Il Caffè del Nordest - Dicembre 2018

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editoriale

L'assemblea rappresenta un evento nel quale si comunicano ai Soci ed al territorio non solo i dati tecnici delle relazioni, che sono stati riportati ampiamente dai giornali, ma anche i valori della Banca, e si può percepire, mai come in questa occasione, il suo cuore pulsante, la sua empatia, il senso di comunità e territorio. All'esterno del teatro Verdi molte persone scambiano le proprie opinioni prima di entrare all'assemblea dei soci. Si distinguono le differenti cadenze delle parlate delle diverse zone del Pordenonese e del vicino Veneto. Si vedono volti nuovi in centro città a Pordenone e si incontrano persone che rappresentano “un territorio vasto”, unito da interessi comuni. La hall del Teatro con i suoi banchi per la registrazione dei soci esprime efficienza e tempismo: i computer allineati, il personale che indirizza con cordialità le persone in una coda o l'altra, poi la consegna della scheda. Tutto funziona in maniera fluida ed organizzata, in un contesto accogliente e “caldo", accompagnato da sorrisi e calore umano. Poi l'entrata nella sala Verdi, gremita fino all'ultimo ordine delle gallerie, come per i migliori spettacoli. La sensazione di interesse ed aspettativa si percepisce da quello che si dicono le persone sedute in sala. Il palco è molto ben illuminato, al centro il tavolo dei relatori riporta scritto davanti “Il futuro ha un volto conosciuto"; ogni intervento è accompagnato dalla proiezione di slide e di video a supporto di quanto detto. La tecnica ed il modo della comunicazione sono chiari, accattivanti anche nei tecnicismi e conciso. I soci seguono con sguardi attenti. Le mani alzate per il voto sono spesso arricchite fra le file delle poltrone rosse da commenti di partecipazione e condivisione. All’uscita dell'assemblea un momento conviviale accoglie cordialmente i soci che socializzano e scambiano le proprie impressioni; infine si congedano con un segno di omaggio ciascuno. L’immagine che ne esce è quella di una Banca che comunica in maniera armoniosa e con calore umano funzionalità, efficienza, organizzazione, valori umani, attenzione al territorio, comunità e FUTURO, e la sinergia delle professionalità messe in campo per l'occasione, le modalità, le tecniche, il clima che ha permeato il Teatro Verdi durante tutta la serata sono emblematici e rappresentativi del fatto che obiettivi articolati come quelli di Bcc sono supportati e condivisi dai Soci e dai diversi portatori d’interesse.

> PRESIDENTE / Assemblea Ordinaria e Straordinaria dei Soci. Un momento storico ....................................4 > DIRETTORE GENERALE / Fare Banca verso il Futuro ....5

________BCC soci________

> Reinventare la prossimità, senza tradirla ......................6 > Assemblea Soci Bcc Pordenonese: approvata adesione al Gruppo Iccrea .........................................................8 > La Fondazione Bcc Pordenonese rinnova le cariche: riconfermato Giancarlo Zanchetta alla Presidenza...10 > Bcc Pordenonese e la sua Fondazione fanno squadra per il sociale ............................................................11 > Fondazione BCC Pordenonese .................................12 > San Pietro Apostolo Onlus .......................................13 > Fondazione Bcc Pordenonese e Associazione San Pietro Apostolo Onlus .......................................14 > Lungo la via della seta, viaggio in Uzbekistan .........16 > In viaggio con i Soci Itinerari culturali e viaggi proposti per l’anno 2019 .........................................18 > BCC Pordenonese dà Voce al Talento ........................20

Marina Stroili

Il Caffè del Nordest Tribunale di Pordenone n. 461 del 23.3.2000 Anno XIX Dicembre 2018

Direttore editoriale - Gianfranco Pilosio Direttrice responsabile - Marina Stroili

Redazione - Emanuela Loisotto mail - eloisotto@bccpn.it


Tra Terra e Cielo Cedro del Libano - h 240 cm - ph Rivier De Mari

______BCC giovani______

______BCC informa______

> Festa delle Associazioni a Concordia .........................50 > Roiatti: 100 anni di traslochi ....................................52 > Lafert Rugby San Donà Elogio all'anormalità ...........54 > I ragazzi di Futura sul brigantino più grande del mondo ...............................................................56 > Novelle dalle grave Novembre 1917, San Quirino ....58 > Torre di Pordenone: MESSA BEAT... sembra ieri ........60 > Intervista a Sergio Gentilini .....................................62

> Convenzione per le giovani start-up

> Insieme in fiera per promuovere il convegno:

con Talent Garden Pordenone...................................22

“Il Nord Est vitivinicolo a confronto” .........................34

> Taskhunters, una bella opportunità per giovani

> Ventis Card...............................................................36

e imprese .................................................................23

> Piano Individuale di Risparmio PIR .........................37

> VIII forum dei giovani soci del Credito Cooperativo:

> Odorico da Pordenone .............................................38

economia spunti e appunti di finanza cooperativa....24

> Evoluzione normativa nel mercato del credito .........40

> Corso di Primo Soccorso come comportarsi

> Pordenone in cammino: insieme & in salute ...........42

in occasioni di emergenza .......................................26

> Comunità San Valentino:

> Giovani Soci Bcc sulle orme della grande guerra .....27

un’Associazione col cuore grande ...........................43

> BCC Generation.........................................................28

> Lino Zanussi lezioni per il futuro .............................44

______BCC speciale_____

______BCC territorio______

________BCC arte________

> Città di Portogruaro .................................................30

> Pordenonelegge Edizione 2018 ...............................46

> La scultura è la mia casa Arianna Gasperina

> Nuova filiale Portogruaro .........................................32

> #PORDENONEVIAGGIA il festival del viaggio

in arte Arya ..............................................................66

e dei viaggiatori .......................................................48

Segreteria di redazione Ufficio Comunicazione & Mktg BCC Pordenonese tel - 0434-636201

Stampa - www.sincromia.it

______BCC sostegno______

> Un soffio di umanità.................................................64


Walter Lorenzon / Presidente

Assemblea Ordinaria e Straordinaria dei Soci. Un momento storico Caro Socio, Gentile Cliente, È stato un momento storico per la Banca di Credito Cooperativo Pordenonese, per la mutualità nel mondo finanziario, per l’etica nella finanza, per il Socio che, consapevole di questo, ha partecipato all’Assemblea Straordinaria del 6 dicembre. Un luogo elegante e prestigioso come cornice scelto non tanto per dare importanza alla forma, quanto al merito del momento: il teatro Verdi! Un teatro gremito di persone dai volti familiari, che il nostro personale incontra quotidianamente nelle varie sedi del territorio. Questa Assemblea Ordinaria e Straordinaria della Banca di Credito Cooperativo Pordenonese ha rappresentato un momento di cambiamento, ma anche di mantenimento dei principi solidali che l’hanno fatta nascere, crescere e consolidare. Il nostro obiettivo non è cambiato nel tempo. La numerosa presenza di Soci è la conferma che i valori a cui ci ispiriamo sono condivisi e che il nostro operare è giusto! Si, anche noi abbiamo bisogno di conferme, soprattutto in questo contesto storico dove la “globalizzazione” sta sconvolgendo i rapporti tra le Persone, noi vogliamo ribadire con forza che il cliente è un Individuo, non un utente. È compito di tutti, noi come istituzione finanziaria locale e vostro come Soci Imprenditori, Professionisti, Madri, Padri, Nonni, Giovani, Volontari di questa comunità, consolidare questo legame e lavorare insieme per trasmettere alle future generazioni quei valori che le renderanno responsabili ed in grado di prendere decisioni e fare scelte giuste per sé e per la comunità. Vi è, infatti, una questione di contenuti. Vi è la consapevolezza della responsabilità per questo progetto che garantisce un futuro al mondo cooperativo e quindi alla mutualità nel setto4

re finanziario. In un mondo dove la finanza pare essere sempre più fine a se stessa, è cosa buona mantenere e garantire un modello etico e mutualistico che Bcc Pordenonese ben incarna e continuerà a farlo. Che cosa ci guida è ben espresso nell’articolo 2 dello statuto: «Nell’esercizio della sua attività, la società si ispira ai principi dell’insegnamento sociale cristiano e ai principi cooperativi della mutualità senza fini di speculazione privata (...) promuovendo lo sviluppo della cooperazione, l’educazione al risparmio e alla previdenza, nonché la coesione sociale e la crescita responsabile e sostenibile del territorio nel quale opera». Non è un caso, dunque, che tra gli articoli dello statuto di cui si è proposta modifica in assemblea, non vi sia stato il secondo che è l’espressione di una decisa scelta e volontà di conservare le finalità mutualistiche e di sostegno e promozione della crescita sociale e culturale, oltre che economica, delle comunità dove la Banca opera. Questa è stata la forza delle Casse Rurali prima e di Bcc Pordenonese ieri, oggi e domani. Grazie, cari Soci, per aver contribuito, con il Vostro voto unanime a dare una forte spinta e slancio al progetto della Banca di Credito Cooperativo Pordenonese, Banca locale attenta al territorio ed a coloro che vi abitano.


Gianfranco Pilosio / Direttore Generale

Fare Banca verso il futuro Caro Socio, Gentile Cliente, La nostra Banca, anche quest’anno ha fatto la sua parte al fianco delle famiglie, delle imprese, delle istituzioni, dei giovani e dell’associazionismo. Con l’apertura delle due nuove filiali a Jesolo e Portogruaro abbiamo ampliato la presenza nel Veneto Orientale assicurando al territorio i servizi e il sostegno di una banca locale. Abbiamo promosso numerosi convegni nei territori, come ad esempio “Evoluzione normativa nel mercato del credito, sinergia tra banca, consulenti e imprese” per far comprendere le nuove regole con cui tutti dovremo rapportarci e i momenti formativi in tema di previdenza complementare volti a far prendere consapevolezza che è bene pensare già oggi al proprio futuro, prima che sia troppo tardi. Nell’ottica di migliorare ed ampliare le relazioni con la clientela abbiamo investito nelle nuove tecnologie, recependo anche le esigenze della clientela più evoluta mettendo a disposizione servizi come Satispay, Ventis, Apple Pay, Samsung Pay, e il neonato Google Pay, ed assicurando, nel contempo, un alto standard qualitativo nei canali tradizionali, nel rispetto delle esigenze di tutti gli interlocutori.

Abbiamo consolidato la Partnership con Pordenone Fiere, con il sostegno a “Punto d’Incontro” presentando i servizi offerti da Taskhunters, giovane e talentuosa StartUp, la cui missione è connettere gli studenti con il mondo del lavoro e viceversa, e partecipando, assieme al Gruppo bancario Iccrea e a tutte le BCC del Friuli Venezia Giulia, del Veneto e quattro Bcc Emiliano Romagnole (pre aderenti al progetto di costituzione del futuro Gruppo Bancario Cooperativo di Iccrea), al Salone internazionale RIVE, la Rassegna Internazionale di Viticoltura ed Enologia, settore sempre più trainante e strategico del Nord Est. Sono davvero numerose le iniziative intraprese nell’anno che sta per concludersi che hanno portato valore nelle nostre comunità e vi posso assicurare che con la Vostra fiducia ed il Vostro sostegno proseguiremo ancora più determinati in questo senso, soprattutto oggi che ci stiamo apprestando a far parte di un grande Gruppo. È con questo spirito che mi accingo, a nome anche di tutti i collaboratori, a formulare a Voi Soci e ai Vostri Cari i miei sinceri auguri di liete festività.

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Leonardo Rubattu Direttore generale di Iccrea Banca

Reinventare la prossimità, senza tradirla La Legge 49/2016 e le successive modifiche, la cosiddetta Riforma del Credito Cooperativo, ha comportato l’adesione di un grande numero di BCC al Gruppo bancario Cooperativo Iccrea. Si tratta indubbiamente di un passaggio epocale nella lunga storia del Credito Cooperativo che arriva a conclusione di un iter normativo complesso ed impegnativo. Molto, in questi ultimi mesi, è stato scritto e dibattuto sulle conseguenze pratiche che la nascita del Gruppo bancario Cooperativo comporterà per la Banca di Credito Cooperativo e anche sui motivi che hanno spinto il Legislatore ad emanare questa Riforma. Ma l’aspetto che mi preme qui sottolineare, alla vigilia dell’avvio operativo del Gruppo bancario Cooperativo Iccrea, è soprattutto quello del nuovo scenario di mercato con cui tutte le banche oggi sono costrette a misurarsi. La Riforma trova le sue ragioni più profonde proprio in una serie di discontinuità che hanno profondamente modificato l’ecosistema tradizionale del mercato bancario. Discontinuità normative (soprattutto provenienti dal legislatore europeo), tecnologiche - e con riferimento al profilo della clientela anche demografiche! - stanno profondamente cambiando la fisionomia del mercato bancario tradizionale: assistiamo oggi ad una crescita esponenziale di nuovi operatori che, utilizzando la tecnologia e il nuovo contesto normativo, contribuiscono a modificare il modello tradizionale di erogazione dei servizi e dei prodotti finanziari, dei sistemi di pagamento. Determinando un mutamento radicale del rapporto tra la banca e i propri clienti: inviare denaro via chat, applicazioni 6

del nostro smart phone che gestiscono le finanze accedendo ai conti bancari e alle carte di credito, un’ampia scelta rispetto alle modalità di pagamento online, solo per citare qualche esempio. Credo si debba partire da queste semplici constatazioni per comprendere l’importanza e il valore che la costituzione del Gruppo bancario Cooperativo rivestano per la BCC: il Gruppo è uno strumento, una leva essenziale per consentire alla banca locale di continuare nella sua missione di sostegno e sviluppo del territorio. In un mondo in cui i concetti stessi di “territorio” e di “prossimità” vanno evolvendosi giorno dopo giorno, se pensiamo ad esempio alla diffusione inarrestabile del commercio on line, sia dal lato della domanda che da quello dell’offerta. Quale piccolo artigiano, quale impresa famigliare che gestisce un’eccellenza enogastronomica o di design (ebbene sì, l’ossatura della clientela della BCC!) può pensare di rinunciare al canale web per vendere i propri prodotti? Gli investimenti che il Gruppo Iccrea ha effettuato sul portale di vendite on line Ventis e la partecipazione importante al capitale della App Satispay nel campo dei servizi di pagamento innovativi vanno interpretati proprio in questa direzione.

Ecco l’importanza di un Gruppo bancario Cooperativo che, consolidando il patrimonio del Credito Cooperativo distribuito su tutto il territorio italiano, si mette al servizio della BCC per accompagnarla nel suo percorso di crescita ed adeguamento al nuovo contesto di mercato che ho fin qui cercato di sintetizzare. E’ davvero difficile pensare di poter competere oggi con i grandi gruppi bancari nazionali ed internazionali, di intercettare i nuovi bisogni della nostra clientela attuale e potenziale, senza realizzare quelle economie essenziali a poter effettuare investimenti economici e di know how. Il Gruppo bancario Cooperativo Iccrea è nato anche ma soprattutto per questo: promuovere e consolidare la crescita e la trasformazione della BCC per competere nel nuovo contesto di mercato. Assecondandone la sua vocazione unica di banca locale e di prossimità. Il nostro Gruppo consolida più di 4 milioni di clienti, è il terzo gruppo bancario per sportelli (2.647 in tutta Italia), una raccolta diretta di 102 miliardi di euro, una base di 750.000 soci. Insomma, abbiamo tutto quello che ci serve per conseguire i nostri obiettivi e nonostante ciò saremo chiamati a fare di più. Per diventare, tutti insieme, la Prima Banca Locale del Paese. Auguri a tutti noi!



bcc soci

Emanuela Loisotto

Partecipazione record al Teatro Verdi di Pordenone

6 dicembre

Assemblea Soci Bcc Pordenonese: approvata adesione al Gruppo Iccrea

2018

1500 nuovi clienti

Eccezionale partecipazione all’Assemblea ordinaria e straordinaria dei Soci della Bcc Pordenonese il 6 dicembre 2018 al Teatro Verdi di Pordenone. “Quasi 1800 Soci hanno voluto esprimere la propria adesione al Gruppo bancario Cooperativo Iccrea, testimoniando, al contempo, il solido legame e il forte attaccamento alla propria Cooperativa di Credito nonchè la fiducia nell’operato del Consiglio di Amministrazione in carica” ha dichiarato con soddisfazione il Presidente Walter Lorenzon. 8

Risultato davvero notevole, anche per la massiccia presenza di nuovi Soci provenienti dalle comunità del Veneto Orientale, segno che la Pordenonese ha saputo farsi apprezzare anche oltre i confini regionali ed è percepita come Banca di riferimento in tutto il territorio, quasi 70 comuni, in cui opera con 35 filiali e 213 collaboratori.

Nella parte straordinaria, l’assemblea ha deliberato la modifica dello statuto della BCC, al fine di consentire alla Banca di aderire al Gruppo Bancario Cooperativo Iccrea. Un atto, questo, propedeutico a tale scelta di adesione, in base a quanto stabilito dalla legge 49/2016 di riforma del Credito Cooperativo e dalle sue successive modifiche.


La delibera proposta dal CdA è stata adottata con il favore della maggioranza dei Soci intervenuti. Il voto dell’Assemblea rappresenta senza dubbio un atto storico per la BCC e per lo sviluppo delle sue attività a beneficio dei soci e del territorio. Contestualmente, si conclude un'altra tappa della Riforma iniziata nel 2015, che ha coinvolto il Credito Cooperativo in un percorso di rinnovamento, preservando al contempo la storia ed i tratti caratteristici della mutualità bancaria cooperativa. “I Soci hanno compreso come la riforma proietti la nostra Bcc nel futuro permettendole di raggiungere, pur nella sua autonomia, modelli di organizzazione, di servizio e struttura dei costi, tipici di una grande banca, senza rinunciare al carattere mutualistico che, da sempre, contraddistingue il suo agire a vantaggio delle nostre comunità” ha concluso Lorenzon. Il Direttore Generale Gianfranco Pilosio, ha sottolineato che “la Bcc Pordenonese si presenta al nuovo Gruppo con tutti indicatori positivi tali da garantirci anche per il prossimo futuro autonomia e libertà d’azione con capacità competitive amplificate, grazie all’adesione al costituendo Gruppo che si appresta ad essere

la prima banca locale del Paese. Grande è la soddisfazione per la massiccia partecipazione all’odierna Assemblea che testimonia l’attaccamento dei Soci alla nostra Cooperativa di Credito, attaccamento confermato anche dagli straordinari risultati conseguiti nell’anno, tra cui spicca la crescita record dei conti correnti, oltre 1500 nuovi clienti, miglior traguardo mai raggiunto nella storia della Bcc”. Anche la location scelta per l’Assemblea non è casuale. Il Verdi è anche la sede di riferimento dei percorsi teatrali sviluppati per le giovani generazioni, decine di migliaia di studenti del territorio, progetti implementati in questi anni grazie al sostegno della Pordenonese, ovvero la Banca di Credito Cooperativo di riferimento della città. Un modo concreto per valorizzare il teatro come motore di crescita e formazione sui temi sociali di stretta attualità, ma anche una dimostrazione tangibile di vicinanza alle famiglie fruitrici della programmazione del Verdi: grazie al contributo della BCC Pordenone, infatti, i costi dei biglietti possono essere contenuti e la programmazione si arricchisce degli incontri pre e post spettacolo con i protagonisti degli eventi in cartellone.

