Hawks difficilmente potranno ambire al fattore campo nel primo turno dei Playoffs, anzi sarebbe un buon risultato qualificarsi alla post-season. L’impresa non è impossibile, ma Atlanta non deve sbagliare niente. Pronostico: 40/45W.

Filippo Antonelli

11 di 30

Leaves That Are Green Simon & Garfunkel Sounds of Silence 0.00

2.23

Ft. Josh Smith

Gli Hawks hanno sfoggiato nelle ultime stagioni squadre non eccezionali, ma solide ed in grado di arrivare sempre in alto in regular season. Per il precedente progetto però, costruito su Smith, Marvin e Shelden Williams, Al Horford, Johnson e Crawford, sembra essere arrivato l’autunno e le foglie, come quelle della canzone, stanno diventando marroni. Solo Smith e Horford sono ancora in squadra e il contesto sembra di livello inferiore rispetto al passato. Roster: D. Harris G, Horford F-C, Jenkins G, I. Johnson F, Korver G, Morrow G, Pachulia F-C, Petro C, Scott F, J. Smith F, Stevenson G, Teague G, Tolliver F, L. Williams G.


Charlotte Bobcats Arrivi: Michael Kidd-Gilchrist e Jeffery Taylor (Draft); Ramon Sessions (FA, Lakers), Brendan Haywood (FA, Mavericks), DaJuan Summers (FA, Hornets) e Ben Gordon (trade, Pistons).

12 di 30

Get Back

Partenze: Derrick Brown (FA, Spurs), D.J. Augustin (FA, Pacers) e Corey Maggette (trade, Pistons); Eduardo Najera (ritiro).

Quintetto: Ramon Sessions, Ben Gordon, Michael KiddGilchrist, Bismack Biyombo, Brendan Haywood. Obiettivo principale della franchigia del North Carolina è migliorare quanto fatto lo scorso anno, cancellare quello che è stato il peggior record della storia NBA (7 vittorie, 59 sconfitte) che per di più non ha portato all’assegnazione della prima scelta (andata a New Orlweans). La missione non è impossibile: la seconda scelta al draft (Kidd-Gilchrist), l’arrivo di Ramon Sessions dai Lakers e di Ben Gordon dai Pistons (più una futura prima scelta) sono il presupposto per poter far bene. KiddGilchrist porterà in dote le sue forti capacità di attaccare il canestro e di andare a rimbalzo, Sessions potrebbe formare una coppia ben assortita con Walker e Gordon risolverà il problema delle pessime percentuali dall’arco fatte registrare lo scorso anno (29%). Puntellato è stato anche il settore lunghi con l’arrivo di Haywood da Dallas. Sarà suo il compito di dare maggiore “presenza” nel pitturato e dare un maggiore contributo in difesa. Rispetto all’anno passato è stato cambiato anche il coach. Sulla panchina forse meno ambita della Lega siederà Mike Dunlap, già assistente di George Karl tra il 2006 e il 2008 ai Nuggets e reduce dall’esperienza alla St. John’s University. Poca esperienza da head-coach ma gli esperti ne parlano un gran bene. Questo il quintetto ipotizzabile: Sessions (Walker), Gordon, Kidd-Gilchrist, Biyombo, Haywood. Pronostico: 25/30 W.

Eugenio Nardone

The Beatles Let It Be 0.00

3.14

Ft. Michael Kidd-Gilchrist

«Get back, get back to where you once belonged». Chissà quante volte l’avranno cantata gli abitanti di Charlotte pensando agli Hornets, la loro ex squadra che, trasferitasi a New Orleans, ha avuto prima la fortuna di abbracciare Chris Paul e poi la prima scelta al Draft 2012, con cui è arrivato Anthony Davis. I Bobcats, invece, sono costretti ad accontentarsi del compagno di squadra di Davis a Kentucky, KiddGilchrist. E se andasse bene lo stesso? Roster: Biyombo C, Carroll G, Diop C, B. Gordon G, Haywood C, Henderson G, Higgins G, KiddGilchrist F, Mullens F-C, Owens F, Sessions G, Summers F, J. Taylor F, T. Thomas F, K. Walker G, R. Williams G.


Miami Heat Arrivi: Justin Hamilton, Jarvis Varnado e Robert Dozier (Draft); Ray Allen (FA, Celtics), Mickell Gladness (FA, Heat), Josh Harrellson (FA, Knicks), Rashard Lewis (FA, Hornets) e Garrett Temple (FA). Partenze: Eddy Curry (FA, Spurs) e Ronny Turiaf (FA, Clippers).

Quintetto: Mario Chalmers, Dwyane Wade, LeBron James, Udonis Haslem, Chris Bosh. E’ stata un’estate poco movimentata per i Miami Heat, sicuramente molto meno rispetto alle ultime. E’ arrivato il titolo, quindi LeBron è più tranquillo. Inoltre i colpi di mercato sono stati nel complesso pochi. Sicuramente ben scelti e complementari al roster, ma numericamente non tanti. Nonostante sia rimasto sorprendentemente Mike Miller, eroe delle finals, il team della Florida ha deciso di aggiungere alla collezione di talenti in maglia Heat due specialisti dal perimetro: Ray Allen e Rashard Lewis. Entrambi arrivati da free agent, il primo in scadenza con Boston, il secondo amnistiato da Washington. L’arrivo di “He got game” è stato sicuramente più pubblicizzato. Jesus Shuttlesworth, al secolo Ray Allen, è in cerca del suo secondo anello, dopo quello ottenuto ormai 5 stagioni fa. Lewis invece vorrebbe provare per la prima volta in carriera la gioia di vincere il titolo. E per questa ragione si è unito ai più forti, sapendo di potergli dare un contributo abbastanza importante. A roster ci sono anche un bel po’ di contratti non garantiti: le conoscenze del basket italiano Jarvis “Tornado” Varnado (passato per Roma e Pistoia) e Garrett Temple, protagonista di tanti “losing effort” nella fallimentare stagione di Casale Monferrato. Sembrerebbe diretto in Europa il rookie Hamilton. Hanno lasciato South Beach Eddy Curry (Free agent), Juwan Howard (che potrebbe ritirarsi) e Turiaf, che viaggia verso lidi losangelini, sponda Clippers. Gli Heat, nonostante i rinforzi delle rivali, restano comunque uno dei migliori roster in circolazione (se non il migliore).

Angelo Lenoci

13 di 30

Lift Off Jay-Z & Kanye West ft. Beyoncé Watch the Throne 0.00

4.26

Ft. LeBron James

Con la vittoria del titolo 2012 LeBron è riuscito finalmente a scrollarsi di dosso il peso di una vittoria finale che gli era sfuggita troppe volte in carriera e che aveva portato diversi appassionati ad interrogarsi sulla sua attitudine. Adesso per LeBron e compagni c’è il compito più difficile: confermarsi. Riuscirà LeBron a sedersi nuovamente sul trono? Roster: R. Allen G, J. Anthony C, Battier F, Bosh F, Carney G-F, Chalmers G, Cole G, J. Hamilton C, Harrellson C, T. Harris G, Haslem F, L. James F, J. Jones G-F, Lewis F, Miller F, Pittman C, Temple G, Varnado F-C, Wade G.


Miami Heat Il titolo finalmente è arrivato. Ed è quello di cui Miami aveva bisogno più di qualsiasi altra cosa, il vero colpo in vista della nuova stagione, più di ogni rookie o tiratore. I miglioramenti di James nell’ultimo anno sono stati tangibili: difesa, leadership e post basso hanno cambiato profondamente il gioco del prescelto. Wade si è adattato al ruolo di secondo violino e Bosh è un complemento sempre migliore. I ragazzi di Spoelstra incarnano il basket moderno e l’atipicità di quest’ultimo come pochissimi. Il gioco degli Heat è sempre più lontano dai pick and roll tra play e pivot, asse portante delle grandi squadre fino a pochi anni o decenni fa (Magic-Kareem, Stockton to Malone, Parker-Duncan). Tanto atletismo, palla in mano agli esterni (guardia e ala piccola), poco gioco spalle a canestro dei lunghi, anche perché la mancanza di pivot talentuosi si fa sentire. Questo stile può piacere o meno, ma finché i risultati sono dalla parte di James e compagni, pochi possono proferire parola. Ovviamente da Miami ci si aspetta il repeat, nonostante i super Lakers di Kobe e Howard, i Bulls del rigenerato Rose e i Thunder sempre più vogliosi di vincere. Perché, nonostante l’ultimo trionfo, “Not one, not two, not three, not four, not five, not six, not seven” ce lo ricordiamo tutti. Pronostico: 60/65W.

Angelo Lenoci

Tra i giocatori storici dei Miami Heat troviamo Tim Hardaway e Alonzo Mourning. Il primo guida la classifica della squadra per tiri da tre tentati e segnati, il secondo per stoppate, rimbalzi offensivi e totali. Mourning è inoltre secondo per punti segnati in maglia Heat e terzo per presenze, dietro a Dwyane Wade e Udonis Haslem; Hardaway, con 367, è decimo.


