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VERNO 2 0

PROUDLY MADE BY THOSE L A Z Y ITALIANS SINCE 1994

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Con questo catalogo ci siamo divertiti andando a trovare alcuni amici e perdendo un po’ di tempo con loro sono uscite queste pagine. L’intera collezione b a s t a r d AUTUNNO INVERNO 2008-9 e l’elenco completo dei rivenditori li trovi su b a s t a r d . it

4 Mattia Molnar, happy day :) 6 Outerwear 10 Sweaters 12 Matteo Di Nisio pedala ancora a Milano 18 Jackets & Tops 24 Jeans, rider model 30 Linea Basic Artistuff e Jammin’ 32 Intervista a Giovanni Grazzani, CEO di dumb 36 Pants 38 Caos in casa SpaghettoChild 42 L’unico vero cargo 46 Rise Above

Crediti Modelli Erre, Sylvie, Lisa, Bauli, Lupi, Danny, Amen, Damiano, Daniel • Fotografi André Lucat, Giuliano Berarducci, Daniele Kaehr, Mirai Pulvirenti, Filip Zuan • Scarpe Vans @ vfc • Occhiali e Maschere Electric @ COMVERT • Contributi Matteo Di Nisio, Jacopo Volpe, Paolo Pinna, dumb Skateboards, Motosega Skateboards, Spaghetto Child, Rise Above, Frisco, Fede Romanello, Stevie Bergum, Luca Pistono e Manuel, tutti quelli che abbiamo dimenticato è sempre e comunque colpa di Dave La Plain.


Mattia Molnar | One-foot rodeo | Gemsstock

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Daniele Kaehr


“Una mattina di gennaio siamo saliti verso il Gemstock. Senza troppi sbattimenti arriviamo sul kicker, una shapatina e tutto è pronto. Mattia apre il salto con un FS 7 ma la neve frena e l’atterraggio è rovinoso. Senza pensarci troppo parte per un nuovo tentativo, BS 7 cork chiuso alla perfezione, filmato e fotografato! Non è ancora mezzogiorno e abbiamo già lo scatto della giornata. Ma non è finita. Mattia risale, si prepara e si butta sulla rincorsa, prendo la macchina in mano al volo e scatto, sento tutti urlare, ma che cos’ha fatto? One-foot rodeo su un jumpone in fresca! Che dire, ad una prestazione così manca solo il goal...”

-Daniele Kaehr-


L’abbigliamento tecnico b a s t a r d ® è diviso in tre linee SHINY, LUSTY e COMBI.

Pensata per garantire un efficace adattamento alle condizioni atmosferiche. Massima impermeabilità e traspirabiltà. Qui utilizziamo esclusivamente il nostro tessuto con le più alte prestazioni: WPB223LS, 3-layer nylon laminato COMFORT.

IMPERMEABILITA’

TRASPIRAZIONE PELLICOLA PROTETTIVA TESSUTO MEMBRANA LAMINATA (WPB22-3LS) MICROPILE (WPB22-3LS)

I capi b a s t a r d ® contrassegnati dal logo COMFORT sono leggermente elastici (stretch) per agevolare i m o v i m e n t i durante l’uso. Composti da una piccola percentuale di Spandex unita al tessuto principale del capo come denim, cotone o fibre sintetiche. Lo Spandex è una fibra sintetica elastomerica leggera, morbida, liscia e flessibile che è capace di a l l u n g a r s i fino al 500% senza rompersi. I tessuti COMFORT li utilizziamo su tutti i modelli di jeans, e su alcuni modelli di camicie e abbigliamento tecnico. 
 Provali per skateare o snowboardare e non vorrai più usare altro. Niente marketing qui!

Giacca Prime e pantalone Chief, il completo preferito dai nostri riders. Pagina a fianco, Erre con la giacca Prime, composta da uno shell in 3-layer e da una giacca imbottita, rimovibile e utilizzabile anche separatamente.

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Giacca interna imbottita e rimovibile. Logo ricamato all-over.

Tessuto 3-layer laminato stretch COMFORT. Impermeabilità 22.000 mm di colonna d’acqua Traspirabilità 10.000 g/sqm/24h Per evitare l’infiltrazione di aria o acqua, TUTTE LE CUCITURE sono sigillate con un nastro termosaldato all’interno.


Tutte le cuciture sono sigillate con un nastro termosaldato. Tutti i capi hanno un sistema di ventilazione, che tramite inserti in rete convoglia il calore in eccesso verso l’esterno. La superficie esterna dei tessuti è trattata con una speciale pellicola protettiva per far sì che l’acqua, la neve, il ghiaccio e lo sporco scivolino via più facilmente. Ogni prodotto è fornito di segnalatore antivalanga RECCO®, per consentire la più rapida localizzazione possibile in caso di (facciamo le corna) incidenti. r e c c o. c om

Robusta ed adattabile ad ogni situazione, dalla montagna alla città. Se sei uno che indossa la giacca al mattino e non la leva fino alla sera, questo è il capo che fa per te. La linea LUSTY è in tessuto WPB5D, il nostro tessuto più robusto, Dobby 100% nylon spalmato. Impermeabilità 5.000mm di colonna d’acqua Traspirabilità 5.000g/sqm/24h linea LUSTY in tessuto WPB5D. Giacca Domed e pantalone Cargo e dettagli: rinforzo fondo gamba e sistema di ventilazione.

Ti piace l’inverno e la neve, ma il freddo un pò meno? Questo è ciò che di più caldo siamo riusciti a fare. Dentro questi prodotti ti sentirai al sicuro. La linea COMBI è realizzata in tessuto WPB5H, la giusta combinazione tra peso e robustezza: Herringbone 100% nylon spalmato. Impermeabilità 5.000mm di colonna d’acqua Traspirabilità 5.000g/sqm/24h linea COMBI in tessuto WPB5H. Piumino tecnico Ember, imbottito in piuma d’oca, più caldo di così non si può!