Il Direttore Generale Gianfranco Pilosio e il Presidente Walter Lorenzon, hanno ringraziato le autorità intervenute con messaggio di vicinanza come il Presidente dell'Unione Cooperative di Pordenone Luigi Piccoli ed il Sindaco di Pordenone Alessandro Ciriani per le belle parole espresse sottolineando il ruolo di partner di riferimento locale svolto in questi anni dalla Bcc Pordenonese, sempre pronta a cooperare a fianco delle istituzioni sostenendo lo sviluppo sociale e culturale, oltre che economico dei territori, con discrezione, serietà ed affidabilità. Il costituendo Gruppo bancario Cooperativo Iccrea prende dunque forma e potrà contare sull’adesione di 142 BCC, che operano su 1738 comuni con una rete di 2647 filiali. Sarà fondato su una solida base sociale di 750.000 soci con più di quattro milioni di clienti con uno patrimonio netto di 11,5 miliardi di euro, un attivo di 148 miliardi, impieghi lordi per 93,3 miliardi e una raccolta diretta per 102,4 miliardi. Con questi numeri e per il numero di BCC coinvolte, il Gruppo bancario Cooperativo Iccrea si avvia a diventare a tutti gli effetti la prima banca locale del Paese.

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bcc soci

Didier Regini

La Fondazione Bcc Pordenonese rinnova le cariche: riconfermato Giancarlo Zanchetta alla Presidenza Dopo il secondo triennio di vita la Fondazione BCC Pordenonese ha provveduto alla fine di ottobre al rinnovo dei propri organi operativi come previsto dallo statuto. Il primo passo è stato la nomina dei venti componenti l’Organo di Indirizzo da parte del socio fondatore Bcc Pordenonese e la successiva scelta, per cooptazione, dei membri rappresentanti la ex Provincia di Pordenone, il Comune di Pordenone, il Comune di Azzano Decimo, il Comune di Pravisdomini e il Comune di San Quirino. Si è proceduto poi al rinnovo del Consiglio di Amministrazione e del Collegio Sindacale. Il Consiglio di Amministrazione è risultato così composto: Caretta Giovanni Umberto, De Carlo Giancarlo, Fantin Pietro, Verona Mauro, Zanchetta Giancarlo, consiglieri uscenti riconfermati e da Brugnera Loriano e Rossi Paolo, consiglieri neoeletti. La prima azione del nuo-

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vo Consiglio è stata la nomina del Presidente e del suo Vice e sono risultati confermati per il terzo mandato consecutivo, l’instancabile Giancarlo Zanchetta alla presidenza e Mauro Verona alla vice presidenza. Riconfermato da parte dell’Organo di Indirizzo anche il Collegio Sindacale con Stefano Zigante alla presidenza e Fabio Favaro e Valerio Pellegrini sindaci effettivi. L’Organo di indirizzo dopo la scelta dei componenti cooptati e la reintegrazione da parte della Bcc Pordenonese dei sette eletti in C.d.A. risulta così composto: Amadio Giuseppe, Ambrosio Marinella, Bernardi Emilia, Biasutti Erika, Bolzon Graziano, Bortolin Vittorio, Ca-

sonatto Moira, Cigana Bruno, Colo' Vittorina, Furlanetto Sara, Manassero Mauro, Manias Raffaella, Maraston Flavia, Moro Alessandro, Padovan Valentina, Pezzutto Stefano, Rambaldini Paolo Loris, Roman Pietro, Ros Gianfranco, Sacilotto Lauro, Santini Isabella Antonia, Schiava Gianfranco, Scian Lucio, Zanchetta Giacinto, Zanol Elisa Da sottolineare che tutti i componenti del Consiglio di Amministrazione, del Collegio Sindacale e dell’Organo di indirizzo della Fondazione Bcc Pordenonese hanno espresso la volontà di rinunciare a qualsiasi gettone di presenza e di prestare la propria opera gratuitamente. A tutti loro va un plauso e un augurio di buon lavoro a vantaggio della collettività.


Cristina De Trane Csv Fvg

Bcc Pordenonese e la sua Fondazione fanno squadra per il sociale …

Lunedì 20 agosto u.s. al rientro dalle ferie estive i dipendenti del CSV FVG hanno trovato una brutta sorpresa, la sede regionale dell’Ente sita in Villa Carinzia a Pordenone è stata dichiarata inagibile a causa allagamento a seguito di una rottura del rubinetto del bagno dei disabili del terzo piano. L'inagibilità improvvisa della sede pordenonese del CSV FVG ha compromesso così l'intera attività a livello regionale, dal momento che a Pordenone è collocata la sede legale dell'ente, con tutti gli uffici amministrativi e direzionali cui fanno capo le altre sedi distribuite tra Udine, Gorizia e Trieste. Come CSV FVG ci siamo attivati prontamente scrivendo al presidente della Fondazione Bcc Pordenonese Giancarlo Zanchetta, rappresentando l’urgenza di trovare un'alternativa provvisoria che potesse ospitare gli uffici del CSV FVG e chiedendo se, presso gli uffici di Azzano Decimo, già sede del nostro sportello territoriale, fosse possibile ospitare momentaneamente alcuni dipendenti della sede di Pordenone. In tempo reale il presidente Zanchetta, capita l’emergenza si è subito attivato coinvolgendo il presidente della BCC

Pordenonese Walter Lorenzon e il Direttore Generale Gianfranco Pilosio per trovare celermente una soluzione ponte, in modo da garantire la continuità dei servizi al mondo del Terzo Settore. Soluzione che è giusta, la sera stessa, con la proposta degli uffici siti presso la prestigiosa sede della banca in via Mazzini, in pieno centro città. Il CSV FVG non può che ringraziare sentitamente la BCC Pordenonese e la sua Fondazione, per questa ennesima prova che testimonia il saper fare squadra, concretamente, per il sociale.

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bcc soci

Presidente Giancarlo Zanchetta Vice Presidente Mauro Verona

Fondazione BCC Pordenonese AZZANO DECIMO

Via Don Bosco, 2 - Tel. 0434-640160 Segreteria 0434 636285 info@fondazionebccpn.it www.fondazionebccpn.it

Fondazione BCC Pordenonese La Fondazione Bcc Pordenonese, di cui Bcc Pordenonese è Socio Fondatore, dal 2012, anno della sua costituzione, persegue il miglioramento delle condizioni morali, culturali, psicofisiche, ambientali ed economiche delle persone appartenenti alle comunità locali attraverso il sostegno di importanti iniziative aventi riferimento ai seguenti 4 macro settori. SALUTE ED ASSISTENZA La Fondazione BCC Pordenonese e tutte le associazioni di volontariato coordinate dalla San Pietro Apostolo operano quotidianamente nei trasporti verso le strutture ospedaliere, centri sociali e di aggregazione di tante persone anziane, ammalate e in stato di bisogno. Ben 32 automezzi, quasi tutti attrezzati per il trasporto di carrozzine, di proprietà della stessa fondazione e un esercito di 300 volontari sono a disposizione ogni giorno per questi servizi. I trasporti a favore delle persone che devono raggiungere strutture ospedaliere e riabilitative è garantito in 13 comuni del Pordenonese e sono gestiti dalle operatrici, dipendenti della Fondazione Bccpn, in 3 call center ubicati a Sacile, Azzano Decimo e Cordenons; Vuole essere attenta alle esigenze del territorio in campo medico soprattutto verso le categorie più deboli e a questo proposito ha finanziato e finanzia l’apertura del nuovo Studio Medico Sociale a Pordenone. In collaborazione con il Comune di Pordenone, l’Associazione S. Pietro Apostolo e l’Ordine dei Medici ha avviato questa nuova iniziativa di assistenza alle classi più deboli e spera che quanto prima possa ampliarsi ad un territorio ben più vasto. Partecipa all’acquisto di attrezzatture mediche sempre più all’avanguardia per i centri ospedalieri territoriali, sostiene la Ricerca e opera nelle comunità locali, in collaborazione con gli Amici del Cuore di Motta di L. e Pordenone, promuovendo la prevenzione cardiaca e non solo. ISTRUZIONE E FORMAZIONE La Fondazione BCC Pordenonese ha il dovere morale di pensare al domani e per fare questo rivolge grande attenzione al mondo giovanile finanziando progetti che aiutino i ragazzi a scoprire i propri talenti e a metterli al servizio delle nostre comunità. Molti i progetti avviati nelle scuole di ogni ordine e grado del territorio in collaborazione con il Consultorio Familiare Noncello Onlus sulla resilienza e l’apertura di numerosi sportelli psicologici in diversi Istituti delle medie superiori del pordenonese per aiutare i giovani ad affrontare eventuali problematiche e soprattutto per prevenirle. Dal 2018 in collaborazione con il Centro Culturale Zanussi di Pordenone e in seguito ad una donazione privata ha indetto un concorso musicale con borsa di studio annuale per giovani musicisti del territorio della diocesi di Concordia-Pordenone. 12

NUOVE POVERTÀ ALIMENTARI E SOCIALI Le difficoltà economiche del territorio hanno fatto emergere una situazione sempre più accentuata di disagio sociale. La Fondazione Bccpn oltre al sostegno economico per tutti i km percorsi nel progetto C.S.A. (Centro Solidarietà Alimentare), coordinato da alcuni operatori dell'Ambito Distrettuale 6.3 e dai rappresentanti di sette Caritas locali, Ass. La Soglia e San Vincenzo De Paoli per organizzare con i propri automezzi la distribuzione di borse alimentari a famiglie segnalate dai servizi sociali, ha offerto sostenendone le spese, il trasporto ogni mese delle derrate alimentari dal Banco Alimentare di Pasian di Prato ad Azzano Decimo. La Fondazione poi ha dato la propria disponibilità economica per sostenere un analogo progetto avviato nell'Ambito Sacilese. SOLIDARIETÀ INTERNAZIONALE In questi anni la Fondazione Bccpn ha rivolto il proprio sguardo verso situazioni internazionali, di povertà estrema, devolvendo il ricavato della tradizionale “cena del porsel” promossa in stretta collaborazione con la Banca di Credito Coop. Pordenonese. Al progetto promosso dalla Diocesi di Concordia/Pordenone con la missione di Chipene in Mozambico, dove operano don Lorenzo Barro e don Loris Vignandel, sacerdoti diocesani, che direttamente in loco potranno usufruire delle risorse che gli verranno inviate. In Sierra Leone con una stretta collaborazione con l’associazione “Around Us Onlus” di Monastier, legata alla Casa di cura Giovanni XXIII, e con i medici del Cuamm che operano costantemente in questo paese africano. In Guinea Bissau per la costruzione di una mensa attraverso il gruppo missionario della parrocchia San Pietro di Sclavons-Cordenons. Per la costruzione di una scuola in Tanzania attraverso l’associazione We Edu Care onlus di Pasiano di Pordenone. Alla missione dei Padri Onorini per un seminario in Mozambico. In Kenia nelle missioni di Mugunda e Sirima dove operano da tanti anni i sacerdoti diocesani don Romano Filippi e don Elvino Ortolan. Tutti questi progetti di solidarietà hanno sostituito il progetto “Codesarollo” per la microfinanza campesina in Ecuador che per ben 10 anni ha ricevuto il ricavato dell’iniziativa e che ora è autosufficiente ed è in grado di gestirsi da solo con molta soddisfazione di chi ha lavorato per la realizzazione di questo sogno. La Bcc Pordenonese e la sua Fondazione credono molto nei progetti che vengono realizzati nei paesi dove la gente molto meno fortunata vive e cresce.


Presidente Giuseppe Bertolo Vice Presidente Paolo Loris Rambaldini

San Pietro Apostolo Onlus

AZZANO DECIMO

Via Don Bosco, 2 Tel. 0434-640160 info@associazionesanpietro.it

San Pietro Apostolo Onlus L’Associazione San Pietro Apostolo Onlus da oltre 20 anni è il braccio operativo nel sociale della Bcc Pordenonese, svolge sul territorio un’attività multiforme e complessa che la vede impegnata, in sinergia e collaborazione con la Fondazione BCC Pordenonese, principalmente nei seguenti ambiti: Il coordinamento delle Associazioni di volontariato aderenti al C.U.P.T.A. – Centro Unico Prenotazioni Trasporti Assistenziali, la cui gestione operativa è affidata al personale dipendente della Fondazione Bcc Pordenonese. Il Servizio di trasporto a favore delle persone che devono raggiungere strutture ospedaliere e riabilitative è garantito in 13 comuni della Provincia con l’impiego di circa 300 volontari fra autisti o accompagnatori. Il parco automezzi è composto da 32 automezzi messi a disposizione dalla Fondazione BCC Pordenonese, appositamente attrezzati per trasporto disabili che sono gestiti da 3 call center ubicati a Sacile, Azzano Decimo e Cordenons. Gli sportelli per gli Amministratori di Sostegno di cui 1 per l’Ambito Distrettuale Sud 6.3 Azzano Decimo e 3 operativi a Sacile, Vigonovo e Aviano per l’Ambito Distrettuale 6.1. Questi ultimi in collaborazione con le Associazioni A.I.T.Sa.M, Nuovo Paradigma e Insieme per la Solidarietà, operano in rete anche con le altre associazioni di Amministratori di Sostegno attraverso un coordinamento e confronto continuo con i Giudici Tutelari, la Cancelleria del Tribunale e con i dipartimenti Salute Mentale e Dipendenze dell’AAS5. Informazioni e contatti sul sito del Tribunale di Pordenone. Lo Studio Medico Solidale avviato in forma sperimentale nel 2017, nell’esigenza di intercettare il bisogno di categorie di cittadini più in difficoltà o fragilità diverse, la Fondazione Banca di Credito Cooperativo Pordenonese ha inteso avviare un progetto in rete tra soggetti pubblici e del privato sociale al fine di dare una risposta a questo tipo di interventi, attraverso l’attivazione di uno Studio Medico Solidale che potesse rispondere, con interventi diagnostici a basso impatto sanitario e consulti medici specializzati finalizzati alla cura e soprattutto alla prevenzione. Il progetto è realizzato da medici professionisti volontari dell’Associazione San Pietro Apostolo che hanno dato la loro disponibilità per svolgere gratuitamente questo servizio. Le attività di animazione, trasporto e cura degli anziani presso le Case di Riposo di Azzano Decimo, Castions, Cordenons e Aviano è garantita da 92 volontari, prevalentemente impegnati in attività di animazione, ministri della comunione, musicisti e Amministratori Sostegno;

Il servizio di consulenza e supporto alle Associazioni di volontariato attraverso lo Sportello territoriale del C.S.V. – Centro Servizi Volontariato, alle associazioni del Terzo Settore per la loro costituzione, revisione statutaria, gestione organizzativa e sviluppo di progetti in rete, oltre alla fornitura di materiali stampati divulgativi o promozionali. Il progetto “Oltre i vetri, nonni in casa” attivo da alcuni anni nel Comune di Fiume Veneto si rivolge agli anziani che soffrono e/o vivono la solitudine offrendo loro un valido contributo, grazie all'aiuto dei volontari, nel rendere migliore e meno difficile la loro vita, recuperando le competenze ed esperienze e per accrescere il loro status sociale. La centrale di solidarietà alimentare. Azioni di contrasto della povertà nel territorio nell’Ambito Distrettuale Sud 6.3. Un progetto realizzato in collaborazione con le Caritas parrocchiali, l’Associazione San Vincenzo De Paoli e l’Associazione Sulla Soglia, il supporto della Fondazione BCC Pordenonese, il Comune di Azzano Decimo e il servizio sociale dei Comuni dell’Ambito Distrettuale Sud 6.3. A Sacile, svolge analoga attività con l’Associazione Sacile Solidale. La San Pietro Apostolo coordina 10 associazioni di volontariato, ovvero l’Avan di Azzano Decimo, Guida Solidale a Fiume Veneto, il Cordon di Zoppola, Prata Solidale, Anteas Pordenone, Anteas Cordenons, Aviano Solidale, Budoia Solidale, Brugnera Solidale, Sacile Solidale. Inoltre, sono state attivate collaborazioni con la Fondazione Biasotto di Prata, Pasiano Solidale, l’Aitsam e Nuovo Paradigma di Pordenone, Insieme per la Solidarietà di San Vito al Tagliamento. Tutte le attività sono svolte da propri volontari o dai volontari appartenenti alle Associazioni presenti in ogni singolo comune integrandosi a vicenda e ottimizzando percorsi, servizi e risorse disponibili. Il nostro GRAZIE, va a tutti i volontari che quotidianamente, offrono il loro prezioso e concreto supporto alle persone in stato di disagio e bisognose di aiuto, delle nostre Comunità. 13


bcc soci

Fondazione Bcc Pordenonese e Associazione San Pietro Apostolo Onlus Sabato 17 novembre, nella grande sala degli Alpini della sezione di Fiume Veneto, si sono ritrovate quasi 400 persone per la consueta Cena annuale DEI VOLONTARI. Gli ospiti sono stati accolti dal presidente della Fondazione Bcc Pordenonese Giancarlo Zanchetta e dal presidente della Associazione San Pietro Apostolo Onlus, Giuseppe Bertolo. Numerose le Associazioni di volontariato presenti con i propri associati che prestano la propria opera in diversi comuni delle UTI di Azzano Decimo e Sacile, nel comune di Cordenons, nel comune di Pordenone e per alcune realtà associative in tutto il territorio pordenonese e anche nel vicino Veneto. I volontari di queste Associazioni sono stati chiamati per gruppi di appartenenza per una foto ricordo e la Fondazione Bcc Pordenonese ha voluto esprimere a ciascuno di loro il proprio GRAZIE per l’opera svolta ogni giorno nei più svariati servizi; le Associazioni presenti aderenti al C.U.P.T.A. (Centro unico prenotazioni trasporti assistenziali): Anteas di Cordenons, Anteas Pordenonese, Avan di Azzano Decimo, Aviano Solidale, Brugnera Solidale, Budoia Solidale, Chions Solidale, Guida Solidale di Fiume Veneto, Il Cordon di Zoppola, Prata Solidale, Sacile Solidale e per ultima l’associazione San Pietro Apostolo di Azzano Decimo presente con i volontari medici degli Studi Medici Solidali di Pordenone, con i volontari operanti in casa di riposo Azzano, nei trasporti e con gli Amministratori di Sostegno. Proprio la San Pietro Apostolo ha il merito di aver lavorato in questi anni e lavorare tuttora per dar vita a questa realtà che, come l’ha definita nel suo intervento il presidente Giuseppe Bertolo, è la più grande rete di solidarietà sociale presente in Fvg. Erano inoltre presenti come ospiti i rappresentanti dell’Associazione Culturale “Il Carneo” di Concordia Sagittaria nuova zona di competenza della BCC Pordenonese e della sua Fondazione. Presenti anche parecchi Amministratori pubblici del territorio interessato da questa rete solidale, sindaci, assessori e consiglieri dei comuni di Aviano, Azzano 14

Decimo, Brugnera, Caneva, Chions, Concordia Sagittaria, Fiume Veneto, Fontanafredda, Pordenone, Pramaggiore, Prata di Pordenone, Sacile, Zoppola oltre al consigliere regionale Christian Vaccher in rappresentanza del presidente Fedriga e dell’Amministrazione Regionale. Negli interventi del Sindaco di Fiume Veneto Jessica Canton, padrone di casa, e del Consigliere Regionale Chiristian Vaccher oltre che complimentarsi con questa rete di associazioni è stato sottolineato come, senza il volontariato il nostro territorio sarebbe molto più povero di servizi ed i nostri comuni in grande difficoltà per rispondere ai numerosi bisogni sociali. Interventi anche del Presidente dell’Ordine dei Medici, Guido Lucchini, e del Vice Sindaco di Pordenone, Eligio Grizzo; proprio da quest’ultimo è stata fatta l’ipotesi di ampliare il servizio degli Studi Medici Solidali a tutto il territorio della provincia Pordenonese, vista la disponibilità dei medici volontari, la bontà del servizio prestato e la disponibilità di tanti volontari per eventuali servizi di trasporto per gli utenti. Non potevano mancare a questo appuntamento i vertici della Bcc Pordenonese con il direttore generale Gianfranco Pilosio e diversi consiglieri, che in questi anni hanno creato, fondato e sostenuto la Fondazione Bcc Pordenonese e l’Associazione San Pietro Apostolo. Da parte del presidente Walter Lorenzon la soddisfazione di aver dato il via a questa realtà solidale, di sostenerla e di concretizzare uno dei principi previsti nella carta dei valori della banca di credito cooperativo, ossia il primato e la centralità della persona, ispirando la propria attività al conseguimento di questo scopo: “banca di persone che lavora per le persone”. Ha concluso la serata il presidente della Fondazione Bcc Pordenonese, Giancarlo Zanchetta, che, dopo aver elencato le varie attività della fondazione stessa, ha presentato un nuovo progetto sociale da realizzarsi nel territorio di Polcenigo con la ristrutturazione di un immobile, ricevuto in donazione dalla fondazione e da destinarsi alle esigenze del territorio e per la cui realizzazione cerca alleanze importanti.


