editoriale
Affrontare le sfide del nuovo anno con il supporto dei propri valori fondanti, significa per il Gruppo Bcc partire con una marcia in più e trovare appunto nella propria identità cooperativa le suggestioni per fronteggiare un presente sempre più connotato da cambiamenti, richieste legate alla transizione ambientale ed alla sostenibilità, ai processi di digitalizzazione ed a quelli di rafforzamento delle economie sociali.
Sono tre le grandi questioni che il Presidente Antonio Zamberlan evidenzia nell’intervento riportato in questo numero come richieste fondamentali da tenere in considerazione in un prossimo futuro per dare risposte in sintonia con lo spirito e la specifica identità cooperativa di BCC.
La prima risposta viene prefigurata come un accompagnamento alla ristrutturazione delle filiere produttive prestando attenzione soprattutto a fornire servizi, consulenza e risorse per investimenti alle PMI, alle microimprese e al lavoro autonomo nella grande transizione ambientale, digitale e demografica.
La seconda nel creare connessione tra studio e lavoro per i giovani con l’attivazione di strumenti e canali di personalizzazione della presa in carico.
La terza viene individuata nello sviluppo di forti economie sociali nei centri urbani e non, rafforzando la solidarietà nei confronti di persone fragili, malate, povere ed escluse, come gli anziani soli, purtroppo in crescita.
Tutto ciò, come sottolinea il Direttore Generale Pilosio nel suo contributo, tenendo sempre in primo piano uno degli elementi distintivi di BCC, il radicamento e l’attenzione dedicata al contesto territoriale. Che è stato teatro di eventi atmosferici estremi, quali siccità, incendi, grandinate, mareggiate con alcuni effetti negativi sul turismo, sull’agricoltura e sulla filiera collegata. Un contesto territoriale nel quale le BCC possono appunto svolgere un ruolo fondamentale, per finanziare e sostenere progetti che rispettano i criteri ESG, cioè i criteri della sostenibilità ambientale, sociale e di governance.
La sostenibilità si configura dunque per il Gruppo BCC Iccrea, come evidenzia nella sua relazione anche Felicita De Marco Responsabile Group Sustainability & ESG Strategy uno degli elementi significativi del modo di essere al fianco delle comunità. Il Gruppo infatti, oltre ad adottare ed applicare in “prima persona” la cultura della sostenibilità, è impegnato a creare i presupposti affinché le BCC garantiscano un futuro stabile fornendo ai propri soci e clienti le competenze, il supporto e gli strumenti utili ad affrontare nel presente le esigenze presentate dalla trasformazione in atto.
Ad aprile 2022 il Gruppo ha adottato il Piano di sostenibilità 22-24, integrato nel Piano Strategico. Tra le iniziative più importanti del Piano si evidenzia progetto di supporto alle PMI, da attuare in coerenza con la vocazione storica di supporto e vicinanza al territorio ed alle comunità, attraverso il quale il Gruppo intende accompagnare le micro e piccole aziende clienti nel processo di transizione sostenibile
I valori fondanti accompagnano e legano le iniziative del Gruppo e caratterizzano tutte le attività sociali descritte in questo numero della rivista il Caffè. Come simbolo positivo per il futuro ed augurio di speranza per il nuovo anno, brillano in questo del Caffè gli obiettivi di merito scolastico raggiunti da 102 giovani soci e figli di soci, che sono stati premiati da BCC Pordenonese e Monsile al Teatro Verdi di Pordenone, alla presenza delle famiglie, degli Amministratori e dei vertici aziendali. Un dato che illumina questo Natale di speranza e fiducia nei valori cooperativi: complessivamente dal 2020, la Banca ha erogato oltre 240 mila euro premiando 338 giovani che hanno raggiunto l’eccellenza nei loro traguardi scolastici.
Marina StroiliCooperare per uno sviluppo sostenibile
Cara Socia, Caro Socio,
Un momento speciale per coinvolgere tutto il Credito Cooperativo locale, regionale e nazionale e per offrire dall’osservatorio veneto e del nordest un contributo di conoscenza, di approfondimento e di dibattito sui grandi temi che attraversano il nostro territorio sotto il profilo economico e finanziario, ma anche sociale, culturale e di salvaguardia dell’ambiente.
Il Credito Cooperativo Veneto e la Federazione rilanciano il modello territoriale guardando alle sfide future e ai grandi temi dell’attualità. Le BCC oggi hanno maturato la consapevolezza del loro ruolo di sostegno alle imprese e al tessuto socio-economico produttivo puntando su capacità di ascolto, servizio, qualità della relazione e innovazione. E a Padova il 28 e 29 ottobre il mondo della cooperazione di credito si è riunito nella prestigiosa Aula Magna dell’Università di Padova, l’Istituzione che quest’anno celebra i suoi primi 800 anni di vita, per riflettere e per programmare le azioni future.
Ho partecipato a questo appuntamento con interesse, vivendo a tutte le tappe di avvicinamento, dalla preparazione degli argomenti, alla scelta dei relatori, che ci hanno in molti casi appassionato e incoraggiato ad agire per disegnare le tappe di uno sviluppo sostenibile consapevole, attento, non solo di facciata, ma di contenuto. Il filosofo Umberto Galimberti, il geologo Mario Tozzi, gli economisti Paolo Gubitta, Veronica De Romanis, Antonio Parbonetti, ma soprattutto Padre Ermes Ronchi e poi il Governatore Zaia hanno offerto un viatico per riappropriarci di quei valori autentici della nostra mission, dello spirito di servizio, di mutualità, socialità e attenzione alle comunità locali che hanno ispirato fin dagli anni ottanta dell’Ottocento l’azione dei Padri fondatori delle odierne Banche di Credito Cooperativo.
E oggi dopo quasi 140 anni da quella prima esperienza, che fece scuola in Italia, possiamo dire che l’impegno delle nostre Banche non è mutato nella sostanza, visto che in media il 72% del risparmio raccolto dalle BCC diventa
credito per l’economia locale, il 95% dei finanziamenti erogati è destinato alle imprese, alle famiglie e alle associazioni dello stesso territorio in cui le BCC raccolgono il risparmio. E almeno il 70% degli utili netti è destinato a riserva legale, mentre la quota di utili rimanenti è destinata a fini di beneficenza o mutualità.
Riteniamo che il futuro richieda di concentrarci su tre grandi questioni: l’accompagnamento della ristrutturazione delle filiere produttive guardando non solo in alto, ma soprattutto a fornire servizi, consulenza e risorse per investimenti alla base della piramide, alle PMI, alle microimprese e al lavoro autonomo nelle grande transizione ambientale, digitale e demografica; la connessione tra studio e lavoro per i giovani con l’attivazione di strumenti e canali di personalizzazione della presa in carico; lo sviluppo di forti economie sociali sia nei centri urbani che nelle aree di margine, mobilitando anche la silver economy per rafforzare le solidarietà comunitarie ai fragili, malati, poveri ed esclusi, come gli anziani soli, purtroppo in crescita.
Con questo bagaglio ho intrapreso il recente viaggio in Ecuador, dove ho voluto verificare da vicino, da vero cooperatore, l’esperienza entusiasmante di Bepi Tonello e l’avvio di progetti di cooperazione internazionale sul credito e sul microcredito a quella popolazione antica e operosa.
Le nostre BCC da anni ormai sono partner di quella esperienza meravigliosa, che ci stimola, che ci riporta alle nostre origini e che rinsalda i nostri fondamenti anche nello spirito. Il nostro investimento è stato ben valutato e ben custodito. Perché per crederci davvero e ottenere risultati non servono solo soldi e mezzi, ma ci vuole soprattutto rispetto, passione, idee. Ad aprile avremo qui con noi Bepi Tonello e potremo approfittare di questa sua presenza per farci raccontare ancora una volta questa splendida avventura.
A tutti voi, alle vostre famiglie e alle persone che ci leggono e che ci seguono porgo, anche a nome del nostro Consiglio di amministrazione, i migliori auguri di buon Natale e di Buone Festività.
I migliori auguri
di Buon Natale e di un Anno di pace, serenità e nuovi sogni da realizzare, insieme!
Impegno, coraggio, responsabilità
Cara Socia, Caro Socio,
Da gennaio il mondo è cambiato di nuovo. Ci eravamo forse illusi di aver lasciato da parte i momenti più duri legati alla pandemia e alla sua gestione e si intravedeva un certo ottimismo. L’economia aveva mostrato segnali incoraggianti e concreti di ripresa e si respirava fiducia, voglia di ricominciare, voglia di riappropriarci di spazi e di relazioni umane. Poi i venti di guerra, i costi energetici schizzati improvvisamente in alto ben prima della guerra alle porte dell’Europa. Ci siamo trovati in uno scenario mutato improvvisamente ancor prima di aver ritrovato una sua normalità.
Proprio in questo contesto delicato e profondamente instabile si sono verificati eventi atmosferici estremi, siccità, incendi, grandinate, mareggiate anche nel nostro territorio con effetti negativi che si sono riverberati sul turismo, sull’agricoltura e sulla filiera collegata. È stata davvero un’estate calda e torrida, che ci ha investiti di sensi di colpa e di assunzioni di responsabilità.
Responsabilità per la cura del pianeta, troppo a lungo rimandata in virtù di uno sviluppo economico molto poco sostenibile. Ci siamo resi conto finalmente che quanto prevedevano gli scienziati è un pericolo vero e incombente se non corriamo ai ripari. La ricerca di politiche concrete legate alla sostenibilità dei processi produttivi e di fonti alternative energetiche green non può essere rinviata ancora. È un nostro dovere.
E in questo le BCC possono svolgere un ruolo fondamentale, che già si sono assunte pienamente per finanziare e sostenere progetti che ricadano nelle maglie dei cosiddetti criteri ESG, per una sostenibilità che non sia solo una sensibilità a parole, ma che si traduca in atti concreti.
Su questo fronte la nostra Banca si sta muovendo e questo sarà l’obiettivo comune verso le direttive dell’Agenda Onu 2030. Stiamo trovando in questo senso un dialogo interessante a tutti i tavoli e i livelli, con le Istituzioni, le Associazioni di categoria, le parti sociali, l’associazionismo diffuso nel territorio, i privati, le imprese.
Ed è stato per me un piacere incontrare molti di voi, cari Soci, nell’ultimo evento di poche settimane fa, dedicato all’ascolto, alla condivisione ed al confronto e che ha registrato un incredibile successo di adesioni.
Un’occasione, di nuovo possibile per illustrarvi i dati della Banca, in costante consolidamento e crescita e per comunicarvi l’ottimo andamento che contraddistingue la gestione strategica e operativa dopo l’avvenuta fusione tre anni fa.
Ci stiamo preparando quindi a fronteggiare il periodo che verrà assicurando sostegno e attenzione alle famiglie e alle imprese. Lo facciamo con serietà e con la consapevolezza di aver lavorato in questi anni per assicurare integrazione delle aree, efficienza, stabilità e soprattutto solidità.
Soprattutto non abbandoniamo il territorio.
È proprio dal territorio, dai progetti e dalle idee che emergono eccellenze e spinte all’innovazione.
A voi dunque l’augurio di un anno prospero, che porti valori, che porti impegno, coraggio, responsabilità.
L’importanza della sostenibilità per il Gruppo BCC Iccrea
Felicita De Marco Responsabile Group Sustainability & ESG StrategyL’impegno per la crescita della nostra economia e l’attenzione alla sostenibilità sociale e ambientale sono al centro della mission del Gruppo BCC Iccrea. Si tratta di valori che fanno parte del patrimonio storico delle BCC affiliate - trovando espressione nell’art.2 del loro Statuto – e, nel contesto attuale, rappresentano un’opportunità per riaffermare i principi del Credito Cooperativo.
La sostenibilità oggi è una scelta prioritaria del Gruppo, un principio che guida le scelte strategiche in quanto influirà progressivamente sullo sviluppo economico e sociale futuro - stante che gran parte delle politiche europee muovono verso un unico obiettivo: indirizzare le risorse finanziarie verso investimenti ed impieghi sostenibili.
In tale contesto, il Gruppo vuole essere motore bancario del cambiamento sostenibile e socialmente inclusivo dei modelli di sviluppo delle comunità locali, al fine di rafforzare il ruolo sociale nei territori in cui opera e promuovere un impatto sociale positivo e una transizione sostenibile che non lasci indietro nessuno.
Rilanciando la sua identità storica, il Gruppo ha quindi avviato un percorso evolutivo funzionale alla progressiva integrazione dei fattori ESG nei processi aziendali che compendia una com -
ponente orientata ai numerosi e complessi adeguamenti normativi e una rivolta alle iniziative di natura strategica e di supporto alla clientela.
Per quanto attiene alla componente normativa, a fine 2021 è stato attivato un intenso programma progettuale, il Programma ESG , volto a traguardare l’integrazione dei fattori ESG in tutti i processi bancari. Ne sono interessati la governance, le strategie, la gestione dei rischi nonché i processi creditizi e di risparmio gestito. È chiaro, quindi, che non vi sono ambiti di attività esclusi dalla grande rivoluzione in atto.
In prima istanza si è intervenuti sulla governance, rafforzandone i presidi in ottica ESG. È stato costituito un comitato endo-consiliare dedicato (il Comitato ESG ) e sono stati realizzati importanti interventi su tutta la struttura organizzativa: è stata costituita una funzione centrale di gestione e coordinamento della sostenibilità, definiti presidi specifici a livello delle funzioni aziendali di controllo e si è agito a livello locale, introducendo un focal point ESG in ciascuna BCC (l’ ESG Ambassador ).
È stato anche attivato un intenso programma formativo , per espo -
nenti e dipendenti, al fine di diffondere la cultura della sostenibilità. Con riferimento alle iniziative afferenti alla componente strategica, il Gruppo ha varato ad aprile 2022 il Piano di sostenibilità 22-24 , integrato nel Piano Strategico, che contempla 13 macro-obiettivi e oltre 70 target lungo i 3 driver di sostenibilità (E, S, e G).
Tra le iniziative più importanti del Piano, rileva il progetto di supporto alle mPMI grazie al quale il Gruppo, nel solco della sua tradizione storica di supporto e vicinanza al territorio e alle comunità, intende accompagnare le micro e piccole aziende clienti nel processo di transizione sostenibile.
È questo il ruolo principale che il Gruppo svolge attraverso le BCC affiliate sui territori di insediamento: non solo valuta il rischio dei clienti anche attraverso le metriche ESG, ma agisce accompagnando e supportando la clientela nel processo di cambiamento in atto.
In un contesto di mercato che sta spostando le proprie scelte di acquisto verso prodotti e servizi sostenibili, le mPMI sono infatti destinatarie - direttamente e indirettamente - del nuovo plesso normativo in materia ESG e, in particolare, delle direttive europee che ampliano il numero delle imprese soggette, in via obbligatoria, a produrre il S ustainable Reporting e introdurranno un obbligo, lungo
tutta la catena del valore, di Due Diligence sui rischi potenziali ed effettivi relativi a diritti umani e ambiente.
Grazie a questo progetto, il Gruppo intende anticipare le azioni che le mPMI dovranno realizzare per effetto degli impatti normativi e delle nuove esigenze del mercato, creando consapevolezza sugli impatti che la transizione avrà sul loro business, sul posizionamento ESG e proponendo azioni di evoluzione e di supporto anche finanziario.
Al di là di questo progetto, è importante ricordare la costituzione e il finanziamento – tramite BCC Calabria Ulteriore – della prima Comunità Energetica ( Comunità Energetica Critaro ) e il supporto costante garantito da alcune società del Gruppo ( BIT Spa e Consorzio BCC Energia ) nel fornire strumenti utili per un uso razionale delle energie e delle fonti energetiche rinnovabili.
Da tutte le iniziative richiamate risulta chiaro che la sostenibilità rappresenta, per il Gruppo BCC Iccrea, un elemento centrale del suo essere al fianco delle comunità. Oltre ad adottare in “prima persona” la nuova cultura, il Gruppo si impegna, infatti, a creare i presupposti affinché le BCC garantiscano un futuro stabile fornendo ai propri soci e clienti le competenze, il supporto e gli strumenti utili ad affrontare, da subito, la trasformazione in atto.
Ritroviamoci!
La Festa del Socio a Treviso raddoppia
80.000 clienti
Dopo due anni di pandemia il Consiglio di Amministrazione della BCC ha fortemente voluto incontrare fisicamente i Soci, per un momento di festa e di condivisione di valori del Credito Cooperativo, mettendo al centro il valore primario della banca: le persone.
I Soci sono importanti interlocutori del nostro operare per i territori nei quali offriamo i nostri servizi e il nostro presidio, in termini
di crescita economica e sociale e per noi è importante trovare occasioni di confronto e ascolto, come questa ha esordito il Presidente Antonio Zamberlan accogliendo i Soci. L’iniziativa ha avuto sin da subito una grandissima partecipazione al punto che abbiamo immediatamente voluto raddoppiare l’evento, proponendo una seconda serata, per includere tutti i Soci che hanno manifestato il desiderio di prendere parte all’incontro ha sottolineato con orgoglio il Presidente.
La Cena sociale è stata organizzata presso “Prato Fiera” a Treviso per oltre 1300 Soci nelle serate del 3 e 4 novembre 2022, segno tangibile del desiderio di partecipazione attiva e del profondo coinvolgimento dei Soci alla vita della propria Cooperativa. È stata anche l’occasione per illustrare ai Soci presenti i risultati di bilancio conseguiti nell’ultimo triennio, ovvero dall’unione delle due realtà avvenuta nel 2019.
Il report ha dimostrato una crescita dal punto
di vista di: numero di soci (da 18.170 a oltre 20.000) del numero di clienti (da 76.126 a oltre 80.000), numero di conti correnti (da 73.256 a oltre 77.000), dal volume della raccolta diretta della clientela (da 2.001.113 a oltre 2.400.000) e degli impieghi vivi (da 1.555.043 a oltre 1.700.000).
Durante l’evento il Direttore Generale Gianfranco Pilosio ha confermato l’impegno della Banca nei confronti della promozione e dello sviluppo della comunità locale informando del contributo del valore di 22.000 euro a sostegno dei lavori di restauro della penitenzieria della Chiesa e Convento di San Francesco di Treviso, significativo punto di riferimento per l’intera comunità trevigiana.
Durante la serata presente anche il Sindaco di Treviso, Mario Conte, che con il suo intervento ha ringraziato nuovamente la Banca definita come un partner sempre disponibile ed attento alle esigenze del territorio. Presenti anche molti Primi Cittadini dei Comuni
della provincia di Treviso a testimoniare la volontà di esserci per i territori e di rafforzare i legami fra le comunità.
Il Direttore Generale Gianfranco Pilosio ha poi evidenziato che, a conferma della volontà di prestare concretamente ascolto ai propri Soci, in fase di prenotazione è stata offerta la possibilità di porre quesiti su diversi temi di interesse rispetto alle attività della banca e le risposte puntuali sono rimaste consultabili, dai Soci presenti ai due appuntamenti, attraverso una apposita pagina digitale raggiungibile tramite QRCode.
Durante la prima serata ha preso la parola
Chiara Manassero , in qualità di referente della Consulta Giovani Soci Young Bankers, per illustrare le attività promosse nel periodo e proporre ai tanti giovani soci presenti di entrare a far parte della comunità di giovani cooperatori per contribuire ad arricchire la progettualità della consulta attraverso l’apporto e il confronto di idee ed esperienze.
Nella seconda serata, ha preso la parola il Vice Presidente Walter Lorenzon per rappresentare nel concreto il supporto della BCC in tutto il territorio di competenza, oltre 110 comuni, realizzato attraverso il sostegno di iniziative locali di interesse
sociale, culturale ed assistenziale anche tramite l’azione della Fondazione Banca di Credito Cooperativo Pordenonese e della Associazione San Pietro Apostolo OdV, a valere sul più ampio stanziamento di 800mila euro appostati al Fondo di beneficenza.
È seguito poi l’intervento del Presidente di Serenissima Mutua Mauro Verona, per sottolineare e confermare l’impegno della medesima nella valorizzazione dei principi di mutualità e solidarietà, principalmente attraverso attività sanitarie, di welfare famigliare e di programmi di educazione alla prevenzione.
Fondazione BCC Pordenonese & Consultorio Noncello:
continua il sostegno a famiglie ed adolescentiUn altro anno scolastico è iniziato e, fortunatamente, i rigidi limiti imposti dalla pandemia negli anni più recenti stanno lasciando spazio ad alcune rinnovate libertà ed alla possibilità di riassaporare i legami in modo diverso. Ritornare a relazionarsi con un volto intero, con tutte le sue espressioni ed emozioni, e non più con ciò che si può intravedere oltre una mascherina, rappresenta, soprattutto per i ragazzi nel mondo della scuola, un importantissimo passo verso una “normalità” quasi ritrovata.