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In questa pagina, Erre con il maglione gircollo Noise 01. Austin maglia girocollo 02. Solid maglia istituzionale 03. Basic maglia con cappuccio 04. List maglia girocollo.


Di Nisio pedala ancora a MiIano

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atteo Di Nisio ci racconta il fenomeno delle bici a scatto fisso, le bici da pista senza freni e senza cambio che vanno tanto di moda in mezzo al traffico cittadino. Foto di André Lucat Testi di Matteo Di Nisio e Iave Fino ad un anno e mezzo fa non mi importava nulla della bicicletta e me ne giravo tranquillo per Milano col mio scooter, fregandomene del resto. Un bel giorno (si fa per dire), skateando, mi sono rotto e operato i legamenti, le cartilagini e i menischi del ginocchio sinistro. Dieci giorni di ospedale e bella lì. Dopo l’infinita riabilitazione di rito i vari medici mi hanno detto: “...Pedala il più possibile...” e da quel giorno li ho presi davvero sul serio: la mia patente è magicamente scaduta e lo scooter è stato improvvisamente venduto. Ho iniziato a cercare una bicicletta che potesse andare bene per me, ma non ne capivo assolutamente nulla. Sapevo solo che volevo una bici essenziale, leggera e veloce. Ho cominciato col pedalare una bici da corsa ma senza le marce, dato che qui è tutto pianeggiante. Dopo qualche mese ho tolto tutto il resto convertendola a bicicletta a scatto fisso e rigorosamente senza freni. A Milano un paio di amici le usano da diversi anni e grazie a loro, piano piano, ho iniziato ad avvicinarmi a questo mondo di ciclisti metropolitani non convenzionali e un po’ incoscienti. Così ho preso una vera bici da pista, poi un’altra e poi un’altra ancora, perfettamente della mia misura e color azzurro puffo. Nulla che non sia necessario: niente cavi, niente freni convenzionali, leve, cambi, deragliatori o guaine. Solo il telaio con due ruote, un sellino, un manubrio e per frenare una trasmissione diretta con la ruota posteriore, con un pignone fisso, tramite la catena, punto e basta. Ecco fatto: trovata la mia bicicletta perfetta. Aiuto. Ovviamente rispetto al quarto d’ora che impiego adesso per attraversare la città, all’inizio impiegavo quaranta minuti... Perchè guidare una fissa tutti i giorni nel traffico è, decisamente, un’altra cosa rispetto al pedalare una bici normale: è un mezzo totalmente inadeguato: sellino di marmo, ruote sottili, piedi ingabbiati nelle cinghiette e i pedali con la relativa ruota posteriore che non smettono mai di girare, mai. Il tutto da gestire nel traffico e nelle distanze di una grande città, tra i binari del tram che tagliano il pavè e per frenare bisogna bloccare violentemente la gambe spostando il peso del busto in avanti così da alleggerire e far sgommare la ruota posteriore. Pericolosissimo. Divertentissimo. Frenare poi sgommando ai trenta all’ora

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Matteo Di Nisio | One-foot skid | Centrale (Milano)

Andrè Lucat


è una figata assurda. Certo, così facendo si consuma non poco il copertone posteriore, ma a noi piace così. Sono mezzi veloci, nervosi, scattanti e decisamente dannati che ti affogano di adrenalina: bisogna essere super concentrati e attenti ad ogni possibile imprevisto perchè non c’è margine di errore... se non si fa in tempo ad accorgersi di qualcosa ci si stampa contro, sicuro. Ma andare in bici ti fa risparmiare soldi, benzina, traffico, tempo e bestemmie per il posteggio... Magari vale la pena rischiare. Ovviamente è grazie alla bicicletta se sto ricominciando, un po’ alla volta, piano piano, a skateare, che ovviamente sarebbe la cosa che preferirei fare di più...

-Matteo Di Nisio-

Se

non si fa in

tempo ad accorgersi di qualcosa ci si stampa contro, sicuro

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Le

differenze iniziano

da questo mozzo...


La

bicicletta fissa non

è né comoda né pratica è una scelta estetica

di essenzialità e stile, ci vogliono due o tre mesi per diventare padroni del mezzo