QUANDO IL VOLONTARIATO DIVENTA UNA GRANDE RETE SOLIDALE

Studi Medici Solidali

Associazione Carneo Concordia

Ass. San Pietro Apostolo Onlus

Sacile Solidale

Guida Solidale Fiume Veneto

Anteas Cordenons

Anteas Pordenone

Avan Azzano Decimo

Aviano Solidale

Brugnera Solidale

Budoia Solidale

Il Cordon di Zoppola

Prata Solidale

Volontari Chions

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Giulia Lazzaretto

bcc soci

Lungo la via della seta, viaggio in Uzbekistan Dopo una notte senza sonno, passata tra le nuvole, arriviamo in terra uzbeka: a Khiva, centro storico circondato da mura così spesse da lasciarne fuori la vita reale. La nostra fortuna è quella di alloggiare in un hotel situato appena fuori la porta sud, per raggiungere la quale è necessario attraversare un piccolo quartiere popolare. Una donna anziana siede su un tappeto poggiato sulle scale di cemento che portano alla sua umile abitazione, ci guarda incuriosita, saluta con cenni del capo e della mano. Nel pomeriggio il quartiere si popola di bambini che giocano per strada, gli uomini curano le poche piante che ornano i giardini polverosi. Al tramonto i commercianti rientrano nelle loro case, le strade si svuotano e si apprezza ciò che rimane dell’aura magica di questa antichissima città. Visitiamo l’Ichon-Quala, il primo dei quattro luoghi patrimonio Unesco del Paese e restiamo colpiti dall’incredibile stato di conservazione del sito, frutto di continui e massicci interventi di restauro. La moschea Juma è un luogo in cui il tempo si è fermato. La variazione di luce tra l’esterno e l’interno ci toglie per qualche istante la vista, ma 16

presto lo sguardo si abitua e ciò che appare ai nostri occhi è un ambiente che sa di antico, autentico e sacro. La moschea è illuminata soltanto dalla luce naturale proveniente da due aperture sul tetto, le sue 213 colonne di legno si perdono nell’oscurità e i suoi confini scompaiono nel buio. Le fortezze nel deserto del Karakalpakstan non hanno subito massicci interventi di restauro e i resti sono grandiosi, come il paesaggio desertico che ancora dominano. A noi è lasciata la libertà d’immaginare come potevano essere un tempo. Il pranzo nella yurta è uno dei momenti più belli di tutto il viaggio, il cibo è buonissimo e l’atmosfera rilassata. L’ambiente è meraviglioso, un minuscolo villaggio di yurte ai piedi dei resti dell’antica fortezza di Ayaz Kala, con un gazebo in legno e un’altalena con cui dondolarsi verso l’infinito panorama desertico. Il giorno seguente siamo a Bukhara e la visita al laboratorio di tappeti lascia tutti molto impressionati. Ragazzine giovanissime annodano abilmente le trame dei pregiati tappeti, accovacciate a terra per una paga a cottimo. I resti di un enorme mercato coperto giustificano il grande numero di attività commerciali, c’è parecchio movimento per le strade e ciò conferisce alla città un aspetto vivace. Il nostro hotel si


trova vicino piazza Lyabi-Hauz dove una delle ultime vasche d’acqua della città è luogo di ritrovo e socialità. Il giorno seguente diverse ore di corriera su pessime strade ci separano da Samarcanda. La sosta a Shakhrisabz, seppur breve, vale il viaggio. La città natale di Tamerlano è un luogo molto suggestivo, immerso nel verde, gli alberi secolari all’interno del complesso di Khazrati Imam sono gli unici testimoni dell’imponente crescita architettonica di questo antichissimo centro. Dirigendoci verso Samarcanda un problema al motore ci permette di scendere dalla corriera e incrociare un pastore di rientro dal pascolo con le sue pecore. Il suo sguardo è diverso da quelli incrociati all’interno delle città e ci fa comprendere quanto sia dura la vita nel deserto. Il lussuoso albergo dove alloggiamo fa a pugni con le immagini dei villaggi che ancora si rincorrono nella mia mente. Lo spettacolo mozzafiato di piazza Registan ci lascia a bocca aperta. Il vero luogo magico della città è tuttavia lo Shah-i-Zinda, il complesso di mausolei circondato da un enorme cimitero. Peccato non averlo visto nel suo aspetto originario, anche qui infatti un aggressivo restauro ha comportato la sostituzione della maggior parte delle maioliche e la ricostruzione

di alcuni monumenti. Il bazar Siob, un enorme mercato alimentare dove abbiamo l’occasione di camminare e interagire con la comunità locale. A questo punto del viaggio, infatti, la mancanza di contatto con la gente comune si fa sentire. Approfittando di un po’ di tempo libero concessoci da Utkir, la nostra guida, per visitare il mausoleo di Gur-e-Amir, mi intrufolo assieme ad alcuni compagni di viaggio in un’apertura nel muro eretto attorno al mausoleo in epoca sovietica per nascondere il quartiere popolare retrostante. Non avrei potuto fare una scelta migliore! Finalmente cammino nei vicoli della vera, antica Samarcanda, dove le case sono semplici e la gente estremamente ospitale. Alcuni bambini si rincorrono per strada, in un cortile alcuni uomini giocano a scacchi mentre uno cucina il pane, ci invitano ad entrare. Le donne invece escono, ci vengono incontro, si fanno fotografare e scambiano con noi qualche parola in russo. È bellissimo! Questo viaggio mi ha permesso di conoscere una piccola parte di quella realtà che in città si tenta di nascondere con dei muri, o che, come a Tashkent, si demolisce per erigere nuovi palazzi. Questi aspetti controversi possono essere letti in molti modi diversi. Il turista osserva da una posizione privilegiata, in quanto si trova all’esterno dei “meccanismi” socio-culturali che muovono le comunità che vivono il territorio. Allo stesso tempo egli possiede un background culturale diverso e dunque un differente metro di giudizio. Il viaggiatore colto è colui che si sposta non solo fisicamente, che riesce ad entrare in una nuova cornice culturale, mettere in discussione e cambiare il proprio punto di vista tentando di comprendere gli aspetti che più si allontanano dal proprio modo di pensare. 17


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In viaggio con i Soci Itinerari culturali e viaggi proposti per l’anno 2019 11 GENNAIO 2019

Padova, Palazzo Zabarella Gauguin e gli Impressionisti Capolavori di Cézanne, Degas, Gauguin, Manet, Monet, Berthe Morisot, Renoir, Matisse, dalla Collezione Ordrupgaard, Copenaghen. Visita guidata.

Elliot Erwitt: I cani sono come gli umani, solo con più capelli

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Un percorso espositivo originale “dal punto di vista dei cani” che spazia dagli anni cinquanta fino ai nostri giorni che documenta la profondità e l’acutezza del lavoro fotografico del fotografo Erwitt, accompagnati dal curatore Marco Minuz.

Treviso, Casa dei Carraresi Da Tiziano a Van Dyck: il volto del 500 I dipinti selezionati propongono un affascinante percorso che dal Rinascimento giunge al Manierismo fino a lambire i confini del Barocco, emozioni per rivivere il fascino del ‘500. Visita guidata.

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Dal 1 al 5 MAGGIO 2019 L'incanto di Matera e le Armonie e i Sapori del Salento Un viaggio alla scoperta della Capitale Europea della Cultura 2019, suggestiva cittĂ scavata e vissuta nella roccia, e del Barocco Leccese. Armonie e Sapori di un'area mediterranea tra folklore musicale e cucina internazionale.

Dal 6 al 9 GIUGNO 2019 Mostar e Sarajevo, tra le pagine della Storia Contemporanea

Dal 28 LUGLIO al 5 AGOSTO 2019

Gioielli dei Balcani, dove Oriente e Occidente s'incontrano, in una combinazione di storia, paesaggi e profili di umane relazioni, che rendono un viaggio un libro aperto sulla storia delle vicissitudini dell'Europa del '900.

La meravigliosa Scozia: tra highlands, laghi, castelli e leggende Un crescendo di spettacoli incantevoli e suggestivi per un itinerario alla scoperta delle Highlands, le Alte Terre Scozzesi, gli splendidi paesaggi costieri delle Isole Orcadi e le affascinanti cittĂ di Glasgow ed Edimburgo piene di storia e tradizioni.

Gerusalemme e Petra, tra Israele e Giordania

Dove il Medioriente, culla delle tre grandi religioni monoteistiche, ci incanta con la storia, l'arte e la spiritualitĂ . Luoghi d'origine dei grandi moti di pensiero del mondo contemporaneo.

Dal 28 SETTEMBRE al 5 OTTOBRE 2019 19


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Raffaella Lovisa

BCC Pordenonese dà Voce al Talento

Una serata dai forti contenuti etici e sociali quella promossa dalla BCC Pordenonese, sabato 27 ottobre, nelle sale del PAFF Palazzo del Fumetto a Villa Galvani in Pordenone, gremite in ogni ordine di posti. Protagonisti gli atleti paralimpici di fama mondiale, Francesca Porcellato, Beatrice Cal, Paolo Mestroni, Michele Pittacolo, che hanno portato le loro testimonianze di donne e uomini e di campionesse e campioni nello sport, in collaborazione con l’Associazione “Basket e non solo”, rappresentata dalla Presidente Paola Zelanda. Sono intervenuti i rappresentanti della BCC Pordenonese, il Presidente Walter Lorenzon, il Vice Presidente Vicario Mauro Verona, il Presidente della Fondazione BCC Pordenonese Giancarlo Zanchetta, il Direttore Generale Gianfranco Pilosio, la portavoce della Consulta dei Giovani Soci Elisa Zanol e lo studente Nicolò Lisetto che ha illustrato il Progetto Taskhunters promosso dalla BCC Pordenonese in esclusiva in FVG e Veneto Orientale per connettere gli studenti con il mondo del lavoro. Si sono poi alternate autorità istituzionali e dell’associazionismo, nonché i dirigenti delle scuole del territorio Carla Bianchi, Daniele Dazzan, Alessandro Basso, con la conduzione del giornalista Stefano Boscariol, per la consegna di diciotto Premi allo Studio destinati agli studenti meritevoli Soci e figli di Soci della BCC diplomatisi nell’A.S. 2017-2018:

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Chiara Cervesato, Giacomo Cozzi, Marco Di Donè, Rossella Facchin, Valentina Garbin, Niccolò Gianotto, Paolo Innocente, Marcello Maranzan, Mattia Migliorini, Lisa Mortati, Giacomo Ravagnolo, Brando Reini, Mattia Salvador, Filippo Savi, Lisa Varaschin, Alissa Vendrame, Andrea Viel, Alberto Zigante. Nel corso di 13 anni consecutivi la BCC Pordenonese ha erogato 283 borse di studio per complessivi euro 141.500,00. I presenti hanno apprezzato gli interventi musicali dei Maestri fisarmonicisti, Maurizio De Luca e Martina Spollero, dell’Associazione Culturale Farandola rappresentata dalla Presidente Valentina Gerometta. Tanti gli ingredienti di questo evento, gli spunti di riflessione, i valori trasmessi dalle testimonianze, da ricordare, rielaborare, tenere presente di fronte alle difficoltà della vita e nello slancio al perseguimento dei propri sogni e passioni. Una serata in cui sono stati messi in luce i Valori e i Talenti che nutrono le persone e fanno crescere le comunità nella responsabilità, nell’etica e nel rispetto e valorizzazione delle unicità.



BCC giovani

Convenzione per le giovani start-up con

A Pordenone c’è un luogo dove gli innovatori si incontrano per rivoluzionare e cambiare il mondo. Questo luogo si chiama Talent Garden Pordenone. Talent Garden Pordenone è un campus dal design unico, basterà una visita per capire che ci si trova all’interno di uno spazio dedicato al coworking, dal carattere unico. Gli spazi sono progettati per accrescere la creatività, tutto è studiato nei minimi dettagli, dal servizio di reception, al phone boot dove poter fare le telefonate private senza disturbare gli altri professionisti. Lo spazio è dotato anche di una meeting room, perfetta per accogliere i clienti, o organizzare riunioni con i collaboratori. Un ambiente di lavoro professionale ed informale allo stesso tempo. Un luogo di aggregazione dedicato ai professionisti del digitale, a cinque minuti a piedi dalla stazione e vicino al parco Galvani.

Se volete ricevere maggiori informazioni o siete interessati a visitare gli spazi, questi i nostri contatti: Sito Web: pordenone.talentgarden.org Telefono: 0434 16 96 852

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Team Talent Garden Pordenone

I professionisti possono scegliere se avere una propria scrivania o un ufficio riservato; ideale per far crescere le proprie idee, lavorare e ampliare il proprio business. Ogni giorno freelance, creativi, imprenditori e startup lavorano, si contaminano e creano nuove connessioni e crescono professionalmente in un ambiente dal design unico e interamente dedicato all’innovazione e al digitale. Talent Garden Pordenone fa parte di una rete di 23 campus presenti in 8 paesi, un network in continua espansione per far nascere e crescere nuove opportunità. Non solo coworking, ma anche formazione professionale ed eventi di alto livello qualitativo: i primi per rimanere aggiornati in un mondo professionale sempre più competitivo; mentre i secondi sono momenti di divulgazione, ritrovo e networking, perché Talent Garden è soprattutto una grande community di innovatori! Ed è per questo che Talent Garden cerca di avviare partnership con il territorio, per crescere insieme alle imprese regionali e creare un humus di innovatori ampio e connesso. Nasce così la partnership con BCC Pordenonese, un’istituzione conosciuta e riconosciuta nel territorio regionale. Tale partnership offrirà a tutti i giovani soci BCC molti vantaggi, oltre ad un networking più ampio, anche la possibilità di provare gratuitamente gli spazi del campus per una settimana, uno sconto del 10% sull’affitto della sala eventi e sala meeting e per finire un gettone di €100,00 da usufruire per l’iscrizione dei corsi di formazione organizzati da Talent Garden Pordenone.


Moira Casonatto

Taskhunters una bella opportunità per giovani e imprese Fra le tante iniziative a supporto dei nostri giovani, quest’anno la nostra banca ha finanziato un progetto molto importante che da la possibilità a studenti universitari e a giovani laureati di trovare impiego in linea con il proprio percorso di studi, con le proprie ambizioni e prospettive di carriera tramite una piattaforma web. Taskhunters, questo il suo nome, è infatti la prima piattaforma di recruiting dedicata a studenti, laureandi, laureati e BCC Pordenonese ne ha l’esclusiva in Friuli e nel Veneto Orientale. Gli studenti possono svolgere lavori temporanei e progetti con le aziende del network cui appartiene anche la nostra banca, e costruirsi un curriculum vitae con esperienze certificate, semplicemente accedendo e candidandosi alle attività richieste e pubblicate dalle imprese. Questo permette loro di conoscere aziende, associazioni e le rispettive dinamiche di funzionamento e farsi un’esperienza prima ancora di aver terminato gli

studi, negoziando il proprio compenso. Possono inoltre raccogliere referenze importanti per ogni “compito” (task) svolto e presentarle come un ottimo biglietto da visita nella ricerca di impieghi futuri. Le aziende possono ingaggiare studenti da tutte le università di Italia, in particolare da quelle del nostro territorio, per lavori temporanei e progetti, creando una prima connessione con i loro futuri talenti. Inoltre, le aziende trovano grazie a Taskhunters laureandi e laureati pronti ad entrare nel mondo del lavoro e grazie alla piattaforma web hanno la possibilità di indirizzare le posizioni lavorative ricercate a specifici target di studenti, per area di formazione, geografia e tanto altro. La facilità contrattuale degli inserimenti, gestita direttamente dalla piattaforma, è un ulteriore vantaggio che permette alle imprese di accedere velocemente al servizio e di poter usufruire celermente delle prestazioni richieste. Per qualsiasi informazione e/o ulteriore approfondimento potete contattare il nostro Ufficio Soci che sarà bene lieto di farvi toccare con mano questa fantastica opportunità. Qualche semplice click e imprese e giovani talenti saranno connessi per un futuro ricco di soddisfazioni reciproche.