Dal 2020 ad oggi, i servizi che si occupano di salute mentale, ai quali appartengono anche i Consultori, hanno fronteggiato giorno dopo giorno con fatica, e talvolta con impotenza, l’esponenziale aumento di richieste, soprattutto da parte di giovani e di genitori di adolescenti, situazione che si è protratta fino all’arrivo della scorsa estate. Sul territorio, i nostri operatori hanno continuato a garantire i due interventi che ci vedono maggiormente coinvolti nelle scuole: gli
sportelli psicologici d’ascolto e il progetto sulla resilienza, tema centrale per grandi e piccoli soprattutto per far fronte agli effetti della pandemia. In questo modo, è stato possibile intercettare moltissime richieste d’aiuto, constatando, in seguito al nostro intervento, la positiva evoluzione di molte di esse. Questi nostri interventi sono stati offerti in modo totalmente gratuito a diverse scuole di Pordenone e provincia, grazie al sostegno, rinnovato di anno in anno e sempre più consistente, della Fondazione BCC Pordenonese. Dare fiducia ad un servizio come il nostro e scegliere di investire sul benessere dei giovani e, conseguentemente, delle famiglie, è segno di grande consapevolezza e senso di responsabilità nei confronti della collettività. In particolare, il contributo della Fondazione ci ha consentito di offrire il servizio di sportello psicologico alle scuole “Pertini” e “Zanussi” di Pordenone, “Le Filandiere”, “Sarpi” e “Freschi” di S. Vito al Tagliamento, svolgendo, solo nel primo semestre del 2022, ben 323 colloqui rivolti a 253 persone, a fronte dei 465 colloqui svolti e delle 326 persone incontrate nell’intero anno solare 2021. Allo stesso modo, ci è stata data anche la possibilità di garantire a ben 17 classi il progetto “La resilienza: il potere delle mie risorse”, di cui hanno usufruito, nel primo semestre di quest’anno, 7 classi seconde degli istituti secondari del territorio (“Freschi”, “Le Filandiere” di S. Vito al Tagliamento, Isis di Sacile e Brugnera). Le classi restanti sono pronte ad accogliere i nostri operatori in questi mesi, così come le diverse sedi scolastiche che offrono agli allievi il servizio di sportello.
Una rete virtuosa che aiuta quasi 10mila persone
Loris Paolo Rambaldini Presidente Ass. S. Pietro Apostolo OdVUn "immensamente grazie" rivolto a tutti i volontari e alle loro famiglie che anche quest’anno hanno donato il proprio tempo mettendolo a disposizione della comunità. Questo lo scopo della cena sociale che dopo due anni di interruzione - dovuti alla pandemia - è stata nuovamente organizzata per volontà della Fondazione Bcc Pordenonese nella sede della Pro Loco di Bannia e preparata dall’associazione I Maggio di Fiume Veneto. È stata l’occasione per convocare tutti coloro che partecipano al progetto Centro Unico Trasporti Assistenziali (Cupta), ovvero la rete avviata nei primi anni Duemila che unisce 13 associazioni, i cui volontari si mettono a disposizione per guidare auto e furgoni per traspor-
tare persone non autosufficienti o pazienti che vivono nell’area dell’ambito sud (Distretto del Sile). Una generosità che si quantifica nei numeri aggiornati al 30 settembre 2022: sono 9850 le persone che sono state trasportate e 6700 le ore messe a disposizione dai volontari. E ancora, 7160 i viaggi e 195mila i chilometri percorsi. I mezzi vengono acquistati dalla Fondazione Bcc Pordenonese, che si occupa anche della manutenzione ordinaria e straordinaria. Il progetto fa capo infatti alla Fondazione che a sua volta ha sottoscritto le convenzioni con i Comuni coinvolti. A sua volta la Fondazione si affida, come braccio operativo, all’Associazione San Pietro Apostolo presieduta da Paolo Rambaldini che
coordina e gestisce le agende dei trasferimenti raccogliendo i nominativi di chi ha bisogno di trasporto (ad esempio in caso di visite o esami) direttamente dall’Ambito e incrociando le esigenze con le disponibilità delle associazioni e dei volontari, ottimizzando risorse, persone e necessità. Una rete virtuosa che sabato scorso, 26 novembre, è stata celebrata in una cena di festa, a cui sono state invitate 350 persone, così come i rappresentanti delle 11 associazioni, i volontari con i loro familiari, i delegati degli 11 Municipi attraverso i rappresentanti istituzionali. Tra le autorità c’erano il ministro per i rapporti col Parlamento nonché senatore Luca Ciriani (alla prima uscita ufficiale nel proprio comune), Dusy Marcolin presidente della Commissione regionale per le pari opportunità, i sindaci o i loro delegati, seduti accanto ai referenti della banca e degli enti, Giancarlo Zanchetta presidente della Fondazione Bcc, Antonio Zamberlan presidente della Bcc Pordenonese Monsile, Gianfranco Pilosio direttore generale dell’istituto di credito. Rappresentanti dai sindaci o loro delegati anche i Comuni: Azzano Decimo, Aviano, Brugnera, Caneva, Chions, Fiume Veneto, Fontanafredda Pasiano, Polcenigo, Pordenone, Prata, Pravisdomini, Sacile, Zoppola e del comune veneto di Casier. La cena è conclusa con una grande torta di ringraziamento. Quattro i messaggi fondamentali sottolineati nella serata: anzitutto l’importanza del lavoro di squadra e della condivisione di progetti pur nel pieno rispetto dell’autonomia delle diverse associazioni proprio perché il lavoro di squadra. Questo è reso possibile dalla generosità dei volontari e delle loro famiglie che accettano di condividere il proprio tempo a favore della comunità. La cena è stata il pretesto anche per comunicare risultati e soddisfazioni. Infine è stata l’occasione per uno scambio di idee e proposte, nella consapevolezza che la difficoltà maggiore è avvicinare i nuovi giovani al volontariato per garantire un ricambio generazionale.
La cena di ringraziamento di Fondazione Bcc Pn, Associazioni, Comuni e 350 tra volontari e famigliariInfinitamente grazie
Guida Solidale Fiume Veneto Sacile Solidale Budoia Solidale Quartiere I° Maggio - Fiume Veneto - cuochi e camerieri Rizzo Gianni - Presidente Guida Solidale Jessica Canton - Sindaco Fiume Veneto Loris Paolo Rambaldini - Pres. Ass. S. Pietro Apopstolo ODV Chions Solidale Un "infinitamente grazie" rivolto a tutti i volontari e alle loro famiglie che anche quest’anno hanno donato il proprio tempo mettendolo a disposizione della comunità. Brugnera Solidale Prata Solidale Pasiano Solidale Anteas Cordenons Aviano Solidale Il Cordon di Zoppola Avan Azzano Decimo Studi Medici Solidali PordenoneSerenissima Mutua capitale per il territorio e le comunità
Ricordiamo ai nostri clienti che, oltre alle filiali e relativi sportelli Atm, sono disponibili le seguenti aree automatiche:
Mauro Verona Presidente Serenissima MutuaIn tal senso la Federazione Italiana delle BCC – CR in collaborazione con le Federazioni Regionali sta promuovendo la costituzione di nuove Mutue sul tutto il territorio nazionale.
Veneto e Friuli sono già ai vertici a livello nazionale come numero di mutue operative; il nostro territorio è quindi ben presidiato. Per quanto ci riguarda possiamo tranquillamente affermare che Serenissima Mutua, con i suoi oltre 10 anni di attività, contribuisce a coprire le esigenze sempre più crescenti del territorio di competenza. È facilmente intuibile, però, che i bisogni di sostegno in ambito assistenza socio-sanitaria per le comunità sono destinati a crescere ulteriormente, data la situazione economica con -
giunturale, con il caro bollette, la perdita di potere d’acquisto conseguente alla preoccupante spinta inflattiva, l’aumento dei costi in generale, oltre alla marginalità di risorse provenienti dalla finanza pubblica da destinare allo scopo; poter contare su una Mutua già costituita e concretamente operativa costituisce un patrimonio per la collettività di cui essere orgogliosi.
Le sfide che si profilano all’orizzonte sono senz’altro importanti ed impegnative; innanzitutto la riforma organica del Terzo Settore che ci ha imposto adeguamenti organizzativi e di riassetto giuridico, oltre ad un notevole impegno organizzativo e operativo per far fronte agli adempimenti normativi in continua evoluzione.
Il profondo cambiamento e riassetto che ha coinvolto le Banche di Credito Cooperativo negli ultimi anni ha evidenziato la necessità di attivare sempre più diffusamente l’istituzione delle Mutue del Credito Cooperativo.
Sotto l’aspetto organizzativo la Mutua sta operando con lo scopo di snellire l’operatività, migliorandone la gestione e attivando diverse modalità di accesso ai servizi offerti, in corrispondenza delle specifiche esigenze e preferenze dei Soci.
Sul versante dell’impegno programmatico di Serenissima Mutua c’è l’esigenza di attuare sempre di più iniziative aggiuntive che soddisfino le reali necessità delle varie categorie di Soci; è primario obiettivo del Consiglio di Amministrazione sviluppare progetti di assistenza sia nel campo sanitario che sociale e ricreativo, ricorrendo al patrimonio finanziario costituito nel tempo ed in stretta collaborazione con il Socio Sostenitore Bcc Pordenonese e Monsile.
Viaggio in Portogallo
Incanto lusitano
Maria Cristina StrasiottoIl ricordo di un bel viaggio è un tesoro che nutre la memoria, rievoca emozioni e stupore e consolida amicizie da coltivare con cura nel tempo.
Nel mese di ottobre 2022, un affiatato gruppo di viaggiatori ha preso parte ad un attraente viaggio in Portogallo. Prime tappe: il borgo medioevale di Obidos, con le caratteristiche case bianche decorate con lesene e cornici gialle o blu e meravigliosi azulejos sulle pareti degli edifici storici su cui domina maestoso il castello, animato dai tanti visitatori per il rinomato Festival letterario. Il monastero medioevale di Santa Maria di Alcobaça, uno dei più suggestivi e interessanti monasteri della Penisola Iberica, ci ha ammaliato per la sua bellezza architettonica e artistica, costruito in stile gotico-medievale, nel rispettano delle regole dell’ordine cistercense, con linee pulite e poche decorazioni, dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco.
Il Monastero di Santa Maria da Vitória di Batalha, uno dei più originali esempi di architettura tardo gotica in Portogallo, mescolati con lo stile manuelino, realizzato in pietra bianca di Porto de Mós che diventa
giallo ocra nel corso dei secoli, ci ha colpito per la sua maestosità e ricchezza, eretto per celebrare la vittoria del re João sul regno di Castigla del 1385, battaglia che significò l’indipendenza futura del Portogallo dalla Spagna.
L’Università di Coimbra, una delle più antiche d’Europa, ci ha impressionato con la sua splendida Biblioteca Joanina, in stile barocco, monumento nazionale del XVIII secolo, che ospita in tre saloni divisi da archi decorati circa duecentocinquantamila volumi, volumi rari sulla medicina, le scienze, il diritto civile e canonico, la filosofia, la teologia, la storia. Altre tappe del viaggio: Fatima, paesino di campagna che sarebbe rimasto anonimo se non fosse stato per le apparizioni mariane, meta per i fedeli di tutto il mondo, la cui larga spianata, dominata dalla Basilica di Nostra Signora del Rosario e dalla Basilica della Santissima Trinità, si anima al calar della sera di mille fiaccole
dei pellegrini; e Santiago di Compostela, la cui Cattedrale custodisce le spoglie mortali di Giacomo il Maggiore, apostolo di Gesù, meta finale del Cammino di Santiago, pellegrinaggio di origine medievale, che si snoda in un percorso di circa 800 km tra la Francia e la Spagna. Molto piacevole è stata la navigazione sul fiume Douro, tra paesaggi mozzafiato e un patrimonio artistico ricco e vario su cui spiccano esemplari imponenti di architettura barocca della città di Oporto, patrimonio dell’Unesco dal 1996. Alla Cantina Calem abbiamo apprezzato la degustazione del famoso vino Porto e ad Azeitão abbiamo visitato le Cantine storiche Josè Maria da Fonseca e degustato i loro vini. Ci siamo poi immedesimati nell’atmosfera settecentesca del
sontuoso palazzo reale di Queluz, uno dei più belli esempi di architettura rococò del Portogallo, e abbiamo passeggiato per i giardini curatissimi, ammirando fontane dove l’acqua sgorga da figure mitologiche.
Sintra, piccola cittadina dal fascino aristocratico e decadente, ci ha ammaliato con la visita al Palácio da Pena, un castello fiabesco dalle pareti color giallo, rosa e violetto pastello, arroccato in cima a una collina da cui si gode una splendida vista sull’Oceano Atlantico. A Capo Da Roca, dove il vento soffia sempre forte e spazza i prati verdi su cui crescono piantine dai fiori gialli, domina il rumore delle onde che si infrangono sugli scogli e si aspira il profumo dell’oceano. Lungo la scogliera
una stele ci ricorda di essere il punto più occidentale d’Europa e godiamo di un panorama mozzafiato. Molte le attrazioni della capitale portoghese Lisbona, adagiata sulle rive del fiume Tago, abbiamo apprezzato passeggiare per la Baixa dove ci si addentra nel cuore antico della città, Piazza Rossio e Piazza del Commercio e nel quartiere di Belém dove troneggia la Torre di Betlemme e svetta il Monastero dos Jeronimos, autentici capolavori architettonici dello stile manuelino iscritti nella lista del Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Il viaggio è stato reso particolarmente coinvolgente dalla nostra giovane guida Pedro Fortes, che ci ha ammaliato lungo l’intero percorso facendoci apprezzare questo affascinante e accogliente Paese.
Programma viaggicultura 2023
Vi proponiamo alcuni itinerari di viaggio in Italia e in Europa, per il periodo primavera - autunno 2023, per suscitare la vostra curiosità di scoprire luoghi diversi da quelli conosciuti, con l'augurio che possiate trovare la proposta che meglio corrisponda ai vostri desideri di conoscenza e scoperta. Da parte nostra mettiamo cura e passione per condividere insieme a voi queste esperienze di arricchimento, per approfondire con l’esperienza diretta la comprensione di luoghi e culture differenti per storia, geografia e tradizioni.
CREMONA: perle d’Italia tra Emilia-Romagna e Lombardia
Giovanni Antonio de Sacchis detto il Pordenone, il maggior artista del Rinascimento friulano, ha lasciato diverse testimonianze della sua arte nel territorio piacentino: la Basilica di Santa Maria di Campagna, edificata a ridosso dei resti delle mura della città di Piacenza, custodisce la Cappella di Santa Caterina, con la raffigurazione del martirio della santa, e la Cappella della Natività o dell’Adorazione dei Magi, mentre la Chiesa dell’Annunziata, a
Cortemaggiore, custodisce la Cappella Pallavicino, interamente affrescate dal Pordenone. Cremona, centro mondiale della liuteria, vanta una splendida Piazza Comunale, con Cattedrale, Battistero e Palazzo del Comune dove si conserva la preziosissima collezione degli Archi Comunali (violini di Amati, Stradivari e Guarnieri del Gesù). Dall’alto della torre Torrazzo, uno dei campanili più alti del mondo con i suoi 112 metri di altezza con un meraviglioso orologio astronomico, si scopre tutta la bellezza della città. Visiteremo una bottega di liuteria con un Maestro liutaio.
MAGGIO 2023 - 6 GIORNI - FRANCIA:
Castelli della Loira: Leonardo da Vinci e Caterina de’ Medici, due fiorentini alla corte di Francia
La bellezza dei paesaggi della valle della Loira si fonde alle morbide e intriganti forme architettoniche de les chateaux. Blois, luogo evocatore del potere della corte rinascimentale, residenza di sette re e dieci regine, dove visse e morì Caterina de Medici. Tours, culla del primo rinascimento francese, città con le tipiche case in pieta bianca e tetti in ardesia. Villandry, con i suoi splendidi giardini stile inglese. Chenonceau, raffinato ed elegante, con le due gallerie sul fiume Cher che evocano il ponte vecchio di Firenze, dimora sia della regina Caterina de Medici che della sua rivale Diana di Poitiers. Chiverny, ricco di decorazioni e meravigliosi arredi. Chambord, uno degli esempi più significativi di architettura rinascimentale in Francia. Amboise, le cui torri e tetti di ardesia dominano la Loira, con il vicino Manoir du Clos Lucé, dimora di Leonardo da Vinci fino alla fine dei suoi giorni. Proponiamo di assistere allo spettacolo di suoni e luci al Castello di Azay-le-Rideau, esperienza onirica sospesa fra sogno e fantasia, e la visita della splendida cattedrale di Bourges, capolavoro del gotico, simbolo della cristianità della Francia medievale.
LUGLIO 2023 - 4 GIORNI - VALLE D'AOSTA:
Le cime più imponenti d’Europa, castelli e splendide vallate Un tour per appassionati di natura, storia, arte e cultura, per apprezzare una natura strepitosa e significative tracce della presenza dell’Impero Romano sul territorio. Aosta, fondata nel 25 a.C. da Augusto, conserva l’impianto urbanistico romano che ospita il Teatro Romano, la
Porta Pretoria e l’Arco di Augusto. Visiteremo il Castello Reale di Sarre, dimora di caccia del re d’Italia Vittorio Emanuele II, il Castello Aymavilles, suggestivo maniero trasformato in elegante villa barocca circondata da vigneti, il Forte di Bard, una delle maggiori costruzioni militari storiche della Valle d'Aosta, grazie alla sua posizione strategica, baluardo contro le invasioni, eletto polo culturale delle Alpi Occidentali. Ci immergeremo tra le valli del Parco Nazionale del Gran Paradiso, per ammirare da vari punti panoramici le cime regno di stambecchi, camosci, marmotte e aquile. La funivia Skyway ci permetterà di raggiungere Pungta Helbronner, definita l’ottava meraviglia del mondo, per gustare una vista mozzafiato da 3.500 metri d’altezza.
SETTEMBRE 2023 - 5 GIORNI - ABRUZZO: spiagge del litorale Adriatico, borghi dall’atmosfera antica e alte vette appenniniche
L’Aquila, capoluogo della Regione, secondo un’antica leggenda nata dall’unione delle popolazioni di 99 castelli, ci conquista con il suo vasto patrimonio architettonico fatto di chiese, piazze, e fontane, tra cui spiccano la Basilica di Collemaggio risalente al 1287, la Chiesa di San Bernardino, la Fontana delle 99 cannelle monumento simbolo della città. La Costa dei Trabocchi, vere e proprie macchine da pesca su palafitte, è il tratto di litorale compreso tra Ortona e Vastò che ispirò Gabriele D’Annunzio. Scanno, bellissimo borgo annoverato tra i più belli d’Italia, caratterizzato da un centro storico con lunghe scalinate e un suggestivo insieme di case che si affacciano sull’omonimo lago, a forma di cuore. Sulmona, città dalle origini molto antiche che diede i Natali ad Ovidio, con la cattedrale di San Panfilo, il Complesso
dell’Annunziata, Piazza Garibaldi e l’acquedotto medievale. Pacentro, borgo con doppia cinta muraria su cui troneggiano le torri del Castello di Cantelmo, una delle strutture fortificate meglio conservate d'Abruzzo, ai piedi del Monte Morrone, si raccoglie attorno alla Piazza del Popolo con la monumentale fontana seicentesca e la quattrocentesca chiesa di Santa Maria Maggiore. Visiteremo il Parco Nazionale della Majella, un percorso a tappe per ammirare le bellezze storiche e naturali delle sue valli incantate e profondi canyon, di eremi incastonati nella roccia e falesie a strapiombo.
NOVEMBRE 2023 - 8 GIORNI - EGITTO: Crociera sul Nilo nella Terra dei Faraoni L’emozione unica di sentirsi sospesi tra passato e presente in un viaggio nel tempo, lungo il corso del Nilo alla scoperta dei luoghi più significativi e dei siti archeologici della Terra dei Faraoni: i favolosi templi di Luxor e Karnak, la necropoli dell’antica Tebe, i colossi di Memnone, le tombe della Valle dei Re e delle Regine, il tempio di età greco-romana Edufu dedicato ad Horus, il tempio del periodo tolemaico e romano di Komombo dedicato a Sobel e Haroeris, gli straordinari templi rupestri di Abu Simbel, in onore di Ramses II e Nefertari, lo scenografico tempio di File consacrato alla dea Iside. Visiteremo il Museo Egizio del Cairo, che ospita la straordinaria raccolta di antichità egizie, e la piana di El Giza, sulla riva occidentale del Nilo, dove si ergono le Piramidi dei faraoni Cheope, Chefren e Micerino, che celebrano l’Egitto quale luogo di miti e misteri. Durante la navigazione potremo apprezzare i giochi cromatici della luce solare, mentre le vele delle feluche scivolano sulle acque opaline del sacro Nilo, in un’atmosfera di enorme fascino e dai grandissimi contrasti.
Associazione Panorama Aps coordina Progetto Nuovo Cinema Don Bosco e presenta:
TEATRO&NOTE 2022-2023
Nuovo Cinema Don Bosco è un progetto multifunzionale che riguarda diverse aree di attività in cui il valore aggiunto è determinato dalla partecipazione di persone afferenti a vario titolo ai Servizi, coinvolti come volontari nella organizzazione, cura e gestione degli eventi non solo cinematografici ma anche teatrali e su temi di rilevanza sociale.
Un progetto innovativo di inclusione sociale nato dalla collaborazione tra diverse Istituzioni e realtà associative del nostro territorio:
- Don Bosco Pordenone;
- ASFO Azienda Sanitaria del Friuli Occidentale Pordenone; - Cinemazero;
- Comune di Pordenone;
- Associazione Panorama A.p.s.