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d ora spazio a chi ci smanetta davvero su questi mezzi. Jacopo Volpe (a.k.a. Iave) uno dei più ricercati pusher di bici a scatto fisso in circolazione. Il suo blog è visitato da un bel po’ di personaggi e i suoi cimeli richiestissimi soprattutto oltreoceano. Nella bicicletta fissata non ci sono ruote libere: il movimento dei pedali è perennemente collegato alla ruota tramite la catena. La bici va avanti se si pedala, si ferma se si smette di pedalare, si rallenta quando si impone una forza resistente al moto circolare dei pedali. La bicicletta fissa non è né comoda né pratica è una scelta estetica di essenzialità e stile... Ci vogliono due o tre mesi per diventare padroni del mezzo. È una bicicletta che all’inizio sembrerà burbera e ostinata, d’altronde i piedi sono legati ai pedali, non ci sono i freni e l’inerzia ti porta dove vuole. Non è una bicicletta adatta a tutti e può essere anche molto pericolosa, per questo motivo gente con problemi mentali si avvicina a questo mezzo, tra questi molti skater ed ex-skater. Il mese scorso mi ha scritto Natas Kaupas per avere informazioni su di una Colnago che vendevo su internet. lusingato e commosso. Ora a Milano si vedono parecchie di queste bici per strada, sono essenzialmente di due tipi: bici da corsa convertite e bici da pista. Questi due mezzi sembrano simili ma in realtà si differenziano in molti aspetti: nella bicicletta da strada convertita la distanza tra le ruote è maggiore, nella bici da pista il movimento centrale è posto più in alto rispetto a dove sarebbe posto in una bici da strada, questo perchè la bici da pista è fatta per montare la ruota fissa e per avere i pedali in movimento anche in curva. Di conseguenza pedali e pedivelle da pista devono essere considerati più corti rispetto a quelli da strada, pedali speciali e pedivelle da 165 o 167,5 mm di lunghezza. Un altra particolarità del telaio da pista è quella di avere dei forcellini posteriori che guardano verso il retro, questo particolare non fa molta differenza rispetto all’equivalente da strada, dove i forcellini posteriori guardano in avanti, è molto più comodo smontare la ruota e tirare la catena ma a parte ciò questo non determina un particolare vantaggio. Le ruote anteriori di una bici da pista e di una bici da strada sono identiche se non fosse che per convenzione sulle bici da pista le ruote in genere si bloccano con dei bulloni e nella bici da strada si usa uno sgancio rapido, tanto amato da tutti i ladri del mondo che in mezzo secondo vi possono portare via la ruota. Sul mercato esistono degli oggetti che sostituiscono gli sganci rapidi e rendono la ruota smontabile solo con chiavi dedicate, io li consiglio a chiunque. Sulle bici fisse si ha una sola marcia e la catena non si deve muovere lateralmente per questo si usa una catena più spessa impiegata per le bmx, cioè da 1/8” al posto che da 3/32”. Di conseguenza anche pignone e corona saranno più spessi. Tutto questo non ha molto senso dal punto di vista tecnico, le normali catene da pista (più sottili) sono fatte per spingere pignoni di corridori che hanno il triplo della vostra forza. È più che altro un’esigenza estetica e psicologica.

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I manubri da pista sono manubri simili a quelli delle bici da corsa che vediamo per tele al giro d’Italia, ma in realtà sono molto più belli e hanno linee più sinuose e tondeggianti, purtroppo anche questi non servono a molto e sulla strada sono scomodi. Sono fatti per spingere nella presa più bassa cioè quella dello sprint, ci aiutano a raggiungere velocità elevate in minor spazio e mantenerle con più costanza ma nel traffico sono una condanna. I manubri da strada un pò più squadrati permettono di avere un appoggio più ergonomico nella parte “alta” del manubrio, ma quelli più comodi sono sicuramente i “riser bar”, corti manubri con una leggera piega verso l’ alto, o manubri da mountain bike che vengono opportunamente tagliati e ricoperti da colorate e morbide manopole derivate dalle bmx, più comodi nel traffico e più predisposti ai tricks. I manubri da crono in inglese “bull horn” hanno la forma di due corna rivolte verso l’avanti, sono comodi perchè non ci fanno piegare troppo verso il basso e ci permettono di spingere con un pò più di vigore. Le pipe o attacco manubrio che vanno meglio sono quelle che si usano sulle biciclette da strada. Quelle da pista sono fatte in modo da portare il manubrio ancora più in basso, dando alla bici tanto un aspetto aggressivo quanto scomodità e mal di schiena. In quanto a velocità non è difficile raggiungere i 30-35 km all’ora ciò vi permetterà spesso di lasciare a casa il motorino o la macchina permettendovi di andare anche in posti che distano da casa anche 20-30 km, senza fare più di tanta fatica. Per strada si usano i copertoncini. Quindi se trovate una mitica bici da pista in una vecchia cantina (o si volesse convertire la bici da corsa del babbo), una delle prime cose da fare è assicurarsi di avere dei cerchi da copertoncino e camera d’ aria, in inglese clincher, e non dei palmer o tubolari. I tubolari vanno incollati ed hanno bisogno di una notte di riposo per far asciugare la colla, i copertoncini invece bisogna imparare a cambiarli da soli, lo può fare chiunque a mani nude, bastano una pompetta e qualche semplice attrezzo per avere tutto il necessario per riparare una ruota forata in meno di 5 minuti. Molti di quelli che usano le bici fisse adoperano cerchi e mozzi a profilo alto, in questo modo la ruota diventa più rigida e scattante ma ciò corrisponde più ad un vantaggio estetico (alla “pimp my ride”) piuttosto che ad una vera e propria esigenza. L’ultimo punto è il materiale del telaio, acciaio o alluminio? Le differenze sono due: l’alluminio è più leggero ma molto più rigido, in questo modo la forza arriva più velocemente alle ruote ma sulle asperità delle nostre città si soffre e ci si stanca di più perchè assorbiamo le asperità del terreno tendendo i muscoli e rilassandoli in maniera conscia e subconscia, con una strada abbastanza in ordine sicuramente andremo più veloci e faremo più strada ma con l’acciaio saremo molto meno affaticati, perchè attutisce i piccoli colpi, ed essendo più flessibile è anche più difficile da rompere, a voi la scelta... Ora sapete tutto, ci vediamo per strada!

-Jacopo VolpeSe cerchi Iave, lo trovi su my s p a c e. c om / j a c op o v o lp e oppure puoi dare un occhio al suo blog v in t ag ep i s t a. b log s p o t . c om

01. Corone 02. Manopole (ex-bmx) 03. Manubri classici 04. Mozzi 05. Pipe di attacco manubrio 06. Cerchio ad alto profilo 07. Selle 08. Telai 09. Pedali da pista

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01. Doom giacca cargo 02. Cheeky giacca imbottita 03. Rainy giacca reversibile 04. Honor giacca cargo 05. Rainman giacca reversibile 06. Grow giacca imbottita. In questa pagina, Erre giacca con fodera in pelo Yard.


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01. Strippy felpa con cappuccio 02. Wall felpa reversibile 03. Tow felpa reversibile 04. Patrol felpa combat 05. Binded felpa ricamata 06. Masquerade felpa clownism style In questa pagina, Lisa, felpa mini-abito Hologram.