Orlando Magic Arrivi: Andrew Nicholson e Kyle O’Quinn (Draft); Armon Johnson (FA, Nets), E’Twaun Moore (FA, Rockets), Arron Afflalo (trade, Nuggets), Al Harrington (trade, Nuggets), Gustavo Ayon (trade, Hornets), Josh McRoberts (trade, Lakers), Christian Eyenga (trade, Lakers), Moe Harkless (trade, Sixers) e Nikola Vucevic (trade, Sixers). Partenze: DeAndre Liggins (FA, Thunder), Daniel Orton (FA, Thunder), Ryan Anderson (trade, Hornets), Earl Clark (trade, Lakers), Chris Duhon (trade, Lakers), Dwight Howard (trade, Lakers) e Jason Richardson (trade, Sixers); Quentin Richardson, Justin Harper e Von Wafer (free-agent).

14 di 30

Boulevard of Broken Dreams Green Day American Idiot 0.00

4.20

Ft. Jameer Nelson

Quintetto: Jameer Nelson, Arron Afflalo, Hedo Turkoglu, Al Harrington, Glen Davis. Il talento va cercato col binocolo in una squadra che ha visto partire la sua stella e non ha fatto niente per provare a sostituirla. Dwight ha abbandonato la barca e i Magic, dopo aver rifiutato Bynum, si sono ritrovati in rosa McRoberts, Eyenga, Afflalo, Harkless, Vucevic e Harrington. Afflalo ed Harrington possono essere tra gli uomini di maggior rendimento di una squadra che può ambire solamente ad una scelta alta al Draft dell’anno prossimo per provare di nuovo a pescare qualche talento in grado di spostare gli equilibri. Jameer Nelson con Ish Smith, Afflalo con J.J. Redick, Turkoglu con Moe Harkless, Harrington e Big Baby con Gustavo Ayon e il rookie Nicholson. Non ci sono dubbi sul livello della squadra: basso, anzi bassissimo. I Magic nella loro storia hanno ricostruito due volte attraverso una prima scelta al Draft e, in entrambi i cicli, sono stati in grado di disputare una finale NBA. Shaq e Howard, però, hanno lasciato la squadra e Orlando è così, per l’ennesima volta, nella delicata situazione di dover ricostruire da zero. Quanto ci vorrà? Non è dato sapersi. Pronostico: 20/25W.

Filippo Antonelli

«I walk a lonely road». Come il protagonista della canzone, anche Jameer cammina solo. Nella sua stagione migliore i Magic sono arrivati in finale; poi Turkoglu, anche se dopo ha fatto ritorno, si è svincolato, Lewis è stato scambiato e Dwight Howard, l’ex uomo franchigia, ha voltato le spalle ai suoi. Nelson, invece, ha rinnovato il contratto. Una bandiera. Roster: Afflalo G, Ayon F-C, G. Davis C-F, Eyenga F, Harkless F, Harrington F, A. Johnson G, De. Jones G-F, McRoberts F, Moore G, Nelson G, Nicholson F, O’Quinn F, Redick G, I. Smith G, Turkoglu F, Vucevic F-C.


Washington Wizards Arrivi: Bradley Beal e Tomas Satoransky (Draft); Earl Barron (FA), Steven Gray (FA), Jannero Pargo (FA, Hawks), A.J. Price (FA, Pacers), Shavlik Randolph (FA), Martell Webster (FA, T’Wolves), Trevor Ariza (trade, Hornets) e Emeka Okafor (trade, Hornets).

15 di 30

Another Brick in the Wall Pink Floyd The Wall

Partenze: Andray Blatche (FA, Nets), Morris Almond (FA), James Singleton (FA) e Rashard Lewis (trade, Hornets). 0.00

Quintetto: John Wall, Bradley Beal, Trevor Ariza, Nene, Emeka Okafor. I Wizards sono da anni tra le squadre con il peggior record in NBA ma questo non vuol dire che le cose non possano cambiare, la dirigenza infatti ha deciso di intraprendere un percorso preciso aggiungendo, citando i Pink Floyd, diversi mattoni al muro dove Il muro è ovviamente John Wall, il concentrato di atletismo ex Kentucky che dovrebbe rappresentare il futuro della franchigia. Nel frattempo nel District of Columbia hanno pensato bene di miscelare i giovani prospetti a giocatori più solidi e concreti invece di aspettare semplicemente l’esplosione della giovane guardia. Via dunque l’eterna promessa Blatche e il contratto a dir poco principesco di Rashard Lewis, al loro posto Okafor, pronto a portare a Washington la fisicità e la difesa che è sempre mancata sotto i tabelloni, e Trevor Ariza, il tuttofare che ha sempre dimostrato la sua utilità in entrambe le metà del campo, senza dimenticare Martell Webster, non certo un fenomeno ma comunque un tiratore davvero notevole. Tre giocatori esperti ma non anziani (solo Okafor raggiunge le 30 primavere) a cui va aggiunto il vero colpo dell’estate: Bradley Beal, terza scelta assoluta al Draft da Florida, una guardia davvero completa, un giocatore molto fisico ma che fa del tiro da lontano la sua arma migliore, in poche parole il futuro della squadra insieme a Wall. I Wizards potranno contare anche su Nené dalla prima partita, proprio il brasiliano infatti, arrivato l’anno scorso a stagione in

Claudio Pavesi

9.08

Ft. John Wall

«We don’t need no education, we don’t need no thougt control!». John Wall ha sempre preso alla lettera queste parole e ha sempre fatto a modo suo. In campo è spesso apparso fuori controllo, una scheggia impazzita che corre tutto il campo senza necessariamente che i compagni riescano a seguirlo. Quest’anno i Wizards hanno del buon materiale: Wall riuscirà a guidare la sua squadra? Roster: Ariza F, Barron F-C, Beal G, Booker F, B. Cook F, Jo. Crawford G, Gray G, Mack G, C. Martin F, Nene F-C, Okafor C, Ja. Pargo G, Price G, S. Randolph F, Satoransky G, Seraphin C, Singleton F, Vesely F, Wall G, Webster G-F.


Washington Wizards corso, si candida a diventare il go-to-guy di Wall grazie al suo ottimo atletismo, inoltre le sue educatissime mani non possono fare altro che favorire gli inserimenti di Okafor e i tiri dagli angoli di Webster, Beal e Jordan Crawford. Questi sono i punti di partenza di coach Randy Wittman, confermato dopo il record di 18-31 ottenuto la stagione passata in cui è succeduto a Flip Saunders, anche se le responsabilità importanti non mancano, a lui infatti il compito di far maturare l’ex sesta scelta assoluta Jan Vesely e di insegnare a prendere le giuste scelte in campo a John Wall, giocatore che ha sempre seguito la mentalità dei Pink Floyd: “We don’t need no education, We don’t need no thought control, hey! Teacher! Leave them kids alone!”. Pronostico: 30/35W.

Claudio Pavesi

I Wizards presero questo nome nel ‘97 perché la dirigenza riteneva che il nome Bullets, a cui tra l’altro si ispira l’attuale divisa, fosse troppo violento. Probabilmente non sapevano che il nome non deriva dal “proiettile” ma dal nome di un paio di scarpe: le Bata Bullets, prodotte negli anni ‘40 e ‘50 vicino a Baltimore, città in cui risiedeva la franchigia all’epoca.


Northwest Division

Denver Nuggets Soldier Like Me – Tupac ft. Eminem

Minnesota Timberwolves All You Need Is Love – The Beatles

Oklahoma City Thunder Now’s My Time – D.J.I.G.

P. 54

P. 55

P. 56

Portland Trail Blazers I Need a Doctor – Dr. Dre & Eminem ft. Skylar Grey

Utah Jazz A Day in the Life – The Beatles

P. 58

P. 59

Classifica scorsa stagione: Oklahoma City Thunder 47-19 Denver Nuggets 38-28 Utah Jazz 36-30 Portland Trail Blazers 28-38 Minnesota Timberwolves 26-40


Denver Nuggets Arrivi: Evan Fournier, Quincy Miller e Izzet Turkyilmaz (Draft); Anthony Carter (FA), Anthony Randolph (FA, T’Wolves), Ben Uzoh (FA, Raptors) e Andre Iguodala (trade, Sixers).

16 di 30

Soldier Like Me

Partenze: Rudy Fernandez (FA), Arron Afflalo (trade, Magic) e Al Harrington (trade, Magic).

Tupac ft. Eminem Loyal to the Game

Quintetto: Ty Lawson, Andre Iguodala, Danilo Gallinari, Anthony Randolph, JaVale McGee. 0.00

I Denver Nuggets arrivano alla stagione NBA 2012/2013 dopo una buona prova ai playoff, nella serie persa con onore 4-2 contro i più forti Los Angeles Lakers. Proprio la squadra di Coach Brown ha causato poi, nei primi giorni di agosto, il più grosso terremoto nel mercato estivo, mettendo in piedi una trade a quattro squadre che ha rivoluzionato (e non poco) il panorama NBA, coinvolgendo anche Danilo Gallinari e compagni: partiti in direzione Orlando Aaron Afflalo e Al Harrington, coach Karl ha visto arrivare in maglia azzurra Andre Iguodala;una delle ali piccole più atletiche della lega, che già ai Sixers ha impersonato il ruolo di leader che sembra ancora non ben definito in Colorado. Con la conferma di Andre Miller in regia, pronto a dare quell’esperienza che non guasta mai, con JaVale McGee disponibile già dalla prima partita e con le conferme di Lawson e di Faried, George Karl potrà lavorare con più tranquillità e continuare con il progetto di “vinco senza una vera stella” che finora ha sì portato pochi risultati, ma ha sempre creato problemi a tutte le altre 29 squadre della lega. Ciò che sembra davvero funzionare sulle Rocky Mountains è il sistema di gioco adottato dalla squadra, che fa del ritmo alto e del contropiede la propria arma migliore, spesso preferito ad un attacco a metà campo; attacco a metà campo che, proprio per la già citata mancanza di una stella, a spesso risulta sterile e può rappresentare il vero limite per i Nuggets. Due parole vanno spese per Danilo Gallinari, apparso in buona forma nelle partite estive con la nazionale e sempre più go-to-guy, chiamato a confermare quanto fatto (tanto) di buono nella stagione passata e a migliorarsi in quella che, senza grossi infortuni, con 82 partite e un ritmo meno incalzante, potrebbe essere davvero quella della consacrazione tra i grandi (chissà che non possa a questo punto della sua carriera venire convocato per l’All Star Game 2013…). Pronostico: 45/50W.