Avviato nel dicembre dello scorso anno con le proiezioni di Cinemazero Kids, e nonostante un primo anno piuttosto tribolato a causa della situazione pandemica, vanta numeri molto positivi con oltre 20 proiezioni all’attivo, più di 30 volontari impegnati e 25 ore di volontariato per ciascuna proiezione. Il calendario dei film si aggiorna di mese in
mese in relazione alle uscite programmate dalle case di distribuzione cinematografica e, al momento di andare in stampa, è in pieno svolgimento il programma del mese di dicembre che si concluderà nel fine settimana della Befana ma che si aggiornerà per il periodo successivo verso metà gennaio. Una iniziativa questa che, va ricordato, deve ritenersi un progetto di inclusione e di servizio rivolto alla co-munità e che prosegue anche per questa edizione nella sua proposta di film per bambini e famiglie nei fine settimana ma che, per la nuova stagione, si completa con TEATRO&NOTE, cartellone di spettacoli teatrali e musicali che l’Associazione Panorama Aps, con il sostegno dell’Amministrazione Comunale e l’importante contributo di Bcc Pordenonese e Monsile e di altri soggetti privati, propone tra dicembre e febbraio del prossimo anno.
Il programma è partito giovedì 1° dicembre con lo spettacolo del Teatro delle Arance “Betoneghe se nasse, no se deventa” dalla comicità molto “genuina” delle tre “Betoneghe” (Claudia e Giovanna Digito insieme con Stefania Florian) accompagnate dalla musica di Cristian Ricci e l’Orchestrina del
Teatro delle Arance. È proseguito giovedì 15 dicembre, con la Compagnia Teatroimmagine e la sua divertente interpretazione de “La strana storia del Dr. Jekyll & Mr. Hyde”. Il celebre testo di Stevenson ambientato invece che nella nebbia di Londra… nel “caigo” veneziano, il tutto utilizzando la chiave di lettura e di gioco della Commedia dell’Arte.
Venerdì 30 dicembre alle 16.00 (unico spettacolo pomeridiano del cartellone), per chiudere l’anno con magiche atmosfere, il Teatro Arte Magica propone “Incanti di Natale” un meraviglioso spettacolo per tutta la famiglia. Gli artisti della Compagnia, grazie alle diverse “specializzazioni illusionistiche” sono in grado di proporre uno spettacolo di magia estremamente vario.
L’anno nuovo di Teatro&Note riparte venerdì 13 gennaio alle 20.45 con “Le Meccaniche Celesti Quintet” ed il suggestivo concerto-spettacolo dedicato al Maestro Franco Battiato, in particolare al suo percorso spirituale.
Venerdì 27 gennaio alle 20.45 ritorna il Teatro delle Arance con una personale reinterpretazione dal celebre testo manzoniano de “I Promossi Sposi” in un allestimento ricco di dialoghi, balletti, musiche ed effetti speciali.
Venerdì 10 febbraio alle 20.45 Elisa Santarossa e Stefano Gislon presentano “Una, nessuna, centomila”, una donna dalle molteplici sfaccettature ed un chitarrista ricco di sfumature in uno spettacolo che fa ridere e pensare.
Venerdì 24 febbraio chiusura in bellezza con “Vibrations” un progetto del vibrafonista Luigi Vitale con Bostjan Simon al sax, Mattia Magatelli al contrabbasso e Marco D’Orlando alla batteria. Il concerto vuole essere un ritorno al luogo che una ventina di anni fa ha dato origine a “Pordenone Jazz-Koinè”, evento che ha portato in città numerosi musicisti della scena nazionale ed internazionale.
NUOVOCINEMADONBOSCO
NBOSCO
Tutti gli spettacoli di TEATRO&NOTE inizieranno alle ore 20.45 ad eccezione di quello del 30 dicembre il cui orario di inizio è alle 16.
VIALE GRIGOLETTI, 3
I biglietti si acquistano direttamente in teatro: apertura cassa 45 minuti prima dell’inizio dello spettacolo, non sono previste prenotazioni on line.
PORDENONE
Biglietto intero 10 euro (riduzione di 50 centesimi per Soci BCCPM e titolari di BCC Generation Card)
ridotto under18 a 5 euro
Per informazioni: 0434-1800567 (lun-mer 14.00-16.00) 0434-383441 (sab-dom 15.00-17.00) ass.panorama@libero.it
adulti ragazzi under 18
I biglietti si acquistano direttamente in teatro: apertura cassa 45 minuti prima dell’inizio dello spettacolo.
30 DICEMBRE ORE 16.00 Incanti di Natale, il Galà di magia della compagnia Teatro Arte Magica viene continuamente rinnovato nei contenuti in modo che lo spettacolo possa sempre destare l’interesse di un pubblico eterogeneo ed esigente.
II Teatro Arte Magica è una compagnia di affermati prestigiatori che ormai da molti anni calcano le scene di importanti palcoscenici nazionali e d’oltre confine, presentando uno spettacolo di magia ed illusionismo, frutto di originalità e ricerca, insomma, volto alla modernizzazione nel rispetto della classicità, sostenuto dalla tecnica e personalizzato dal brani musicali per un crescendo di sogno tra realtà e fantasia.
con: Cesare Coletti – chitarre, Roberto Vignandel – batteria, Alberto Busacca – basso, Matteo Biason – tastiere, Giorgio Dell’Agnese – voce
Concerto-spettacolo multimediale che attraverso musica e immagini ripercorre il percorso di Franco Battiato, non solo dal punto di vista musicale, ma anche filosofico e spirituale. L’omaggio al maestro nasce infatti per ricordare anche il suo ruolo di studioso e grande divulgatore culturale, capace di trasmettere messaggi profondi e complessi attraverso uno strumento a portata di tutti, quello della forma canzone.
di Giovanna Digito, liberamente tratto dal romanzo di A. Manzoni. Regia di Giovanna Digito
NUOVOCINEMADONBOSCO
Per informazioni Associazione Panorama lun-mer 14.00-16.00 0434-1800567 ass.panorama@libero.it
Nuovo Cinema Don Bosco sab-dom 15.00-17.00 0434-383441
Per quanto riguarda i film di CINEMAZERO KIDS, i biglietti possono essere acquistati in teatro oppure attra-verso i tradizionali canali di Cinemazero.
Intero adulti 7 Euro Adulti con CinemazeroCard 6 Euro (riduzione di 50 centesimi per Soci BCCPM e titolari di BCC Generation Card)
Bambini e ragazzi under 18, 5 Euro Carta Argento Cinema 3 euro Abbonamento 10 ingressi 50 Euro
PREVENDITE a Cinemazero, in Mediateca, online press@cinemazero.it www.cinemazero.it
Ritorna la comicità veneta delle Betoneghe, con nuovi episodi, nuovi sketch e nuove ambientazioni. Le Betoneghe sono Silvana, Renata e Franca che con le loro “ciacoe” non risparmiano mai niente e nessuno e hanno una “parolina velenosa” per tutti. Tre donne riservate che per puro caso vengono sempre a conoscenza dei fatti degli altri; loro vorrebbero tanto non “spettegolare” ma la loro natura le rende particolarmente colloquiali. Vuoi sapere i fatti tuoi? Vieni a sentire .... le Betoneghe.
Perché il « Dottor Jekyll & Mr. Hyde » ?
STORIA DEL & MR. HYDE
Modalità
Per avere diritto alle agevolazioni, oggetto della presente convenzione, i nostri Soci e i nostri giovani correntisti Bcc Generation dovranno presentarsi alle casse di CinemazeroKids e di Teatro&Note muniti della “Carta Soci Bcc Pordenonese e Monsile” o della “BCC Generation Card”
Quando ho riletto “Lo strano caso del Dottor Jekyll e Mr. Hyde”, scritto nell’800 dallo scrittore inglese R.L. Stevenson, mi sono fatto avvolgere dall’atmosfera londinese, a tal punto di sentirne gli odori delle strade e del Tamigi, i rumori dei passi e dell’acqua, le luci dei lampioni e delle case di notte, il tutto ovattato dalla nebbia. Subito mi son venuti alla mente immagini di Venezia, i rumori dei passi nelle calli buie, l’acqua dei canali, la sirena dell’acqua alta, il torpore delle luci dei palazzi e dei campielli. La nebbia londinese somiglia stranamente al “caigo” veneziano, a tal punto che le due città si possono fondere e confondere l’una con l’altra. E da qui è partita la mia rivisitazione di questo romanzo, utilizzando la chiave di lettura e di gioco della Commedia dell’Arte. (Benoit Roland)
NUOVOCINEMADONBOSCO
Con la straordinaria partecipazione di Giovanna Digito nella parte di Agnese (mamma di Lucia) Lo spettacolo nasce dalla riscrittura dell’opera manzoniana, dell’attrice e regista Giovanna Digito.
Un allestimento vivace e ritmato con dialoghi, balletti, musiche ed ambientazioni che accompagneranno lo spettatore in una kermesse di spassoso divertimento. Immutate le tematiche: Amore, Fede, Potere e Giustizia, rappresentate attraverso i personaggi originali del romanzo e interpretati con spiccata ironia da nove attori, in una essenziale scenografia, in cui non mancheranno però preziosi effetti di illuminotecnica.
“Una, nessuna,centomila” è il nuovo spettacolo di e con Elisa Santarossa, accompagnata alla chitarra da Stefano Gislon. Sette monologhi e sette canzoni d’autore per raccontare l’universo femminile, meglio dire il CAOS, nel tentativo audace e faticoso di spiegare le mille facce delle donne.... perchè l’Edipo fa l’uomo ma non la donna!
Elisa Santarossa, cantante, attrice, ballerina. Dopo una importante carriera sulle scene italiane ed estere soprattutto nel mondo del musical è ritornata nella sua Pordenone dove si è già fatta notare con produzioni musicali-teatrali come “Ho sognato la Piaf” e “La vita e i tempi di Billie Holiday”. Il suo repertorio spazia quindi dalla canzone d’autore francese al blues, dalla musica leggera alle canzoni dei musical più famosi.
Bostjan Simon – sax, Luigi Vitale – vibrafono ed elettronica, Mattia Magatelli – contrabbasso, Marco D’Orlando – batteria
Le vibrazioni sono emanate da tutti gli esseri viventi, dagli oggetti inanimati, dai Pianeti. Combinazioni sonore, costruzioni ritmiche, fusione di intenti, divergenze convergenti, caratterizzano la musica proposta dal quartetto. Le barre di metallo di un vibrafono, ponte sonoro tra tromba, contrabbasso e batteria, percorreranno brani originali e momenti di improvvisazione. Tutto è vibrazione.
VENERDÌ 10 FEBBRAIO ORE 20.45 ELISA SANTAROSSA E STEFANO GISLON IN UNA, NESSUNA, CENTOMILAi-peritivo
Andrea Antoni Alecos Colombo Enrico PavanDa quest’anno abbiamo deciso di riportare gli eventi in presenza, dopo due anni di gestione online.
Ospite del primo evento in presenza post pandemia è stato Andrea Antoni, designer di successo che con la sua pagina sta spopolando sul canale Instagram. Intervistato da Emanuele Ciccone di Talent Garden e da Giacomo Roman della Consulta Giovani Soci Young Bankers, Andrea ci ha raccontato la sua storia: dalla laurea in Scienze e Tecnologie Multimediali all'Università di Pordenone, allo stage presso Danieli, passando per delle esperienze in Partita Iva che lo hanno portato alle prime collaborazioni come freelancer; fino ad approdare, con enorme successo, sui Social Networks.
"Cose brutte impaginate belle" è la sua pagina Instagram che ha ormai raggiunto migliaia di follower, con un picco importante durante il primo lockdown grazie alla provocazione nelle stories "com'è la situa?". L'incontro ha avuto un ottimo successo, riempiendo la stanza di un pubblico molto interessato e curioso; la serata è quindi stata molto coinvolgente anche grazie alle numerose domande da parte dell'audience.
Il percorso con gli i-peritivo è continuato il 20 ottobre presso la Mediateca del CinemaZero di Pordenone con Alecos Colombo in qualità di secondo ospite della stagione.
Alecos Colombo è CEO e Founder di MasterZ, il punto di riferimento della Generazione Z per la formazione, il training e il lancio di soluzioni basate su tecnologia Blockchain.
MasterZ ha al suo interno +2500 studenti, contributors e makerZ provenienti da 33 stati al mondo e vanta tra i sui clienti e partners i più grandi protocolli Blockchain al mondo tra cui Algorand, The Sandbox, Celo e ICP e le più grandi Corporate aperte all'innovazione tra cui EY, Crédit Agricole, Smeg e STC la più grande azienda di telecomunicazioni del Midlle-east.
L'incontro ha avuto come intervistatori della serata Paolo Ganis, cofondatore di Talent Garden Pordenone e Chiara Manassero, coordinatrice della Consulta Giovani Soci Young Bankers.
Grazie a questa intervista abbiamo potuto affrontare il tema della blockchain e bitcoin che molto spesso vengono denigrati e considerati pericolosi o associati ad una reputazione talvolta criminale, potendo invece scoprirne le opportunità e le sfaccettature più interessanti.
Il terzo ed ultimo appuntamento (per l'anno 2022) si è svolto giovedì 10 novembre presso l’ex Convento di San Francesco a Pordenone con Enrico Pavan . Ad intervistarlo sempre Chiara Manassero e Marinella dalla Colletta, CEO e co-fondatrice di Talent Garden Pordenone.
Enrico Pavan è consulente esperto di analisi dei dati da oltre 15 anni, imprenditore e fondatore di Analytics Boosters che opera in Italia, Regno Unito e Stati Uniti. È anche scrittore, speaker internazionale e formatore.
Le sue capacità analitiche impattano in modo positivo sul business dei clienti grazie agli insights utili, strategie analitiche puntuali e ottimizzazione. È professore a contratto del Master dell'Università IULM di Milano. Come scrittore ha pubblicato due capitoli per “Applied Analytics” edito da Henry Stewart Publications e la prima guida introduttiva GA4 in Italia, inoltre è Presidente del Marketing Analytics Summit Italy dal 2019.
La serata è stata ricca di interventi, domande e curiosità rispetto alla storia dell'ospite e la sua gestione di Analytics Boosters insieme alla compagna di lavoro ma, soprattutto, di vita.
Grazie a questi tre eventi abbiamo potuto riprendere in presenza un progetto nato con TAG prima della pandemia, dandoci l'opportunità di poter intervistare live gli ospiti ma, soprattutto, di poter riavere un pubblico dal vivo e non più attraverso uno schermo. Con il 2023 ci auguriamo di poter riprendere la collaborazione con Talent Garden continuando ad organizzare nuovi ed interessanti eventi.
Ricordiamo che la nostra Consulta dei Giovani Soci è sempre aperta ad accogliere nuovi candidati per lo sviluppo di nuove idee, percorsi e progetti. Per rimanere aggiornati, seguiteci sul nostro canale Instagram @youngbankerspn
Grazie a chi ha partecipato e chi ci segue continuando a darci fiducia!
Borse di Studio
BCC Pordenonese e Monsile ha celebrato l’eccellente traguardo per meriti scolastici raggiunto da 102 giovani soci e figli di soci, nella splendida cornice del Teatro Verdi di Pordenone, alla presenza delle famiglie, degli Amministratori e dei vertici aziendali.
Sono risultati equamente rappresentati i vari indirizzi di studio e le provenienze territoriali delle 4 province di attivita’ della banca, ovvero Pordenone, Venezia, Treviso e Udine.
Il primo cittadino del Comune di Pordenone, Alessandro Ciriani, è intervenuto per elogiare i ragazzi per i brillanti risultati
raggiunti, i genitori per il ruolo di educatori e accompagnatori del loro percorso di crescita e la BCC Pordenonese e Monsile per essere sempre attiva verso il mondo giovanile e attenta nei confronti della comunità in generale.
Sono stati premiati 38 studenti, soci e figli di soci, che hanno conseguito il diploma della scuola secondaria di secondo grado: nell’anno scolastico 2021/2022, dei quali 20 con il massimo dei voti e 9 con lode. Inoltre, sono stati premiati 61 giovani laureati nell’anno 2021, di essi 26 hanno conseguito la laurea triennale, 14 dei quali con lode e 35 hanno conseguito la laurea specialistica magistrale, 29 dei quali con lode.
Un’attenzione particolare è stata riservata a Benedetta Storer, diplomata con il massimo dei voti all’Istituto Professionale di Stato per i Servizi Alberghieri e della Ristorazione "Massimo Alberini" di Lancenigo di Villorba (TV), che aspira a diventare una maître di sala, mettendo in campo impegno e determinazione per realizzare i suoi obiettivi. A lei la Banca ha riservato un regalo speciale, uno zaino colorato personalizzato con il suo nome e dei libri sulle bellezze della natura e di ricette facili e veloci da fare in casa.
Tre sono stati infine gli studenti dell’Istituto Tecnico Superiore Alto Adriatico che hanno conseguito il relativo diploma, dei quali 2 con lode. Gli studenti saliti sul palco hanno spiegato alla presenza della Direttrice della Fondazione ITS Alto Adriatico Lucia Renzetti
che l’Istituto, la cui sede è presso il Consorzio Universitario di Pordenone, è nato nel 2020 e rappresenta una tra le prime realtà didattiche attive in Italia in ambito ICT poichè offre una formazione di eccellenza post diploma nel campo dell’informatica e del digitale.
Complessivamente dal 2020, la banca ha erogato oltre 240 mila euro premiando 338 studenti.
Al termine della cerimonia di conferimento degli attestati nominativi al merito ad opera del Presidente Antonio Zamberlan e del Responsabile Ufficio Soci e Comunicazione Massimo Drigo, i giovani soci e figli di soci e i loro ospiti hanno potuto prendere posto in platea al Teatro Comunale Verdi per assistere allo spettacolo Slava’s Snowshow, un cult
poetico teatrale senza tempo che dal 1993 incanta centinaia di città e milioni di spettatori di tutto il mondo.
“Siamo felici di aver potuto premiare di persona tanti ragazzi del territorio che si sono distinti per il proprio impegno e per i brillanti risultati raggiunti al termine del ciclo di studi – ha dichiarato il Presidente di BCC Pordenonese e Monsile Antonio Zamberlan. “e condividiamo questo orgoglio con le loro famiglie e con i loro amici, auspicando per loro un futuro di nuovi ambiziosi traguardi. La nostra BCC sarà sempre al vostro fianco per accompagnarvi nel vostro percorso di vita qualunque esso sia, attraverso prodotti e servizi studiati per i giovani che desiderano continuare gli studi o entrare nel mondo del lavoro".
BioPhoto Festival
Un’appassionante scoperta della bellezza della Terra
I Biomi sono le gigantesche tessere di un mosaico che formano il nostro bellissimo pianeta. Negli Oceani, negli sterminati Deserti d’Africa, d’Asia e d’America, nelle residue Foreste boreali, lungo i meandri dei grandi Fiumi, nelle Tundre artiche, nelle Praterie e sulle Montagne, è custodito il patrimonio vivente che esprime l’unicità del Pianeta Azzurro. Ognuno di questi ambienti è testimone del lavoro di milioni di anni di evoluzione naturale. In tempi, segnati dall’emergenza climatica, è di primaria importanza mettere in campo tutti i mezzi possibili per rendere le persone consapevoli non solo dell’infinita ricchezza di cui la Terra ci fa dono, ma anche della precarietà dell’equilibrio naturale, rispetto cui è necessario riconoscere le nostre responsabilità. L’amore per la natura e la passione fotografica ha spinto quindi l’Associazione BioArt visual a organizzare un evento in grado di coniugare l’attenzione per l’ambiente e la sensibilità arti -
stica. Nasce così il BioPhotoFestival che a ottobre 2022 ha raggiunto ormai la nona edizione.
L’ evento è stato organizzato dall’Associazione BioArt visual con il sostegno e patrocinio della Regione F.V.G. il Comune di Maniago, la Fondazione Friuli e BCC Pordenonese e Monsile in qualità di sponsor per il secondo anno consecutivo. L’evento ha avuto la collaborazione dell’Associazione Astore, del Circolo Fotografico Palmarino, il CRAF e Lis Aganis - Eco Museo delle Dolomiti Friulane. Per tre giorni Maniago in provincia di Pordenone, è diventata il centro di un evento che riunisce tutti gli appassionati di fotografia e di natura con mostre fotografiche, proiezioni su grande schermo, corsi di fotografia e “incontri con l’autore” di fama internazionale.
Le attività proposte non hanno avuto solo uno scopo puramente estetico,
ma hanno contribuito a far conoscere il territorio, educare e sensibilizzare a una maggiore cultura ambientale e a un corretto approccio fotografico-naturalistico. Inoltre il festival è stato un momento dove gli appassionati di natura e fotografia si sono confrontati e hanno condiviso la propria passione. Il culmine del BioPhotoFestival si è manifestato con la cerimonia di premiazione del concorso naturalistico internazionale, il BioPhotoContest, con la celebrazione dei fotografi finalisti e la scoperta del vincitore assoluto della competizione, il fotografo estone Sven Zacek. Il BioPhotoContest è stato ideato con una tematica particolare che vede la documentazione dei Biomi attraverso opere fotografiche sempre più singolari, dimostrando come si possano mettere in pratica nuove tecniche di ripresa o differenti punti di vista per esprimere il proprio stile fotografico. Il concorso aperto sia a fotoamatori che a fotografi professionisti, si propone di garantire che le foto vincitrici siano state scattate nel rispetto dell’ambiente circostante e che non ne falsino la realtà attraverso eccessive elaborazioni grafiche. Sia nel Contest che nel Festival il cuore pulsante è costituito dal binomio ambiente-bellezza. Fare dei Biomi, ciascuno definito da una particolare sintonia di flora e fauna nell’adattarsi alle condizioni ambientali il tema portante della competizione, ha lo scopo di suscitare l’interesse dei partecipanti per le meraviglie che ognuno di essi ci riserva, ma anche scoprirne i sottili equilibri che ne rendono possibile l’esistenza e che l’uomo così prepotentemente mette in pericolo. Una giuria internazionale ha valutato le circa 4500 immagini pervenute al concorso sia per l’accuratezza della composizione e della tecnica ma anche e
soprattutto per la valenza naturalistica. I fotografi partecipanti provengono da 28 paesi di tutto il mondo.