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BCC giovani

www.young-bankers.it

VIII forum dei giovani soci del Credito Cooperativo: economia spunti e appunti di finanza cooperativa La classifica degli studi condotti in Italia sull’alfabetizzazione finanziaria, purtroppo, conferma che solo una bassa percentuale di Italiani ha una conoscenza finanziaria base. Un dato sicuramente da non sottovalutare soprattutto pensando ai disastri finanziari che sono accaduti negli ultimi anni e che hanno "bruciato" i risparmi di molte persone. È certo che indietro non si può tornare, ma dalla storia si impara a non ripetere gli stessi errori e la conoscenza è il mezzo che permette all'uomo di cambiare il futuro. Come disse Alvine Toffler, scrittore statunitense: "La conoscenza è la più democratica fonte di potere". Sulla base di queste considerazioni i Giovani Soci del Friuli Venezia Giulia, coordinati dalla nostra Giovane Socia Elisa Zanol, hanno organizzato il Forum proponendo ai partecipanti due giornate 24

di formazione economica, finanziaria e in particolare promuovendo il modello della banca cooperativa mutualistica. Dal 21 al 23 settembre la città di Trieste ha ospitato l’VIII FORUM DEI GIOVANI SOCI DEL CREDITO COOPERATIVO intitolato “ECONOMIA: Spunti e appunti di finanza cooperativa”. La partecipazione di 270 Giovani Soci provenienti da più di 50 Gruppi di Giovani Soci delle Bcc d’Italia è stata un gran successo. L’apertura dei lavori è avvenuta, dopo i saluti di Luca Occhialini Presidente della Federazione delle Banche di Credito Cooperativo del Friuli Venezia Giulia e Adriano Kovacic, Presidente di Zkb – Bcc del Carso, con l’intervento di Monsignor Giampaolo Crepaldi Arcivescovo di Trieste, esperto della Dottrina Sociale della Chiesa. Il Professore Stefano Zamagni, ordinario di Economia Politica all’Università di Bologna, ha rammentato il ruolo fondamentale delle Banche


Elisa Zanol

di Credito Cooperativo rispetto alle banche commerciali definendo le BCC “Banche di Comunità”, delle quali vi è sempre più necessità perché rispettano principi come la democrazia, l’equità e la libertà: principi imprescindibili per lo sviluppo e la crescita sana dei nostri territori. Il concetto di mutualità, che trova le sue origini nell’art. 45 della nostra Costituzione, è stato ampiamente analizzato dal Direttore di Federcasse Sergio Gatti. Un significante momento di scambio di idee è avvenuto con la quarta Consulta Nazionale dei Gruppi Giovani Soci, nell’ambito della quale il Comitato di Coordinamento ha illustrato le attività realizzate nell’anno e la necessità di una maggior formalizzazione della rete nazionale dei Giovani Soci. La mattinata si è conclusa con l’intervento di Augusto Dell’Erba, Presidente di Federcasse, che ha sottolineato l’importanza del tema del Forum che permette di divulgare, oltre ai concetti economici, il valore della finanza cooperativa che mira al benessere delle comunità. Un valore aggiunto di una Banca di Credito Cooperativo, rispetto ad una banca commerciale è sicuramente l’inclusione e la partecipazione attiva dei giovani come testimonia la nutrita presenza dei Gruppi Giovani Soci in Italia, circa una sessantina. Giovani impegnati e supportati dalle Bcc nella realizzazione di iniziative e, quindi, nella creazione di valore per i territori. Nel pomeriggio del sabato, il talk show di Paolo Canova di Taxi 1729 che, con il “Scegli cosa voglio”, ha fatto riflettere i ragazzi sulla finanza comportamentale. Molto interessanti anche i quattro corner di formazione con i docenti: - Francesco Arcanà del Gruppo Bancario Iccrea su “Normativa: privacy e trasparenza bancaria”; - Domenico Buonocunto della Bcc di Roma su “Credito: finanziamenti e mutui”;

- Elisabeth Cellie di Assimoco su “Assicurazione e previdenza”; - Anna di Vora di Cassa Centrale Banca su “Mutualità e legame col territorio”. La domenica mattina dopo il competitivo gioco a squadre e la relativa premiazione con una moka da caffè offerta dalla Federazione Bcc del Fvg, Enrica Bolognesi, docente di Economia degli intermediari finanziari all’Università di Udine, ha spiegato quanto sia importante definire il quadro delle scelte nell’interesse dei singoli e della società. Andrea Dreassi, docente del Dipartimento di Scienze Economiche dell’Università di Trieste ha ribadito che la cooperazione ha permesso all’uomo la sopravvivenza e che in un contesto economico, burocratico e normativo come quello attuale, ricco di varianti e variabili, è essenziale accompagnare la crescita degli individui anche con l’educazione finanziaria. Il Presidente Occhialini ha concluso la manifestazione sottolineando che la presenza dei Giovani è vitale per il Credito Cooperativo e Matteo Spanò, Vice Presidente di Federcasse, ha terminato elogiando i giovani Soci per l’esempio di unità offerto a questo sistema, anche di fronte ad uno scenario di grandi cambiamenti. Un particolare ringraziamento per la realizzazione di questo evento è stato rivolto alla Federazione delle Bcc del Friuli Venezia Giulia e al Presidente della Bcc Pordenonese Walter Lorenzon che ha voluto e sempre sostenuto la presenza dei Giovani nella nostra banca.

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BCC bcc giovani soci

Elisa Pascot

Corso di Primo Soccorso come comportarsi in occasioni di emergenza Nel corso della nostra esistenza a qualcuno di noi potrà capitare di trovarsi all’interno di situazioni definibili di emergenza, nel particolare, potrebbe essere vicino ad un ferito o a qualcuno che visibilmente è in pericolo di vita. Ecco che la domanda sorge spontanea: “come devo agire in queste occasioni?” La consulta di giovani soci della BCC Pordenonese ha desiderato organizzare due incontri informativo-pratici rivolti all’intera cittadinanza, offrendo la possibilità di apprendere alcuni elementi basilari da applicare in risposta alla nostra domanda iniziale. Entrambi gli eventi sono stati organizzati e sostenuti dalla preziosa collaborazione della Croce Rossa di Azzano Decimo, grazie alla quale sono state approfondite e messe in pratica dai partecipanti alcune manovre essenziale per salvare la vita di un essere umano. Gli incontri si sono tenuti nelle date del 24 Febbraio e 17 Marzo 2018, dalle 9 alle 13, presso l’Oratorio “San Giovanni Bosco” di Azzano Decimo. In entrambe le occasioni abbiamo strutturato le lezioni in questa modalità: vi era una prima parte teorica tenuta dalla volontaria, Claudia, abilitata all’insegnamento delle tematiche, seguita da una seconda parte pratica, nella quale tutti i partecipanti erano chiamati ad effettuare le varie manovre apprese durante la spiegazione orale. Tra le due sezioni vi è stato un momento di pausa e di breve ristoro sia per i partecipanti che per i volontari della CRI. Per offrire a tutti gli iscritti un momento personalizzato nel quale effettuare l’esecuzione delle manovre salvavita, sono stati predisposti più gruppetti all’interno di due sale dell’ambiente nelle quali vi erano dei manichini, sia di adulti che di bambini, appositi per la realizzazione delle simulazioni d’emergenza. Gli argomenti salienti trattati all’interno degli appuntamenti sono stati i seguenti: -Come riconoscere una situazione di emergenza; -Manovre di RCP (rianimazione cardio polmonare); -Disostruzione delle vie aree sia nell’adulto che nel neonato e bambino; -Excursus su ferite, traumi da caduta e scottature. Al termine di ogni argomento, la relatrice era disponibile per chiarire eventuali dubbi o curiosità emerse e si può affermare che la partecipazione del pubblico si sia rivelata attiva e molto interessata alle varie trattazioni. Alcuni di loro, ad esempio, sono intervenuti apportando le loro esperienze personali riguardo la cura di ferite e scottature, e grazie a tali esposizioni, Claudia ha potuto sfatare i falsi miti a riguardo suggerendo un ABC di primo intervento molto più valido e professionale. È stato molto utile ascoltare le esperienza di alcuni partecipanti proprio per poter eliminare le cure improvvisate e “fai da te” e lasciare il campo alla vera sanità. Grazie a tali incontri si è attestato che, ancora una volta, la cittadinanza si mostra attenta e scrupolosa alle cure e alle indicazioni di primo intervento da poter mettere in pratica in occasioni di emergenza. Entrambi gli appuntamenti, infatti, hanno riscosso un ottimo numero di adesioni e i riscontri sono risultati molto positivi. In conclusione, un rinnovato ringraziamento è rivolto all’intero gruppo di volontari della Croce Rossa Italiana di Azzano Decimo, senza i quali non avremmo potuto realizzare un evento di tale portata. 26


Clizia Dal Molin

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Giovani Soci Bcc sulle orme della grande guerra Lo scorso 23 Giugno più di 30 giovani soci della BCC Pordenonese hanno partecipato alla giornata dedicata al ricordo del centenario della Grande Guerra. Guidati dal dott. Marco Pascoli, esperto storico e fondatore del Museo di Ragogna, gli stessi hanno profondamente compreso le azioni che hanno avuto luogo nel corso della Prima Guerra Mondiale nella Regione FVG. Il punto di ritrovo è stato quello del Monte San Michele a San Martino del Carso (GO). Subito la guida ha illustrato gli attacchi nemici e le azioni difensive, svoltesi precisamente nella zona. Il dott. Pascoli, in particolare, ha spiegato la funzione e la vita in trincea, luogo ove ha combattuto anche il poeta Giuseppe Ungaretti. Successivamente, l’escursione si è concentrata sul “percorso dei Cippi”: un sentiero caratterizzato dalla presenza di 53 monumenti commemorativi dedicati ai vari reparti che hanno combattuto sull’altura fino alle Sesta Battaglia dell’Isonzo. La visita ha suscitato un notevolissimo interesse: non sono mancate molteplici domande, curiosità e richieste di approfondimenti all’esperto storico.Nel corso della mattinata, inoltre, i soci hanno visitato la Galleria della Cannoniera: passando attraverso i plurimi tunnel, gli escursionisti hanno osservato

attentamente e capito con esattezza le strategie di battaglia poste in essere nel corso del conflitto, in particolar modo, visionando i basamenti delle sei bocche di fuoco. Dopo la pausa pranzo ristoratrice, l’escursione si è spostata a Redipuglia, alla visita del Sacrario. La guida ha illustrato con competenza l’imponenza e il ricordo del monumento, illustrandone, altresì, i dettagli e le piccole curiosità, sconosciute alla maggioranza dei soci. Non è mancato il momento commemorativo celebrato dal passaggio dei bersaglieri. L’ultima parte della giornata ha avuto ad oggetto il museo di Redipuglia. In questo luogo l’esperto storico ha illustrato ogni cimelio ivi raccolto, soddisfando la sete di conoscenza e la curiosità dei partecipanti. L’iniziativa ha avuto un successo inaspettato: è stato una proposta diversa dal solito ma che la Consulta Giovani Soci BCC Pordenonese Young Bankers ha voluto fortemente per dimostrare l’interesse alle vicende che hanno caratterizzato il territorio e celebrare, seppur in minima parte, il centenario della Grande Guerra.

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Emanuela Loisotto

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E dizione

I molini sul fiume Lemene

SPECIALE

Città di Portogruaro

L'Abbazia di Summaga

UN PRESENTE A MISURA D’UOMO TRA STORIA, ARTE E CULTURA Nell’antica Portogruaro – nucleo urbano secondo diversi studiosi già abitato in epoca romana - si vive un presente ancora a misura d’uomo con i caffè del centro, le osterie dove ci si incontra davanti a un buon bicchiere di vino (siamo nella zona dei vini doc Lison-Pramaggiore), con la tradizionale passeggiata all’ora canonica lungo il liston e con la possibilità di gustare le specialità gastronomiche e i vini tipici in caratteristici ristoranti. Città d’arte e di cultura, Portogruaro è immersa in un ambiente naturale di grande fascino. Il fiume Lèmene, di origine risorgiva, attraverso le straordinarie bellezze naturali del suo percorso, ci conduce nel cuore della cittadina, agli antichi mulini, oggi sede della Galleria Comunale d’Arte Contemporanea "Ai Molini". Accanto, il piccolo Oratorio della Pescheria, eretto dai pescatori di Caorle, testimonia l’antico collegamento tra Portogruaro con le località della costa. Poco oltre, la piazzetta della Pescheria prospiciente il fiume e su cui affaccia il retro del monumento più cospicuo ed emblematico della città: il trecentesco Palazzo Comunale. 30

A sinistra del municipio, in piazzetta delle Erbe, si può ammirare il pozzetto del Pilacorte (1494) che sulla pietra ha scolpito il più antico simbolo della città, il campanile e le due gru che ne sfiorano la cima. Ed eccolo il campanile, nell’adiacente piazzetta Duomo, vistosamente pendente sul duomo stesso da sembrare sul punto di cadere. Per questo è costantemente monitorato. La visita del Duomo, e di altre chiese e palazzi, svela capolavori inaspettati, dipinti della Scuola di Palma il Giovane, affreschi cinquecenteschi, sculture e bassorilievi. Tra le vie di questa cittadina passeggiava, e insegnava nel locale Seminario (ora Collegio Marconi), Lorenzo da Ponte, il famoso librettista di Mozart ordinato prete a Portogruaro nel 1773. Sulla stessa via del Seminario, il Museo Nazionale Concordiese, il più antico museo archeologico del Veneto, e fra i più antichi d’Italia, testimonia, con i suoi reperti provenienti dalla vicina Concordia Sagittaria, il passato romano del territorio. La sua tipologia architettonica ed espositiva costituisce un documento importante della storia museale italiana: un museo dei musei. Di fronte al Collegio Marconi, nel Palazzo Altan-Venanzio, ora sede del Centro Culturale Altan-Venanzio, nacque l’artista futurista Luigi Russolo, inventore degli intonarumori e precursore dello sperimentalismo musicale italiano ed europeo del '900. A lui è intitolato il Teatro cittadino inaugurato nel 2009 e un piccolo museo su di lui


Maria Teresa Senatore Sindaco di Portogruaro

(“Casa Russolo”) è oggi presente proprio nel palazzo che lo ha visto nascere. In fondo a Via Cavour si esce dalla Città da porta S.Agnese, struttura gotica risalente al XIII secolo, suggestiva sede del Museo della Città che conserva al suo interno interessanti reperti provenienti dal Museo Nazionale Concordiese. Non si può lasciare la città senza aver visitato la millenaria Abbazia di Summaga, (secoli X-XI.) nell’omonima frazione a circa 3 km dal centro. Del complesso religioso, scomparso il monastero, sopravvive oggi solo la chiesa a pianta longitudi-

Il Municipio

nale a tre navate concluse da tre absidi. Risale al 1211, anche se la facciata è settecentesca. Gli affreschi all'interno sono di particolare interesse artistico per l'arte romanica del Veneto e del Friuli. Infine merita l’attenzione del visitatore il nuovo spazio espositivo inaugurato nella frazione di Lugugnana (in via Fausta 85) nel dicembre 2017 denominato “SPACE Mazzini” dove è presente una mostra permanente con opere di oltre 70 artisti per la maggior parte veneti, una serie di incisioni di Luigi Russolo e uno splendido murale esterno di Vesod Brero.

Foto notturna della Pescheria

Il campanile visto dal ponte di S.Andrea 25




bcc informa

Insieme in fiera per promuovere il convegno: “Il Nord Est vitivinicolo a confronto” Il Gruppo bancario Iccrea assieme a tutte le BCC del Friuli Venezia Giulia (BCC Pordenonese, Credifriuli, Banca di Udine, BCC Staranzano e Villesse) del Veneto (Valpolicella Benaco Banca Banca Veronese, Banca di Verona, Cerea Banca, Banca San Giorgio Quinto Valle Agno, BCC Vicentino, CRA di Brendola, Banca della Marca, Centromarca Banca, , Credito Trevigiano, Banca Annia, Banca di Monastier e del Sile, Banca Patavina, BCC Roma-Agenzie Alta Padovana) e dell’Emilia Romagna (Credi-

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to Cooperativo Romagnolo, EmilBanca, La Bcc Ravennate Forlivese e Imolese e Rimini Banca) aderenti al progetto di costituzione del futuro Gruppo Bancario Cooperativo di Iccrea, hanno partecipato alla seconda edizione del Salone internazionale RIVE, la Rassegna Internazionale Viticoltura Enologia, presso il quartiere fieristico di Pordenone Fiere dal 27 al 29 novembre 2018. La partecipazione del Gruppo Iccrea e delle 21 BCC coinvolte – con il patrocinio della BCC Pordenonese – è stata attraverso uno

stand dedicato nel padiglione 5 e con l’organizzazione - nella giornata del 28 – del convegno “Il Nord Est vitivinicolo a confronto”, riservato agli operatori del settore vitivinicolo ed enologico, che ha visto tra gli altri l’intervento di Enrico Duranti, Amministratore Delegato Mediocredito FVG, quello di Mauro Conti, Direttore BIT SpA e di Luca Gasparini, Chief Business Officer di Iccrea Banca. Nell’ambito del salone internazionale sono stati ulteriormente promossi 2 workshop:


il primo nella giornata del 27 dal titolo: “Efficienza energetica e sostenibilità in cantina” a cura di BCC Pordenonese e Bit Spa, che ha visto gli interventi di Claudio Sernagiotto, Presidente BIT SPA e Banca della Marca, Mauro Conti, Direttore BIT SPA e Daniele Ziveri, Direttore tecnico BIT Energia Srl; è stato un importante momento di illustrazione, confronto e scambio di best practices sul tema della sostenibilità ambientale ed energetica alla luce del cambiamento climatico in atto. Il secondo invece nella giornata del 29 dal titolo “Gestione innovativa del rischio per il settore vitivinicolo” a cura di BCC Pordenonese e Assiteca Spa dedicato alla gestione

integrata del rischio, intesa non solo come strumento di salvaguardia del patrimonio dell’impresa ma anche di miglioramento del proprio rating, delle potenzialità di investimento e di apertura ai mercati. Ampio spazio è stato riservato alla gestione del rischio nell’impresa vitivinicola partendo dalla materia prima, passando attraverso la trasformazione, fino ad arrivare all’immissione sul mercato del prodotto finito. Il tutto nell’ottica di consentire all’azienda vitivinicola un miglioramento delle performance, anche e soprattutto attraverso una forte integrazione dei prodotti assicurativi con gli strumenti propri del sistema bancario. “Oggi specializzarsi e diversificare il proprio business è la chiave del successo per un Gruppo Bancario che continua a sostenere e a valorizzare il lavoro delle BCC nei loro territori di appartenenza – ha commentato in un'intervista

Enrico Duranti Amministratore Delegato Mediocredito FVG – la nostra partecipazione a RIVE conferma il sostegno a tutte le PMI coinvolte nella filiera vitivinicola che vogliono intraprendere un percorso di internazionalizzazione e affrontare le nuove sfide del mercato in un settore dove l’Italia occupa un ruolo primario a livello mondiale”. “Bcc Pordenonese è partner di Pordenone Fiere e convinta sostenitrice di Rive|Enotrend che nasce a supporto di uno straordinario sviluppo di un settore in continua crescita” ha riferito il Presidente Walter Lorenzon “ed è pertanto fiera dell’adesione compatta all’iniziativa di tutte le Bcc Friulane e Venete e 4 BCC Emiliano Romagnole, tutte aderenti al futuro Gruppo bancario Cooperativo Iccrea, segno tangibile della volontà di mettere a fattor comune opportunità, esperienze e iniziative a vantaggio della clientela”

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bcc informa

Odorico da Pordenone tra passato, presente e futuro: per continuare a camminare

Correva l’anno 1318… Settecento anni fa, il trentenne «Frate Odorico di Friuli d’una terra chiamata Porto di Naone» chiede di partire per il leggendario Cathay, allora sotto il dominio dei Mongoli. Sente forte un unico grande desiderio, come lui stesso dichiara: «guadagnare anime a Cristo». Con questa spinta interiore inizia il suo straordinario viaggio: a Venezia si imbarca in compagnia di frate Giacomo d’Irlanda e Michele da Venezia fino a Trebisonda, sul Mar Nero, poi continua su terra con carovane in Anatolia, Persia, Mesopotamia e riprende il mare toccando le coste dell’India e raggiungendo prima le Isole dell’Oceano Indiano e successivamente quelle indonesiane e filippine. È lui il primo occidentale a mettere piede sul Borneo e risulterebbe essere anche il primo sacerdote ad avere toccato l’arcipelago filippino. Ma il suo viaggio, caratterizzato dalla costante predicazione del Vangelo unita a pericoli, torture e rischi di ogni genere, ancora non si conclude, perché il suo obiettivo è il Cathay e la meta finale è Khan-Baliq, la capitale dell’impero, dove i frati minori si erano conquistati il favore del gran khan. Arriva dopo sette anni e qui rimane presso il vescovo fra Giovanni da Montecorvino. Ma la sua permanenza in Cina non risulterà essere molto lunga; soltanto tre anni, prima del rientro in patria, con l’incarico di un’altra im38

EmanuelaTracanelli Loisotto Parroco Don Alessandro

portante missione da portare a termine: incontrare il papa per chiedere l’invio di altri missionari. Il cammino prende ora un’altra via, la via di terra, la “Via della seta”. Odorico tuttavia non riuscirà a raggiungere Avignone, luogo di residenza del papa, a causa di una malattia che lo costringerà a rientrare nel convento di Udine, il suo «piccolo nido», non prima di avere, ancora una volta, adempiuto quanto gli venne richiesto per obbedienza dal suo superiore, il ministro provinciale frate Guidotto da Bassano: mettere per iscritto i ricordi del suo viaggio incredibile. Così, nel mese di maggio dell’anno 1330, trovandosi a Padova nel convento del Santo, Odorico detta al suo confratello Guglielmo da Solagna la Relatio di viaggio: si tratta dell’Itinerarium, noto anche come De mirabilibus mundi. Otto mesi dopo, il 14 gennaio 1331, giorno oggi della memoria liturgica, Odorico muore a Udine, nel convento della sua formazione e del primo apostolato.