Come un orologio svizzero Foto di André Lucat Testo di Fede Romanello

Che Daniele Galli sia una macchina ormai è risaputo, basta pensare a quando l’anno scorso è arrivato a uno dei contest estivi dopo 10 ore di treno, con lo zaino sulle spalle ha sentito il suo nome all’altoparlante per la run di qualificazione, si è tolto lo zaino e ha droppato senza neanche scaldarsi, per la cronaca si è qualificato primo. Ma la prova definitiva l’ho avuta alcuni mesi dopo, la prima volta che siamo andati a filmare in street insieme. E’ da tempo che si diceva di organizzare una mission, ma avere gli stessi giorni liberi per entrambi ormai è un evento raro... ma dopo 5 mesi ce l’abbiamo fatta. Preciso come sempre, Danny aveva già in mente dove e quando fare i trick. Sabato mattina giro al Lambro, line più trick singolo, pomeriggio puntello con André e fs flip in Bicocca. Fs flip sopra un hubba da 10 scale non è un impegno di quelli da poco, per di più dopo aver skateato tutta la mattina in bowl, ma eravamo tutti fiduciosi. Arriviamo, Danny si scalda, André monta i flash, io scelgo l’angolo. I trick di solito arrivano dopo un po’ di tentativi, solo raramente dopo un attimo. Il fs flip è arrivato al sesto, perfettamente kickato e altrettanto perfettamente catchato. Ma i flash, si sa, non sono una scienza esatta e Andrè non è riuscito a scattare la foto. Tra la delusione generale parte la contrattazione per rifare il trick. Danny non se la sente molto, è stanco e chiuderne un altro così preciso non è cosa facile, ma serve la foto. Ok, qualche altro tentativo. Parte, fa una frenata, guarda le scale. Torna indietro, si concentra, riparte, e butta giù un fs flip ancora più preciso di quello di prima!!

-Fede Romanello-

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Daniele Galli | FS flip | Bicocca (Milano)

Andrè Lucat


Yari Copt | BS disaster | Grill’Em All @ Lambro

Andrè Lucat

Abbiamo chiesto a due skater del nostro team di aiutarci a realizzare due jeans pensati appositamente per skateare. I prescelti sono rispettivamente Yari Copt e Marco Lambertucci, che hanno creato il Bathead e lo Sbrauser, che trovi nelle pagine seguenti.

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uando abbiamo deciso di dare il via al progetto “jeans rider model” abbiamo subito pensato a Yari Copt, skater storico, frontman

Il

mio jeans va

comprato, vissuto e

distrutto, esattamente come uno skate o una gibson les paul...

-Yari Copt-

nei “Those Furious Flames”, capobanda di Warriors skateboards e sciupafemmine svizzero. Yari ha preso tutte le sue passioni, e le ha infilate qua e la per creare il jeans dei suoi sogni: slim fit, nessun rivetto perchè quando ci cadi sopra in skate fanno male, dettagli in ecopelle, marchio Warriors sul retro, bottone a forma di teschio, doppio passante per cintura e laccio, e tessuto stretch COMFORT. 01. Bathead jeans 02. retro 03. Music pocket 04. dettagli in eco-pelle

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Marco Lambertucci | Nollie big spin | Tombaccia ramp Pesaro

Giuliano Berarducci


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ai avuto a I vizi del Bauli iciamo che se cerchi che fare si rispecchiano con il Bauli un jeans comodo tutti nei dettagli (a.k.a. Marco che il suo jeans L a m ber t ucci)? questo è il meglio che possiede. Beh, è la Vest i bi lit à persona che c è in giro relaxed, cuciture cambia idea più -Marco Lambertucci- Raggae, doppia rapidamente di tasca imbosco supermaggiorata, tutta la Romagna. Fare il suo rider fodera interna THC, tasca Ipod per model è stata un impresa ma alla avere sempre Rick Ross a portata di fine è venuto fuori un jeans da paura mano. che rappresenta la fino in fondo la 01. Sbrauser jeans 02. fronte 03. Music pocket sua personalità.

04. fondo gamba rinforzato e regolabile

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Yoga tantrico foto e testo di Mirai Pulvirenti

Nikolai è uno skater da paura e su questo non ci piove. Quando lo vedi girare pensi che lo skateboarding sia la cosa più semplice del mondo. Ogni tanto una giornata storta viene fuori anche a lui e così ti accorgi che è un essere umano. Ma quando è in giornata lo si capisce già dal modo con cui spinge la tavola. La foto qui di fianco ritrae Nikolai in uno di quei giorni in cui non sembra umano, quando tutto gli riesce facile. Mission dei soliti romani (Solecki, Ale Martoriati, Fabio Liguori, etc..) alla ricerca di qualche trick in questo spot a Torano, un paesello proprio in mezzo agli appennini tra il Lazio e l’abruzzo. Arrivati sul posto trovano lo spot inaccessibile, il supermercato all’interno di cui si trova è chiuso e quindi niente. Aspettano che la situazione migliori riposando in una bella trattoria abruzzese, intanto fuori sembra che le cose si mettano al peggio con le nuvole che minacciano tempesta. Al pomeriggio lo spot del supermercato è magicamente accessibile. Mirai guarda preoccupato il cielo, i nuvoloni neri si ammassano velocemente sopra le loro teste. Nikolai e gli altri incominciano a skateare chiudendo un trick dopo l’altro. Le foto ci sono e le riprese pure, ma Nikolai quando è in pompa fa fatica a smettere di skateare e mentre gli altri si riprendono si lancia in un paio rincorse per fare alcuni stilosi Ollie Tuck Knee.

