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Chiesa di San Francesco a Treviso
Progetto di riqualificazione architettonica e artistica
arch. Michele Sbrissa - 593 Studio
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Nelle stratificazioni secolari che compongono la città contemporanea, gli edifici religiosi testimoniano con la loro presenza tracce tangibili delle vicende storiche, artistiche e sociali che hanno formato la cultura, le tradizioni e la devozione di un territorio.
La chiesa di San Francesco a Treviso, assieme al complesso religioso cresciuto attorno al luogo sacro, raccontano attraverso la pietra viva gli eventi che hanno trasformato la città attraversata dal fiume Sile e i suoi abitanti nel corso dei secoli. Grazie alla profonda devozione che ha sempre caratterizzato la sua relazione con il contesto urbano e i suoi abitanti, ha superato le difficoltà legate ai numerosi eventi storici, anche tragici che hanno coinvolto Treviso e la sua comunità, adattandosi continuamente alle diverse situazioni e giungendo sino a noi ricca di rinnovato valore devozionale, storico e artistico. La testimonianza certa della presenza della comunità dei frati Minori a Treviso risale al 1231, anno in cui il Comune emanò un provvedimento statutario con il quale veniva prevista l’elargizione di mille lire affinché i frati potessero edificare la loro chiesa e le loro dimore. Nel documento si fa cenno esplicitamente ad una chiesa e ad un convento preesistenti.
Da poco più di un anno la nuova comunità religiosa dei Frati di Treviso si è insediata e da subito ha dato inizio ad un percorso di rilancio di spazi e funzioni che potessero rappresentare una rinnovata apertura verso la città ed i fedeli anche come strumenti di rilancio del contento di comunità in uscita dalla pandemia vissuta negli ultimi due anni. Negli ultimi decenni sono stati intrapresi interventi diversi di restauro sia agli affreschi che ai paramenti murari in genere, sia all’interno che all’esterno della chiesa lasciando tuttavia in secondo piano il nucleo originario del complesso, ovvero le due volte a crociera della navata laterale che ospitano i confessionali adibiti al sacramento della riconciliazione. Proprio su questo spazio, nucleo generatore dell’intera chiesa secondo le ricostruzioni storiche più attendibili, si è concentrata la cura e l’attenzione della comunità dei frati che assieme a BCC Pordenonese e Monsile e Comune di Treviso hanno scelto di operare in sinergia per ridare dignità ad un complesso sistema di volumi architettonici, affreschi cinquecenteschi e superfici murarie che per troppo tempo sono state lasciate ai margini. Nel contempo in questo ambito della chiesa troverà spazio, secondo le indicazioni della Commissione liturgica della CEI sull’adeguamento degli spazi celebrativi secondo la Riforma liturgica” (31.5.1996) la nuova penitenzieria che ospiterà in modo adeguato il sacramento della riconciliazione.
“…Attraverso questi luoghi di arte e contemplazione il sacramento della
riconciliazione diventa una presenza di pace e vicinanza tra la comunità dei frati e i fedeli secondo il carisma di San Francesco” con queste parole Fra Oliviero Svanera, rettore del convento di San Francesco sottolinea l’importanza per la comunità intera del percorso progettuale intrapreso per ridare vita e centralità agli spazi che ospiteranno la futura penitenzieria. Il progetto si configura dunque come un intervento unitario ed organico in cui concorrono tre diverse parti: • restauro conservativo dei paramenti murari e dei preziosi affreschi delle cappelle laterali • ricollocazione di un frammento di affresco raffigurante Madonna con bambino • nuovi volumi lignei degli spazi adibiti a penitenzieria
In particolare il primo di questi interventi, che fa da cornice artistica ed architettonica alla messa in opera dei successivi due, si pone come operazione di riqualificazione di primaria importanza per la complessiva qualità dell’esperienza artistica che il complesso offre ai fedeli e ai visitatori, collocandosi tra l’altro in diretta connessione con l’ingresso principale alla Chiesa stessa.
Gli affreschi e gli intonaci antichi oggetto di restauro sono concentrati sulla volta della prima cappella che presenta un pregevole apparato decorativo a grottesche di epoca cinquecentesca. Questa cappella conserva anche l’antica costolatura decorata ed in rilievo della volta, compresa la chiave di volta. Residui piuttosto svelati di decori sono presenti anche negli abbassamenti e negli archivolti degli archi. Altri interventi a decoro dipinto sono le incorniciature delle finestre a finti mattoni. Tutti gli affreschi nella chiesa presentano una diseguale e talvolta precaria adesione al supporto murario, che è sempre di mattoni, salvo com’è ovvio per gli affreschi staccati. Nelle cappelle sono presenti anche degli elementi lapidei, costituiti dai capitelli e piedritti delle volte a crociera e sui pilastri divisori nonchè la chiave di volta della prima cappella. Gli intonaci risalenti agli anni 1920-30 all’interno delle cappelle, presentano una patinatura artificiale eseguita mediante spugnature allo scopo di conferire una sorta di anticatura per meglio armonizzare l’intonaco nuovo con quello più antico.
La cura complessiva di tutti questi elementi che testimoniano della storia e della devozione dell’intera città di Treviso verso la presenza Francescana in città, ritroveranno quindi nuova luce nell’assieme architettonico del progetto dell’intera nuova penitenzieria. Un luogo di raccoglimento, silenzio e contemplazione, immerso nelle tracce artistiche del passato e nella sobria presenza architettonica dei nuovi confessionali lignei che saranno ospitati dalle rinnovate armonie cromatiche delle volte oggetto di restauro.