Corre l’anno 2018… In un tempo dove Oriente e Occidente si sentono continuamente provocate a conoscersi, confrontarsi, ammirarsi, donarsi, c’è un uomo che, nonostante siano trascorsi settecento anni, ancor oggi vuole invitarci a camminare sulla via della meraviglia: in compagnia del Beato Odorico da Pordenone abbiamo viaggiato in questo 2018 lasciandoci stupire da quella avventura missionaria definita da antichi scrittori come “meravigliosa” e riferitaci dallo stesso protagonista nel dettato dell’Itinerarium, un best-seller della letteratura medievale. «Molte cose grandi et maravigliose udii et viddi, le quali io posso con veritade narrare … molte altre cose ho lasciate perch’elle parrebbono incredibili appresso alcuna persona che nole vedesse con gli suoi occhi»: Odorico è una figura della storia che riemerge e acquista attualità perché segno vivente, tuttora eloquente, dell’antica tradizione di fede del nostro territorio, uno dei principali ambasciatori del nome di Pordenone nel mondo. Richiamati dalla storia e consapevoli della grandezza di questa straordinaria figura non potevamo certo tralasciare di ricordare questo suo incredibile viaggio: ecco allora la condivisione del progetto denominato Odorico700 che non ha riguardato solo la realtà ecclesiale ma anche quella civile, non solo Pordenone (comunità di origine del beato) ma anche Udine (comunità di elezione e vita francescana di lui pre e dopo la missione in Cina e di conservazione del suo corpo nell’Arca trecentesca), non solo la Regione Friuli Venezia Giulia ma anche Padova (con i Frati Minori Conventuali di Sant’Antonio, comunità di sua appartenenza religiosa, ove egli pure dettò la sua relazione di viaggio), non solo l’Italia ma anche la Boemia (per le origini familiari di Odorico, ritenuto figlio di quella stirpe insediatasi a fine ‘200 a Villanova di Pordenone), non solo l’Europa ma anche l’Oriente fino al suo estremo (l’intero percorso odoriciano con tutte le soste nei luoghi da lui visitati). Il progetto


Odorico700 ha messo in calendario durante il 2018 un ricchissimo e diversificato programma con attività di carattere multidisciplinare, rivolte a diverse categorie di persone e comprendenti conferenze, convegni, laboratori, celebrazioni, spettacoli e viaggi. Correrà l’anno… Pordenone e Udine camminano nella speranza e condividono convinti l’anelito dell’Ordine Francescano, il quale postula la canonizzazione dell’illustre e santo figlio di questa terra, uno dei più insigni missionari di tutti i tempi. La sua attualità è ben evidente, specie in questi primi anni del terzo millennio in cui urgente appare l’opera di evangelizzazione di quella parte della terra che è la più abitata ma pure quella di minore presenza cristiana. Tutti aspettiamo fiduciosi!

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Giovanni Rubin

Evoluzione normativa nel mercato del credito Il rapporto banca-impresa-professionisti è da sempre un tema che anima le discussioni sia in ambito professionale che in ambiti più strettamente operativi. In molti tendono ad individuare un rapporto conflittuale tra le parti, mentre i più avveduti commentatori auspicano che i momenti di contatto siano ispirati a criteri di collaborazione fattiva e trasparenza. L’unica certezza, memori della recente crisi congiunturale, è che, sia necessario un approccio all’attività economica in generale diverso.

L’effetto principale derivante dall’applicazione delle due disposizioni regolamentari richiamate è la necessità di valutare le perdite attese connesse agli impieghi, cioè effettuare un’attività di rating vera e propria sulle imprese clienti, finalizzata a monitorare la loro probabilità di default. Il rapporto banca-impresa, in conseguenza dell’applicazione di questa norma, è destinato a mutare sensibilmente, poiché la “nuova” impostazione dell’attività di rating non consentirà più come un tempo di valutare esclusivamente le singole posizioni sulla base dei dati storici (c.d. “analisi andamentale” storica), ma necessiterà di un approfondimento 40

Il 2019 vedrà la piena operatività di due importanti principi di comportamento per gli istituti di credito: - l’accordo di Basilea 3 (revisionato), che impone nuove metodiche di calcolo per la quantificazione dei requisiti patrimoniali minimi delle banche; - il principio contabile internazionale IFRS 9, che imporrà la necessità di una valutazione molto più tecnica degli strumenti finanziari ed in particolare dei crediti deteriorati con impatti sullo stato patrimoniale delle banche in molti casi significativi.

della dinamica prospettica dei flussi di cassa per misurare la capacità di rimborso di un determinato cliente e, di conseguenza, attribuirgli una probabilità di default. Alla data di redazione del presente articolo risulta trasmesso al Senato lo “Schema di decreto legislativo recante codice della crisi di impresa e dell’insolvenza”, testo redatto da una commissione di esperti in materia di crisi d’impresa su impulso della Legge delega 155/2017, finalizzato a riformare la vecchia legge fallimentare (r.d. 267/1942) ed alcune parti specifiche del codice civile.


Sinergia tra imprese, consulenti e banca Giovanni Rubin – dottore commercialista e revisore legale dei conti

Lo schema di decreto legislativo, secondo le indiscrezioni finora trapelate, sarà approvato nei primi mesi del 2019 ed apporterà un’importante novità nella gestione degli assetti societari. Il “nuovo” testo dell’art. 2086, comma 2, c.c. obbligherà, infatti, qualsiasi imprenditore (ivi comprese le società) ad “istituire un assetto organizzativo, amministrativo e contabile adeguato alla natura e alle dimensioni dell’impresa, anche in funzione della rilevazione tempestiva della crisi dell’impresa e della perdita della continuità aziendale”. Il “nuovo” art. 2 del Codice della crisi, a corollario, definisce, invece, cosa debba intendersi per stato di crisi: “lo stato di difficoltà economico finanziaria che rende probabile l’insolvenza del debitore e che per le imprese si manifesta come inadeguatezza dei flussi di cassa prospettici a far fronte regolarmente alle obbligazioni pianificate”. È evidente che anche la legge sulla gestione dell’insolvenza (che verrà) imporrà all’imprenditore, sia in forma individuale che in forma societaria, l’obbligo di creare un’organizzazione amministrativa tale da poter monitorare i flussi di cassa prospettici e la loro adeguatezza rispetto ai debiti pianificati. Ciò significa che per tutte le imprese dall’entrata in vigore della nuova normativa sarà “obbligatoria” la redazione di un business plan, che avrà due funzioni sostanziali: - consentire all’impresa stessa di monitorare le entrate e gli esborsi programmati, anticipando, quindi, l’emersione di eventuali situazioni di tensione finanziaria; - consentire agli istituti di credito di attribuire un rating corretto al

cliente finanziato, agevolando il corretto adempimento ai regolamenti di fonte internazionale (IFRS 9 e Basilea 3). Il legislatore, sia nazionale che europeo, da sempre sottolinea l’importanza della pianificazione finanziaria, ma con i provvedimenti menzionati inquadra in modo molto preciso l’obbligo di formalizzare in un business plan i flussi di cassa prospettici; la “nuova” documentazione finanziaria sarà altresì necessaria per consentire ai componenti del collegio sindacale ed ai revisori di monitorare ogni sei mesi la probabilità di default dell’impresa assoggettata a controllo. Un ulteriore novità di enorme impatto per la platea degli imprenditori è costituita, infatti, dall’estensione massiva (per circa 180 mila nuove imprese, 21 mila in Veneto e 3,6 mila in Fruli Venezia Giulia) della presenza dell’organo di controllo (collegio sindacale, sindaco unico, revisore unico o società di revisione), introdotta dal Codice della crisi di futura attuazione. La principale funzione dei “nuovi” organi di controllo sarà proprio quella di attribuire un rating all’impresa controllata e su questo saranno coadiuvati dall’art. 17 del Codice della crisi, che stabilisce l’obbligo in capo agli istituti di credito di comunicare anche agli organi di controllo eventuali variazioni o revisioni negli affidamenti. Lo scenario che si prospetta appare molto innovativo e condurrà a nuove forme di collaborazione e trasparenza tra imprese ed istituti di credito con un ruolo dei commercialisti di primaria importanza sia nella veste di consulenti (per la redazione del business plan), sia nella veste di “nuovi” controllori.

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BCC informa

Moira Casonatto

Pordenone in cammino: insieme & in salute Quest’anno con la collaborazione del comune di Pordenone e l’Associazione San Valentino abbiamo promosso e sostenuto l’iniziativa “Pordenone in cammino”.

ritorio dando la possibilità di scoprire posti incantevoli a volte sconosciuti, promuovere la relazione all’interno della nostra comunità, favorire l’attività fisica, ingrediente indispensabile per una buona salute.

Partendo dal Parco del San Valentino, ogni mercoledì dal 12 settembre al 12 dicembre alle 6.00 o alle 20.30 (20.00 nel periodo invernale), abbiamo dato la possibilità a chiunque lo desiderasse di fare una camminata in compagnia con l’assistenza qualificata di Coach professionisti e in piena sicurezza. La Banca infatti ha sponsorizzato anche il defibrillatore, che operatori istruiti nel suo utilizzo hanno portato con sé in ogni uscita.

Sentire la gioia e la voglia delle persone di stare insieme, di prendersi cura di sé in una delle più belle palestre a cielo aperto ci ha reso molto orgogliosi di aver saputo intercettare e rispondere a un bisogno di aggregazione e di voglia di stare bene davvero sentito. Visto il successo ottenuto, nel 2019 il progetto proseguirà con nuovi percorsi e molto probabilmente con una maggior frequenza, partendo da luoghi diversi della città.

Gli orari scelti hanno permesso a chi lavora di dedicarsi ad un’attività che piace molto perché considerata alquanto salutare. Un gradimento particolare ci è arrivato da molte donne che purtroppo non si sentono sicure ad uscire da sole in certi orari. Questo progetto voluto fortemente dalla nostra banca coniuga tre obiettivi estremamente importanti: investire sul nostro ter-

È stato davvero bello vedere che chi ha creduto in questa iniziativa ha partecipato attivamente alle camminate. Un ringraziamento particolare va al nostro Presidente Walter Lorenzon, al Vicesindaco Eligio Grizzo, al Presidente dell’Associazione San Valentino Franco Toffolo e al suo segretario Bruno Bertin. Esserci e lavorare insieme fa sempre una gran differenza.

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Clelia Delponte

Sempre in movimento per la salute e la socializzazione

Comunità San Valentino: un’Associazione col cuore grande

Proseguono vento in poppa le attività dell'associazione Comunità San Valentino di Pordenone, nata nel 1984, e sostenuta nei suoi progetti dal Comune di Pordenone, Regione Friuli Venezia Giulia, aziende private ed enti bancari, tra cui la Bcc Pordenonese in prima linea. Legata all’omonimo quartiere e alla sua celebre sagra, l’associazione ha saputo nel tempo mantenere le tradizioni, ma anche evolversi in sintonia con le esigenze della società, favorendo l'aggregazione, la socializzazione e la salute in particolare della popolazione più matura. Presieduta attualmente da Franco Toffolo - affiancato dal presidente onorario Renato Bresin, dal vicepresidente Carlo Barchitta e dal segretario/tesoriere Bruno Bertin – conta per l’anno in corso 550 soci attivi. Ma partiamo dallo “zoccolo duro”, la storica sagra di San Valentino. Da oltre 30 anni si volge nella settima del 14 febbraio e nel suo ricco programma annovera: la Marcia dell’amore, il raduno Club Fiat 500, il premio San Valentino assegnato a coppie distintesi nell’ambito sociale, l’intrattenimento musicale, il mercatino e la lotteria. Progetti di eccellenza sono quelli dedicati alla salute del corpo e dello spirito. Con i balli di gruppi, al quale partecipano circa 170 persone, si offre, in collaborazione col Comune di Pordenone, progetto Colora il tuo tempo) una attività gratuita che attraverso l'aspetto ludico e ricreativo del ballo si configura come una vera e propria ginnastica dolce, sia per il fisico, che per la mente. Con il progetto “Le cure termale per tutti”, l'associazione consente anche a chi non ha mezzi propri di fruire delle cure termali nel vicino stabilimento di Bibione Therme, difficilmente raggiungibile coi mezzi pubblici. L’iniziativa è realizzata in collaborazione coi Comuni di Aviamo, Cordenons, San Quirino, Pordenone, Roveredo in Piano e Porcia e consente alla popolazione ivi residente di raggiungere con un pullman dedicato lo stabilimen-

to, dove vengono effettuate le cure e le visite mediche. La salute è in primo piano anche con le iniziative: “Costruiamo insieme la salute”, convegno formativo con relatori di eccellenza, “Pordenone in Cammino” e “Camminiamo Insieme”, e “Un cuore grande per la città, progetto per il coinvolgimento della cittadinanza nel soccorso i caso di arresto cardiaco, che promuove la formazione e la collocazione di defribillatori semiautomatici in zone strategiche della città di Pordenone. L’associazione però non dimentica i più piccoli e dedica loro l’iniziativa Bimbi e Natura. Le scolaresche vengono portate nel parco di San Valentino dove si svolgono laboratori legati alle attività produttive tradizionali come fare il pane, la pasta, imparare la tecnica della tessitura, sperimentare la pigiatura dell’uva, conoscere il miele, la frutta e altri prodotti locali. E al martedì pomeriggio c’è l’angolo rosa: un gruppo di donne si ritrova e si scambia le proprie conoscenze. Ciascuna diventa maestra per le altre nelle attività in cui eccelle.

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BCC informa

Luigi Campello

Lino Zanussi lezioni per il futuro ATTUALITÀ DI UNA GRANDE IMPRESA E DI UN GRANDE IMPRENDITORE A CINQUANT’ANNI DALLA SCOMPARSA. Ci sono degli uomini che lasciano un segno profondo nella storia e nello sviluppo delle comunità e non c’è dubbio che Lino Zanussi sia stato uno di questi. E allora, a cinquant’anni dalla prematura scomparsa è naturale e doveroso ricordarlo e, soprattutto, valorizzarne l’eredità sempre attuale e farne motivo di orgoglio per la comunità. Il Rotary Club Pordenone Alto Livenza, e il suo Presidente Luigi Campello hanno guidato con molta passione l’organizzazione di questo convegno, a cui hanno subito aderito molte altre istituzioni. Luigi Campello ha sottolineato che oltre all’eredità materiale, che è sotto gli occhi di tutti, si è voluto cercare di valorizzare anche l’eredità immateriale “vogliamo guardare avanti, al futuro, approfondire i tantissimi insegnamenti che la vita di questo grande imprenditore e di questa grande impresa ci offrono. L’obiettivo è

di lasciare qualcosa di permanente alla comunità Pordenonese: offrire idee, energia, valori, coraggio orgoglio e visione per le sfide che ci attendono”. Hanno ricordato l’imprenditore e portato omaggio alla memoria Sergio Bini, Assessore Attività Produttive Regione FVG, l’Assessore alla Cultura del Comune di Pordenone (in rappresentanza del Sindaco, impossibilitato), Michelangelo Agrusti, Presidente Unione Industriali di PN, Giovanni Pavan, Presidente Camera di Commercio, Walter Lorenzon, Presidente BCC Pordenonese, Corrado Cordenons, Presidente Anziani Zanussi/Electrolux, Alvaro Cardin, già Sindaco di Pordenone e testimone del tempo. Un intervento di Gian Mario Rossignolo, presidente delle Industrie Zanussi dal 1984 al 2001 è stato riportato da Any Bortolussi, moderatrice e socia Rotary Club Pordenone Alto Livenza.

EREDITÀ IMPRENDITORIALE: LA STORIA E LE STRATEGIE: Luigi Campello ha ripercorso i 22 anni di crescita delle Industrie Zanussi sotto la guida di Lino (dal 1946 al 1968) calandoli nel contesto storico caratterizzato dalla tumultuosa crescita post bellica che va sotto il nome di “miracolo economico”, dalla nascita della Comunità Europea (CEE) nel 1957 e da un’Italia forte e virtuosa, a cui fu assegnato nel 1960 l’Oscar della moneta più solida dell’Occidente. “la mia prima lezione per il futuro”, ha affermato Luigi Campello” è che un’impresa, per uno sviluppo forte e sano ha bisogno di un paese efficiente e competitivo. E Lino Zanussi lo trovò nell’Italia di allora”. Dalla prima produzione di massa dei fornelli a gas, ai primi frigoriferi nel 1954, alle lavatrici nel 1958, ai televisori nel 1960 e alla lavastoviglie nel 1967, fu un’innovazione continua di nuove tecnologie, nuovo know how, nuovi tecnici e manager, nuovi canali distributivi che definirono la missione dell’impresa: migliorare la vita domestica dei consumatori. Fondamentale fu la capacità di Lino di capire i grandi cambiamenti epocali e di farne un vantaggio competitivo: la Televisione come veicolo di comunicazione e il nuovo mercato europeo senza barriere sorretto da una rete di viabilità e trasporti impensabile prima. Qui sta la mia seconda lezione: “un’impresa di successo interpreta i cambiamenti di scenario e li trasforma in vantaggi competitivi”. Dai 200 dipendenti dell’impresa ereditata dal padre, Lino e Guido Zanussi arrivarono a una grande impresa di 13.000 dipendenti nel 1968. 44

Lino Zanussi e il suo gruppo guidarono questa crescita tumultuosa con grande capacità manageriale di sviluppare simultaneamente e armonicamente tutte le dimensioni di cui un’impresa vive: dall’innovazione alla tecnologia, dalla produzione alle vendite, dal marketing alla comunicazione, dalle risorse umane e manageriali, fondamentali alla crescita, alla dimensione sociale verso il territorio, dalle partnership internazionali alla finanza. “E’ questa”, ha affermato Campello, “la mia terza lezione per il futuro”. Nel 1970, dopo l’acquisizione di Zoppas, le Industrie Zanussi erano di gran lunga la maggiore impresa europea del settore con una quota di oltre il 15%: nessuna impresa italiana fu mai capace di essere leader in Europa in un settore di beni durevoli di consumo e Zanussi lo fu nel secondo settore più importante dopo l’auto. Lino non pensò alla successione, né aveva motivo per farlo: Zanussi continuò nella suo sviluppo e leadership anche dopo la perdita della guida di Lino Zanussi e del vertice aziendale nell’incidente aereo. Luigi Campello ha concluso l’intervento ricordando una quarta lezione “Un’impresa sana sopravvive e continua nello sviluppo anche oltre il fondatore, se il fondatore ha creato solide basi organizzative e manageriali” e ha ricordato, al proposito, un passo del libro di R. Diemoz “la Zanussi ha retto perfettamente perché le sue strutture erano solide ed erano strutture morali prima ancora che industriali”.


L’EREDITÀ IMPRENDITORIALE: LEZIONI PER IL FUTURO Alberto Felice De Toni, Magnifico Rettore Università di Udine, autore, assieme a Aldo Burello, del libro “Dalla Zanussi alla Electrolux” ha ricordato come Zanussi prima e Electrolux dopo, siano considerate nell’immaginario collettivo del Nordest la vera Scuola di Management del territorio e come questo libro si proponga di valorizzare il patrimonio di esperienze di uno dei più grandi gruppi industriali europei, e di trarre da un’esperienza industriale secolare delle lezioni di management imparate sul campo: autentici distillati di esperienze di successo, che configurano un’ampia «road map» di sviluppo industriale e costituiscono un caleidoscopio attraverso cui imparare da una delle migliori storie imprenditoriali italiane. Le “lezioni” spaziano dalla centralità del prodotto. All’’innovazione continua come garanzia per il futuro. all’economia di scala come fattore competitivo alla crescita per acquisizioni per svilupparsi rapidamente. fino alla capacità di coniugare simultaneamente modelli di business diversi con successo. Per finire con L’importanza della comunicazione nei consumi di massa. E lo Sviluppo armonico tra impresa, società e territorio. Il Magnifico Rettore ha concluso con il celebre motto “People (Lino) make the difference!!”