-Mirai Pulvirenti-

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Nikolai Danov | Tuck Knee no-hand | Bump Torano

Mirai Pulvirenti


Produciamo t-shirts e felpe (a.k.a. Basic) fin dall’inizio, le abbiamo testate skateando e sudandoci dentro per più di 10 anni. Per questa stagione abbiamo inserito due nuove linee nello spirito della collaborazione: Artistuff e Jammin’. La linea Artistuff realizzata con alcuni tra amici, artisti, skaters che ruotano intorno al mondo bastard. Trovi grafiche di: Marcello Crescenzi, Polenta Violenta, Marco Kleifisch, Stefano Pedrini e marco Cargnel. La linea Jammin’ nasce dalla collaborazione tra le piccole ma operose skate company italiane e b a s t a r d ®. Qui trovi prodotti realizzati con Motosega Skateboards e NoRules Skate Zine.

01. Coin 02. Scar 03. Baffo 04. Sharp 05. Letterrynth 06. Tree Tee 07. Hej Hjerte 08. People 09. Beer Rules 10. Dream

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Tree Tee è disegnata da Marco Kleifisch. Hej Herte è stata disegnata da Stefano Pedrini, p3d r o.com People è stata realizzata da Marco Cargnel, m y s p a c e.c o m / p o g o m a r c o Beer Rules in collaborazione con No Rules, skatezine prodotta da Emanuele “Kendall” Facchetti, m y s p a c e. c o m / n o r u le s k at e b o a r d i n g Dream è disegnata da Polenta Violenta. Nella stessa linea trovi anche Rise Above (pag. 46) e Motosega (pag. 32).

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Tra dumb e motoseghe G

iò Grazzani è il fondatore di dumb. Tutto ha avuto origine durante un infortunio, per non stare lontano dal mondo dello skate, Giò ha fondato dumb e dopo poco tempo è nata Motosega Skateboards, costoletta ultra hardcore di dumb.

Foto di Mirai Intervista di Dave La Plain Giò ci racconti un po’ la storia e l’evoluzione di dumb? La storia di dumb è quella di un gruppo di amici che per continuare a viaggiare e skateare decidono di provare a vendere le tavole. Le grafiche il team e i tours sono i principali fattori che determinano la nostra evoluzione. E poi nasce Motosega? Motosega è un progetto nato da alcuni piacentini carnivori e assetati di transizioni. Le costruiscono, le skaitano, le smontano e le ricostruiscono... Sono skater D.O.C, gran lavoratori e bevitori. Motosega nasce dalla loro passione. Io sono entrato in un secondo tempo ed è stato un onore. Tu sei una specie di imprenditore, ti ispiri a qualcuno per guidare la tua azienda oppure Dumb è completamente fai da te (o da voi)? Ahhahahhahah!!!!!! Imprenditore mi fa ridere. No non mi ispiro a nessuno... hahaaahaha!! imprenditur!! Chissà come mi prendono per il culo adesso. In che cosa è differente Dumb rispetto alle classiche skatcompany? Qual’è il suo punto di forza e quello di debolezza? I punti di forza li ho detti anche prima, penso che siano il team e le grafiche. Avere un team forte nel senso classico del termine secondo me non ha nessuna importanza. Ormai il livello è assurdo. Non puoi starci dietro. secondo me è meglio puntare sulle persone. Forse per questo aspetto siamo differenti dalle altre skate company (credo). Preferiamo avere nel team un amico, innamorato dello skateboard piuttosto che un tipo bravo ma fighetto ed arrogante. Punti di debolezza?? Le grafiche di Dumb sono sempre una sorpresa, ci vuoi parlare un po’ del matto che gli sta dietro? Certo! Giovanni Donadini ha un sacco di amici ma i suoi preferiti, sono x e y. Penso che lui prenda ispirazione da loro. Non è semplice annoiarsi con Giò. Tutte le nostre maglie sono fatte con le sue mani in serigrafia. Fa mille cose, suona, disegna , fa mostre con il suo amico Nico. Un tempo skaitava e ancora adesso chiude 360 flip al primo colpo sempre e comunque. Qualunque cosa faccia è una sorpresa.. Giò ha stile Come sono divisi i ruoli all’interno di Dumb? Simo ha il compito di fare trik assurdi. Anche Teo penso che abbia lo stesso ruolo. Nel prossimo video vedrete. Giorse è il cacciatore, ci procura il cibo durante i tour. Luca ruba il cibo durante i tour. Seba è il cuoco, Fede il suo psicanalista, il Pelosa procura le femmine, Han le sciupa, il Morandi rompe i ciglioni, Giulio deve studiare per la maturità e io annoto tutto sulla cartella clinica.

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Quanti soldi servono per gestire una skatecompany? Cavolo, a questa proprio non si rispondere. Più ne hai e più credo sia semplice. Ma se non ne hai forse trovi metodi più divertenti per tirare avanti. Forse dipende da cosa si intende per gestire una company. Se si vuole campare di puttane e champagne come 50cent mi sa che è un casino. Se come noi ti accontenti di pippe e birrette gestisci tutto con meno frustrazione e più ironia. Nel 2007 Dumb ha vinto il premio di “Skatemap Team Of The Year” te l’aspettavi? Avete tanti amici che hanno votato oppure il segreto è un altro? Ero a Barcellona quando c’era sta roba su skatemap e non avevamo il computer in casa.. Mi ha chiamato un mio amico per dirmi che avevamo vinto, sono andato a vedere e mi ha preso un colpo!! È stata una figata. Penso che abbiamo tanti amici. Dumb ha preso più voti di molte company (e distributori) molto più grosse che investono un mucchio di soldi per avere una comunicazione “professionale”, pubblicità sui giornali, team fortissimi.. Ma gli skater sono figli di androcchia.. molti stanno dove c’è la passione nuda e cruda. Quali sono i prossimi obiettivi/ sogni di Dumb? Trovare qualcuno che ci aiuti con le vendite! Trovare dei rappresentanti o agenti. È un sogno ma anche un obbiettivo. Sarebbe una figata lasciare a dei professionisti tutta quella parte che a noi non viene bene. Altri 2 obbiettivi sono il video (per ottobre sarà pronto) e riuscire a dare più tavole al team. Voglio creare una skatecompany, mi dai tre consigli? Se non pratichi molla il colpo. Organizzati con persone davvero fidate. Investi prima di tutto su quelle persone (team). dum b s k a t eb o ar ds. it