Denver Nuggets

3.50

Ft. Andre Iguodala

Già nella scorsa stagione i Denver Nuggets hanno decisamente puntato sul sistema di gioco, anteponendolo alle caratteristiche dei singoli. In quest’ottica va letto l’arrivo di Andre Iguodala, giocatore che si è distinto come fenomenale elemento di sistema nei Philadelphia 76ers. A Denver potrà trovare tanti «soldati» che possono combattere al suo fianco. Roster: C. Brewer F, W. Chandler F, Faried F, Fournier G, Gallinari F, J. Hamilton G-F, Iguodala G-F, Koufos C, Lawson G, McGee C, A. Miller G, Q. Miller F, Mozgov C, A. Randolph F, Stone G.


Minnesota Timberwolves Arrivi: Robbie Hummel (Draft); Louis Amundson (FA, Pacers), Will Conroy (FA), Andrei Kirilenko (FA), Alexey Shved (FA), Greg Stiemsma (FA, Celtics), Chase Budinger (trade, Rockets) e Dante Cunningham (trade, Grizzlies). Partenze: Michael Beasley (FA, Suns), Anthony Tolliver (FA, Hawks), Wayne Ellington (trade, Grizzlies), Wesley Johnson (trade, Suns), Brad Miller (trade, Hornets), Martell Webster (FA, Wizards) e Darko Milicic (FA, Celtics).

17 di 30

All You Need Is Love The Beatles Magical Mystery Tour

Quintetto: Ricky Rubio, Brandon Roy, Chase Budinger, Kevin Love, Nikola Pekovic. 0.00

L’anno della rinascita, l’anno dei primi playoff dell’era post-Garnett, l’anno di Minnesota. Questo erano, e forse, sono, le premesse per il 2012/2013 dei Timberwolves. I motivi? I più svariati; un mercato di primissimo piano, con gli arrivi di due potenziali, nonché ex, All Star, come Brandon Roy e Andrei Kirilenko, l’oro olimpico di Kevin Love, vinto dando un fondamentale contributo al Team USA, cosa che ha garantito ancora più rispetto da parte dei big della NBA nei confronti del numero 42, il recupero imminente di Ricky Rubio, rivelatosi da subito un giocatore di altissimo profilo, di cui i T’Wolves non possono fare a meno. Eppure il malocchio per i lupi sembra non essere terminato; la sera (in Europa) del 17 Ottobre, giorno sfortunato più nel Vecchio Continente che negli Stati Uniti, arriva la notiziaccia: Kevin Love dovrà saltare dalle 4 alle 8 settimane per via di una mano rotta. Nelle peggiore delle ipotesi KLove potrà rientrare a metà Dicembre, nella migliore, in quella di Novembre, il che permetterebbe a Minnesota di usufruire del suo uomo d’oro pressoché per tutta la stagione. In una squadra che attendeva ossessivamente il ritorno di Ricky Rubio, non poteva arrivare notizia peggiore. Gli ottimisti vedono questa come un’occasione per Derrick Williams di dimostrare il proprio valore, i pessimisti vedono una squadra incapace di portare a casa dei buoni risultati senza i due giocatori migliori. Gli unici in grado di traghettare la squadra durante questo periodo sono Roy e Kirilenko, chiamati immediatamente ad uno sforzo extra per non mandare tutti gli sforzi del proprietario Glen Taylor alle ortiche. Se dovessero riuscirci, grazie anche all’aiuto di un supporting cast di altissimo livello formato da Pekovic, Shved, Stiemsma, Budinger, Ridnour e Cunningham, poco atletico ma tecnicamente tra i migliori della NBA, Minnesota potrebbe tentare con Love e Rubio la cavalcata decisiva verso i playoff e vedere finalmente la luce, fuori dal tunnel imboccato nel 2007.

Pronostico: Best Case 46W – Worst Case 33W.

Niccolò Costanzo

3.47

Ft. Kevin Love

«Love is all you need». I tifosi dei Timberwolves non hanno bisogno di nient’altro. A Love, però, potrebbe non bastare l’amore di Minneapolis. Nel corso di quest’estate ha dichiarato che se i T’Wolves non dovessero arrivare ai Playoffs potrebbe pensare di lasciare la squadra. La dirigenza è determinata a far sì che Love rimanga ai Timberwolves a vita. Roster: Amundson F, Barea G, Budinger F, Conroy G, Cunningham F, M. Harris F, Hummel F-G, C. Johnson F, Jones C-F, Kirilenko F, M. Lee G, Love F-C, Pekovic C, Ridnour G, Roy G, Rubio G, Shved G, Stiemsma C, Tarver G, J. Taylor G, D. Williams F.


Oklahoma City Thunder Arrivi: Perry Jones III (Draft); DeAndre Liggins (FA, Magic), Hasheem Thabeet (FA), Kevin Martin (trade, Rockets) e Jeremy Lamb (trade, Rockets). Partenze: Royal Ivey (FA, Sixers), Nazr Mohammed (FA, Bulls), Derek Fisher (FA), James Harden (trade, Rockets), Cole Aldrich (trade, Rockets), Daequan Cook (trade, Rockets) e Lazar Hayward (trade, Rockets).

18 di 30

Now’s My Time D.J.I.G. NBA 2k12 Soundtrack 0.00

Quintetto: Russell Westbrook, Kevin Martin, Kevin Durant, Serge Ibaka, Kendrick Perkins. Dopo un’estate tranquilla, il colpo di scena in casa Thunder arriva a 3 giorni dall’inizio della regular season. Quando il roster sembrava dovesse essere speculare a quello dello scorso anno, è stato raggiunto l’accordo con Houston per una trade che ha del clamoroso: James Harden a Houston in cambio di Jeremy Lamb, Kevin Martin e due prime scelte del draft. Insomma, spot guardia rivoluzionato. Scambio che potrebbe rivelarsi geniale. Un altro innesto di valore arriva dal draft: Perry Jones III, scelto alla 28esima, è un giocatore dal talento straordinario, ma sceso piuttosto in basso al draft a causa dei suoi problemi fisici. Se limitati questi ultimi, Jones III può essere devastante. Scommessa sotto le plance con Thabeet: seconda scelta assoluta, mai decisivo nei Grizzlies dei miracoli. Adesso sbarca a Oklahoma City per provare il riscatto, partendo da quinto lungo nella rotazione di coach Brooks. Sostituirà probabilmente Mohammed, che a 35 anni suonati è tornato a giocare nella sua città natale, con i Bulls. Anche il venerabile maestro, also known as Derek Fisher, ha lasciato le pianure dell’Oklahoma, senza per ora aver trovato una destinazione, nonostante le voci su un paio di allenamenti con i suoi Lakers. Insomma, il roster è praticamente invariato rispetto a quello che ha sfiorato l’impresa nella scorsa stagione. Le aspettative su Oklahoma non sono poche, è inutile nascondersi dietro un dito. I Thunder non sono più il gruppo di

Angelo Lenoci

3.23

Ft. Kevin Durant

Anche senza James Harden, gli Oklahoma City Thunder restano una della squadre di punta dell’intera NBA. La stella assoluta è Kevin Durant, miglior realizzatore dell’intera lega. I Thunder hanno già agguantato la finale NBA nella scorsa stagione e quest’anno possono e vogliono puntare ancora più in alto. Roster: N. Collison F-C, Durant F, Ibaka F-C, R. Jackson G, P. Jones F, Jeremy Lamb G-F, Liggins G, K. Martin G, Maynor G, Perkins C, Sefolosha G, Thabeet C, Westbrook G.