Ad aprire il programma del BioPhotoFestival 2022 è stata la serata di venerdì 7 ottobre alle ore 21.00 presso il Teatro Verdi con le proiezioni di audiovisivi naturalistici. Sabato 8 ottobre alle ore 11.00 è stato inaugurato il festival con la partecipazione di Mariasole Bianco, esperta di conservazione dell’ambiente marino, scienziata e divulgatrice ambientale, con la conferenza “Il mare inizia da qui”. La presentazione è stata condotta del giornalista e conduttore televisivo di GEO/Rai3 Emanuele Biggi.
Un evento voluto e organizzato assieme dalla BCC Pordenonese e Monsile nella splendida Piazza Italia di Maniago. Sabato durante la cerimonia di premiazione del BioPhotoContest, presentata da Emanuele Biggi, abbiamo conosciuto il nome del vincitore assoluto del concorso.
Quest’anno il vincitore, che è stato premiato anche dalla BCC Pordenonese e Monsile, è stato il fotografo estone Sven Zacek con una bellissima immagine di un allocco degli Urali. Altre attività e ospiti presenti nelle giornate di sabato e domenica: ciclo di conferenze con ospiti di fama internazionale. • Marco Colombo (Italia) con la conferenza “Il bosco delle maschere – la vita segreta del tasso” Un progetto lungo quattro anni per conoscere il comportamento segreto di questo mustelide. • Dan Dinu (Romania) con “Romania Selvatica”.
Un lavoro decennale per documentare la biodiversità della Romania. • Mauro Tronto (Italia) con “Il paesaggio e le sue forme” Un viaggio
introspettivo alla ricerca della bellezza. • Pierluigi Rizzato (Italia) “Il ritorno del licaone nel Serengeti”. Alla scoperta del comportamento di questo mammifero africano sfatando false credenze. mostre fotografiche • Luci dal profondo. Un tuffo nel mondo sommerso e tra le sue creature marine. Foto di Pietro Formis • La magia dei boschi del FVG tratto dal nuovo progetto editoriale che mira a far conoscere il fascino del territorio boschivo della Regione. Foto di Gabriele Bano, Paolo Da Pozzo e Willy Di Giulian. • BioPhotoContest 2022 Il meraviglioso panorama degli ecosistemi naturali del pianeta condensate nelle 66 immagini finaliste del concorso. • Risorgive: Luci e forme naturali La rassegna vedrà esposte opere in bianco e nero ritraenti l’ambiente naturale del Parco delle Risorgive di Codroipo (UD). fotomercato con presenti stand di prodotti fotografici di note case produttrici e stand espositivi di fotografi. Il festival si è svolto presso: • il Teatro Verdi di Maniago - conferenze e cerimonia di premiazione; • Il Palazzo d’Attimis - stand • le Ex Scuderie - mostre fotografiche • Sala Liberamente, Studio Fabbro - mostra fotografica.
BCC Pordenonese e Monsile, per il terzo anno consecutivo, ha voluto dedicare il calendario riservato ai Soci e Clienti al BioPhotoContest per sottolineare l’unicità del nostro pianeta e sensibilizzare all’attenzione per l’ambiente ed al suo precario equilibrio, attraverso gli scatti dei vincitori del concorso naturalistico internazionale.
Siti web di riferimento: www.biophotofestival.it www.biophotocontest.com
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Fondo pensione: il futuro inizia oggi
Michele Barbisan Responsabile Direzione CommercialeIl sistema pensionistico pubblico è definito secondo il criterio della ripartizione, ovvero i contributi ricevuti in un qualsiasi anno vengono utilizzati per erogare i trattamenti pensionistici in essere nello stesso periodo. Come riporta il documento “L’evoluzione del sistema pensionistico in Italia” pubblicato da Covip, la commissione di vigilanza sui fondi pensione, un sistema così organizzato va bene se il flusso delle entrate è in linea di principio in equilibrio con l’ammontare delle uscite, se ciò non accade si verifica uno squilibrio che ricade sul bilancio dello Stato. Le manovre economiche che si sono susseguite nel corso degli anni, specie nella prima metà degli anni ’90, hanno cercato di far fronte ad una situazione di aumento della vita media della popolazione e ad un rallentamento della crescita economica.
In parallelo alla previdenza pubblica, si è strutturato il sistema di fondi pensione complementari istituiti dalle parti sociali o dagli intermediari finanziari sia per rendere il sistema pensionistico più solido, sia per permettere ai cittadini di avere a disposizione un reddito più adeguato ai bisogni del periodo post-lavorativo.
Il Gruppo BCC Iccrea risponde alle esigenze dei propri clienti in tematica previdenziale,
attraverso il Fondo Pensione Aperto Aureo.
Il Fondo Pensione Aperto Aureo può essere acceso da tutte le persone, indipendentemente dalla professione svolta; è possibile iniziare a versare fin dalla nascita, dal momento che genitori, nonni, zii potranno iniziare ad impostare il futuro previdenziale del minore.
Vi sono cinque comparti di investimento che rispondono agli obiettivi di tutti gli aderenti, tenendo conto dell’orizzonte temporale e del sistema prescelto. È permessa altresì la possibilità di cambiare comparto una volta all'anno; inoltre, essendo un Fondo multicomparto, sarà possibile per gli aderenti suddividere i contributi verso due o più comparti simultaneamente e nelle percentuali desiderate.
Quali sono i vantaggi del Fondo Pensione? Possiamo esordire dicendo che i versamenti sono liberi e gestibili dinamicamente, possono essere richieste anticipazioni per determinate esigenze, vi sono agevolazioni fiscali in fase di versamento, in fase di accumulo ed in fase di prestazione al pensionamento. Va ricordato che per il Fondo Pensione Aperto Aureo non è prevista per i minori la commissione annuale.
Un’altra opzione interessante è la cosiddet -
Nel nostro Paese le pensioni di natura previdenziale sono oltre 13 milioni per un importo annuo lordo totale di oltre 200 miliardi di euro. Gli over 65 sono circa 14 milioni di persone e si stima che nel 2050 siano il 34,9% della popolazione (dati Istat).
ta “Life Cycle”, attraverso la quale il Fondo Pensione Aperto Aureo imposta una serie di switch programmati tra i comparti permettendo la costruzione di un piano previdenziale coerente con gli obiettivi previdenziali del sottoscrittore necessariamente più prudenti man mano che si avvicina la data della pensione.
Possiamo affermare che il Fondo Pensione Aperto Aureo è in grado di rispondere alle necessità di tutta la Clientela della nostra Banca, in primis quella di garantire a ciascuna persona e a ciascuna famiglia un futuro sereno.
I Consulenti finanziari delle nostre Filiali sono a disposizione per un approfondimento sul tema previdenziale e sulle soluzioni disponibili.
Messaggio pubblicitario riguardante forme pensionistiche complementari avente finalità esclusivamente promozionali. Il Fondo Pensione Aperto Aureo è un prodotto istituito da BCC Risparmio&Previdenza SGR.p.A. Prima dell’adesione leggere la Sezione I della Nota informativa “Informazioni chiave per l’aderente”, l’appendice “Informativa sulla sostenibilità” e l’ulteriore set informativo disponibile gratuitamente presso i soggetti collocatori e sul sito internet www. bccrisparmioeprevidenza.it
Chiesa di San Francesco a Treviso
Progetto di riqualificazione architettonica e artistica
Nelle stratificazioni secolari che compongono la città contemporanea, gli edifici religiosi testimoniano con la loro presenza tracce tangibili delle vicende storiche, artistiche e sociali che hanno formato la cultura, le tradizioni e la devozione di un territorio.
La chiesa di San Francesco a Treviso, assieme al complesso religioso cresciuto attorno al luogo sacro, raccontano attraverso la pietra viva gli eventi che hanno trasformato la città attraversata dal fiume Sile e i suoi abitanti nel corso dei secoli. Grazie alla profonda devozione che ha sempre caratterizzato la sua relazione con il contesto urbano e i suoi abitanti, ha superato le difficoltà legate ai numerosi eventi storici, anche tragici che hanno coinvolto Treviso e la sua comunità, adattandosi continuamente alle diverse situazioni e giungendo sino a noi ricca di rinnovato valore devozionale, storico e artistico. La testimonianza certa della presenza della comunità dei frati Minori a Treviso risale al 1231, anno in cui il Comune emanò un provvedimento statutario con il quale veniva prevista l’elargizione di mille lire affinché i frati potessero edificare la loro chiesa e le loro dimore. Nel documento si fa cenno esplicitamente ad una chiesa e ad un convento preesistenti.
Da poco più di un anno la nuova comunità religiosa dei Frati di Treviso si è insediata e da subito ha dato inizio ad un percorso di rilancio di spazi e funzioni che potessero rappresentare una rinnovata apertura verso la città ed i fedeli anche come strumenti di rilancio del contento di comunità
in uscita dalla pandemia vissuta negli ultimi due anni. Negli ultimi decenni sono stati intrapresi interventi diversi di restauro sia agli affreschi che ai paramenti murari in genere, sia all’interno che all’esterno della chiesa lasciando tuttavia in secondo piano il nucleo originario del complesso, ovvero le due volte a crociera della navata laterale che ospitano i confessionali adibiti al sacramento della riconciliazione. Proprio su questo spazio, nucleo generatore dell’intera chiesa secondo le ricostruzioni storiche più attendibili, si è concentrata la cura e l’attenzione della comunità dei frati che assieme a BCC Pordenonese e Monsile e Comune di Treviso hanno scelto di operare in sinergia per ridare dignità ad un complesso sistema di volumi architettonici, affreschi cinquecenteschi e superfici murarie che per troppo tempo sono state lasciate ai margini. Nel contempo in questo ambito della chiesa troverà spazio, secondo le indicazioni della Commissione liturgica della CEI sull’adeguamento degli spazi celebrativi secondo la Riforma liturgica” (31.5.1996) la nuova penitenzieria che ospiterà in modo adeguato il sacramento della riconciliazione.
“…Attraverso questi luoghi di arte e contemplazione il sacramento della
riconciliazione diventa una presenza di pace e vicinanza tra la comunità dei frati e i fedeli secondo il carisma di San Francesco” con queste parole Fra Oliviero Svanera, rettore del convento di San Francesco sottolinea l’importanza per la comunità intera del percorso progettuale intrapreso per ridare vita e centralità agli spazi che ospiteranno la futura penitenzieria.
Il progetto si configura dunque come un intervento unitario ed organico in cui concorrono tre diverse parti: • restauro conservativo dei paramenti murari e dei preziosi affreschi delle cappelle laterali • ricollocazione di un frammento di affresco raffigurante Madonna con bambino
• nuovi volumi lignei degli spazi adibiti a penitenzieria
In particolare il primo di questi interventi, che fa da cornice artistica ed architettonica alla messa in opera dei successivi due, si pone come operazione di riqualificazione di primaria importanza per la complessiva qualità dell’esperienza artistica che il complesso offre ai fedeli e ai visitatori, collocandosi tra l’altro in diretta connessione con l’ingresso principale alla Chiesa stessa.
Gli affreschi e gli intonaci antichi oggetto di restauro sono concentrati sulla volta della prima cappella che presenta un pregevole apparato de -
corativo a grottesche di epoca cinquecentesca. Questa cappella conserva anche l’antica costolatura decorata ed in rilievo della volta, compresa la chiave di volta. Residui piuttosto svelati di decori sono presenti anche negli abbassamenti e negli archivolti degli archi.
Altri interventi a decoro dipinto sono le incorniciature delle finestre a finti mattoni. Tutti gli affreschi nella chiesa presentano una diseguale e talvolta precaria adesione al supporto murario, che è sempre di mattoni, salvo com’è ovvio per gli affreschi staccati. Nelle cappelle sono presenti anche degli elementi lapidei, costituiti dai capitelli e piedritti delle volte a crociera e sui pilastri divisori nonchè la chiave di volta della prima cappella. Gli intonaci risalenti agli anni 1920-30 all’interno delle cappelle, presentano una patinatura artificiale eseguita mediante spugnature allo scopo di conferire una sorta di anticatura per meglio armonizzare l’intonaco nuovo con quello più antico.
La cura complessiva di tutti questi elementi che testimoniano della storia e della devozione dell’intera città di Treviso verso la presenza Francescana in città, ritroveranno quindi nuova luce nell’assieme architettonico del progetto dell’intera nuova penitenzieria. Un luogo di raccoglimento, silenzio e contemplazione, immerso nelle tracce artistiche del passato e nella sobria presenza architettonica dei nuovi confessionali lignei che saranno ospitati dalle rinnovate armonie cromatiche delle volte oggetto di restauro.
MutaMenti 2022
Friuli-Venezia Giulia e Veneto: la sindrome del piano inclinato
Si è tenuta il 5 dicembre a Treviso a Palazzo Giacomelli, sede di Assindustria VenetoCentro, la presentazione del nuovo rapporto “MutaMenti 2022. Friuli-Venezia Giulia e Veneto: la sindrome del piano inclinato”, a cura di Daniele Marini, ideato e voluto da BCC Pordenonese e Monsile con il contributo del Fondo Sviluppo per la Cooperazione del FriuliVenezia Giulia.
L’evento e i protagonisti Nel corso dell’evento sono stati ripercorsi i temi principali del rapporto: la formazione del capitale umano, la struttura demografica, il mercato del lavoro e l’andamento del sistema produttivo del territorio del
Friuli-Venezia Giulia e del Veneto. La presentazione della ricerca, dopo l’intervento introduttivo di Antonio Zamberlan, Presidente di BCC Pordenonese e Monsile, ha visto l’intervento di Monica Cominato (Provincia di Vicenza), Chiara Gargiulo (Università di Padova), Maurizio Gambuzza (Ve -
neto Lavoro), Daniele Marini (Università di Padova). Alla tavola rotonda di approfondimento moderata da Anna De Roberto hanno partecipato Daniele Castagnaviz, Presidente di Confcooperative Friuli-Venezia Giulia, Cristina Compagno (Università di Udine), Leopoldo Destro, Presidente Assindustria
Federica MorelloVenetoCentro e Flavio Piva, Presidente della Federazione Veneta delle Banche di Credito Cooperativo.
Il rapporto
Il rapporto, quest’anno alla sua seconda edizione, vuole essere uno strumento di conoscenza e di analisi utile a tutti coloro che il territorio lo vivono in ogni suo aspetto. Al centro del rapporto l’instabilità, che sempre più pervade ogni aspetto della nostra realtà facendo aumentare il numero e la frequenza dei fenomeni di discontinuità, rendendo così incerte le possibilità di fare previsioni, progetti e investimento sul futuro. In un certo senso, come si legge nel rapporto, l'instabilità sta diventando sempre più stabile.
“La sindrome del piano inclinato prende in considerazione diverse variabili- spiega Daniele Marini, curatore dello studio. Innanzitutto il tema dello spopolamento del territorio e del calo demografico, al netto dei fenomeni migratori. E poi il sistema economico, che non sta facendo sistema. Se non si fa rete si fatica a conquistare la proiezione sui mercati esteri, perdendo posizioni. Sono lontani i tempi della locomotiva del Nordest- aggiunge Marini. Oggi il tema della digitalizzazione deve essere al centro per la cosiddetta nuova impresa 4.0. Il cambio di paradigma è essenziale”.
Il confronto con il resto d’Europa: un aggiornamento
Nel contributo al Rapporto 2021 si ricordava che Veneto e Friuli-Venezia Giulia sono due delle regioni che componevano quella che negli anni ottanta e novanta veniva definita la “locomotiva dell’economia italiana”, ma anche che la locomotiva ha rallentato la sua corsa già a partire dagli anni
novanta, perdendo via via terreno rispetto ad altre aree con tessuto produttivo simile. “Le serie storiche presentate lo scorso anno vengono aggiornate- spiega Marini. Per le regioni si aggiunge il dato del 2020, l’anno dell’esplosione della pandemia.
Considerando il fatto che l’Italia, e in particolare quella settentrionale, è stata tra le aree maggiormente colpite era prevedibile aspettarsi un peggioramento del PIL procapite confrontato con le altre regioni europee. E in effetti il Veneto passa da 109 del 2019 a 105 nel 2020. Questo significa che se nel 2019 il PIL pro-capite era del 9% superiore rispetto a quello medio europeo, un anno dopo è ancora superiore, ma solamente del 5%- precisa Marini. Il FriuliVenezia Giulia sostanzialmente conferma il dato dell’anno precedente, con l’indicatore che passa da 104 a 103. Va sottolineato come oramai le due regioni siano prossime ad allinearsi al valore medio europeo, quando nel 2000 partivano da valori superiori a quelli medi del 39% (Veneto) e del 32% (Friuli-Venezia Giulia)”.
Evoluzione del mondo del lavoro.
Analisi di Confcooperative Friuli-Venezia Giulia “C’è stata negli ultimi anni una evoluzione del mondo del lavoro, con i giovani che hanno cambiato paradigma- spiega Daniele Castagnaviz, Presidente di Confcooperative Friuli- Venezia Giulia. Sono loro a scegliere l’azienda in cui lavorare e non più solo l’impresa a scegliere i giovani. La cultura sta cambiando. Da questo rapporto – commenta Castagnaviz- emerge il fatto che sia necessario per tutti gli attori socioeconomici del territorio dotarsi di scarponi da montagna per fronteggiare un piano inclinato ripido e insidioso: strumenti e approcci indispensabili per affrontare le problematiche di questo periodo e superarle”.
La nuova normalità dello sviluppo della società e dell’economia è l’instabilità. L’eccezionalità diventa la normalità. I periodi di transizione diventano più lunghi e frequenti rispetto a quelli di sedimentazione. Rendendo così incerte le possibilità di fare previsioni. Di fronte a simili scenari il senso di spiazzamento e disorientamento è diffuso. Alcuni cercano riparo nelle vecchie certezze che costituiscono un orizzonte noto e sicuro. Il rischio però è di non affrontare efficacemente le sfide e, soprattutto, le opportunità che si possono dischiudere per migliorare le condizioni attuali e le prospettive future. Consapevolezza, qualità ed ecosistemi sono i criteri da assumere per lo sviluppo futuro.
La bcc Pordenonese e Monsile ha realizzato il secondo rapporto che fotografa l’evoluzione e le prospettive del Friuli-Venezia Giulia e del Veneto, comparate con l’Italia. Un’analisi completa che intende essere uno strumento utile a quanti il territorio lo vivono e contribuiscono a farlo
Il ruolo attivo di BCC Pordenonese e Monsile BCC Pordenonese e Monsile ha promosso per il secondo anno questa ricerca. «Per noi un grande lavoro e un utile strumento - dichiara il Presidente di BCC Pordenonese e Monsile Antonio Zamberlan - che la nostra BCC ha voluto fornire per continuare a conoscere più a fondo le due regioni e il loro costante sviluppo e mutamento.
Questo cambiamento, che oggi avviene in maniera differente rispetto ad altre regioni italiane ed europee, porta con sé importanti sfide e previsioni per il futuro sempre più inattese. In questo scenario, quindi, un’attenta e profonda analisi socio-economica può aiutarci nelle scelte che saremo chiamati a fare».
Delocalizzazione alle spalle
I vantaggi di produrre vicino Daniele MariniCorrevano gli anni ’80 del secolo scorso quando il fenomeno della delocalizzazione ha cominciato a prendere forma nel nostro paese. Ma dalla metà degli anni ’90, prende avvio un’altra strategia: l’internazionalizzazione o multilocalizzazione.
IFermo restando che l’obiettivo del contenimento dei costi rimane fondamentale, ciò non di meno si assiste a uno spostamento dell’obiettivo prioritario. In questa fattispecie l’elemento chiave è il voler presidiare un mercato estero ed essere vicino al cliente finale. Dunque, il territorio in cui l’impresa si insedia diventa lo sbocco finale. Per essere più prossimo e più veloce nel dare risposte alle esigenze del mercato, l’intera produzione viene realizzata in loco. Così operando, l’impresa è orientata a diventare leader su quei mercati.
Una conferma alla mutazione di tali strategie viene da una recente rilevazione presso un ampio gruppo di imprenditori e manager del Nord Est interpellati da Community Research&Analysis. Per i due quinti degli intervistati (41,5%) il motivo prevalente che spinge un’impresa ad aprirsi alle relazioni con i mercati esteri è la necessità di contenere i costi della produzione e dell’approvvigionamento, motivo leggermente più accentuato in Friuli-Venezia Giulia (41,5%), rispetto al Veneto (37,9%) e decisamente più marcato per le attività dei servizi (45,9%), ben più che
per le industrie (32,2%). Viceversa, ad avere il sopravvento complessivamente sono i fattori della vicinanza ai mercati di sbocco (20,3%) e alla presenza di clienti chiave nei paesi esteri (20,9%), unitamente al fatto di poter disporre di partner qualificati (6,9%) e di lavoratori con una cultura professionale adeguata (3,6%). Un insieme di dimensioni che caratterizzano, appunto, una strategia multilocalizzativa, fatta propria dal mondo delle industrie, più che dei servizi.