Team dumb | Globe-trotting dumbers (grazie speciale ai ragazzi di Frisco) Nella pagina a fianco Amen con la t-shirt Puppet disegnata da Motosega Sketeboards per la collezione Jammin’ 2008


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01. Engine jeans ergonomico 02. Tony jeans a 5 tasche 03. Checkback pantalone cargo ergonomico 04. Eddie pantalone chino 05. Leon jeans colorato a 5 tasche 06. Reeb pantalone a 5 tasche in velluto. In questa pagina, jeans a 5 tasche ergonomico Engine.

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Gianluca Mariani | home relax

AndrĂŠ Lucat


Il Boss di Lambrate Q

uando si incontra un personaggio come Gianluca Mariani a.k.a. “ThaBoss” un po’ di presentazioni sono doverose per capire meglio la complessa personalità dell’intervistato. Abbiamo chiesto a due suoi amici di introdurre Gianlu e la SpaghettoChild da lui creata. Foto di Andrè Lucat Intervista di Dave La Plain “SpaghettoChild è alzarsi la mattina alle 3 del pomeriggio con le ossa rotte dalla sera prima. Con la testa ancora gonfia pensare ad una grafica o progetto che ti sono apparsi in sogno e forse verranno realizzati 3 mesi più tardi... o non saranno mai messi in pratica. Andare a skateare finendo col darsi fuoco alle tavole, bevendo birra, ascoltando hardcore e “vomitandosi” addosso! Grande famiglia e soprattutto a mio avviso l’ultima, ma forse anche prima testimonianza italiana della vita da skateboarder a tutti gli effetti.”

-Chiste“Troppo facile e troppo difficile tentare di definire con esattezza Spaghetto, ma di certo si può dire che tutto ruota intorno ad un comune denominatore: l’ironia. Auto ironia innanzitutto, le nostre sono menti malate, siamo brutti e diamo fastidio a molti, ne siamo consapevoli. Ironia nei confronti degli altri, bastardaggine acuta in alcuni casi: troppo facile e divertente prendere per il culo l’ennesimo tabbozzo con la macchina megapimpata, il sedicenne che ti vuole insegnare cosa sia lo spirito hardcore, i punkabbestia con la BMW o il vecchio bastardo che ti augura di morire al prossimo tentativo di bs smith. L’ironia è l’unica nostra arma di difesa, che viene riversata a piene mani in tutto quello che facciamo: siamo grafici, illustratori, musicisti, fotografi, perdigiorno, writer. Siamo anime diverse che hanno il solo scopo di coprire di ridicolo questo triste mondo ed i suoi abitanti sfigati, che vagano nei meandri del loro cervello annebbiato, incapaci di capire da soli cosa sia giusto, o bello, o inaccettabile. Non ci frega un beato cazzo dei trend, non indossiamo panta Megadeth o cappelli del nonno, continuiamo ad ascoltare da anni gli stessi dischi. Non abbiamo bisogno di un conto in banca più sostanzioso dello stretto necessario, né di leccare il culo alle persone “importanti” per ottenere trattamenti particolari; preferiamo un furgone Volkswagen degli anni 80 ad uno nuovo di zecca. Usa il cervello, sii te Stesso.”

-André LucatCiao Gianlu, ma che faticaccia è stata mettere in piedi questa foto? Si, soprattutto perchè quando abbiamo scattato la foto, stavo cercando casa e ho vissuto per un periodo in furgone. ho dovuto recuperare alcune delle mie cose (quelle della foto) che erano sparse in un botto di scatoloni x varie case... fortunatamente il mio amico Manuel Felisi mi ha “prestato” il suo studio per scattare. Se dovessi scegliere 3 oggetti presenti in quella foto? Sceglierne 3 è difficile! comunque per prima c è assolutamente la Corey O’Brien della foto, è stata la mia prima tavola e la conservo ancora, tutto quello che sono ora lo devo a quella tavola, grazie a lei ho conosciuto i mille amici che ho adesso, ho conosciuto l’arte e la musica, nel senso che

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Hai la fama di essere uno che conserva parecchie roba, dove tieni skate, dischi, birre e tutto il resto? quanto spazio ingombrano i tuoi averi? Come dicevo prima, a fine mese dovrei sistemarmi nella casa nuova, x il momento skate, dischi, stru-

Gianlu e Bem

ho iniziato a suonare, a dipingere, a far grafiche... e soprattutto a vedere le cosa e a pensarla nel “modo giusto”. Poi ci metterei il disco dei JFA “valley of the yakes” che mi regalò ai tempi il mio amico Giulio... Questo è il vero skaterock, non quelle cacate da ciuffo e panta metal alla mtv! In ogni caso ognuno dei miei dischi e ognuna delle mie tavole, sia quelle dipinte da me che quelle che conservo hanno un significato che è legato a qualche evento o ricordo della mia vita, quindi non saprei cosa mettere per terzo... Altre cose a cui tengo e che mi appassionano sono il mio furgone Volkswagen lo (spaghettovan) perchè è la mia seconda casa (o forse la prima), il mio Honda cub, vecchie t-shirts, vecchi stickers, il mio vecchio basso che è una merda ma dopo 15 anni suona ancora da paura!