Oklahoma City Thunder giovani ragazzi all’arrembaggio che tentano l’impresa affidandosi al talento dei suoi magnifici tre giocatori. Sono un sistema quasi collaudato, con giocatori complementari, che punta decisamente in alto. Dopo la spettacolare avventura della scorsa stagione, ci si aspetta quel salto di qualità in più che possa permettere a Durant e compagni di conquistare l’anello. Non sono arrivati giocatori capaci di dare quel qualcosa in più, quindi meno isolamenti, più gioco di squadra e qualche aggiustamento difensivo devono essere i “must” per raggiungere un livello più alto in casa Thunder. La stella del gruppo è sicuramente Kevin Durant, ormai meritatamente titolare dell’etichetta di super stella al livello dei Lebron e Kobe di questo mondo. Il secondo violino, e qui casca l’asino, è Russell Westbrook. Non si capisce, e forse mai ci riusciremo, come un playmaker che pretende per così tanti minuti la palla in mano, possa essere adatto a un sistema che gli mette accanto due tiratori da favola. L’anno scorso, nel finale di stagione, il numero 0 ha leggermente migliorato la qualità delle sue scelte e la selezione dei tiri, ma c’è ancora un bel po’di strada da fare. E qui tocca a coach Brooks: deve convincerlo che per portare a casa il titolo deve mettersi al servizio della squadra e non pretendere che essa sia al suo servizio. Un po’ come successo a Miami con Dwyane Wade, che ormai ha superato tutti i problemi di convivenza con James. Le due guardie invece sono i nuovi arrivati: Kevin Martin e Jeremy Lamb. L’ex Sacramento Kings è un realizzatore di sopraffino livello, e per la prima volta in carriera avrà un ruolo importante in una squadra che punta al titolo. I suoi canestri saranno importanti per la corsa all’anello. Il rookie invece dovrebbe partire dalla panca, ma non escludiamo che riesca a trovare un posto in quintetto, visto il suo talento. Se dovesse rispettare le aspettative, potremmo ricordare questa trade come un vero e proprio furto (nel senso positivo del termine) di Sam Presti, visto il contemporaneo arrivo di Martin e due scelte, che probabilmente saranno lottery pick. Insomma, imparare dalle sconfitte e riuscire a inserire i nuovi acquisti saranno i leitmotiv della stagione dei Thunder. E potrebbe essere davvero l’anno giusto: la trade di Green si è rivelata azzeccata, se anche questa dovesse esserlo, poche squadre saranno in grado di opporsi a OKC. E a volte i sogni diventano realtà. Non sorprendetevi se nell’ottobre 2013 gli anelli saranno consegnati ai blu-arancio che 3 o 4 stagioni fa faticavano ad arrivare alle 25 vittorie.

Pronostico: 60/65W.

Angelo Lenoci

Prima di trasferirsi ad Oklahoma City, i Thunder avevano il nome di Supersonics e giocavano a Seattle, nello stato di Washington. I Sonics hanno giocato anche una finale NBA contro i Bulls di Jordan. Le stelle di quella squadra erano Gary Payton e Shawn Kemp.


Portland Trail Blazers Arrivi: Damian Lillard, Meyers Leonard e Will Barton (Draft); Adam Morrison (FA), Joel Freeland (FA), Victor Claver (FA), Ronnie Price (FA, Suns), Jared Jeffries (trade, Knicks) e Sasha Pavlovic (trade, Celtics). Partenze: Dan Gadzuric (FA, Sixers), Shawne Williams (FA), Jamal Crawford (FA, Clippers), Jonny Flynn (FA, Pistons), Joel Przybilla (FA, Bucks), Craig Smith (FA), Raymond Felton (trade, Knicks), Jon Diebler (trade, Rockets) e Kurt Thomas (trade, Knicks).

19 di 30

I Need a Doctor Dr. Dre and Eminem ft. Skylar Grey Detox 0.00

Quintetto: Damian Lillard, Wesley Matthews, Nicolas Batum, LaMarcus Aldridge, Meyers Leonard. L’ultima stagione in casa Blazers può essere etichettata come “dispari”, di quelle da cancellare dal calendario, nella quale si spera solo che tutto finisca al più presto per poter riordinare le idee e ricostruire con calma in vista della nuova annata. La base da cui ricominciare è senza dubbio LaMarcus Aldridge, che nonostante le partenze di Wallace e Camby(e il ritiro di Brandon Roy) ha deciso di rimanere in Oregon, convinto da quello che sembra un progetto giovane e di belle speranze. Assieme a lui, i tifosi si aspettano molto da Nicolas Batum, che ha rinnovato il contratto dopo che i Blazers hanno dovuto la non proprio bassa offerta proveniente dai Minnesota Timberwolves e da Wesley Matthews, destinato alla definitiva esplosione. L’arrivo di Neil Olshey (Il GM che regalò ai Clippers Chris Paul, Chauncey Billups e altri) ha portata una ventata di entusiasmo, dovuta all’ingaggio di una sesta scelta assoluta come Damian Lillard (sperando che non si ripeta il dramma Oden), insieme all’acquisizione dei due eroi greci dell’ultima Eurolega Papanikolaou e Printezis, che però, per ora, rimarranno ancora all’Olympiakos. Se il mercato in entrata risulta un buon punto d’appoggio per l’avvio della regular season (importante anche il rinnovo di Hickson), quello in uscita può essere in grosso punto interrogativo: oltre a Felton e Kurt Thomas, diretti verso i Knicks, i rossoneri hanno ceduto Jamal Crawford ai Clippers e Jonny Flynn ai Pistons, mancando così di quell’esperienza necessaria per poter fare strada nelle 82 partite di stagione regolare. Il progetto è buono, ma probabilmente non destinato a dare frutti nel breve periodo.

Pronostico: 30/35W.

Davide Quaranta

4.44

Ft. LaMarcus Aldridge

I Blazers negli ultimi anni non hanno avuto particolari debolezze o problemi di organico, ma non hanno raggiunto obiettivi alti a causa dei continui infortuni. Anche LaMarcus Aldridge, l’attuale stella della squadra, si è dovuto sedere in anticipo nel corso della stagione 2011/2012 per problemi fisici. I Blazers sperano di non avere altri problemi gravi al fine di continuare il processo di ricostruzione. Roster: Aldridge F, Babbitt F, Barton G, Batum F-G, Claver F, Freeland F, Hickson F, Jeffries F, M. Leonard C, Lillard G, Matthews G, Pavlovic G-F, R. Price G, C. Smith F, N. Smith G, E. Williams G.


Utah Jazz Arrivi: Kevin Murphy (Draft), Brian Butch (FA), Randy Foye (FA, Clippers), Trey Gilder (FA), Darnell Jackson (FA), Chris Quinn (FA), Marvin Williams (trade, Hawks) e Mo Williams (trade, Clippers).

20 di 30

A Day in the Life The Beatles Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band

Partenze: C.J. Miles (FA, Cavaliers), Blake Ahearn (FA, Pacers) e Devin Harris (trade, Hawks).

Quintetto: Mo Williams, Randy Foye, Gordon Hayward, Paul Millsap, Al Jefferson. Stagione di transizione per gli Utah Jazz, bloccati nel limbo tra la mediocrità assoluta che significa possibilità di ricostruzione al draft ed eccellenza, che significa possibilità di lottare per il titolo. Proprio nel mezzo stanno i Jazz, che hanno trascorso un'estate anonima seppur cambiando qualcosina a livello di roster. Mo Williams, Marvin Williams e Randy Foye saranno sicuramente giocatori importanti all'interno delle rotazioni, che saranno però prive di Devin Harris, sbarcato ad Atlanta. Sotto le plance Utah non ha nulla da invidiare a nessuno, con il frontcourt composto da Paul Millsap e Al Jefferson. Dalla panchina faranno la loro comparsa i giovani Enes Kanter e Derrick Favors, che sicuramente saranno in grado di offrire un contributo più sostanzioso rispetto alla stagione passata. Il problema dei Jazz risiede però tra gli esterni, che hanno poca pericolosità offensiva: Mo Williams, Foye e Hayward possono sì aprire la difesa, ma non essere delle presenze realizzative importanti per lunghi periodi di tempo. Dall'anno scorso non cambierà poi molto nel rendimento di Utah: vincere a Salt Lake City non è e non sarà mai facile, ma alla squadra che fu di Stockton e Malone non basterà per essere una contender. Un primo turno di playoff sarebbe già un successo. Pronostico: 40/45W.

Marco Conti

0.00

5.23

Ft. Al Jefferson

Ci sono squadre fenomenali e squadre incredibilmente scarse. Poi ci sono quelle di mezzo, ordinarie, che si apprestano a vivere stagioni non indimenticabili, ma nemmeno da buttare. I Jazz appartengono a questa categoria. Al Jefferson è un centro solido che, con Paul Millsap, forma un reparto lunghi invidiabile, ma il contesto è di livello medio. Nemmeno i punti di Mo Williams e Randy Foye dovrebbero riuscire a garantire ai Jazz una stagione di successo. Roster: R. Bell G, Burks G, D. Carroll F, J. Evans F, Favors F-C, Foye G, Hayward F, A. Jefferson C, Kanter C, Millsap F, K. Murphy G, Tinsley G, E. Watson G, Mo Williams G, Ma. Williams F.


Pacific Division

Golden State Warriors California Love – Tupac ft. Dr. Dre

P. 61

Los Angeles Clippers To Live and Die in L.A. – Tupac ft. Val Young

Los Angeles Lakers All Eyez on Me – Tupac ft. Big Syke

P. 62

P. 64

Phoenix Suns You Are My Sunshine – Johnny Cash

P. 65

Sacramento Kings Young, Wild and Free – Wiz Khalifa P. 66 & Snoop Dogg ft. Bruno Mars

Classifica scorsa stagione: Los Angeles Lakers 41-25 Los Angeles Clippers 40-26 Phoenix Suns 33-33 Golden State Warriors 23-43 Sacramento Kings 22-44


Golden State Warriors Arrivi: Harrison Barnes, Festus Ezeli, Draymond Green e Ognjen Kuzmic (Draft); Kent Bazemore (FA), Carl Landry (FA, Hornets) e Jarrett Jack (trade, Hornets).