LA CULTURA E IL SOCIALE Don Luciano Padovese, iniziatore, con Lino Zanussi, della Casa dello Studente. Don Padovese ha parlato dell’“uomo” Zanussi, della concretezza ma anche dei sogni che lo animavano (ricordando le loro riflessioni sotto le stelle), dei valori che - se senz’altro hanno inciso nel suo essere imprenditore - prima di tutto hanno fondato la “persona” Zanussi, profondamente legata alla famiglia, alla sua terra, alla dimensione culturale e sociale della comunità pordenonese. Una cultura non di facciata ma di contenuti, come “humus” fecondo per tutta la comunità. Don Padovese ha sottolineato inoltre come, nella fondazione del progetto “casa dello studente”, vi sia stata da parte di Lino Zanussi - una profonda responsabilizzazione della comunità, alla quale (dopo averlo fondato) ha delegato ed affidato in toto la gestione del progetto. “Anche così si fa crescere una comunità sociale: attraverso la consapevole responsabilizzazione di un bene diventato di tutti”. I giovani sono stati per lui un tema rilevantissimo e la scuola - anche ai suoi alti livelli - una priorità e uno dei centri del suo interesse. Iniziatore del Kennedy, dello Zanussi e di molteplici iniziative nel campo dell’educazione e dell’istruzione.

IL DESIGN Roberto Pezzetta, storico Designer Zanussi e Electrolux. La “centralità del prodotto”, vera leva vincente della Zanussi, è stata portata al convegno da Roberto Pezzetta storico designer per tanti anni in Zanussi prima e Electrolux, dopo. “Il prodotto Zanussi non ha la caratteristica di essere assolutamente innovativo ma si distingue per la contemporanea presenza di un ottimo rapporto fra la qualità e il prezzo e, fin dai primi anni, di un’estetica molto accattivante e spesso originale” (Lino Zanussi). Pezzetta ha presentato la storia del design in Zanussi, da Gino Valle a Gastone Zanello per finire al proprio periodo. Un percorso affascinante, tra cucine, frigoriferi e lavabiancheria, tra design accattivanti e anche anticipatori di tendenze che sarebbero prepotentemente emerse molti anni dopo.

LA COMUNICAZIONE DI MARKETING Graziano Lazzarotto, già responsabile Marketing Electrolux. La televisione in Italia cominciò le proprie trasmissioni nel gennaio del 1954. Lo stesso anno in cui uscirono dalla Zanussi i primi frigoriferi. Lino Zanussi intuì la straordinaria potenzialità della televisione per comunicare il prodotto E per renderlo attraente ai consumatori. Nel 1957 incominciò “Carosello”, evento entrato nella storia del miracolo economico italiano come luogo dove, assieme a un cortometraggio, anche di valore artistico, venivano presentati i prodotti e le novità che scandivano il costante miglioramento della qualità della vita. Rigorosamente il cortometraggio non poteva parlare di prodotto, Che veniva presentato alla fine, il modo indipendente. È stato presentato il filmato “Fernandel e la donna”, vincitore del premio a Cannes come miglior cortometraggio e il documentario sui pescatori di Gillo Pontecorvo, cui seguiva la presentazione dei prodotti. Il messaggio pubblicitario faceva riferimento sulla affidabilità e sulla funzionalità concrete ”Rex, fatti, non parole”. 45


bcc territorio

Alberto Garlini

Pordenonelegge Edizione 2018 bcc Pordenonese

SOSTIENE pordenonelegge

La realtà di oggi si presenta sempre di più attraverso uno scambio fitto con la parola scritta. I social amplificano una tendenza già nota da decenni: la contemporaneità, attraverso post e messaggi, ci urta con forza dirompente come se non ci fossero pause, o momenti di riflessione, come se tutto avvenisse sotto i nostri occhi, senza altre spiegazioni. In questo senso credo che una manifestazione come pordenonelegge sia necessaria, come dimostra il successo di pubblico che ogni anno le viene riconosciuto.

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Di fronte a una vita sempre più ostaggio delle impressioni, dei mi piace, di una emozionalità diffusa ma astratta, le narrazioni rischiano di polverizzarsi, facendo perdere una caratteristica che da sempre contraddistingue l’uomo: quella di raccontarsi storie. Il mondo è oggi più che mai lo spazio di una frammentazione che merita il tentativo di una costruzione, come se si fosse davanti a un puzzle di cui dobbiamo sistemare i pezzi, senza nessuna certezza però che a lavoro concluso ci troveremo di fronte a una figura riconoscibile. Considerando questa premessa, l’esperimento del viaggio in Italia che vede la collaborazione tra Fondazione Pordenonelegge, BCC Pordenonese e Messaggero Veneto può considerarsi riuscito. La globalizzazione fa sempre più somigliare i luoghi l’uno all’altro. Cambiano le città ma i negozi sono identici, identica la cartellonistica e le modalità di ristorazione. Grandi catene alberghiere o grandi marche di abbigliamento illuminano le piazze con i loro neon pubblicitari. Perfino i sapori sono simili ovunque, le medesime merci ven-

gono vendute, con minime variazioni, nei supermercati di tutto il mondo. Assistiamo quindi a una colonizzazione del paesaggio e dell’immaginario, a cui da tempo si stanno cercando dei contravveleni per restituire la specificità ai singoli luoghi. Una delle risposte possibili è di considerare questi luoghi come paesaggi narrativi, recuperandone quindi l’identità attraverso le storie e la stratificazione storica. Cosa è infatti una città se non un incrocio, un intreccio di storie, che nel corso di centinaia d’anni hanno sedimentato passioni, amori ed emozioni, che considerate insieme formano la linea rossa di uno specifico carattere? Se viviamo in un luogo abbiamo bisogno di narrarlo, non per confermare ciò che già sapevamo, ma per scoprirlo. Un luogo infatti si scopre solo attraverso la linfa della narrazione. Otto storici di grande spessore, hanno raccontato città e luoghi italiani scoprendone l’identità, spesso contradditoria, che si è sviluppata attraverso la storia. L’Istria, il carattere italiano, Torino, Siena, Trieste, il Sannio sono stati messi sotto una lente di ingrandimento affabulatoria che ha incantato il pubblico di pordenonelegge.


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Giulia Fedrigo

#PORDENONEVIAGGIA il festival del viaggio e dei viaggiatori Sostenibiità, ricerca interiore, rispetto per il pianeta e le sue culture: tutto questo è #PORDENONEVIAGGIA, un progetto di eventi diversificati che hanno come filo conduttore l’amore per la Terra che abitiamo, la volontà di scoprirla nelle sue sfaccettature e il bisogno di condividerne le esperienze che attraverso il viaggio arricchiscono l’uomo. Patrocinato e sostenuto dal Comune di Pordenone, #PORDENONEVIAGGIA è il festival dedicato al viaggio ma anche al territorio: per questo una delle sue mission principali è creare sinergia fra gli enti presenti, al fine di valorizzarlo e promuoverlo. Questa mentalità collaborativa ha fatto sì che anche per la seconda edizione i partner siano stati numerosissimi: più di cinquanta enti, istituzioni e attività commerciali, tra cui anche BCC Pordenonese, hanno contribuito alla buona riuscita della manifestazione. Una ventata di aria fresca in città e una novità che ha già riscontrato un notevole successo e che continua a crescere in modo esponenziale, soprattutto nel mondo virale del web e della co-

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municazione 4.0: sui social, sono state 200.000 le persone raggiunte dall’evento del festival dello scorso maggio, con richieste di pernottamento per il weekend provenienti dalle regioni del Nord Italia, in particolare Piemonte, Emilia-Romagna e Lombardia. Complici il fitto programma, con più di venti appuntamenti (alcuni dei quali sold-out già una settimana prima dell’apertura) e ospiti di caratura nazionale, come Licia Colò, Angela Staude Terzani, Frank Lotta e Mauro Corona. Nello scorcio storico del chiostro della Biblioteca Civica, il tema del viaggio è stato il protagonista assoluto della manifestazione attraverso presentazioni di libri, racconti di viaggi e immagini del territorio visto dagli occhi dei partecipanti al Photo Contest: per tutta la durata del festival si sono potuti, infatti, ammirare i dieci migliori scatti della mostra fotografica, insieme all’esposizione dedicata alla figura del Beato Odorico, nel 700esimo anniversario della sua partenza dalla città di Pordenone verso l’Oriente. #PORDENONEVIAGGIA quest’anno ha spento le sue prime due candeline, e nel corso della sua seppur giovane, ma dinamica


vita, ha introdotto alcune novità, arricchendosi di due gremitissimi appuntamenti serali, degli incontri dedicati alle scuole e del Travel Blogger Award, premio che ha riscontrato risonanza nazionale.

in modo sensazionale borghi, paesaggi, centri storici, sapori ed esperienze outdoor della provincia pordenonese. “Innamorati del nostro territorio” lo slogan di questo viaggio multimediale ideato e creato in collaborazione con Pordenone Turismo.

Ma il pubblico non “viaggia” solo durante il festival; continua, infatti, la rubrica Diario di Viaggio, che nell’arco dell’anno, soprattutto nei mesi invernali, propone appuntamenti, non solo in città, ma anche nei comuni limitrofi, come Roveredo in Piano e Prata, presentando importanti ospiti, come Folco Terzani, Dino Lanzaretti, Carlo Taglia, Gianluca Gotto e molti altri. Inoltre, il percorso di valorizzazione del territorio pordenonese, iniziato nella prima edizione con le visite guidate gratuite in centro città, si è proposto fin da subito come un’ottima occasione per scoprire angoli nascosti di Pordenone, riscuotendo un grande successo. Il nostro territorio rimane, infatti, uno degli asset fondamentali di #PORDENONEVIAGGIA, che si prefigge di valorizzarne gli aspetti più caratterizzanti, dando maggiore visibilità alle bellezze che lo costituiscono. Da qui le collaborazioni per la promozione di prodotti tipici pordenonesi, come il figo moro di Caneva e l’asparago di Cordenons per i quali il team organizzatore di #PORDENONEVIAGGIA ha collaborato nell’ambito della comunicazione e della creazione di contenuti. A luglio, infine, durante Blues Festival, ha guidato la gita nelle Dolomiti Friulane, Patrimonio Mondiale Naturale dell’Unesco, accompagnando il gruppo partecipante alla Diga del Vajont, nella Forra del Cellina e alla Centrale Idroelettrica di Malnisio.

Tutto questo è #PORDENONEVIAGGIA, non solo il festival del viaggio e dei viaggiatori, ma un contenitore culturale, che ha come obiettivo veicolare e condividere le esperienze e i valori più autentici e profondi legati al tema del viaggio.

Il 2018 ha visto anche la collaborazione nella realizzazione di un progetto multimediale di promozione del territorio attraverso cinque video che raccontano, mostrano e fanno conoscere

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BCC giovani

Mirco Cusan

Festa delle Associazioni a Concordia Nei giorni 12-13-14 ottobre 2018 a Concordia Sagittaria si è svolta la Festa delle Associazioni, cui hanno partecipato numerose Associazioni di Concordia e non solo, coordinate dalla locale Proloco. L'organizzazione della festa ha avuto il contributo della Regione Veneto (domenica 14 era presente il Vice Presidente Forcolin che ha portato i saluti della Regione), il patrocinio del Comune di Concordia Sagittaria, dell'Ulss4 e la collaborazione dell'Istituto Comprensivo Rufino Turranio, della parrocchia S. Stefano Protomartire, della Farmacia Comunale e da quest'anno sponsor della manifestazione anche la Bcc Pordenonese. I lavori sono stati avviati venerdì 12 con un incontro tematico presso la scuola secondaria, con i ragazzi di II media, dal titolo “Fare associazionismo e vita di comunità” cui sono seguiti laboratori di approfondimento. Sabato 13 la mattina in sala Rufino Turranio un nuovo incontro rivolto ai ragazzi delle scuole primarie delle classi 3-4-5 dal titolo “Le scuole incontrano le Associazioni” per conoscere e capire l'opera dei volontari. Nel pomeriggio del sabato, presso gli impianti sportivi di via Gabriela, si è svolto l’Open Sport che ha permesso a tutte le società sportive Concordiesi (calcio, basket, pallavolo, atletica, tennis) di far sperimentare ai ragazzi 50

presenti le varie discipline. Domenica 14, dalla mattina fino a tardo pomeriggio, la centralissima via Roma è stata animata dalla presenza dei gazebo delle Associazioni, da giochi gonfiabili, passeggiate a cavallo lungo l'argine del fiume Lemene, visite al museo archeologico e in sala Rufino Turranio le Associazioni Ne.Po, Amici del Cuore e la Farmacia Comunale erano a disposizione per il check up gratuito. Alle 17:30 è arrivata dalla vicina Portogruaro lungo la pista ciclabile che costeggia il fiume Lemene, la marcia in rosa organizzata dall'Ass. Andos sezione Portogruaro e ad attendere i partecipanti sotto la Loggia vi erano i cori Concordiesi che hanno intonato un medley di canzoni in loro onore, tra cui un emozionante Inno Nazionale. Anche quest'anno si è svolto il gioco “Gira le Associazioni” rivolto ai ragazzi delle scuole primarie. Ogni ragazzo ha riempito la propria tesserina con i timbri delle Associazioni presenti fra sabato e domenica e una volta terminata la raccolta l'ha consegnata al gazebo della Proloco ricevendo in cambio un attestato di partecipazione e un gadget a ricordo dell'evento. La classe che ha ottenuto il maggior numero di tessere timbrate ha vinto un buono acquisto spendibile presso una cartolibreria del paese.


Le premiazioni si sono svolte domenica 28 ottobre in sala consiliare a Concordia Sagittaria, dove in rappresentanza della Bcc Pordenonese era presente il vice Presidente Mauro Verona assieme al Responsabile della filiale di Concordia Sagittaria, Mattia Terrida. Da parte della Proloco di Concordia Sagittaria e delle Associazioni organizzatrici dell'evento ringraziamo di cuore la Bcc Pordenonese che ha creduto nelle potenzialità della manifestazione e ci auguriamo che questa collaborazione possa durare negli anni affinchè la Festa delle Associazioni possa crescere sempre piÚ. Siamo convinti che far scoprire ai nostri giovani il mondo delle Associazioni e l'importanza di fare vita associativa possa essere utile per farli crescere come uomini, donne e come comunità . 51


bcc territorio

Claudia Prosdocimo

Roiatti: 100 anni di traslochi Quest’anno Roiatti SRL ha celebrato il suo centesimo compleanno nel settore dei traslochi e nonostante l’età siamo ancora entusiasti ed orgogliosi della nostra attività come se fosse il primo giorno, e vogliamo condividere con voi le pietre miliari della nostra storia e dei nostri traguardi. L’Azienda fu fondata nel 1918, ad opera di Gio Batta (Tite) Roiatti, primo di tre fratelli, che diede il via all’attività nei difficili anni della Prima Guerra Mondiale con un carro, trainato da un cavallo, nell’udinese (all’epoca ancora territorio Austro-Ungarico), come testimoniano delle foto datate 3 gennaio 1919, in cui si

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vedono dei cavalli trainare un carro che riporta sul telo la scritta “Roiatti G.B.” La prima evidenza ufficiale risale al maggio del 1919 ed è un’iscrizione all’Albo, attualmente depositata presso gli Archivi della Camera di Commercio di Udine.

Nel 1919 la Roiatti si arricchì di due camion, ricevuti quale risarcimento per danni di guerra dal Governo Italiano, potendo così allargare il proprio raggio d’azione nel trasporto di varie tipologie di merce dalla stazione ferroviaria di Udine alle cittadine limitrofe. Il 1919 fu anche l’anno che vide l’entrata in scena dei fratelli di


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Gio Batta, Vittorio e Renzo, a fondare quella che da allora divenne la “FRATELLI ROIATTI”, una società destinata a crescere negli anni nei settori del trasloco e del trasporto, grazie anche agli adeguamenti di mezzi ed attrezzature che cominciarono e continuarono ad evolversi, seguendo il passo con i tempi o addirittura anticipandoli. Nell’arco degli anni, col moltiplicarsi delle esigenze da parte del mercato, la società si ampliò e crebbe ulteriormente, diversificando le proprie attività per soddisfare le richieste dei consumatori: nel 1958, varcando i confini della provincia di Udine, i Fratelli Roiatti iniziarono infatti a svolgere i loro servizi in quella che oggi conosciamo come Provincia di Pordenone, nello storico magazzino di Viale Venezia (operativo fino al 1993). Il primo passaggio della staffetta venne ricevuto dai figli dei fondatori: Domenico, Luigi e Pietro, che seppero cogliere l’occasione fornita dalla crescita economica ed industriale per investire in sempre più moderni equipaggiamenti, come gru idrauliche con braccia telescopiche che permisero di migliora-

re notevolmente le prestazioni di spostamenti e traslochi internazionali. Un’altra importante pietra miliare è sicuramente segnata, nel 1986, dal passaggio da FRATELLI ROIATTI alla forma di Società a Responsabilità Limitata, chiamata ROIATTI SRL, formata da Luigi Roiatti (figlio di Vittorio) e dal nuovo socio, Agostino Prosdocimo (titolare dal 1985, ma presente attivamente sin dai primi anni 60, quando ancora in giovane età venne assunto come facchino prima, magazziniere poi, per passare in seguito al ruolo di impiegato e manager). Sotto i nomi di Luigi ed Agostino l’Azienda ha continuato ad operare nei settori del trasporto, del trasloco e relocation, e della spedizione, sempre alla ricerca di nuove tecnologie e strumenti all’avanguardia. Nonostante questa costante crescita, la nuova generazione Roiatti (figli/e di Domenico, Luigi e Pietro) decise di intraprendere altre carriere, lontane dall’azienda, la quale però mantenne vive le proprie radici grazie alla continuità ga-

rantita dai soci Luigi e Agostino - quest’ultimo seguito dalla moglie e dai figli- e dal nuovo Partner internazionale: il Gruppo Pasha, colosso leader nel trasporto oceanico di masserizie e non solo e di trasporti internazionali. Oggi Roiatti si occupa di traslochi nazionali ed internazionali, per privati, enti pubblici ed industrie, depositi, spedizioni, movimentazione di opere d’arte e servizi di relocation dal quartier generale di Pordenone e dalle filiali di Vicenza, Livorno, Papa (Ungheria). L’Azienda attualmente opera seguendo le più elevate certificazioni di qualità, fa parte della rete delle principali associazioni nazionali e internazionali dei trasportatori quali IAM e la FIDI. Negli anni si sono succeduti vari eventi e interlocutori, ma il brand “ROIATTI” è sempre rimasto vivo, contribuendo sia in passato che tuttora allo sviluppo dei territori in cui opera, dando attualmente occupazione, direttamente e indirettamente a circa un centinaio di persone, favorendo le prospettive di sussistenza a tante famiglie. 53


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Lafert Rugby San Donà Elogio all'anormalità