menti, amplificatori, scooters etc. son stipati in varie case, laboratori, cantine di parenti e amici.. Per quanto riguarda le birre, quelle le tengo in panza! Ma tu esattamente come sopravvivi in una città come Milano? È veramente difficile sopravvivere a Milano... lavoro al Birrificio Lambrate (praticamente ci vivo), faccio il grafico free lance, dipingo e faccio per passione il meccanico

sui vecchi scooter Honda... Poi ovviamente la cosa che preferirei sarebbe riuscire a vivere portando avanti SpaghettoChild. Nel 2000 hai fondato SpaghettoChild insieme a Diana, hai voglia di spendere due parole su questo progetto? Il progetto è nato come gruppo di amici skaters nel 1999 prendendo per il culo la GhettoChild, marchio noto per le grafiche e l atteggiamento da gangsta’rappers! Poi collaborando con Diana Manfredi, che è filmaker, abbiamo iniziato a facendo un video, varie collaborazioni, stampando t-shirts, organizzando eventi come mostre legate allo skate, l’arte e la musica. Praticamente a tutto ciò che c è di artistico legato allo skateboarding. Adesso Diana vive a San Francisco e vorremmo cercare di fare qualcosa anche là... Cosa consigli a chi volesse seguire le tue tracce, dove possono incontrare te e gli altri SpaghettoChild? Consiglio di fare quello che si sentono e basta. Non mi piace dare consigli e non mi piace seguire ciò che fanno gli altri. Poi se volete incontrare la Spaghetto family: ai concerti hc, allo skatepark di lambrooklyn o semplicemente al Birrificio a bere la meglio birra che c’è in circolazione! O in ogni caso dove ci siano situazioni con gente vera e che quello che fa lo fa al 100% col cuore e con passione... Non per moda! Questo è SpaghettoChild! ...ciao arrivedecc!

Gianluca Mariani | Ollie-nollie

André Lucat

my s p a c e. c om /s p ag he t t o c hil d w w w. s p ag he t t o c hil d. c om w w w. b ir r if ic io lam br a t e. c om


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brain and guts” 7 Seconds 30. “Enjoy” Descendents 31. “rock for life” Bad Brains 32. “group sex” Circle Jerks 33. “something to prove” Spermbirds 34. “Slave” Infest 35. “Against the grain” Bad Religion 36. “Check your head” Beastie Boys 37. “frontside grind” Drunk Injuns 38. “my war” Black Flag 39. “The Adolescents” Adolescents 40. “Milo goes to college” Descendents 41. “Sleep it in” Black Flag 42. “Damaged” Black Flag 43. “Keep Laughing” RKL 44. Bananino board 45. “I Don’t Want to Grow Up” Descendents 46. “Skate for the devil” Boneless once (comprato a 3000 lire in un negozietto di dischi!) 47. “Another wasted night” Gang green 48. “finirà mai” Wretched 49. 5 boro 50. “In god we trust, inc.” Dead Kennedys Bergum original poetry

01. Corey O’Brien Santa Cruz 02. Jason Lee Blind 03. “Can I say” Dag Nasty 04. “Non ho avuto tempo” artwork by Gianluca Mariani 05. “Valley of yakes” JFA 06. Erik Dressen Santa Cruz 07. Rob Roskopp Santa Cruz 08. Gianluca Mariani artwork 09. Klaus Grabke Santa Cruz 10. Jason Lee Stereo 11. Gianluca Mariani artwork 12. Gianlu e Bem 13. Gianluca Mariani artwork 14. Jason Lee Blind 15. Jason Lee Stereo 16. “Furgone” Gianluca Mariani artwork 17. Tommy Guerrero Powell 18. McGill Powell 19. Rudy Johnson Blind 20. Rob Welsh Santa Cruz 21. Mike Vallely Powell 22. SpaghettoChild 23. Sean Sheffey Girl 24. “Occhi-na so-bocca” SpaghettoChild 25. “Minkia o Banana” SpaghettoChild 26. Tom Nox Santa Cruz 27. Ray Barby Powell 28. Gianluca Mariani artwork 29. “Skins,



Quando stai in giro per molto tempo hai bisogno di capi comodi, pratici e resistenti. Il nostro pantalone Cargo rappresenta l’essenza di tutte queste qualità. È il nostro prodotto più longevo, continuamente sviluppato e migliorato con l’ambizioso obiettivo di realizzare il miglior pantalone cargo in circolazione. Realizzato in tessuto ripstop, 100% cotone, lavato con pietre, per dare un aspetto già vissuto al capo. Vestibilità Loose con cavallo basso e gamba che si stringe leggermente alla caviglia. Disponibile in 5 varianti colore. Survival bag inclusa in ogni Cargo. Ispirato dalla vita militare e basta, facciamo l’amore non la guerra!

pantalone Cargo nella versione verde miltare e in grigio. Disponibili anche in Nero, Marrone e Nocciola.