21 di 30

California Love

Partenze: Earl Barron (FA, Wizards), Nate Robinson (FA, Bulls), Dominic McGuire (FA, Raptors), Kwame Brown (FA, Sixers) e Dorell Wright (trade, Sixers).

Quintetto: Stephen Curry, Klay Thompson, Harrison Barnes, David Lee, Andrew Bogut. I Warriors si presentano alla nuova stagione cambiati profondamente, sulla carta il quintetto potrebbe essere lo stesso dell’anno scorso: Bogut, Lee, Rush, Thompson, Curry; ma gli arrivi di due sesti uomini come Carl Landry e Jarrett Jack e del rookie Harrison Barnes fanno salire di parecchio le quotazioni della franchigia di Oakland. Green, Bazemore e Ezeli sono elementi molto interessanti e il loro impatto con l’NBA farà da bilanciere per la stagione dei Warriors. Pronostico: 35/40W.

Tupac ft. Dr. Dre All Eyez on Me 0.00

6.25

Ft. Stephen Curry

Roster giovane ed altamente futuribile per i Golden State Warriors, che si presentano alle porte della stagione 2012/2013 con un quintetto di enorme talento e diversi elementi della squadra che possono stupire la lega. Al fianco di Steph Curry troviamo Klay Thompson, sophomore che ha fatto faville nell’anno da rookie, Harrison Barnes, ala talentuosissima in uscita da North Carolina, e il solidissimo David Lee, protagonista degli Warriors nelle ultime stagioni. Roster: H. Barnes F, Bazemore G, Biedrins C, Bogut C, S. Curry G, Ezeli C, D. Green F, Jack G, R. Jefferson F, C. Jenkins G, Landry F, D. Lee FC, Rush F-G, K. Thompson G, Tyler F-C.

Fabio Trinchero


Los Angeles Clippers Arrivi: Matt Barnes (FA, Lakers), Jamal Crawford (FA, Blazers), Grant Hill (FA, Suns), Ryan Hollins (FA, Celtics), Ronny Turiaf (FA, Heat), Willie Green (trade, Hawks) e Lamar Odom (trade, Mavericks). Partenze: Ryan Gomes (FA), Randy Foye (FA, Jazz), Nick Young (FA, Sixers), Reggie Evans (trade, Nets) e Mo Williams (trade, Jazz).

22 di 30

To Live and Die in L.A. Tupac ft. Val Young The Don Killuminati: The 7 Day Theory 0.00

Quintetto: Chris Paul, Chauncey Billups, Caron Butler, Blake Griffin, DeAndre Jordan. Facciamo per un attimo finta che questo sia un mondo perfetto. Donald Sterling – proprietario leggenda dei Clips – osserva da uno skybox dello Staples la presentazione della versione più forte di sempre della sua squadra. Si dispiace un po’ per il suo portafogli, ma vedere tutti insieme due pluricampioni NBA (Odom e Billups), un futuro Hall of Famer che a 40 anni gioca come un ventenne (Hill), un potenziale (ed ex) Sixth Man of the Year (Crawford), una solidissima guardia titolare (Green) e altri tre giocatori dalla panca che sarebbero in quintetto in almeno 15 squadre NBA (Turiaf – Barnes – Hollins) è una bella soddisfazione. Senza contare che sono rimasti uno dei centri più atletici della Lega (De Andre Jordan), l’ala piccola più sottovalutata, e produttiva, d’America (Butler). Ah sì, poi ci sarebbero quei due: Blakezilla e CP3, ovvero – rispettivamente il giocatore più elettrizzante e il playmaker più devastante del modo conosciuto. Sempre se fossimo in un mondo ideale, Vinny del Negro – una stagione 2011-2012 vissuta pericolosamente a causa di un rapporto vittorie/aspettative pendente sul denominatore e terminata male in semifinale di Conference contro i più esperti Spurs – arringherebbe i suoi più o meno così: «Ok ragazzi, l’anno scorso è andata bene, ma non benissimo. Quest’anno però abbiamo un roster con i controc… Lo so che molto dipenderà dalla tenuta fisica dei nonni (senza offesa a Grant e a

Mattia Kolletzek

4.34

Ft. Chris Paul

«To live and die in LA it’s the place to be…». Mai come quest’anno la città degli Angeli è il centro del mondo cestistico. E CP3, dopo dei Playoffs di livello eccelso e una medaglia d’oro olimpica che proprio schifo non fa, è pronto a caricarsi sulle spalle i suoi. Ha voluto LA, e con la complicità di Stern è finito nella metà “sbagliata”. Può renderla quella giusta, può vincere o perdere, vivere o morire: in ogni caso «It’s the place to be!». Roster: M. Barnes F, Billups G, Blakely F, Bledsoe G, C. Butler F, Ja. Crawford G, W. Green G, Griffin F, G. Hill F, Hollins C, Jordan C, Leslie G, Odom F, Paul G, Plaisted F, Thompkins F, Thorns G, Turiaf C.


Los Angeles Clippers Big Shot) e dalla capacità di rimanere concentrati in difesa. Concentrati Lamar, non come l’anno scorso, ok? No non mi interessa uscire con un Kardashian. Comunque, abbiamo esperienza e talento come mai nella nostra storia. Se giochiamo altruisti non ci ferma nessuno, tanto meno quelli là…dai avete capito chi parlo, quelli che stanno antipatici a Matt». Già, ma non siamo in un mondo ideale, sfiga. I Clippers 2012/2013 cono pazzeschi, per profondità, esperienza e talento. Ma proprio quest’anno “quelli là” (i giallo viola per chi non l’avesse capito) hanno allestito un all-star team. I biancorossoblu potrebbero seriamente essere i primi ad Ovest. Rischiano di non essere i primi a Los Angeles. That’s why I love L.A. (Clippers). Pronostico: 50+W.

Mattia Kolletzek

Il miglior marcatore della storia dei Clippers è Randy Smith, guardia/ala che ha giocato con la maglia di questa squadra (con le denominazioni di Buffalo Braves e San Diego Clippers) prima dal 1971 al 1979 e poi anche nella stagione 1982/1983. Alle sue spalle Bob McAdoo e poi un giocatore ancora in attività, il lungo Elton Brand.


Los Angeles Lakers Arrivi: Darius Johnson-Odom e Robert Sacre (Draft), Antawn Jamison (FA, Cavs), Jodie Meeks (FA, Sixers), Earl Clark (trade, Magic), Chris Duhon (trade, Magic), Dwight Howard (trade, Magic) e Steve Nash (trade, Suns).

23 di 30

All Eyez on Me Tupac ft. Big Syke All Eyez on Me

Partenze: Ramon Sessions (FA, Bobcats), Andrew Bynum (trade, Sixers), Christian Eyenga (trade, Magic) e Josh McRoberts (trade, Magic). Quintetto: Steve Nash, Kobe Bryant, Metta World Peace, Pau Gasol, Dwight Howard. I Red Hot Chili Peppers il cui bassista, ‘Flea’, è un grandissimo fan dei Lakers, cantavano in un loro celebre pezzo “Dreaming Californication”. Ecco, l’idea che quest’anno nella città degli angeli si seguirà un sogno c’è, eccome. Los Angeles sponda Lakers ha le ali dell’entusiasmo spiegate dopo un’estate di mercato clamorosa che ha permesso la creazione di un quintetto-base di abnorme qualità cestistica. Certo, la Pre Season della squadra allenata da Mike Brown non ha propriamente seguito i buoni auspici che ci sono, invece, per la stagione. E certo, la chimica tra Nash, Bryant, Gasol e Howard è un problema, così come difficile sarà inserire giocatori di questo spessore individuale in un sistema come può essere quello della Princeton Offense. Lo staff tecnico ha parlato più volte di questo aspetto, ma tanti sono ancora i punti di domanda, relativi anche alla rotazione adeguata che il roster potrà avere. Meeks o Ebanks come vice-Kobe? Jamison da schierare come ala grande o meglio ala piccola per lasciare il giusto spazio a Jordan Hill (anch’egli colpito dall’ernia al disco, tra l’altro)? Questi e tanti altri sono i punti interrogativi. Cosa accadrà lo vedremo nei prossimi mesi. Sicuramente ad oggi i Los Angeles Lakers sono più una squadra da Regular Season che da Playoffs. E questo, aggiunto al fatto che i principali rivali sulla carta ad Ovest (Thunder) e ad Est (Heat) hanno già una chimica e un gruppo collaudato potrà fare decisamente la differenza. Mike Brown ha del lavoro da fare: riuscirà a mostrarsi all’altezza di questo compito con il roster di grandissimo livello che ha a disposizione? Pronostico: 58-60W.

Davide Mamone

0.00

5.08

Ft. Kobe Bryant

Quest’anno non ci sono più scuse: il roster allestito dalla dirigenza dei Lakers è stellare e deve per forza ambire a vincere il titolo NBA. Più che su Kobe Bryant, la cui mano in carriera non ha mai tremato, gli occhi di tutti sono sul centro Dwight Howard, che ha scelto di abbandonare i suoi Magic per provare a vincere con Nash, Kobe, Metta e Gasol. Roster: Blake G, Bryant G, Clark F, Duhon G, Ebanks F, P. Gasol F-C, J. Hill C, Howard C, Jamison F, Johnson-Odom G, Meeks G, D. Morris G, Nash G, Sacre C, World Peace F.