Vedere il Rugby San Donà da decenni militare nel massimo campionato nazionale, variamente denominato nel tempo Serie A, Eccellenza, ora Top 12, è un fatto del tutto normale. Osservare frotte di bambini che durante la settimana frequentano gli impianti sportivi di Via Unità d'Italia per apprendere i primi rudimenti di questa affascinante disciplina sportiva, per chi abita nel bassopiave, mi ripeto, è ancora fatto assolutamente normale. Normalità , a pensarci bene, che poi non ha tanto di normale. Il rugby è una disciplina sportiva così distante dalle tradizionali discipline praticate nel nostro territorio che sembra quasi un'intrusa, una extraterrestre. E la storia del rugby a San Donà ne é una riprova. No! mi correggo, non è una storia è una favola. Mario a metà degli anni '50 è un ragazzo che viene mandato da San Donà a studiare al Collegio Brandolini di Oderzo per diventare ragioniere. Al Brandolini i padri Giuseppini sanno bene come alternare attività didattica e tempo libero per tenere sotto controllo l'argento vivo dei loro studenti. Lì in collegio Mario incontra per la prima volta la pallaovale. Ne rimane affascinato ed oltre a giocare con la squadra del colle54

Luigino Zecchinel Il Rettore del Senato Accademico

gio corre in avanti con i suoi pensieri. Sta frequentando l'ultimo anno, tra poco sarà ragioniere, se tutto va bene a casa si porterà un diploma ed un pallone. Promessa mantenuta. Ho ancora negli occhi che cosa accadde ai "Sabbioni", quartiere in cui Mario viveva a San Donà, quando mostrò la prima volta ai suoi compagni questa strana palla. Loro erano tutti già calciatori. All'Oratorio Don Bosco non si praticava altro sport. Quante prese in giro, allora, all'inizio. Ma come si poteva giocare con un pallone così "stupido"? Neanche i più grandi erano morbidi con questo nuovo gioco. In segno di presa in giro cominciarono a chiamare i rugbisti con l'epiteto:"Quei che zioga col zucol"! Tanta ostilità rendeva Mario sempre più convinto che la lotta che aveva iniziato per portare il rugby nella sua città doveva essere continuata. Fu sufficiente un anno o poco più per prendere i giusti contatti in città,


convincere gli amici più riottosi a provare a giocare e poi via! Si partì nel settembre del 1960, campionato di Promozione; Mario era giocatore, capitano, allenatore. L'ossatura dirigenziale della società era formata dagli stessi giocatori che fuori del campo erano anche segretario, tesoriere, consiglieri. C'era un piccolo problema però, ci si allenava in spazi di fortuna, ma un campo da gioco non c'era e nessuno te lo voleva dare. Per otto anni il rugby San Donà non giocò a San Donà. Fu dapprima ospite a Noventa di Piave, poi a Musile di Piave. A San Donà c'era sempre un qualche motivo per dire di no. Nonostante questo handicap i Rugbisti biancocelesti cominciarono a farsi onore. La squadra era la vera espressione della gioventù locale. Era composta da studenti, artigiani, contadini e qualche libero professionista. Il grande salto avvenne nel settembre del 1968 quando finalmente l'Amministrazione Comunale della città consegnò al Rugby la sua prima vera casa: lo stadio di via Unità d'Italia. Sembra quasi impossibile ma la tanto sognata struttura con annessa Club House consentì di poter programmare il futuro e che il San Donà diventasse quello che poi è diventato. Sono gli anni quelli in cui alcuni atleti del San Donà cominciano ad essere notati dai tecnici federali, primo fra tutti il pilone Paolo Fedrigo. Paolo indosserà la sua prima maglia azzurra a 17 anni, ma quello che divenne più esaltante per tutto il rugby sandonatese fu il suo debutto nella nazionale maggiore assieme al fratello Adriano in Portogallo nel 1973. Primi gemelli in Italia nella stessa nazionale. Ormai l'ascesa dei colori biancocelesti è inarrestabile. Il grande sogno di raggiungere la vetta si realizza alla fine del campionato 1975/76 quando, sponsor Fracasso, viene raggiunta la Serie A.

Da quel momento pur con alterne vicende il rugby San Donà occupa uno spazio importante nel panorama del rugby Italiano. Ad oggi, decine di ragazzi sandonatesi hanno vestito la maglia azzurra di tutte le nazionali di categoria. Resta su tutti da ricordare come icona del movimento l'azzurro Giancarlo Pivetta, giocatore e capitano della nazionale e tuttora in campo a disposizione di tutte le categorie per rendere fruibili le sue grandi esperienze e competenze. Fiore all'occhiello della Società è però la grande attività promozionale che da sempre viene svolta in città. Ogni anno il rugby San Donà è presente con i suoi educatori nelle scuole della città e del circondario. Se il rugby è impegno, rispetto, amicizia e sostegno non può certamente mancare tra le buone pratiche che la scuola deve insegnare. Il Rugby San Donà non ha mai smesso di garantire la sua presenza. Il Rugby San Donà nel 2019 compirà la bella età di 60 anni. La domanda spontanea che qualcuno si fa é: Ma quanta strada si è percorso in tanti anni? Ho una risposta che giunge dai dati statistici a disposizione. Nel 1968 venne inaugurato lo Stadio ora denominato Torresan con un importante incontro di Coppa Italia. A far visita al giovane San Donà giungevano i Campioni d'Italia delle Fiamme Oro. Per il San Donà fu una sorta di Caporetto. Il 25 febbraio di questo 2018, cinquant'anni dopo, il destino ha riproposto a Rovigo in finale per l'assegnazione della stessa Coppa Italia un inedito Fiamme Oro - San Donà. L'incontro è finito 0-24 per i nostri portacolori. Quanta strada si è percorsa? La risposta sembra perfino superflua. Rugby San Donà: San Donà di Piave (VE) Tel. 0421 53137 Fax 0421 53137 Ufficio Stampa 340 9435748 Sito ufficiale www.rugbysandona.it FB https://www.facebook.com/rugbysandona Twitter https://twitter.com/rugbysandona Instagram https://instagram.com/rugbysandona

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Francesca Benvenuto

I ragazzi di Futura sul brigantino più grande del mondo

La cooperativa Futura va a gonfie vele verso nuovi desideri e nuovi bisogni: dal servizio per il Turismo Sociale senza barriere al nuovo percorso Post-Trauma che utilizza il lavoro come spinta propulsiva per la riabilitazione sociale di persone con esiti da incidente, ictus, infarto, ecc. Quello che inizialmente sembrava un sogno impossibile è diventato realtà: un gruppo di ragazzi della cooperativa sociale Futura sono salpati da Livorno lo scorso primo maggio per veleggiare verso Civitavecchia sulla NAVE Italia, il brigantino più grande del mondo. Un viaggio nuovo, diverso dalle solite proposte di turismo sociale, che ha permesso di vivere un’esperienza difficilmente ri56

petibile e che è stato costruito passo dopo passo con l’impegno di tanti. Il centro diurno Punto Zero e lo staff di progettazione sociale della cooperativa, infatti, sono stati selezionati dalla Fondazione della Marina Militare Tender to NAVE ITALIA per la partecipazione a un progetto di navigazione sociale che ha come obbiettivo l’inclusione sociale di persone con disabilità o svantaggio. Il gruppo


che ha partecipato è composto da persone adulte con disabilità che frequentano diversi servizi di Futura: il centro diurno, le attività socio educative e i reparti di produzione. Per la realizzazione dell’iniziativa, però, è stato necessario mettere in piedi una raccolta fondi che consentisse a tutti gli interessati di partecipare all’iniziativa. Decisivo, in questo senso, è stato l’apporto della BCC Pordenonese, che ha dato il contributo più cospicuo al quale si sono affiancate, credendo nel progetto, Enologica Friulana di Udine, Letizia Espanoli Group srl di Orcenico e ATIS Grandi Impianti di Valvasone. L’esperienza in barca: da Livorno a Civitavecchia. “Questa tipologia di esperienze - spiega Julieta Iglesias, responsabile dei servizi educativi e assistenziali - offre una valida opportunità per incrementare le singole potenzialità delle persone e le proprie autonomie. È stato osservato che la partecipazione a Progetti Educativi Itineranti in barca permette un’accelerazione significativa del processo di incremento del proprio potenziale”. Il gruppo che è salito sulla NAVE Italia, un veliero con armo classico a “brigantino goletta” di 61 metri e 1300 mq di superficie velica che si è guadagnato il titolo di brigantino più grande del mondo, era composto da 10 persone con disabilità, 4 operatori, 3 volontari e 2 bambini. “La nostra grande squadra – spiega ancora Julieta Iglesias - ha affrontato positivamente ogni situazione, ha imparato a lavorare insieme, a superare le criticità e soprattutto a divertirsi, perché anche il “divertimento” fa parte della metodologia che ci è stata proposta. Fare cose in autonomia in un clima di allegria fa si che le persone imparino velocemente”. Il programma di viaggio prevedeva tre fasi: un pre-imbarco in collaborazione con l’Associazione Gommonauti di Pordenone e la Pinna Sub presso la piscina dell’Istituto La Nostra Famiglia; l’imbarco con partenza il 1 maggio 2018 da Livorno con arrivo a Civitavecchia il 5 maggio 2018 con un fitto programma di attività quotidiane, e il post- imbarco per il quale il gruppo sta organizzando una mostra fotografica a San Vito al Tagliamento. Il servizio di Turismo Sociale messo in piedi da Futura ha l’obiettivo di consentire a persone con disabilità di cogliere le opportunità di crescita e arricchimento date dalla possibilità di viaggiare. Non solo i classici soggiorni al mare o montagna che vengono organizzati da

anni, ma viaggi di più ampio respiro come quelli in cui Futura ha già accompagnato tante persone, in gruppo o con viaggi individuali: Finlandia, Irlanda, Roma, Salisburgo, il mare della Croazia, ecc. Per il servizio è stato istituito un Fondo apposito per raccogliere le donazioni per abbattere i costi di accompagnamento e assistenza - che spesso rendono alle persone disabili quasi impossibile viaggiare – e che servirà anche per la campagna NAVE ITALIA 2019, la nuova edizione del progetto a cui Futura sta partecipando. Nuovi bisogni: il percorso Post-Trauma. Si tratta di nuove risposte ai desideri di autonomia delle persone che si accompagnano all’attenzione che da sempre Futura riserva all’insorgere di nuovi bisogni. Sono proprio questi, infatti, che guidano l’operato della cooperativa e che hanno determinato la nascita di un nuovo servizio che sta prendendo forma proprio in questi mesi: il percorso Post-Trauma dedicato alle persone e alle famiglie che vivono con le conseguenze di un incidente, un ictus, un infarto, ecc. e che utilizza il lavoro e il contesto lavorativo come spinta propulsiva per avviare un processo di riabilitazione sociale e identitaria. Andrà a intercettare tutti coloro che, usciti dall’ambito ospedaliero, devono iniziare a ricostruire la propria vita potendo contare sulle abilità e le risorse che restano. Futura avvierà a breve una campagna per la presentazione del progetto e un’importante raccolta fondi per avviare e sostenere un’iniziativa che non ha eguali sul territorio. Per avere maggiori informazioni e partecipare attivamente al progetto Post-Trauma basta scrivere a info@futuracoopsociale.it o telefonare allo 0434 875940. Per ulteriori info o contatti: www.futuracoopsociale.it 57


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Giovanni Umberto Caretta

Novelle dalle grave Novembre 1917 San Quirino Dopo un’estate torrida con pomeriggi che avevano come unico sottofondo il canto di cicale incuranti dei fatti che coinvolgono il genere umano, arrivò l’autunno di quell’anno tragico in Friuli. Le buie cucine, annerite dal fumo di un fuoco che aveva come sfogo solo una piccola finestra posta in alto e sbarrata da un’inferriata sproporzionata, accoglievano i miseri addobbi di un’economia molto povera. Il pavimento era di terra battuta e la porta d’ingresso, anche se chiusa, lasciava una fessura ampia sul bordo inferiore rovinato dall’infierire delle intemperie e dal tempo. Attraverso questa fessura le galline ad altri animali domestici e non, accedevano all’interno lasciando ovunque la traccia del loro invadente girovagare alla ricerca di qualcosa da mangiare. Per mezzo della scala esterna, con i primi quattro o cinque gradini in pietra e gli altri di legno, si accedeva al ballatoio esterno che permetteva di entrare nelle camere. Al centro di queste troneggiava il letto alto per l’enorme materasso di cartocci di pannocchia. Accanto al letto la cassa dotale in abete, decorata con disegni ingenui di pastello in tema religioso o passionale. Il pavimento era di tavole di abete che non combaciavano perfettamente, anzi le fessure potevano essere anche di due centimetri tanto che poteva passare una mano o più verosimilmente un topolino, onnipresente testimone della povertà. L’odore della cucina penetrava abbondantemente nelle camere dalle quali si poteva indovinare cosa si stesse preparando dabbasso. L’odore delle case era un misto in cui predominava quello della fuliggine poi quello del minestrone di verze, del vino aspro, della polenta, del lardo rancido. Nelle camere gli odori della cucina erano un po’ filtrati e si mescolava con quello delle pannocchie 58

in solaio, e con quello della lisciva delle lenzuola e della varechina con la quale passavano il tavolato. La guerra la conoscevano tutti, era vicina ed erano passati tre anni da quando era iniziata. Parecchi giovani erano andati e spesso ritornati dal fronte per le licenze. Era quasi diventata una cosa normale. Non era normale quel pomeriggio autunnale; alcuni uomini si erano radunati in piazza presso l’osteria con i volti scuri parlando sommessamente, avevano bevuto un solo bicchiere in fretta e si erano dileguati verso casa. Da qualche giorno avevano notato soldati italiani che passavano per il paese in fretta, silenziosi e soprattutto senza armi. Era un inequivocabile segnale che si stavano ritirando. La situazione era nuova per quell’inizio del secolo ma non lo era per i secoli di storia di queste terre. Quando se ne vanno gli stanziali arrivano gli Ostrogoti, i Vandali, gli Ungari, gli Unni, gli Avari, i Longobardi, i Franchi, gli Slavi, i Turchi, i Francesi, gli Austriaci, e non resta che difendersi in una maniera collaudata nei secoli: nascondere le donne e preparare in piazza qualcosa da bere e mangiare (Talmassons si era difesa così dai Turchi per limitare i danni). Le ragazze e le donne attendevano l’arrivo dell’invasore nascoste sotto il fieno. Gli uomini avevano creato una parete obliqua con tavole di legno facendo in modo che ci potessero entrare due o tre persone, quindi col fieno avevano celato quella specie di cuccia.


Le foto sono tratte dal libro: 14 Tegebücher des Ersten Weltkriegs Farbfotografien und Aufzeichnungen aus einer Welt im Untergang Edizioni B Bucher

Prima sentirono lo scalpiccio di cavalli e muli, poi cigolio di carri ed in fine il rumore di passi baldanzosi e pesanti di stivali indossati da grandi uomini che parlavano una lingua sconosciuta. Questa zona era italiana da neanche cinquanta anni, prima era Austria, e molti conoscevano il tedesco o per le scuole che avevano seguito sotto l’Impero di Checco Peppe o per lavoro dato molti lavoravano a Trieste che era Austria.

spingeva il vecchio dentro casa gridando “zurück”. Dopo una pericolosa opera di convinzione, il vecchio vinse ed il soldato girò le spalle ed andandosene imbestialito sparò un colpo di fucile verso il soffitto. Il proiettile forò le tavole della camera, quelle del soffitto e frantumò un coppo del tetto. Il tuono aveva fatto sussultare le donne nascoste che avevano temuto il peggio, ma il vecchio appena poté le rassicurò.

Le avanguardie dell’Impero erano bosniaci che locali conoscevano come “bosgnàchi”.

Dopo qualche giorno arrivarono gli ufficiali dell’esercito austro ungarico, e uno di questi, per tranquillizzare una donna anziana disse “non la stia bazzilar, fazzo mi”. Molti soldati parlavano in triestino ed erano persone per bene, curavano gli ammalati e nutrivano come potevano i bambini. Anche quei soldati che non parlavano tedesco e che la sera attorno al fuoco divertivano la gente ballando uno strano ballo accovacciati con le braccia conserte alzando ritmicamente una gamba dopo l’altra al suono di una strana chitarra con cassa armonica triangolare, erano brava gente. Venivano da lontano da una terra martoriata come il Friuli.

Erano uomini grandi, con la pelle scura e grandi baffi spioventi alla tartara, che l’esercito di Svetozar Boroevic, il loro generale, mandava in prima linea ove è molto facile morire e bisogna avere tanto coraggio. Uomini poveri, rozzi e sprezzanti della propria e, soprattutto, altrui vita e che ogni esercito destina alla prima linea. Come ricompensa avevano la libertà di furto, saccheggio e di stupro sino all’arrivo delle truppe regolari. Le sorelle, Giuditta, Luigia, Maria, Anna e Alba, tremebonde sotto il fieno, avevano sentito il vecchio padre che tentava di opporsi all’ingresso in cucina di un soldato. Gli chiedeva cosa volesse e se non gli fosse bastato il vino ed il cibo preparato in piazza glieli avrebbe procurati lui stesso. Alle insistenti richieste del lanzichenecco intorpidito dalle ingorde libagioni, faceva finta di non capire ma in cuor suo tremava perché aveva ben afferrato il turpe desiderio che guidava gl’invasori. Il soldato

Poi tornarono i soldati italiani. Dopo qualche anno tutto tornò come prima, la stessa vita povera, le stesse case, la stessa gente. Il ricordo dello scampato pericolo delle sorelle rimase nel foro del fucile austro ungarico e, a ricordo di tutti dell’ultima invasione, l’ordine da impartire alle mucche da lavoro quando devono indietreggiare: Zurück ! 59


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Denis de Mauro Associazione Torre

Torre di Pordenone: MESSA BEAT... sembra ieri. Dopo 51 anni la rievocazione di evento storico per Torre, tanti ne sono passati da quel settembre 1967 che vide il sagrato della chiesa dei Santi Ilario e Taziano ospitare una delle prime Messe Beat d’Italia, di certo, la prima nell’intero Nord della Penisola.

Di più: l’Associazione ha inteso contestualizzare quell’evento costruendoci intorno altri 3 appuntamenti, due dei quali destinati ad approfondire il momento storico in cui maturò.

Le foto dell’epoca mostravano come l’intero paese fosse sceso in strada per assistere a quell’appuntamento così originale: una messa cantata con i ritmi che andavano allora tra i giovani.

Lunedì 10 settembre è stata poi la volta della conferenza intitolata “Il Concilio Vaticano II° e l’aggiornamento della Chiesa” tenutosi nella sala grande dell’Oratorio della Parrocchia dei Santi Ilario e Taziano, sempre a Torre.

Il beat, appunto. Qualcuno storse il naso davanti alla novità, ma quella sera la gente presente occupava tutto lo spazio che c’era tra la chiesa e la piazza, e chi conosce Torre sa cosa questo significhi: non mancava nessuno. Cinquant’anni dopo, dicevamo, l’Associazione Torre si è presa l’impegno di riproporre quell’avvenimento, addirittura andando a ripescare alcuni dei 5 baldi che avevano suonato la Messa Beat originale. 60

Sabato primo settembre, con la collaborazione dei locali Scout Agesci, si è tenuto un workshop di canto e musica destinato ai giovanissimi. Bambini anche solo di sei anni che si sono ritrovati alla Parrocchia di Sant’Agostino con alcuni Maestri di musica.

Forse però, i due appuntamenti che hanno riscosso maggior successo, senza nulla togliere ai due già citati, sono stati: il concerto e la Mostra “Messa Beat e dintorni”. Ospitata a Sant’Agostino, è stata realizzata con la fattiva collaborazione dell’Associazione Copertine come Quadri ed ha visto un buon afflusso di visitatori, nelle sue due settimane di apertura.