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Nikolai, Marcin, Yari & Bauli | “Come back home�

Mirai Pulvirenti


Rise Above M

arcello Crescenzi è Rise Above, talentuoso illustratore romano e nostro nuovo amico che nel 2008 arricchisce la Artistuff collection. L’abbiamo incontrato per caso, ma ci siamo appassionati al suo mondo fatto di skate, supereroi, punk rock. Siamo andati a casa sua a Roma per conoscerlo meglio. Foto di Giuliano Berarducci Intervista di Dave La Plain Ciao Marcello, come va? Fuori c’è un caldo e un afa impossibili, non si può uscire... A parte questo tutto ok direi. Rise Above, cos’è? e dove vuole andare? Rise Above è il nome che ho dato alla mia produzione di illustrazioni. Viene da una canzone dei Black Flag, gruppo a cui sono molto legato fin dall’adolescenza, e oltre a questo rimando musicale mi piace il suo significato di “riscossa”, di “elevarsi”, perchè per me è sempre una sfida con me stesso a migliorare e a produrre cose che non vedo attorno a me. Dove vuole andare... Non so, non essendo il mio lavoro non ha una carriera a cui ho pensato... Vorrei arrivare a produrre immagini che colpiscano e ispirino la fantasia di un ragazzino come altri autori han fatto con me in passato... Ci hai detto in passato che la tua vita non è cambiata molto da quando avevi 10 anni, in che senso? Nel senso che, a parte le cose che con l’età cambiano per forza di cose (arrivano le donne, arriva il lavoro, arrivano i problemi), le cose che amo di più fare nella mia vita sono le stesse identiche di quando ero un ragazzino. Leggere, skateare, collezionare vecchi fumetti e memorabilia vari, la musica, gli amici, la pizza, il Dungeons & Dragons settimanale... Insomma forse sono ritardato ma a me la vita che facevo da ragazzino ancora soddisfa e quando posso farla la faccio volentieri. Non ho la sindrome di peter pan credo. E’ che mi sa che ho trovato gli svaghi giusti troppo presto! Hai sempre vissuto a Roma? Cosa ti piace di più della Capitale? Ho sempre vissuto qua, ho viaggiato molto ma son sempre rimasto qui a vivere e ho sempre amato ritornarci quando me ne sono allontanato. Roma è una città che oltre al banale dire “Ah meravigliosa, è tutta un opera d’arte” ha un mood che non c’è in altre città d’Italia. La odi, per la gente soprattutto, ma la città in qualche modo ti fa sentire suo e quando meno te lo aspetti ti regala qualcosa che te lo fa capire: uno scorcio, una frase, una luce e Roma ti cancella in un attimo la rabbia che le hai riservato per settimane. Questo mi piace di Roma: mi stupisce sempre e mi lega a se senza che me ne accorga e quando me ne vado sento che mi manca qualcosa... Poi mi piace fare le mie cose da qua, mi sono rotto che compaiano sempre le stesse città New York, Milano, Londra, Barcellona, Toronto e mai Roma. Sento che non ha niente da invidiare a nessuno.. Entrando in camera tua ognuno di noi è rimasto affascinato dai tuoi cimeli, ognuno si è scelto il suo preferito, chi le stunt cars, chi jabba the hut, chi i Barba Papa, quali sono i tuoi preferiti? I supereroi vestibili della “Mego” degli anni ‘70.

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Marcello Crescenzi | in posa nella sua cameretta


Supereroi Mego e altri cimeli di Marcello

Che rapporto hai con i tuoi giochi “d’infanzia”? Ti ispirano mai nei tuoi lavori? Se non mi ispirano adesso, cosa che escluderei, lo hanno fatto di sicuro in passato. Quello che faccio ora è avvenuto per emulazione delle cose che ho amato da piccolo: fumetti, giocattoli, films, posters e che ho cominciato ad “accaparrare” prima ancora di poter capire cosa fosse il collezionismo per averli vicino e scrutarli. Ho sempre avuto bisogno di essere circondato dalle mie cose per stare in pace e avere stimoli su cui lavorare. La tua stanza è piena di dischi e libri, quali sono quelli che ti hanno influenzato maggiormente? Come dischi sicuramente il punk americano a cavallo tra gli anni ‘70 e la metà degli anni ‘80 e poi tantissimo il rock degli anni ‘70. Nomi ce ne sarebbero una vagonata da fare! Come libri sicuramente H.P. Lovecraft, P. Dick, J. Lansdale, R. Howard, M. Moorcock e la collana Urania.. Che importanza dai alla musica nella tua vita? Totale, ascolto musica da quando ero bambino e non passa giorno senza che ascolti qualcosa: magari un disco solo o magari 10, ma mai senza la musica nelle 24 ore. La musica mi ispira oggi che sono cresciutello ed è stata importante per la mia formazione in tutto. Molti titoli di miei lavori sono citazioni di canzoni, gruppi e testi... Rise Above stesso lo è, come ti dicevo prima.. Qual’è il lavoro di cui vai più fiero?

Di quelli che sono sul mio sito “Virtus Junxit” perchè sono riuscito a riportare esattamente un immagine che avevo in testa sia come atmosfera che come tecnica... E’ una cosa abbastanza rara per me. Poi in realtà quello di cui vado più fiero è un disegno che non è sul sito, è la copertina per il 45 giri di un gruppo di amici... Non è niente di che però è stata la prima volta che guardando un mio disegno inchiostrato mi è sembrato ben eseguito, professionale... Insomma come quelli che vedevo da ragaz-

zino e volevo rifare Molti dei tuoi disegni sono fatti a mano giusto? Che tecnica preferisci usare? Praticamente disegno tutto a mano, vedevo le foto dei miei autori preferiti da ragazzino e stavano li al tavolo da disegno, serissimi, circondati da materiale da disegno e ho sempre cercato di rifarmi a loro, a quella competenza e tecnica. Per le illustrazioni uso pennello e china e rifinisco alcune cose con un pennino. Per i disegni invece uso pennino e retino. Hai ancora qualche riga se vuoi puoi lanciare un messaggio, altrimenti puoi salutare qualcuno o fare quello che vuoi... “I’m a Golden God!... And I’m on drugs!”. Fatti un giretto sul sito di Marcello perchè io suoi lavori meritano davvero una visitina, r i s e ab o v e. it la grafica Fulgur, disegnata da Marcello Crescenzi per la collezione b a s t a r d Artistuff 2008 Un po’ di roba a cui Marcello è molto legato...

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Marco “Bauli” Lambertucci | BS ollie | Lambrate graveyard

Filip Zuan


bastard.it

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