Ma due fenomeni occorsi in questi anni recenti paiono far rivisitare le strategie localizzative delle imprese. Da un lato, la pandemia e, dall’altro, la crisi determinata dal conflitto russo-ucraino sono fattori cruciali nelle decisioni di dove investire, produrre o commerciare i propri prodotti e servizi. Un esempio evidente viene da quante realtà aziendali hanno chiuso non solo le relazioni, ma anche i propri stabilimenti in Russia, a causa delle sanzioni e della guerra provocata. Un simile riflesso non manca anche per le imprese nordestine. I due terzi degli interpellati (69,0%) ritiene che esse abbiano già mutato le proprie strategie e un altro 26,8% pensa che stiano valutando il da farsi. Nel primo caso, osserviamo una prevalenza fra le aziende del Veneto (71,7%), rispetto a quelle del FriuliVenezia Giulia (64,2%), e le manifatturiere (73,3%; 67,9% fra i servizi). Ma a quali ridisegni assisteremo nelle catene del valore e di fornitura? In primo luogo, registriamo la consapevolezza che affidarsi a singole catene di fornitura, magari nella logica del costo più basso, non paga. L’esperienza della pandemia ha insegnato che è necessario differenziare le filiere al fine di non generare occlusioni, creando più bacini di approvvigionamento cui poter attingere just in case, e non solo just in time. Poco
Motivi
prevalenti che spingono le imprese ad aprirsi sui mercati esteri… (val. %)
VENETO FRIULI VG INDUSTRIA SERVIZI TOTALE
Esigenze di contenimento dei costi di produzione e approvvigionamento 37,9 41,5 32,2 45,9 41,5
Disponibilità di partner locali qualificati 8,3 6,6 6,7 7,2 6,9
Vicinanza ai mercati di sbocco (B2C) 21,4 19,8 20,0 19,6 20,3
Presenza di clienti chiave a livello locale (B2B) 21,4 19,8 33,3 16,3 20,9
Disponibilità di lavoratori utili alle esigenze produttive 4,1 4,7 2,2 4,3 3,6
Non so 6,9 7,5 5,6 6,7 6,9
Le strategie localizzative nei paesi esteri stanno mutando? (val. %)
Sì, stanno mutando le strategie 69,0
Al momento no, ma stanno valutando il da farsi 26,8
No, rimarranno come prima 2,3 Non so 2,0
Le strategie prevalenti delle imprese che hanno relazioni coi mercati esteri (val. %)
Differenzieranno le catene di fornitura in più paesi in modo tale da evitare strozzature in futuro 53,5
Riporteranno il più possibile le produzioni delocalizzate nei paesi esteri in Italia (reshoring) 14,5
Riporteranno il più possibile le produzioni delocalizzate nei paesi esteri in altri paesi più vicini, ma non in Italia (nearshoring) 12,9
Non ci saranno modifiche sostanziali nelle catene di fornitura, perché sarebbe troppo oneroso cambiare 11,9 Non so 4,6
più della metà degli imprenditori e manager (53,5%) sottolinea questa visione. Se, per contro, solo il 4,6% ritiene non ci saranno sostanziali modificazioni nelle catene di fornitura, gli altri interpellati si dividono quasi in misura analoga lungo tre direttrici. Il 14,5% prevede un processo di reshoring, ovvero il riportare in patria le produzioni delocalizzate. Il 12,9%, invece, intravede l’opportunità di un avvicinamento, ma in paesi limitrofi, più facilmente
Fonte: Community Research&Analysis, maggio 2022 (n. casi: 310)
raggiungibili (nearshoring). Infine, l’11,9% ritiene plausibile che le produzioni precedentemente delocalizzate siano ricollocate in altri paesi esteri, privilegiando però quelli con un regime democratico o comunque più prossimi ai valori occidentali (friendshoring).
Al di là degli indirizzi e delle motivazioni, tali indicazioni confermano come sia in atto un processo di “globalizzazione regionalizzata”.
Ciò non significa la fine della globalizzazione,
ma un suo nuovo disegno dove la prossimità territoriale delle produzioni e dei fornitori assume una valenza fondamentale. E, di conseguenza, la capacità di un territorio di attrarre investimenti e ricollocazioni diviene fondamentale per la competitività di un sistema sociale e produttivo. E su questo punto, considerati i non propri positivi indicatori socio-economici, il Nord Est dovrebbe aprire una riflessione.
Nasce Treviso 4 Change
Finanziamenti alle imprese per liquidità, anticipi su fatture e scorte
Centomila euro di contributo economico ai Confidi per sostenere imprese e attività produttive nel periodo di emergenza economica dovuta al rincaro delle bollette e delle materie prime. Dopo Treviso Fund, misura che ha permesso di aiutare 120 imprese del territorio durante la pandemia e riconosciuta come modello virtuoso al Festival nazionale dell’Economia Civile, il Comune di Treviso ha istituito “Treviso 4 Change” strumento voluto per sostenere le attività produttive nella nuova fase emergenziale.
Il provvedimento prevede un contributo totale di 100.000 mila euro (10.000 vengono erogati a fondo perduto alle start-up e imprese femminili) ai consorzi che fanno da garanti per l’erogazione di prestiti ai comparti dell’industria, del commercio, dell’artigianato e dell’agricoltura come Trevigianfidi Soc., Canova Cooperativa Artigiana di Garanzia della Marca Trevigiana, Consorzio Veneto Garanzie – Confartigianato e Fidimpresa & Turismo Veneto. “Treviso 4 Change” si ispira ai principi di sburocratizzazione e di efficienza: per ottenere il finanziamento è possibile infatti presentare ai consorzi di garanzia o agli istituti di credito soltanto la documentazione reddituale 2021, una visura camerale e un documento d’identità per disporre, dopo 30 giorni, della liquidità.
Le banche che hanno aderito alle condizioni poste dal protocollo fra cui BCC Pordenonese e Monsile, possono essere scelte dai richiedenti per l’erogazione del finanziamento.
Tramite le garanzie e gli accordi tra Confidi e istituti di credito, si possono generare investimenti e liquidità fino a 1,8 milioni di euro per imprese e attività commerciali. L’importo dei finanziamenti può ammontare dai 10 ai 50 mila euro per una durata massima di 72 mesi. “Treviso 4 Change” si suddivide in tre possibilità di intervento, a seconda che il finanziamento sia per liquidità, anticipo su fatture o scorte.
La tipologia A deriva dall’esperienza positiva del Treviso Fund. Si tratta di un finanziamento per investimenti, da un minimo di 10 mila euro ad un massimo di 50 mila euro per le imprese e i liberi professionisti soci con sede o almeno una unità locale operativa nel territorio comunale di Treviso. La durata massima è di 72 mesi di cui almeno 24 mesi di preammortamento. Le condizioni bancarie prevedono un tasso fisso Irs 6Y + 1,10 di arrotondamento e 100 euro di commissioni alla
banca. La Garanzia di confidi è almeno del 50% a prima richiesta.
La nuova tipologia B “a breve termine” prevede un massimo di 18 mesi di finanziamento per generare liquidità in conto corrente o tramite l’anticipazione fatture. La manovra è stata pensata per dare una risposta agli aumenti dei costi energetici e delle materie prime con una leva economica per finanziamenti a breve termine (entro i 12 mesi); questa misura genera una leva economica finale 1×20: 1000 euro di contributo economico comunale genera € 20.000 di finanziamento garantito alle imprese.
La terza tipologia, sempre a breve termine (massimo 18 mesi, genera liquidità per finanziare l’acquisto di scorte. La crisi generata dall’emergenza Covid e il conflitto alle porte dell’Europa hanno fatto emergere le criticità di gestione dei magazzini. Gli investimenti mirano dunque a garantire le scorte necessarie per non compromettere la produttività e l’operatività delle aziende locali. Anche il questo caso la leva economica finale è di 1 per 20.
In più, si è voluto destinare un contributo da 10mila euro per l’abbattimento del tasso di interesse bancario per le nuove imprese o nuove unità locali. La ripartizione di questa somma è pari a 500 euro per la garanzia prestata a singola start up che intenda aprire nuova unità locale a Treviso; nel caso in cui le start up siano gestite da giovani (fino a 35 anni – imprese giovanili) o da donne (imprese rosa) l’importo è aumentato fino a 1000 euro.
Per accedere a Treviso Fund basta rivolgersi a uno dei seguenti COFIDI: Canova Coop (Viale della Repubblica, 154 – 31100 Treviso, Rudy Bortoluzzi, tel. 0422/3155, mail: canova@cnatreviso.it), Trevigianfidi Soc.Coop (Via Siora Andriana Del Vescovo, 16, 31100 Treviso TV, Fabio Calzavara tel. 388/6508304, mail: info@trevigianfidi.it), Ufficio Fidi – Consorzio Veneto Garanzie, (Via Rosa Zalivani, 1 – 31100
Treviso (TV) Gianni Pozzolo Telefono Diretto: 041 5331851- Cell: 3385076307 Email: g.pozzolo@venetogaranzie.net Skype: Gianni Pozzolo) Fidi Impresa Veneto – Responsabile – Filiale di Treviso: Via S. Venier 55 Treviso Fabio Scardellato E-mail fabio.scardellato@fidimpresaveneto.it – Tel. 0422-591201 int. 351.
«Treviso 4 Change rappresenta l’evoluzione del modello virtuoso di Treviso Fund», ha spiegato il vicesindaco di Treviso Andrea De Checchi. «Una misura che negli anni è diventata strutturale e che ora affianca a varie tipologie di finanziamento, volte a rispondere alle attuali necessità delle imprese in un momento in cui il caro prezzi ha generato una nuova emergenza, un contributo a fondo perduto per le start-up e le imprese femminili. Con Treviso 4 Change non solo vengono aiutati i nostri imprenditori a investire ma vengono sostenute tutte le nuove attività. Fondamentale, in questo senso, è la sinergia con consorzi di garanzia e istituti di credito, che hanno aderito con convinzione a questo nuovo progetto che intende riversare alle imprese dei denari ad ottime condizioni».
«Il Consiglio di Amministrazione della BCC Pordenonese e Monsile è consapevole delle difficoltà che devono affrontare le nostre piccole e medie imprese a causa del caro energia e della difficoltà di reperimento delle materie prime, con conseguente rialzo dei prezzi, e con plauso ha accolto l’invito del Comune di Treviso, desiderosi di fare la nostra parte per le imprese del territorio. La capacità di ascolto e il dialogo costruttivo sono le basi per supportare le amministrazioni locali nelle politiche di sviluppo e sostegno alle comunità e alle imprese. Bcc pordenonese e Monsile da sempre considera questo il modo più concreto per stare a fianco alle comunità dei territori ove opera», le parole del Presidente della BCC Pordenonese e Monsile, Antonio Zamberlan.
C’è casa e casa!
Un nuovo modello di casa per il “dopo di noi” che Fondazione Bambini e Autismo ONLUS sta costruendo a Pordenone.
Davide Del Duca Direttore Generale Fondazione Bambini e Autismo ONLUSLa legge 112/2016 meglio conosciuta come legge sul “Dopo di noi” è stata varata dal Parlamento per evitare l’istituzionalizzazione di chi si trova in una condizione di disabilità grave una volta che vengono meno i sostegni familiari.
La legge prevede che queste persone siano accolte in “abitazioni o gruppi appartamento che riproducano le condizioni abitative e relazionali della casa familiare e che tengano conto anche delle migliori opportunità offerte dalle nuove tecnologie al fine di impedire l’isolamento delle persone con disabilità grave”.
Dal 2016, anno in cui è entrata in vigore la legge, quante persone vivono in Italia in case o appartamenti secondo i dettami della legge? A mia conoscenza, nessuna!
Basterebbe questo dato semplice e banale per spiegare la portata innovativa e sperimentale del modello che Fondazione vuole portare avanti.
Non è questo lo spazio per spiegare perché le case non sono nate e perché al loro posto esistono residenze con oltre venti ospiti difficilmente riconducibili al concetto di casa familiare. E’ possibile invece, sinteticamente, raccontare ciò che è in atto, ciò che si sta facendo. In via Roggiuzzole, in una zona residenziale adiacente al centro di
Pordenone, Fondazione sta costruendo un fabbricato, in un terreno messo a disposizione dal Comune di Pordenone, che ospiterà al piano terra l’Unità di Urgenza e Prevenzione per l’Autismo (una piccola struttura sanitaria in collegamento con l’Ospedale civile) che ha lo scopo di monitorare la salute delle persone con autismo e con disturbi psichiatrici e aiutare le stesse in momenti di acuzie o dopo interventi ospedalieri per favorire la convalescenza prima del rientro nella propria residenza. Sopra all’Unità di Urgenza e Prevenzione verrà invece ospitata la casa modello per il “Dopo di noi” che verrà realizzata nello spirito di ciò che prevede la legge 112/2016.
Volendo indicare alcune caratteristiche di questa abitazione sperimentale si può dire che vi si accederà o con l’ascensore dal paino terra o con una scala che porterà al giardino pensile dove vi sarà un terrazzo con l’ingresso. La scala permetterà di andare a “Casa propria” senza passare dalla struttura sanitaria che sta sotto all’abitazione. Al piano vi saranno due soggiorni ampi, una cucina di oltre
15 mq un bagno e le scale per accedere al piano superiore. Il piano superiore avrà una superficie più ampia perché progettato a sbalzo, ovvero fuoriesce dalle dimensioni del piano sottostante. Avrà forma quadrata. Nella parte centrale vi sarà la scala che arriva dal piano sottostante e l’ascensore. Sempre in questa parte centrale si affacceranno tutte le porte del piano che sono quelle delle sei stanze, quelle di un bagno di servizio e quella di un ripostiglio. Le camere, ognuna con un bagno interno, saranno cinque per cinque persone con autismo più una camera per l’operatore del turno di notte.
Le camere saranno ampie mediamente con una cubatura di circa 16 mq. Ogni camera avrà una finestra di 2 mq. Il tetto della struttura sarà organizzato per ospitare gli elementi necessari alla produzione di energia rinnovabile. La casa sarà costruita usufruendo di tutta la tecnologia ad oggi disponibile per rendere l’edificio adatto alle caratteristiche delle persone con autismo che hanno delle alterazioni di tipo sensoriale. Quindi vi saranno già nella costruzione predisposizione per luci indirette, isolamento acustico, rinfrescamento e riscaldamento a induzione, tecnologia per la produzione del caldo e del freddo silenziosa, isolamento acustico tra il piano terra e il piano primo della residenza, impianto di sorveglianza, dispositivi domotici
e via dicendo. Il fabbricato risulterà di civile abitazione tuttavia la tecnologia e le scelte architettoniche lo renderanno invece una casa autism friendly.
Il fabbricato, che è in costruzione, si sta realizzando con fondi pubblici e privati e si spera che sia concluso alla fine del 2023 inizi del 2024.
I gravi rincari del costo dell’energie e di alcuni materiali per l’edilizia hanno notevolmente modificato il budget necessario ad ultimare la costruzione quindi aiuti come quello dato da BCC Pordenonese e Monsile agli inizi di questa avventura non solo sono importantissimi ma si spera indichino la strada ad altri benefattori che vogliano partecipare a questo grande progetto i cui benefici supereranno il territorio. La casa infatti, una volta ultimata, potrà essere presa a modello e replicata anche in altri territori del Paese. Se ci riusciremo, con l’aiuto di tutti, avremo ottenuto un grande risultato.
Per info. segreteria@bambinieautismo.org per una donazione c/c 25196 presso Bcc Pordenonese e Monsile. www.bambinieautismo.org
Premio di scrittura “Le cittá di Berto”
La segreteria del Premio di scrittura “Le città di Berto”
Prof.sse Gabriella Ferman, Licia Giannico, Chiara Mugnato
Alla presenza di un numeroso pubblico, il 23 settembre u.s. l’Aula Magna G. Bertapelle del Liceo Scientifico “G. Berto” di Mogliano Veneto ha ospitato la cerimonia di premiazione della XXXIII^ edizione del Premio di Scrittura “Le città di Berto”.
Una serata per i giovani e condotta dai giovani: a presentare brillantemente la serata sono stati infatti gli studenti del Liceo “G. Berto” Giorgio, Giulia, Camilla e Riccardo, coadiuvati negli intermezzi musicali dai talentuosi pianisti Carlo Alberto, Lucia, Andrea e Francesco e dalla cantante Margherita, mentre hanno immortalato la cerimonia gli scatti di Elia e Marco.
Gabriella Ferman, Licia Giannico e Chiara Mugnato, docenti del Liceo e referenti del Premio, hanno sovrinteso e organizzato la serata, avvalendosi della preziosa collaborazione a distanza della professoressa Rosamaria Cantafio del Liceo G. Berto di Vibo Valentia e della professoressa Stefania Curiale del Liceo Galileo Galilei di Lamezia Terme, che hanno contribuito alla divulgazione del concorso presso i licei della Calabria.
Il concorso studentesco è riservato alle scuole superiori delle province di Treviso, Venezia, Vibo Valentia e Catanzaro ed è organizzato ogni anno dal Liceo statale Giuseppe Berto di Mogliano Veneto anche grazie al patrocinio dell'Amministrazione Comunale di Mogliano Veneto, della Provincia di Treviso, dell’Associazione Culturale Giuseppe Berto e del Liceo “G. Berto” di Vibo Valentia. Tra i partner e
sostenitori della serata anche la BCC Pordenonese e Monsile, sempre sensibile alla divulgazione e alla promozione delle iniziative culturali del territorio oltre che alla valorizzazione dei talenti giovanili, come ha ricordato il dott. Alessandro Darsiè, Vicedirettore Generale, che ha presenziato alla serata di premiazione insieme al dott. Andrea Rizzetto, membro del Consiglio di amministrazione.
Il Premio di scrittura ha come intento non solo quello di divulgare tra le giovani generazioni la figura e l’opera letteraria di Giuseppe Berto, ma anche quello di confermare e incrementare le occasioni di incontro e di scambio culturale tra istituzioni scolastiche geograficamente lontane, unite tuttavia dalla condivisione di questa importante eredità letteraria. Il titolo del Premio è proprio il simbolo di questa eredità, perché “Le città di Ber-
to” intende di fatto riunire simbolicamente le due terre che furono care a Giuseppe Berto –il Veneto, sua regione d’origine, e la Calabria, regione d’elezione.
Tra i numerosi elaborati, la giuria, presieduta dal dott. Emilio Lippi, ex direttore delle Biblioteche e dei Musei civici di Treviso, e composta dalla direttrice dell’Eco di Mogliano, Luciana Ermini, dalla Dirigente dell’IC C. Goldoni di Martellago prof.ssa Alessandra Visentin, dal prof. Diego Bottacin, docente della Scuola media Minerbi di Mogliano Veneto, dal docente di Catalano dell’Università Ca’ Foscari di Venezia prof. Patrizio Rigobon, dal prof. Stefano Stringini e dalla prof.ssa Elisa Tetamo, docenti del Liceo Berto, ha selezionato i quindici finalisti, cinque per ognuna delle tre sezioni – Poesia, Racconto breve e Racconto lungo.
La XXXIII^ edizione ha visto salire sul podio
PER LA SEZIONE POESIA
Emma Nordio
(Liceo Classico B. Franchetti Mestre)
Roberta Maria Bono (Liceo G. Berto Vibo Valentia)
Mirco Righetto (Liceo G. Berto Mogliano Veneto)
Rebecca Barbuto (Liceo G. Berto Vibo Valentia)
Giuseppe Mascaro (Liceo Scientifico Galileo Galilei Lamezia Terme)
PER LA SEZIONE PROSA-RACCONTO BREVE
Sara Lubiato (Liceo Classico B. Franchetti Mestre)
Micol Favretto (Liceo Classico B. Franchetti Mestre)
Eleonora Artesi (Liceo Classico M. Morelli Vibo Valentia)
Sofia Lotteri (Liceo G. Marconi Conegliano)
Davide Gandin (Liceo Scientifico L. Da Vinci Treviso)
PER LA SEZIONE PROSA-RACCONTO LUNGO
Emma Sofia Santolin
(Liceo Giorgione Castelfranco Veneto)
Giulia Rebecca Conte (Liceo G. Berto Mogliano Veneto)
Facchin Beatrice (Liceo G. Berto Mogliano Veneto)
Giovanni Casarin (Liceo G. Berto Mogliano Veneto)
Letizia Marton (Liceo G. Berto Mogliano Veneto)
La calorosa presenza di quanti hanno seguito la cerimonia e la nutrita partecipazione al concorso, sia dalle province del Veneto sia da quelle della Calabria, dimostrano come tale premio continui ad essere un’importante occasione per valorizzare i talenti degli studenti e un trampolino per altri prestigiosi premi, quali il Campiello Giovani, al quale potranno partecipare i tre finalisti della sezione racconto lungo.
La finalista Sofia Lotteri -Liceo G. Marconi Conegliano- premiata dal Vicedirettore generale della BCC PM dott. Alessandro Darsiè (Foto di Elia e Marco) Giuria e vincitori (Foto di Elia e Marco) Intervento del Vicedirettore generale della BCC PM dott. Alessandro Darsiè (Foto di Elia e Marco)Consorzio Agrario di Treviso e Belluno
Direttore Antonio Maria CiriIl Consorzio Agrario si sta rivelando uno straordinario ammortizzatore per il mondo rurale.
La storia recente del Consorzio Agrario di Treviso e Belluno parla di riorganizzazione all’insegna dell’efficienza e della vicinanza alle aziende agricole del territorio. È ormai chiaro che il Consiglio direttivo agisce in questa direzione dimostrando grande coesione e volontà di lasciare un segno positivo. Giorgio Polegato è stato rinominato alla sua presidenza e a dargli man forte nella governance consortile, oltre ad un ottimo direttivo, c’è anche il direttore Antonio Maria Ciri che nell’ultimo biennio ha segnato un positivo cambio di passo.