Renato Portolan, anima della suddetta Associazione, ha rappresentato quel qualcosa in più, per il folto pubblico intervenuto sia al Vernissage che all’incontro “Dal Gregoriano alla Messa Beat”, svoltosi il 5 settembre. Portolan ha saputo interessare gli intervenuti dando vita ad una vera e propria lezione sull’argomento trattato.

Nella seconda, il gruppo ha raccontato la musica che caratterizzò quell’epoca, riproponendo alcune importanti canzoni di autori come De Andrè, Bertoli ed altri cantautori degli anni ’70. In mezzo, la performance artistica di Giulio Masieri, artista a 360°, capace di dipingere ed emozionare usando una tela vibrante musica al suo tocco.

Sempre Portolan ha fatto anche da Cicerone ad una interessata delegazione della Giunta Comunale guidata dal Sindaco Ciriani.

Giulio, accompagnato alla batteria da Roberto Vignandel, è ben noto per le performance Audiopaint che lo hanno portato anche sulle Tv nazionali. La serata ha avuto un filo conduttore nel racconto scritto da Denis de Mauro e recitato da Bruno Boston.

All’alba di venerdì 7 settembre c’erano dunque tutti i motivi per credere che il concerto in programma in piazza Lozer quella sera, fulcro dell’intera iniziativa, sarebbe stato un successo. A fare lo sgambetto è però arrivato Giove Pluvio: previsioni meteo davvero poco positive hanno consigliato l’Associazione a spostare tutto al Palazzetto dello Sport di Via Peruzza. Un’impresa non facile, ma riuscita.

Le canzoni raccontavano la musica di quegli anni, i testi lo stato d’animo dei loro allora giovanissimi esecutori (meno che ventenni). A Silvio Simonetti è toccato il compito di collegare tra loro tutte le parti della serata culminata nella chiamata sul palco di Don Giacomo, il parroco artefice della Messa Beat dell’epoca e figura religiosa rimasta cara ai torresani che ebbero il piacere di conoscerlo.

Il concerto – recital ha attratto più di 600 persone, mentre altre 200 hanno seguito la diretta Facebook sulla Pagina dell’Associazione Torre. Gli 8 elementi del gruppo Vivavoce hanno poi fatto la differenza, dando vita, nella prima parte della serata, all’intera riproposizione della Messa Beat, in alcune (poche) parti resa più attuale dagli arrangiamenti del Maestro Facca.

Sul palco anche coloro che avevano dato vita a quel complesso beat autore della Messa rivoluzionaria: alcuni diventati musicisti o cantanti a tutto tondo, altri che la vita avrebbe portato su altre strade. Visto il successo e le richieste da parte di altre realtà del territorio ci saranno nel 2019 delle repliche del concerto, tutte le info nel sito www.quartieretorre.it dell'Associazione Torre e in Facebook. 61


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Enri Lisetto

Intervista a Sergio Gentilini C’è un cavalletto, vicino alla vetrina, entrando nella filiale di Roveredo in Piano della Bcc Pordenonese, dove si può ammirare un’opera d’arte – a tema locale o no – che cambia ogni quindici giorni. A curare l’angolo artistico è il roveredano Sergio Gentilini, figlio del noto pittore friulano Antonio, al quale, l’anno scorso, ha reso omaggio nel quarantesimo della morte con una mostra retrospettiva ospitata nelle sale del Comune di Roveredo. Padre e figlio, dalla pittura alla scrittura. Proveniente da una famiglia di contadini, Antonio (Moimacco, 28 aprile 1908 - Cividale 23 settembre 1977) al termine delle elementari scopre la sua vocazione, la pittura. Si cimenta nel disegno e al termine di faticose giornate nei campi raggiunge Cividale in bicicletta dove frequenta corsi di disegno e modellato. Al rientro dal servizio militare lo zio don Onorio Gentilini, parroco di Ciseriis di Tarcento, lo chiama a dipingere «qualcosa» nella sua chiesa: Antonio esegue la sua prima opera religiosa, una Resurrezione, un affresco a soffitto di sette metri per tre che purtroppo il terremoto del 1976 si porterà via. Prima segnalato e consigliato, poi raccomandato dalla Curia di Udine, decorerà una cinquantina di edifici sacri, tra cui il santuario di Castelmonte e quello della Madonna Missionaria di Tricesimo. Parte con la giardinetta bianca carica di colori e pennelli il lunedì, rientra a casa il sabato. In estate porta con sé il primogenito Sergio. Viene a contatto con artisti del calibro di De Cillia, Bront, Mitri, 62

Zigaina, ma col tempo dirada gli incontri, assorbito dagli impegni nelle chiese e negli ambienti privati e signorili. I suoi soggetti preferiti, oltre gli affreschi sacri, sono i frutti della terra friulana, le nature morte, i ritratti e i paesaggi cividalesi. Opere che raccontano di un uomo schivo e di un artista rigoroso. «Più che nei cataloghi commerciali, mio padre continua a vivere nel cuore di chi l’ha conosciuto e nel cuore di chi ama e sa leggere le sue opere, dovunque esse siano». Lo ricorda così, Sergio Gentilini (Moimacco 1938), infanzia tra il secondo conflitto mondiale e il dopoguerra, cresciuto dentro l’arte, sebbene la sua passione sia la scrittura. Dedica la vita alla catalogazione e alla divulgazione delle opere del padre anche attraverso la promozione di mostre. All’istituto magistrale di San Pietro al Natisone è uno dei più attivi redattori de “Il lumicino”. Tre anni come istitutore al Toppo Wasserman di Udine, e quindi si diploma assistente sociale all’Università di Urbino. Assunto in Zanussi il 19 febbraio 1962, è responsabile delle attività sociali e ricreative, a stretto contatto con “sior Lino”. Resterà in azienda sino al 1992. «A casa nostra arrivavano tanti personaggi del mondo dell’arte, ricordo le rassegne di don Luciano Padovese: venni così a contatto con quel mondo, di cui comunque facevo già parte aiutando mio padre». In azienda conosce Tina Emmanuele, che lavora nella segreteria del fratello maggiore di Lino, Guido Zanussi. Sono sposati dal 1964, dal 1968 abitano nel paese della moglie, Roveredo in Piano, dove Sergio Gentilini si integra immediatamente, fonda la Pro loco e la biblioteca, concorre all’amministrazione del bene comune, promuove mostre e conferenze culturali, è segretario della scuola materna, valorizza e interagisce con l’artista locale Antonio Sampaolo e diversi altri.


Critico d’arte, tiene conferenze e presentazioni in Friuli, in Veneto, ma gli sono care soprattutto Pordenone e Sacile: «Quante presentazioni, alla Galleria Grigoletti...». Anziano del lavoro, consigliere della Filologica friulana, ha in curriculum decine tra libri e cataloghi, soprattutto di storia locale (l’ultimo in ordine di tempo, la completa Storia di Roveredo, edizioni Biblioteca dell’immagine), emigrazione (ispirato dalla storia del suocero), arte e poesia. Ha ottant’anni, ma – fortunatamente – nessuna voglia di posare la penna sulla scrivania. 63


bcc sostegno

Giuseppe Ragogna

Un soffio di umanità

Viaggio in kenya nel cuore del volontariato

Dalla baraccopoli di Mukuru, nella periferia di Nairobi, alle missioni cattoliche di Mugunda e di Sirima, sugli altipiani centrali del Kenya: è l’itinerario del mio reportage giornalistico nel cuore del volontariato per dare voce a un pezzo di Italia che opera in silenzio, con lo spirito del Buon Samaritano. Volevo cogliere la dimensione di tante azioni umanitarie, che in alcuni casi sono spinte dalla fede e in altri casi semplicemente da un impegno civile. La solidarietà non ha confini né colori. Lungo il percorso ho constatato il segno delle attività; ho ascoltato testimonianze; ho continuamente aperto l’agendina per scrivere appunti. Il viaggio è partito dal buio per raggiungere uno sprazzo di luce: il buio dell’inferno degli slum che circondano la metropoli, dove centinaia di migliaia di persone sopravvivono (perché la loro non può essere definita vita) con gli scarti recuperati dalle immense discariche; la luce della speranza di futuro che si vive nei piccoli villaggi, i quali sono vere e proprie oasi di umanità, dove anche la miseria recupera dimensioni dignitose. Laggiù si incontrano ovunque numerosi volontari che lavorano per realizzare progetti di cooperazione. Vivono concretamente il valore della solidarietà in prima linea. Ecco il senso del titolo del libro: “Un soffio di umanità”. Dentro ci sono tante storie vissute in anni di impegno. Ci sono i sogni realizzati, dopo un duro lavoro con gli africani. Il fulcro delle attività ruota attorno alle missioni cattoliche, dove lavorano sacerdoti e suore di ogni ordine religioso, medici e infermieri, semplici volontari che fanno la spola tra

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l’Italia e l’Africa. Il motto dei missionari, in quelle terre lontane, è semplicemente legato al valore umano della vita: vogliono crescere con le comunità locali. Rispettano la loro cultura e parlano la loro lingua, assai complicata, per questo sono riconosciuti come punti di riferimento. Non c’è alcuna discriminazione di carattere religioso, o sociale, nel loro lavoro quotidiano, “perché nessuno chiede a chi è in condizioni di bisogno le credenziali della propria identità, si aiuta chi ha avuto la sfortuna di nascere dalla parte sbagliata del mondo, quella più povera”. La priorità è la costruzione dell’uomo, nel rispetto di ogni forma di dignità; poi può esserci l’evangelizzazione, ma nasce senza alcuna costrizione. Gli obiettivi sono irrinunciabili: prima le scuole, gli istituti professionali per imparare un mestiere, le fattorie didattiche, i piccoli ospedali, gli acquedotti; poi le chiese, perché si può pregare benissimo anche nelle baracche di legno e di lamiera sparse nella savana. Anzi, si sprigiona maggiormente l’energia spirituale di quelle popolazioni. Sono nati così significativi modelli di sviluppo, che marcano la validità del percorso “aiutiamoli a casa loro”. Si tratta di atti concreti di solidarietà, non di vuoti slogan per raccattare qualche voto in più. Il Kenya non alimenta flussi migratori. Dal colloquio di commiato da don Romano Filippi e don Elvino Ortolan, i due sacerdoti della nostra diocesi che hanno coordinato la mia presenza nelle loro missioni del Kenya, è maturata l’idea della pubblicazione di un libro che racco-

gliesse le testimonianze: “Scrivi quello che hai visto, anche così puoi partecipare alla crescita delle nostre comunità”. Ho messo in ordine gli appunti. Ho scaricato un po’ di foto dal cellulare, scegliendone una per la copertina. Quella dei due ragazzini, che si affacciano sorridenti dalla finestra sgangherata della scuola, è un’immagine che incarna una visione di futuro. In Africa, gli studenti percorrono quotidianamente chilometri e chilometri, a piedi, per studiare e alimentare così la speranza di una vita migliore. La cultura è un seme di riscatto sociale. Ho puntato su quei due bambini, sereni nella loro espressione, perché rappresentano la straordinaria energia africana. I Paesi del Continente Nero sono infatti i più giovani del mondo. C’è quindi bisogno di cooperazione per creare condizioni di crescita “a casa loro”. Soltanto così si aiutano le popolazioni e, indirettamente, anche l’Europa impaurita dall’immigrazione. Nessuno scappa se c’è un progetto di futuro. Dal Kenya non si va via. L’Africa esige però il rispetto della sua dignità per non essere usata come terra di conquista con l’obiettivo di depredarne le risorse. Tutti i proventi della vendita del libro (prezzo di copertina 10 euro), grazie anche al contributo della Bcc Pordenonese per le spese di stampa, sono devoluti a sostegno delle scuole di Mugunda e di Sirima e per i lavori di costruzione di un asilo nella baraccopoli di Mukuru.


La capitale Nairobi è circondata da un centinaio di slum che si trovano ai margini delle discariche. Le baracche sono accatastate le une sulle altre, divise da viottoli che hanno la funzione di fogne a cielo aperto. Nell’immagine, la baraccopoli di Mukuru, che in lingua kikuyu significa proprio “discarica”.

Funzione religiosa nei pressi di una chiesetta cattolica, nel cuore degli altipiani centrali. Si prega sotto l’ombra di una grande acacia, pianta sempreverde con un’ampia chioma a ombrello.

La preparazione della bevanda caratteristica: il chai. Si tratta di un tè aromatizzato e mescolato a lungo con latte appena munto. Ha il sapore forte del caffelatte affumicato.

Attività didattica in una scuola elementare di Mugunda. Per raggiungere gli istituti gli studenti percorrono a piedi anche più di dieci chilometri.

Vita nel mercato, sempre affollato, del villaggio dove si trova la missione cattolica di Mugunda, guidata da don Romano Filippi.

tutte le foto sono di Giuseppe Ragogna, autore del libro 65


bcc arte soci

La scultura è la mia casa Arianna Gasperina in arte Arya Legame Profondo Legno di Larice - h 180 cm - ph Rivier De Mari

Il Liceo Artistico di Oderzo mi diede la possibilità di capire quanto trasporto avessi nei confronti della materia. Lavoravo creta e gesso, amavo sporcarmi le mani, sentire le forme prendere vita sotto i polpastrelli. Un giorno mi chiesero cosa volessi fare da grande. Risposi: SCULTORE! Michelangelo Buonarroti e Auguste Rodin mi riempivano occhi e anima. Al Liceo realizzai due busti di donna grandezza naturale, in creta e poi gesso. Tutto partì da lì. Venni affiancata da Maestri d’Arte condividendo idee, tempo e spazi. Percorso in cui mi sono misurata con materiali differenti. Lavorazione della creta, gesso e bronzo, materiali sempre modificabili. Contrariamente a pietra e legno che richiedono un abilità differente che sta nell’atto del togliere per arrivare alla figura, questa diventò la mia sfida! Mi innamorai al legno, sentendomi 'capita' da quelle venature profumate, non sempre duttili, con diversi caratteri rispetto la pianta. L'ascoltare le fibre, capirne la risposta, e darne forma. Non adopero il legno come un materiale inerme, instauro un dialogo non 'solo' tra me e 66

Tra Terra e Cielo Cedro del Libano - h 240 cm - ph Rivier De Mari

la scultura, ma ascoltando la pianta ridandogli vita eterna. Una poesia che coinvolge e avvolge. Il legno si modifica come l'essere umano, il passare degli anni impreziosisce per il racconto di se. Le Opere sono strettamente legate ai passaggi di vita. Ad esempio 'Tra Terra e Cielo', scultura d'angelo alta due metri e mezzo, in cedro del libano, realizzata per un'esposizione sul Catinaccio, da cui ne è nato il libro 'DolomiArt' e un film proiettato al Film Festival di Trento nel 2012. Alata, femminile, materna e potente, esprime il desiderio di voler accarezzare il cielo. L'Arte ha il dovere e potere di trasmettere 'il Bello', il 'Bello che Parla'. Scaturire emozioni che toccando il profondo, dialogo fatto 'in punta di piedi', con rispetto, dolcezza, forza e determinazione, è così che attraverso la mia Arte desidero far riflettere, dialogando, raccontando, sviscerando emozioni forti, portando a galla quel bisogno che ognuno di noi ha, senza timori. I soggetti nascono dalla vita, da una sensazione, un sentimento che naviga nel petto. Focalizzo una forma, una linea, la traccio su un foglio per renderla più reale e 'capirla', dialogare con quel che sento e dargli forma, forza espressiva. Un

fluire dentro il materiale, grazie al continuo studio e cercando una perfezione tecnica del tutto personale lasciandomi trasportare dalle emozioni. Ogni scalpellata la percepisco perdendomi nei volumi. Istintivamente trasferisco le parti più intime dentro la materia ed è emozione. Credo nell’educazione al bello. Il creare per me ha bisogno di quiete, infatti amo la Natura, dona equilibrio interiore, forza e pulisce i pensieri. Ascoltare i silenzi perdendomi nell’osservare. E così realizzo Arte Contemporanea che viene capita, ascoltata, sentita in ogni sfumatura e profumo che i suoi volumi emanano. Forme che grazie ad un istinto forte, innato, con tecnica, arrivano a dialogare nella semplicità. Dal 1999 frequento Simposi anche di carattere internazionale, su legno e pietra. Sono "Laboratori a cielo aperto”, eventi artistici in cui si riuniscono esponenti dell'arte Contemporanea dall'Italia e dal mondo e interviene un sano confronto ideologico di vita, dell'Arte, del come lavorare la materia. Ho uno stile riconoscibile, figurativo fresco ed impetuoso. Il legno lo scolpisco al novanta per cento a motosega, definendo le


figure solo in alcune parti, come delle messe a fuoco. Sulla pietra e marmo intervengo in modo analogo, cambia l'attrezzatura, lentezza e costanza sono il ritmo su questi materiali. E così gioco pieni e vuoti tra superfici ruvide e quelle finemente lavorate. Mostre ed esposizioni mi hanno vista partecipe in Italia, Svizzera ed Austria, ricevendo riconoscimenti in gare, mostre ed ex tempore anche a livello internazionale. In regione un'opera di rilevante importanza è presso la Prefettura di Gorizia realizzata con Pietre del Friuli, Aurisina e Piasentina, mentre opere lignee sono presenti nella chiesa di S.Valeriano a Codroipo, vicina a Villa Manin, dove si possono ammirare la Via Crucis e un Cristo Risorto in cui ho dato un nuovo volto a raffigurazioni classiche. Presso il Duomo di Codroipo ho realizzato Altare ed Ambone e a Valvasone il monumento voluto dall'Anmil dedicato agli infortuni sul lavoro. A Pordenone in parco S.Valentino, è presente una figura d’Angelo alto quasi tre metri in legno di Cedro del Libano, progetto che ha ridato vita ad alberi malati, piante storiche di Largo S.Giovanni. Uno dei primi lavori, su bronzo, fù un ritratto in memoria di una figura importante per Pordenone, don Ziggiotti, lastra posizionata all'ingresso del istituto Don Bosco. A Caorle lungo la scogliera, 'respira' un'Opera in pietra d'Istria. Altre in Trentino, a Baselga di Pinè, a Spiazzo in Val Rendena e a Mezzolombardo, proseguendo poi in Piemonte dove ho lavorato un castagno secolare con dimensioni notevoli, 3.50 mt di altezza con diametro 1.20 mt, fino ad arrivare in valle d'Aosta nel museo a cielo aperto di Chemp. A Poschiavo in Svizzera, Opere di notevole dimensione, altezza 6 metri, realizzate per un percorso naturalistico. In Austria un Opera è all'interno di un parco sculture. Tra le collaborazioni spicca la bella avventura con il gruppo di musicisti di San Vito al Tagliamento, gli :Empatia:, la copertina del loro ultimo album ha come emblema le mie Opere lignee che attraverso scatti fotografici di Al Bruni, cantante e fotografo di professione, sono diventate parte integrante dell'album. Infine la nascita di un progetto in cui le Opere vengono immortalate tra le Dolomiti dal fotografo bellunese Rivier De Mari. Essere scultore per me è missione di vita, un creare collegamenti facendo scaturire tra mente e cuore importanti sensazioni e sentimenti. Mi trovate su FB digitando il mio nome, mentre il sito web dopo anni è in allestimento.

ph Rivier De Mari

AryA Arianna Gasperina - scultrice ariannagasperina@gmail.com 3407019760

Rivier De Mari

Culla di Vita Legno di Pino Cembro - h 150 cm - ph Al Bruni

Lasciatemi Volare Legno di Pino Cembro - h 165 cm - ph Al Bruni

Legame Profondo Legno di Larice - h 180 cm - ph Al Bruni

Tra Terra e Cielo Cedro del Libano - h 240 cm - ph Al Bruni 67



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