Phoenix Suns Arrivi: Kendall Marshall (Draft), Michael Beasley (FA, T’Wolves), Goran Dragic (FA, Rockets), Solomon Jones (FA), Jermaine O’Neal (FA), P.J. Tucker (FA), Luis Scola (FA, Rockets) e Wesley Johnson (trade, T’Wolves).

24 di 30

You Are My Sunshine Johnny Cash Unearthed

Partenze: Josh Childress (FA), Grant Hill (FA, Clippers), Ronnie Price (FA, Blazers), Steve Nash (trade, Lakers), Robin Lopez (trade, Hornets) e Hakim Warrick (trade, Hornets). 0.00

Quintetto: Goran Dragic, Shannon Brown, Jared Dudley, Luis Scola, Marcin Gortat. La partenza di Steve Nash e la probabile assenza a lungo termine di Channing Frye per problemi al cuore, cambiano radicalmente l’aspetto dei Phoenix Suns rispetto alla passata stagione. Ma nonostante tutto la franchigia dell’Arizona si è rinforzata sotto canestro grazie alla firma dell’argentino Luis Scola, che va a comporre con Marcin Gortat una frontline di tutto rispetto. Nello slot di ala piccola Micheal Beasley e il più che collaudato Jared Dudley si contenderanno i minuti sul parquet; tra le guardie si segnala l’apprezzato ritorno da Houston del figliol prodigo cresciuto sotto l’ala del maestro Steve Nash, Goran Dragic. Mentre il draft ha portato il miglior assistman delle passata stagione NCAA, Kendall Marshall. Loro due paiono in poleposition per i posti in quintetto da esterno, ma scalpiteranno in panchina in attesa di minuti in campo Shannon Brown e il playmaker Sebastian Telfair, ex Timberwolves. Pronostico: 30/35W.

2.35

Ft. Marcin Gortat

«But now you left me to love another, you have shattered all of my dreams». I Suns sono ovviamente distrutti dalla partenza del playmaker Steve Nash, ma nel roster c’è un elemento che potrebbe essere più disperato degli altri. Con i passaggi illuminanti del playmaker canadese, il centro polacco Marcin Gortat si è affermato come uno dei migliori dieci centri della lega nella stagione passata. Riuscirà a ripetersi senza Nash? Roster: Beasley F, S. Brown G, Dragic G, Dudley F, Frye F-C, Garrett G, Gortat C, W. Johnson F, Marshall G, M. Morris F, O’Neal C, Scola F, Telfair G, Tucker F, L. Zeller F-C.

Fabio Trinchero


Sacramento Kings Arrivi: Thomas Robinson (Draft); Aaron Brooks (FA). Partenze: Terrence Williams (FA, Raptors) e Hassan Whiteside (FA). Quintetto: Tyreke Evans, Marcus Thornton, Francisco Garcia, Thomas Robinson, DeMarcus Cousins.

Al termine di quella ricostruzione che durò poco più di un lustro e che avrebbe dovuto riportare fiducia nell'ambiente Kings, a Sacramento non sembra essere cambiato molto. E dire che di talento ce n'è: Tyreke Evans e DeMarcus Cousins sono due dei giovani più promettenti della NBA, ma i Kings proprio non riescono ad essere competitivi. Nonostante i grandi miglioramenti di Cousins dopo il licenziamento dell'ex coach Paul Westphal, il record non aveva però beneficiato dei passi avanti del lungo dell'Alabama. Certamente la dirigenza ripone molte speranze in Thomas Robinson, 5° scelta - a sorpresa, perché si pensava finisse più in alto - del draft: il prodotto di Kansas assicurerà sicuramente punti e rimbalzi alla causa e insieme a Cousins potrebbe rappresentare un temibile pacchetto lunghi. Tra gli esterni, Thornton ed Evans contribuiranno moltissimo a livello realizzativo, mentre Fredette deve ancora dimostrare molto al mondo NBA dopo la difficilissima stagione iniziale. Brooks è un buon innesto, ma la sensazione è che nel roster ci sia più individualismo che talento: per questo Sacramento migliorerà sì lievemente i risultati della stagione passata, ma navigherà a debita distanza dall'ottavo posto utile per l'accesso ai Playoffs, seppur ai Kings il talento non manchi di certo. Possibile squadra del futuro. Pronostico: 30/35W.

25 di 30

Young, Wild and Free Wiz Khalifa & Snoop Dogg ft. Bruno Mars Mac & Devin Go to High School 0.00

2.35

Ft. DeMarcus Cousins

Uno dei lunghi più efficaci della scorsa stagione, nonostante l’elevatissimo numero di tiri, è stato DeMarcus Cousins, che si è ufficialmente candidato per il titolo di stella dei Sacramento Kings. I Kings sono «giovani, selvaggi e liberi», sono una squadra composta da talenti fenomenali che però, troppo spesso, sembrano lavorare poco con la testa in campo. Se dovessero esserci miglioramenti nei giocatori chiave, i Kings potrebbero diventare nel corso delle prossime stagioni una squadra devastante. Roster: Brooks G, Cousins C, T. Evans G, Fredette G, Garcia F-G, Hayes F-C, Honeycutt F, J. Johnson F, Outlaw F, T. Robinson F, Salmons F-G, I. Thomas G, J. Thompson F, M. Thornton G.

Marco Conti


Southwest Division

Dallas Mavericks Everybody’s Changing – Keane

Houston Rockets Hi, I’m James – Dirty Dike

P. 68

P. 69

Memphis Grizzlies Mind Your Manners – Chiddy Bang ft. Icona Pop

New Orleans Hornets Get Ready for This – 2 Unlimited

P. 71

P. 73

San Antonio Spurs Young Forever – Jay-Z ft. Mr. Hudson

P. 74

Classifica scorsa stagione: San Antonio Spurs 50-16 Memphis Grizzlies 41-25 Dallas Mavericks 36-30 Houston Rockets 34-32 New Orleans Hornets 21-45


Dallas Mavericks Arrivi: Jared Cunningham, Bernard James e Jae Crowder (Draft); Chris Kaman (FA, Hornets), O.J. Mayo (FA, Grizzlies), Elton Brand (FA, Sixers), Darren Collison (trade, Pacers) e Dahntay Jones (trade, Pacers). Partenze: Jason Kidd (FA, Knicks), Jason Terry (FA, Celtics), Yi Jianlian (FA), Brendan Haywood (FA, Bobcats), Ian Mahinmi (trade, Pacers), Lamar Odom (trade, Clippers) e Kelenna Azubuike (trade, Cavaliers).

26 di 30

Everybody’s Changing Keane Hopes and Fears 0.00

3.36

Quintetto: Darren Collison, O.J. Mayo, Shawn Marion, Dirk Nowitzki, Chris Kaman.

Ft. Dirk Nowitzki

I Dallas Mavericks hanno provato, in estate, a ricostruire un roster che ormai sembrava obsoleto intorno alla stessa stella, Dirk Nowitzki. Il fallimento del mercato estivo di Dallas è evidente, visto che Deron Williams, obiettivo di punta della franchigia texana, ha risposto picche all'offerta dei Mavericks per accasarsi a Brooklyn. Ciononostante, Mark Cuban e Donnie Nelson non si sono lasciati prendere la mano e sono riusciti a fare dei buoni colpi pur mantenendo libero il salary cap per la prossima estate. I cambiamenti nel roster di Dallas sono stati profondi e per questo i Mavericks potrebbero non iniziare benissimo la stagione alla ricerca dei giusti equilibri. A peggiorare la situazione è il ginocchio di Nowitzki, che non ha risposto bene all'inizio di stagione e sta dando noie al tedesco, tanto che un'operazione potrebbe essere necessaria. La squadra appare migliorata rispetto all'anno scorso, ma la situazione fisica di molti dei protagonisti è un'incognita: a partire dallo stesso Nowitzki passando per gli "injury-proned" Beaubois e Kaman fino ad arrivare ai probabili futuri acciacchi dei "vecchietti" Carter e Marion. Di talento ce n'è da vendere e rispetto all'anno scorso i Mavericks hanno un pacchetto lunghi di ottimo livello, con gli innesti di Kaman e Brand; la tenuta fisica è però tutta da verificare e per questo pronosticare più di una stagione da 6°-7° posto nella terribile Western appare difficile.

Sembra passata una vita da quando i Mavericks erano una squadra in grado di vincere il titolo NBA, ma in realtà è passato poco più di un anno solare. Le partenze di giocatori come Kidd, Barea e Chandler hanno cambiato completamente il volto della squadra campione NBA 2011. Dirk Nowitzki adesso si trova ad essere la stella di una squadra che deve lottare per guadagnarsi un posto tra le prime otto, che non più così scontato come lo era negli anni passati.

Pronostico: 45/50W.

Marco Conti

Roster: Beaubois G, Brand F, Carter G-F, Collison G, Crowder F, Cunningham G, Curry C, DouglasRoberts F, Ely C-F, B. James C, Da. Jones G-F, Do. Jones G, Kaman C, Marion F, Mayo G, Nowitzki F, De. West G, B. Wright F.