“Quello che volevamo si realizzasse era dar vita ad un rapporto con i nostri clienti più snello e dinamico con grande attenzione alle dinamiche di mercato ed alle risposte da garantire ai nostri soci e clienti con la dovuta puntualità e velocità – racconta il presidente Polegato - Se vogliamo continuare ad essere una eccellenza dobbiamo migliorare, implementare, essere all’altezza in tutte le fasi della vendita. E sappiamo che l’assistenza al cliente è determinante. A tal fine sono stati compiuti degli investimenti in termini di risorse umane inserendo anche delle nuove professionalità, in modo da migliorare la nostra managerialità nei vari comparti del nostro Consorzio agrario”.
Vogliamo migliorarci in tutte le fasi del mercato
Giocare d’anticipo per il bene delle aziende agricolePresidente Giorgio Polegato
Realtà in salute: sono i numeri a parlare
Se il bilancio 2021 del Consorzio agrario di Treviso e Belluno ha registrato un valore della produzione di quasi 105 milioni di euro, con una espansione del 14% rispetto al 2020, ed un utile di esercizio che si attesta a 965 mila euro, i numeri del 2022 non sono da meno confermando un trend positivo di una realtà capace di sostenere le nuove dinamiche di mercato.
Il nuovo consiglio di amministrazione, che rimarrà in carica fino al 2025, vede molte conferme e qualche volto nuovo tra i 13 consiglieri che lo compongono: Giorgio Polegato;
Daniel;
“I numeri del nostro Consorzio disegnano il ritratto di un’azienda sana – sottolinea Antonio Maria Ciri, direttore del Consorzio Agrario di Treviso e Belluno – che ha saputo reagire alle avversità e al costante rialzo dei prezzi che ha interessato gli ultimi mesi del 2021, rispondendo in modo efficace alle esigenze degli oltre 2500 soci e 16.000 clienti. La gestione dei servizi essenziali nell’ultimo anno è stata realizzata con maggiore qualità e questi risultati dimostrano che, pur nel rispetto delle politiche commerciali dei nostri partner, il Consorzio è sempre rimasto orientato prioritariamente al supporto
delle necessità dei clienti, migliorando la qualità dei servizi resi, riorganizzando la rete distributiva e monitorando il contenimento dei costi. Di questo siamo orgogliosi perché il nostro Consorzio deve rappresentare la grande qualità dell’agricoltura di questo territorio”.
Un esempio di capillarità con
34 negozi sul territorio
In totale sono 34 i punti vendita del Consorzio agrario di Treviso e Belluno, tra le province di Treviso e Belluno, che commercializzano una varietà di prodotti, dalle sementi ai concimi, dai fitofarmaci ai prodotti per la casa, il giardino e il florovivaismo, dai carburanti per autotrazione e riscaldamento ai lubrificanti, dai mangimi e cereali ai nutrimenti biologici per animali, dalle macchine e attrezzature agricole ai ricambi per le stesse e per i macchinari industriali, dagli impianti di vigneto e oliveto; dal centro dell'usato ai servizi di consulenza, finanziari e assicurativi.
La presenza delle nostre officine permette un'adeguata assistenza in caso di guasti meccanici ai mezzi motorizzati sia agricoli sia di movimento terra. Infine, per gli animali a Bibano di Godega Sant’Urbano (TV) il Consorzio conduce un mangimificio in grado di produrre tutta la qualità desiderata.
A distanza di oltre un secolo, quindi, i Consorzi, come quello di Treviso e Belluno, hanno il merito di mantenere vivo l'amore per la terra, rivelandosi una garanzia a favore della produzione di prodotti genuini, nel segno della migliore tradizione.
Alessandro De Rocco; Mattia Mattiuzzo; Giovanni Ceccutto; Luca Peruzzo; Valerio Nadal; Jony Walter Feltrin; Andrea Paladin; Franco Passador; Silvia Grillo; Lodovico Giustiniani; Diego Donazzolo.Gli Angeli di Pordenonelegge 2022 raccontano
“La mia giornata in giallo” e "Succede a Pordenonelegge"
La giornata di un Angelo inizia con il tragitto da casa verso il luogo dell’evento, che può essere più o meno corto; in ogni caso aiuta il fatto di girare in mezzo al traffico di Pordenone con una maglietta di un bel giallo vistoso, a meno che non si indossi una felpa… diciamo che ci si fa notare: la gente si volta, sorride, ci indica, ci segue con lo sguardo. Una volta arrivati al proprio presidio e aggiornati sui vari autori della giornata, si inizia a discutere su come posizionare i vari settori degli sponsor, delle autorità, delle case editrici e così via; quindi si predispongono i vari cartellini per i settori e si inizia a pensare come disporre le varie file dei posti in sala. Organizzato il tutto, si aspetta che l’orario dell’evento si avvicini; man mano, le code degli spettatori vanno a crescere fino a quando non si permette l’accesso. Dopo aver accompagnato tutti in sala e aver controllato che nessuno si sia “perso”, si chiudono le porte e l’evento inizia! Chi ha accompagnato il pubblico in sala, di solito, ri -
mane anche per la prima mezz’ora per assicurarsi che tutto proceda “come da programma” e, finita questa mezz’ora, fa cambio con gli altri due Angeli che sono rimasti all’ingresso del presidio. Finito l’incontro, interviene un Angelo che accompagna l’autore o gli autori al firmacopie e, in caso, procura anche le penne. Concluso anche questo rito, si raccolgono i vari cartellini e la procedura si ripete per tutti gli spettacoli previsti, con l’eccezione di quella che viene considerata la “pausa pasto” che coincide con quei 20-30 minuti circa da impiegare per mangiare due bocconi, per pranzo e per cena. Finiti gli eventi della giornata si sistemano i cartellini nella borsa che verrà depositata presso la sede della Fondazione. Il lavoro è finito ma volentieri ci si ferma per scambiare un saluto e due chiacchiere: nascono nuove amicizie o si consolidano quelle già esistenti. L’appuntamento è per il giorno dopo, stesso posto ma con nuovi autori e nuovi lettori. Pietro Furlan
Mercoledì 14 settembre, sono le 07:00 della mattina, un sole assonnato albeggia appena sopra l’orizzonte, rischiarando il cielo pordenonese, sotto al quale la città che legge si prepara a ospitare per cinque giorni incontri ed eventi di letteratura, e a me suona la sveglia. Sono di corsa da giorni e resterei volentieri a dormire, ma devo cominciare a prepararmi. È il primo anno che sono angelo e non posso assolutamente tardare. Cosa? No, non intendo dire che ho cambiato nome in “Angelo”. Eh? Ma no, non sono neanche morto! Ma aspettate, volete forse dirmi che non sapete chi sono gli angeli di Pordenonelegge? Non è possibile, bisogna rimediare. Noi siamo coloro che seguono la regola delle tre A: Allestire, Accogliere e Aiutare. Noi ci assicuriamo che i vostri incontri si svolgano per il meglio, vi accogliamo all’ingresso e vi accompagniamo ai vostri posti, vi facciamo accomodare e vi prestiamo il nostro aiuto quando avete bisogno di noi. Siamo i vostri angeli custodi per tutta la durata del festi -
val. Qualsiasi domanda voi abbiate, noi siamo pronti a rispondere (in realtà non siamo onniscienti, ma ci si prova, meglio però che non si sappia troppo in giro, quindi acqua in bocca!).
Sicuramente ci avrete visti aggirarci per la città affollata indossando la nostra inconfondibile armatura dorata. Sapete, quando da bambino i miei genitori mi portavano a Pordenonelegge io ammiravo quei giovani con le ali e oggi sono fiero di poter far parte di quella schiera angelica. Certo, devo ammettere che una simile responsabilità mette un po’ in soggezione: sappiamo di avere sempre i vostri occhi addosso, così luminosi nelle nostre armature. Sì, ok, è una maglietta, ma fa lo stesso, non serve che me lo facciate notare.
Ok, sono pronto per uscire. Ah, volete venire con me? Va bene, ho un po’ di tempo prima che inizi il mio turno e possiamo fare un giro per la città.
Ecco, questo è il tendone dei libri. La leg -
genda vuole che sia impossibile attraversare Pordenonelegge senza fermarsi per comprare almeno un libro qui. Finora, non si ha notizia di nessuno che sia sfuggito a questo incantesimo. Se poi volete fare la collezione delle spille delle diverse edizioni, questo è il posto per voi. Ma proseguiamo con il nostro tour lungo Corso Vittorio Emanuele II. Guardate quante persone! Ogni anno, per questi cinque giorni, la città si riempie di vita e persone. A Pordenone, i giorni si contano in base a quanto manca a Pordenonelegge. “Che giorno è?” “267 giorni a Pordenonelegge” “Grazie!”. E guardate quanti compagni angeli! È sempre una bella occasione per conoscere nuove persone e stringere nuove amicizie. Pare che tra le nostre fila siano scoppiati persino amori che continuano ancora oggi. Adesso però devo andare, comincia il mio turno e non posso tardare. Perché, si sa, un angelo non è mai in ritardo (sì, ma non come uno stregone, noi davvero dobbiamo essere puntuali). Carlo Tomba
Sono un angelo volontario e per la prima volta quest’anno ho avuto l’opportunità di vivere Pordenonelegge dalla parte “dello staff”, un’esperienza stimolante, coinvolgente, divertente ed arricchente che spero vivamente di poter ripetere per altri anni. La sera di sabato 17 ho avuto un incontro particolare, ripensandoci non posso fare a meno di ricordarlo come un episodio di un racconto, uno di quegli avvenimenti che si è soliti vedere nei film, ve lo propongo quindi in questa veste, sperando che vi possa strappare un sorriso. “Passò così per caso, quasi non me ne accorgevo, i raggi di sole cedevano ormai il posto alle ombre dei tetti e il freddo diveniva sempre più pungente, richiamando a sé le folate di vento serali. Attendevo dinnanzi alla soglia dell’Ex-Tipografia Savio, con la maglia gialla degli angeli sopra un maglione nero che non riusciva però a contrastare il freddo di quel sabato pomeriggio. Sorridevo contenta a tutti coloro che passeggiavano in quell’aria di novità settembrina che sempre caratterizza la nostra cittadina, indicavo la mostra e scambiavo due parole con i passanti, quando giunse lei. Una ragazza vestita di un cappotto rosso, taglio corto e ciuffo sbarazzino, incarnato chiaro, una borsa marrone dalla quale spuntavano giornali e titoli gialli, con delle piccole cuffie, quasi perle sul suo viso. La fermai invitandola a vistare l’esposizione, si voltò, mi rispose uno sguardo confuso e sorpreso e delle parole francesi. Vocaboli italiani erano risuonati fra una e musica a me ignota ma l’avevano indotta a fermarsi e donarmi quella timida risposta, per me solo suoni melodiosi privi però di un reale significato. “Oh I’m so sorry I don’t actually speak French! If you’d like to visit the exposition I’ll look for someone that knows your language” diss’io, ma nemmeno quell’idioma le parve comprensibile. Parlò ancora in francese dicendo, credo, che sarebbe entrata e avrebbe fatto un giro volentieri, magari anche solo sfogliando i volumi e facendosi scivolare fra le dita i colori dell’inchiostro dei caratteri e le tinte delle copertine. Entrò sorridendo a tutti i presenti, si mescolò fra la folla, già radunatasi per l’evento di calligrafia che da lì a poco sarebbe incominciato, e non la rividi per un po’, pensai che fosse uscita e che non me ne fossi resa conto. Trascorsi una decina di minuti ad immaginarla con il cappotto rosso e quell’aria creativa mentre passeggiava per i vicoli del corso ascoltando una melodia nota a lei sola, lontana dal nostro mondo, quasi in una realtà parallela. Uscì poco dopo con una borsetta con dei libri, aveva acquistato dei titoli da quegli editori locali dei quali non le era noto nulla, senza comprendere la nostra lingua, senza la necessità di cogliere il significato delle parole, fidandosi ciecamente di quel legame inspiegabile instauratasi fra ella e i titoli solo grazie al tatto, alla vista, al profumo della carta. Mi sorrise di nuovo e mi ringraziò poi scese lo scalino, infilò le cuffie e si allontanò per la lunga via portando con sé le ultime luci del tramonto.”
Grazie Pordenonelegge per aver creato un’atmosfera di tale magica vivacità nella nostra città. Gaia Pizzato
La mia giornata in giallo inizia molto presto. Sono un angelo della logistica da tanti anni e cerco di essere il primo ad aprire l'ufficio la mattina in modo che i ragazzi più giovani si sentano subito accolti. Così cerco di essere operativo per le 8, accendo le luci, accendo il computer e apro la porta da dove gli angioletti poi entreranno. Ai primi che arrivano do i fogli con il programma della giornata, così con le puntine li fissano sulla bacheca "oggi a Pordenonelegge" che da un paio d'anni teniamo in piazzetta. Quando arrivano i capi delle tre squadre logistica (una per ogni zona del centro) faccio un po' il punto della situazione con loro: com'è andata la sera prima, quali allestimenti dovranno fare nei loro luoghi, dove portare i materiali, quando serviranno i microfoni per gli interpreti, quali eventi li preoccupano di più perché è previsto il pienone,ecc...
La mattinata poi scorre veloce, rispondiamo alle necessità degli angeli quando chiedono l'acqua o i bicchieri per gli autori, oppure quando hanno bisogno di una sedia in più sul palco. Verso le 11 si fa pausa brioche, e poi si riprende a lavorare.
Durante il pranzo mi riservo un'oretta con i capi delle tre squadre, voglio che stacchino mentalmente per poi ripartire concentrati il pomeriggio quindi cerco di parlare di sport, scuola, università, ecc. Talvolta qualche chiamata anche durante la pausa pranzo rende impossibile questa prassi.
Nel pomeriggio cerco di stare più a contatto con la gente, giro con la bicicletta e verifico che vada tutto per il meglio in tutti gli eventi...
La sera invece noi della logistica siamo più tranquilli perché i lavori che dovevamo fare li abbiamo fatti e non ci rimane che dare supporto agli eventi agli angeli che presidiano. Se la situazione è tranquilla verso le 23 riesco a rincasare e a riposarmi qualche ora: pronto a ricominciare la mattina dopo! Francesco Zava
6.45, suona la sveglia e come al solito la rinvio un paio di volte mentre nella penombra due ali attendono di essere indossate per farmi spiccare il volo alla volta di PordenoneLegge. Pochi minuti di treno e mi ritrovo tra il giallo del sole e dei manifesti, in una città ancora un po' assopita ma trepidante di incontrare nuovi ospiti. Il mio presidio, la biblioteca civica, in questi giorni accoglie soprattutto eventi per i più piccoli, riempiendosi di giochi, laboratori e letture tra maestre vigili e genitori divertiti; tra i sorrisi degli spettatori mi rivedo bambina, quando osservavo allegra quei ragazzi gentili, sognando di poter essere un giorno un Angelo come loro. Non potevo immaginare allora che quella maglietta gialla potesse regalarmi il vero significato di cooperazione, condivisione e responsabilità, dandomi la possibilità di conoscere persone diverse e stringere nuove amicizie. Di questa mia prima (e spero non ultima) esperienza porterò con me tante risate, chiacchiere e momenti felici; ricorderò i sorrisi dei bambini incantati da storie di mondi lontani, incontri da mille colori e poesie per cuori lontani. La mia giornata non è ancora finita, il tempo per una bella brioche e poi subito in fila, per vivere il festival dall'altro lato; dismessa per un po' la maglia da Angelo, indosso i panni della spettatrice, sognando un giorno di poter essere sul palco e raccontare con dolcezza di quei giorni in giallo. Giorgia
MaggioMi chiamo Sara, ho vent’anni e ormai da quattro anni ad oggi faccio parte della squadra degli angeli di Pordenone legge. Serviva una presentazione così articolata? Per molti forse no, ma per me, che so cosa significa esserlo, è molto importante.
Io credo che nel nostro piccolo noi angeli, insieme alla fondazione, facciamo qualcosa di fondamentale per la nostra piccola città, e cioé, darle identità.
Vi spiego meglio cosa intendo con un piccolo aneddoto successo quest’anno: era un venerdì pomeriggio e mentre stavo svolgendo il lavoro di presidio durante una conferenza, mi si avvicinarono due miei amici di famiglia di vecchia data. Mi salutarono come al solito e poi però mi presentarono una loro amica da Padova, che avevano fatto venire in visita proprio per il festival. Si misero a raccontarle di quanto fossero contenti che la loro città ospitasse un evento culturale del genere, di come alla base ci fossero anche giovani come me a collaborare e di quanto fossero orgogliosi di noi.
Mi è rimasto impresso il sorriso con cui mi presentarono, la felicità di potersi “vantare” della propria città e di ragazzi come noi, che contrastano il solito aggettivo di “svogliati”, che ci viene affibbiato solitamente dagli adulti. Ecco che quindi in questo piccolo scambio ho visto un po’ il frutto e il significato di quello che faccio, e questo mi ha dato una fiducia di cui farne tesoro e a cui aggrapparmi nei momenti in cui ne avrò più bisogno. Sara Miu
"Pordenone Legge 2022", la Festa del libro con gli autori a cui ho avuto l'opportunità di partecipare per la prima volta nelle vesti di Angelo Volontario. Si è trattato di un'esperienza completamente nuova, arricchente e coinvolgente che mi ha dato la possibilità di sperimentarmi in qualcosa di diverso, di sentirmi coinvolta in un grande progetto e di divertirmi. Ho svolto il mio servizio presso il Teatro Pasolini di Casarsa della Delizia, il Teatro Verdi e il Palazzo Badini di Pordenone.
Nei teatri, insieme alla mia squadra, ho accolto gli ospiti degli incontri e degli eventi (pubblico, case editrici, autorità ...) e, in alcune occasioni, li ho accompagnati in sala. Ho seguito anche i momenti conclusivi degli incontri, ovvero l'acquisto dei libri da parte degli ospiti e il firmacopie.
Presso Palazzo Badini, invece, sempre insieme alla mia squadra, mi sono dedicata ad attività di segreteria e, in particolare, ho preparato e consegnato, durante la fase di accredito e registrazione, le borse destinate agli autori.
Il Festival mi ha permesso di misurarmi in contesti differenti tra loro, svolgendo compiti diversi e mettendo in campo tante capacità e risorse personali. È stata una grande occasione per relazionarmi con moltissime persone, dai responsabili ai compagni di squadra, che sono stati per me un grandissimo punto di riferimento e grazie ai quali ho potuto apprezzare il piacere del confronto e del lavoro in team.
Indossare la maglietta gialla è stata una grandissima soddisfazione perchè la riuscita di un evento così importante è il risultato del contributo di tutti, anche delle figure che nell'organizzazione generale possono sembrare più marginali.
È stato anche molto bello vivere l'atmosfera vivace, elettrizzante e travolgente che, in modo diverso, coinvolge l'intera città di Pordenone. Martina Palese
ì Agli inizi di settembre per la prima volta ho indossato la mia nuova maglietta gialla e preso parte alla Festa del Libro, godendomi la sua atmosfera non più da spettatrice ma da componente del Festival. Ogni mattina, durante quelle cinque giornate di settembre, sono uscita di casa con un entusiasmo nuovo. Camminavo per le strade di Pordenone con la mia maglietta gialla, cercando la pasticceria dove prendere la mia brioche e il mio cappuccino, e assaporavo l’armonia già presente la mattina presto, quando la città iniziava a svegliarsi e le prime code a formarsi per i diversi incontri. Dopodiché, completata la mia colazione, mi impegnavo a raggiungere il luogo dove avrei avuto il mio turno. Io sono un angelo del presidio, perciò spesso ho dovuto distribuire i posti in platea, accompagnare gli spettatori alle loro postazioni, indicare l’uscita al termine degli incontri. Tutti compiti che mi hanno entusiasmato, perché, nel vedere le persone felici e riconoscenti nel ricevere le giuste attenzioni o un sorriso in più, ho potuto percepire ancor meglio l’atmosfera del Festival. Certamente, oltre ai momenti di serietà, ci sono stati anche diversi momenti di svago. Tra una pausa veloce in cui si approfittava di mettere qualcosa tra i denti e un passaggio in auto per raggiungere i punti di Pordenonelegge più lontani, tra angeli abbiamo avuto modo di conoscerci, scherzare, scoprirci, raccontarci aneddoti delle edizioni passate, riposarci e anche riscaldarci. Sono stati infatti giorni intensi, a volte resi ancora più complicati dal freddo e dalla pioggia, che in certi momenti non hanno voluto mancare, ma sono state giornate speciali per l’atmosfera della città e per l’intesa nata tra le maglie gialle. Grazie quindi a tutti per questa magica edizione e al prossimo anno! Pradella Sara
Sono Mattia, ho vent’anni, e si è appena conclusa quella che per me è stata la quarta edizione del festival in veste di angelo. La settimana di PordenoneLegge è sempre molto intensa e ricca di emozioni, a tal punto da essere, per noi angeli, uno dei momenti più attesi dell’anno.
Le giornate del festival sono impegnative, ma ciò che anima noi angeli è lo spirito di gruppo e il lavoro di squadra, che ci permettono di portare a termine il nostro lavoro, creando un ambiente di condivisione e serenità. Ma non solo, infatti, personalmente, ciò che rende il lavoro un piacere, è l’importanza attribuita al nostro ruolo, noi angeli rappresentiamo il festival per tutti coloro che ci osservano da fuori, da spettatori; abbiamo quindi una responsabilità che non può che renderci orgogliosi del nostro lavoro, e spingerci a completarlo nel miglior modo possibile.