Houston Rockets Arrivi: Jeremy Lamb, Terrence Jones e Royce White (Draft); Donatas Motiejunas (FA), Omer Asik (FA, Bulls), Jeremy Lin (FA, Knicks), Carlos Delfino (FA, Bucks), Scott Machado (FA), James Harden (trade, Thunder), Cole Aldrich (trade, Thunder), Lazar Hayward (trade, Thunder), Daequan Cook (trade, Thunder), Jon Brockman (trade, Bucks), Toney Douglas (trade, Knicks), Gary Forbes (trade, Raptors), JaJuan Johnson (trade, Celtics) e Shaun Livingston (trade, Bucks).

27 di 30

Hi, I’m James Dirty Dike Hi, I’m James 0.00

Partenze: Goran Dragic (FA, Suns), Josh Harrellson (FA, Heat), Jerome Jordan (FA, Grizzlies), Jon Leuer (FA, Cavs), E’Twaun Moore (FA, Magic), Luis Scola (FA, Suns), Sean Williams (FA), Kevin Martin (trade, Thunder), Jeremy Lamb (trade, Thunder), Chase Budinger (trade, T’Wolves), Samuel Dalembert (trade, Bucks), Courtney Lee (trade, Celtics) e Kyle Lowry (trade, Raptors).

Quintetto: Jeremy Lin, James Harden, Chandler Parsons, Terrence Jones, Omer Asik. Per commentare l’offseason dei Rockets con una canzone si sarebbe anche potuto usare Revolution dei Beatles considerando gli infiniti cambiamenti attuati in estate: via i primi sei realizzatori, via i primi tre rimbalzisti così come anche i primi tre assistman. L’obbiettivo era quello di svecchiare la squadra e la missione dovrebbe essere compiuta dato che i principali indiziati a prendere il posto dei precedenti leader dovevano essere cinque rookies scelti meticolosamente, tra loro infatti oltre a due all-arounder come Royce White e Terrence Jones, due lunghi rimbalzisti con esperienza europea come Furkan Aldemir (rimasto a crescere in Europa) e Donatas Motiejunas, potevamo trovare la prima scelta del grande lotto di rookie e cioè Jeremy Lamb, il leader del futuro. Nonostante sia stato scelto pochi mesi fa siamo già costretti a parlare di lui al passato quando lo correliamo ai Rockets, solo il 28 ottobre infatti, a pochi giorni dall’inizio della stagione, si è potuto compiere il grande progetto del GM Daryl Morey il quale ha deciso di

Claudio Pavesi

2.23

Ft. James Harden

«Ciao a tutti, io sono James». Non ha in realtà bisogno di presentazioni James Harden, nuovo arrivato in casa Rockets. Fenomeno mediatico (e non solo) della scorsa stagione a causa della sua barba, Harden affianca adesso un altro giocatore celebratissimo dai media di tutto il mondo, Jeremy Lin. Sarà una coppia esplosiva in positivo o in negativo? Roster: Aldrich C, Asik C, Brockman F, D. Cook G, Delfino G-F, T. Douglas G, Forbes G-F, Harden G, L. Hayward F, J. Johnson F, T. Jones F, Lin G, Livingston G, Machado G, M. Morris F, Motiejunas F-C, Parsons F, Patterson F-C, G. Smith C-F, R. White F.


Houston Rockets disfarsi di Lamb (oltre che di Kevin Martin e un paio di prime scelte future) per acquistare il neo campione olimpico James Harden dai Thunder, giocatore che ora dovrà prendersi sulle spalle una delle franchigie più giovani e inesperte della NBA. A supportare “il barba” ci sarà Donatas Motiejunas, il rookie più atteso del gruppo. Dopo essere stato scelto al Draft 2011 infatti è rimasto un ulteriore anno in Europa a maturare e, ritenendolo ormai pronto, i Rockets non si sono preoccupati a disfarsi di Scola, Dalembert e Camby, convinti di aver trovato il lungo del futuro. Ovviamente non sono mancati gli investimenti sul mercato Free Agent, in regia e sotto il tabellone sono arrivati due giocatori dal contratto molto importante: Jeremy Lin e Omer Asik. Entrambi però sono scelte rischiose, l’ex Harvard infatti ha brillato solo per 26 partite e ha avuto molti problemi col numero di palle perse e col suo ginocchio, il turco invece viene dal suo secondo anno in NBA, il migliore dal punto di vista statistico ma non certo strabiliante, per lui 3.1 punti di media, 5.3 rimbalzi e 1 stoppata in quasi 15 minuti a gara, cifre che al momento non giustificano i 25 milioni in 3 anni strappati in estate. Il progetto è totalmente sperimentale ma il talento non manca e l’energia tipica di questi giovani ragazzi (l’unico a raggiungere i 30 anni in tutto il roster è Carlos Delfino) potrebbe giocare qualche brutto scherzo alle corazzate della lega. Ora tocca a coach Kevin McHale dare vita al progetto, aiutato dal nuovo leader della franchigia. Chi? Ovvio, come cantano i Dirty DIke: “Ciao, mi chiamo James”. Pronostico: 40W.

Claudio Pavesi

Tutti sanno che l’era d’oro dei Rockets va collegata ad Olajuwon grazie a cui vinsero gli unici due anelli della loro storia. Pochi invece sanno che l’ex stella numero 34, essendo musulmano e quindi impossibilitato a vestire oggetti d’oro, dovette mettere all’asta l’anello del titolo del ’94. In occasione di quello del ’95 i Rockets ne fecero una versione in platino solo per lui.


Memphis Grizzlies Arrivi: Tony Wroten (Draft); Wayne Ellington (FA, T’Wolves) e Jerryd Bayless (trade, Raptors).

28 di 30

Mind Your Manners Partenze: O.J. Mayo (FA, Mavericks), Dante Cunningham (trade, T’Wolves) e Jeremy Pargo (trade, Cavaliers). Quintetto: Mike Conley, Tony Allen, Rudy Gay, Zach Randolph, Marc Gasol.

Chiddy Bang ft. Icona Pop Breakfast 0.00

Nella scorsa stagione i Grizzlies sono stati accreditati come possibile sorpresa dei playoffs, ma, a differenza del 2011, quando eliminarono gli Spurs e persero solo a gara 7 con i Thunder, stavolta non sono riusciti ad andare oltre il primo turno a causa della sconfitta per 4-3 con i Clippers. Nonostante la squadra non abbia brillato nella post-season, il gm Chris Wallace quest’estate non ha fatto grandi cambiamenti, in quanto fermamente convinto della forza del suo roster. O.J. Mayo ha lasciato Memphis ed è stato rimpiazzato da Tony Wroten, classe 1993, scelta n.25 dell’ultimo Draft, che nell’ultima stagione in NCAA ha fatto registrare numeri di tutto rispetto (16,7 punti, 5,0 rimbalzi e 3,6 assisti di media a partita). Non fa più parte del team Gilbert Arenas, mentre sono stati firmati Jerryd Bayless e Wayne Ellington e ritornerà a disposizione Darrell Arthur. Se la stagione dei Grizzlies sarà migliore o peggiore delle ultime due, dipenderà principalmente da Zach Randolph: dopo aver spiegato pallacanestro a mezza NBA nel 2011, lo scorso anno ha dovuto affrontare un brutto infortunio e nei playoffs è stato solo la brutta copia del giocatore che siamo abituati ad elogiare. Da allora, però, è passata un’intera estate e la speranza dei Grizzlies è che Z-Bo torni a giocare al 100% delle sue possibilità. La forza dei Memphis è che hanno una filosofia di gioco che al giorno d’oggi è molto rara nella NBA, se non addirittura unica. Gli uomini di coach Hollins giocano con grande aggressività su entrambi i lati del campo, ma soprattutto in difesa, come testimoniato dal fatto che sono in testa alla graduatoria di palle recuperate. Inoltre, i Grizzlies possono contare su Tony Allen, che è uno dei migliori difensori perimetrali

Gabriele Galluccio

3.17

Ft. Zach Randolph

«Take a second look and you’ll see there is no one like me». No, al mondo non esiste veramente nessuno come Zach Randolph. Nei Playoffs 2011, da trascinatore assoluto e con Rudy Gay ai box, Randolph eliminava gli Spurs e portava i Grizzlies a gara 7 contro i Thunder. Nei Playoffs 2012, invece, i problemi fisici che lo hanno tenuto a lungo lontano dal campo non gli hanno permesso di essere incisivo e i Grizzlies sono andati a casa al primo turno contro i Clippers. Quale Randolph vedremo quest’anno? Roster: T. Allen G-F, Arthur F, Bayless G, Conley G, Ellington G, M. Gasol C, Gay F, Haddadi C, Pondexter G-F, Z. Randolph F, Selby G, Speights F-C, Wroten G.


Memphis Grizzlies dell’intera NBA ed è uno dei leader del gruppo, assieme a Mike Conley. Diversi addetti ai lavori pensavano che quest’ultimo non meritasse un contratto importante, ma in questo momento il gioco offensivo della squadra si identifica nel play di Indianapolis, che nelle ultime stagioni è migliorato molto anche in difesa. Per fare il salto al prossimo livello, deve capire che i compagni hanno più bisogno dei suoi assist che dei suoi punti, visto che c’è gente come Rudy Gay e Marc Gasol che deve essere innescata bene per rendere al meglio. Supponendo che Randolph tornerà ad essere almeno il giocatore simile a quello della stagione 2010-11, i Grizzlies saranno sicuramente una squadra che nessuno vorrà affrontare ai playoffs. A volte soffre di lunghe amnesie offensive, ma Memphis è in grado di battere tutti ed ha voglia di andare oltre le semifinali di Conference. Thunder, Lakers e Spurs sono avvisati. Pronostico: 50 W.