Il mio ruolo nel festival, insieme alla mia squadra, è assicurarsi della buona riuscita di ogni incontro, tramite una serie di accortezze come l’allestimento della sala, l’accoglienza verso gli ospiti e verso il pubblico. È fondamentale in questo caso sapere relazionarsi, non solo tra colleghi, ma anche con persone sconosciute che partecipano all’incontro. Al termine degli eventi è bene, se serve, rivedere l’organizzazione della squadra, in modo da essere sempre il più efficienti possibile.
Inutile dirlo, PordenoneLegge per me ha un significato speciale, è motivo di orgoglio. Ogni anno, questa settimana, così piena di emozioni, trascorre in un lampo, e nella malinconia di una Pordenone non più gialla, non ci resta che ricordarci dei momenti e dei sorrisi del festival appena concluso, e attendere per l’edizione successiva. Mattia
Girardi“Succede a Pordenonelegge 2022”
Anche in quest'edizione 2022, una folla sciamante ed entusiasta ha invaso i vicoli e le caratteristiche piazze di Pordenone, avvolte negli emblematici giallo e nero, colori simbolo del Festival Pordenonelegge. Concorrenti a questo clima festoso, noi Angeli contribuiamo a quell'artificio prodigioso che s'instaura tra libri, autori, pubblico ed assistiamo appassionati ai fatti bizzarri e strampalati che possono accadere qua e là.
Io ad esempio ho assistito all'arrivo, ovviamente tardivo, di un acclamatissimo Mauro Corona, atteso da una folla quasi in delirio di anziani ed Alpini che richiedevano autografi e saluti. Ma in mezzo a loro una rampicante nonnina si è fatta spazio, gli si è avvicinata e senza né pretese né penne, gli ha consegnato una stecca di cioccolato da lei stessa confezionata insieme a una lettera di ringraziamento. Lui, nell'usuale veste smanicata da uomini duri, ne ha assaggiato un pezzetto.
Forse però, non gradendone il gusto, furtivo ha cercato di abbandonare la ghiotta leccornia.. ma l'azione non è sfuggita all'occhio scrutatore della signora che indignata e ferita nell'orgoglio, si è allontanata dispiaciuta a passo svelto. Corona l'ha seguita con lo sguardo, ma richiamato dagli adulatori, ha dovuto dedicarsi a loro ricevendo un'infinità di congratulazioni, a detta sua destinate “all'archivio di Creta”. Tra un brindisi e un fischiettio, ha disegnato e autografato il tavolino fornitogli, probabilmente pensando a malincuore alla delusione precedentemente inflitta all'ultima fan. Gianmaria Martinuzzi
A Pordenonelegge 2022 succede agli angeli di volare sul palco, ma non per allestirlo con le sedie e le bottigliette d’acqua necessarie, né per far scivolare in un sussurro qualcosa a proposito del tempo a disposizione ormai terminato e nemmeno per chiedere al pubblico - fremente d’impazienza davanti alla possibilità di dedica e autografo - di restare ancora una manciata di secondi seduto. Nell’edizione della spiga di grano, invece, agli angeli gialloneri succede di salire sul palco a inizio evento, sentendo il proprio nome pronunciato da uno scrittore vero
(uno di quelli con al collo l’importante badge “autore”) e succede che sia proprio quello stesso scrittore a doverli intervistare. Ebbene, il sabato mattina di Pordenonelegge 2022, mentre fuori la pioggia infrangeva decisa le sue gocce contro il tendone di piazza della Motta, dentro è successo proprio questo: un gruppetto di noi angeli ha trovato posto e voce proprio sul palco… con “dietro” la Rai, accanto Enrico Galiano e davanti, tra il pubblico, i volti emozionati di ali passate e presenti. Judy Cover
Quest’anno ho avuto il privilegio di partecipare per la prima volta come angelo a Pordenonelegge. È stata un’esperienza indimenticabile, porterò questi ricordi sempre nel mio cuore.
Le giornate di Pordenonelegge sono piene di allegria, spesso le persone ci dicono “che belli che siete, sempre sorridenti!”, ma è impossibile stare seri! Credo che maglia gialla abbia il superpotere di rendere allegro chi la indossa e tutti quelli che lo circondano. Viene naturale rivolgere sorrisi a tutti quelli che passano e scalda il cuore riceverne di altrettanto calorosi. C’è un incontro che però mi ha toccato più degli altri.
Una mattina ero in piedi davanti all’entrata di Palazzo Gregoris a sorvegliare l’entrata come un vero e proprio angelo custode, quando vedo un bambino sfrecciare spensierato sotto i portici, inseguito affannosamente dalla mamma. Le sue gambette hanno smesso di correre proprio quando è arrivato davanti a me. Ho abbassato lo sguardo sul suo ciuffo spettinato per la corsa e in quel momento lui ha alzato il suo sguardo curioso su di me. Aveva dei grandissimi occhi azzurri e li ho visti illuminarsi incantati alla vista della mia maglietta gialla, la bocca era leggermente aperta in un’espressione di meraviglia pura. In quel momento nei suoi occhioni ho rivisto la piccola me che gironzolava per Pordenone mano nella mano con i nonni e sognava un giorno di poter indossare quella bellissima maglietta gialla e passare tutto il giorno circondata da libri. Le mie labbra si sono piegate in un dolce sorriso, un po’ nostalgico forse, e ho alzato la mano in segno di saluto, subito ricambiato con entusiasmo dal bambino che rideva felice; non ho avuto neanche il tempo di dire “ciao” che era già sfrecciato via. Non ho potuto fare a meno di seguirlo con lo sguardo, il petto invaso da un piacevole calore per la consapevolezza di essere finalmente riuscita a realizzare il mio sogno. Sara Biason
Sono un angelo volontario e per la prima volta quest’anno ho avuto l’opportunità di vivere Pordenonelegge dalla parte “dello staff”, un’esperienza stimolante, coinvolgente, divertente ed arricchente che spero vivamente di poter ripetere per altri anni. La sera di sabato 17 ho avuto un incontro particolare, ripensandoci non posso fare a meno di ricordarlo come un episodio di un racconto, uno di quegli avvenimenti che si è soliti vedere nei film, ve lo propongo quindi in questa veste, sperando che vi possa strappare un sorriso.
“Passò così per caso, quasi non me ne accorgevo, i raggi di sole cedevano ormai il posto alle ombre dei tetti e il freddo diveniva sempre più pungente, richiamando a sé le folate di vento serali. Attendevo dinnanzi alla soglia dell’Ex-Tipografia Savio, con la maglia gialla degli angeli sopra un maglione nero che non riusciva però a contrastare il freddo di quel sabato pomeriggio. Sorridevo contenta a tutti coloro che passeggiavano in quell’aria di novità settembrina che sempre caratterizza la nostra cittadina, indicavo la mostra e scambiavo due parole con i passanti, quando giunse lei. Una ragazza vestita di un cappotto rosso, taglio corto e ciuffo sbarazzino, incarnato chiaro, una borsa marrone dalla quale spuntavano giornali e titoli gialli, con delle piccole cuffie, quasi perle sul suo viso. La fermai invitandola a visitare l’esposizione, si voltò, mi rispose uno sguardo confuso e sorpreso e delle parole francesi. Vocaboli italiani erano risuonati fra una e musica a me ignota ma l’avevano indotta a fermarsi e donarmi quella timida risposta, per me solo suoni melodiosi privi però di un reale significato. “Oh I’m so sorry I don’t actually speak French! If you’d like to visit the exposition I’ll look for someone that knows your language” diss’io, ma nemmeno quell’idioma le parve comprensibile. Parlò ancora in francese dicendo, credo, che sarebbe entrata e avrebbe fatto un giro volentieri, magari anche solo sfogliando i volumi e facendosi scivolare fra le dita i colori dell’inchiostro dei caratteri e le tinte delle copertine. Entrò sorridendo a tutti i presenti, si mescolò fra la folla, già radunatasi per l’evento di calligrafia che da lì a poco sarebbe incominciato, e non la rividi per un po’, pensai che fosse uscita e che non me ne fossi resa conto. Trascorsi una decina di minuti ad immaginarla con il cappotto rosso e quell’aria creativa mentre passeggiava per i vicoli del corso ascoltando una melodia nota a lei sola, lontana dal nostro mondo, quasi in una realtà parallela. Uscì poco dopo con una borsetta con dei libri, aveva acquistato dei titoli da quegli editori locali dei quali non le era noto nulla, senza comprendere la nostra lingua, senza la necessità di cogliere il significato delle parole, fidandosi ciecamente di quel legame inspiegabile instauratasi fra ella e i titoli solo grazie al tatto, alla vista, al profumo della carta. Mi sorrise di nuovo e mi ringraziò poi scese lo scalino, infilò le cuffie e si allontanò per la lunga via portando con sé le ultime luci del tramonto.” Grazie Pordenonelegge per aver creato un’atmosfera di tale magica vivacità nella nostra città. Gaia Pizzato
Piano City Pordenone
Piano City Pordenone è un festival pianistico che dal 2019 veste di musica e di pianoforti la città, proponendo decine di concerti gratuiti concentrati in un fine settimana nei luoghi già deputati alla musica così come in spazi che in maniera inedita si aprono al pianoforte.
Ideato del pianista tedesco Andreas Kern, dopo la prima edizione di Berlino nel 2011 Piano City si è diffuso in molte grandi città in Italia e all’estero tra cui Milano, Palermo, Napoli, New York, Barcellona, Madrid, Novi Sad, ed è giunto anche a Pordenone che è entrata in questa rete internazionale divenendo la prima - e inizialmente unica - città non metropolitana italiana ad aver accolto questo festival.
A Pordenone Piano City ha trovato terreno fertile, sperimentando l’ospitalità di una piccola città già abituata alle grandi manifestazioni: un’esplosione di entusiasmo ed energica contaminazione di generi musicali che si tiene ciascun anno nel fine settimana di giugno in concomitanza con la Festa della Musica.
Già nella prima edizione si sono esibiti un centinaio di artisti italiani e internazionali, la gran parte dei quali si propongono attraverso il sistema dell’autocandidatura, a dimostrare il grande desiderio dei musicisti – anche giovani affermati – di avere un palco dove poter essere ascoltati. La particolarità del festival è che è possibile ascoltare musicisti in carriera ed enfant prodige, grandi maestri e giovani allievi che si divertono a suonare i molti pianoforti disseminati nel centro storico, divenendo i protagonisti di un’invasione di note e musica, spaziando tra musica classica, jazz ed elettronica. A fianco ai City Concert nei luoghi istituzionali, agli Street Concert che fanno risuonare gli angoli più insoliti di Pordenone, il progetto fa incontrare la “domanda” dei pianisti che si candidano con l’"offerta” dei pordenonesi che aprono le porte della propria abitazione, riproponendo il concetto classico della musica da camera e proiettandolo nella contemporaneità.
Una delle novità specifiche introdotta per la prima volta proprio dal festival pordenonese fin dalla sua prima edizione sono i Factory Concert organizzati negli uffici, nei laboratori e nelle fabbriche di una città di forte tradizione industriale che hanno accolto pianisti d’altissimo livello, come nel caso del concerto per due pianoforti all’Electrolux di Porcia per il centenario, dell’appuntamento in Val Cimoliana nello stabilimento di Acqua Dolomia e di quello organizzato all’interno della
zona industriale del Consorzio Ponte Rosso di San Vito al Tagliamento con Confindustria Alto Adriatico per la cerimonia di inaugurazione del cantiere per la posa della prima pietra della Lean Experience Factory 4.0 (LEF 4.0).
L’originalità del progetto sta nel portare i concerti di pianoforte in spazi e contesti inattesi, rompendo le consuetudini: sul tetto del Parcheggio Tavan, nei parchi San Valentino e Querini, nella Loggia del Municipio, nella Chiesa della Santissima, al Paff, in Galleria Harry Bertoia e a Palazzo Ricchieri, negli androni e nelle corti private di Palazzo Policreti e Palazzo Loredan Porcia e al CRO di Aviano.
«Ciascun anno registriamo entusiasmo crescente da parte di musicisti e appassionati. Questo ci dimostra quanto la musica sia un elemento necessario nella giornata di ciascuno e quanto sia importante offrire un palcoscenico a giovani musicisti che con la loro dedizione sono una testimonianza di intelligenza e perseveranza» spiega Luigi Rosso, presidente del Comitato.
Il Festival Piano City Pordenone, organizzato dal Comitato Piano City Pordenone, si affida alla direzione artistica di Bruno Cesselli, Lucia Grizzo e Antonella Silvestrini, gode fin dalla sua prima edizione dei patrocini e del sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia e del Comune di Pordenone, di partner istituzionali e di mol -
ti sponsor privati che sono intervenuti con estrema generosità.
La prima edizione è stato un viaggio alle diverse latitudini della musica pianistica, con 85 concerti di generi diversi con evocazioni e intrecci; nel 2020 in piena pandemia Piano City Pordenone è stata la prima manifestazione a ritornare dal vivo, facendo rifiorire la città pur tra molte difficoltà, distanziamenti, mascherine e disinfettanti con 35 concerti eseguiti da 47 musicisti e l’inaugurazione al Teatro Verdi con la solista Valentina Lisitsa che sarà ricordata anche per la sua generosità quando, consapevole della riduzione di pubblico a causa delle misure anti-Covid, ha proposto un inatteso concerto in replica pomeridiana per consentire la partecipazione ai tanti spettatori che avevano fatto richiesta di prenotazione.
L’edizione del 2021, nonostante le perduranti complicazioni e le misure anticontagio, ha aumentato le sedi coinvolte accogliendo le candidature di 90 musicisti che si sono esibiti in 55 concerti e quella del 2022 ha visto eseguire 71 concerti coinvolgendo più di cento musicisti ed è stata l’edizione che più di ogni altra ha fatto percepire un calore e un affetto particolarmente emozionanti da parte del pubblico.
La quinta edizione si terrà nel fine settimana del 16, 17 e 18 giugno 2023, quando la città si preparerà ad accogliere giovani pianisti e solisti di chiara fama.
Pedibus Pordenone
Cosa sia il Pedibus lo hanno spiegato bene i bambini che lo hanno adottato come modalità per andare a scuola, realizzando un video promozionale per raccontarlo a chi non lo conosce.
“Che strana questa mattina” recita la rondine che guarda dall’alto il serpentone colorato e allegro, “Vedo meno scatolette colorate che si muovono nervose…. Mi piace girare per la città, già di prima mattina. Ma ciò che più amo è fermarmi ad osservare quei piccoli uomini con quelle grandi borse sulle spalle (credo si chiamino zaini), in attesa di entrare in grandi edifici…
Ma la novità è che stamattina alcuni di loro sono arrivati a piedi, in fila, non dentro le scatolette con le ruote: li unisce una lunga corda che ognuno tiene stretta tra le mani. Con loro un paio di uomini o donne, attenti apri e chiudi fila, sorridenti e scherzosi….
In alcuni punti si fermano perché altri bambini si aggiungono alla fila: e allora è tutto un buongiorno e battersi il cinque, pronti a ripartire….” Questo è il Pedibus! La gioia contagiosa di bambini, sorridenti e scherzosi, che possono guardarsi intorno per vivere il loro quartiere, assaporando un ritmo meno frenetico e tutto loro, consapevoli che anche a “piccoli passi” possono rendere più vivibile la città in cui vivono… Il Pedibus , creando le condizioni affinchè i bambini vadano a scuola a piedi o in bicicletta permette ai piccoli, ai genitori ed anche alla comunità di appartenenza di sperimentare una modalità nuova di vivere
lo spazio, una mobilità alternativa a costo e inquinamento zero, contribuisce a ridurre il traffico e ad accrescere la sicurezza in prossimità delle scuole trasmettendo il rispetto per l’ambiente in cui viviamo, facendo crescere anche nelle nuove generazioni un forte senso civico e promuovendo l’autonomia.
Partito 17 anni fa nel quartiere di Vallenoncello dalla collaborazione tra scuola e un gruppo di genitori, negli ultimi tre anni, grazie alla sinergia tra Comando di Polizia Locale, Amministrazione Comunale, Istituti Comprensivi e Associazione Piccoli Passi, riuniti intorno ad un Tavolo Tecnico permanente, il Pedibus è diventato una realtà che coinvolge oggi tutta la città: 380 bambini, 126 autisti volontari, 9 plessi scolastici coinvolti, 14 linee attive, istituite 3 strade scolastiche. I volontari dell’Associazione Piccoli Passi hanno collaborato anche con i comuni vicini promuovendo analoghi progetti.
Maggiori dettagli e indicazioni per chi voglia supportare il progetto, sul sito www.piccolipassi.online.
Pedibus (Scuola L. Da Vinci) che in primavera e quando il tempo lo consente percorre l’argine del Noncello.Sara Biscontin e Lidia Diomede Associazione Piccoli Passi
Pedibus Monastier
PROGETTO PEDIBUS MONASTIER
contribuisce a cambiare il mondo, un passo dopo l’altro.
Quasi un bambino su quattro della scuola primaria Marconi di Monastier nell'anno scolastico 2021-22 ha aderito al progetto Pedibus, che prevede che i piccoli ogni mattina raggiungano la scuola a piedi, accompagnati da alcuni adulti volontari. L'ultimo giorno di scuola, l'08 giugno scorso, le tre linee pedibus attive a Monastier, hanno organizzato una breve cerimonia di chiusura e saluto prima del suono della campanella. 52 i bambini aderenti in totale lo scorso anno scolastico, accompagnati da una trentina di volontari.
Salutandoli, Rafaella Daniel - referente del progetto Pedibus per Monastier - ha ringraziato tutti, per l'impegno quotidiano a favore dell'ambiente e del benessere della persona, scegliendo il mezzo per antonomasia più ecologico e pulito, quale appunto il pedibus.
"Abbiamo calcolato - ha detto - che in questo anno avete risparmiato una produzione media di 20 chili di anidride carbonica a bambino, che equivale a circa 1.000 chili di CO2 se consideriamo la totalità degli aderenti al progetto qui a Monastier. Grazie, perché così facendo avete fatto un regalo a voi stessi, ma anche alle generazioni future, limitando il livello di inquinamento atmosferico prodotto; inoltre, facendo un tratto di strada a piedi ogni giorno, con il bello e il cattivo tempo, con il freddo e con il caldo, avete acquisito una buona abitudine in termine di salute".
A fianco alla responsabile di progetto, hanno portato il loro saluto agli aderenti al pedibus di Monastier la sindaca Paola Moro, il vicesindaco Stefano Dussin, insieme alla maestra referente di progetto per il plesso, Federica Rossi. Ringraziando i vari attori, tutti hanno enfatizzato i vantaggi del pedibus, "che vanno dalla riduzione del traffico, al rispetto ambientale, alla sicurezza, al benessere e alla salute del singolo, che aumentano camminando ogni giorno, combattendo la pigrizia e la sedentarietà. Fate passaparola con i vostri amici, speriamo che il prossimo anno altri bambini si iscrivano".
Al termine della cerimonia, ad ogni bimbo è stato conferito il titolo di "difensore del Pianeta, per aver contribuito a cambiare il mondo, un passo dopo l'altro". I piccoli hanno ricevuto inoltre in dono uno scaldacollo, con il motto "Io ci tengo! Vado a scuola a piedi", gentilmente finanziato da BCC Pordenonese e Monsile, che volentieri ha sostenuto il valore sociale ed ambientale dell'iniziativa. Una poesia di Albert Camus è stato il regalo finale ai bambini del pedibus. "Non camminare dietro a me, potrei non condurti. Non camminare davanti a me, potrei non seguirti. Cammina soltanto accanto a me, e saremo sempre amici".
A.S.D. Pattinaggio Artistico Mignagola
Un percorso di crescita della persona prima ancora dell’atleta
L’A.S.D. Pattinaggio Artistico Mignagola è una scuola di pattinaggio artistico a rotelle che fonda le sue radici nel 1985 nella storica sede di Mignagola.
Con il passare degli anni nasce l’esigenza di ampliare l’offerta per accogliere il crescente numero di atleti che, spinti dalla voglia di stare insieme e di mettersi in gioco, si avvicinano a questo sport portando la società a stabilizzarsi anche sul territorio sanbiagese. La mission che ci si propone è quella di promuovere lo sport in un contesto educativo e formativo che incarni i valori di amicizia, lealtà, sana competizione, rispetto degli altri e delle regole.