Gabriele Galluccio

3 di 30

Due fratelli in graduatoria: Pau Gasol è il miglior marcatore della storia dei Grizzlies, nonché miglior rimbalzista (offensivo e difensivo), miglior stoppatore e primo per minuti giocati, partite disputate, tiri segnati e tiri liberi a segno. Il fratellino Marc è invece nono per punti e quinto per rimbalzi.


New Orleans Hornets Arrivi: Anthony Davis, Austin Rivers e Darius Miller (Draft); Roger Mason (FA), Brian Roberts (FA), Ryan Anderson (trade, Magic), Robin Lopez (trade, Suns) e Hakim Warrick (trade, Suns).

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Get Ready for This

Partenze: Trevor Ariza (trade, Wizards), Marco Belinelli (FA, Bulls), Carl Landry (FA, Warriors), Chris Kaman (FA, Mavs), Rashard Lewis (FA, Heat), Gustavo Ayon (trade, Magic), Brad Miller (trade, Suns), Jerome Dyson (trade, Suns), Jarret Jack (trade, Warriors), Emeka Okafor (trade, Wizards) e Daryl Watkins (trade, Sixers).

2 Unlimited Get Ready! 0.00

Quintetto: Greivis Vasquez, Eric Gordon, Al-Farouq Aminu, Ryan Anderson, Anthony Davis. In una sola estate gli Hornets sono passati dall’essere la seconda peggior squadra della NBA (al primo posto, ovviamente, ci sono i poveri Bobcats di MJ) ad una possibile sorpresa. Quest’anno si riparte dalla guida di Monty Williams, che dovrà cercare di tirar fuori il meglio soprattutto dai due rookie: stiamo parlando di Anthony Davis, prima scelta dell’ultimo Draft, e di Austin Rivers. Il primo, a soli 19 anni, vanta già un curriculum che farebbe invidia a tanti ‘colleghi’ della NBA: ha vinto il campionato NCAA, il premio di MVP delle Final Four e la medaglia d’oro con la nazionale USA. Squadra migliore in cui mettersi alla prova al ‘piano superiore’ difficilmente poteva capitargli: a New Orleans, infatti, ricoprirà fin da subito un ruolo da protagonista e gli sarà concesso tutto il tempo per sbagliare ed imparare. Il figlio di Doc, invece, è una grande scommessa degli Hornets: il suo talento offensivo è indiscutibile, è uno di quei pochi giocatori in grado di creare un canestro dal nulla, ma è una guardia e in quel ruolo gli Hornets sono coperti benissimo, grazie alla rifirma di un certo Eric Gordon. Sembra che coach Williams voglia dare spazio a Rivers principalmente come point guard, nonostante non sia proprio un eccelso marcatore. un punto di forza della nuova New Orleans potrebbe essere la difesa: sulla carta, infatti, il roster presenta elementi come Robin Lopez, Al Farouq Aminu, Xavier Henry e lo stesso Gordon che possono dare buon contributo difensivo. Non va dimenticata un’aggiunta che forse non ha avuto la sua meritata rilevanza: si tratta di Ryan Anderson, vincitore nel 2011 del premio Most Improved Player. Il 24enne sarà sicuramente un’arma importante per gli Hornets, che potrà mitragliare da oltre l’arco sugli eventuali scarichi dal post basso di Davis. Dire dove potrà arrivare questa squadra non è facile: l’obiettivo minimo è fare più di 30 vittorie, il sogno è tornare a disputare i playoffs dopo l’addio di Chris Paul, più realisticamente si fermeranno intorno alle 40 vittorie. Pronostico: 40 W.

Gabriele Galluccio

3.43

Ft. Anthony Davis

State pronti, Anthony Davis è arrivato. Non ha ancora giocato una partita in NBA, ma ha già vinto l’oro olimpico con la nazionale statunitense a Londra. Dopo aver vinto il titolo NCAA con Kentucky nel suo anno da freshman, Davis è stato prima scelta al Draft e si presenta come uno dei migliori giocatori usciti dal college negli ultimi anni. Gli Hornets sono sicuri di aver fatto un colpo in grado di risollevarli. Roster: Aminu F, R. Anderson F, A. Davis F-C, E. Gordon G, Henry G, R. Lopez C, Mason G, D. Miller F, Rivers G, Roberts G, J. Smith F-C, L. Thomas F, Vasquez G, Warrick F.


San Antonio Spurs Arrivi: Nando De Colo (FA) e Derrick Brown (FA, Bobcats).

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Partenze: James Anderson (FA, Hawks) e Derrick Byars (FA). Quintetto: Tony Parker, Danny Green, Kawhi Leonard, Tim Duncan, Boris Diaw. Cari, vecchi Spurs… Lo sappiamo che anche quest’anno sarete lì, a giocarvela con la cabala dell’anno dispari. Sappiamo che avete il coach-agente segreto che è un sergente di ferro e o lo rispetti o sei fuori. Non avete cambiato molto, anzi non avete cambiato quasi nulla. Continuerete a giocare quel vostro magnifico basket collettivo, tutto tecnica e spaziature. Tanto voi i “big 3” li avete inventati, anzi ve li siete costruiti come se fosse una barzelletta: ci sono un caraibico che voleva fare il nuotatore, un francobelgamericano diplomato all’Isef e un italo argentino col naso grosso e due razzi alle caviglie… Tutto ancora una volta passerà da quei 4, dalla loro voglia di far vedere che old is gold, con il solito impensabile supporting cast, che però rischia di fare la differenza. Avete aumentato la colonia francese rifirmando Diaw e portando di qua Nando de Colo, che in preseason ve ne ha vinte un paio (occhio, qua nella Vecchia Europa era sottovalutato: ergo è perfetto per voi). In più sono rimasti i soliti, in particolare Kahwi Leonard, che se continua così vi diventa il quarto big. Poi gli altri: Blair (non litigare più con Pop, dai..), Neal, Bonner, Splitter, Green… Tutti utili, tanto lo sappiamo che da voi tutti, ma proprio tutti rendono al massimo. Anche quel “Captain” Jackson che ha creato problemi ovunque tranne che sotto il Fort Alamo.

Permettetemi in conclusione di rivolgermi agli altri: non sottovalutateli questi cari, vecchi Spurs. L’anno scorso non ne avevano più alla finale di conference, troppo vecchi han detto. Vero, ma per loro un anno in più vuol dire più esperienza, più capacità di gestirsi, senza la faticaccia del calendario concentrato. E quei tre lì non regalano nulla… E poi ve l’ho detto: c’è quella storiella dell’anno dispari… Pronostico: 55/60W.

Mattia Kolletzek

Young Forever Jay-Z ft. Mr. Hudson The Blueprint 3 0.00

4.13

Ft. Tim Duncan

«Forever young, I wanna be, forever young/Do you really want to live forever and ever?». Eh sì, Timmy è ancora lì. Ne ha passate tante, ne ha vinte pure di più. Ha detto che vuole provarci un’altra volta. E in effetti può farlo,. Lo dimostra la stagione precedente. Lui, Tony P e Manu: se, e siamo certi che sarà così, Popovich li gestirà – contando su cambi affidabili – verso aprile-maggio ce li ritroveremo a vendere la pelle cara ai Lakers o ai Thunder di turno. E comunque vada, vedendoli uscire dal campo un brivido ci percorrerà ancora una volta. «Byebyes are not for legend, I’m forever young, my name shall survive…».

Roster: Blair C, Bonner F-C, D. Brown F, De Colo G, Diaw F-C, Duncan F, Ginobili G, D. Green G-F, S. Jackson F-G, C. Joseph G, K. Leonard F-G, Mills G, Neal G, T. Parker G, J. Powell F, Splitter F-C, Wilkerson F, Witherspoon G-F.


Tabellone Playoffs Basketinside Eastern Conference 1. Miami Heat

8. Atlanta Hawks

4. New York Knicks

5. Brooklyn Nets

3. Indiana Pacers

6. Chicago Bulls

2. Boston Celtics

7. Philadelphia 76ers

Western Conference 1. Los Angeles Lakers

8. Minnesota Timberwolves

4. Los Angeles Clippers

5. Denver Nuggets

3. San Antonio Spurs

6. Memphis Grizzlies

2. Oklahoma City Thunder

7. Dallas Mavericks

La Redazione


Ringraziamenti

Hanno collaborato: Matteo Airoldi (@Airmattew), Filippo Antonelli (@FiloAntonelli), Luca Antonelli (@LucaTonio11), Marco Conti (@Marco_Conti91), Niccolò Costanzo, Gabriele Galluccio (@gabrielegall), Mattia Kolletzek (@MattiaKolletzek), Angelo Lenoci (@fiero26), Davide Mamone (@DaviforThree), Eugenio Nardone, Claudio Pavesi (@ClaudioPavesi), Davide Quaranta (@D_Forty) e Fabio Trinchero. Impaginazione: Filippo Antonelli.

Idea: Mattia Kolletzek.

La Redazione


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