Un percorso di crescita della persona prima ancora dell’atleta con l’insegnamento della disciplina attraverso un decalogo di regole chiare, semplici e misurabili. La magistrale regia è di Roberto Pillon, Presidente da più di 20 anni, e di tutto il Consiglio Direttivo che lavora instancabilmente e con grande dedizione affinché si offra il miglior servizio sportivo-educativo. I 35 anni di storia dell’A.S.D. sono stati colorati da un susseguirsi di successi che continuano a gratificare tutt’ora chi, già da molti anni, decide di dedicare il proprio tempo a questa passione. Il focus attorno cui ruota tutta la programmazione della stagione è migliorare la qualità dell’attività sportiva dei 150 pattinatori. L’associazione, infatti, oltre ad avviare i nuovi atleti alla pratica del pattinaggio, delinea il percorso più adatto ad ogni sportivo a seconda delle proprie attitudini: pre-
agonismo, agonismo, gruppi Enjoy Team e Enjoy Team Junior. Da ormai diversi anni è nata una sinergia positiva con i gruppi Division e Rollstyle, frutto di una condivisione di intenti e di obiettivi comuni, perché crediamo fermamente che fare rete sia il miglior approccio per offrire agli atleti le migliori possibilità di crescita. Le nostre ragazze con il Gruppo Junior Division, già plurimedagliate a livello nazionale ed europeo, si sono laureate campionesse d’Italia e si sono aggiudicate la medaglia di bronzo al recente Campionato Europeo 2022. Il Gruppo Junior Rollstyle, dopo aver vinto la Coppa Italia nel 2021, ha ottenuto un prestigioso 6° posto ai campionati italiani assoluti, oltre alla vittoria a numerosi trofei. Il team allenatori è guidato dal direttore sportivo Martina Sottosanti affiancato dai tecnici federali Valentina Pillon, Veronica Pillon, Elena Cremonese, Martina Pontin, Alice Ramon, Linda Baggio, Beatrice Scattolon, Stefani Ines, Eva Zamuner e Pietro Pezzato; tutti nostri atleti – ex atleti di rilevanza nazionale ed internazionale che con passione trasmettono ogni giorno la loro conoscenza ed esperienza ai nostri atleti. Nella stagione appena conclusasi i tre atleti più rappresentativi Valentina Pillon, Alice Ramon e Gregorio Mazzini, che pattinano nel Piccolo Gruppo Division, si sono distinti in campo nazionale ed internazionale. Età,
Il Presidente Roberto Pillonpercorsi e personalità differenti accomunate da un un’unica grande passione, un impegno fatto di sacrifici, di rinunce, di equilibri sottili tra studio, lavoro e vita da atleta. Valentina e Gregorio hanno alle spalle numerosi titoli italiani ed europei, oltre al prestigioso titolo di Campioni del Mondo nel 2017 a Najing (Cina). Alice invece arriva dalle categorie junior nelle quali si è affermata in campo europeo vincendo la medaglia d’argento nel 2019. Quest’anno, con il piccolo gruppo Division, dopo essersi laureati Campioni d’Italia e Vice Campioni d’Europa con delle performance letteralmente da standing ovation, sono stati convocati per l’iridata competizione: i World Skate Games (WSG), campionati del mondo di tutte le discipline rotellistiche, che si sono svolti a Buenos Aires ad inizio novembre. Dopo una lunga e intensa preparazione che ha significato numerose ore di allenamento, il 31 ottobre gli atleti sono decollati da Venezia per tenere alta la bandiera italiana oltreoceano. In terra argentina sono stati accolti da un gran calore malgrado le difficoltà riscontrate per le strutture sportive tutt’altro che all’avanguardia e per la precaria situazione economico-politica. Ciò nonostante, la voglia di esserci e di dar prova del proprio valore hanno sopperito a qualsiasi disagio. Confrontarsi con i migliori al
mondo è sempre un privilegio ma anche una sentita responsabilità. Il 5 novembre è stato il grande giorno, sono scesi in pista portando in scena un programma da togliere il fiato. “Timeless”, questo il titolo della coreografia che ha visto note celebrità del passato rivivere in statue di bronzo, da Napoleone a Marilyn Monroe, diventando così icone senza tempo. Si sono aggiudicati il 6° posto della classifica mondiale e noi non possiamo che esserne orgogliosi. Questi atleti sono l’esempio più bello e significativo per i nostri piccolissimi: sono proprio gli stessi ad aver indossato i pattini ancor prima delle scarpe e a non riuscire a toglierli alla soglia
dei trent’anni. La competizione continentale, di altissimo livello tecnico, è stata trasmessa in live nel sito ufficiale dei Campionati del Mondo attaccando allo schermo nel pieno della notte famiglie intere e questa è la cosa più bella: condividere una passione!
Ma se questa è la ciliegina sulla torta, alla base troviamo un nutrito settore giovanile che di anno in anno cresce sempre di più grazie anche ai progetti paralleli che vedono la nostra associazione farsi promotrice dello sport nelle scuole affinché diventi un diritto di tutti e per tutti. Viva lo Sport!
A.S.D. Mestrina Nuoto
VecchiatoA.S.D. Mestrina Nuoto è nata nell’Ottobre del 1956 a Mestre ed ha da sempre svolto un ruolo importante nel contesto degli Sport Natatori del territorio della terraferma veneziana, nella fattispecie, nella disciplina della pallanuoto conquistando posizioni rilevanti sia a livello regionale che nazionale (e stata in serie A1 Femminile). Ogni anno, almeno una squadra giovanile si qualifica alle fasi Nazionali e gareggia con le squadre più forti d’Italia.
È Associazione affiliata dal 1956 alla Federazione Italiana Nuoto ed iscritta da sempre nel registro delle ASD del CONI. Da anni è fra le Società del Veneto che partecipano a più Campionati Giovanili, settore a cui sta dedicando molte energie e risorse.
Attualmente conta circa 150 Atleti di varie categorie e recentemente ha avviato un progetto con alcune Scuole denominato BASIH2O (“Bambini Sicuri in acqua”), col patrocinio del CONI Regionale per bambini e ragazzi dai 3 ai 14 anni. Nello specifico si vuole far acquisire ai bambini/ragazzi maggiore sicurezza nell’ambiente acqueo, progetto che sta riscontrando consensi da parte di molti operatori del settore.
In collaborazione con altre due società natatorie del territorio, ovvero Polisportiva Terraglio e Nuoto Venezia, è stato organizzato
nell’ultimo fine settimana di ottobre presso la Piscina del Centro, il secondo Campionato Nazionale Disabili che ha visto la partecipazione di una squadra palermitana e altre due squadre provenienti da Modena e Brescia.
Sono stati coinvolti più di sessanta atleti con i loro accompagnatori e con il patrocinio del Comune di Venezia e della Regione Veneto abbiamo dato vita ad un meraviglioso evento sociale dedicato a ragazzi meno fortunati con risultati inaspettati, anche dal punto di vista mediatico.
Attestazioni di stima sono pervenute sia dal Vicesindaco del Comune di Venezia, Andrea Tomaello, sia da Marco Borzacchini, Presidente della FISDR – Federazione Italiana Sport Paralimpici degli intellettivo Relazionali.
Al ritorno alla normalità dopo due anni di pandemia a vecchi problemi si sono aggiunte ulteriori incognite. L’attuale impianto utilizzato, infatti, misura 25 metri di lunghezza, mentre il Regolamento dei Campionati di serie C - dove la Mestrina milita attualmente - e di serie D, impone l’utilizzo di una vasca di lunghezza pari a 33 metri.
La nuova sfida, dunque, che Mestrina dovrà affrontare nel prossimo futuro è proprio quella di riuscire ad attrarre investitori che, magari anche in compartecipazione, permettano di realizzare l’ampliamento dell’impianto portandolo dagli attuali 25 metri ai 33 obbligatori.
Contatti: Mestrina Nuoto A.S.D. Allenamenti: Piscina del Centro Via Circonvallazione, 53 – 30174 Mestre, Venezia segreteria@mestrinanuoto.org - www.mestrinanuoto.org
Pordenone Calcio femminile
neroverde, e non solo!
Quella fra BCC Pordenonese e Monsile e Pordenone Calcio è una partnership molto affiatata, che ha come cardini i valori dello sport. BCC è al fianco del Club neroverde e in particolare del suo Settore Giovanile, presente con il proprio logo su tutti i pantaloncini da gara delle formazioni femminili, dall’Under 12 all’Under 19. Proprio quest’ultima nella scorsa annata ha vinto - storica prima volta - lo scudetto di categoria superando a Firenze nella finalissima lo Spezia. Un trionfo che ha regalato una soddisfazione incredibile a tutto l’ambiente neroverde, ai suoi Partner (BCC in testa) e al territorio intero.
Quella del 25 giugno scorso è stata una giornata piena di emozioni per le neroverdi, laureatesi campionesse d’Italia coronando un’annata straordinaria: dopo aver vinto il girone triveneto con una giornata d’anticipo (16 successi, 1 pareggio e 1 sconfitta), le ramarre hanno eliminato il Bologna nei quarti di finale (doppio 3-1, all’andata in Emilia reti Sossai, Prekaj, Del Frate, al ritorno a Pordenone di Prekaj, Termentini, Del Frate) e infine in semifinale 3-0 il Torino (gara secca, in Piemonte) con gol di Rosolen, Termentini e Volpatti.
Il titolo è stato poi condiviso con la Città. A premiare le giovani calciatrici anche le autorità comunali: il sindaco Alessandro Ciriani, il vicesindaco Emanuele Loperfido e l’assessore allo Sport Walter De Bortoli hanno accolto dirigenti, staff e tecnici neroverdi nella Sala consiliare del municipio di Pordenone, celebrando questo importante successo con una speciale targa. Presenti il direttore generale del Pordenone Calcio Lucia Buna,
Marinella Ambrosio (CONI), il presidente regionale FIGC Ermes Canciani e Massimo Drigo, responsabile soci e comunicazione BCC Pordenonese e Monsile.
Pura gioia quindi per il Pordenone, al terzo titolo giovanile della storia recente (il primo a livello femminile dopo i due consecutivi dell’Under 17 maschile del 2018 e 2019). Un tassello per la crescita del Settore femminile
neroverde, che prosegue con entusiasmo e determinazione, come testimoniano le oltre 100 tesserate che anche nella stagione 2022/23 fanno parte delle quattro squadre neroverdi (Under 12, Under 15, Under 17 e Under 19).
Un successo e un progetto di crescita giovanile che BCC Pordenonese e Monsile è orgogliosa di affiancare e sostenere.
Microfinanza Campesina in Ecuador
Venti anni di cooperazione e finanza popolare per il buen vivir
Il progetto/processo Microfinanza Campesina del Credito Cooperativo italiano in Ecuador compie quest’anno 20 anni. Un anniversario che è diventato l’occasione speciale per organizzare l’ultima missione nel Paese andino, che si è svolta dal 4 al 12 novembre scorso (questo il link al diario delle giornate: https://www.creditocooperativo.it/news/ecuador-laltramitad-del-mundo-2).
Chi ha partecipato a questa ultima Missione, così come alle precedenti edizioni, potrà confermarlo. C’è una magia nel viaggiare in Ecuador. O, forse, ad essere un po’ magico è proprio l’Ecuador. Un paese così piccolo ma con una concentrazione altissima di tanti climi, paesaggi, popoli, colori. L’Ecuador amplifica. Gli abbracci sono più intensi, le amicizie più facili, lo stupore più puro. Le emozioni più vive, quelle spiritualmente profonde e quelle più leggere e spontanee.
Forse è questo lo “Spirito di Quito” che accompagna il progetto/processo Microfinanza Campesina da oltre 20 anni, da quando nel 2001 avvenne il primo incontro tra Cassa Padana (la BCC di Leno) e una allora piccola cooperativa di credito - Codesarrollo - diretta dall’infaticabile Bepi Tonello. Oggi Bepi è il presidente di Codesarrollo ed è lui che, ormai più di 50 anni fa, dette vita a tutto. Giovane salesiano e volontario dell’Operazione Mato Grosso, catapultato nella realtà sociale e culturale di questo Paese dell’America Latina, Bepi decise di rimanere. Con un’idea rivoluzionaria in testa: quella della finanza popolare.
L’“incontro” tra il Credito Cooperativo italiano e Codesarrollo verrà poi isti-
tuzionalizzato nel 2002, con la firma del primo Accordo di cooperazione culturale e finanziaria, la “Dichiarazione di Quito” (rinnovata nel 2012). La Dichiarazione impegnava il Credito Cooperativo italiano a contribuire alla creazione di opportunità di sviluppo sostenibile con l’obiettivo di gettare le basi per un’economia del buen vivir. Così è stato. Ed è ancora. Questi venti anni di lavoro comune raccontano una grande storia fatta di piccoli passi, di alberi piantati, di scuole costruite o di nuovo utilizzabili, di microprestiti comunitari, di terreni riscattati e di nuovi modi di convivere con la natura. Una storia di riduzione delle diseguaglianze, di creazione di lavoro e di imprenditoria, di miglioramento delle produzioni, di donne e di giovani che possono realizzare le loro idee. Di cooperazione. Tanto che il progetto/processo di Microfinanza Campesina è diventato e riconosciuto a livello internazionale come un caso di scuola. “Qui con poco si può fare molto” ripete spesso Bepi. Quello che hanno fatto le Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali in tutti questi anni non è certamente poco: circa 90 milioni di dollari di finanziamenti a tasso agevolato (78 milioni da pool di BCC a favore di Codesarrollo, cui si aggiungono circa 12 milioni a favore del FEPP – Fondo Ecuadoriano Po -
pulorum Progressio) e 4 milioni di donazioni per il sostegno a progetti di carattere formativo e tecnico, per l’ammodernamento sedi, per progetti specifici sui territori. E una partecipazione convinta al capitale sociale di Codesarrollo, con una quota del 29% circa detenuto complessivamente dalla Fondazione Tertio Millennio, l’Ente del Terzo Settore del Credito Cooperativo, e da alcune singole Federazioni Locali e BCC-CR. Ma è soprattutto moltissimo quello che sono riusciti a fare Codesarrollo e FEPP. E che continuano a fare in un contesto economico internazionale sempre più complesso, in cui le interconnessioni esistenti tra l’ambiente, la società e le sue culture, le istituzioni e l’economia chiamano a lavorare con ancora più passione e perseveranza a servizio della promozione della dignità umana.
A distanza di 20 anni, ma passo a passo anche tra una missione e l’altra, il Credito Cooperativo italiano ha visto tante cooperative nascere e crescere; tante (tantissime) donne indigene e campesine diventare leader della propria cooperativa e, di conseguenza, del proprio destino; tante piccole baracche diventare sedi, sobrie ma moderne e funzionali, di cooperative di risparmio e credito; tante terre aride prendere il colore degli alberi messi a dimora dal FEPP (decine di migliaia nella sierra andina) o degli ortaggi coltivati attraverso il metodo “SIPA” (Sistemi Integrali di Produzione Agrotecnica, una tecnica di coltivazione rotativa e sostenibile proposta e promossa dal FEPP).
Bisogna lavorare di più per raccogliere numeri e misurare impatti. Ma quello che si prova e si vede in Ecuador è sufficiente perché il Credito Cooperativo italiano si senta chiamato a continuare a camminare a fianco di Codesarrollo e del FEPP. Nuove opportunità e nuove forme di partecipazione al progetto sono state ideate, come quella del crowdfunding, che rende ancora più protagoniste le comunità in Italia e in Ecuador. La prima esperienza di Emilbanca, che ha lanciato una campagna di crowfunding per sostenere un gruppo di 168 donne campesine che
producono ortaggi, legumi e frutta biologici nella provincia agricola di Carchi, nella Sierra Norte, sta dimostrando che anche questa è una strada giusta. Altre BCC-CR seguiranno e proporranno nuove iniziative.
Al termine del XIII Incontro Ecuador-Italia, “Finanza solidale per uno sviluppo umano sostenibile”, svoltosi a Quito il l’11 novembre, Federcasse e la Fondazione Tertio Millennio hanno confermato – a nome del Credito Cooperativo tutto – il proprio impegno per la promozione della finanza popolare inclusiva e la propria volontà di proseguire nel cammino intrapreso e di indirizzarlo verso obiettivi di sempre maggiore valore, per le persone e per le comunità ecuadoriane e italiane e per le strutture al servizio delle banche locali in Ecuador e in Italia.
“Sono passati venti anni – ha dichiarato il presidente di Federcasse, Augusto dell’Erba in apertura dei lavori – e oggi festeggiamo questo anniversario riconoscendo l’attualità dell’intuizione che ha portato alla nascita del Processo Microfinanza Campesina. Non un Progetto, ma un Processo, che abbiamo attivato insieme. Lo abbiamo visto maturare, ampliarsi, generare strutture e nuove professionalità e giocare un ruolo sempre più incisivo nello sviluppo integrale e trasformativo dell’Ecuador”.
I volti felici delle donne, degli uomini, delle bambine e dei bambini dell’Ecuador artefici del proprio futuro di sviluppo, impegnati nel lavoro cooperativo e nella difesa della propria terra, sono la migliore riprova del valore della solidarietà economica e sociale che non ha confini. E che, ovunque vi siano disuguaglianze nell’accesso ai beni comuni, si dimostra ancora una volta lo strumento principale per affrancare le persone da un destino altrimenti segnato.
Restano vive le parole di Bepi: “Con poco si può fare molto”. Il Credito Cooperativo è pronto a dare molto, perché si possa fare ancora di più.
Paolo Del Giudice. Nello Specchio dei Volti
Paolo Del Giudice è il protagonista di una considerevole ed appassionante mostra promossa dal Centro Iniziative Culturali Pordenone e dal Comune di Sesto al Reghena, in collaborazione con la Casa dello Studente Antonio Zanussi Pordenone.
Un’esposizione notevole, per la qualità e la quantità delle opere in visione, che si è svolta in due tempi e in due spazi espositivi, la Galleria Sagittaria di Pordenone e il salone dell’Abbazia benedettina di Sesto al Reghena, dove si affacciano, grazie ad un allestimento di forte impatto scenografico, i volti di personaggi noti e in qualche modo familiari per fama e celebrità: intellettuali, artisti, scrittori, poeti, musicisti e alcuni sportivi, che hanno popolato la vita dell’artista e la nostra.
Sono il frutto di un impegno intrepido dell’artista, che ha dato vita
nel tempo a numerosissime opere, con uno sguardo profondo e intimo rivolto alla figura umana, un’indagine fisiognomica arguta e approfondita, da cui traspare la rappresentazione di personalità intense e in qualche modo esemplari. Non si tratta solo della rappresentazione di espressioni della mimica facciale, bensì di un’appassionata ricerca emotiva che impegna l’artista fin dagli anni ’80 del secolo scorso e che lo stimola ad esplorare linguaggi sperimentati ed affinati nel tempo, senza perdere la forza dell’intuizione.
Volti che ripercorrono la carriera artistica di Paolo Del Giudice in oltre cinquant’anni di attività. Volti delineati con rapidi, abili e vigorosi colpi di pennello, con grande maestria ed esemplare capacità d’indagine dell’essere umano. Volti che emergono da tele di piccole o grandi dimensioni, esposte alle pareti o sospese al soffitto, in dialogo con i visitatori. Volti che prendono vita e trasmettono una forza dirompente, esplorati con diverse modalità, forme e variazioni cromatiche, quasi a voler cogliere, in una continua ricerca, la polvere che il tempo lascia nei lineamenti dei volti e nell’espressione degli sguardi.
I soci della BCC Pordenonese e Monsile hanno avuto la possibilità di conoscere ed apprezzare le testimonianze offerte dall’esposizione alla presenza dell’artista Paolo Del Giudice e del curatore della mostra e del catalogo Giancarlo Pauletto.
All’artista abbiamo chiesto:
D. Come descrive i suoi ritratti?
R. Non sono “ritratti”, perché il ritratto richiede un soggetto in carne e ossa che sta davanti a te. Sono volti sacri di artisti scrittori e poeti da me amati e frequentati, filtrati dall’immagine mentale impressa nella memoria, rievocati in una debole traccia fotografica o dalla luce più intrigante evocata dalla lettura delle loro opere o delle loro vicende umane o artistiche.
D. I volti sono espressione dell’indagine sull’uomo e sull’umanità?
R. Ogni volto è una storia, nel cui racconto includiamo la nostra, per attingere una verità umana profonda. Negli sguardi che incontriamo ritroviamo la narrazione dell’umana esistenza. In questo caso il dialogo è con volti conosciuti per rendere possibile il riconoscimento reciproco in quanto umani, per approfondire la conoscenza di noi stessi dentro l’osservazione delle forme dell’altro.
Nella ricerca di Paolo del Giudice, i volti da lui dipinti si offrono al visitatore non solo come “sembianze” ad evocare personaggi riconosciuti ma come “persone” con una propria voce.
Paolo Del Giudice, nato nel 1952, vive e lavora a Treviso. Si è sempre dedicato alla pittura. Nel decennio 1973/1983 ha partecipato alle principali iniziative della Fondazione Bevilacqua La Masa.
Dal 1985 è presente a Milano (galleria Avida Dollars e, dal 1992 al 2003, studio Gastaldelli) e a Roma (l’Attico di Fabio Sargentini) con varie mostre personali e di gruppo. Dal 2006 inizia una serie di cicli di grandi mostre in spazi museali in ambito nazionale.
Tra questi: P.P. Pasolini: volti, 2006, Palazzo Ducale, Mantova; Viaggio in Italia, 2006-2007 Venezia, Spoleto, Bassano; Pietas Mundi, 2007 Galleria Sagittaria, Pordenone; Memorie di carta, 2008-2009, sei mostre in ambito nazionale; Verderame, 2010, complesso minerario di Valle Imperina (BL); Percorsi dipinti - sguardi quotidiani su Treviso, 2011, in nove sedi nel centro storico; Retrospettiva, 2012, ex Macello, Padova; Inseguire Venezia, 2017, Caorle; Angeli e camion, 2017, Villa Brandolini, Pieve di Soligo; Visioni del Sacro, 2018, Mantova; Grande Guerra - volti momenti relitti, 2018-2021, Mestre, Vittorio Veneto, Pordenone. È presente nei vari volumi de La pittura in Italia - il ‘900 e La Pittura nel Veneto - il ‘900 (Electa Milano).
AVIANO
AZZANO DECIMO
TIEZZO DI AZZANO DECIMO
BRUGNERA
S. GIOVANNI DI CASARSA
VILLOTTA DI CHIONS
AVIANO
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CHIONS
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CORDENONS
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PASIANO DI PORDENONE BORGO SAN NICOLO', 8 PORDENONE 0434/621385 filialececchini@bccpm.it PORCIA PORCIA VIA FORNIZ, 3 PORDENONE 0434/590039 filialeporcia@bccpm.it
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SAN QUIRINO
SAN VITO AL TAGLIAMENTO
CODROIPO
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